(ASAPS) FIRENZE, 3 luglio 2007 – In molti
stati esteri, il supporto psicologico alle vittime di incidenti stradali, ai
loro familiari e, in casi specifici, anche a chi in qualche modo è deputato al
soccorso sanitario e tecnico, è una realtà. In Italia, è documentata l’attività
della Croce Bianca di Bolzano (www.wk-cb.bz.it/it), nell’ambito di un progetto
denominato “assistenza spirituale d’emergenza”, che consiste nella formazione
di personale al quale viene poi affidato il delicatissimo compito di informare
i familiari del decesso di un loro congiunto. Sappiamo che altre esperienze,
più o meno isolate, sono state intraprese da molti altri enti ed istituzioni,
ma una delle più importanti e complete applicazioni della psicologia dell’emergenza è operativa da alcune settimane a Firenze.
Qui, la Società
della Salute (www.comune.firenze.it/sds/) ha predisposto un
servizio di supporto psicologico per le vittime della strada e dei loro familiari,
offrendo la possibilità di affondare un debiefring operativo anche ad agenti
della Polizia Municipale e degli operatori del 118. Il progetto, che si chiama
“Impatto psicologico e sociale dei traumatismi stradali”, ha incontrato il
pieno appoggio dalla regione Toscana, che finanzierà il primo anno di
sperimentazione del servizio con una partecipazione di 80mila euro. La prima
unità lavorerà all’interno del reparto di rianimazione dell’ospedale fiorentino
di Careggi, dove affluiscono – per la presenza della piattaforma d’atterraggio
degli elicotteri di soccorso – i traumatizzati più gravi.. La Società della Salute,
presieduta dall’assessore alle politiche sociosanitarie del comune di Firenze
Graziano Cioni, ha fortemente voluto questo progetto, supervisionato dall’Unità
operativa di psicologia clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria di
Careggi. “Ogni volta che accade un incidente stradale, soprattutto se questo ha
conseguenze gravi o irreparabili la vita della famiglia viene letteralmente
sconvolta. Si tratta di un trauma di fortissimo impatto – spiega l’assessore
Cioni – sia per la vittima che per i familiari, senza parlare poi di quando
l’esito dell’incidente è la morte. Ma si tratta di un trauma anche per gli
operatori che si trovano a dover gestire, per le diverse competenze, l’evento
stesso, i momenti successivi, il rapporto con i familiari”. Entro poche settimane, inoltre, inizieranno corsi
di formazione alle competenze psicologiche e relazionali per gli operatori di
Polizia Municipale, del 118 ed anche per i sanitari del reparto di
rianimazione, riservando anche al paziente colpito da lesioni permanenti, una
volta dimesso dall’area critica per essere destinato ad altri reparti di
convalescenza, tutta l’attenzione di cui ha bisogno. (ASAPS)
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