Foto Blaco – archivio Asaps
San
Giovanni Ilarione. Vigili, non solo multe. Dietro la divisa ci sono uomini e
donne che si sentono «spalle e orecchi» per la popolazione ma che chiedono
possibilità di aggiornamento, formazione e addestramento «perchè vigili non ci
si improvvisa». È la radiografia di 25 tra Comandi e Corpi di polizia
municipale del veronese e del vicentino che emerge in una tesi di laurea
recentemente discussa alla Facoltà di scienze della formazione dell’Università
di Verona. Ad illustrarla Eleonora Pelosato, neo dottoressa specializzata nei
processi formativi, 32 anni e la divisa da agente di polizia municipale addosso
da 11 anni. «La polizia municipale è l’organizzazione
forse meno indagata. Gli studi relativi allo stress "in divisa" il
più delle volte hanno interessato polizia e carabinieri. C’era una lacuna da
colmare, con questo lavoro credo di esserci riuscita». Obiettivo della ricerca era arrivare ad uno
strumento di misurazione scientifico, un questionario, per la valutazione dello
stress che deriva dal confronto tra le richieste rivolte all’agente di polizia
municipale e la sua capacità ad adattarvisi. «Sono stati coinvolti 25 tra
Comandi e Corpi, abbiamo incontrato gli agenti all’interno di focus group e
abbiamo individuato così i principali fattori di tensione, ansia e disagio che
sarebbero stati i pilastri del questionario. Dopo averlo elaborato», spiega
Pelosato, «lo abbiamo sottoposto a 144 persone. In 101 lo hanno riconsegnato,
cioè oltre il 70 per cento, e i risultati hanno dato validità al modello». A scorrere le conclusioni salta fuori
l’immagine di lavoratori e lavoratrici che si sentono spesso inadeguati davanti
a leggi e disposizioni che cambiano di continuo. È fonte di stress lo stile
gestionale dei superiori e le loro richieste, il fatto di sentirsi dei tuttofare.
Non meno disagio provoca la pluralità di mansioni da svolgere ed i carichi
mentali che accompagnano chi lavora coi problemi della gente. Vorrebbero avere
maggiori possibilità di formazione, aggiornamento e addestramento. In molti
casi godono di scarsa considerazione da parte delle amministrazioni comunali,
dei cittadini e degli altri dipendenti comunali coi quali si contendono le ore
di straordinario perchè sebbene i primi non facciano festivi, serali e notturni
hanno lo stesso inquadramento. Si sentono sempre sotto esame. L’aspetto più difficile legato al compito è
il doversi rapportare con persone in situazioni particolari (ubriachi,
tossicomani e prostitute), senza contare le responsabilità. Schiacciati dalla
burocrazia e dalle richieste di cittadini e amministratori che li vorrebbero al
tempo stesso in strada e in ufficio, hanno anche il dovere di essere gentili e
non cedere alle provocazioni. Negli uffici la tecnologia aiuta anche se non
è sempre all’altezza. Sognano maggiore collaborazione con gli altri comandi di
polizia municipale, una retribuzione più rispondente al compito e
riconoscimento. Sono uomini e donne che spesso faticano a conciliare il lavoro
con il ruolo in famiglia, che non si sentono tutelati e che hanno
consapevolezza del rischio che corrono ogni giorno, anche solo portandosi
addosso un’arma.
Paola Dalli Cani L’ARENA di Verona
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