Un’immagine
del Robocop russo, pubblicata dalla “Rossiskaia Gazeta”
(ASAPS) MOSCA, 5 luglio 2007 – Robocop, lo
ricorderete, non era proprio un robot. Era un organismo cibernetico, applicando
a ciò che restava di un valoroso poliziotto, ferito gravemente durante un
conflitto a fuoco, la tecnologia bionica di un ipotetico futuro. Correva l’anno
1987, ed il geniale Paul Verhoeven portò nelle sale cinematografiche la storia
di Alex Murphy. Il nostro eroe, però, era ben diverso dalle applicazioni che
nostra tecnologia consente: forza sovrumana, pistole automatiche che uscivano
dai quadricipiti, vista infrarossi e super-udito avevano reso Robocop assai più
simile a Steve Austin, l’uomo da 6 milioni di dollari che spopolò il piccolo
schermo negli anni ’70. Qualche tempo fa, la polizia metropolitana di Tokyo ha
sperimentato un primo agente robotizzato, dalle sembianze umanoidi, in grado di
muoversi autonomamente ma rispondendo, comunque, agli ordini dei suoi colleghi
in carne ed ossa. Ora tocca alla Russia, però, rispolverare la tecnologia, pur
avendo interpretato il progetto in modo del tutto originale. Il “Danko”
elettronico (ricorderete il capitano della polizia sovietica, inviato a Chicago
per risolvere un intrigo internazionale ed interpretato da Arnold
Schwarzenegger) ha infatti la forma di un missile, tanto per restare in tema
con la ex URSS. Alto quasi due metri, il poliziotto robot deve pattugliare, coi
colleghi umani, i dintorni di Perm, città ai piedi della catena degli Urali,
considerata centro di confine tra Europa ed Asia. Il suo compito è quello di
accertare le violazioni al codice della strada, grazie ai sistemi elettronici
di cui è fornito (etilometro compreso), ed è perfino in grado di contestare le
infrazioni ai trasgressori, citando articoli di legge ed i relativi commi. La
notizia della presenza di una recluta con tali caratteristiche, è stata data in
Russia dal quotidiano “Rossiskaia Gazeta”, considerato giornale ufficiale al
Cremlino, ma senza troppi entusiasmi. Il Robocop di Mosca, infatti, si
guasterebbe in continuazione ed alla prima goccia d’acqua andrebbe in tilt.
Nelle intenzioni dei progettisti, il robot potrebbe anche essere lasciato da
solo a vigilare luoghi particolarmente affollati, garantendo un sistema di
video-sorveglianza dinamico ed in grado di essere spostato da remoto: un
pulsante posto sulla sua pancia, inoltre, consente di contattare la centrale
operativa, per richiedere un intervento od una consulenza. Lasciarlo solo?
Nemmeno a pensarci, dicono i vertici della polizia. Coi suoi 250 kg d’acciaio, sarebbe
una preda ambita. Per ora, dunque, meglio arruolare poliziotti in carne ed
ossa. (ASAPS)
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