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Articoli 06/07/2007

È incoraggiante che la Chiesa si interessi dei problemi della strada

Intervista a Giordano Biserni, presidente dell’Asaps


Lo scorso 19 giugno il Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e degli Itineranti ha emanato un documento dal titolo Orientamenti per la Pastorale della Strada. Il Documento, che tratta di vari argomenti inerenti la cura pastorale di coloro che si muovono sulla strada e che vivono su di essa, oltre che occuparsi del modo concreto di aiutare i migranti, le vittime della prostituzione, e i ragazzi di strada, si è fatto notare per una attenzione più marcata verso gli aspetti morali di chi guida, emanando una sorta di “decalogo” che è balzato subito all’attenzione dei media nazionali.
Ne abbiamo parlato con Giordano Biserni, Presidente dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che da anni si occupa di sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla tematica, mai troppo curata, della sicurezza stradale.

P. Rosario: «Dott. Biserni, come ben sa recentemente il Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e Itineranti ha pubblicato un documento in cui tra l’altro si parla di moralità dei comportamenti alla guida. L’Asaps ha parlato di documento come di un documento storico: perché?»
Biserni: «Perché finalmente la più grande istituzione morale prende una posizione molto chiara, molto netta e molto ben documentata sul tema della sicurezza stradale. Il S. Padre era già tornato sull’argomento diverse volte. Siamo rimasti colpiti perché se il S. Padre affianca con tanta convinzione chi si occupa della sicurezza stradale abbiamo una speranza in più. Già Pio XII se n’era occupato nel ’54. La sicurezza stradale è molto sottovalutata dai media. Mai una volta il Ministero dell’Istruzione ha sentito la necessità di affrontare negli Esami di Stato il tema della sicurezza stradale, eppure è proprio colpa della strada se nelle nostre aule ci sono tanti banchi vuoti. Solo negli ultimi 10 anni sulle strade sono morti 25.000 giovani di età inferiore ai trent’anni. È una cosa gravissima. La società non ha mai ritenuto opportuno interessarsi di questi problemi. Il S. Padre lo fa e questo è consolante».
P. Rosario: «Come giudica questa attenzione della Chiesa nei confronti di chi usa la strada? C’è addirittura chi ha parlato di ingerenza...»
Biserni: «La strada è quel luogo dove nel secolo scorso hanno perso la vita 35.000.000 di persone. Su di essa muoiono persone di tutte le categorie, dalle principesse (pensiamo a Grace Kelly e Lady Diana) agli operai, alle studentesse (è di questi giorni il caso di Elisa Cerreti, 26 anni, una ragazza che avrebbe dovuto difendere la Tesi di Laurea se non fosse morta in un incidente stradale pochi giorni prima. La direttrice dell’Accademia che frequentava ha concesso comunque che venga presentata la tesi dal suo relatore e che le venga dato un titolo onorifico). La strada è il luogo dove una persona può emettere una sentenza di condanna a morte irrevocabile a carico di persone innocenti. La Chiesa si occupa da sempre di difesa della vita, dal concepimento al termine naturale, e anche promuovere la sicurezza stradale è difendere la vita. Per questo è importante questo intervento. Noi auspichiamo che ce ne siano anche altri di interventi di questo tipo, perché la strada è il luogo dove spesso si manifestano arroganza, protervia e superficialità».
P. Rosario: «Le strade in Italia fanno oltre 4.000 morti all’anno e un numero ancora più alto di feriti, spesso segnati per sempre. L’associazione da lei diretta combatte ormai da anni contro questo stillicidio. Come giudica i tentativi fatti finora di porre un argine al fenomeno?»
Biserni: «I morti, in verità, secondo le ultime statistiche, sono quasi 6.000, i feriti più di 300.000 di cui oltre 40.000 con danni permanenti. L’Asaps ha 30.000 soci e vuole portare il contributo di addetti ai lavori che non abbiano a confrontarsi con logiche di tipo economico. Tra le cose fatte in positivo, negli ultimi anni c’è certamente l’introduzione della Patente a Punti. Richiesta da diverse associazioni, in un primo momento ha avuto buoni risultati, ma nel giro di pochi anni la sua efficacia è stata annullata. L’Italia è un paese strano. Si parla tanto di rigidità e di inflessibilità su tante cose, ma poi si lasciano aperti dei buchi grossissimi. Di fatto stanno calando i controlli su strada; l’elettronica non aiuta; il recupero dei punti è troppo facile: ogni due anni si possono recuperare tutti i punti. Sono contrario anche al fatto di premiare di due punti chi rispetta il Codice della Strada. L’osservanza del Codice è un dovere. Non è giusto premiare chi semplicemente fa il proprio dovere. Ancora, in tutto il sistema si nota la mancanza di potenza educativa, anche dei giovani. Bisogna combattere l’alcool, causa di innumerevoli vittime sulla strada e anche fare in modo che sul mercato non vengano immesse auto o moto troppo potenti. Ancora, come accennavo prima, bisogna aumentare i controlli e regolare meglio le sanzioni. In Italia non c’è la certezza di pagare se si sbaglia. Troppo spesso chi sbaglia la fa franca».
P. Rosario: «Lei ha lavorato per anni nell’ambito della Polizia Stradale, per cui è uno che è del mestiere e sa come vanno le cose sul campo. Come giudica il comportamento degli italiani alla guida?»
Biserni: «Fondamentalmente posso dire che non si distingue molto dagli altri paesi. Inoltre è difficile dare dei pareri per categoria. La guida prepotente, sgarbata, pericolosa non è tipica solo di una categoria di persone, ma un fenomeno trasversale, che tocca diverse età e condizioni sociali. L’italiano è molto furbo. Sa come farla franca. Si comporta bene là dove sa che ci sono dei controlli e poi non più. Questo fa pensare che se ci fossero più controlli forse le cose cambierebbero. Un altro problema da considerare è anche quello dell’età degli automobilisti. L’Italia è un paese che sta invecchiando sempre più, e questo va anche a scapito della sicurezza stradale perché significa un numero sempre maggiore di anziani alla guida. E gli anziani non hanno la stessa prontezza di riflessi e abilità dei giovani. Occorre applicare dei correttivi per venire incontro a questi problemi e fare sempre più in modo che la strada non resti il dominio del più forte».

Da Il Settimanale di Padre Pio

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Venerdì, 06 Luglio 2007
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