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Droga 09/07/2007

Guida in stato di ebbrezza da stupefacenti, sentenza della Corte di Cassazione - “Non basta trovare la siringa a bordo, è necessario l’analisi sui liquidi biologici”




(ASAPS) ROMA, 9 luglio 2007 – Per accertare il reato di guida in stato di ebbrezza da stupefacenti (articolo 187 del Codice della Strada), è sempre necessario far sottoporre il sospetto ad analisi presso le strutture sanitarie. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza 25482, che ha in questo modo dato ragione ad un giovane modenese, precedentemente condannato dalla Corte d’Appello di Bologna: dopo un verdetto sfavorevole al primo processo, anche nel secondo grado di giudizio la tesi difensiva portata avanti dal ricorrente non era cambiata. La presenza, a bordo della sua auto, di una siringa sporca di sangue “non ancora coagulato” e di una fialetta aperta contenente soluzione fisiologica, non poteva essere fattore indicativo del fatto che avesse effettivamente assunto sostanze stupefacenti. I giudici bolognesi, avevano ritenuto del tutto infondata la linea di difesa dell’imputato, il quale, secondo gli atti redatti in occasione di un controllo avvenuto nell’aprile del 2004, aveva evidenziato tutta la sintomatologia tipica della persona sotto l’effetto di droghe: aveva gli occhi arrossati e lucidi, parlava in modo sconnesso ed era molto agitato. La polizia giudiziaria, ritenendo sufficienti gli elementi di prova raccolti, non si recò in ospedale per far sottoporre l’indagato ad analisi dei liquidi biologici, né – ci risulta – vi si recò egli stesso, subito dopo essere stato denunciato. In questo modo, se effettivamente fosse stato negativo, avrebbe potuto scagionarsi da ogni addebito. Insomma, hanno detto a suo tempo i giudici della Corte d’Appello di Bologna, “…le condizioni psicofisiche ed il rinvenimento degli strumenti utilizzati per l’assunzione di droga rendevano del tutto superfluo l’accertamento attraverso l’esame su campioni di liquidi biologici…”. Di parere completamente diverso, invece, i togati di piazza Cavour, dove dall’aula della Suprema Corte il verdetto è uscito capovolto: la guida in stato di ebbrezza da stupefacenti, non può essere trattato alla stregua dell’ebrietà alcolica (per la quale l’accertamento sintomatologico è senz’altro più evidente), e prima di instaurare un procedimento penale è sempre necessario avere il risultato delle analisi. C’è da sperare che alle pattuglie della Polizia Stradale, vengano finalmente forniti i precursori di cui si parla, ormai, da molto tempo. (ASAPS)

Lunedì, 09 Luglio 2007
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