Un agente della Stradale, ispeziona
l’interno di un semirimorchio telonato (archivio Asaps)
(ASAPS) FIRENZE, 9 luglio 2007 – Avevano
terrorizzato l’Autostrada A1, mettendo a segno colpi su colpi, da Napoli fino a
Milano. In questi casi, spesso, gli investigatori aspettano l’errore: analizzano
i colpi, cercando di riunire le notizie di reato provenienti da decine di
province diverse (tante ne attraversa un’arteria come l’Autostrada del Sole),
cominciano a stringere il cerchio sulle vecchie conoscenze. Poi, la notte del
15 marzo scorso, un camionista chiama il 113: si trova in una piazzola di sosta
poco sopra Barberino del Mugello (Firenze), in direzione Bologna. Un commando
di uomini armati lo ha fatto uscire al casello simulando un lieve incidente
stradale ma, secondo la denuncia resa, invece di tirare fuori il modello
assicurativo per la constatazione amichevole, la controparte estrasse una
pistola automatica. Poi altri complici lo legarono e imbavagliarono, lo
chiusero in cuccetta e fecero man bassa del carico, 250mila euro di computer
portatili e televisori al plasma, liberandolo solo un paio d’ore più tardi. Una
pattuglia di investigatori della Stradale, in borghese, era vicina al luogo
della chiamata ed in pochi minuti la vittima del brutale sequestro poté parlare
con gli agenti. Un autotrasportatore di passaggio, disse che ad aver lasciato
la piazzola, pochi minuti prima che dal camion uscisse l’uomo legato ed
imbavagliato, era stato un tir rosso. Detto, fatto: la Polizia Stradale di Arezzo,
appostata, individuò subito i delinquenti in fuga verso Napoli, arrestandone
due. Col tempo, però, la versione data dal rapinato vacillava e le sue
frequentazioni abituali, con amici degli arrestati, delinearono un quadro ben
diverso. Lui, la vittima, era in realtà un attore, esponente di spicco della “banda
del telone”, costituita da specialisti del furto con destrezza, moderni pirati
a caccia di interi carichi da depredare. In sostanza, i delinquenti – tutti
nati a Napoli ed alcuni dei quali residenti o domiciliati ad Arezzo –
scorrazzavano lungo l’A1 a bordo di auto staffetta: una volta individuato il
potenziale obiettivo, lo seguivano fino ad un’area di parcheggio o di servizio,
approfittando delle ore di pausa. Appena la situazione lo permetteva,
praticavano un taglio nel telone e saggiavano il contenuto del carico,
chiamando “rinforzi” non appena il bottino era di loro gradimento. In pochi
minuti, affiancavano un secondo camion a quello abbordato e ne trasbordavano
l’intero contenuto, dileguandosi nella notte. In tutto, gli uomini della
Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polstrada di Firenze e della
Sottosezione Autostradale di Arezzo, hanno ottenuto 8 misure cautelari, dalle
quali si sono sottratte per ora due persone, considerate le menti del sodalizio
criminale, e divenute quindi latitanti. Ai due arrestati la notte del 15 marzo,
infatti, si aggiungono altri due arresti operati sempre dal reparto
autostradale in flagranza di reato. Sabato mattina, all’alba, è scattata
l’operazione finale: il GIP presso il Tribunale di Firenze, ha spiccato i
mandati di cattura per i 4 che mancavano all’appello, compreso il “finto”
rapinato che aveva chiamato i poliziotti per denunciare il reato ed farla
franca così con i propri datori di lavoro, che gli avevano affidato un carico
così prezioso. Tutti gli indagati sono pluripregiudicati per reati specifici,
ed alcuni erano già conosciuti dai poliziotti toscani, visto che ormai da tempo
avevano stabilito un solido avamposto ad Arezzo. (ASAPS)
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