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Le multe si devono pagare. Anche se viene recapitata una sanzione scritta male
o con un difetto di notifica. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha
rifiutato il ricorso di una signora di Bologna alla quale era arrivata a domicilio una multa, a
suo nome, ma recante l’indirizzo sbagliato (il numero civico) e compilata in
modo poco comprensibile. Durante il primo ricorso fatto al Giudice di Pace del
capoluogo emiliano l’indirizzo errato era stato definito “una semplice svista”
e, di conseguenza, “irrilevante il fatto che sul verbale della contravvenzione
il numero civico dell’abitazione del ricorrente fosse indicato come 6 anziché
26”. A quel punto la signora ha fatto ricorso in Cassazione (sentenza n. 15030)
che ha rigettato il ricorso perché “il verbale é comunque giunto alla reale
destinataria, non ci sono stati casi di omonimia e la non conformità del
documento al modello usato regolarmente riguarda più questioni organizzative
interne che i destinatari delle multe”. (ASAPS) |
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