Roma - Donna al volante, pericolo costante si diceva negli anni Cinquanta-Sessanta
agli albori del boom automobilistico. Ora sembra che sia l’anziano al volante
il pericolo, se anche l’Asaps, l’Associazione amici della Polizia stradale, si
sta occupando del fenomeno. «Ma andiamoci piano — puntualizza il presidente dell’associazione Giordano
Biserni — Non è che tutti gli anziani che guidano costituiscano un pericolo.
Occorre essere concreti. Oggi il popolo dei patentati ultrasessantenni
costituisce la fascia maggiore degli automobilisti. E, se è vero una certa
tipologia di incidenti vede protagonisti conducenti molto avanti con l’età, è
altrettanto vero che il 50% delle vittime dell’ultimo weekend aveva meno di 30
anni di età».Il problema anziani, comunque, esiste?«Posso anticipare le prime indicazioni di uno studio che l’Asaps sta
completando in questi giorni. Secondo i nostri calcoli il 30% dei contromano in
autostrada che si registrano nel nostro Paese ha per protagonisti i conducenti
ubriachi, un altro 30% gli anziani. Al terzo posto troviamo gli
extracomunitari». Non è che in taluni casi la segnaletica sia insufficiente? «Certamente esiste un problema di segnaletica che va assolutamente rivista, ma
anche la disattenzione e i riflessi rallentati giocano un ruolo importante». Dobbiamo allora togliere la patente a chi è avanti con gli anni? «E’ impensabile ora e lo sarà ancora di più nel futuro. Era difficile
abbandonare l’auto per i nostri genitori che sono nati in bicicletta, hanno proseguito
viaggiando con il Giubileo Gilera prima di passare alla Cinquecento; per noi
che siamo nati sull’auto è praticamente impossibile. Servono nuove regole,
questo sì. E l’Unione Europea ha già messo le mani avanti: si parla di limitare
la patente a certe categorie di veicoli in base all’età, di vietare la guida di
notte alle persone anziane, di approfondire i controlli medici, di
intensificare le verifiche e via di seguito. Tutto questo non per
discriminazione, ma per garantire la sicurezza. Però succede sempre più spesso
che automobilisti attempati provochino incidenti per disattenzione, rigidità
nei movimenti e quant’altro». Non si potrebbe intervenire sulla qualità delle visite mediche? «Ora i requisiti richiesti sono gli stessi per giovani e anziani. Si fa
attenzione alla vista e al diabete. Occorrerebbe invece coinvolgere di più i
medici di base, chiedendo loro di tracciare un quadro più completo
dell’aspirante patentato. Sarebbe importante anche fare attenzione ai farmaci
che l’automobilista prende perché certi medicinali rallentano i riflessi alla
guida. E non parlo solo di antidepressivi, ma anche di specialità per
cardiopatici o altre patologie. A tale proposito è doveroso eloguiare una
intensa campagna dell’Aci che ha sollecitato le industrie farmaceutiche a
indicare sulle confezioni di medicinali con caratteri grandi — perché rivolte
in particolare agli anziani che hanno difficoltà visive — eventuali effetti
negativi sull’attenzione alla guida di autoveicoli»
di Dario C. Vicoli
Da Il resto del Carlino
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