LA REPUBBLICA ALCOL: TURCO AL PARLAMENTO, PREOCCUPANTE
AUMENTO CONSUMI "Nel nostro paese stanno assumendo un andamento preoccupante in questi anni alcuni fenomeni di consumo alcolico a rischio, quali i consumi fuori pasto, i consumi eccessivi e l’ubriachezza, con particolare riferimento alla popolazione giovanile, ma anche alle donne e alla popolazione anziana". L’allarme e’ lanciato dal ministro Livia Turco nella Relazione del Ministero della salute appena trasmessa al Parlamento, sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi alcolcorrelati. L’alcol costituisce il terzo piu’ importante fattore di rischio per la salute, dopo il tabacco e l’ipertensione; oltre ad essere una sostanza psicotropa che puo’ dare dipendenza, e’ causa di molte patologie, oltre a traumi gravi, incidenti, turbe mentali e del comportamento. "Le conseguenze di tali fenomeni - sottolinea il ministro Turco - interessano non solo il mondo sanitario, ma anche quello sociale ed economico, con perdita di anni di vita e di lavoro, sofferenza delle famiglie e degli individui, violenza e disadattamento sociale". Gli alcoldipendenti presi in carico presso i servizi alcologici territoriali nell’anno 2005, si legge nella Relazione (relativa a dati su consumi, attivita’ e servizi 2005-2006, trasmessa recentemente dal Ministro Turco alle Camere) sono stati oltre 56 mila, con un aumento del 4,3 rispetto all’anno precedente. Accedono ai servizi soprattutto gli uomini, 3,5 per ogni donna. L’eta’ media, pari a 44,5 anni, e’ in diminuzione in tutte le categorie, e in particolare nei nuovi utenti di sesso maschile (42,1 anni nel 2005 contro 44,0 anni del 2001). Nel 2005 il 17% dei nuovi utenti ha meno di 30 anni. Si registra infatti un forte aumento dei nuovi utenti fra i 20 e i 29 anni, che passano dal 10% del 1996 al 15,7% del 2005. ASCA
DROGA/RAPPORTO PARLAMENTO: 2006, MORTI 517
OVERDOSE. 24MILA PER ALCOL Roma, 11 lug - Nel 2006 in Italia si sono
registrati 517 decessi dovuti ad intossicazione acuta da overdose. Dopo il
picco massimo toccato nel 1996 (con 1.556 deceduti), si e’ registrata una
progressiva diminuzione dei decessi fino al 2003 (in cui si sono contati 517
decessi) a cui ha fatto seguito una breve inversione di tendenza nel biennio
2004-2005 (con un dato annuale attestato intorno alle 650 unita’) ed una nuova
riduzione nel 2006, di circa il 20%, rispetto all’anno precedente. Dal 2001,
inoltre, l’eta’ al decesso e’ progressivamente aumentata: se all’inizio del
periodo considerato circa il 36% dei decessi era costituito Lo rivela la Relazione al Parlamento sullo
stato della tossicodipendenze in Italia presentata questa mattina a Palazzo
Chigi dal ministro per la Solidarieta’ Paolo La Relazione, pero’, punta anche a correlare queste dimensioni con quelle delle morti attribuibili a sostanze legali come alcol e tabacco. Secondo le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanita’, ogni anno in Italia circa 24.000 decessi sono associati all’alcol e riguardano piu’ di 17.000 uomini e circa 7.000 donne. Si evidenzia un tasso di mortalita’ di 35 decessi su 100.000 abitanti per i maschi e di 8,4 decessi per le donne attribuibili all’alcol. Le condizioni che presentano la piu’ elevata frequenza di mortalita’ alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti. L’Istituto Superiore di Sanita’ stima, inoltre, che circa 80.000 decessi ogni anno sono attribuibili al fumo, pari a circa il 14% di tutte le morti. Piu’ del 34% di tutte le cause di morte attribuibili al fumo di sigaretta colpisce soggetti di 35-69 anni. Inoltre, coloro che muoiono a causa del tabacco perdono in media 13 anni di speranza di vita. Sono numerose le patologie associate al fumo di tabacco. La principale e’ il carcinoma polmonare, la patologia piu’ temuta per chi fuma: provoca circa 30mila morti l’anno. Negli uomini il fumo e’ responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone e nelle donne nel 55% dei casi. La classificazione delle Regioni in base ai tassi di overdose e di consumatori problematici di sostanze stupefacenti, colloca il Lazio e la Liguria tra le aree che, rispetto alle altre, presentano coerentemente valori particolarmente elevati di entrambi i tassi, a cui seguono, con analoga coerenza, Campania e Marche. A fronte di un elevato impatto della mortalita’ per overdose, l’Umbria ha invece una posizione intermedia relativamente alla prevalenza stimata di utilizzatori problematici di sostanze, mentre in Toscana si rileva una situazione inversa. Nel 48% dei casi rilevati nel 2006 la causa di morte - che si ricorda non e’ basata su indagini tossicologiche ma su elementi circostanziali - non e’ stata riconducibile con ragionevole sicurezza ad alcuna sostanza precisa, mentre nel 41% e nel 9% dei decessi questa e’ stata attribuita rispettivamente all’eroina ed alla cocaina. Se l’eta’ media al decesso e’ pari a 35 anni per entrambe le sostanze, nella meta’ dei casi i soggetti deceduti per eroina non avevano piu’ di 35 anni, mentre quelli per cocaina non piu’ di 32. Dal 2001 la quota di morti attribuite ad intossicazione da eroina rimane sostanzialmente costante, mentre quella riconducibile alla cocaina e’ passata, nello stesso lasso temporale, da circa il 2% al 9%; cio’ significa, riferendosi ai dati assoluti, un incremento di circa 3 volte. Nella meta’ dei casi attribuiti all’effetto di una specifica sostanza, il decesso e’ avvenuto presso l’abitazione; nei restanti casi, tra le overdose da eroina, il 16% e’ avvenuto in strada, il 10% in locali pubblici e solo il 5% in ospedale, mentre diversa distribuzione si osserva nel caso dei decessi per cocaina, avvenuti nel 7% dei casi in strada, nel 13% in locali pubblici e nel 20% in ospedale. Dai dati emersi dallo studio longitudinale prospettico VEdeTTE, volto a valutare l’efficacia degli interventi effettuati dai Ser.T. italiani nel trattamento della tossicodipendenza da eroina nella prevenzione della mortalita’ per overdose e nella ritenzione in trattamento, si evidenzia che nel periodo di osservazione (in media 26 mesi), su una platea di 10.376 tossicodipendenti, si sono verificati complessivamente 190 decessi (l’80,5% e’ costituito da maschi ed il 19,5% da femmine). Il 36,8% dei decessi e’ stato causato da overdose, seguono l’AIDS e le cause violente che rappresentano rispettivamente il 20% e il 15,8% delle cause di morte. Lo Studio VEdeTTE ha dimostrato il potente effetto protettivo sul rischio mortalita’ acuta esercitato dai trattamenti erogati dal sistema dei Servizi; tra i tossicodipendenti da eroina usciti dal trattamento (concluso o interrotto) il rischio di decesso acuto e’ 11 volte superiore a quello rilevato tra coloro che sono rimasti in trattamento. ASCA
DROGA/RAPPORTO PARLAMENTO: DIPENDENZE CI
COSTANO OLTRE 10 MLD EURO Roma, 11 lug - L’uso di alcol, tabacco,
farmaci senza prescrizione medica e altre droghe illegali nella popolazione
genera un’ampia e variegata serie di conseguenze Rapportando invece i
’’costi sociali’’ delle dipendenze alla spesa delle famiglie residenti, questi
ne rappresentano l’1,2%. Scendendo nei dettagli, 1.743 milioni di euro costano
i trattamenti specifici per la patologia della dipendenza ma anche i costi di
tutti gli altri interventi attivati per salvaguardare lo stato di salute
dell’individuo che fa uso di droghe e degli individui che, pur non facendo uso
di droghe, presentano conseguenze sulla loro salute generate dal fenomeno.
L’analisi ha riguardato oltre che i trattamenti e/o gli interventi specifici
relativi alla condizione di tossicodipendenza anche la parte di assistenza e
cura delle patologie associate. Sono state considerate le patologie infettive e
le patologie psichiatriche e tutti gli interventi di prevenzione. Inoltre sono
stati aggiunti i costi relativi al monitoraggio La perdita di produttivita’ legata alle
dipendenze costa all’Italia 1.932 milioni di euro, conteggiando anche la
perdita di produttivita’ dei soggetti che non fanno uso di L’applicazione della legge Fini-Giovanardi di
contrasto alle tossicodipendenze ci costa ogni anno 2.798 milioni di euro di
Forze dell’Ordine, Tribunali, Prefetture, atti sis/cdc (*) Nota: affrontare i problemi socio-sanitari partendo da presupposti economici ha in sé una logica distorta (Non tutto ciò che può essere contato, conta. Non tutto ciò che conta può essere contato. Albert Einstein), ma di questi tempi dovrebbe far presa. Non passa giorno che non siano riportate notizie di bilanci, spese, produttività e quant’altro. L’aspetto economico prevale spesso su tutti gli altri valori. I costi dei problemi correlati al consumo di alcolici, però, non vengono considerati in nessuna finanziaria, impegno di spesa o tentativo rientrare in parametri. VIRGILIO NOTIZIE ALCOL: FERRERO, DDL SU PUBBLICITA’ VIETERA’
PRESTO QUELLA MENZOGNERA Roma, 11 lug - Come sulle sigarette, anche
sulle bottiglie di alcolici ci sara’ presto una ’pecetta’ con la scritta ’’non
si guida quando si beve’’. Ma saranno vietate anche tutte quelle pubblicita’
menzognere che favoriranno ’’l’associazione positiva fra consumo della sostanza
e il successo, magari legato alla virilita’’’. Lo ha ribadito il ministro per
la Solidarieta’ Paolo Ferrero nel corso della conferenza stampa di
presentazione della relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze,
che ha dato per pronto il ddl sulla pubblicita’ per gli alcolici sul quale sta
lavorando da qualche tempo. ’’Mettersi al volante in stato di ubriachezza - ha
detto Ferrero - e’ piu’ pericoloso che andare in giro sparacchiando per una
piazza’’. Ferrero ha aggiunto che ’’il dato che in una sola notte in un solo
ospedale di Trento siano stati ricoverati ben tre ragazzi in coma etilico,
dimostra che il fenomeno dell’utilizzo degli alcolici per lo sballo va
monitorato’’. Per questo, ha detto Ferrero, ’’la pubblicita’ sugli alcolici va
riportata alla realta’, va descritto il prodotto e le sue qualita’’’. (*) (*) Nota: la pubblicità degli alcolici andrebbe vietata punto e basta. Regolamentarla significa cercare di disciplinare aspetti impossibili da codificare. Non è possibile misurare la persuasione, i simbolismi, le suggestioni ed i condizionamenti presenti in una campagna pubblicitaria. LA REPUBBLICA CRONACA Cresce
del 62% l’uso fra i ragazzi. Record di consumi in Lombardia In crescita anche
la marijuana, ne fa uso uno su tre. Stabile, invece, l’eroina Droga, è boom di cocaina tra i giovani E un
italiano adulto su tre fuma spinelli Ferrero: "Ormai
se la possono permettere tutti". Cala invece il consumo di alcol.
Rimane invariato, invece, il numero di
tabagisti 11 luglio 2007 - Roma - In Italia è emergenza
cocaina. L’allarme lanciato tempo fa da Amato, che parlava di un "uso
gigantesco" nel nostro paese, trova conferma nella relazione annuale al
parlamento sulle tossicodipendenze presentato dal ministro Paolo Ferrero. Il
quadro che emerge è sconfortante. La cocaina sta vivendo un vero e proprio
boom, soprattutto fra i ragazzi. La colpa, ha spiegato Ferrero, è da
attribuirsi al crollo dei prezzi delle sostanze illegali: "la sua maggiore
accessibilità economica la rende ancora più popolare". In crescita anche
la marijuana, provata da un italiano su tre. L’uso di cocaina, segnala la relazione, è
cresciuto di circa il 62% nei maschi fra i 25 e i 34 anni e del 50% nelle
ragazze tra i 15 e i 24 anni. Stabile, invece, il consumo di eroina: nel 2006,
in Italia, gli utilizzatori di eroina sono stimati in circa 210.000, un dato
simile a quello dell’anno precedente. Tra il 2001 ed il 2005 il rapporto rileva
anche un aumento dei consumi di cannabis: hanno fatto uso della sostanza almeno
una volta nella vita il 22% degli intervistati nel 2001 ed il 32% nel 2005.
L’incremento si riferisce non solo al consumo nella vita e negli ultimi 12
mesi, ma anche negli ultimi 30 giorni e ha riguardato in modo significativo
entrambi i generi in tutte le classi d’età. Le regioni che fanno registrare le più alte
prevalenze di consumatori di sostanze illegali (una o più volte, negli ultimi
12 mesi) sono il Lazio per i cannabinoidi (10,6%), la Lombardia per la cocaina
(4,7%) e la Liguria per l’eroina (0,7%) Il costo delle sostanze illecite - avverte il
ministro - sta costantemente diminuendo. Dal 2001 al 2006, la media dei prezzi
per la cocaina è passata da 99 a 83 euro; per l’eroina da 68 a 52 euro per
quella nera e da 84 a 78 per quella bianca. Il rischio, quindi, è che le droghe
diventino prodotti "alla portata di tutte le tasche. Proprio la loro
maggiore accessibilità economica, oltre alla ampia disponibilità di reperimento
sul mercato illegale - aggiunge il ministro - le rende ancor più
popolari". Diminuisce, invece, l’uso di alcol: la quota
di intervistati che dichiara di averne fatto uso almeno una volta negli ultimi
12 mesi è passata dall’89% del 2003, all’86% del 2005. Tale riduzione non mette
però in discussione il crescere, spesso riportato da più fonti, di nuovi modelli
di consumo, in particolare nella popolazione giovanile, maggiormente
problematici rispetto ai rischi a breve e medio termine. Sembrano, inoltre, essersi modificate in modo significativo le abitudini relative al consumo di tabacco; la percentuale del campione intervistato (con età compresa tra i 15 ed i 44 anni) che nel 2001 riferiva di aver fatto uso di almeno una sigaretta negli ultimi dodici mesi era del 36,3%, nel 2003 scende al 32% e rimane stabile nel 2005. Disaggregando il dato si evidenzia, però, come ad una importante diminuzione dei fumatori maschi (-6,6%) corrisponda un aumento altrettanto significativo delle fumatrici (+6,4%). L’ADIGE Dal 13 al 15 luglio
torna l’«Hockey-handball Summerfestival»
Frena l’alcol... fai
correre la vita a Mori lo sport promuove la vita MORI - Torna l’«Hockey- handball Summerfestival»: è la sesta edizione della tre giorni di gare di hockey su prato e di pallamano sulla sabbia organizzata dai campioni d’Italia dell’Uhc Adige e dall’As pallamano Mori, che tradizionalmente richiama in borgata atleti da mezza Europa. Quest’anno sono ben quaranta le squadre partecipanti, provenienti anche da Parigi, Londra, Bruxelles e da varie città tedesche. Le gare sono in programma da venerdì 13 a domenica 15 luglio. Con una novità: l’adesione convinta alla campagna dell’azienda sanitaria e dell’associazione Ama di mutuo aiuto di Trento, «Frena l’alcool... fai correre la vita». Perché la causa principale d’incidenti stradali del week-end è proprio il consumo di alcolici, anche nella provincia di Trento a livelli di attenzione: è del 2001 il sondaggio che ha rivelato come l’81 per cento dei ragazzi e il 60 per cento delle ragazze tra i 17 e i 20 anni, fuori casa consumino regolarmente alcolici. Anche il Summerfestival moriano, dunque, farà informazione, supportato da un’unità mobile attrezzata con materiale divulgativo ed etilometro, e con uno spazio dove poter discutere del bere, delle abitudini e degli eccessi. A disposizione tecnici giovani e preparati che raccoglieranno i dati dei propri interventi e della misurazione del tasso alcolico. «Con noi hanno sfondato una porta aperta - dice il presidente dell’Uhc Adige, Marco Bisoffi - perché siamo del tutto partecipi del ruolo sociale dello sport. La nostra società conta qualcosa come 160 tesserati, tantissimi giovani per i quali lo sport deve essere anche una scuola di vita. Il nostro Summerfestival, che ha un successo strepitoso, è prima di tutto una competizione, ma anche una festa che coinvolge ragazzi di tante nazioni diverse. Il punto forte è proprio la dimensione del ritrovarsi, il che ha anche una valenza turistica importante. E noi vogliamo che la permanenza dei ragazzi sia anche educazione al corretto e limitato uso di alcolici». M. C. IL GAZZETTINO (Rovigo) Addio alle feste della
birra e ... Addio alle feste della birra e del vino. Stop
ad eventi sponsorizzati dai produttori di bevande alcoliche. Sì a nuove
restrizioni ed a maggiori controlli sulle manifestazioni e sulle feste aperte
al pubblico, con etilometri e pattuglie delle forze dell’ordine sempre dietro
l’angolo. Questo lo scenario futuro, all’interno del quale le tradizionali
manifestazioni del periodo estivo rischiano di diventare merce rara, se le
pubbliche amministrazioni dei 10 comuni del Bassopolesine approveranno, nei
prossimi mesi, le linee di indirizzo sul consumo delle bevande alcoliche
promosse dal dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19 e dalla Conferenza dei
sindaci. (*) La notizia farà sicuramente discutere.
Partendo dal presupposto che il consumo di alcool è in aumento tra i giovani,
con comportamenti a rischio per la popolazione, e che è aumentato il numero
degli utenti in carico ai servizi di alcologia delle strutture pubbliche, alle
amministrazioni comunali verranno proposte politiche chiare ed incisive.
L’obiettivo è quello di promuovere misure di tutela della salute dei cittadini,
ponendo l’accento sul rispetto delle regole nel consumo di alcolici. Si
inizierà con il classificare le manifestazioni, individuando criteri diversi di
regolamentazione. Queste verranno così classificate: turistica, di aggregazione
locale, giovanile e per bambini - adolescenti. Si proseguirà poi con il porre
attenzione alla denominazione delle feste. Stop quindi alla feste della birra o
del vino e limiti a quelle sponsorizzate da produttori di bevande alcoliche. Al
loro posto ambienti e feste analcoliche, con il coinvolgimento degli
organizzatori in una logica di tutela della salute pubblica. Ed ancora sarà
varata una campagna di responsabilità sociale rivolta a chi vende alcolici
nelle feste e nei locali nei dintorni delle stesse. Tra le numerose proposte spiccano la presenza
dell’etilometro nei pressi delle manifestazioni, al fine della sicurezza
stradale, una nuova politica dei prezzi ed il divieto di somministrazione
bevande alcoliche a sottoprezzo o gratis. Taglio del nastro anche per una
campagna di incentivazione del consumo delle bevande analcoliche. Sarà
regolamentato anche l’orario di somministrazione di alcolici, vietandoli un’ora
prima della chiusura della manifestazione. Sarà chiesto inoltre il rispetto
delle norme che vietano la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni e
vincolato il sostegno economico delle amministrazioni locali al rispetto delle
regole previste. Saranno predisposti puntuali controlli di polizia municipale e
delle forze dell’ordine sul rispetto delle regole, dentro e nei dintorni della
festa, e sul rispetto dei limiti alcolici alla guida, incentivando nel contesto
la presenza di associazioni di giovani con etilometro amico nelle feste, al
fine di autocontrollare il proprio stato di sobrietà. L’autorizzazione alla
festa dovrà infine essere accompagnata dall’obbligo di inserire locandine
informative, fornite dalle amministrazioni comunali e dislocate in punti ben
visibili, sui rischi collegati all’alcol. Guido Fraccon (*) Nota: staremo a vedere se queste linee di indirizzo verranno accolte. Se la pionieristica iniziativa di Rovereto ha creato un precedente, una seconda risoluzione potrebbe essere l’inizio di una tendenza LA SICILIA Raffadali, il sindaco
Cuffaro «Niente alcol ai minorenni»
Raffadali. (sdb) Nuova ordinanza del sindaco
Silvio Cuffaro che, dopo aver istituito l’isola pedonale in piazza Progresso,
ha deciso di mettere mano anche su ciò che riguarda l’ordine pubblico. In
passato, specie nelle ore notturne è accaduto che ragazzi, più o meno giovani,
a causa di qualche alzata di gomito di troppo, abbiano dato vita a spiacevoli
episodi con risse e ferimenti. Cuffaro ha firmato l’ordinanza con la quale
vieta la vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni e di bibite in
contenitori di vetro. Il divieto sarà valido specie durante i week-end e cioè
dalle 20 del sabato alle ore 8 della domenica e dalle 20 della domenica alle 8
del lunedì. «Sappiamo benissimo - ha commentato il sindaco Silvio Cuffaro -
che con questa ordinanza non risolveremo del tutto il problema. Chiunque
infatti, può comprare quello che vuole nei supermercati o portarselo da casa
propria, magari nel bauletto del motorino, e tirarlo fuori al momento opportuno
ed offrirlo anche agli amici. Con la nostra disposizione – ha aggiunto Cuffaro
– vogliamo soprattutto dare un segnale. Vogliamo anche testimoniare l’impegno
dell’amministrazione comunali verso problemi che potrebbero sembrare familiari
ma che invece coinvolgono tutta la comunità. Il mio impegno - ha concluso il
sindaco - è quello di vigilare sulla salute e sull’incolumità dei miei
concittadini». (*) Salvo Di Benedetto (*) Nota: anche per problemi complessi come quelli legati all’assunzione di alcolici si possono trovare proposte concrete se si hanno le idee chiare, senza rimanere paralizzati dalla consapevolezza dei propri limiti. Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa. (Proverbio africano) LA SICILIA Ragusa Tutti insieme contro
le stragi del sabato sera
Il 26% degli incidenti stradali avvenuti in
provincia di Ragusa sono causati dall’utilizzo di alcol da parte degli
automobilisti. Per questo motivo, soprattutto in estate, diventa necessario
intensificare i controlli ma anche la fase di prevenzione. Per questo motivo
saranno utilizzate delle immagini shock da far visionare ai giovani per far
capire le drammatiche conseguenze che possono avere gli incidenti stradali. Polizia stradale, Camera di commercio, Aci,
Ausl e rappresentanti degli stabilimenti balneari, dei locali notturni, delle
discoteche e dei pub nell’area del litorale provinciale collaboreranno per
avviare una forte campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai giovani.
Verranno distribuiti materiale divulgativo e kit per l’autocontrollo da parte
dell’utenza in ordine all’eccesso di consumo di alcolici ed all’eventuale
utilizzo di stupefacenti. Sara’ utilizzato anche l’etilometro tascabile. Un incontro organizzativo si e’ svolto alla
Camera di Commercio. Positivi i riscontri, come conferma il dirigente della
Polstrada, Antonio Capodicasa: “Abbiamo incontrato il grande consenso da parte
dei rappresentanti dei locali notturni che saranno al nostro fianco per
diffondere la cultura della legalita’”. “La Camera di Commercio che è la
struttura che governa il sistema delle imprese ha ritenuto – sottolinea il
presidente Giuseppe Tumino - di intervenire in prima persona accanto agli
organismi più specificatamente deputati a seguire la importante problematica”. Michele Barbagallo L’ADIGE Esci in cortile a
fumare e, magari, ti porti fuori il bicchiere di vino… di NICOLA GUARNIERI Esci in cortile a fumare e, magari, ti porti fuori il bicchiere di vino visto che nei bar le sigarette sono vietate? Bene, vuol dire che rispetti i regolamenti verrebbe da pensare. Giammai! L’intolleranza della gente va ben oltre e, quel che è peggio, arriva addirittura a convincere i vigili urbani a chiuderti il locale. Perché il fumo, tanto quello della «cicca» che quello dell’«ombra», sale verso l’alto. Un principio fisico, per carità, ma in alto ci stanno altri appartamenti e gli inquilini affacciati alle finestre magari respirano quei fumi sprigionati da una «Ms» e da un bicchiere di marzemino. Ne sanno qualcosa al Motoclub «Pippo Zanini», storica associazione roveretana che da trent’anni ha la sua sede in via Follone. «Sembra assurdo ma è proprio così: - conferma il presidente Franco Miorandi - si sono lamentati del fumo dell’alcol che, secondo loro, sale dai bicchieri dei nostri soci che escono in cortile per bere e raggiunge i nasi al terzo piano. Purtroppo abbiamo le mani legate perché è emerso che serve l’autorizzazione per bere fuori dal locale. E se beccano qualcuno con un bicchiere in mano sulla porta, per dire, scatta la multa da 1.200 euro». La vicenda potrebbe anche apparire alla stregua di una boutade estiva ma, purtroppo, non è solo così. Perché da quella segnalazione ai vigili urbani è stato tolto il coperchio a quello che si è rivelato un vero vaso di Pandora. Sono uscite magagne che, ovviamente, nessuno conosceva, men che meno il gruppo sportivo motociclistico che, come detto, da trent’anni ha la sede nei locali di via Follone. «Siamo rimasti tutti allibiti - spiega Miorandi - perché si è scoperto che la nostra sede non è mai stata accatastata. Anzi, dai controlli è venuto fuori che prima c’era un appartamento e poi, dal 1994, addirittura sono comparsi due fantomatici ed inesistenti negozi. La proprietà è del Comune e, quindi, stiamo aspettando che in piazza del Podestà si decidano ad accatastare la sede del Motoclub "Pippo Zanini"». Al di là del disagio provocato agli oltre 400 iscritti al club, che non possono frequentare il circolo perché è chiuso, è a rischio anche lo storico e apprezzatissimo in Italia e all’estero «Motoraduno», che quest’anno raggiunge l’edizione numero 36. «In attesa che i locali vengano accatastati abbiamo chiesto un deroga all’assessore Sala per il mese di agosto, in modo da avere una sede operativa per l’appuntamento più prestigioso dell’anno per noi». Al «Pippo Zanini», dunque, sono tutti preoccupati e, ovviamente, pure indispettiti. Anche perché è dura, dopo trent’anni di occupazione di una sede concessa dal Comune, scoprire di non esistere nemmeno. E venire a conoscenza di questa scomoda verità solo perché qualcuno ha l’olfatto talmente sopraffino da captare il «fumo» sprigionato da un bicchiere di marzemino! Misteri delle città, come sempre del resto. Al di là di questo, comunque, la speranza è che, una volta risolto l’intoppo, l’ente pubblico conceda al Motoclub l’annessione di altre due sale in modo da poter realizzare una vecchia idea del presidente Miorandi, la biblioteca del motociclismo, una raccolta di volumi dedicati al veicolo con più appassionati al mondo. I «fornitori» di libri storici già ci sono e, se il progetto andasse in porto, sarebbe l’unica sala di lettura aperta al pubblico e riservata alle due ruote dell’Alta Italia. Insomma, un altro tassello di un puzzle turistico che potrebbe davvero rilanciare Rovereto. IL MATTINO «Al telefonino è come
guidare ubriachi» (*) Non più semafori rossi, limiti di velocità o
sorpassi spericolati. Il vero prototipo di automobilista indisciplinato, quello
veramente «trash», è colui che si ostina a parlare al cellulare mentre guida,
magari anche fumando. Non bastano le norme (bisogna fermarsi) oppure le
alternative: auricolare o vivavoce in auto. L’infrazione dilagante sulle strade
della nostra provincia è divenuta la conversazione telefonica mentre si guida,
o peggio ancora l’invio di sms, magari usando l’altra mano per tenere la
sigaretta e per sintonizzare, contemporaneamente, la stazione radio preferita.
A quel punto mantenere la concentrazione e l’auto in strada diviene sempre più
spesso un optional. «Si tratta di un’infrazione difficilmente contestabile -
spiega Michele Pascarella, comandante della Polizia stradale di Caserta -
perché va contestata solo in movimento, ma è ormai una vera piaga. Di gran
lunga l’infrazione più diffusa». Un vero rischio per la sicurezza in strada «Sì,
un rischio altissimo. Basti pensare che l’uso del cellulare mentre si guida
riduce la soglia d’attenzione dell’automobilista a un livello pari a quando ci
si mette alla guida da ubriachi». Come intervenite sul campo per limitare
questo tipo di infrazione? «Lo strumento più efficace è quello del telelaser
che, registrando un filmato delle auto in movimento ci consente di contestare
l’infrazione. Ma, proprio a causa del fatto che non tutte le auto possono
sempre contare su tale strumento, il numero di verbali che si riescono ad
elevare non è significativo rispetto ai dati statistici». E quali sono le
maggiori infrazioni contestate d’estate? «Sicuramente i sorpassi pericolosi e
l’invasioni di corsia nel senso di marcia opposto per evitare le code
rappresentano una percentuale altissima nel numero di infrazioni». E in quali
strade della provincia si commettono più infrazioni del genere? «Senza dubbio
sulla Domiziana, nel tratto tra Castelvolturno e Mondragone. Di sicuro lì c’è
da lavorare per migliorare le condizioni di sicurezza». Lei cosa farebbe, se
potesse scegliere una priorità sulla Domiziana? «Dividerei la carreggiata in
corsie distinte e aumenterei l’efficienza dell’illuminazione, un intervento
che, tra l’altro, è anche già previsto». fr.esp. (*) Nota: guidare usando il telefonino è come guidare ubriachi. Cosa pensereste se proponessero di stabilire un limite, come per l’alcol, all’uso del telefonino, ad esempio non più di cinquanta secondi, considerandolo un rischio accettabile? Assurdo vero? Appunto! L’ARENA GUIDA PERICOLOSA
Ben sette erano invece al volante sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti. Dall’inizio dell’anno ne sono state tolte
complessivamente 1.484. Bene l’utilizzo del casco in moto
Alcol, stop a mille
patenti
Nel mese di giugno
ritirati 209 permessi di guida
Italia Fortunati Prefetto di Verona Altre patenti ritirate per guida in stato
d’ebbrezza. Sono 209 nel mese di giugno, i documenti ritirati durante i
controlli delle forze dell’ordine, di questi 149 per guida in stato d’ebbrezza
e 7 perchè chi è stato controllato al volante aveva assunto sostanze
stupefacenti. Altre dieci persone sono state sanzionate per aver superato di
oltre 40 chilometri orari i limiti massimi di velocità. Secondo i dati resi noti dalla prefettura da
gennaio a giugno le patenti ritirate sono state 1.484, di cui mille per guida
in stato d’ebbrezza e 37 di persone drogate alla guida. Restano dati alti, che continuano a destare
preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Eppure i controlli sono continui e
sono stati potenziati soprattutto nei fine settimana da parte della polizia
stradale, ma anche di altre forze dell’ordine. Ma chi si mette al volante dopo
aver bevuto pensa sempre che i nei controlli incapperà qualcun altro. Gli
incidenti fioccano, alcuni con esiti fatali e le sanzioni amministrative pure.
A preoccupare gli agenti inoltre era anche un altro dato che è balzato agli
occhi di chi opera in strada: a bere sono sempre di più le ragazze, che
raggiungono tassi di alcol nel sangue da non farle neanche ragionare. A breve
inoltre arriveranno altre dotazioni per snellire i controlli e permettere agli
agenti di raddoppiare le verifiche su strada. D’intesa con il dipartimento di prevenzione
dell’Asl 20 inoltre sono stati fatti controlli a campione sull’utilizzo di
dispositivi di sicurezza come caschi e cinture. Le zone in cui è stato eseguita
la campionatura sono Porta San Giorgio a mezzogiorno; via Mantovana e Santa
Lucia alle 10 e via Belfiore e località Marchesino alle 8 del mattino. È emerso che nel cento per cento dei casi
vengono utilizzati i caschi da parte di chi viaggia sulle due ruote. Ci sono ancora delle piccole sacche di resistenza per quanto riguarda l’utilizzo delle cinture. In centro, per esempio il 15.2% degli automobilisti non le indossava. La percentuale si abbassa al 14.8% in zona periferica e diminuisce ancora di più, fino ad arrivare all’11.2% in zona extra urbana. A.V. CORRIERE ADRIATICO L’apparecchio è in
dotazione da poco ai vigili urbani
Severi controlli sulle
strade Attenzione all’etilometro (*)
ASCOLI - A partire da questa settimana potrà
accadere che l’automobilista ascolano venga fermato lungo le vie cittadine dai
Vigili Urbani per essere sottoposto all’esame dell’etilometro. L’apparecchio
che da poco tempo è stato dato in dotazione al comando è il “Lion intoxilyzer
8000”, il più aggiornato e tecnicamente di massima precisione. Verrà utilizzato
soprattutto per gli incidenti stradali per verificare se la persona che ha
provocato il sinistro non sia in stato d’ebbrezza ma ora potrebbe capitare, in
azione di prevenzione, che il controllo avvenga a campione lungo una normale
strada cittadina. Insomma anche la nostra Amministrazione Comunale si schiera
in prima linea per portare avanti la lotta all’etilismo che negli ultimi tempi
ha provocato grossi incidenti come quello di Appignano in cui un rom ubriaco
provocò la morte di quattro giovani e qualche settimana più tardi lungo la
provinciale che collega Cremona a Piacenza con un extracomunitario ubriaco che
è andato a sbattere frontalmente con un’auto in cui viaggiavano quattro
giovani, tutti deceduti sul colpo. L’operazione che il vigile urbano compie è
di sottoporre l’automobilista ad un pre - test. Deve soffiare in una
apparecchio a forma di torcia che fornisce un esame qualitativo. Se si accende
la lucetta verde la persona non ha bevuto alcol. Luce arancio indica che il
tasso è inferiore a 0,5, ossia nel limite previsto dalla legge. Infine se si
accende quella rossa, per l’automobilista sono guai seri perchè viene
sottoposto al test quantitativo. (*) Nota: se si fa attenzione agli alcolici non c’è più bisogno di fare attenzione all’etilometro. ANSA SCUSE INUTILI E TARDIVE, DICE PADRE DI GIOVANE
VITTIMA ALBANESE UBRIACO HA CAUSATO 4 MORTI; CREMONA,
VENERDI’ FIACCOLATA CREMONA, - ’’Dice che chiedera’ perdono? Non
mi interessa piu’ di tanto. E comunque, doveva farlo subito, non dodici giorni
dopo. Doveva scusarsi subito con tutte le nostre famiglie, non adesso’’ dice
Cesare Chiodelli, papa’ di Davide, una delle quattro vittime dell’ incidente
stradale causato da Ashim Tola. Chiodelli
non crede alle parole dell’albanese di 34 anni che, a Castelvetro Piacentino,
all’alba del 28 giugno, guidava ubriaco l’Audi A4 che si e’ scontrata
frontalmente con la Seat Leon sulla quale viaggiavano i giovani cremonesi. Tola
e i due connazionali che erano in auto con lui, erano stati appena allontanati
da una discoteca perche’ ubriachi. ’’La prima verita’ e’ che nessuno ci
restituira’ i nostri figli. E l’altra e’ che bisogna fare qualcosa di concreto,
che lo devono fare le istituzioni e che - prosegue Chiodelli - lo devono fare
subito. Ieri a Roma un automobilista ubriaco ha
travolto e ucciso due pedoni. E allora? Andiamo avanti cosi’?’’. Ashim Tola,
denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato e guida in stato di ebbrezza,
e’ stato dimesso la scorsa settimana dall’ospedale maggiore di Cremona dove era
ricoverato. E’ un cittadino libero e questa sua condizione ha suscitato
polemiche. Fabio Leggi, il suo avvocato del Foro di Piacenza, ha fatto sapere
che il suo cliente non e’ scappato, non ha alcuna Tuttavia
l’albanese, che fa l’operaio a Piacenza, non dice nulla del suo comportamento
la notte della strage: al momento dello schianto gli e’ stata riscontrata nel
sangue una quantita’ di alcol tre volte superiore al consentito. Intanto, gli amici di Davide e degli altri tre ragazzi stanno preparando la fiaccolata in loro memoria, venerdi’ prossimo alle 21, a Cremona: sara’ una sorta di processione che si snodera’ tra piazza Liberta’, corso Matteotti e la galleria XXV Aprile per arrivare in piazza del Comune, di fronte al Duomo, proprio dove, la scorsa settimana, sono stati celebrati i funerali di Adenilson Grisi, assicuratore di 24 anni, Davide Chiodelli, ristoratore ventunenne, e di Eyafe Harrymann Junior studente di 17 anni di padre nigeriano e di madre italiana. Le esequie della quarta vittima, il ventenne Adam Fassali, si sono svolte in Marocco con rito islamico. ANSA UBRIACO UCCIDE RAGAZZI: PARLA RAGAZZA SOLIDALE
CON NOMADE ASCOLI PICENO - ’’Capisco il dolore delle
famiglie dei ragazzi, capisco che stanno soffrendo enormemente, ma perche’
prendersela con me? Solo perche’ ho detto a Marco che gli voglio bene e che gli
sono vicina in questo momento cosi’ difficile anche per lui?’’. Difende la sua
scelta la giovane ascolana che ieri ha urlato la sua solidarieta’, il suo
affetto a Marco Ahmetovic durante il processo che lo vede imputato per la
strage di Appignano del 23 aprile scorso. Nell’incidente stradale provocato dal
ventiduenne Rom, in stato di ubriachezza, morirono Eleonora Allevi, Danilo
Traini, Alex Luciani e Davide Corradetti. Durante l’udienza celebrata ieri nel Tribunale
di Ascoli la ragazzina, anche lei poco piu’ che ventenne, commessa in un
esercizio commerciale, ha sostenuto l’investitore, urlando ’’Ti voglio bene,
Marco’’, mentre parenti e amici dei quattro ragazzi morti insultava
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