Giovedì 26 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 11 luglio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA REPUBBLICA

ALCOL: TURCO AL PARLAMENTO, PREOCCUPANTE AUMENTO CONSUMI

"Nel nostro paese stanno assumendo un andamento preoccupante in questi anni alcuni fenomeni di consumo alcolico a rischio, quali i consumi fuori pasto, i consumi eccessivi e l’ubriachezza, con particolare riferimento alla popolazione giovanile, ma anche alle donne e alla popolazione anziana". L’allarme e’ lanciato dal ministro Livia Turco nella Relazione del Ministero della salute appena trasmessa al Parlamento, sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi alcolcorrelati. L’alcol costituisce il terzo piu’ importante fattore di rischio per la salute, dopo il tabacco e l’ipertensione; oltre ad essere una sostanza psicotropa che puo’ dare dipendenza, e’ causa di molte patologie, oltre a traumi gravi, incidenti, turbe mentali e del comportamento. "Le conseguenze di tali fenomeni - sottolinea il ministro Turco - interessano non solo il mondo sanitario, ma anche quello sociale ed economico, con perdita di anni di vita e di lavoro, sofferenza delle famiglie e degli individui, violenza e disadattamento sociale". Gli alcoldipendenti presi in carico presso i servizi alcologici territoriali nell’anno 2005, si legge nella Relazione (relativa a dati su consumi, attivita’ e servizi 2005-2006, trasmessa recentemente dal Ministro Turco alle Camere) sono stati oltre 56 mila, con un aumento del 4,3 rispetto all’anno precedente. Accedono ai servizi soprattutto gli uomini, 3,5 per ogni donna. L’eta’ media, pari a 44,5 anni, e’ in diminuzione in tutte le categorie, e in particolare nei nuovi utenti di sesso maschile (42,1 anni nel 2005 contro 44,0 anni del 2001). Nel 2005 il 17% dei nuovi utenti ha meno di 30 anni. Si registra infatti un forte aumento dei nuovi utenti fra i 20 e i 29 anni, che passano dal 10% del 1996 al 15,7% del 2005.


ASCA

DROGA/RAPPORTO PARLAMENTO: 2006, MORTI 517 OVERDOSE. 24MILA PER ALCOL

Roma, 11 lug - Nel 2006 in Italia si sono registrati 517 decessi dovuti ad intossicazione acuta da overdose. Dopo il picco massimo toccato nel 1996 (con 1.556 deceduti), si e’ registrata una progressiva diminuzione dei decessi fino al 2003 (in cui si sono contati 517 decessi) a cui ha fatto seguito una breve inversione di tendenza nel biennio 2004-2005 (con un dato annuale attestato intorno alle 650 unita’) ed una nuova riduzione nel 2006, di circa il 20%, rispetto all’anno precedente. Dal 2001, inoltre, l’eta’ al decesso e’ progressivamente aumentata: se all’inizio del periodo considerato circa il 36% dei decessi era costituito da over 35enni, nel 2006 tale quota sfiora il 50%. Relativamente costanti, invece, rimangono le morti per intossicazione acuta tra gli under 19enni che, nell’intero periodo, costituiscono circa il 2-3% dei casi (< 20 casi/anno).

Lo rivela la Relazione al Parlamento sullo stato della tossicodipendenze in Italia presentata questa mattina a Palazzo Chigi dal ministro per la Solidarieta’ Paolo Ferrero. In base ai dati forniti dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) attraverso il Registro Speciale di Mortalita’ del Ministero dell’Interno, che rappresenta, secondo la seppur con alcuni limiti, la fonte piu’ aggiornata dei dati, la Relazione spiega che la mortalita’ acuta per droga e’ un fenomeno prevalentemente maschile (si contano mediamente circa 10 decessi tra gli uomini per ogni decesso tra le donne): la percentuale delle donne sul totale dei decessi, dopo aver toccato il picco massimo del 12,2% nel 2003, e’ passata dal 7,8% nel biennio successivo, all’11,4% nel 2006.

La Relazione, pero’, punta anche a correlare queste dimensioni con quelle delle morti attribuibili a sostanze legali come alcol e tabacco. Secondo le ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanita’, ogni anno in Italia circa 24.000 decessi sono associati all’alcol e riguardano piu’ di 17.000 uomini e circa 7.000 donne. Si evidenzia un tasso di mortalita’ di 35 decessi su 100.000 abitanti per i maschi e di 8,4 decessi per le donne attribuibili all’alcol. Le condizioni che presentano la piu’ elevata frequenza di mortalita’ alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti. L’Istituto Superiore di Sanita’ stima, inoltre, che circa 80.000 decessi ogni anno sono attribuibili al fumo, pari a circa il 14% di tutte le morti. Piu’ del 34% di tutte le cause di morte attribuibili al fumo di sigaretta colpisce soggetti di 35-69 anni. Inoltre, coloro che muoiono a causa del tabacco perdono in media 13 anni di speranza di vita. Sono numerose le patologie associate al fumo di tabacco. La principale e’ il carcinoma polmonare, la patologia piu’ temuta per chi fuma: provoca circa 30mila morti l’anno. Negli uomini il fumo e’ responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone e nelle donne nel 55% dei casi. La classificazione delle Regioni in base ai tassi di overdose e di consumatori problematici di sostanze stupefacenti, colloca il Lazio e la Liguria tra le aree che, rispetto alle altre, presentano coerentemente valori particolarmente elevati di entrambi i tassi, a cui seguono, con analoga coerenza, Campania e Marche. A fronte di un elevato impatto della mortalita’ per overdose, l’Umbria ha invece una posizione intermedia relativamente alla prevalenza stimata di utilizzatori problematici di sostanze, mentre in Toscana si rileva una situazione inversa. Nel 48% dei casi rilevati nel 2006 la causa di morte - che si ricorda non e’ basata su indagini tossicologiche ma su elementi circostanziali - non e’ stata riconducibile con ragionevole sicurezza ad alcuna sostanza precisa, mentre nel 41% e nel 9% dei decessi questa e’ stata attribuita rispettivamente all’eroina ed alla cocaina. Se l’eta’ media al decesso e’ pari a 35 anni per entrambe le sostanze, nella meta’ dei casi i soggetti deceduti per eroina non avevano piu’ di 35 anni, mentre quelli per cocaina non piu’ di 32. Dal 2001 la quota di morti attribuite ad intossicazione da eroina rimane sostanzialmente costante, mentre quella riconducibile alla cocaina e’ passata, nello stesso lasso temporale, da circa il 2% al 9%; cio’ significa, riferendosi ai dati assoluti, un incremento di circa 3 volte. Nella meta’ dei casi attribuiti all’effetto di una specifica sostanza, il decesso e’ avvenuto presso l’abitazione; nei restanti casi, tra le overdose da eroina, il 16% e’ avvenuto in strada, il 10% in locali pubblici e solo il 5% in ospedale, mentre diversa distribuzione si osserva nel caso dei decessi per cocaina, avvenuti nel 7% dei casi in strada, nel 13% in locali pubblici e nel 20% in ospedale. Dai dati emersi dallo studio longitudinale prospettico VEdeTTE, volto a valutare l’efficacia degli interventi effettuati dai Ser.T. italiani nel trattamento della tossicodipendenza da eroina nella prevenzione della mortalita’ per overdose e nella ritenzione in trattamento, si evidenzia che nel periodo di osservazione (in media 26 mesi), su una platea di 10.376 tossicodipendenti, si sono verificati complessivamente 190 decessi (l’80,5% e’ costituito da maschi ed il 19,5% da femmine). Il 36,8% dei decessi e’ stato causato da overdose, seguono l’AIDS e le cause violente che rappresentano rispettivamente il 20% e il 15,8% delle cause di morte. Lo Studio VEdeTTE ha dimostrato il potente effetto protettivo sul rischio mortalita’ acuta esercitato dai trattamenti erogati dal sistema dei Servizi; tra i tossicodipendenti da eroina usciti dal trattamento (concluso o interrotto) il rischio di decesso acuto e’ 11 volte superiore a quello rilevato tra coloro che sono rimasti in trattamento.


ASCA

DROGA/RAPPORTO PARLAMENTO: DIPENDENZE CI COSTANO OLTRE 10 MLD EURO

Roma, 11 lug - L’uso di alcol, tabacco, farmaci senza prescrizione medica e altre droghe illegali nella popolazione genera un’ampia e variegata serie di conseguenze di tipo sanitario, sociale ed economico. In Italia mancano analisi ’’costi-benefici’’ delle politiche e dei programmi volti a ridurre sia l’uso che il rischio per la salute associato all’uso di tali sostanze, ma la Relazione al Parlamento sullo stato della tossicodipendenze in Italia, presentata questa mattina a Palazzo Chigi dal ministro per la Solidarieta’ Paolo Ferrero, tenta, comunque, una quantificazione spannometrica dei costi socio-sanitari che la collettivita’ si accolla, concludendo che raggiungono quasi i 10miliardi e mezzo di euro l’anno. Se si mettono in relazione questi costi al Prodotto Interno Lordo Italiano del 2006 si osserva che rappresentano lo 0,7% del totale del PIL, cioe’ quanto l’Italia si e’ impegnata a destinare agli aiuti internazionali per la lotta alla poverta’ entro il 2015.

Rapportando invece i ’’costi sociali’’ delle dipendenze alla spesa delle famiglie residenti, questi ne rappresentano l’1,2%. Scendendo nei dettagli, 1.743 milioni di euro costano i trattamenti specifici per la patologia della dipendenza ma anche i costi di tutti gli altri interventi attivati per salvaguardare lo stato di salute dell’individuo che fa uso di droghe e degli individui che, pur non facendo uso di droghe, presentano conseguenze sulla loro salute generate dal fenomeno. L’analisi ha riguardato oltre che i trattamenti e/o gli interventi specifici relativi alla condizione di tossicodipendenza anche la parte di assistenza e cura delle patologie associate. Sono state considerate le patologie infettive e le patologie psichiatriche e tutti gli interventi di prevenzione. Inoltre sono stati aggiunti i costi relativi al monitoraggio dei trattamenti nel tempo che costituiscono parte della rete assistenziale.

La perdita di produttivita’ legata alle dipendenze costa all’Italia 1.932 milioni di euro, conteggiando anche la perdita di produttivita’ dei soggetti che non fanno uso di droghe ma che vengono interessati indirettamente (familiari, amici, vittime di atti criminali e/o incidenti). Ai costi in termini di mancata produzione del reddito sono stati sommati i costi degli anni di vita persi in caso di morte prematura o di parziale o totale invalidita’ determinata dalle patologie concomitanti.

L’applicazione della legge Fini-Giovanardi di contrasto alle tossicodipendenze ci costa ogni anno 2.798 milioni di euro di Forze dell’Ordine, Tribunali, Prefetture, atti giudiziari relativi ai reati commessi in violazione della Legge sulle droghe. Sono stati sommati in questa voce anche la quota parte dei costi dell’Amministrazione Penitenziaria. 3.980 milioni di euro sono, infine, i costi sostenuti dalle persone per l’acquisto delle sostanze. Il totale, dunque, sfiora i 10 miliardi e mezzo. (*)

sis/cdc

(*) Nota: affrontare i problemi socio-sanitari partendo da presupposti economici ha in sé una logica distorta (Non tutto ciò che può essere contato, conta. Non tutto ciò che conta può essere contato. Albert Einstein), ma di questi tempi dovrebbe far presa. Non passa giorno che non siano riportate notizie di bilanci, spese, produttività e quant’altro. L’aspetto economico prevale spesso su tutti gli altri valori. I costi dei problemi correlati al consumo di alcolici, però, non vengono considerati in nessuna finanziaria, impegno di spesa o tentativo rientrare in parametri.


VIRGILIO NOTIZIE

ALCOL: FERRERO, DDL SU PUBBLICITA’ VIETERA’ PRESTO QUELLA MENZOGNERA

Roma, 11 lug - Come sulle sigarette, anche sulle bottiglie di alcolici ci sara’ presto una ’pecetta’ con la scritta ’’non si guida quando si beve’’. Ma saranno vietate anche tutte quelle pubblicita’ menzognere che favoriranno ’’l’associazione positiva fra consumo della sostanza e il successo, magari legato alla virilita’’’. Lo ha ribadito il ministro per la Solidarieta’ Paolo Ferrero nel corso della conferenza stampa di presentazione della relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, che ha dato per pronto il ddl sulla pubblicita’ per gli alcolici sul quale sta lavorando da qualche tempo. ’’Mettersi al volante in stato di ubriachezza - ha detto Ferrero - e’ piu’ pericoloso che andare in giro sparacchiando per una piazza’’. Ferrero ha aggiunto che ’’il dato che in una sola notte in un solo ospedale di Trento siano stati ricoverati ben tre ragazzi in coma etilico, dimostra che il fenomeno dell’utilizzo degli alcolici per lo sballo va monitorato’’. Per questo, ha detto Ferrero, ’’la pubblicita’ sugli alcolici va riportata alla realta’, va descritto il prodotto e le sue qualita’’’. (*)

(*) Nota: la pubblicità degli alcolici andrebbe vietata punto e basta. Regolamentarla significa cercare di disciplinare aspetti impossibili da codificare. Non è possibile misurare la persuasione, i simbolismi, le suggestioni ed i condizionamenti presenti in una campagna pubblicitaria.


LA REPUBBLICA

CRONACA

Cresce del 62% l’uso fra i ragazzi. Record di consumi in Lombardia In crescita anche la marijuana, ne fa uso uno su tre. Stabile, invece, l’eroina

Droga, è boom di cocaina tra i giovani E un italiano adulto su tre fuma spinelli

Ferrero: "Ormai se la possono permettere tutti". Cala invece il consumo di alcol. Rimane invariato, invece, il numero di tabagisti

11 luglio 2007 - Roma - In Italia è emergenza cocaina. L’allarme lanciato tempo fa da Amato, che parlava di un "uso gigantesco" nel nostro paese, trova conferma nella relazione annuale al parlamento sulle tossicodipendenze presentato dal ministro Paolo Ferrero. Il quadro che emerge è sconfortante. La cocaina sta vivendo un vero e proprio boom, soprattutto fra i ragazzi. La colpa, ha spiegato Ferrero, è da attribuirsi al crollo dei prezzi delle sostanze illegali: "la sua maggiore accessibilità economica la rende ancora più popolare". In crescita anche la marijuana, provata da un italiano su tre.

L’uso di cocaina, segnala la relazione, è cresciuto di circa il 62% nei maschi fra i 25 e i 34 anni e del 50% nelle ragazze tra i 15 e i 24 anni. Stabile, invece, il consumo di eroina: nel 2006, in Italia, gli utilizzatori di eroina sono stimati in circa 210.000, un dato simile a quello dell’anno precedente.

Tra il 2001 ed il 2005 il rapporto rileva anche un aumento dei consumi di cannabis: hanno fatto uso della sostanza almeno una volta nella vita il 22% degli intervistati nel 2001 ed il 32% nel 2005. L’incremento si riferisce non solo al consumo nella vita e negli ultimi 12 mesi, ma anche negli ultimi 30 giorni e ha riguardato in modo significativo entrambi i generi in tutte le classi d’età.

Le regioni che fanno registrare le più alte prevalenze di consumatori di sostanze illegali (una o più volte, negli ultimi 12 mesi) sono il Lazio per i cannabinoidi (10,6%), la Lombardia per la cocaina (4,7%) e la Liguria per l’eroina (0,7%)

Il costo delle sostanze illecite - avverte il ministro - sta costantemente diminuendo. Dal 2001 al 2006, la media dei prezzi per la cocaina è passata da 99 a 83 euro; per l’eroina da 68 a 52 euro per quella nera e da 84 a 78 per quella bianca. Il rischio, quindi, è che le droghe diventino prodotti "alla portata di tutte le tasche. Proprio la loro maggiore accessibilità economica, oltre alla ampia disponibilità di reperimento sul mercato illegale - aggiunge il ministro - le rende ancor più popolari".

Diminuisce, invece, l’uso di alcol: la quota di intervistati che dichiara di averne fatto uso almeno una volta negli ultimi 12 mesi è passata dall’89% del 2003, all’86% del 2005. Tale riduzione non mette però in discussione il crescere, spesso riportato da più fonti, di nuovi modelli di consumo, in particolare nella popolazione giovanile, maggiormente problematici rispetto ai rischi a breve e medio termine.

Sembrano, inoltre, essersi modificate in modo significativo le abitudini relative al consumo di tabacco; la percentuale del campione intervistato (con età compresa tra i 15 ed i 44 anni) che nel 2001 riferiva di aver fatto uso di almeno una sigaretta negli ultimi dodici mesi era del 36,3%, nel 2003 scende al 32% e rimane stabile nel 2005. Disaggregando il dato si evidenzia, però, come ad una importante diminuzione dei fumatori maschi (-6,6%) corrisponda un aumento altrettanto significativo delle fumatrici (+6,4%).


L’ADIGE

Dal 13 al 15 luglio torna l’«Hockey-handball Summerfestival»

Frena l’alcol... fai correre la vita a Mori lo sport promuove la vita

MORI - Torna l’«Hockey- handball Summerfestival»: è la sesta edizione della tre giorni di gare di hockey su prato e di pallamano sulla sabbia organizzata dai campioni d’Italia dell’Uhc Adige e dall’As pallamano Mori, che tradizionalmente richiama in borgata atleti da mezza Europa. Quest’anno sono ben quaranta le squadre partecipanti, provenienti anche da Parigi, Londra, Bruxelles e da varie città tedesche. Le gare sono in programma da venerdì 13 a domenica 15 luglio. Con una novità: l’adesione convinta alla campagna dell’azienda sanitaria e dell’associazione Ama di mutuo aiuto di Trento, «Frena l’alcool... fai correre la vita». Perché la causa principale d’incidenti stradali del week-end è proprio il consumo di alcolici, anche nella provincia di Trento a livelli di attenzione: è del 2001 il sondaggio che ha rivelato come l’81 per cento dei ragazzi e il 60 per cento delle ragazze tra i 17 e i 20 anni, fuori casa consumino regolarmente alcolici. Anche il Summerfestival moriano, dunque, farà informazione, supportato da un’unità mobile attrezzata con materiale divulgativo ed etilometro, e con uno spazio dove poter discutere del bere, delle abitudini e degli eccessi. A disposizione tecnici giovani e preparati che raccoglieranno i dati dei propri interventi e della misurazione del tasso alcolico. «Con noi hanno sfondato una porta aperta - dice il presidente dell’Uhc Adige, Marco Bisoffi - perché siamo del tutto partecipi del ruolo sociale dello sport. La nostra società conta qualcosa come 160 tesserati, tantissimi giovani per i quali lo sport deve essere anche una scuola di vita. Il nostro Summerfestival, che ha un successo strepitoso, è prima di tutto una competizione, ma anche una festa che coinvolge ragazzi di tante nazioni diverse. Il punto forte è proprio la dimensione del ritrovarsi, il che ha anche una valenza turistica importante. E noi vogliamo che la permanenza dei ragazzi sia anche educazione al corretto e limitato uso di alcolici». M. C.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Addio alle feste della birra e ...

Addio alle feste della birra e del vino. Stop ad eventi sponsorizzati dai produttori di bevande alcoliche. Sì a nuove restrizioni ed a maggiori controlli sulle manifestazioni e sulle feste aperte al pubblico, con etilometri e pattuglie delle forze dell’ordine sempre dietro l’angolo. Questo lo scenario futuro, all’interno del quale le tradizionali manifestazioni del periodo estivo rischiano di diventare merce rara, se le pubbliche amministrazioni dei 10 comuni del Bassopolesine approveranno, nei prossimi mesi, le linee di indirizzo sul consumo delle bevande alcoliche promosse dal dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19 e dalla Conferenza dei sindaci. (*)

La notizia farà sicuramente discutere. Partendo dal presupposto che il consumo di alcool è in aumento tra i giovani, con comportamenti a rischio per la popolazione, e che è aumentato il numero degli utenti in carico ai servizi di alcologia delle strutture pubbliche, alle amministrazioni comunali verranno proposte politiche chiare ed incisive. L’obiettivo è quello di promuovere misure di tutela della salute dei cittadini, ponendo l’accento sul rispetto delle regole nel consumo di alcolici. Si inizierà con il classificare le manifestazioni, individuando criteri diversi di regolamentazione. Queste verranno così classificate: turistica, di aggregazione locale, giovanile e per bambini - adolescenti. Si proseguirà poi con il porre attenzione alla denominazione delle feste. Stop quindi alla feste della birra o del vino e limiti a quelle sponsorizzate da produttori di bevande alcoliche. Al loro posto ambienti e feste analcoliche, con il coinvolgimento degli organizzatori in una logica di tutela della salute pubblica. Ed ancora sarà varata una campagna di responsabilità sociale rivolta a chi vende alcolici nelle feste e nei locali nei dintorni delle stesse.

Tra le numerose proposte spiccano la presenza dell’etilometro nei pressi delle manifestazioni, al fine della sicurezza stradale, una nuova politica dei prezzi ed il divieto di somministrazione bevande alcoliche a sottoprezzo o gratis. Taglio del nastro anche per una campagna di incentivazione del consumo delle bevande analcoliche. Sarà regolamentato anche l’orario di somministrazione di alcolici, vietandoli un’ora prima della chiusura della manifestazione. Sarà chiesto inoltre il rispetto delle norme che vietano la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni e vincolato il sostegno economico delle amministrazioni locali al rispetto delle regole previste. Saranno predisposti puntuali controlli di polizia municipale e delle forze dell’ordine sul rispetto delle regole, dentro e nei dintorni della festa, e sul rispetto dei limiti alcolici alla guida, incentivando nel contesto la presenza di associazioni di giovani con etilometro amico nelle feste, al fine di autocontrollare il proprio stato di sobrietà. L’autorizzazione alla festa dovrà infine essere accompagnata dall’obbligo di inserire locandine informative, fornite dalle amministrazioni comunali e dislocate in punti ben visibili, sui rischi collegati all’alcol.

Guido Fraccon

(*) Nota: staremo a vedere se queste linee di indirizzo verranno accolte. Se la pionieristica iniziativa di Rovereto ha creato un precedente, una seconda risoluzione potrebbe essere l’inizio di una tendenza


LA SICILIA

Raffadali, il sindaco Cuffaro «Niente alcol ai minorenni» 

Raffadali. (sdb) Nuova ordinanza del sindaco Silvio Cuffaro che, dopo aver istituito l’isola pedonale in piazza Progresso, ha deciso di mettere mano anche su ciò che riguarda l’ordine pubblico. In passato, specie nelle ore notturne è accaduto che ragazzi, più o meno giovani, a causa di qualche alzata di gomito di troppo, abbiano dato vita a spiacevoli episodi con risse e ferimenti. Cuffaro ha firmato l’ordinanza con la quale vieta la vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni e di bibite in contenitori di vetro. Il divieto sarà valido specie durante i week-end e cioè dalle 20 del sabato alle ore 8 della domenica e dalle 20 della domenica alle 8 del lunedì. «Sappiamo benissimo - ha commentato il sindaco Silvio Cuffaro - che con questa ordinanza non risolveremo del tutto il problema. Chiunque infatti, può comprare quello che vuole nei supermercati o portarselo da casa propria, magari nel bauletto del motorino, e tirarlo fuori al momento opportuno ed offrirlo anche agli amici. Con la nostra disposizione – ha aggiunto Cuffaro – vogliamo soprattutto dare un segnale. Vogliamo anche testimoniare l’impegno dell’amministrazione comunali verso problemi che potrebbero sembrare familiari ma che invece coinvolgono tutta la comunità. Il mio impegno - ha concluso il sindaco - è quello di vigilare sulla salute e sull’incolumità dei miei concittadini». (*)

Salvo Di Benedetto

(*) Nota: anche per problemi complessi come quelli legati all’assunzione di alcolici si possono trovare proposte concrete se si hanno le idee chiare, senza rimanere paralizzati dalla consapevolezza dei propri limiti. Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa. (Proverbio africano)


LA SICILIA

Ragusa 

Tutti insieme contro le stragi del sabato sera 

Il 26% degli incidenti stradali avvenuti in provincia di Ragusa sono causati dall’utilizzo di alcol da parte degli automobilisti. Per questo motivo, soprattutto in estate, diventa necessario intensificare i controlli ma anche la fase di prevenzione. Per questo motivo saranno utilizzate delle immagini shock da far visionare ai giovani per far capire le drammatiche conseguenze che possono avere gli incidenti stradali.

Polizia stradale, Camera di commercio, Aci, Ausl e rappresentanti degli stabilimenti balneari, dei locali notturni, delle discoteche e dei pub nell’area del litorale provinciale collaboreranno per avviare una forte campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai giovani. Verranno distribuiti materiale divulgativo e kit per l’autocontrollo da parte dell’utenza in ordine all’eccesso di consumo di alcolici ed all’eventuale utilizzo di stupefacenti. Sara’ utilizzato anche l’etilometro tascabile.

Un incontro organizzativo si e’ svolto alla Camera di Commercio. Positivi i riscontri, come conferma il dirigente della Polstrada, Antonio Capodicasa: “Abbiamo incontrato il grande consenso da parte dei rappresentanti dei locali notturni che saranno al nostro fianco per diffondere la cultura della legalita’”. “La Camera di Commercio che è la struttura che governa il sistema delle imprese ha ritenuto – sottolinea il presidente Giuseppe Tumino - di intervenire in prima persona accanto agli organismi più specificatamente deputati a seguire la importante problematica”.

Michele Barbagallo


L’ADIGE

Esci in cortile a fumare e, magari, ti porti fuori il bicchiere di vino…

di NICOLA GUARNIERI

Esci in cortile a fumare e, magari, ti porti fuori il bicchiere di vino visto che nei bar le sigarette sono vietate? Bene, vuol dire che rispetti i regolamenti verrebbe da pensare. Giammai! L’intolleranza della gente va ben oltre e, quel che è peggio, arriva addirittura a convincere i vigili urbani a chiuderti il locale. Perché il fumo, tanto quello della «cicca» che quello dell’«ombra», sale verso l’alto. Un principio fisico, per carità, ma in alto ci stanno altri appartamenti e gli inquilini affacciati alle finestre magari respirano quei fumi sprigionati da una «Ms» e da un bicchiere di marzemino. Ne sanno qualcosa al Motoclub «Pippo Zanini», storica associazione roveretana che da trent’anni ha la sua sede in via Follone. «Sembra assurdo ma è proprio così: - conferma il presidente Franco Miorandi - si sono lamentati del fumo dell’alcol che, secondo loro, sale dai bicchieri dei nostri soci che escono in cortile per bere e raggiunge i nasi al terzo piano. Purtroppo abbiamo le mani legate perché è emerso che serve l’autorizzazione per bere fuori dal locale. E se beccano qualcuno con un bicchiere in mano sulla porta, per dire, scatta la multa da 1.200 euro». La vicenda potrebbe anche apparire alla stregua di una boutade estiva ma, purtroppo, non è solo così. Perché da quella segnalazione ai vigili urbani è stato tolto il coperchio a quello che si è rivelato un vero vaso di Pandora. Sono uscite magagne che, ovviamente, nessuno conosceva, men che meno il gruppo sportivo motociclistico che, come detto, da trent’anni ha la sede nei locali di via Follone. «Siamo rimasti tutti allibiti - spiega Miorandi - perché si è scoperto che la nostra sede non è mai stata accatastata. Anzi, dai controlli è venuto fuori che prima c’era un appartamento e poi, dal 1994, addirittura sono comparsi due fantomatici ed inesistenti negozi. La proprietà è del Comune e, quindi, stiamo aspettando che in piazza del Podestà si decidano ad accatastare la sede del Motoclub "Pippo Zanini"». Al di là del disagio provocato agli oltre 400 iscritti al club, che non possono frequentare il circolo perché è chiuso, è a rischio anche lo storico e apprezzatissimo in Italia e all’estero «Motoraduno», che quest’anno raggiunge l’edizione numero 36. «In attesa che i locali vengano accatastati abbiamo chiesto un deroga all’assessore Sala per il mese di agosto, in modo da avere una sede operativa per l’appuntamento più prestigioso dell’anno per noi». Al «Pippo Zanini», dunque, sono tutti preoccupati e, ovviamente, pure indispettiti. Anche perché è dura, dopo trent’anni di occupazione di una sede concessa dal Comune, scoprire di non esistere nemmeno. E venire a conoscenza di questa scomoda verità solo perché qualcuno ha l’olfatto talmente sopraffino da captare il «fumo» sprigionato da un bicchiere di marzemino! Misteri delle città, come sempre del resto. Al di là di questo, comunque, la speranza è che, una volta risolto l’intoppo, l’ente pubblico conceda al Motoclub l’annessione di altre due sale in modo da poter realizzare una vecchia idea del presidente Miorandi, la biblioteca del motociclismo, una raccolta di volumi dedicati al veicolo con più appassionati al mondo. I «fornitori» di libri storici già ci sono e, se il progetto andasse in porto, sarebbe l’unica sala di lettura aperta al pubblico e riservata alle due ruote dell’Alta Italia. Insomma, un altro tassello di un puzzle turistico che potrebbe davvero rilanciare Rovereto.


IL MATTINO

«Al telefonino è come guidare ubriachi» (*)

Non più semafori rossi, limiti di velocità o sorpassi spericolati. Il vero prototipo di automobilista indisciplinato, quello veramente «trash», è colui che si ostina a parlare al cellulare mentre guida, magari anche fumando. Non bastano le norme (bisogna fermarsi) oppure le alternative: auricolare o vivavoce in auto. L’infrazione dilagante sulle strade della nostra provincia è divenuta la conversazione telefonica mentre si guida, o peggio ancora l’invio di sms, magari usando l’altra mano per tenere la sigaretta e per sintonizzare, contemporaneamente, la stazione radio preferita. A quel punto mantenere la concentrazione e l’auto in strada diviene sempre più spesso un optional. «Si tratta di un’infrazione difficilmente contestabile - spiega Michele Pascarella, comandante della Polizia stradale di Caserta - perché va contestata solo in movimento, ma è ormai una vera piaga. Di gran lunga l’infrazione più diffusa». Un vero rischio per la sicurezza in strada «Sì, un rischio altissimo. Basti pensare che l’uso del cellulare mentre si guida riduce la soglia d’attenzione dell’automobilista a un livello pari a quando ci si mette alla guida da ubriachi». Come intervenite sul campo per limitare questo tipo di infrazione? «Lo strumento più efficace è quello del telelaser che, registrando un filmato delle auto in movimento ci consente di contestare l’infrazione. Ma, proprio a causa del fatto che non tutte le auto possono sempre contare su tale strumento, il numero di verbali che si riescono ad elevare non è significativo rispetto ai dati statistici». E quali sono le maggiori infrazioni contestate d’estate? «Sicuramente i sorpassi pericolosi e l’invasioni di corsia nel senso di marcia opposto per evitare le code rappresentano una percentuale altissima nel numero di infrazioni». E in quali strade della provincia si commettono più infrazioni del genere? «Senza dubbio sulla Domiziana, nel tratto tra Castelvolturno e Mondragone. Di sicuro lì c’è da lavorare per migliorare le condizioni di sicurezza». Lei cosa farebbe, se potesse scegliere una priorità sulla Domiziana? «Dividerei la carreggiata in corsie distinte e aumenterei l’efficienza dell’illuminazione, un intervento che, tra l’altro, è anche già previsto». fr.esp.

(*) Nota: guidare usando il telefonino è come guidare ubriachi. Cosa pensereste se proponessero di stabilire un limite, come per l’alcol, all’uso del telefonino, ad esempio non più di cinquanta secondi, considerandolo un rischio accettabile? Assurdo vero? Appunto!


L’ARENA

GUIDA PERICOLOSA
Ben sette erano invece al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Dall’inizio dell’anno ne sono state tolte complessivamente 1.484. Bene l’utilizzo del casco in moto

Alcol, stop a mille patenti

Nel mese di giugno ritirati 209 permessi di guida

Italia Fortunati

Prefetto di Verona

Altre patenti ritirate per guida in stato d’ebbrezza. Sono 209 nel mese di giugno, i documenti ritirati durante i controlli delle forze dell’ordine, di questi 149 per guida in stato d’ebbrezza e 7 perchè chi è stato controllato al volante aveva assunto sostanze stupefacenti. Altre dieci persone sono state sanzionate per aver superato di oltre 40 chilometri orari i limiti massimi di velocità.

Secondo i dati resi noti dalla prefettura da gennaio a giugno le patenti ritirate sono state 1.484, di cui mille per guida in stato d’ebbrezza e 37 di persone drogate alla guida.

Restano dati alti, che continuano a destare preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Eppure i controlli sono continui e sono stati potenziati soprattutto nei fine settimana da parte della polizia stradale, ma anche di altre forze dell’ordine. Ma chi si mette al volante dopo aver bevuto pensa sempre che i nei controlli incapperà qualcun altro. Gli incidenti fioccano, alcuni con esiti fatali e le sanzioni amministrative pure. A preoccupare gli agenti inoltre era anche un altro dato che è balzato agli occhi di chi opera in strada: a bere sono sempre di più le ragazze, che raggiungono tassi di alcol nel sangue da non farle neanche ragionare. A breve inoltre arriveranno altre dotazioni per snellire i controlli e permettere agli agenti di raddoppiare le verifiche su strada.

D’intesa con il dipartimento di prevenzione dell’Asl 20 inoltre sono stati fatti controlli a campione sull’utilizzo di dispositivi di sicurezza come caschi e cinture. Le zone in cui è stato eseguita la campionatura sono Porta San Giorgio a mezzogiorno; via Mantovana e Santa Lucia alle 10 e via Belfiore e località Marchesino alle 8 del mattino.

È emerso che nel cento per cento dei casi vengono utilizzati i caschi da parte di chi viaggia sulle due ruote.

Ci sono ancora delle piccole sacche di resistenza per quanto riguarda l’utilizzo delle cinture. In centro, per esempio il 15.2% degli automobilisti non le indossava. La percentuale si abbassa al 14.8% in zona periferica e diminuisce ancora di più, fino ad arrivare all’11.2% in zona extra urbana. A.V.


CORRIERE ADRIATICO

L’apparecchio è in dotazione da poco ai vigili urbani

Severi controlli sulle strade Attenzione all’etilometro (*)

ASCOLI - A partire da questa settimana potrà accadere che l’automobilista ascolano venga fermato lungo le vie cittadine dai Vigili Urbani per essere sottoposto all’esame dell’etilometro. L’apparecchio che da poco tempo è stato dato in dotazione al comando è il “Lion intoxilyzer 8000”, il più aggiornato e tecnicamente di massima precisione. Verrà utilizzato soprattutto per gli incidenti stradali per verificare se la persona che ha provocato il sinistro non sia in stato d’ebbrezza ma ora potrebbe capitare, in azione di prevenzione, che il controllo avvenga a campione lungo una normale strada cittadina. Insomma anche la nostra Amministrazione Comunale si schiera in prima linea per portare avanti la lotta all’etilismo che negli ultimi tempi ha provocato grossi incidenti come quello di Appignano in cui un rom ubriaco provocò la morte di quattro giovani e qualche settimana più tardi lungo la provinciale che collega Cremona a Piacenza con un extracomunitario ubriaco che è andato a sbattere frontalmente con un’auto in cui viaggiavano quattro giovani, tutti deceduti sul colpo. L’operazione che il vigile urbano compie è di sottoporre l’automobilista ad un pre - test. Deve soffiare in una apparecchio a forma di torcia che fornisce un esame qualitativo. Se si accende la lucetta verde la persona non ha bevuto alcol. Luce arancio indica che il tasso è inferiore a 0,5, ossia nel limite previsto dalla legge. Infine se si accende quella rossa, per l’automobilista sono guai seri perchè viene sottoposto al test quantitativo.

(*) Nota: se si fa attenzione agli alcolici non c’è più bisogno di fare attenzione all’etilometro.


ANSA

SCUSE INUTILI E TARDIVE, DICE PADRE DI GIOVANE VITTIMA

ALBANESE UBRIACO HA CAUSATO 4 MORTI; CREMONA, VENERDI’ FIACCOLATA

CREMONA, - ’’Dice che chiedera’ perdono? Non mi interessa piu’ di tanto. E comunque, doveva farlo subito, non dodici giorni dopo. Doveva scusarsi subito con tutte le nostre famiglie, non adesso’’ dice Cesare Chiodelli, papa’ di Davide, una delle quattro vittime dell’ incidente stradale causato da Ashim Tola.

 Chiodelli non crede alle parole dell’albanese di 34 anni che, a Castelvetro Piacentino, all’alba del 28 giugno, guidava ubriaco l’Audi A4 che si e’ scontrata frontalmente con la Seat Leon sulla quale viaggiavano i giovani cremonesi. Tola e i due connazionali che erano in auto con lui, erano stati appena allontanati da una discoteca perche’ ubriachi. ’’La prima verita’ e’ che nessuno ci restituira’ i nostri figli. E l’altra e’ che bisogna fare qualcosa di concreto, che lo devono fare le istituzioni e che - prosegue Chiodelli - lo devono fare subito.

Ieri a Roma un automobilista ubriaco ha travolto e ucciso due pedoni. E allora? Andiamo avanti cosi’?’’. Ashim Tola, denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato e guida in stato di ebbrezza, e’ stato dimesso la scorsa settimana dall’ospedale maggiore di Cremona dove era ricoverato. E’ un cittadino libero e questa sua condizione ha suscitato polemiche. Fabio Leggi, il suo avvocato del Foro di Piacenza, ha fatto sapere che il suo cliente non e’ scappato, non ha alcuna intenzione di fuggire e non e’ nemmeno irreperibile. L’albanese - dice il legale - e’ convalescente nella sua casa di Piacenza dove si cura la lesione da schiacciamento al polmone. Fa sapere che e’ disperato, chiede perdono ed esprime l’intenzione di farlo direttamente, quando sara’ il momento, alle famiglie delle vittime. ’’Non sa darsi pace - dice Fabio Leggi - e comprende la sofferenza dei genitori che hanno perso i loro figli perche’ anche lui e’ padre’’.

 Tuttavia l’albanese, che fa l’operaio a Piacenza, non dice nulla del suo comportamento la notte della strage: al momento dello schianto gli e’ stata riscontrata nel sangue una quantita’ di alcol tre volte superiore al consentito.

 Intanto, gli amici di Davide e degli altri tre ragazzi stanno preparando la fiaccolata in loro memoria, venerdi’ prossimo alle 21, a Cremona: sara’ una sorta di processione che si snodera’ tra piazza Liberta’, corso Matteotti e la galleria XXV Aprile per arrivare in piazza del Comune, di fronte al Duomo, proprio dove, la scorsa settimana, sono stati celebrati i funerali di Adenilson Grisi, assicuratore di 24 anni, Davide Chiodelli, ristoratore ventunenne, e di Eyafe Harrymann Junior studente di 17 anni di padre nigeriano e di madre italiana. Le esequie della quarta vittima, il ventenne Adam Fassali, si sono svolte in Marocco con rito islamico.


ANSA

UBRIACO UCCIDE RAGAZZI: PARLA RAGAZZA SOLIDALE CON NOMADE

ASCOLI PICENO - ’’Capisco il dolore delle famiglie dei ragazzi, capisco che stanno soffrendo enormemente, ma perche’ prendersela con me? Solo perche’ ho detto a Marco che gli voglio bene e che gli sono vicina in questo momento cosi’ difficile anche per lui?’’. Difende la sua scelta la giovane ascolana che ieri ha urlato la sua solidarieta’, il suo affetto a Marco Ahmetovic durante il processo che lo vede imputato per la strage di Appignano del 23 aprile scorso.

Nell’incidente stradale provocato dal ventiduenne Rom, in stato di ubriachezza, morirono Eleonora Allevi, Danilo Traini, Alex Luciani e Davide Corradetti.

Durante l’udienza celebrata ieri nel Tribunale di Ascoli la ragazzina, anche lei poco piu’ che ventenne, commessa in un esercizio commerciale, ha sostenuto l’investitore, urlando ’’Ti voglio bene, Marco’’, mentre parenti e amici dei quattro ragazzi morti insultava

Giovedì, 12 Luglio 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK