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Editoriali 12/07/2007

Una tabella di marcia difficile per raggiungere l’obiettivo -50% entro il 2010. Si dovrebbe arrivare a 3.341 vittime

I risultati più positivi nel 2003 con soli 6 mesi di patente a punti. Ha funzionato di più l’effetto annuncio che la norma vigente



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Dopo la settimana mondiale sulla sicurezza stradale e le numerosissime iniziative messe in piedi: convegni, tavole rotonde, iniziative come Icaro, Un sera senza auto ecc. rimangono loro: i numeri, le percentuali sui quali ragionare. Da uno studio dell’Aci su dati Istat emerge che l’obiettivo -50% degli incidenti e delle vittime entro il 2010, si fa oggettivamente difficile, se non improbabile. Poiché nel 2001 il numero totale dei morti sulle strade, sulla base dei dati Istat è stato fissato a quota 6.682, se ne ricava che nel 2010 per centrare l’obiettivo che si è data (e ci ha assegnato) l’Unione Europea dovremmo fermarci a quota 3.341. Certo il percorso tracciato fino ad oggi pone dei seri dubbi. Infatti nel 2002 anziché una diminuzione è stato registrato un incremento, seppur lieve, delle vittime che hanno toccato quota 6.736 (54 decessi in più) con un incremento dell’ 0,8%. Nel 2003 l’anno dell’entrata in vigore della patente a punti, ma solo dal 1° luglio, è stato segnato il maggior decremento. Infatti si è passati da 6.736 vittime della strada del 2002 a 6.065 del 2003 con un calo di ben 671 morti pari a -10%. Può apparire strano ma nel primo anno di vigore della patente a punti, però per soli 6 mesi, si sono ottenuti risultati che nel 2004 e 2005 non sono stati ripetuti. In pratica si può affermare che il solo effetto annuncio, con una fortissima campagna mediatica sulle televisioni, le radio e i quotidiani era servita per far cambiare mentalità. Nel 2003 il calo dei morti è stato doppio rispetto al 2004 e 2005. Successivamente l’effetto spaventapasseri della patente a punti si è indebolito. Nei due anni successivi con la PaP in “servizio permanente effettivo” per 12 mesi i risultati pur positivi, sono stati meno brillanti. Infatti nel 2004 (dati ricalcolati da Istat e Aci) si è toccata quota 5.748 vittime, 317 in meno del 2003, ma la diminuzione si è fermata a un più modesto - 5,2%. Nel 2005, ultimo anno a contabilità infortunistica conosciuta, la freccia della mortalità stradale, è noto, si è fermata a quota 5.426 con un calo di altre 322 vittime e un - 5,6%. Ora per arrivare alla meta di 3.341 morti sulle strade (sempre tanti, sia chiaro), nel quinquennio 2006-2010 si dovrebbe viaggiare con una diminuzione media del 9% circa all’anno, secondo questa tabella ricostruita dall’Aci: - 2006 numero vittime 4.924 - 2007 numero vittime 4.469 - 2008 numero vittime 4.056 - 2009 numero vittime 3.681 - 2010 numero vittime 3.341 Ci riusciremo? Come Asaps pensiamo sia molto difficile, ma con molta buona volontà e opportuni provvedimenti connotati dal coraggio di sfidare anche l’impopolarità e con i necessari finanziamenti (solo di facciata, in quanto poi si risparmierebbe nella sanità e nello stato sociale), potremmo ancora riuscirci. Una scommessa che vale ancora la pena di una puntata. Intanto su questo numero puntiamo la nostra attenzione in particolare sugli incidenti ai ciclisti e ai bambini, con alcuni consigli.

 * Presidente Asaps

Da “Il Centauro” n. 113

© asaps.it

Di Giordano Biserni

Incidenti stradali
Giovedì, 12 Luglio 2007
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