Relazione al Parlamento su alcol e problemi
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La Relazione sottolinea la necessità della
programmazione di adeguati interventi per prevenire i danni e per promuovere
comportamenti e stili di vita coerenti con il mantenimento di un buono stato di
salute. Scontro
sulle norme, l’opposizione rilancia: pugno di ferro EMANUELE PERUGINI Roma. Pugno di ferro contro
i consumi, anche di hashish, come prevede la legge attuale, la Fini-Giovanardi,
o un approccio meno intransigente, come ha scritto nel disegno di legge in
attesa di approvazione il ministro Ferrero? La relazione sulle
tossicodipendenze ha riaperto le polemiche legate all’approccio dello Stato nei
confronti delle droghe. L’opposizione, infatti, e con essa anche alcune
associazioni di volontariato, ha levato gli scudi contro una possibile
interpretazione dei dati sui consumi di droga in Italia come grimaldello per
arrivare ad un’abrogazione della legge oggi in vigore. «È mistificatorio l’aver inserito nella Relazione annuale al Parlamento
sullo stato delle tossicodipendenze, il tabacco e l’alcool che nel nostro
ordinamento non sono considerate sostanze illecite. Non è possibile mettere
insieme eroina e lambrusco» commenta Carlo Giovanardi, tra gli autori della
legge in vigore (*). Norme che per il deputato di An, Maurizio Gasparri
«vanno attuate con convinzione». «Questi dati allarmanti - dice Gasparri - dovrebbero
indurre a un atteggiamento ancora più severo nei confronti dell’uso della
droga. I comportamenti confusi del governo e gli annunci di maggiore tolleranza
verso le droghe condizionano negativamente i giovani». E insieme con gli esponenti della Cdl anche Andrea Muccioli,
responsabile della comunità di San Patrignano, invoca contro la droga la
«tolleranza zero» (**). Ma per
il ministro Ferrero serve invece subito «una legge che abolisca l’assurda
Fini-Giovanardi». E scende in campo la maggioranza. Per Daniele Farina, del Prc
«la montagna di menzogne su cui è costruita la legge Fini-Giovanardi comincia a
franare». Mentre Italia dei Valori, Verdi e Rosa nel Pugno invitano a
«predisporre un piano di lotta alle droghe quadriennale, come previsto dall’Ue».
La «condizione pregiudiziale», per i radicali, della riforma Fioroni, resta
«l’abolizione della legge attuale». E le associazioni dei consumatori, Aduc e
Codacons, chiedono al governo un cambio di rotta e una politica in materia che
tuteli i più giovani. Il Coordinamento comunità di accoglienza lancia un
appello alle istituzioni affinchè ‚ investano sulla prevenzione. (*) Nota: il dato secondo il quale in Italia
si muore di vino, birra e alcolici 50
volte di più che per tutte le droghe illegali messe insieme è una verità
che disturba, tanto da volerla negare. Il fatto che il vino da solo sia responsabile
di più sofferenze alcolcorrelate rispetto a tutte le altre bevande alcoliche
messe insieme è un’altra verità che non si vuole accettare. Ma, piaccia o non piaccia, le cose stanno
così. (**) Nota: Andrea Muccioli invoca la
tolleranza zero contro tutte le droghe. Con l’esclusione di quelle prodotte e commerciate da San Patrignano. IL GAZZETTINO (Pordenone) SPILIMBERGO
Gli alcolisti in trattamento hanno concentrato l’attenzione soprattutto sugli
incidenti automobilistici «L’alcol
non fa abbastanza paura» Al
convegno degli Acat i medici di famiglia sono stati sollecitati a un maggior
impegno Spilimbergo È
necessario un confronto diretto fra tutti: pazienti, famiglie, club e medici.
Ma un impegno particolare deve essere messo dai medici di famiglia, che hanno
la responsabilità di sensibilizzare con forza il loro paziente, mettendolo a
conoscenza dei danni che produce l’alcol sull’individuo, anche per chi ne
consuma piccole quantità. Sono questi alcuni dei punti più importanti emersi nel
convegno svoltosi nei giorni scorsi alla Casa dello studente di via Udine. A
organizzarlo sono stati i club degli Alcolisti in trattamento (Acat) dello
spilimberghese, che tra l’altro festeggiavano il proprio quarto di secolo: nel
1982, infatti, fu istituito il club Dinsi una Man di Spilimbergo (ma già l’anno
prima a Pinzano era sorto il primo club in assoluto del territorio).L’incontro
ha visto una partecipazione massiccia di ospiti e ha coinvolto anche i club del
vicino maniaghese. Le relazioni, incentrate sul tema "Emozioni e sentimenti nella vita dei club", hanno evidenziato
la necessità di continuare a vivere nella sobrietà, perché «solo in tale modo -
è stato sottolineato si riescono a vivere quelle emozioni forti che rendono una
persona di nuovo capace di essere se stesso: lucido, cosciente, presente in
famiglia e nella società. Avere queste emozioni non è frutto del lavoro di una
singola persona, ma del gruppo o club e della famiglia. È essenziale l’apporto
di tutti e due i soggetti, affinché ci si possa sentire di nuovo amati e
accettati». Il metodo su cui si fondano
le Acat, infatti, messo a punto dal professor Vladimir Hudolin in Croazia nel
1969 (*) e arrivato in Friuli nel
1979 (grazie all’impegno personale del professor Luciano Floramo, allora
presidente dell’Ospedale civile di Udine), si fonda sul coinvolgimento
della famiglia e sull’aiuto reciproco dei pazienti. Molto si è parlato delle
conseguenze negative dell’alcol. L’attenzione è stata concentrata in modo
particolare sugli incidenti automobilistici (le cosiddette stragi del sabato
sera). È stato puntato il dito, però,
anche sul ruolo degli organi di informazione, sulla «continua e sfacciata
reclame all’uso di bevande alcoliche che viene effettuata sui mass media, in
contrapposizione al continuo spot elaborato dal ministero della Salute, per
fare presente che l’uso di alcol fa male e produce danni diretti a chi lo
consuma e indiretti agli altri (incidenti stradali, morti violente)». Inoltre
fa lievitare enormemente la spesa sanitaria. Per combatterlo, è necessario
un confronto diretto fra pazienti, famiglie, club e medici; particolarmente
importante il ruolo di questi ultimi, in quanto su di loro ricade la responsabilità
di sensibilizzare con forza i pazienti. «Il problema dell’alcolismo è stata la
conclusione è molto sentito e diffuso, però non fa ancora paura come i tumori e
altre malattie gravi. Per questo motivo occorre continuare a sensibilizzare
tutti, affinché il problema alcol-correlato non sia più di pochi, ma di tutti». Claudio
Romanzin (*) Nota: il primo Club degli alcolisti in
trattamento (allora chiamato “Club per gli alcolisti trattati”) nasce in realtà
nel 1964, a Zagabria. Non mi soffermo su altre imprecisioni, nella terminologia, di questo articolo (“gruppo”, “aiuto”, “pazienti”…). L’ADIGE Tasso
alcolico cinque volte oltre il limite. Era già stato sorpreso alla guida
ubriaco tre volte Brillo
sull’auto sequestrata Ora
rischia la confisca del mezzo Errare humanum est, sed perseverare diabolicum. Sbagliare, recita l’antico adagio latino, è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico. Un invito ad imparare dall’esperienza che non ha certo messo in pratica l’automobilista 39enne sorpreso alla guida della sua automobile con un tasso alcolico più di cinque volte (2.78) oltre il limite consentito (0.50). Ma i guai veri sono cominciati quando i vigili urbani che lo hanno fermato per un controllo, oltre a trovarlo sbronzo, hanno scoperto che era alla guida di un mezzo posto sotto sequestro preventivo. Un provvedimento legato al fatto che era già stato sorpreso tre volte alla guida del mezzo, una Punto, con troppo alcol in corpo. Vista la recidività della condotta, la Procura aveva chiesto ed ottenuto il sequestro preventivo del mezzo presso l’abitazione dell’uomo. Ma evidentemente la lezione non era bastata ed il 39enne anziché ridurre i brindisi - o farsi accompagnare da qualcuno ancora sobrio - si è messo alla guida della sua Punto. Quando la polizia municipale lo ha fermato il 39enne viaggiava in compagnia di un amico. Compagno, a quanto pare, pure di bevute, visto che era ubriaco pure lui. A questo punto, essendo stato sorpreso nuovamente in evidente stato di alterazione alcolica, e pure alla guida di un mezzo che non avrebbe dovuto nemmeno essere in circolazione, essendo sotto sequestro, il conducente rischia di dover dire addio per sempre alla sua Punto, ora in stato di fermo. Vista la condotta dell’uomo - che per fortuna non ha causato né si è reso protagonista di incidenti - è infatti molto probabile che il pubblico ministero Giuseppe De Benedetto richieda la confisca dell’automobile. Fra l’altro, trattandosi di un veicolo piuttosto vecchio, in caso di confisca la Punto potrebbe essere destinata alla rottamazione, visto che rappresenterebbe solo un costo per lo Stato. L’uomo, che si è affidato all’avvocato Angela Esposito, rischia di pagare molto cari i suoi eccessi. L’impossibilità di utilizzare l’automobile, infatti, potrebbe costargli persino il posto di lavoro, visto che ha un impiego fuori città e orari che non sono compatibili con quelli dei mezzi pubblici. «Sul caso specifico non posso anticipare nulla rispetto alla linea difensiva - afferma il legale - Ovviamente farò tutto il possibile per tutelare nella maniera più indolore e meno afflittiva la posizione del mio cliente». L’avvocato fa però una riflessione più generale sul problema legato alle guide in stato di ebbrezza, a prescindere dal caso in questione. «È un problema sociale che mi sta molto a cuore - afferma - purtroppo molto diffuso nella nostra regione. È giusto che l’autorità giudiziaria adotti i provvedimenti che ritiene necessari. Penso però che il problema non possa essere affrontato solo sotto il profilo giudiziario, a mio avviso servirebbe anche uno sforzo di tipo culturale. Ho notato per esempio che in Austria o Germania c’è una cultura diversa: chi vuole bere un bicchiere in più va con qualcuno che non beve o in taxi. Perciò credo che si debba lavorare anche sul versante della prevenzione, oltre che della repressione». F. P. SALUTE di Repubblica Droghe,
la hit dei rischi Legge da
rivedere? Alcune
considerazioni sulle tabelle di pericolosità pubblicate di recente sulla
rivista Lancet di Guido
Blumir * Negli ultimi 30 anni, i governi e i parlamenti
che hanno voluto fare il punto sull’abuso di droghe (legali e non), hanno usato
lo stesso metodo. Hanno formato delle grandi Commissioni Scientifiche
Nazionali, composte dai maggiori esperti, di tutte le discipline. Questi
organismi hanno analizzato tutte le ricerche esistenti e in qualche caso ne
hanno promosso di nuove. Per la marijuana, le conclusioni di una tossicità
relativamente bassa rispetto alle altre droghe, vengono da un’analisi comparata
di 40.000 ricerche. Un recente convegno di alcuni operatori della società
italiana di psichiatria (SIP), ha presentato dei dati terrificanti sulla
marijuana: ma ha lavorato solo su 20 studi degli ultimi 17 anni. Così, l’agenzia ONU diretta dall’italiano
Antonio Costa, l’Unodc, fa riferimento a "recenti studi inglesi" che
ipotizzano disturbi mentali da cannabis"; e ha predisposto la campagna
mondiale che dice: "Usare cannabis obnubila la mente del consumatore e
aumenta le sue possibilità di fare scelte azzardate, come avere rapporti
sessuali senza protezione. Così, l’assuntore rischia di infettarsi di Aids ed
Epatite C". Una tra le più prestigiose riviste mediche
inglesi, Lancet, di non molto, ha pubblicato un nuovo rapporto di quattro
autorevoli esperti sulla pericolosità comparata delle varie sostanze, legali e
illegali. È possibile formulare una scala di rischio? I quattro scienziati,
Colin Blakemore, del Dipartimento di Fisiologia, anatomia e genetica
dell’Università di Oxford, David Nutt, psicofarmacologo dell’Università di
Bristol, L. A. King, giurista del Forensic Science Service e W. Saulsbury,
della Police Foundation di Londra - hanno usato metodi sofisticati, facendo
riferimento a tre problematiche principali. I DANNI
FISICI.
Vanno distinti in rischi short term e long term. Per esempio, l’eroina ha
rischi immediati consistenti: può provocare overdose e morte anche se è usata
da poco. Così i barbiturici. Tabacco e
alcol che, nel Regno Unito sono responsabili del 90% dei decessi da sostanze
provocano danni anche fatali a lungo termine. DIPENDENZA. Quella fisica è
facilmente riconoscibile dalla presenza di sintomi violenti quando l’uso
abituale e quotidiano viene interrotto improvvisamente: tremori, diarrea,
sudorazione, insonnia, per l’eroina ("sindrome da astinenza"). Le
dipendenze psicologiche possono essere profonde e insidiose. DANNI
SOCIALI.
Qui si entra nel vivo delle questioni. Se
il tabacco uccide 90.000 persone all’anno solo in Italia, è però chiaro che
fumare qualche sigaretta non induce a comportamenti aggressivi o a psicosi.
Invece l’alcol può provocare comportamenti violenti e incidenti d’auto. Anche
la cocaina può influire sull’aggressività, anche se ha una dipendenza fisica
inferiore a quella del tabacco. Le benzodiazepine (i tranquillanti più comunemente
usati) non provocano violenza, ma come dipendenza fisica superano l’alcol. Fra
i danni sociali, gli autori indicano anche i costi per il sistema sanitario.
Gli steroidi anabolizzanti usati dagli sportivi (doping) causano danni fisici,
ma non dipendenza. Gli scienziati hanno individuato 9 parametri
di rischio, sottocategorie delle tre classi principali. Con l’aiuto di vari
esperti, indiversi meeting, sono arrivati a dei punteggi, risultato della media
delle indicazioni così raccolte, per tutte e venti le sostanze sottoposte a
esame. Alla fine, se eroina e cocaina restano ai
primi posti, l’alcool, il tabacco e le benzodiazepine si piazzano anch’essi in
vetta alla classifica, superando nettamente la cannabis. L’alcol batte il tabacco, a causa dei comportamenti violenti e degli
incidenti stradali. Gli autori sottolineano come non ci sia corrispondenza
fra le tabelle legali in vigore in Gran Bretagna e i dati reali sulla
dannosità. A parità di pene, i trafficanti venderanno con più entusiasmo droghe
più pericolose e più profittevoli. La legge Fini-Giovanardi ha invece messo
tutte le sostanze in un’unica tabella, con sanzioni uguali per lo spaccio.
Adesso il disegno di legge del ministro Ferrero vuole reintrodurre le
necessarie distinzioni. Per le droghe legali o legalizzabili, è evidente che,
una volta stabiliti i diversi rischi, diventa opportuno differenziare una serie
di cose, tra cui i divieti di pubblicità, il divieto ai minori, o anche le
tasse. In Inghilterra, secoli fa, visto
che fra gin e birra era considerato più pericoloso il gin, si scelse di tassare
il primo molto più della seconda. * Sociologo, presidente Comitato Libertà e Droga SANREMONEWS Un
nostro lettore, L.B., ci ha inviato una e-mail per intervenire nel dibattito
sui giovani, discoteche ed alcol. Questa la sua e-mail: "Caro Direttore, sono un ragazzo di quasi quindici anni, e
desidero far sentire la mia debole voce sulla questione di alcolici e
discoteche,in base a quanto è successo la tragica notte dell’8 luglio. Il mio
nome è L.B., frequento il Liceo ’Cassini’ e ho avuto la fortuna di passare un anno scolastico in compagnia di
Flavia Montanari. Esatto... proprio lei. Proprio la ragazza che quella notte
alle 2,30 ha sentito il calore dell’asfalto sulla propria pelle, proprio lei
che era rappresentante di classe, proprio lei che rideva alle mie battute
sarcastiche, proprio la ragazza dolcissima che mi aveva consolato in un momento
difficile. Scrivo ciò per invitare tutti i lettori di Sanremo News ad una
riflessione: ultimamente sono state dette tante parole, sono stati scritti
molti libri, molti documentari e molte altre cose. Sono state dette molte
falsità... o magari è stata cambiata molto la verità, è stata commentata solo
da pochi punti di vista. I ragazzi ’di oggi’ sono visti come una razza a parte,
vengono considerati frutti di chissà quale male, viene addossata tutta la
responsabilità sulle loro giovani spalle. Mi correggo... sulle nostre giovani
spalle. ’Per quei ragazzi vittime non di un oggi, ma di un sempre’: era questa
la voce della celebre scrittrice Elsa Morante, circa trent’anni fa. Oggi, a mio
parere, non è cambiato nulla. Abbiamo solo quindici anni, ancora non ci spunta
la barba, come potremmo essere già responsabili di stragi come quella di sabato
notte? E, sinceramente, penso che la
colpa non sia neanche delle discoteche aperte fino alle sei del mattino, dei
bar che servono alcolici ai minorenni, dei genitori che lasciano tornare i
propri figli a ore ’indecenti’, come ho sentito dire da qualcuno. O più
precisamente non è solo colpa loro. Dal mio punto di vista, la
responsabilità va attribuita specialmente ai media, alle persone che
indirettamente esercitano un potere enorme sulla nostra psiche. Penso che
nonostante molte persone adulte si reputino ’giovani’ o ’aperte al dialogo’,
vengono messe in circolazione idee troppo estreme, per così dire. E’ senza
dubbio negativo infondere nei ragazzi il mito della discoteca ’trasgressiva’ e
’senza regole’, dove tutto è permesso, dove l’età non conta nulla. Ma penso sia
ancora più grave fare del proibizionismo così eccessivo, imporre regole ferree
e prive di significato, discutere di attualità trasformandola poi in uno
stereotipo, in un luogo comune. Le necessità degli adolescenti cambiano e la
rigidità spesso alimenta solamente la nostra voglia di trasgredire. Penso piuttosto che nei ragazzi debba
essere infuso un senso di responsabilità equo, dove alcune cose sono permesse e
dove altre vengono evitate, non assolutamente proibite. Non siamo una
generazione di sballati, di insensibili, di stolti. C’ero anche io a quel
funerale. Anche io ho pianto per la morte precoce del povero Matteo. Anche io
ho passato delle notti insonni per pensare al volto della povera Flavia. E’ in
momenti come questi che cominciamo a diventare adulti. Arrivederci Matte,
niente addii". Carlo Alessi L’ADIGE Ferrero:
«Tre in coma etilico, dato che fa riflettere» Abuso di
alcol e minori il ministro cita Mesiano Come sulle sigarette, anche sulle bottiglie di alcolici ci sarà presto una «pecetta» con la scritta «non si guida quando si beve». Lo ha ribadito il ministro per la Solidarietà Paolo Ferrero parlando, nel corso della conferenza stampa di presentazione della relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, del ddl sulla pubblicità per gli alcolici sul quale sta lavorando da qualche tempo. Nel corso del dibattito romano è stato citato anche il caso dei tra ragazzi trentini finiti all’ospedale in coma etilico dopo l’ultima festa universitaria a Mesiano. «Mettersi al volante in stato di ubriachezza - ha detto Ferrero - è più pericoloso che andare in giro sparacchiando per una piazza». Ferrero ha aggiunto che «il dato che in una sola notte in un solo ospedale di Trento siano stati ricoverati ben tre ragazzi in coma etilico, dimostra che il fenomeno dell’utilizzo degli alcolici per lo sballo va monitorato». Per questo, ha detto Ferrero, «la pubblicità sugli alcolici va riportata alla realtà, va descritto il prodotto e le sue qualità». Nella nuova legge saranno vietate anche tutte quelle pubblicità menzognere che favoriranno «l’associazione positiva fra consumo della sostanza e il successo, magari legato alla virilità». IL GAZZETTINO (Vicenza) SANZIONE
DEL COMUNE Chiusa
per quattro giorni la sala giochi "alcolica" Bassano E’
arrivata la sanzione per la sala giochi dove secondo gli accertamenti della
polizia municipale sarebbero state servite bevande alcoliche anche a minorenni. Il blitz risale allo
scorso aprile, ma ora il Comune, su segnalazione dei vigili, ha emesso un’ordinanza che impone da oggi a
lunedì 16 quattro giorni di chiusura all’esercizio pubblico, la "Blue
Stars" di via Campo Marzio, di cui è legale rappresentante Manuel
Lunardi, 26 anni, residente a Molvena. Secondo il verbale, nel locale, punto di
riferimento di intere compagnie di giovani e adolescenti bassanesi, si servivano bevande anche alcoliche senza la
prescritta autorizzazione e disgiuntamente dall’attività di trattenimento e
svago. Inoltre si esercitiva l’attività di sala giochi in modo marginale
rispetto a quella di somministrazione, e quindi in difformità con quanto
previsto dalla licenza rilasciata dal comune il 6 marzo dell’anno scorso. Tutte infrazioni rilevate il 14 aprile scorso.
Nel corso del sopralluogo i vigili avevano accertato che del centinaio di
avventori presenti al Blue Stars "solo
una decina stava giocando mentre tutte le altre persone erano in piedi o sedute
ai tavoli solamente per bere". La polizia locale ha altresì
riscontrato che la superficie del locale destinata a sala giochi era inferiore
al 70 per cento di quella complessiva dell’esercizio. Con l’ordinanza, firmata dal dirigente dell’area servizi amministrativi e alla persona Gaetano Sebellin, si dispone inoltre che l’attività autorizzata di sala giochi e l’eventuale somministrazione di bevande congiuntamente all’attività di trattenimento e svago debbano avvenire nel rispetto delle superfici e delle modalità autorizzate. AVVENIRE.IT REGIONE
VENETO ZAIA
STRAPPA AL GOVERNO L’AUTORIZZAZIONE A DIFENDERE I VIGNETI DI PROSECCO CON
ELICOTTERO “Alla fine ce l’ho fatta: è prevalsa la ragionevolezza sulla burocrazia”. E’ soddisfatto Luca Zaia, vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, per aver ottenuto l’emanazione del provvedimento governativo che rende possibile utilizzare l’elicottero per la distribuzione di prodotti fitosanitari sui vigneti specializzati delle colline del Prosecco DOC Conegliano Valdobbiadene per tutta la campagna 2007, anche dopo la data di oggi, 12 luglio, fissata con un precedente decreto . “E’ un provvedimento per il quale mi sono impegnato personalmente, ho consumato le scarpe facendo spola avanti e indietro da Venezia a Roma, sollecitando più volte il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro. Quella di Conegliano Valdobbiadene è un’area D.O.C. caratterizzata infatti da forti pendenze e da una viticoltura “eroica” che produce circa 300mila ettolitri di vino DOC – ha fatto presente Zaia – gestita quasi totalmente a livello familiare, dove è pressoché impossibile utilizzare i normali mezzi meccanici per l’irrorazione delle viti con fitofarmaci, mentre l’elicottero garantisce ottimi risultati mirati, con tutte le garanzie per l’ambiente circostante. Questo genere di intervento è inoltre indispensabile per il permanere di una viticoltura di qualità e competitiva, in un’area ad altissima vocazione mondiale, tutelando la qualità della vita e i redditi di numerose aziende e famiglie”. IL SECOLO XIX Martellata
al fratello ubriaco, patteggia 1 anno il
ferimento a Silvano d’orba Alessandro
Gualco aveva cercato di trattenere in casa il congiunto, diventato violento per
gli effetti dell’alcol 12/07/2007 Alessandria. Alessandro Gualco, 39 anni,
l’operaio di Silvano d’Orba che nell’ottobre scorso con un colpo di martello in
testa ferì il fratello Roberto, di un anno maggiore di lui, ha patteggiato un
anno di reclusione con i benefici per lesioni personali gravi. L’uomo, che
aveva subito soccorso il congiunto, nel primo interrogatorio davanti al
magistrato aveva spiegato che non voleva
fare del male al fratello, solo calmarlo. Roberto, in preda a crisi di
etilismo, voleva uscire di casa e lui tentava di impedirglielo. L’altro
lo aveva aggredito e l’operaio, per difendersi, afferrato il primo oggetto a
portata di mano, un martello appunto, l’aveva colpito una volta. Appena si era accorto che il congiunto
sanguinava, aveva tamponato la ferita, chiamato il 118 e avvertito i
carabinieri. Il fatto era avvenuto una domenica sera nella casa dei genitori
dove Roberto era tornato a vivere dopo la separazione dalla moglie mentre il
fratello viveva in un’altra casa. L’uomo,
con problemi di alcolismo, era seguito dal servizio di igiene mentale di Ovada,
ma nonostante le cure a volte dava in escandescenze. Quella domenica sera
voleva uscire, Alessandro vedendolo molto agitato aveva cercato di
impedirglielo. Tra i due era nata una discussione, i toni si
erano alzati poi c’era stato un contatto "ravvicinato" con
l’aggressione al più giovane che, preso il martello posato su un mobile, si era
difeso. Mentre il ferito veniva portato in ospedale, Alessandro Gualco era
stato arrestato ottenendo poi i "domiciliari" con possibilità di
andare a lavorare nell’azienda, dove è occupato anche il fratello. L’operaio ha preferito chiudere la vicenda, il
difensore Lorenzo Repetti ha chiesto, con il consenso del pm, l’applicazione
della pena, accolta dal gip. Si. Fo. IL GIORNALE DI VICENZA TENTATO
OMICIDIO. I Cc hanno bloccato un clandestino. Il ferito è ricoverato, ha
rischiato la vita ma non è grave Campo
Marzo Lite col coltello Ammanettato La
baruffa era scoppiata, complice l’alcol, per qualche parola di troppo.
All’arrivo dei militari il tunisino aveva la lama in mano Resta in
carcere anche l’altro tunisino che sabato aveva aggredito madre e figlioletto Tentato
omicidio. È questa l’accusa mossa dai carabinieri del radiomobile al tunisino
che l’altra sera ha colpito con una coltellata all’addome un marocchino dopo
una baruffa scoppiata a Campo Marzo. In cella è stato accompagnato il
clandestino Saber Bouani, 28 anni, volto già noto alle forze dell’ordine.
All’arrivo dei militari aveva ancora la lama in mano. In ospedale resta
ricoverato, con una prognosi al momento di 10 giorni - ma è destinata ad
aumentare - El Mehdi El Hadani, 36 anni, residente in città. Ha subito un
profondo taglio: secondo i medici ha rischiato la vita, perché se fosse stato
colpito più in alto non ci sarebbe stato nulla da fare. L’ennesima lite fra stranieri era scoppiata
fra via Roma, via Verdi e il giardino pubblico verso le 22. In base ad una
prima ricostruzione, El Hadani si sarebbe avvicinato al tunisino e lo avrebbe
spinto. Il marocchino era ubriaco -
aveva un tasso alcolico di 7 volte superiore al limite consentito per guidare
- e il suo atteggiamento avrebbe infastidito Bouani, che dopo averlo invitato
in malo modo ad allontanarsi non ha esito ad
estrarre un coltello a serramanico da 17 centimetri e a piantarglielo
nell’addome. Mentre venivano chiamati i soccorsi, non si è
allontanato di molto. I carabinieri del capitano Lerario, intervenuti subito
dopo l’ambulanza, lo hanno scovato fra la gente e fermato. Mentre il Suem
portava d’urgenza al pronto soccorso El Hadani, i militari del maresciallo
Lombardi accompagnavano in caserma il tunisino. Sentito il magistrato, lo hanno
ammanettato. Nei giorni prossimi sarà interrogato e dovrà rispondere di tentato
omicidio. Nel frattempo, ieri è stato interrogato dal giudice Taoufik Ben Mohamed Bekir Bousaha, tunisino di 43 anni (avv. Andrea Balbo), che sabato era stato arrestato dalla polizia dopo che aveva aggredito una mamma col figlioletto, sempre a Campo Marzo. L’immigrato si è difeso, ma il giudice ha deciso di firmare un’ordinanza di custodia in carcere. D. N. IL GAZZETTINO (Belluno) A Lamon
un fine settimana dedicato ai motori anni ’50 Lamon Weekend all’insegna delle automobili e delle
moto americane anni ’50, quello alle porte, a Lamon. L’altopiano si accinge
infatti a ospitare la terza edizione dell’iniziativa "Rockin’
Mountain" organizzata dalla Eight Ball Gang e dalla Pro Loco Lamon. La
manifestazione, che sarà ospitata al campo sportivo anche con la possibilità di
campeggio, inizierà sabato alle 18 con l’arrivo dei partecipanti e con
l’esibizione del gruppo ferrarese Hot Kerosin. In serata, oltre agli stand
gastronomici, musica rock ’roll anni ’50 con il gruppo francese Long Black
Jackets formato da mamma, papà e due figli. L’indomani, domenica, ritrovo alle 9 delle
auto e delle moto in piazza III Novembre da dove partirà la sfilata che
raggiungerà Feltre. Al ritorno, dopo alcuni momenti di sosta, pranzo aperto a
tutti. Alle 16, poi, festa hawaiana con il gruppo trevigiano I Belli di
Waikiki. «Quest’ultima - spiega Stefano Coldebella, coordinatore
dell’iniziativa - è dedicata al nostro amico Daniel prematuramente scomparso qualche
tempo fa». Tante le curiosità preparate dagli
organizzatori per attirare l’attenzione del pubblico. Tra queste, ad esempio, una spina di birra montata sul telaio di
una Cadillac Eldorado del ’55 (*). Per ulteriori informazioni telefonare al
3383547733. (*) Nota: l’accostamento tra alcol e motori è
una delle sciagure di questi tempi, come dimostrano le cronache riportate
quotidianamente da questa rassegna. Non vedo motivi per celebrarlo. REPUBBLICA.IT Colpo di
scena ad Ascoli Piceno, il magistrato che deve giudicare il rom che, ubriaco,
travolse e uccise quattro ragazzi, ha deciso di astenersi Processo
per la strage di Appignano Il
giudice rinuncia per un’intervista Nell’articolo
uscito su un giornale locale, sembrava prefigurare la sentenza ASCOLI PICENO - Colpo di scena nel processo al
rom Marco Ahmetovic, che il 23 aprile scorso travolse e uccise, guidando ubriaco il suo furgone, quattro ragazzi fra
i 16 e 18 anni ad Appignano del Tronto: il giudice monocratico del
Tribunale di Ascoli Piceno Emilio Pocci ha rinunciato all’incarico, inviando
una lettera al presidente facente funzione del Tribunale, in cui annuncia la
sua astensione. Sembra che la decisione sia riconducibile ad
un’intervista a Pocci pubblicata ieri su un quotidiano locale nella quale il
magistrato sembrava già certo dell’esito del giudizio. Il presidente facente
funzione, Giuseppe Marangoni, ha già nominato il sostituto: sarà il giudice
Marco Bartoli a giudicare Ahmetovic. Il processo per l’omicidio colposo plurimo di
Eleonora Allevi, Alex Luciani, Davide Corradetti e Danilo Traini - falciati uno
dopo l’altro dal furgone del nomade il 23 aprile scorso, mentre andavano a
prendere un gelato in motorino - si è aperto il 9 luglio in un clima di
fortissima tensione, ed è stato subito rinviato al 17 settembre. Il rom, 22 anni, tutt’ora detenuto, ha chiesto di patteggiare una pena a tre anni e sei mesi per l’omicidio, più altri sei mesi per resistenza a pubblico ufficiale e un mese di arresto per guida in stato di ebbrezza. Il pm Carmine Pirozzoli aveva dato parere contrario, e Pocci si era riservato di decidere all’esito del procedimento. CORRIERE ADRIATICO Rom, il
giudice precisa “Non è
una sentenza già scritta” ASCOLI - Nel corso dell’intervista rilasciata dal giudice Emilio Pocci, impegnato nel processo a carico di Marco Ahmetovic, e pubblicata nell’edizione di ieri, è stata erroneamente riportata la frase: “Il processo non presenta dubbi di colpevolezza per cui si dovrebbe arrivare alla sentenza in tempi brevi”. Ad onor del vero le parole del dottor Pocci sono state le seguenti: “Si tratta di un episodio unico che potrà essere ricostruito in breve tempo. Per quanto riguarda i testimoni, molti dei quali risultano essere comuni all’accusa e alla difesa, ho ricordato che secondo il Codice spetta al presidente ridurre le liste manifestamente sovrabbondanti”. Nella prima udienza del processo Ahmetovic a costituirsi parte civile sono state le famiglie di tre delle quattro vittime: Allevi, Traini e Corradetti. Quella di Alex Luciani, invece, si costituirò parte civile in un processo separato. Questo perchè il ragazzo sedicenne, quando nella tragica serata del 23 aprile è stato investito dal furgone guidato da Marco Ahmetovic, in evidente stato di ebrezza, si trovava seduto dietro alla moto di 125 cmc di cilindrata di proprietà di Danilo Traini. Siccome il proprietario, purtroppo nell’incidente sono deceduti entrambi, era assicurato anche per i trasportati, la famiglia Luciani ha ritenuto di costituirsi parte civile nei confronti dell’assicurazione che copre i rischi del trasportato. IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia) Picchia
un agente dopo una rissa Arrestato
ventenne, era ubriaco Il
ragazzo ha avuto una violenta lite in uno stabilimento balneare. La polizia è
intervenuta per allontanarlo. Ma lui è tornato, ha minacciato di morte gli
agenti e li ha colpiti. Arrestato, è stato denunciato anche per guida in stato
di ebrezza Lido delle Nazioni, 12 luglio 2007 - La polizia di Lido delle Nazioni ha
arrestato la scorsa notte un ventenne residente in provincia di Reggio Emilia
per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Che non è l’unica accusa rivolta
al giovane che è stato denunciato anche per guida in stato di ebrezza. La scorsa notte, agenti liberi dal servizio
del posto di polizia temporaneo di Lido Nazioni sono intervenuti per sedare una
lite scatenatasi tra due persone all’interno di uno stabilimento balneare. Dopo
aver allontanato il giovane dal luogo, questo, incurante dell’avvertimento, è
tornato sul posto minacciando gli agenti di morte e colpendo uno di loro,
quando questi lo ha invitato a seguirli al posto di polizia. La reazione violenta ha causato delle lesioni al poliziotto che i medici del pronto soccorso hanno giudicato guaribili in 8 giorni. IL GAZZETTINO (Rovigo) La festa
della birra e tanta musica giovane Saranno gli impianti del campo sportivo
comunale di Pincara ad ospitare la prima edizione della "Pink Beer Fest
2007", in programma da oggi a domenica. Fortemente voluta dai ventenni del
paese, i quali hanno sia chiedendo sponsorizzazioni che il patrocinio del
comune, stanno alacremente allestendo i vari spazi per questi quattro giorni
all’insegna dell’allegria e della musica. Si comincia oggi con i "Tropical
Smooth"(alternative brit-rock), i "The Sexy Shitz"(metal shit)
ed i "
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