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(ASAPS) BARI, 16 luglio – Non è facile,
ammettiamolo, per le amministrazioni locali, trovare il modo di colpire la
coscienza collettiva degli utenti della strada, quando, a livello centrale, non
vengono poste in essere campagne di sensibilizzazione che possano dirsi
realmente efficaci. Mancano, purtroppo, la continuità, la capacità
comunicativa, la possibilità di affermare che ad un precetto – predisposto per
la tutela dell’incolumità sulle strade – segua poi l’applicazione ferrea e
certa di una sanzione. Michele Emiliano, sindaco del comune di Bari, ha
promosso un’iniziativa molto forte, volta appunto a colpire la sensibilità,
annunciando per lo scorso sabato una vera e propria giornata di lutto
cittadino. Niente veli scuri, però, o campane suonate a morto; niente fasce
nere al braccio o cortei funebri dietro ad un feretro: semplicemente, un invito
a non superare, per la giornata di sabato, i 30 chilometri
all’ora. Non sono state predisposte ordinanze che hanno limitato in effetti la
velocità, e quindi nessun autovelox o telelaser è stato poi tarato per
intercettare a crociere più basse dei limiti normalmente vigenti. “Si dice
che sia colpa dell’alcol, delle droghe, delle strade, delle discoteche. Non è
vero. La colpa è la nostra. Siamo noi gli assassini di chi muore per strada”.
Questa affermazione, che Michele Emiliano ha
affidato all’ufficio stampa del comune, intende colpire proprio tutti: è
incredibilmente democratica nella sua accusa incondizionata verso chiunque, a
qualsiasi titolo, si trovi ad interagire con gli altri, sulla strada. “Democratica”, abbiamo detto: se ci pensiamo
bene, è proprio così. Sulla strada, tutti sono potenziali vittime, senza
distinzione di razza, religione, appartenenza politica, età, o classe sociale.
Dopo il “giovedì nero” registrato a Bari lo scorso 12 luglio, quando sono morte
5 persone nel giro di poche ore, il primo cittadino è passato ad un livello di
reazione decisamente più alto, redigendo di proprio pugno un j’accuse ben circostanziato, ripreso
quasi integralmente dal Quotidiano Nazionale, al quale abbiamo attinto la
notizia. “Siamo
assassini ogni volta che pensiamo che un bicchiere in più, prima di metterci
alla guida, in fondo, non può farci male – scrive il sindaco di Bari – siamo noi, i colpevoli, ogni volta che
scegliamo di prendere l’automobile per spostarci di poche centinaia di metri. E
siamo complici ogni volta che guardiamo lo spot di un’auto che fa da zero a
cento in sette secondi, senza chiederci a cosa serva quell’auto, se non a fare
da zero a cento morti in poche settimane. Siamo assassini se non ci chiediamo
come sia possibile permettere ancora oggi che queste scatole della morte siano
prodotte e pubblicizzate impunemente”. Dunque, indifferenza, distrazione,
superficialità ed assoluta colpevolezza nel consentire a questi peccati
capitali della circolazione, di giustificarsi giorno per giorno e di
aggiungersi, uno dopo l’altro, nella cronaca ignorata dei media e delle agende
dei politici, oltre che della società intera. Per poi, alla fine, essere
archiviate e sopravvivere solo nei ricordi di chi sopravvive. “Siamo
colpevoli – aggiunge Michele Emiliano – quando
riduciamo alla contabilità di un numero da telegiornale il dramma di famiglie
distrutte per sempre. Qualcuno dice che i morti sulla strada sono il dazio da
pagare alla civiltà, il sacrificio necessario che il progresso esige. Se questa
è la civiltà, se questo è il progresso, sarebbe meglio fermare tutto - conclude
il messaggio del sindaco”. (ASAPS)
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