SOS SICUREZZA STRADALE Ubriaco travolge e
uccide 16enne Domani processo per direttissima Idea: etichette-choc
sulle bottiglie
Nonostante
l’emergenza, restano le incognite sui tempi di approvazione del Ddl - passato
alla Camera il 27 giugno - che stabilisce un giro di vite per chi guida in
stato di ebbrezza. Nei primi sei mesi dell’anno + 38% di infrazioni Roma, 16 luglio 2007 - Ancora incidenti
mortali sulle strade italiane provocati da guidatori in stato di ebbrezza. Ma
restano le incognite sui tempi di approvazione del nuovo disegno di legge sulla
sicurezza stradale. Una ragazza di 16 anni, Claudia Muro, è stata
travolta e uccisa da un auto guidata da un giovane ubriaco all’uscita da una
discoteca. accaduto intorno alle ore 4 di ieri in Piemonte, a San Secondo di
Pinerolo. La ragazza, che aveva trascorso la serata in discoteca in compagnia
del fidanzato e degli amici, stava attraversando la strada per raggiungere
l’auto che doveva riaccompagnarla a casa quando è stata travolta dalla Rover
200 di Corrado Avaro, di 30 anni. Nel certificato riferito alle analisi
effettuate dall’artigiano è riportata una concentrazione di alcol nel sangue
pari a 1,92, il triplo di quanto consentito dalla legge. Secondo quanto
spiegato dai carabinieri, ad Avaro, 30 anni a settembre, era già stata ritirata
tre volte la patente, e sempre per guida in stato di ebbrezza. Aveva ripreso il
permesso di circolazione solo da pochi giorni. PROCESSO PER
DIRETTISSIMA
Corrado Avaro, il 30enne che ha travolto e
ucciso Claudia Muro, sarà processato domani per direttissima. Il pirata
comparirà davanti al tribunale di Pinerolo, quasi in contemporanea ai funerali
della giovane vittima, in programma a Pasta di Rivalta, sempre in provincia di
Torino. Avari e’ assistito dall’avvocato Giancarlo
Perassi: ’’Andavo piano e non l’ho vista’’, ha detto alle forze dell’ordine
subito dopo l’incidente. Sottoposto al test dell’alcol, aveva un tasso
alcolemico tre volte superiore ai limiti previsti dalla legge. Ora si trova nel carcere di Saluzzo (Cuneo),
con l’accusa di omicidio colposo. L’udienza di domani e’ fissata per le 8.30.
Un’ora e mezza dopo, alle 10, la famiglia e gli amici saluteranno per l’ultima
volta Claudia. I suoi funerali si terranno nella chiesa di Pasta, una piccola
frazione di Rivalta, dove la giovane investita viveva con i genitori, originari
della provincia di Potenza, e tre fratelli. IL DDL ACCELERA
Sono intanto stretti i tempi, al Senato, per
approvare il Ddl sulla sicurezza che modifica il Codice della Strada prima
della pausa estiva. Un provvedimento su cui preme il ministro dei Trasporti
Alessandro Bianchi, specie dopo i gravi incidenti, mortali, del week end, ma
che rischia di non essere licenziato da Palazzo Madama prima dell’estate. Palazzo Madama deve approvare "al più
presto" le nuove norme del codice della strada e se, per fare fronte a
tutti gli incidenti causati da guida in stato di ebbrezza, si dovesse rendere
necessario cambiare anche il codice penale "lo si faccia, soprattutto
quando il sentire comune va in questa direzione", ha sostenuto il ministro
dei Trasporti, Bianchi, sul Corriere della Sera, spiegando che si potrebbe
ricorrere all’arresto obbligatorio nel caso in cui si accerti che il guidatore
sia ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il Ddl era stato approvato alla Camera lo
scorso 27 giugno, con l’astensione della Cdl e il mal di pancia della Rosa nel
pugno, che chiedeva alcune modifiche. E’ stato assegnato alla Commissione
Lavori pubblici del Senato, che secondo quanto stabilito giovedì in Ufficio di
Presidenza dovrebbe iniziarlo ad esaminare questa settimana. "I tempi per il via libera della
Commissione ci sono - dice Alessio Butti, An - ma bisogna vedere cosa succede
in Aula". L’Assemblea ha già in calendario per questa settimana il decreto
Bersani sull’energia, quello Iva sulle automobili, nonché la comunitaria e il
voto sulle dimissioni di Gustavo Selva. Per questo, dice Butti, "per il
via libera dell’Aula il punto sono le priorità della maggioranza, e anche
quante modifiche si decidano eventualmente di fare". Ne parleremo in capigruppo - dice Giovanni
Russo Spena, presidente dei senatori di Rifondazione -, ma non so se ce la
faremo prima dell’estate". Scetticismo che sarebbe condiviso anche
dall’Ulivo. LA PROPOSTA
’’Etichette-choc sugli alcolici per fermare
questa carneficina’’. Il ministro della Salute Livia Turco: bisogna convincere
tutti che bere e guidare e’ un gravissimo rischio. L’idea è di scrivere una
serie di slogan sulle etichette di birra, vino e superalcolici. Ad esempio:
"Vietato guidare". (*) Regolamentare la pubblicità degli alcolici ed
etichettare le bottiglie, avvertendo dei pericoli che questi comportano: ecco
le due proposte che il ministro della sanità, Livia Turco, presenterà e che
annuncia a Repubblica, dopo il tragico incidente in provincia di Torino, dove
una ragazza di 17 anni è stata investita e uccisa da un ubriaco. "Davanti
a questa carneficina sulle strade invito a non dividerci e a un’assunzione
condivisa di responsabilità - continua la Turco - Ma chiedo anche norme
cogenti, augurandomi che venga approvato il disegno di legge governativo sul
divieto di vendita di alcolici in autogrill. Un tavolo di concertazione con
produttori e pubblicitari, prima delle ferie di agosto, va convocato per
risolvere diverse questioni. Rispetto alle condanne, il ministro aggiunge:
"Chiedo pene severe e certe. Controlli più efficaci sulle strade. Azioni preventive.
Una cultura adeguata sull’uso e abuso di alcool - continua la Turco - Non
cambierei la fattispecie penale, prevedendo sempre e comunque l’omicidio
colposo per chi guida in stato di ebbrezza". ALCOL CAUSA DI 4MILA
INCIDENTI L’ANNO
"I giovani sono interessati con
particolare frequenza dagli incidenti derivanti da stato psicofisico alterato
del conducente (malore, sonno, uso di sostanze stupefacenti o psicotrope,
ebbrezza da alcol), che rappresentano il 2% del totale di tutte le cause di
incidente stradale nell`anno ed hanno spesso conseguenze molto gravi. Nell`ambito di tali cause di incidente,
l’ebbrezza alcolica ha rappresentato nel 2005 il 70% del totale, con 4.107 casi
rilevati". Così si legge nel Rapporto inviato dal
ministro della Salute, Livio turco, al Parlamento alla fine di maggio. In base
ai dati delle ultime tabelle Istat disponibili, nel 2005 si è registrata
"una lieve diminuzione rispetto ai 4.140 casi rilevati nel 2004, che
rappresentavano il 72% delle cause di incidente correlate a stato psicofisico
alterato per quell`anno". La Commissione europea per i trasporti ha
fissato un obiettivo ambizioso, il dimezzamento del numero di persone uccise
sulle strade della Ue. Nel 2000 erano 50mila, nel 2010 dovranno arrivare a 25mila.
L`analisi delle cause che determinano gli incidenti stradali mostra che, a
livello europeo, uno su quattro è attribuibile a chi ha alzato troppo il
gomito. E che,
negli incidenti causati da guida in stato di ubriachezza, la stragrande
maggioranza delle persone coinvolte (circa il 96%) è rappresentata da uomini.
Di questi, il 33% ha un`età compresa tra i 15 e i 34 anni. "Preoccupante" è poi considerato il
dato relativo ai giovani tra gli 11 e i 15 anni per i quali esiste il divieto
di somministrazione di alcolici e, tra i quali, ben il 19,5% dichiara di aver
bevuto alcoli nel corso dell`anno". In
particolare tra i giovani (14-17 anni) tale abitudine è raddoppiata dal 1994 al
2006; la diffusione di consumo, abuso e ubriacature fra i giovani e giovanissimi,
comprese le giovani donne; l’elevata e crescente mortalità giovanile per
incidente stradale che in Italia si stima correlato ad abuso di alcol per più
del 40% dei casi e che rappresenta la causa di più del 46% del totale dei morti
di età compresa tra 15 e 24 anni. CONTROLLI POLSTRADA
Sempre più numerosi gli italiani che si
mettono al volante dopo avere consumato una quantità eccessiva di bevande
alcoliche. Nei primi sei mesi di quest’anno la Polizia stradale ha accertato
14.836 infrazioni all’articolo 186 del Codice della strada (quello che punisce
appunto la guida in stato di ebbrezza), il 38,07% in più di quelle dello stesso
periodo del 2006, quando ad essere pizzicati «brilli» al volante erano stati in
10.745. Delle 14.836 infrazioni contestate da gennaio
a giugno del 2007, 2.815 sono state accertate in autostrada (il 15% in più
rispetto al 2006) e 12.021 su strade statali, regionali, provinciali e comunali
(+44,8%). (*) Nota: …e sui veicoli: “vietato bere” LA STAMPA ELENA LOEWENTHAL
Tra urla e condoni
In meno di 24 ore due farabutti uccidono
quattro persone guidando con un vertiginoso tasso di alcol nel sangue. I
quattro in questione sono due adolescenti e due bambini, colpevoli di trovarsi
su un’altra macchina, di attraversare la strada lungo le strisce pedonali. Ora
il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi invoca pene più severe per chi
provoca incidenti in stato di alterazione, mentre sul fronte della magistratura
vi è chi, come un pubblico ministero di Bologna, qualifica omicidio «volontario»
e non più «colposo» quello commesso sulle strade in stato di ebbrezza. All’indomani di queste due tragedie, purtroppo
soltanto le ultime puntate di un terribile serial da qualche tempo alla ribalta
della cronaca, è difficile, persino ingiusto, inoltrarsi in disquisizioni
giuridiche. Per altro verso, quanto è banale e perciò offensivo chiamare in
causa quella retorica dell’indignazione di cui tutti ormai dovremmo conoscere
la breve, e inutile, vita. Occorre prendere, e con urgenza, misure pratiche: come
ad esempio quella, talmente ovvia da sembrare sorprendente, di tenere davvero
in carcere chi ammazza in stato di ebbrezza (quanto inadeguata risulta questa
affascinante parola di fronte alla catena di infamie compiute al volante). Poco
importa se per omicidio «colposo» o «volontario». L’importante è che sia
qualcosa da scontare attraverso una pena e fra le mura di una cella, senza
condoni di sorta e discrezionalità d’occasione, senza poter approfittare dei
garbugli giuridici per darsela comodamente a gambe o, peggio ancora, tornare al
volante. L’ultimo farabutto delle ultime 24 ore non era affatto nuovo a
prestazioni automobilistiche estreme; il più delle volte queste tragedie sono
frutto di aberrazioni recidive. Bisogna, quanto meno, far sì che il farabutto
di turno non si ripeta. Che possa farlo, sempre che sia così farabutto da fare
cose del genere, una volta soltanto. E poi basta: in un modo o nell’altro, con
l’aiuto della legge e quello dell’educazione sociale. Perché al di là di queste strazianti e assurde morti di bambini sulle strade vi è, oltre che un’emergenza d’ordine pubblico, anche una piaga collettiva dai lunghi effetti. Queste storie sembrano infatti concepite apposta per scavare un abisso fra il mondo degli adulti - che guidano e bevono e uccidono - e quello dei bambini, degli adolescenti - che muoiono assurdamente, nella totale innocenza. Purtroppo, però, la realtà non è soltanto questo. Anni fa noi italiani ce la ridevamo di fronte alle drastiche misure prese dai progrediti Paesi del Nord Europa per contrastare la piaga dell’alcolismo giovanile. Bevande vietate ai minori, coprifuoco, campagne sociali: tutto ciò pareva, a noi solari italiani armati non di birra ma di pizza, giungere da un altro mondo. Ora non è più così: spesso per i nostri adolescenti l’alcol è lo scopo, nemmeno più «soltanto» il mezzo, del divertimento, della serata in compagnia. Chi non beve è altro che una spia: è il secchione, l’escluso per antonomasia. Bere al punto di alterarsi, star male e vomitare e non ricordare nulla se non un tremendo mal di testa, è ormai la litania dei fine settimana per molti adolescenti. Maschi e femmine. Non è nemmeno più una trasgressione: fa parte di una routine generazionale che sembra esistere da sempre, anche se non è affatto così. Purtroppo, il campo battaglia contro l’alcol e i suoi micidiali abusi non si limita alle strade del nostro Paese. Arriva fin dentro le nostre case. CORRIERE DELLA SERA
Le stragi del sabato
sera La serietà che non
abbiamo
Gli autogrill francesi
sono tappezzati di foto scioccanti. E negli Usa finisci in galera anche se ti
chiami Paris Hilton. 16 luglio 2007 - Quante Claudie ammazzate a
sedici anni, quanti ragazzi che non diventeranno grandi, quante famiglie
distrutte, quante campagne educative e quanti convegni ci toccherà sopportare,
prima che si riesca a interrompere l’accoppiata malvagia bere/guidare? Non ci vuole Harry Potter: basterebbe una
serietà che non abbiamo. La buona volontà, qua e là, c’è: ma non è più
sufficiente. C’è un fatalismo lassista che percorre l’Italia come un alito
cattivo. Si sente dire: «La gente beve, la gente guida, la gente muore. Accade
dappertutto». Storie: altrove fanno, e non parlano. In Francia mettono
fotografie choc negli autogrill; negli Usa ti mettono in galera (anche se ti
chiami Paris Hilton); in Germania la polizia presidia i quartieri del
divertimento; in Australia un ragazzo responsabile di un incidente in stato di
ebbrezza non può portare in auto altri ragazzi. In Inghilterra — dove mi trovo
— il governo e la polizia bombardano l’automobilista di raccomandazioni, e lo
tallonano: controlli a raffica, soprattutto il fine settimana. Se la polizia stradale, in Italia, si mettesse
all’uscita di un pranzo di nozze, potrebbe togliere la patente a tutti gli
invitati, e allo sposo. Ma non lo fa. Si sa com’è: nei matrimoni si beve. E poi
bisogna tornare a casa, no? Ero al cinema, qui a Londra, ieri pomeriggio:
campagne brutali pure lì. Il messaggio deve entrare nella testa della gente.
Stasera posso uscire, andare in un pub e bere cinque pinte di birra: ma non
sono libero di salire in auto e guidare. Perché di notte la polizia ferma gli
automobilisti. Mi è successo due volte, nei cinque anni vissuti qui. Nei
venticinque anni trascorsi da patentato in Italia, MAI. In Italia i controlli sono ridicoli: 200mila
l’anno, contro 8 milioni in Francia. Il ministro Amato ha promesso di portarli
a un milione, e so che qualcosa si muove (+38 per cento, leggo). Ma troppo poco
e troppo piano. In Italia si può bere, guidare, provocare incidenti: e rifarlo.
Al responsabile della tragedia di Pinerolo era già stata ritirata la patente
tre volte. C’è una legge in attesa al Senato, dopo essere stata approvata alla
Camera: all’inizio si parlava di confisca del veicolo, nei casi più gravi. Ora
non se ne parla più. Intervenire non è solo moralmente giusto, civicamente
doveroso e politicamente opportuno. È drammaticamente urgente. Alle pessime
abitudini italiane si sono aggiunti i comportamenti dei nuovi arrivati: che hanno
capito subito come, in Italia, sia possibile combinare di tutto, e farla
franca. Queste notti in Italia non hanno più la
dolcezza della canzone di Fossati: sono piene di schianti e sporche di sangue.
I genitori dovrebbero trovare il coraggio d’impedire ai figli minorenni, e
spiegare ai figli maggiorenni, che l’abitudine del ritorno all’alba è cretina,
e maledettamente pericolosa. Ma il governo dovrebbe fare molto, molto di più.
Se la polizia stradale e i carabinieri non hanno soldi per gli straordinari,
troviamoglieli. Se la polizia locale non ha gli etilometri, procuriamoglieli.
Se la magistratura non ha le norme adeguate, approviamole. Ma per favore: basta
promesse e dichiarazioni. Claudia aveva sedici anni. Uccisa da un
ubriaco all’uscita di una discoteca. Sbattuta lì come una bambola: morta sul
colpo. Lui era talmente bevuto — riferiscono i testimoni — che è sceso dalla
macchina, e s’è acceso una sigaretta, come se niente fosse. Beppe Severgnini CORRIERE DELLA SERA Lo studente modello,
il mediano, i fratellini Quando l’alcol
distrugge la vita degli altri
Si muore fuori dalla
discoteca, tornando a casa dall’ufficio, oppure nelle stradine di campagna dove
non passa quasi nessuno MILANO 16 luglio 2007 - Yunior Eyafe Harryman, 17 anni, aveva 8 in italiano,
9 in matematica, 10 in informatica. Quello che si dice un ragazzo in gamba. A
scuola i prof lo lasciavano entrare ogni giorno 10 minuti in ritardo perché
doveva aiutare la mamma malata, immobile nel letto di casa, a fare colazione. È
morto la notte di giovedì 28 giugno, appena fuori Cremona. Era andato a
prendere un gelato con tre amici. Adam Fassali, 20 anni, studiava architettura.
Davide Chiodelli, 21, aveva aperto da poco un’osteria con il padre. Adenilson
Grisi, 24, faceva il promotore finanziario e, nel tempo libero, il pilota di go
kart. Sono morti tutti. Uccisi dall’Audi A4 di un giovane albanese che quando
era uscito dal night, pochi minuti prima, non riusciva quasi a reggersi in
piedi. I comportamenti a rischio non esistono. Almeno
per le vittime. Si muore fuori dalla discoteca, tornando a casa dall’ufficio,
oppure nelle stradine di campagna dove non passa quasi nessuno. E poi restano
solo le statistiche, il dolore delle famiglie, le fototessere negli archivi dei
giornali. Cormac Page era arrivato a Ferrara dall’Irlanda nel 1998 per
insegnare l’inglese e per sposare Barbara. Oggi, come ogni estate, dovrebbe
essere in vacanza con la moglie a Dublino, dai genitori. Il 14 marzo, alle 7 di
sera, mentre tornava a casa da scuola, è stato tamponato da una Mercedes a
tutta velocità. Aveva 53 anni. È sepolto nel cimitero del quartiere di
Quacchio. Proprio davanti alla tomba di una ragazza uccisa 16 anni fa, anche
lei da un automobilista ubriaco. «Ci siamo conosciuti tardi, non abbiamo potuto
avere figli - racconta Barbara -. Ora sono completamente sola, abbandonata. Ma
questa non è una tragedia personale. Mio marito è stato vittima di una strage
di Stato. Perché lo Stato tutte queste morti potrebbe impedirle, e invece non
fa nulla». Nella strage sono morti anche Giulia Biondani e Andrea Gecchele,
entrambi di 22 anni, fidanzati. È successo a Verona, un anno fa. Il rumeno che
guidava contromano è di nuovo libero. Le foto dei bambini sembrano tutte uguali.
Perché sono tutti bellissimi. I fratellini Sabatino e Gherardo Molinari, 10 e
11 anni, e il loro cuginetto Michele Landi, 6, li hanno seppelliti ieri. «Tre
angeli che volano verso il Cielo» c’era scritto su uno striscione davanti alla
chiesa di Santa Croce a Mercato San Severino, Salerno. Le madri dei tre piccoli
non c’erano. Sono ancora in ospedale, in stato di choc. Dei bambini è
impossibile raccontare le storie, e il futuro infinito. Cosa sarebbero
diventati da grandi Michael Vigna e Francesco Barbonaglia, 7 e 8 anni? Forse
avrebbero cambiato il mondo. Più probabilmente sarebbero diventati dei padri, e
poi dei nonni. Sono morti in gita scolastica. Il pullman si è ribaltato in
autostrada, vicino a Vercelli. L’autista aveva fumato marijuana. Danilo «Lillo»
Traini e Alex Luciani erano adolescenti. E in paese la gente era pronta a
scommettere: «Sta a vedere che questi finiscono in serie A». Alex, 16 anni, era
famoso per come batteva le punizioni. Lillo, 17, era un mediano dai piedi
buoni, «e in mezzo al campo la classe fa la differenza». Anche Davide Corradetti,
16 anni, giocava a calcio, ma forse preferiva i videogiochi. E faceva anche il
volontario in un programma della Regione contro la dispersione scolastica.
Eleonora Allievi, 19, invece era un po’ preoccupata perché le sembrava di aver
messo su qualche chilo di troppo. L’unico problema, forse, è che non aveva
ancora trovato un ragazzo che le dicesse quanto era bella. O magari l’aveva
trovato, ma era a lei che lui non piaceva. Sono morti carbonizzati, martedì 24
aprile ad Arpignano del Tronto (Ascoli). Erano in motorino, li ha travolti un
rom al volante di un furgone. Al funerale, durante la preghiera dei fedeli, un
amico ha detto: «Signore, oggi è difficile rivolgersi a te». Paolo Beltramin BLOGOSFERE
Incidenti stradali e memoria corta: l’Italia
si scandalizza sempre ma non fa mai nulla (*) Si chiamava Claudia e aveva 16 anni. Sabato
notte era uscita dalla discoteca e stava attraversando la strada quando è stata
investita da un’auto guidata da un trentenne con un tasso alcolico nel sangue
tre volte superiore al limite consentito dalla Legge. Luchino 78, a fronte di queste continue
stragi, si chiede dove siano finiti i politici mentre Fulvia Leopardi si
domanda a cosa serva la patente a punti "se una persona cui è stata
ritirata la patente per tre volte può andare in giro come se niente
fosse". Al ragazzo che ha investito Claudia, infatti, la patente era già
stata ritirata due volte. E dire che gli incidenti stradali non sono
pochi. Ogni anno provocano circa 8mila vittime, 170.000 ricoveri ospedalieri e
600.000 prestazioni di pronto soccorso (Fonte Ministero della Salute). Eppure bisogna aspettare di vedere il morto
per far rimontare la polemica. Subito dopo qualche strage i politici
farfugliano frasi moralistiche e paternalistiche di circostanza ("Bisogna
evitare queste stragi", "Servono più controllo", "Impediamo
che i giovani vadano al volante dopo aver bevuto" e così via) ma basta il
caldo, l’allarme siccità, il politico "beccato" mentre tradisce la
moglie per ritornare nella banale e superficiale Italietta dalla memoria corta
che vive di scandali (Vallettopoli, Calciopoli, Tangentopoli...) ma che non si
indigna mai veramente. Libero Pensiero fa un confronto con gli Stati
Uniti, dove anche Paris Hilton viene mandata in carcere perchè guidava ubriaca.
In Italia, invece, uno può uccidere quattro persone che attraversano sulle
strisce pedonali perchè si è "sgolato" un bicchiere di troppo e
riavere la patente. Ma chi è che fa queste leggi? E i controlli? Le Mille e una Napoli fa notare che in Francia nel 2006 sono stati fatti
11 milioni di test con l’etilometro agli automobilisti mentre in Italia non si
raggiungono i 330mila. Dalla Parte di chi guida fa una riflessione interessante
sul ruolo degli autovelox: multano chi supera i limiti ma se uno sta guidando da
ubriaco chi se ne accorge? (*) Nota: mi stupisco sempre di quanta poca memoria abbia il popolo. (Adolf Hitler) SKY LIFE Alcol e stragi sulle
strade. E’ emergenza
Bianchi: Pene più severe, ritiro della
patente e arresto. Amato: Sequestrare auto a chi guida ubriaco I fatti - Un week end di sangue sulle strade
italiane. L’ennesimo. Tre bambini sono morti nella notte di venerdì sulla A30
Caserta-Salerno; una ragazza di 16 anni ha perso la vita a Pinerolo. In tutti e
tre i casi c’è un solo responsabile: guida in stato di ebbrezza. Gerardo, Sabatino, e Michele (rispettivamente
di 11, 10 e 6 anni) sono morti in un incidente causato da un 24enne ubriaco che
ha tamponato l’Alfa sulla quale i bimbi viaggiavano insieme ai genitori. Intorno alle 4 di
domenica mattina Claudia Muro è stata travolta e uccisa da un’auto guidata da
un giovane 30enne ubriaco all’uscita da una discoteca. Il responsabile della
tragedia aveva in corpo una quantità di alcol tre volte superiore al
consentito. All’uomo era stata già ritirata la patente tre volte, sempre per
guida in stato di ebbrezza. Le loro vite si aggiungono a un lungo
bollettino di morte, che rivela come l’alcol e la velocità siano i principali
killer della strada. Bianchi - “Numeri da guerra”, li aveva definiti
qualche mese fa il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Oggi ripete: “Il
bollettino delle vittime della strada non è da Paese civile”. Il ministro,
intervistato telefonicamente da SKY TG24, ricorda che “il governo si à già
mosso presentando un disegno legge già approvato alla Camera. I controlli
aumenteranno e le sanzioni saranno più severe per i tre livelli previsti:
multe, ritiro della patente e arresto. Quest’anno abbiamo avuto 5.500 vittime
sulla strada, si tratta di una vera e propria emergenza”. Bianchi si auspica
che il provvedimento venga presto approvato in Senato: “Il disegno di legge
alla Camera è passato anche con il sostegno dell’opposizione: c’è una
responsabilizzazione globale, speriamo al più tardi a settembre di avere a
disposizione le nuove norme”. Di Pietro – Vuole norme più severe anche il
ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro: “Nel nostro Paese la legge è
un optional, chi guida ad alta velocità sa che può farla franca, c’è un senso
di impunità”. Per questo, aggiunge il ministro, “sono tra quelli che ritengono
che ubriacarsi o drogarsi sapendo che bisogna prendere la macchina, di fatto è
comportarsi come chi, nel momento in cui è in grado di capire, di comprendere,
di scegliere e di volere, decide di rischiare la vita degli altri”. E dunque “se
poi provoca lesione o morte, deve essere dichiarato responsabile di omicidio o
lesioni volontarie e non soltanto di una imprudenza o imperizia. E come tale
deve finire in galera”. Turco - Il ministro della Salute Livia Turco
rilancia il disegno di legge governativo sul divieto di vendita di alcolici in
autogrill. E sulle condanne: “Chiedo pene severe e certe. Controlli più
efficaci sulle strade. Azioni preventive. Una cultura adeguata sull’uso e abuso
di alcol. Non cambierei la fattispecie penale, prevedendo sempre e comunque
l’omicidio colposo per chi guida in stato di ebbrezza”. Amato – Vuole proporre il sequestro dell’auto di
chi viene scoperto alla guida in stato di ebbrezza il ministro dell’Interno Giuliano
Amato. Nel disegno di legge sulla sicurezza stradale il governo aveva previsto la confisca o almeno il
sequestro del veicolo nel caso di guida sotto l’effetto di alcolici. Alla
Camera, però, i deputati hanno tolto dal
provvedimento del governo sia la confisca sia il sequestro del veicolo,
prevedendo il semplice fermo e lasciando
il sequestro solo per la guida sotto l’effetto di droghe. (*) Il ministro
Amato, spiegano al ministero, riproporrà ora al Senato le norme originarie. (*) Nota: a parte il fatto che l’alcol è una droga, in questo caso la confisca ed il sequestro non sono delle sanzioni amministrative, ma hanno uno scopo preventivo. Sono quindi da mettere in relazione alla possibilità di reiterare il reato, non alla liceità delle sostanze. Turco: etichette-choc
sugli alcolici per fermare le carneficina Intervista di
Vladimiro Polchi, da "La Repubblica"
ROMA - 16 luglio 2007 Etichette sugli alcolici: "L´abuso è
pericoloso", "Vietato guidare in stato di ebbrezza". Maggiori
controlli sulle strade. Pene severe e certe. Divieto di vendita di alcol in
autostrada. Livia Turco ha sotto gli occhi l´ennesima tragedia della strada: un
uomo ubriaco al volante, una giovane 17enne uccisa sul colpo. «La diffusione
dell´alcol è un´emergenza soprattutto tra i giovani», spiega il ministro della
Salute, che avanza due proposte immediate: «Primo, regolamentiamo le pubblicità
di alcolici nel nostro Paese; secondo, etichettiamo le bottiglie, avvertendo
dei pericoli che questi comportano». Ministro, l´alcol
semina ancora morte sulle strade italiane: nelle ultime 48 ore, quattro giovani
vite sono state stroncate da automobilisti in stato di ebbrezza. Come
affrontare questa emergenza? «Più che un´emergenza,
l´abuso di alcol è un grave tema sul tappeto da anni. Tra i giovani (14-17
anni) l´abitudine a bere fuori dai pasti è, per esempio, raddoppiata dal 1994
al 2006. Per fortuna il governo se ne sta già occupando». Come, mi scusi?
«Con il recente "Piano nazionale alcol e
salute", approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 29 marzo e col
programma "Guadagnare Salute", pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
del 25 maggio. Quest´ultimo interviene su quattro questioni fondamentali:
nutrizione, fumo, attività sportiva e, appunto, alcol». D´accordo, ma quali
sono gli interventi concreti?
«Insieme alle Regioni abbiamo previsto di
agire sul fronte della repressione e della prevenzione. Ricordiamoci infatti
che il 45% degli incidenti stradali avviene tra il venerdì e il sabato. Bisogna
dunque aumentare e rendere più visibili i controlli sulle strade, anche
eventualmente con cartelli che avvertano i guidatori dei controlli in corso.
Non solo. Abbiamo deciso di favorire la distribuzione gratuita di kit per
verificare il proprio tasso alcolico, prima di mettersi alla guida. Abbiamo inoltre
previsto l´obbligatorietà di corsi specifici e a pagamento, preliminari alla
restituzione della patente, per chi è stato trovato in stato di alcolemia
illegale. Infine, vogliamo abbassare i limiti legali di alcol per i
neopatentati». Crede che questo possa
bastare?
«Viviamo in un Paese dove chi parla di divieto
di vendita di alcolici, passa come brutale proibizionista o come persona
indifferente alle sorti della nostra industria. Ecco, io davanti a questa
carneficina sulla strade invito a non dividerci e a un´assunzione condivisa di
responsabilità. Ma chiedo anche norme cogenti, augurandomi che venga presto
approvato il disegno di legge governativo sul divieto di vendita di alcolici in
autogrill. L´abuso di alcol è un´emergenza, su cui dobbiamo agire insieme ai
produttori e anche ai pubblicitari». Pensa a una sorta di
regolamentazione degli spot e cartelloni pubblicitari sugli alcolici?
«Non mi sembra un progetto inverosimile. Su
questo dobbiamo contemperare l´interesse generale, con quello legittimo dei produttori.
Per questo chiedo alle aziende un´assunzione di responsabilità, nel
regolamentare i messaggi pubblicitari. Al di fuori di una logica
proibizionista, gli chiedo insomma che ci facciano loro una proposta». (*) Non si potrebbe anche
apporre un´etichetta sugli alcolici, così come previsto oggi per le sigarette,
che avverta dei rischi connessi all´abuso e del divieto di guida in stato di
ebbrezza? «Sì, credo che sia giusto per i
superalcolici prevedere un´etichettatura che metta in guardia dai pericoli
legati al consumo. Senza però alcuna imposizione, ma attraverso un tavolo di
concertazione condiviso». (**) Un tavolo, quando?
«Nel corso dei lavori già cominciati,
convocherò il tavolo prima delle ferie di agosto». Condivide la tesi del
pm di Bologna, Valter Giovannini, che ha chiesto la cattura per omicidio
volontario di un ubriaco responsabile della morte di un altro automobilista? «Io chiedo pene severe e certe. Controlli più
efficaci sulle strade. Azioni preventive. Una cultura adeguata sull´uso e abuso
di alcol. Il tutto senza eccessi e senza sensazionalismo. Per questo non
cambierei la fattispecie penale, prevedendo sempre e comunque l´omicidio doloso
per chi guida in stato di ebbrezza. Non bisogna infatti nasconderci qual è il
quesito di fondo sollevato da queste tragedie». Quale?
«L´uso di mix superalcolici sta diventando un
pericolo per la salute pubblica e la qualità della vita. Dobbiamo allora
chiederci qual è la scala di valori che ci sta dietro e perché si ricerca
sempre più spesso il benessere nell´uso di sostanze alcoliche o stupefacenti». (*) Nota: non dovrebbe essere il parlamento a redigere le leggi? In giornate
come queste dove l’attualità della cronaca ci riporta a grandi tragedie, tutto
questo servilismo verso chi trae profitto dagli alcolici appare ancora più
incomprensibile. (**) Nota: esiste già una legge, completamente disattesa, sulle etichettature dei prodotti (legge 126/1994), che all’articolo 1 impone di indicare in etichetta informazioni e avvertenze sui rischi del consumo di quella sostanza. IL GIORNALE Amato: sequestrare
l’auto agli ubriachi
di Redazione Roma - lunedì 16
luglio 2007 E’ "emergenza nazionale" per gli incidenti stradali. Il
ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi non gira intorno alla questione. In
questo fine settimana hanno perso la vita sulle strade e autostrade italiane,
in 34 incidenti mortali, 36 persone. Si tratta di un dato in diminuzione sia
rispetto allo scorso week end, quando i morti furono 40 in 38 scontri, sia in
relazione allo stesso periodo dell’anno scorso, quando si contarono 50 vittime
in 42 incidenti. Ma sono cifre comunque preoccupanti: un totale di 6mila morti
all’anno e 300mila feriti. Più preoccupanti se si indaga sulle cause. Abuso di alcol e droghe Il 30-50% degli
incidenti del sabato sera è dovuto, secondo l’associazione Codici, all’abuso di
alcol. "Il dato sconvolgente - dichiara il segretario Nazionale del Codici
Ivano Giacomelli - è che la maggior parte degli incidenti stradali sono provocati
da abuso di alcol e di droghe del conducente". Da qui, la necessità di
interventi mirati e azioni concrete atte a debellare la tendenza a mettersi
alla guida in stato di ebbrezza. Come: campagne di prevenzione contro l’uso e
l’abuso di droghe e alcolici, maggiori controlli da parte delle forze
dell’ordine sulle strade e in particolare in prossimità dei locali notturni. e
norme più severe per chi viene trovato ubriaco. Bianchi: "Numero delle vittime non è da
paese civile" Questo potrebbe ridurre "il bollettino delle vittime
della strada", come sostiene il ministro Bianchi. Che ha ricordato che
alla Camera il disegno di legge "è passato anche con il sostegno
dell’opposizione: c’è una responsabilizzazione globale speriamo al più tardi a
settembre di avere a disposizione le nuove norme". Bianchi ha quindi
sottolineato come il "bollettino delle vittime della strada non è da paese
civile". E ha concluso: "Considerate che tutti gli altri tipi di
morte in questo Paese, sul lavoro, per incidenti di altro tipo, per omicidi non
fanno lo stesso numero di vittime che fa la strada». Amato: "Sequestro
dell’auto a chi guida ubriaco"
Il sequestro dell’automobile e nei casi più
gravi la confisca della vettura. Questa la proposta del ministro dell’Interno
Giuliano Amato per risolvere l’emergenza incidenti stradali e punire tutti
coloro che guidano sotto l’effetto di alcolici. L’ultima ondata di incidenti
stradali mortali, con una serie di scontri dovuti all’ebbrezza, ha riproposto
il tema di norme e controlli più severi lungo le strade. "E’ un
comportamento che il Governo ha voluto punire severamente nel suo ddl
prevedendo la confisca o almeno il sequestro del veicolo in questi casi",
ha detto una fonte del Viminale. Aci: "Applichiamo gli strumenti esistenti" "Norme e strumenti per affrontare la piaga degli incidenti stradali ci sono. Devono solo essere utilizzati con costanza, coerenza, chiarezza ed equità". Questo il commento dell’Automobile club d’Italia sugli ultimi gravi incidenti che hanno insanguinato le strade italiane. "La sicurezza stradale - sottolinea l’Aci in una nota - non è un problema estivo, ne può riassumersi nelle stragi del sabato sera. La realtà è che l’Italia continua a non affrontare adeguatamente un’emergenza che è quotidiana". CALTANET SICUREZZA STRADALE: FERRERO, IN CDM DDL SU
PUBBLICITA’ ALCOLICI Roma, 16 lug. - ’’Il ministero della Solidarieta’ sociale presentera’ domani al pre-Consiglio un Disegno di legge che regolamenta la pubblicita’ dei superalcolici, rendendo piu’ stringenti le regole in materia e intervenendo sulla prevenzione e l’informazione’’. Lo Annuncia in una nota il ministro per la Solidarieta’ Sociale, Paolo Ferrero, sottolineando che ’’di fronte al moltiplicarsi di gravissimi incidenti causati da chi guida ubriaco, come quello di Pinerolo, si deve agire subito’’. VIRGILIO NOTIZIE SICUREZZA STRADALE/ BONELLI: PENE SEVERE ED
ETILOMETRI NEI LOCALI "In Europa con
questo sistema evitate molte stragi"
Roma, 16 lug. - "Inasprire le pene e
soprattutto prevenire. E’ questo il metodo per limitare gli incidenti
stradali". Lo afferma il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli.
"E’ necessario - prosegue Bonelli - intervenire immediatamente per
migliorare la sicurezza delle nostre strade. Occorre innanzitutto inasprire le
sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o in condizioni di alterazione e
per chi commette infrazioni pericolose". "La via migliore - sostiene il capogruppo del Sole che Ride - è investire sulla prevenzione. In molti Paesi europei il test dell’etilometro viene effettuato all’interno dei locali e, a chi ha bevuto oltre i limiti, non è permesso rimettersi alla guida. Con questo sistema sono state evitate tantissime stragi, per questo i Verdi proporranno in Parlamento l’adozione di provvedimenti simili". VIRGILIO NOTIZIE
Martedì, 17 Luglio 2007 email
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