Il Presidente di Autovie Venete dott. Giorgio
Santuz
Il tracciato
dell’autostrada gestita da Autovie Venete misura in tutto 210 Km. Nel 2005 il
67 % del percorso era stato coperto con asfalti di tipo drenante. Avete
incrementato ulteriormente la posa di questo particolare tipo di conglomerato e
quali altre iniziative per la sicurezza avete adottato?
Autovie Venete investe ogni anno tra i 15 e i 16 milioni di euro per
rendere più sicuro il tracciato autostradale; gli interventi riguardano, in
particolare, proprio la posa di pavimentazioni drenanti e di “barriere a
ritegno passivo” (progettate per sostenere l’urto in modo elastico, evitando
che il veicolo impatti rigidamente contro l’ostacolo e invada la parte opposta
della carreggiata) nonché il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche in
particolare nel settore dell’infomobilità. Oltre al costante miglioramento
delle infrastrutture, nel 2006 Autovie, su delega della Regione e in sinergia
con l’Inail, si è impegnata a contrastare l’incidentalità in itinere (gli
incidenti, cioè, che avvengono durante gli spostamenti per lavoro), attraverso
una serie di iniziative incluse nel “Progetto Sicurezza”, una campagna di
sensibilizzazione finalizzata a sviluppare, nelle diverse categorie di utenti,
la cultura della sicurezza. Strutturato per raggiungere tutte le fasce di
cittadini, dai giovani, ai viaggiatori autostradali, dagli autotrasportatori,
ai lavoratori, il programma comprendeva una capillare campagna di affissioni,
una serie di attività rivolte agli studenti, un tour di 90 giorni che ha
toccato le aree di servizio e numerose località della regione.
A partire da ottobre 2006, Autovie Venete ha promosso una singolare
sperimentazione per prevenire il tragico fenomeno del lancio dei sassi dai
cavalcavia, installando particolari sistemi di sorveglianza su due sovrappassi,
col proposito eventuale - in caso di successo - di estendere la vigilanza agli
80 cavalcavia della rete. In questi giorni dovrebbe essersi concluso il periodo
di verifica. Può dirci com’è andata?
Si tratta di un progetto pilota, unico in Italia, per il monitoraggio
dei sovrapassi autostradali che prevede il funzionamento di un sistema di video
rilevazione attualmente tra i più
avanzati, in grado di registrare le immagini con qualsiasi tipo di condizione
atmosferica. Per evitare allacciamenti elettrici, l’alimentazione delle
telecamere viene garantita da appositi pannelli solari, mentre, per quanto
riguarda il sistema di trasmissione delle immagini viene utilizzato il sistema
wireless o, in alternativa, la rete di fibre ottiche di cui la Concessionaria
dispone. La sperimentazione, che inizialmente doveva essere ultimata entro il
mese di aprile, si è invece prolungata perché è aumentato il numero delle
aziende che hanno proposto sistemi interessanti di rilevazione. Contiamo di
completare questa parte entro la fine di giugno.
Il
Presidente di Autovie Venete col Dirigente del Compartimento del Friuli Venezia
Giulia
Le Autovie Venete sono poste - più di altre arterie - in un tracciato
assolutamente strategico per il futuro assetto europeo in termini di logistica.
Il corridoio Civitavecchia -Venezia, prima o poi dovrà essere realizzato, così
come il famoso Corridoio 5, per il quale già si addensano forti problematiche
in ordine agli impatti ambientali. Inoltre il presidente della Repubblica ha
recentemente riconosciuto il ruolo della nuova Romea Commerciale. Quali
prospettive di sviluppo per la vostra autostrada nell’industrioso nord-est,
porta della nuova Europa?
Per valorizzare il ruolo economico e commerciale del Friuli Venezia
Giulia ma dell’intero Nord Est, fondamentale risulterà il potenziamento della
Villesse-Gorizia, uno dei tasselli della rete di infrastrutture il cui
completamento è diventato indispensabile sia dal punto di vista della viabilità
e delle interconnessioni con altre arterie, anche d’oltre confine, sia per
quanto concerne i cambiamenti geo-politici che interesseranno quest’area a
partire dal 2008. Dal novembre 2005, data in cui il tratto di superstrada (17
chilometri) è passato sotto la gestione di Autovie Venete, la concessionaria ha
investito 7 milioni per la messa in sicurezza del raccordo (oltre a interventi
mirati finalizzati a migliorare le condizioni di transitabilità, ulteriori
lavori di consolidamento hanno interessato anche il Ponte sull’Isonzo) il cui
progetto di trasformazione in autostrada verrà inoltrato all’Anas nelle
prossime settimane. Fra le opere urgenti, oltre alla Villesse Gorizia rientrano
il collegamento del porto di Trieste con il sistema autostradale (il porto è
considerato il capolinea dell’Autostrada del mare, incrocio naturale tra il
Corridoio 5 e la via Adriatica, attraverso la quale transiterà gran parte del
traffico merci) e la necessità di potenziare la Trieste- Divaccia-Lubiana. Per
quanto riguarda il Corridoio 5, in Friuli Venezia Giulia i progetti si
riferiscono principalmente a una serie di opere di modernizzazione
dell’infrastruttura viaria regionale a supporto del Corridoio: si parte dalla
Statale 13, con la tangenziale di Udine proseguendo con la riqualificazione del
nodo Ronche Fontanafredda (Pn) sino a Udine (Ponte della Delizia) e del tratto
fino in Veneto, per chiudere
con la tangenziale Sud di Udine al confine con la provincia di Pordenone e la
Sequals-Gemona, solo per citare gli interventi principali.
La realizzazione di un corridoio che metterà in comunicazione Lisbona
con Kiev, pone il problema di creare non solo strade ma anche infrastrutture in
grado di garantire ai traffici la sufficiente intermodalità: qual è l’impegno
di Autovie Venete in questo senso? Autovie Venete, in questo contesto, ha già un suo
ruolo: è mandataria, per conto della Regione, dei fondi ricompresi dalla legge
sulle aree di confine, legge che cofinanzia gli interventi sulle bretelle di
congiunzione autostradale che permetteranno il proseguimento veloce verso
Lubiana e da lì verso Budapest e Kiev. In un quadro del genere, per quanto
riguarda il futuro, ritengo che Autovie potrà candidarsi a svolgere un ruolo di
“regista”, svolgendo una funzione di raccordo per il completamento delle opere
di questa importante infrastruttura. Ma il Corridoio V, non è solo viabilità.
E’ anche logistica integrata, un ambito che comprende la rete stradale la
movimentazione delle merci, l’organizzazione dei flussi di traffico e l’offerta
di servizi. Il Corridoio V e il conseguente trasferimento del transito delle
merci dal percorso tradizionale (a Nord delle Alpi), a quello nuovo, a Sud,
rappresentano una straordinaria opportunità per tutto il Nordest e un’occasione
di valorizzazione del sistema portuale dell’Alto Adriatico e di tutta l’area
industriale del Friuli. La sfida della logistica integrata è una scommessa che
riguarda però tutto il Paese. La frastagliata offerta di logistica intermodale
che oggi caratterizza l’Italia, infatti, richiede una soluzione organizzativa
evoluta e innovativa, per evitare il rischio che il sistema italiano venga
superato dall’organizzazione della logistica del Nord Europa, le cui
infrastrutture pesanti e gli investimenti sul software consentono di rafforzare
sistemi già efficienti. Sono diventate più che mai indispensabili, a questo
punto, scelte di “politica dei trasporti” in grado di far funzionare le grandi
infrastrutture di collegamento, promuovendo contemporaneamente poche basi di
logistica, ma estremamente efficienti. Piattaforme in grado di sostenere e
alimentare i traffici, adottanto tutte le misure organizzative che possono
favorire l’efficienza dei collegamenti ferroviari merci in una direzione
coerente con un disegno forte di logistica integrata.
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Consegna autovetture al compartimento del Veneto e del Friuli Venezia Giulia
Recentemente Autovie Venete è stata oggetto di un ritardo
nell’approvazione del piano finanziario della società da parte del Governo. Si
tratta, se non sbagliamo, di un momento cruciale per la società, in quanto vi è
compresa la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4 da Quarto D’Altino
a Villesse, e l’ultimo lotto della A 28 da Pordenone a Conegliano. Valore
dell’opera 1,4 miliardi di euro, interamente a carico di Autovie Venete,
partecipata all’87% dalla Regione Friuli. Come spiega questo ritardo ed a che
punto può dirsi l’iter? L’ultima finanziaria, ha introdotto nuove norme per
quanto riguarda le Concessionarie autostradali e questo ha fatto sì che il
Piano finanziario di Autovie non sia stato ancora approvato dall’Anas e questo,
di fatto, ha messo temporaneamente in stand by gli interventi in programma. Per
quanto riguarda specificamente la terza corsia, il progetto preliminare
avanzato (realizzato dagli ingegneri di Autovie), ha superato già la
valutazione di impatto ambientale ed è stato anche approvato dal Cipe. Autovie
ha pubblicato i bandi di gara per il primo lotto di progettazione definitiva di
circa 20 chilometri, che richiede supporti tecnici esterni, dato che si tratta di una
progettazione molto complessa. Per quanto riguarda, invece il tratto San Donà
di Piave-Villesse, siamo in attesa dell’approvazione del piano finanziario e di
risolvere le criticità derivanti dalle interferenze con la linea ad alta
velocità, come prevede la delibera del Cipe. A questo proposito, il presidente
della Regione Riccardo Illy, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio
Prodi, facendo presente che si tratta di opere indicate nel protocollo d’intesa
firmato nell’ottobre del 2006 tra il Governo nazionale e la Regione.
Quali sono i progetti più vicini e realizzabili da parte di Autovie Venete
sul versante del miglioramento della sicurezza sulla rete di competenza?
In fase di discussione, ci sono attualmente una serie di provvedimenti
riguardanti principalmente il traffico pesante. Un flusso in costante aumento e
di difficile gestione, nelle attuali condizioni. Si tratta di provvedimenti che
andranno concertati con la Polizia Stradale e con le associazioni degli
autotrasportatori per cercare di ridurre le eventuali penalizzazioni nei
confronti delle imprese. Verrà inoltre ulteriormente potenziato il sistema di
video-sorveglianza con il posizionamento di dieci nuovi impianti di
rilevazione. Dotati di telecamere, i dispositivi invieranno i risultati delle
elaborazioni direttamente ai server di Autovie Venete che potrà cosi disporre,
aggiornate ogni tre minuti, delle informazioni relative ai tempi percorrenza
delle tratte autostradali, rilevando immediatamente l’insorgere di bruschi
rallentamenti del traffico. In questo modo, i messaggi informativi pubblicati
sui pannelli, risulteranno sempre più precisi e dettagliati, consentendo agli
automobilisti di evitare, quando possibile, le code o comunque di affrontarle
in condizioni di maggiore sicurezza.
Da “Il Centauro”, n. 113
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