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Articoli 18/07/2007

Da “il Centauro”, l’intervista - Autovie Venete: parliamo di sicurezza e dei progetti futuri col presidente Giorgio Santuz


Il Presidente di Autovie Venete dott. Giorgio Santuz

 Il tracciato dell’autostrada gestita da Autovie Venete misura in tutto 210 Km. Nel 2005 il 67 % del percorso era stato coperto con asfalti di tipo drenante. Avete incrementato ulteriormente la posa di questo particolare tipo di conglomerato e quali altre iniziative per la sicurezza avete adottato?
Autovie Venete investe ogni anno tra i 15 e i 16 milioni di euro per rendere più sicuro il tracciato autostradale; gli interventi riguardano, in particolare, proprio la posa di pavimentazioni drenanti e di “barriere a ritegno passivo” (progettate per sostenere l’urto in modo elastico, evitando che il veicolo impatti rigidamente contro l’ostacolo e invada la parte opposta della carreggiata) nonché il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche in particolare nel settore dell’infomobilità. Oltre al costante miglioramento delle infrastrutture, nel 2006 Autovie, su delega della Regione e in sinergia con l’Inail, si è impegnata a contrastare l’incidentalità in itinere (gli incidenti, cioè, che avvengono durante gli spostamenti per lavoro), attraverso una serie di iniziative incluse nel “Progetto Sicurezza”, una campagna di sensibilizzazione finalizzata a sviluppare, nelle diverse categorie di utenti, la cultura della sicurezza. Strutturato per raggiungere tutte le fasce di cittadini, dai giovani, ai viaggiatori autostradali, dagli autotrasportatori, ai lavoratori, il programma comprendeva una capillare campagna di affissioni, una serie di attività rivolte agli studenti, un tour di 90 giorni che ha toccato le aree di servizio e numerose località della regione.
A partire da ottobre 2006, Autovie Venete ha promosso una singolare sperimentazione per prevenire il tragico fenomeno del lancio dei sassi dai cavalcavia, installando particolari sistemi di sorveglianza su due sovrappassi, col proposito eventuale - in caso di successo - di estendere la vigilanza agli 80 cavalcavia della rete. In questi giorni dovrebbe essersi concluso il periodo di verifica. Può dirci com’è andata?
Si tratta di un progetto pilota, unico in Italia, per il monitoraggio dei sovrapassi autostradali che prevede il funzionamento di un sistema di video rilevazione attualmente tra i più avanzati, in grado di registrare le immagini con qualsiasi tipo di condizione atmosferica. Per evitare allacciamenti elettrici, l’alimentazione delle telecamere viene garantita da appositi pannelli solari, mentre, per quanto riguarda il sistema di trasmissione delle immagini viene utilizzato il sistema wireless o, in alternativa, la rete di fibre ottiche di cui la Concessionaria dispone. La sperimentazione, che inizialmente doveva essere ultimata entro il mese di aprile, si è invece prolungata perché è aumentato il numero delle aziende che hanno proposto sistemi interessanti di rilevazione. Contiamo di completare questa parte entro la fine di giugno.

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Il Presidente di Autovie Venete col Dirigente del Compartimento del Friuli Venezia Giulia

Le Autovie Venete sono poste - più di altre arterie - in un tracciato assolutamente strategico per il futuro assetto europeo in termini di logistica. Il corridoio Civitavecchia -Venezia, prima o poi dovrà essere realizzato, così come il famoso Corridoio 5, per il quale già si addensano forti problematiche in ordine agli impatti ambientali. Inoltre il presidente della Repubblica ha recentemente riconosciuto il ruolo della nuova Romea Commerciale. Quali prospettive di sviluppo per la vostra autostrada nell’industrioso nord-est, porta della nuova Europa?
Per valorizzare il ruolo economico e commerciale del Friuli Venezia Giulia ma dell’intero Nord Est, fondamentale risulterà il potenziamento della Villesse-Gorizia, uno dei tasselli della rete di infrastrutture il cui completamento è diventato indispensabile sia dal punto di vista della viabilità e delle interconnessioni con altre arterie, anche d’oltre confine, sia per quanto concerne i cambiamenti geo-politici che interesseranno quest’area a partire dal 2008. Dal novembre 2005, data in cui il tratto di superstrada (17 chilometri) è passato sotto la gestione di Autovie Venete, la concessionaria ha investito 7 milioni per la messa in sicurezza del raccordo (oltre a interventi mirati finalizzati a migliorare le condizioni di transitabilità, ulteriori lavori di consolidamento hanno interessato anche il Ponte sull’Isonzo) il cui progetto di trasformazione in autostrada verrà inoltrato all’Anas nelle prossime settimane. Fra le opere urgenti, oltre alla Villesse Gorizia rientrano il collegamento del porto di Trieste con il sistema autostradale (il porto è considerato il capolinea dell’Autostrada del mare, incrocio naturale tra il Corridoio 5 e la via Adriatica, attraverso la quale transiterà gran parte del traffico merci) e la necessità di potenziare la Trieste- Divaccia-Lubiana. Per quanto riguarda il Corridoio 5, in Friuli Venezia Giulia i progetti si riferiscono principalmente a una serie di opere di modernizzazione dell’infrastruttura viaria regionale a supporto del Corridoio: si parte dalla Statale 13, con la tangenziale di Udine proseguendo con la riqualificazione del nodo Ronche Fontanafredda (Pn) sino a Udine (Ponte della Delizia) e del tratto fino in Veneto, per chiudere con la tangenziale Sud di Udine al confine con la provincia di Pordenone e la Sequals-Gemona, solo per citare gli interventi principali.
La realizzazione di un corridoio che metterà in comunicazione Lisbona con Kiev, pone il problema di creare non solo strade ma anche infrastrutture in grado di garantire ai traffici la sufficiente intermodalità: qual è l’impegno di Autovie Venete in questo senso? Autovie Venete, in questo contesto, ha già un suo ruolo: è mandataria, per conto della Regione, dei fondi ricompresi dalla legge sulle aree di confine, legge che cofinanzia gli interventi sulle bretelle di congiunzione autostradale che permetteranno il proseguimento veloce verso Lubiana e da lì verso Budapest e Kiev. In un quadro del genere, per quanto riguarda il futuro, ritengo che Autovie potrà candidarsi a svolgere un ruolo di “regista”, svolgendo una funzione di raccordo per il completamento delle opere di questa importante infrastruttura. Ma il Corridoio V, non è solo viabilità. E’ anche logistica integrata, un ambito che comprende la rete stradale la movimentazione delle merci, l’organizzazione dei flussi di traffico e l’offerta di servizi. Il Corridoio V e il conseguente trasferimento del transito delle merci dal percorso tradizionale (a Nord delle Alpi), a quello nuovo, a Sud, rappresentano una straordinaria opportunità per tutto il Nordest e un’occasione di valorizzazione del sistema portuale dell’Alto Adriatico e di tutta l’area industriale del Friuli. La sfida della logistica integrata è una scommessa che riguarda però tutto il Paese. La frastagliata offerta di logistica intermodale che oggi caratterizza l’Italia, infatti, richiede una soluzione organizzativa evoluta e innovativa, per evitare il rischio che il sistema italiano venga superato dall’organizzazione della logistica del Nord Europa, le cui infrastrutture pesanti e gli investimenti sul software consentono di rafforzare sistemi già efficienti. Sono diventate più che mai indispensabili, a questo punto, scelte di “politica dei trasporti” in grado di far funzionare le grandi infrastrutture di collegamento, promuovendo contemporaneamente poche basi di logistica, ma estremamente efficienti. Piattaforme in grado di sostenere e alimentare i traffici, adottanto tutte le misure organizzative che possono favorire l’efficienza dei collegamenti ferroviari merci in una direzione coerente con un disegno forte di logistica integrata.

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Consegna autovetture al compartimento del Veneto e del Friuli Venezia Giulia

Recentemente Autovie Venete è stata oggetto di un ritardo nell’approvazione del piano finanziario della società da parte del Governo. Si tratta, se non sbagliamo, di un momento cruciale per la società, in quanto vi è compresa la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4 da Quarto D’Altino a Villesse, e l’ultimo lotto della A 28 da Pordenone a Conegliano. Valore dell’opera 1,4 miliardi di euro, interamente a carico di Autovie Venete, partecipata all’87% dalla Regione Friuli. Come spiega questo ritardo ed a che punto può dirsi l’iter? L’ultima finanziaria, ha introdotto nuove norme per quanto riguarda le Concessionarie autostradali e questo ha fatto sì che il Piano finanziario di Autovie non sia stato ancora approvato dall’Anas e questo, di fatto, ha messo temporaneamente in stand by gli interventi in programma. Per quanto riguarda specificamente la terza corsia, il progetto preliminare avanzato (realizzato dagli ingegneri di Autovie), ha superato già la valutazione di impatto ambientale ed è stato anche approvato dal Cipe. Autovie ha pubblicato i bandi di gara per il primo lotto di progettazione definitiva di circa 20 chilometri, che richiede supporti tecnici esterni, dato che si tratta di una progettazione molto complessa. Per quanto riguarda, invece il tratto San Donà di Piave-Villesse, siamo in attesa dell’approvazione del piano finanziario e di risolvere le criticità derivanti dalle interferenze con la linea ad alta velocità, come prevede la delibera del Cipe. A questo proposito, il presidente della Regione Riccardo Illy, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Prodi, facendo presente che si tratta di opere indicate nel protocollo d’intesa firmato nell’ottobre del 2006 tra il Governo nazionale e la Regione.
Quali sono i progetti più vicini e realizzabili da parte di Autovie Venete sul versante del miglioramento della sicurezza sulla rete di competenza?
In fase di discussione, ci sono attualmente una serie di provvedimenti riguardanti principalmente il traffico pesante. Un flusso in costante aumento e di difficile gestione, nelle attuali condizioni. Si tratta di provvedimenti che andranno concertati con la Polizia Stradale e con le associazioni degli autotrasportatori per cercare di ridurre le eventuali penalizzazioni nei confronti delle imprese. Verrà inoltre ulteriormente potenziato il sistema di video-sorveglianza con il posizionamento di dieci nuovi impianti di rilevazione. Dotati di telecamere, i dispositivi invieranno i risultati delle elaborazioni direttamente ai server di Autovie Venete che potrà cosi disporre, aggiornate ogni tre minuti, delle informazioni relative ai tempi percorrenza delle tratte autostradali, rilevando immediatamente l’insorgere di bruschi rallentamenti del traffico. In questo modo, i messaggi informativi pubblicati sui pannelli, risulteranno sempre più precisi e dettagliati, consentendo agli automobilisti di evitare, quando possibile, le code o comunque di affrontarle in condizioni di maggiore sicurezza.

Da “Il Centauro”, n. 113  

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Mercoledì, 18 Luglio 2007
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