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Rassegna stampa Alcol e guida del 18 luglio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

INIZIATIVA

Su suggerimento di Luigino Pellegrini invieremo una lettera alla ministro della Salute Livia Turco e per conoscenza all’Istituto Superiore di Sanità. Per mancanza di tempo non è stato possibile contattare le persone eventualmente interessate alla iniziativa. Qui di seguito potete leggere il testo della lettera. Chi ne condivide i contenuti può inviarla a sua volta agli indirizzi:

turco_l@posta.senato.it

zuccaro@iss.it

Al Ministro della Salute Onorevole Livia Turco,

e p. c. all’Istituto Superiore di Sanità

I fatti di questi giorni hanno stimolato interventi e proposte finalizzate a porre fine alla intollerabile sequenza di vittime causate dalla guida in stato di ebbrezza.

Chi si occupa a vario titolo di sicurezza stradale ha letto di proposte spesso non condivisibili, perché dettate dall’emotività del momento, dalla scarsa conoscenza del fenomeno o dalla necessità di dover esternare in ogni caso. Dal ministro della Salute ci aspettavano delle proposte e degli interventi maggiormente incisivi. Abbiamo apprezzato una delle sue prime proposte nella veste di ministro della Salute riguardante la limitazione del consumo di alcolici in autostrada. A maggior ragione non comprendiamo come il primo atto che ha fatto seguito alle Sue dichiarazioni di questi giorni sia un incontro con le rappresentanze di produttori. E non invece con qualcuna delle numerose associazioni che con interesse e competenza si occupano di sicurezza stradale. Se il mandato del Suo ministero non può essere altro che la tutela della salute collettiva ci chiediamo quale interesse e competenza sia possibile ricercare con i rappresentanti dei produttori di alcolici.

Ci permettiamo di suggerirLe alcune indicazioni contenute nel documento europeo dell’OMS (Quadro per una Politica Europea sull’Alcol, O.M.S., ottobre 2005) al punto 14 e 47.

Punto 14. Se da un lato la natura complessa e multisettoriale dei problemi alcolcorrelati richiede il dialogo e il coinvolgimento di una serie di attori ufficiali,

commerciali e della società civile, l’approccio di salute pubblica nei confronti dei problemi alcol-correlati necessita di essere formulato a partire dagli

interessi di salute pubblica, evitando qualsiasi veto formale o informale da parte di altri attori.

Punto 47. Le politiche di salute pubblica che riguardano l’alcol devono essere formulate da interessi di salute pubblica, senza interferenze da parte di interessi commerciali. Il coinvolgimento dei produttori di bevande alcoliche e delle industrie collegate in programmi di educazione rivolte ai giovani o in attività giovanili è discutibile in quanto il loro supporto, diretto o indiretto, può essere visto come un tentativo di guadagnare credibilità presso una platea giovanile.

Ricordiamo inoltre che in altri paesi europei dove le normative su pubblicità, prezzi, età somministrazione, accessibilità, alcol e guida sono molto più chiare, severe ed etiche rispetto all’Italia, al servizio del cittadino consumatore, i politici che le hanno proposte non le hanno concordate con i portatori di interessi ma semplicemente imposte in nome di interessi della collettività.

Condividiamo la sua idea che la problematica alcol venga affrontata non a spezzoni ma con una strategia generale. Come pure condividiamo la sua proposta di mettere sulle etichette degli alcolici un messaggio di avvertimento. Su tutti gli alcolici, compreso il vino, la cui esclusione da questi provvedimenti non avrebbe alcuna base scientifica. Anche se l’efficacia degli avvertimenti sulle etichette è scientificamente dubbia, sarebbe importante dal punto di vista culturale.

In Trentino, in un documento frutto del lavoro di base hanno proposto come frase da porre sulle etichette “l’alcol può danneggiare la tua salute, la tua famiglia, la tua comunità” potrebbe rappresentare una soluzione interessante, culturalmente avanzata, realistica, e non settoriale, in grado di stimolare la riflessione.

Distinti saluti


WINENEWS

ABUSO DI ALCOL & GUIDA: ECCO LE PROPOSTE DEL MONDO POLITICO PER FERMARE LE STRAGI. ARRESTO E SEQUESTRO DELL’AUTO PER CHI GUIDA UBRIACO, DIVIETO DI VENDITA DI ALCOLICI IN AUTOGRILL, ETICHETTE SHOCK E LIMITAZIONI ALLA PUBBLICITA’

Roma - 18 Luglio 2007

Il mondo politico risponde al tragico fenomeno degli incidenti stradali legati all’alcol con diverse proposte degli esponenti del Governo. Il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi chiede da tempo un inasprimento delle sanzioni per chi guida ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti e propone l’arresto obbligatorio per chi causa incidenti mortali in stato di ebbrezza, oltre che l’intensificazione dei controlli sulle strade. Il Ministro dell’Interno Giuliano Amato rilancia e propone il sequestro immediato dell’auto.

Livia Turco, titolare del dicastero della Sanità, rilancia la proposta di scrivere sulle etichette degli alcolici messaggi shock come sui pacchetti di sigarette, o avvertimenti come “Se devi guidare non bere”, “Ama la vita” e così via, e propone la distribuzione gratuita di kit per misurare il tasso alcolemico. (*) La Turco ricorda anche di aver proposto qualche tempo fa, in un suo disegno di legge, di estendere il divieto di vendita in autogrill a tutti gli alcolici per tutto il giorno, articolo che poi è stato cancellato.

L’ultimo a scendere in campo è stato il Ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero che vuole proporre un disegno di legge per limitare pesantemente le pubblicità delle bevande alcoliche: niente più spot televisivi su whisky, vodka, rum o sostanze in grado di alterare i riflessi nella guida e stop alla pubblicità di bevande alcoliche in tv o radio nella fascia oraria compresa tra le ore 16 e le ore 19, quella considerata a maggior rischio per giovani e adolescenti.

Chi violerà le nuove disposizioni di legge, qualora vengano approvate, dovrà pagare una sanzione tra i 5.165 e i 51.646 euro, nettamente superiore a quella attuale che varia da 5 a 20 milioni delle vecchie lire. I proventi di queste eventuali multe saranno devoluti ad un apposito capitolo del bilancio del Ministero della Solidarietà Sociale per essere spesi in campagne di informazione ed educazione sanitaria sui rischi connessi al consumo di alcol durante la guida.

A fare da cornice a tutte queste proposte, l’augurio del Capo del Governo, Romano Prodi che auspica “una grande scossa morale e civica da parte di tutti” ed invita l’opposizione a sostenere i ddl sugli inasprimenti delle pene in materia di abuso di alcol.

Ma, oltre alla politica, si sono mobilitati anche esponenti del mondo della scienza e della medicina, come il farmacologo Franco Garattini che sulle pagine de “Il Giornale” ha evidenziato come anche “solo due bicchieri di vino possano alterare la percezione durante la guida”, e si è unito al coro di chi chiede controlli più duri ed intensi, auspicando anche “un ulteriore abbassamento della quantità di alcol nel sangue consentita dalla legge attuale (0,5 grammi/litro)”, e lanciando “l’idea del ritiro permanente della patente”. (**)

(*) Nota: cosa ci sarà mai di shockante in scritte come “Ama la vita” e “e devi guidare non bere”.

(**) Nota: forse qualcosa sta cambiando nella cultura unidirezionale che non accetta nessuna critica al vino. In questo articolo tratto dal sito dei produttori di vino, c’è solo una velata ironia, appena accennata, verso le varie prese di posizione contro la guida in stato di ebbrezza. Solo qualche mese fa la reazione sarebbe stata ben diversa. O forse la possibilità di parlare direttamente col ministro della salute da loro la sicurezza di poter mettere le cose a posto.


IL TEMPO

Prodi dice basta: «Ora serve una scossa morale»

«INASPRIRE le pene affinché i morti sulle strade diminuiscano», questo il coro di voci che attraversa la penisola e parte proprio dal governo, che dovrebbe introdurre quelle pene più severe. «Le regole ci sono ma il problema è che mancano i soldi per i controlli», accusa l’opposizione. Intanto i morti, causati soprattutto da chi guida in stato di ebbrezza, si sono moltiplicati. Per il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, si tratta di «un’emergenza nazionale: il bollettino delle vittime non è da paese civile». E il premier Romano Prodi chiede «una scossa morale da parte di tutti. Il Parlamento deve lavorare unito perché ogni vittima è una sconfitta per il vivere civile».

I NUMERI — Se i morti su strada dello scorso fine settimana (36) sono meno di quelli dello stesso periodo di un anno fa (50), aumentano le vittime causate da chi guida ubriaco (più 38 per cento nel primo semestre 2006) o sotto effetto di droghe (più 19,2 per cento). L’associazione Codici ha calcolato che il 30-50 per cento degli incidenti è causato dall’abuso di alcol. Da gennaio a giugno sono aumentate le contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza: 21.658 rispetto alle 16.638 del 2006. Le patenti ritirate invece sono aumentate del 16 per cento (49.427). I punti decurtati sono un milione e 993 mila (più 15 per cento). Non sorprende, quindi, il bilancio degli ultimi giorni. Ieri a Messina un operaio cingalese di 29 anni, ubriaco, ha investito un’auto della polizia, senza conseguenze gravi. Sempre ieri a Bari è stato fermato un giovane alla guida in stato di ebbrezza. Non aveva mai preso la patente. A Pinerolo, sabato notte Claudia Muro, una ragazza di 16 anni, è stata falciata da un auto con alla guida un uomo ubriaco (oggi il processo per direttissima). Il giorno prima tre bambini sono morti sull’A30 Caserta-Salerno dopo che l’auto su cui viaggiavano è stata travolta da un 24enne ubriaco. E andando indietro nel tempo la mattanza scellerata non cambia.

PENE PIÙ SEVERE — Il ministro dell’Interno Amato propone di «sequestrare l’auto a chi guida ubriaco». Il provvedimento era già stato inserito nel ddl del governo che prevede pene più severe sulla sicurezza stradale. Ma nel primo passaggio alla Camera il sequestro è stato sostituito con il semplice fermo dell’auto (resta invece per la guida sotto effetto di droghe). Amato ha intenzione di riproporre al Senato le norme originarie. I ministri Bianchi e Mastella ritengono non ci sia più tempo da perdere: «Il ddl all’esame in Parlamento deve essere approvato al più presto». Ma, il titolare delle Infrastrutture Di Pietro, rilancia: «Serve una sana repressione» e chi provoca incidenti mortali sotto l’effetto di alcol, deve essere considerato responsabile di omicidio volontario e «finire in galera».

PREVENZIONE — E intanto si cerca di intervenire sulla prevenzione. Il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, riprende la proposta della collega della Sanità Livia Turco: introdurre etichette sulle bottiglie di alcolici che invitino a non mettersi in strada dopo aver bevuto. È una delle novità che Ferrero ha intenzione di inserire in un ddl che presenterà in Consiglio dei Ministri, e che prevede anche il divieto della pubblicità radiotelevisiva di bevande superalcoliche e la costituzione di un fondo per l’educazione sui rischi derivanti dall’assunzione di alcol alla guida.

MANCANO I CONTROLLI — Se il Governo punta sull’inasprimento delle pene, l’opposizione accende la luce sulle responsabilità dell’Esecutivo. Alfredo Mantovano (An) fa notare che «le norme ci sono e non serve aggiungerne altre. C’è minore sicurezza stradale perché è stato tolto denaro alle forze di polizia». L’equazione è semplice: meno controlli più incidenti. Basti pensare che se in Francia in un anno vengono fatti 11 milioni di controlli, in Italia quest’anno non si supererà i 300 mila. Dar. Mar.


VIRGILIO NOTIZIE

Bianchi:presto ddl sicurezza strade

Obiettivo e’ fare ogni anno un milione di controlli

ROMA, 18 LUG - Il ddl sulla sicurezza stradale ’ha bisogno di entrare in vigore prima possibile’. Lo ha detto il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi. ’Oltre il 70% degli incidenti avviene non sulle strade extraurbane, ma - ha ricordato il ministro - in quelle cittadine. Il nostro obiettivo e’ arrivare a un milione di controlli entro il 2007 per migliorare la sicurezza’. Bianchi ha inoltre escluso l’ipotesi di reintrodurre il sequestro dell’autoveicolo a chi viene sorpreso ubriaco al volante.


IL MATTINO

Il ministro Ferrero annuncia «Meno Vip nella pubblicità»

VALENTINA ARCOVIO Basta vip negli spot sugli alcolici: altro giro di vite per ridurre le stragi stradali causate dall’alcol e stavolta nel mirino del governo c’è la pubblicità. Dopo l’annuncio del ministro dell’Interno, Giuliano Amato, di voler riproporre il sequestro dei veicoli per chi guida in stato di ebbrezza e dopo le pesanti dichiarazioni di quello delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sulla presunta «volontarietà di ammazzare per chi guida ubriaco», oggi il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, presenterà nel pre-Consiglio dei ministri, il nuovo disegno di legge. In arrivo, quindi, regole più severe per le pubblicità dei superalcolici. Il provvedimento fa del resto parte di un più ampio pacchetto già in discussione per ridurre gli incidenti sulle strade italiane. In particolare lo scopo del ministro Ferrero è quello di «rompere nell’immaginario collettivo, soprattutto dei giovani, l’identificazione tra il successo personale e l’assunzione di superalcolici». Sullo stile della normativa francese, che vieta le pubblicità menzognere che producono associazioni positive tra consumo di alcolici e stili di vita desiderabili, il nuovo testo prevede regole precise per tutelare i giovani dinanzi a messaggi accattivanti. Non sono escluse norme restrittive per le pubblicità che sfruttano la notorietà di personaggi celebri. In più, le aziende produttrici avranno l’obbligo di mettere sulle bottiglie etichette «ben visibili» che invitano ad astenersi dal bere prima di mettersi alla guida. Prevista poi la costituzione di un fondo per l’informazione e l’educazione sui rischi derivanti dall’assunzione di alcol per chi guida. A favore di norme più restrittive è il Moige, Movimento Italiano Genitori, che da anni denuncia la messa in onda di spot sugli alcolici a ridosso di programmi rivolti ai giovani. «Negli ultimi anni - ha sottolineato Antonio Affinita, direttore delle relazioni istituzionali del Moige - abbiamo segnalato, per esempio, gli spot della birra Nastro Azzurro durante Cd Live, quelli della Peroni a meno di un quarto d’ora dal termine di Geo&geo, della Heineken prima di un cartone animato e quelle del liquore Bailey’s alla fine del film con bollino verde Scooby Doo». 


VIRGILIO NOTIZIE

SICUREZZA STRADALE/ BARBATO (UDEUR): PARLAMENTO INTERVENGA SUBITO

Oggi in Commissione Senato testo non ’buonista’

Roma, 18 lug. - "Davanti alla strage di morti e feriti causata da chi, insensibile al rispetto della vita propria e di quella degli altri, si mette irresponsabilmente alla guida dopo aver abusato di alcool o droghe, il Parlamento deve avere il coraggio di intervenire immediatamente con decisione e fermezza". Lo afferma il capogruppo dei Popolari-Udeur al Senato, Tommaso Barbato.

"Il disegno di legge in materia di circolazione e di sicurezza stradale che oggi approda all’esame della Commissione Lavori Pubblici del Senato - ha aggiunto Barbato - è un buon testo che inasprisce sanzioni e pene e che, relativamente alle tragiche cronache degli ultimi tempi, ha il merito di non essere troppo ’buonista’ verso questi veri e propri criminali della strada".


IL TEMPO

Parla l’ex ministro dei Trasporti

«Più morti perché mancano i controlli» Il senatore Lunardi difende la patente a punti e critica il taglio dei fondi alle forze dell’ordine

di DARIO MARTINI

«È VERO, l’effetto deterrente della patente a punti non è più quello di quattro anni fa. Ma il motivo è che non si fanno più i controlli». L’autore della rivoluzione per tutti i guidatori d’Italia, l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, risponde a tutti coloro che oggi pensano che la patente a punti abbia fatto il suo corso. Senatore Lunardi, come si sente di rispondere a queste critiche? «Dire che la patente a punti è fallita, come ho letto su alcuni giornali. Mi fa saltare i nervi. Si può dire che la deterrenza si è ridotta. Ma il motivo è da attribuire alla diminuzione dei controlli. La colpa è del Governo che ha tagliato i fondi alle forze dell’ordine. Oggi ci sono molte meno pattuglie in strada. Se vediamo una volante della polizia è fisiologico rallentare. Negli anni in cui io ero ministro, la riduzione degli incidenti mortali è stata del 15-18 per cento». Ma lei è favorevole a un inasprimento delle pene come ha chiesto il ministro Bianchi? «Sulle sanzioni da applicare, all’epoca, facemmo delle valutazioni equilibrate. Se oggi si vogliono inasprire sono favorevole. Ad esempio è possibile introdurre il ritiro della patente anziché la decurtazione di 10 punti per chi guida ubriaco. Ma ripeto, prima i controlli, poi le pene più severe. Attenzione però, gli incidenti vanno anche prevenuti». Il ministro Turco, in proposito, ha proposto di mettere delle etichette sulle bottiglie di alcolici che scoraggino a guidare dopo aver bevuto. «Misure di questo tipo sono utili ma non risolutive. Guidare l’auto è come avere il porto d’armi. Il problema è che la gente non sa guidare. Andrebbero istituiti dei "campi prova" per l’esame pratico, dove il candidato possa sottoporsi ad una test di guida più difficile, ad esempio, sul bagnato o con strada ghiacciata. E poi manca l’educazione, anche in famiglia. Pochi giorni fa ho letto sul giornale di un padre che diceva "Ho scongiurato mio figlio (minorenne) di non prendere l’auto". Il figlio aveva preso di nascosto la macchina, provocando un incidente dove hanno perso la vita due passeggeri. Ecco, la famiglia certi comportamenti non deve suggerirli, ma imporli». Secondo gli ultimi dati gli incidenti provocati da guida in stato di ebbrezza sono aumentati del 19 per cento e i giovani dai 20 ai 30 anni sono coloro che infrangono di più il codice, anche se spesso i punti decurtati vengono «dirottati» sui parenti anziani. Non crede che ci siano delle lacune nel sistema? «È vero che ci si mette con più disinvoltura alla guida dopo aver bevuto. Ma la colpa è da attribuire sempre ai pochi controlli. Che poi la macchina burocratica faccia acqua è altrettanto vero. Spesso il taglio dei punti non viene trasmesso agli organi competenti e le sanzioni non vengono applicate. Molte volte è anche difficile risalire al conducente di un’infrazione. Non è semplice evitare che i punti vengano addebitati a nonne e nonni. Ma se si aumentano le ispezioni si rischia di violare la privacy. Su tutto questo c’è molto da lavorare. Noi siamo disponibili a farlo con l’attuale Governo. Su questi temi non può che formarsi una collaborazione bipartisan».


LA REPUBBLICA

Alcol test gratuiti all’uscita, biglietti gratis d’ingresso per quei conducenti che si sottoporranno ai controlli e risulteranno negativi e molto altro ancora

Sicurezza stradale campagna in discoteche

18 luglio 2007 Alcol test gratuiti all’uscita delle discoteche, biglietti gratis d’ingresso per quei conducenti che si sottoporranno ai controlli e risulteranno negativi, un concorso che premierà i video più divertenti con protagonisti ragazzi ubriachi che si sono resi "ridicoli" all’esterno delle discoteche: per il quarto anno consecutivo riparte ’Guido con Prudenza’, la campagna di Polizia e Ania, in collaborazione con il Silb, contro le stragi del sabato sera.

A partire da venerdì e fino al 25 luglio, davanti ad una trentina dei più noti locali italiani - sulla riviera romagnola, a Savona, sulla riva lombarda del lago di Garda, sul litorale laziale e in provincia di Cagliari - i ragazzi verranno invitati da alcuni coetanei a nominare prima di entrare il proprio ’Bob’, il guidatore designato che non berrà e riporterà a casa gli amici. All’uscita della discoteca, il conducente sarà sottoposto all’alcol test prima e avrà un biglietto gratuito se avrà mantenuto la promessa.

Ingressi gratis anche a quei ragazzi che, sottoposti ai controlli sulle strade, potenziati per tutto il periodo estivo, risulteranno negativi al test. "Frena l’alcol, metti in moto la vita" e "Fai come noi: divertiti, ma se guidi non bere" sono gli slogan scelti con lo scopo di responsabilizzare i comportamenti dei giovani ed educarli al rispetto della vita.

"L’obiettivo - dice il comandante della polizia stradale Antonio Giannella - è di consentire ai giovani di divertirsi nei fine settimana in tutta sicurezza, ma anche di dare ai genitori la possibilità di vivere senza ansie e paure".


L’ARENA

LOTTA ALLA DIPENDENZA. Collaborazione con il più importante centro studi sull’abuso di alcol

Stupefacenti, firmato l’accordo con gli Usa

Alessandra Vaccari

Di budget annuale, il centro americano ha 250 milioni di dollari. E quando il responsabile dell’Osservatorio per le dipendenze Giovanni Serpelloni ha sentito la risposta alla sua domanda sugli investimenti, ha temuto di avere un problema d’udito.

Grazie all’accordo siglato ieri, tra il Dipartimento dipendenze Asl20 Verona e l’Ernest Gallo Clinic and Research Center dell’Università della California di San Francisco la nostra città sarà al primo posto in Italia nella ricerca sulla genetica dell’alcol e della tossicodipendenza.

«La ricerca avrà i seguenti obiettivi scientifici: approfondimento degli studi genetici e dei fattori di vulnerabilità per l’alcol e la tossicodipendenza e studi genetici», ha detto Serpelloni da San Francisco, «per comprendere quali siano i migliori e più efficaci trattamenti, che vedranno coinvolte anche le famiglie oltre ai pazienti studi relativi ai nuovi trattamenti per l’alcol e le tossicodipendenze». Si faranno anche studi biologici sui neuroni per vedere la risposta del cervello alle droghe, in particolare cocaina e alcol, con la finalità di individuare nuovi approcci terapeutici. A Verona avrà luogo la parte clinica della ricerca e le elaborazioni su database. «È un importante traguardo per la città di Verona, ma sicuramente anche per l’Italia», ha dichiarato Serpelloni, «e il progetto di ricerca vedrà coinvolto da subito il Consorzio etico città di Verona per la salute dei giovani contro tutte le droghe e l’abuso di alcol, costituitosi il 26 giugno con primo firmatario il sindaco Tosi». Le basi di questo accordo di ricerca erano state poste il 18 giugno scorso proprio a Verona, si era svolto il workshop sulle dipendenze.


AVANTI

LE ISTITUZIONI DEVONO AFFRONTARE SERIAMENTE IL PROBLEMA DELL’ECCESSIVO CONSUMO DI ALCOL

Gli italiani imparino a “saper bere”

18/07/2007 Nel momento in cui la nostra presenza in Europa è contrassegnata da diversi “meno” (stante la difficoltà del nostro Paese di evolversi in un quadro socialmente stabile, armonico, strutturale), dobbiamo registrare con rammarico anche i pochi “più”; che in realtà non sono proprio positivi.

Già abbiamo parlato della droga e del fatto che, mentre negli altri paesi il consumo è in calo, da noi il dato è in costante e forte controtendenza e che, in tal senso, siamo i primi in Europa. (*) I dati che emergono dalla relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze sono impressionanti e testimoniano una situazione che crea allarme e forte preoccupazione. I mezzi di comunicazione ne hanno ripreso gli elementi principali con grande clamore: c’è solo da porsi un paio di domande in proposito. Questo allarme durerà lo spazio di un mattino e poi tutto ricomincerà come prima? Perché si parla con grande clamore della droga che, sempre secondo la relazione, ha provocato circa 650 morti nel biennio 2004/2005 e non dei venticinquemila morti all’anno per alcol e degli ottantamila decessi annuali per fumo? In realtà pare proprio che, come paese, siamo più disposti a prendercela con il nemico esterno (i produttori e i grandi trafficanti di droga) che con quello che abbiamo in casa. Nel senso che siamo grandi produttori di vini e derivati e le casse dello Stato ricevono grandi benefici dai fumatori. Il che non significa criminalizzare chi produce vino o lo beve e chi ama il fumo, ma semplicemente prendere in considerazione il fenomeno per capire come agire al meglio. Una legge, si sa, non risolve in termini totali un problema, tanto è vero che ci si aspetta interventi delle istituzioni (specie nel campo delle tossicodipendenze) mirati alla dissuasione e all’informazione, favorendo la consapevolezza negli utenti che alcol e fumo, se usati impropriamente, sono dannosi. Ma questo è il dato, purtroppo: si preferisce puntare il dito su una sostanza dannosa e glissare sulle altre. Il secondo “più” in Europa riguarda così l’età di ingresso nel mondo dell’alcol. Mentre negli altri Paesi i giovani vi arrivano a quattordici anni (in media), da noi si inizia ad undici, dodici. Un’età in cui la dipendenza certo non si manifesta, ma che porta dodici ragazzi su cento a bere almeno una volta a settimana. Questi ragazzi, secondo i dati e gli studi a disposizione, diventeranno trentasette su cento a quindici anni. È l’Organizzazione mondiale della sanità a certificarlo, avallata da esperti italiani del settore. Il dato deve allarmarci, specie se consideriamo che si fa troppo poco - o addirittura niente - per contrastare questo fenomeno negativo. Tutto quanto concerne la chiusura anticipata delle discoteche o altri provvedimenti, ha un significato relativo, per quel che riguarda alcol e fumo sarebbe più opportuna una fortissima, martellante campagna di sensibilizzazione che sino ad ora non c’è stata. E la si potrebbe fare proprio con il concorso degli stessi produttori che, certamente, darebbero la loro disponibilità. In fondo il prodotto italiano è di grande valore e puntare sulla qualità del “saper bere”, anziché sulla “quantità del bere”, (**) sarebbe un fatto fortemente positivo per tutti. E comunque, al di là di ogni altra considerazione, i dati che riguardano il consumo di alcol e fumo nel nostro Paese non hanno minore importanza di quelli relativi alla droga. E le istituzioni, dunque, non possono non tenerne conto.

Emilia Saugo

(*) Nota: nonostante il costante calo dei consumi di alcolici in questi anni è aumentata la quota di persone non astemie, in buona misura attribuibile all’aumento del bere nei giovani e nei giovanissimi. Il mondo del vino ha delle responsabilità per l’ossessiva campagna di sostegno al suo consumo. In particolare la bassa età di inizio al consumo di alcolici, 11,2 anni, fa si che il vino sia spesso la cosiddetta “sostanza di accesso”. Accesso non solo agli alcolici. Quando si parla di tossicodipendenza si tratta quasi sempre di poliassunzione è non ha molta importanza la sostanza dalla quale si inizia. Essere astemio ed essere non fumatore sono importanti indicatori di uno stile di vita largamente meno soggetto al rischio di tossicodipendenza. Tutte le altre condizioni espongono ad un rischio maggiore.

(**) Nota: c’è una terza possibilità: insegnare a non bere.


IL GAZZETTINO

Giovani, il 30% beve prima di guidare 

Tavella, presidente delle autoscuole lancia l’allarme: «Una parte usa pure sostanze stupefacenti»

«L’identikit del giovane che si approccia a fare la patente? Non è facile farlo anche perchè ci sono situazioni variegate, ma non possiamo certo parlare di un’oasi felice». È Mauro Tavella, titolare dell’omonima autoscuola a Pordenone e presidente provinciale della Federazione autoscuole a scendere in campo. E la sua disamina è dura. Del resto sia il numero di patenti ritirate in provincia in sei mesi (in tutto circa 750) sia il fatto che la Destra Tagliamento è ai primi posti in Italia come numero di punti tolti dal documento di guida, non depone certo a favore. Il problema principale è legato in particolare a una buona fetta di giovani che prende in mano l’auto e che molto spesso non si rende conto dei rischi. Ma c’è di più. Già, perchè lo scenario è ancora più desolante quando si entra in un campo più delicato, i corsi per il recupero dei punti persi dalla patente. Subito un dato tanto per entrare nel cuore della questione. Il 70 per cento dei recuperi che interessano la fascia di giovani che va dai 18 ai 26 anni riguarda tre precise sanzioni: eccesso di velocità (al primo posto), guida in stato di ebbrezza (al secondo) e guida pericolosa, in particolare sorpassi in aree non consentite o ad alto rischio.

«Per prima cosa - spiega Mauro Tavella - devo dire che c’è troppa liberta nell’uso di alcol e altre sostanze psicoattive. Un problema che interessa prima di tutto la famiglia, la società intera e la politica. Posso anche sostenere questa tesi con numeri precisi. Quando in aula parlo con i ragazzi di alcol e droga almeno un buon 30 per cento ha già avuto contatti con queste cose e abitualmente beve. Sono ragazzi frizzanti, svegli, ma amano bere per stare in compagnia e usano sostanze per cercare di tirare alla lunga. È ovvio poi che i comportamenti scorretti si trasferiscono sulle strade». Ma come se questo non bastasse c’è un’altra parte che forse è ancora peggio. «A questo punto - va avanti il presidente provinciale delle autoscuole - credo sia necessario anche parlare dei corsi per il recupero dei punti patente persi. Se devo essere sincero credo che almeno il 90 per cento non solo viene alle lezioni perchè è obbligato e quindi non ha metabolizzato gli errori per cercare di evitarli in futuro, ma una buona parte mi chiede anche se è possibile che io firmi senza la loro presenza. Chiaro che non lo faccio, ma penso di aver dato l’idea sull’utilità dei corsi fatti in questa maniera». Resta da capire se esistono soluzioni. «L’unica cosa che c’è da fare - conclude - è appiedare e lasciare a piedi per parecchio tempo chi commette sanzioni importanti. È l’unica lingua che i giovani capiscono. A questo è necessario potenziare la vigilanza sulle strade e ultimo, ma non certo per importanza, cercare di prevenire con progetti seri nelle scuole. Per quanto mi riguarda, con il contributo delle autoscuole della Destra Tagliamento e se avrò l’aiuto della Provincia e di altre Istituzioni, sto già elaborando un progetto importante per gli istituti scolastici superiori. Insieme alla Polizia stradale stiamo cercando dati come ad esempio le strade sulle quali accadono con più frequenza incidenti, oppure l’ora degli scontri, il tipo di errore fatto, i numeri degli alcoltest e la verifiche fatte per la velocità. È un progetto ad ampio respiro che credo - se andrà a buon fine - potrà essere molto utile».

Loris Del Frate


REUTERS

Incidenti: più morti,13mila patenti ritirate per alcol

mercoledì, 18 luglio 2007

ROMA - Sono 892 le persone morte sulle strade italiane nei weekend del primo semestre del 2007 e 13.306 le patenti ritirate per guida sotto effetto di alcol dalle pattuglie della polizia stradale e dei carabinieri.

Lo ha reso noto oggi la polizia stradale nel giorno in cui il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha annunciato lo stanziamento di 6 milioni di euro da parte del governo per aumentare i controlli sulle strade.

A pochi giorni dalla morte di Claudia Muro, la sedicenne travolta e uccisa in provincia di Torino da una macchina guidata da un giovane ubriaco, polizia e governo affrontano la questione degli incedenti stradali causati dall’abuso di alcol.

Nel corso del primo semestre di quest’anno - ha detto oggi la polizia stradale - gli incidenti stradali sono leggermente diminuiti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, passando da 782 a 772, ma il numero di persone decedute è aumentato arrivando a 892 contro le 885 registrate nei primi sei mesi del 2006.

La guida sotto effetto di alcol rimane un fenomeno diffuso, con il 13,73% dei conducenti controllati risultati positivi all’etilometro e con un totale di 13.306 patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza.

Oggi, il ministro Bianchi ha definito il problema degli incidenti dovuti all’abuso di alcol e droghe un "emergenza nazionale" e ha annunciato lo stanziamento di 6 milioni di euro per l’aumento dei controlli sulle strade, che dovrebbero arrivare a più di un milione l’anno. (*)

"Il ministero dei Trasporti ha avviato una serie di azioni tese ad aumentare il numero di controlli sulla strada", ha detto Bianchi durante il question time alla Camera.

"A tal fine sta impegnando progressivamente la somma di 6 milioni di euro grazie al quale si procederà all’acquisto di attrezzature tecniche tipo etilometri che consentiranno di portare i controlli dagli attuali 200.000 l’anno a un milione e mezzo all’anno".

I controlli con gli etilometri - spiega Antonio Giannella, capo della polizia stradale - sono aumentati rispetto allo scorso anno del 86,8%, ma l’attività di controllo della polizia non basta per risolvere il problema.

"Una condotta responsabile deve essere frutto di un’educazione che parte dalla scuola e delle istituzioni", ha detto questa mattina Giannella durante la presentazione della campagna educativa "Guido con Prudenza".

Lo scopo principale della campagna, rivolta soprattutto ai più giovani, è quello di promuovere in Italia la pratica del "Bob", il guidatore designato che a turno si astiene dal bere e porta a casa gli amici, spiegano i promotori.

L’iniziativa avrà luogo dal 20 luglio al 25 agosto, in quattro zone turistiche di Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna e Lombardia.

All’ingresso dei locali che aderiscono all’iniziativa , i ragazzi verranno invitati a indicare colui che sceglierà di non bere, che verrà dotato di un apposito segno di riconoscimento e verrà premiato se manterrà fede al suo impegno.

I controlli della polizia stradale verranno ulteriormente intensificati e i guidatori che risulteranno sobri all’uscita dalle discoteche vinceranno un ingresso gratuito per il weekend successivo.

(*) Nota: più che porsi un obbiettivo numerico sarebbe opportuno stabilire che la misurazione del tasso alcolemico debba essere effettuata ad ogni controllo e mettere le forze dell’ordine nelle condizioni di poterla fare. Se si riuscisse ad effettuare un milione di controlli sarebbe in ogni caso un notevole passo avanti.


IL MESSAGGERO

«Tolleranza zero per chi vende alcolici a minori di sedici anni»

di MARIA LOMBARDI

ROMA - Più rigore con l’alcol, promette il governo, troppi morti sulle strade per colpa di ubriachi. Il fumo uccide, avvertono i pacchetti di sigarette. Perché non trasmettere lo stesso messaggio di allarme anche con le bottiglie di birra e vino? Del tipo, «Se bevi, non guidare». E poi basta con la pubblicità che educa al bere e fa credere che alcol significa benessere. Anche i locali pubblici promettono di fare la loro parte: questa storia dei ragazzini che si presentano al bancone e ordinano senza problemi vodka o cocktail ad alta gradazione deve finire, saremo più intransigenti, assicura la Fipe.

Eppure, è quel che accade, come ha dimostrato l’inchiesta del Messaggero, alla faccia della legge che vieta di somministrare alcolici ai minori di 16 anni. Alcol a qualunque età, non importa se a chiedere birra o whisky nel locale sia un ragazzino delle medie. Possibile? «Con gli esercenti che non rispettano le norme, saremo inflessibili. Se fosse confermato che qualcuno vende alcolici a minori di 16 anni, l’associazione interverrà con la massima severità», dice Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi. Chi serve alcolici senza controllare l’età rischia grosso, una denuncia penale e la revoca della licenza. Al ragazzo che ordina bevande alcoliche l’esercente dovrebbe chiedere di dimostrargli d’avere più di 16 anni, con un documento, una tessera dei mezzi pubblici, va bene anche il tesserino d’iscrizione alla scuola di nuoto o di calcio. D’ora in poi tolleranza zero, «chi non lo farà, pagherà le conseguenze. Oltre alla legge, c’è il nostro codice deontoligico che ci impone la massima serietà su questo fronte. L’esercente deve rinunciare all’introito se non riesce ad accertare che il cliente ha l’età giusta per consumare alcolici». Con i ministri Amato e Melandri, la Fipe ha sottoscritto qualche mese fa un ”Codice etico di autoregolamentazione per la sicurezza stradale”. «Siamo disposti a impegnarci al massimo nella prevenzione degli incidenti perché sentiamo un grande senso di responsabilità - continua Stoppani - non condividiamo però una politica di tipo proibizionista». (*) E dunque, più controlli della polizia stradale, più etilometri, ma niente limitazione. Il che vuol dire, spiega la Fipe, no al divieto di vendere alcolici nelle autostrade, come vorrebbe il ministro Turco, e nemmeno imposizione di un orario di chiusura ai locali. «Queste misure punitive favorirebbero il commercio nero e danneggerebbero le imprese».

Non la pensa così il ministro della Salute, fosse per lei il divieto di vendere alcolici negli autogrill delle autostrade sarebbe in vigore da un pezzo. Domani Livia Turco incontrerà i produttori di alcolici per discutere sulla proposta di introdurre sulle etichette messaggi sul pericolo dell’abuso. «Discuteremo con loro come regolamentare la pubblicità e puntare sulla dissuasione», spiega. «Di fronte a tragedie come quelle che avvengono sulle strade occorre un sussulto morale e ognuno si assuma la sua responsabilità». Si preoccupa invece della pubblicità, il ministro della Solidarietà sociale, Ferrero. «Bisogna agire - dice - sull’abbinamento tra percezione del benessere e uso delle sostanze, che in questa società è molto diffuso». Oggi in pre-Consiglio dei ministri Ferrero proporrà un disegno di legge sulla pubblicità degli alcolici che «prevede il divieto di pubblicità ingannevole con quel tipo di messaggio, fondi per l’informazione e la prevenzione, e l’obbligo di etichette informative sulle bottigle di bevande con più di 1,2 gradi di alcol, col messaggio di non guidare dopo aver bevuto».

A chi si mette al volante ubriaco deve essere sequestrata l’auto, ha proposto il ministro dell’Interno Amato che chiederà di reintrodurre il provvedimento nel ddl sulla sicurezza stradale, quello che prevede sanzioni e pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza. Ma per il ministro dei Trasporti Bianchi «non

Giovedì, 19 Luglio 2007
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