SICUREZZA STRADALE Bianchi: "Giro di
vite su velocità e guida in stato di ebbrezza" Il ministro dei
Trasporti annuncia un possibile decreto stralciando alcune norme dal Ddl che è
all’esame del Senato per arrivare in fretta all’approvazione di alcuni
provvedimenti Roma, 19 luglio 2007 - Il governo sta
valutando l’ipotesi di un decreto sulla sicurezza stradale stralciando alcune
norme dal Ddl che è all’esame del Senato per arrivare in fretta
all’approvazione di alcuni provvedimenti in vista dell’esodo estivo. Lo ha annunciato il ministro dei Trasporti,
Alessandro Bianchi, nel corso di una conferenza stampa di Autostrade per
l’Italia sulla campagna per l’esodo estivo 2007. "L’idea a cui si sta lavorando, ma
possono essercene delle altre - ha detto Bianchi -, è di stralciare le norme
che riguardano situazioni che si configurano di più durante l’esodo, come la
guida in stato di ubriachezza e i limiti di velocità, mettendole in un decreto
che potremmo approvare anche la prossima settimana". Bianchi ha sottolineato che l’ipotesi decreto deriva dal fatto che, anche se possibile, sono ridotte le possibilità che il ddl sulla sicurezza, all’esame del Senato, possa essere approvato in tempo utile per l’estate. AVANTI PENE DURISSIME PER CHI
GUIDA UBRIACO Alcool assassino
19/07/2007 Abbiamo letto che un magistrato ha dichiarato
“omicidio volontario” quello di un tale che, guidando ubriaco l’automobile, ha
colpito una ragazza togliendole la vita. Anche a noi sembra che chi guida ubriaco
l’automobile e uccide persone è colpevole di omicidio volontario e non di
omicidio colposo. Infatti guidare l’automobile in stato di ubriachezza
significa rendersi perfettamente conto che si possono uccidere persone. Se si
parte da questo giustissimo concetto, le pene dovrebbero essere assai dure in
modo da convincere le persone a rinunciare alla guida dell’automobile se non
sono perfettamente a posto. Qualche giudice potrà dire che questi non sono
omicidi volontari, ma noi riteniamo invece che guidare l’automobile in stato di
ubriachezza significa rendersi conto che facilmente si può uccidere un
cittadino e se ciò accade non si può negare che l’omicidio sia volontario. Non
si può condannare a soli due o tre anni chi uccide in stato di ubriachezza. Chi
si comporta in questo modo deve essere condannato a dieci e anche a vent’anni
perchè siamo di fronte alla constatazione dell’evento di una persona la quale
non ha tenuto conto delle sue condizioni anomale e pertanto doveva sapere che
in quello stato poteva colpire e uccidere un cittadino. Il ministro
dell’Interno, Giuliano Amato, ha proposto nei giorni scorsi il ritiro
dell’automobile per chi guida in stato di ebbrezza. Ma ciò non risolve molto,
perchè la persona dedita all’alcool può prendere un’altra automobile e
commettere di nuovo qualcosa di grave. La cosa migliore, secondo noi, sarebbe
quella di togliere la patente a vita a chi causa incidenti mortali, perché solo
così si punisce veramente chi, per abuso di alcool, commette le stragi per le
strade. Luigi Preti VIRGILIO NOTIZIE SICUREZZA STRADALE/ IN PROVINCIA DI ROMA TASK
FORCE CONTRO ALCOOL E’ ’Non ti bere la
vita’. Gasbarra: Vivere è meglio dello sballo
Roma, 19 lug. (Apcom) - Cinquantamila giovani
sensibilizzati, 15 mila etilometri tascabili distribuiti (in media 123 a
notte), altrettanti giovani sottoposti all’alcool-test, 122 postazioni
itineranti realizzate in 38 settimane tra le 21 e le 4 di notte con camper e
gazebo, 8 mila bottiglie di acqua minerale distribuite all’uscita di 29 locali
tra pub, discoteche e vari luoghi di aggregazione, decine di Comuni
interessati. Sono i numeri del progetto ’Non ti bere la vita’, presentati
questa mattina a Palazzo Valentini, la campagna promossa un anno fa dalla
Provincia di Roma - in collaborazione con la società di ricerca Maieutica - per
realizzare interventi di prevenzione degli incidenti nel fine settimane dovuti
all’abuso di bevande alcoliche. Un progetto che, ha spiegato il presidente
della Provincia Enrico Gasbarra, "non è solo repressione, ma intende
cercare un contatto con i ragazzi, spiegare loro cosa accade con il consumo di
alcool, a cosa vanno incontro". ’Non ti bere la vita’ è un modello
sperimentale di prevenzione e di contrasto dei comportamenti a rischio dovuti
all’assunzione di alcool e sostanze psicotrope tra i ragazzi che frequentano
luoghi di aggregazione notturni, con particolare riferimento al rischio di
incidenti stradali durante il fine settimana. In dodici mesi la campagna ha coinvolto circa
50 mila giovani, avvicinati da una ’task-force’ di loro coetanei esperti in
materia (psicologi soprattutto) che con camper e gazebo itineranti hanno
visitato il venerdì e il sabato notte - coordinandosi con Polizia Provinciale e
Municipale del posto - piazze, litorali, discoteche, pub, locali notturni,
parcheggi e strade ad alto rischio di incidenti stradali. L’azione sul campo ha previsto la misurazione
del tasso alcolico con etilometro, la distribuzione di acqua minerale per
favorire il recupero dallo stato di ebbrezza e di un depliant informativo ma
soprattutto, ha spiegato il direttore di Maieutica Antonio De Filippo, "la
comunicazione e la sensibilizzazione dei giovani in modo non paternalistico sui
rischi che corrono assumendo alcool e droghe". Ed è stata proprio la cosiddetta
’peer education’ (l’educazione tra pari, in questo caso di età) la chiave del
successo dell’iniziativa. Secondo le linee di tendenza che Maieutica ha
rilevato con le operazioni sul campo, circa 1 ragazzo su 2 (il 44%) risulta
positivo all’alcool-test e il picco più alto del tasso alcolico corrisponde
alla fascia di età tra i 18 e i 23 anni: "E’ un dato che presenta un
quadro allarmante - ha spiegato De Filippo - perchè ci porta ad affermare che
il 46% dei soggetti positivi alla prova dell’etilometro ha meno di 23 anni e
che il 6% ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni". Anche per questo l’attività degli operatori di
’Non ti bere la vita’ non finirà qui: "fino a dicembre - ha infatti
concluso il direttore di Maieutica - distribuiremo 7 mila nuovi etilometri e
realizzeremo altre 60 postazioni così da coprire, in un anno e mezzo, quasi la
metà del territorio della Provincia di Roma". In tre anni sulla sicurezza stradale - ha ricordato Gasbarra concludendo - la Provincia ha speso 87 milioni di euro, nel 2006 22 milioni in più rispetto all’anno precedente: noi adulti dobbiamo richiamare alla vita i giovani con il buon esempio, dimostrando che la strada della vita è più bella e interessante rispetto allo sballo". IL TIRRENO GIOVEDÌ, 19 LUGLIO 2007 di Cinzia Carpita Stato di ebbrezza,
incidenti triplicati
Sono 23 scontri in 6 mesi: stasera test
preventivi anche sui pedoni Mazzelli:
prima dell’ubriachezza fasi altrettanto pericolose di calo dei riflessi CARRARA. Allarme incidenti per guida in stato
di ebbrezza: da gennaio a luglio del 2006 nove sinistri rilevati dai vigili
urbani, nello stesso periodo di quest’anno sono saliti a ben 23. L’aumento o
meno del consumo di alcolici non è di per sé indicativo, quanto lo è il fatto,
visti i dati quasi triplicati, che ci sono più persone che dopo avere bevuto un
po’ troppo si mettono alla guida con tutto quello che ciò comporta per la
sicurezza personale e degli altri. Il comandante della polizia municipale
Alessandro Mazzelli e l’assessore al traffico Roberto Dell’Amico sono
fortemente preoccupati: «Siamo a livelli mai raggiunti». Così hanno deciso
di intensificare le misure preventive e repressive. La prima consiste
nell’invitare i pedoni a sottoporsi al test alcolemico, per sensibilizzarli sui
rischi che correrebbero se si mettessero al volante: l’iniziativa partirà
stasera alle 22,30 in piazza Ingolstadt a Marina, nella Ztl. Il pulmino dei
vigili urbani sarà nella zona a traffico limitato di Marina, con tre vigili e
le strumentazioni per la misurazione alcolimetrica. Ovviamente, il test
sarà volontario da parte delle persone, senza alcuna conseguenza e a titolo
puramente informativo. Lo scopo è appunto quello di far riflettere. «In altri
paesi - sostiene l’assessore Dell’Amico - chi guida cerca di non bere alcolici,
e se è in compagnia si “sacrifica” restando sobrio per riportare a casa gli
amici. In Italia manca un po’ questa cultura. Spesso la gente non si rende
conto delle proprie condizioni, pensando di avere bevuto nei limiti
accettabili. Invece non è così». Da gennaio a oggi, i sorpresi alla guida in
stato di ebbrezza (art. 186 del codice della strada), hanno fatto registrare
una età media di 44 anni, e quelli fermati al volante sotto l’effetto di
stupefacenti, un’età media di 28 anni. In entrambi i casi prevalgono gli uomini
sulle donne. «Molti giovani - dice Mazzelli - sono convinti che l’unico limite
alla guida sia quello di non riuscire più a stare in piedi per avere bevuto
troppo. In realtà il tasso alcolemico dipende da tanti fattori: non solo dalla
quantità di liquidi ingeriti, ma anche dal peso della persona, e dal cibo
ingerito. Di solito per superare il limite di legge dello 0,50 bisogna avere
bevuto più di una birra. E comunque, il rischio di incidenti mentre si guida
non dipende solo, come pensa la maggior parte delle persone, dal fatto di
essere ubriachi. Basta avere un tasso alcolemico tale da provocare eccitazione,
rallentamento dei riflessi, abbattimento della sensazione di pericolo. Elementi
sottovalutati soprattutto dai giovani (se poi aggiungiamo all’alcol anche
qualche pasticca....). Concordo col ministro dell’interno: vanno sequestrati i
mezzi». Quindi il test ai pedoni, può servire perlomeno a qualsiasi persona che
vi si sottopone per prova (magari uscendo da un ristorante dopo avere mangiato
e bevuto un po’), a valutare se stessa se guidasse. «Il fatto che in sei-sette
mesi, gli incidenti per guida in stato di ebbrezza siano triplicati rispetto
allo stesso periodo del 2006 - dice Mazzelli - ci fa temere un trend analogo
anche nella seconda metà dell’anno. C’è insomma, una sottovalutazione del
rischio». (*) Ecco perché entra in gioco anche l’elemento repressione: i
maggiori controlli sulle strade, anche grazie all’assunzione di nuovi 5 vigili
urbani (entrati in servizio un mese e mezzo fa), e l’intensificazione dei
servizi notturni nel periodo estivo comporta quasi quotidianamente denunce in
base l’articolo 186 del codice della strada. I vigili urbani, hanno iniziato
dal 6 luglio il servizio notturno: in appena dieci giorni, i controlli
alcol-test hanno portato a 6 denunce (più un’altra per guida sotto l’effetto di
stupefacenti, 43 multe per eccesso di velocità e altre sanzioni). «Siamo
allarmati», commentano Mazzelli e Dell’Amico. «L’altra sera - racconta il
comandante - alle 22,30 abbiamo fermato un’automobilista in viale Da
Verrazzano. All’alt della paletta dei vigili, ha continuato in auto, a
sobbalzi, finché non si è fermato. Aveva un tasso alcolico di 1,4, quasi tre
volte sopra il limite. E continuava a dirci: “Ho bevuto solo una birretta”». (*) Nota: è anche possibile che gli incidenti siamo aumentati. Ma il fatto che siano stati rilevati tre volte tanto è probabilmente attribuibile all’aumento dei controlli che ne hanno evidenziato la correlazione con l’assunzione di alcolici. LA PADANIA «Pubblicità choc e revoca definitiva della
patente per i recidivi» I tragici incidenti mortali che si sono
verificati nell’ultimo periodo hanno spinto il gruppo della Lega Nord alla
Camera, durante il question time, a chiedere al Ministero dei Trasporti di istituire
un programma atto a migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi sulle
strade. Proposte una campagna di informazione pubblicitaria, già adottata in
altri Paesi europei e definita come pubblicità choc, iniziative per istituire
una giornata denominata “alcool zero” e l’inasprimento delle sanzioni, in
particolare con il sequestro del veicolo e il ritiro definitivo della patente
nei casi di reiterate e manifeste violazioni del codice della strada in materia
di superamento dei tassi alcolici. Le notizie riapparse nell’ultimo week end
hanno infatti testimoniato che il fenomeno delle stragi del sabato sera non è
stato ancora arginato. L’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti,
nonché l’alta velocità, sono le principali cause di gravissimi incidenti stradali
che ogni anno si consumano sulle nostre strade, specie nei giorni del venerdì e
del sabato notte, che fanno registrare il più alto tasso di mortalità rispetto
agli altri giorni della settimana, soprattutto tra i giovani. Nei primi sei
mesi dell’anno i casi di guida in stato di ebbrezza sono aumentati del 38 per
cento, mentre quelli per il superamento dei limiti di velocità del 21,5 per
cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, l’alcool è responsabile del 70 per cento degli incidenti che avvengono nelle ore notturne, in cui spesso rimangono vittime i giovani. CORRIERE ADRIATICO L’intervento del Sap:
“Poche apparecchiature”
“Sicurezza sulla
strada sì ma mancano le risorse”
FERMO - “Mancano le risorse per poter garantire la sicurezza degli utenti della strada”. A denunciare la grave carenza di uomini, strumenti e mezzi della Polizia stradale è il segretario provinciale del sindacato Sap Francesco Lorenzo Morganti. “Ogni attività umana - scrive - ha dei costi. Non si comprende come si pretenda di garantire la sicurezza delle strade senza investire neppure un euro. Anzi, nell’ultima Finanziaria i tagli sono talmente elevati che a breve dovranno essere ridotte anche le poche pattuglie che attualmente effettuato sia la vigilanza stradale che quelle ordinaria. Vi sono carenze di organico, di mezzi, di uniformi e risulta carente anche la dotazione per effettuare i controlli. Nella provincia di Ascoli, vi sono cinque caserme di Polizia Stradale. E’ prevista - continua Morganti - la dotazione di tre soli precursori (strumenti necessari per un rapido accertamento dell’etanolemia) che questi uffici, seppur distanti 40-50 chilometri tra loro, devono utilizzare in comune. Le apparecchiature etilometro sono date in dotazione non alla pattuglia ma all’ufficio. Una per ogni ufficio. Cosicché se escono due pattuglie di vigilanza stradale sulla stessa fascia oraria, sono una può accertare la guida in stato di ebbrezza”. Oltretutto, prosegue il segretario provinciale Sap, “vi sono difficoltà nel reperire i boccagli monouso da utilizzare negli etilometri. Boccagli necessari per la tutela dell’igiene degli utenti. Per non parlare degli strumenti, tanto pubblicizzati, per il controllo dell’uso delle sostanze stupefacenti. La Polizia stradale di Ascoli non sa nemmeno cosa siano! Nonostante l’impegno e la professionalità degli operatori della Polizia stradale è evidente che senza mezzi non si possono contrastare gli abusi di alcuni automobilisti ed anche l’inasprimento delle sanzioni non contribuirà a ridurre il fenomeno. A che servono pene severe se non si possono fare i controlli?” IL CAMPANILE Sicurezza, 6 milioni
per la prevenzione
Sulle tragedie
stradali il ddl al Senato. Fabris: «Subito un Ente speciale». Barbato: «Basta
col buonismo» Un’azione decisa sull’emergenza stradale. Più mezzi e maggiori controlli. Il Ministro di Trasporti, Alessadro Bianchi, ha rassicurato deputati e cittadini all’interno del question time di ieri. Sei milioni di euro già stanziati per attrezzature come gli etilometri, e l’obiettivo del milione e mezzo di controlli stradali entro la fine dell’anno. Si tratta però di lavorare con continuità e razionalità. Verso questa direzione è andata l’interrogazione dei Popolari-Udeur, con il capogruppo Mauro Fabris. Fabris è tornato sulla necessità di istituire un’agenzia o un dipartimento specifico per la sicurezza stradale: «Il Governo scelga il mezzo ideale – ha chiesto il deputato Udeur -, purché si giunga a strumenti straordinari. Bisogna approfittare della sensibilità mostrata da questo Governo sul tema. Quindi si inizi la discussione sulla proposta». Una proposta raccolta favorevolmente dal Ministro Bianchi: «Vaglierò con attenzione e interesse l’iniziativa», ha risposto. Come già più volte dichiarato dallo stesso Fabris, si tratta di istituire un ente simile alla Protezione Civile, che possa anche offrire ragguagli su andamenti e statistiche. Uno strumento che tra l’altro è presente in diversi Stati europei. Dall’Udc, sempre nel corso delle interrogazioni alla Camera, è arrivata una riflessione sulla necessità di coadiuvare il Ministero dei Trasporti sul problema. Una materia, quella della sicurezza stradale, che per l’Udc non dovrebbe essere di esclusiva competenza del Ministero di Bianchi. Sul disegno di legge giunto in Senato, c’è comunque la necessità di approvare al più presto le norme, per Bianchi e per altri. «Il Ddl su circolazione e sicurezza stradale ha il merito di non essere troppo buonista». Lo ha affermato il capogruppo dei Popolari-Udeur al Senato, Tommaso Barbato. Oggi il Ddl approderà all’esame della commissione Lavori Pubblici del Senato. Per Barbato il testo «inasprisce sanzioni e pene verso veri e propri criminali della strada. Il Parlamento – ha poi ribadito – deve avere il coraggio di intervenire immediatamente con decisione e fermezza sulle stragi causate da chi è insensibile al rispetto della vita propria e degli altri». Intanto un altro ubriaco è stato fermato da una volante della Polizia, mentre viaggiava zigzagando sulla Palermo – Trapani. Il tunisino si è poi scagliato contro i poliziotti, dopo che questi lo avevano invitato a sottoporsi all’etilometro. Pugni e sputi dell’immigrato contro le forze dell’ordine e arresti domiciliari come conseguenza, anche con accuse di violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. L’Unione nazionale dei Giudici di Pace pensa di spostare la competenza sulle sanzioni penali per la guida in stato di ebbrezza: dai Tribunali ordinari ai Giudici di Pace dunque. Il segretario generale dell’Unagipa, l’avvocato Gabriele Longo, fa rilevare come «la rapidità dei tempi di trattazione dei processi escluderebbero la prescrizione, e le pene sarebbero subito applicabili e non sospendibili». Inoltre sempre dall’Unagipa giunge l’idea di registrare in un apposito libretto ogni conducente. Ma c’è di più, visto che non si è escluso l’uso di apparecchiature elettroniche sulla falsariga delle scatole nere. L’ARENA DRAMMI Curare il sistema
Questo weekend è stato "disastroso",
sulle nostre strade si sono consumati innumerevoli drammi, e non c’è scusante o
legge che possa ridare la vita a chi l’ha persa. Ma sono molto scettico riguardo l’inasprimento
delle sanzioni, vorrei sapere se veramente possano essere un deterrente giusto
per la nostra situazione. Noi in questo modo combattiamo le conseguenze, senza
sforzarci di perseguire le cause. Se il numero di incidenti aumenta con l’abuso
di sostanze stupefacenti e alcolici, dobbiamo perseguire chi le somministra o
le spaccia, comprese le discoteche o bar. Molte volte infatti vengono dati alcolici
anche a chi è evidentemente in stato confusionale, e per quanti controlli si
possano fare, la droga continua tacitamente ad essere parte del nostro modo
senza subire flessioni nel consumo. Concludendo, innalzare sempre più le pene e le
sanzioni pecuniarie, potrebbe essere un deterrente, ma la pena di morte negli
USA, non ha certo sconfitto gli omicidi. Dobbiamo curare il
nostro sistema, non demolire la vita delle famiglie. Un errore di un 18enne non
può pesare sulle finanze dei genitori e dei fratelli di chi ha commesso un
crimine. Emanuele Bogoni IL TEMPO Ubriachi killer. I
vescovi ai genitori: che fate?
Colpisce per schiettezza e lucidità. Vale la pena di leggerne i passi salienti per guardare l’eccidio che si consuma sulle nostre strade andando oltre l’affannosa ricerca di rimedi miracolosi sui quali la politica rimane spaesata, come accade quando gli amministratori s’accorgono tardi delle emergenze. È la nota settimanale del Sir (Servizio informazione religiosa, l’agenzia della Conferenza Episcopale italiana presieduta da Angelo Bagnasco). «Le strade si sono trasformate in campi di battaglia. In certo senso, un’epidemia incontrollabile, nella quale gli untori si moltiplicano a causa dell’alcol e della droga. Quel che è triste è che, mentre aumentano le proteste e le richieste di giustizia, cresce il senso di impotenza; mettersi in macchina significa sfidare la sorte: non ci si salva dalla follia della velocità ad ogni costo, dall’irresponsabilità di chi ha fatto della strada la palestra del suo istinto di dominio, della sua sfida alla vita. Anche questo è il segnale triste del prevalere di una cultura di morte. Ciò di cui si avverte l’urgenza è l’etica della responsabilità, la consapevolezza che la mia libertà ha dei limiti nella libertà degli altri, nel loro diritto di vivere. Il riscoprire il senso del limite e della misura. Il problema, insomma, è anzitutto etico». E poi «Quanto costa alla società civile in aggiunta ai lutti di tante famiglie la strage stradale in un anno?». Perché i costruttori commercializzano «bolidi da trecento all’ora, per viaggiare su strade dove è vietato superare i centotrenta?». È proprio necessario donare ai propri figli «al raggiungimento della maturità, auto velocissime? E mettiamoci, per finire, la deprecabile industria dello sballo notturno, che costringe i giovani, se non vogliono essere considerati extraterrestri, a trascorrere le notti caracollando tra bar, ristoranti, discoteche, night club e altro ancora fino a mattina inoltrata. Qualcuno riuscirà a mettere un freno a questa follia? È triste ricordare che qualcuno in Parlamento ci ha provato ma è stato sconfitto». IL MATTINO Ubriachi alla guida è
tolleranza zero
Dall’inizio dell’anno ritirate 42 patenti per guida in stato di
ebbrezza
ANDREA FERRARO Ventisei patenti ritirate, oltre il dieci per cento del totale, per guida in stato di ebbrezza, dieci in più rispetto al dato registrato nel primo trimestre dell’anno. Le cifre in possesso del comandante provinciale della polizia stradale, Michele Pascarella, relative ai controlli effettuati dai propri agenti da aprile a fine giugno, confermano l’emergenza, che nei giorni scorsi, alla luce delle nuove tragedie della strada, ha indotto anche il ministro dei Trasporti Bianchi a chiedere l’inasprimento delle pene per chi si mette al volante ubriaco o dopo aver assunto sostanze stupefacenti. La tolleranza, viene garantito, ovviamente sarà zero. E non solo in vista del grande esodo e nei weekend, quando il livello di guardia solitamente è più alto, in particolare nelle ore notturne, per evitare le tragedie all’uscita dei locali pubblici. Martedì pomeriggio lungo l’A1, all’altezza dello svincolo di Capua, infatti, gli agenti della sottosezione di Caserta Nord, di cui è comandante Rocco Fasci, hanno fermato un pullman, con ventidue pendolari a bordo, il cui conducente, che dopo la denuncia rischia la revoca della patente già ritirata, è stato sorpreso con un tasso di alcol nel sangue quasi tre volte superiore il limite massimo previsto dalla legge (a far scattare l’allarme la telefonata di un viaggiatore). «È un dato che deve farci riflettere - dice Pascarella - rispetto al primo trimestre il numero delle patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza è aumentato da sedici a ventisei. In totale sono state, sempre da aprile a giugno, duecentotredici. I nostri controlli in autostrada ovviamente si concentreranno anche sui conducenti di pullman e mezzi pesanti. Ma molto utile è la collaborazione. Il senso civico del ragazzo che martedì ha chiesto il nostro intervento ha evitato che potesse accadere una tragedia. La pattuglia è intervenuta subito. Poco dopo, all’altezza di Teano, abbiamo anche fermato un automobilista di Cassino che aveva appena assunto droga». Già, la droga. Le pattuglie del comando provinciale hanno in dotazione anche un kit sperimentale per rilevare i prinicipi attivi delle sostanze stupefacenti e psicotropiche. «Li stiamo sperimentando insieme con i colleghi di Napoli - continua Pascarella - questi test sono indicativi e devono essere confermati dalle analisi clinici». Uno degli obiettivi di Pascarella è arrivare per la fine dell’anno a quota mille controlli con l’etilometro. «Fino a oggi ne abbiamo effettuati cinquecentotrentasei e ritirato quarantadue patenti, a cui vanno aggiunte le dieci ritirate per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Stiamo già intensificando i controlli anche se spesso la nostra attività, nelle ore serali, viene distolta per rilevare gli incidenti lì dove non sono previsti turni notturni». IL MATTINO
L’INIZIATIVA Sobri alla guida
ingresso gratis in discoteca
Tutti in discoteca e ritorno a casa in sicurezza. Parte la campagna di Provincia, del gruppo Logos che si occupa proprio dei problemi legati ad alcolismo e sicurezza, e delle discoteche «Dolce Vita» e «Sea Garden». Chi guida l’auto del ritorno a casa, se dimostra di non aver bevuto, avrà rimborsato il prezzo del biglietto di ingresso nel locale. L’iniziativa viene spiegata da domani nelle discoteche e negli infopoint «Sobri e sicuri» a Largo Campo e in piazza Santa Lucia. Ci saranno totem informativi in cui per ogni gruppo l’autista, che diventa il golden driver, si può registrare ufficialmente. IL GAZZETTINO Intanto il comandante della Polizia municipale
propone corsi di sensibilizzazione anche nelle scuole primarie Alcol e rumori, la
difesa dell’Ascom
Andrea De Filippo:
«Esercenti trasformati in un capro espiatorio. No a una città dormitorio»
Sacile Non sono solo i rumori e gli schiamazzi
notturni a preoccupare in riva al Livenza, ma anche l’abuso di alcolici da
parte di giovani che diventano poi protagonisti di atti di vandalismo. Episodi
che si verificano soprattutto nel centro storico, dove le lamentele degli abitanti
sono in aumento, «con spettacoli - sottolineano alcuni residenti - disdicevoli
che al mattino si presentano sotto i porticati, con vomiti, urine e sporcizie
di ogni genere». E sul problema c’è l’allarme forte della
Polizia municipale. Per il comandante Luigino Cancian, sono due gli aspetti che
vanno sottolineati: «In primo luogo, il fatto legato agli accertamenti che da
tempo stiamo facendo su tutto il territorio anche all’interno dei locali, che
sono però limitati e non ci consentono di intervenire nei fine settimana e
nelle ore notturne con continuità. A questo si contrappongono le sempre
maggiori segnalazioni da parte di privati che denunciano schiamazzi fuori dai
locali pubblici e atti indecorosi». Per il tenente Cancian è opportuno che si
cominci a pensare di avviare nelle scuole di primo grado, assieme ai corsi di
educazione stradale che stanno dando buoni risultati, anche incontri di
sensibilizzazione sulle conseguenze di un abuso di bevande alcoliche». Un’idea
che il comandante lancia «ma che dipende - aggiunge - dall’amministrazione
concretizzare. Per quanto ci riguarda, siamo disponibili, anche perché sono più
che mai convinto che iniziare a far capire ai giovanissimi le conseguenze
dell’uso di bevande sia quanto mai utile». Conclude assicurando che «per quanto
ci riguarda, anche in relazione alla campagna di sensibilizzazione che
l’amministrazione in collaborazione con l’Ascom ha avviato, noi continuiamo a
controllare che non si somministrino bevande alcoliche a minori». E sull’esito
dei controlli eseguiti precisa che «non sono emerse situazioni anomale». Il sindaco Roberto Cappuzzo tiene a
sottolineare che un primo segnale forte dell’amministrazione è stato lanciato
aderendo alla giornata "Crescere nella legalità". Sull’idea lanciata
dal Comando della Polizia municipale si dice d’accordo, aggiungendo che «ogni
iniziativa deve pur sempre essere concordata con le autorità scolastiche» e
anticipando che «anche altre sono le iniziative allo studio
dell’amministrazione comunale». E sulla vicenda rumori e abuso di alcol
interviene anche il presidente dell’Ascom mandamentale Andrea De Filippo, che
denuncia come «a Sacile sia in atto da un po’ di tempo, fatti salvi i diritti
di ognuno, una ondata di proteste che spesso trovano capri espiatori esercenti
che fino a quel momento erano in regola». A questo punto per De Filippo è
indispensabile «conoscere cosa vuol fare l’amministrazione della città: si
vuole fare di Sacile un luogo dove si va solo a dormire?». De Filippo conclude
precisando che «dove non c’è vita si lascia spazio alle penombre e alla
criminalità». Michelangelo Scarabellotto CORRIERE ADRIATICO Incidenti, vittime
sempre più giovani
ROMA - Nove morti al giorno, ogni giorno, dall’inizio dell’anno; 1.540 vite spezzate in sei mesi: l’ecatombe sulle strade italiane continua inesorabile, come l’esodo estivo. E si arricchisce di due novità “inquietanti”: aumenta il numero delle vittime tra i più giovani, che muoiono soprattutto dopo esser usciti dalla discoteca, e aumenta il numero delle donne che si mettono alla guida ubriache. A leggere i dati di polizia e carabinieri relativi ai primi sei mesi del 2007, si capisce meglio perchè l’Italia ha una mortalità superiore del 13 per cento rispetto alla media europea. E perchè, passato il primo anno, l’effetto deterrente della patente a punti è praticamente finito. Un dato su tutti, reso noto dal direttore dell’Ania nell’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sugli incidenti: il 91,5% della riduzione delle vittime degli incidenti stradali nel triennio 2003-2005 si è verificata proprio nel periodo compreso tra il secondo semestre 2003 e il primo semestre 2004, quello di entrata in vigore delle nuove norme. Poi, il deterrente si è affievolito IL GAZZETTINO DALLA POLIZIA STRADALE A cento all’ora senza
patente, stangata bis a un automobilista
Caerano Si fa presto a dire di multare chi non
rispetta il codice della strada. E se questi se ne infischiano anche del
codice? Già, allora non si può far altro che ripetere la sanzione in attesa
che...si stabiliscano pene più pesanti. In pratica è quello che si sta
attendendo per un automobilista di Caerano San Marco che gli agenti della
Polizia stradale di Castelfranco hanno sorpreso l’altra sera a sfrecciare a
cento all’ora lungo la Provinciale 667. La pattuglia logicamente lo ha fermato per
eccesso di velocità ma contemporaneamente ha scoperto una storia che purtroppo
si ripete spesso. L’autista, un trentacinquenne del posto, viaggiava senza
patente e l’auto gli era stata consegnata solo poco tempo prima. Infatti, a
fine gennaio proprio lui era stato fermato un’altra volta per guida in stato di
ebbrezza con livelli tre volte sopra la soglia massima stabilita dalla legge.
Per questo era stato denunciato con sospensione della patente, il pagamento di
una multa e il fermo del veicolo per tre mesi. Evidentemente pene ancora troppe
leggere per lui perchè non appena gli è stata riconsegnata l’auto, senza avere
ancora la patente si è rimesso al volante ed è stato "beccato"
nuovamente l’altra notte dagli agenti della Polizia stradale. In questo caso l’uomo dovrà pagare una
sanzione che va dai 2338 ai 9357 euro, gli è stata fermata l’auto per altri tre
mesi e se verrà pescato ancora una volta (sarebbe la terza) a guidare senza
patente il mezzo gli verrà confiscato. Insomma, si fa presto a dire di multare
chi non rispetta il codice della strada... Gabriele Zanchin IL SECOLO XIX Investì e uccise
un’infermiera condannato
Il processo Ubriaco e drogato travolse una motociclista
"bruciando" un semaforo. All’automobilista inflitti 18 mesi Genova. E’stato condannato a un anno e mezzo
di carcere con la condizionale per aver investito in pieno e ucciso con la sua
auto, una giovane infermiera. Alessandro Ferrando, un idraulico di 23 anni,
era accusato di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza: subito dopo
l’incidente era risultato positivo al test alcolemico e gli esami tossicologici
avevano confermato che il giovane idraulico aveva fumato hashish. Il processo si è svolto ieri mattina davanti
al giudice per le udienze preliminari Daniela Faraggi: avendo scelto la formula
del rito abbreviato l’imputato ha ottenuto un terzo di sconto sulla pena
prevista. Il tragico incidente
era accaduto nell’agosto dell’anno scorso. Quella mattina Paola Cambiaso, 25 anni, stava
rincasando dopo il turno di notte passato a "Villa Serena", la
clinica privata dove lavorava. Era alla guida del suo scooter Yamaha Majesty
grigio metallizzato in direzione monte di corso Sardegna. Al semaforo che precede la chiesa di Santa
Fede trovò la luce rossa: rallentò fino a fermarsi sulla linea bianca dello
stop. Alle sue spalle arrivò il giovane, al volante
di un’Alfa 145 vecchio modello, di colore nero: al semaforo tirò dritto
travolgendo la ragazza e trascinandola per oltre trenta metri sull’asfalto. Un tragitto interminabile, nel quale la
giovane donna ha riportato lesioni gravissime. La giovane abitava con i genitori e la sorella
in via Molassana: si era appena laureata in giurisprudenza. Voleva fare
l’avvocato e si era pagata gli studi lavorando come infermiera. L’assicurazione dell’automobilista, che è
stato difeso dall’avvocato Laura Tartarini, ha versato alla famiglia della
giovane un risarcimento di 350 mila euro. Essendo però risultato positivo all’hashish
l’assicurazione, come prevede la legge, ha acceso una causa civile perchè sia
lo stesso Ferrando a risarcire la famiglia della somma stabilita. Bisognerà accertare se le sostanze
cannabinoidi erano state fumate dal giovane la notte prima dell’incidente: un
dato che non sembra risultare chiaro dalle analisi effettuate subito dopo
l’investimento visto che la presenza dell’hashish nelle urine risulta per
diversi giorni. Il giovane idraulico, che abita con la
famiglia in Mura degli Angeli, nel quartiere di San Teodoro, era rimasto sconvolto
per l’accaduto. La sua famiglia aveva scritto al padre e alla
madre della povera ragazza travolta per manifestare il proprio cordoglio e la
propria disperazione. Intanto la polstrada ha rintracciato i
testimoni dell’incidente sull’A12 che sarebbe stato provocato da una gara di
velocità fra due auto, tra cui una Ferrari. Le condizioni dei coniugi rimasti feriti nello scontro sono migliorate. L’ADIGE I vicini: solo ora
siamo tranquilli
Degasperi, ferito
martedì aveva già salvato Toller
di GIACOMO POLETTI Il giorno dopo l’incendio è vissuto quasi come
una liberazione dagli abitanti di Via Pola a Gardolo. A seguito dell’incendio
di martedì sera (il cui esito poteva essere ben più drammatico) e del fermo di
Roberto Toller, in tanti hanno tirato un sospiro di sollevo. Il diradarsi del
fumo, infatti, ieri è stato anche metaforico, almeno a sentire i residenti
affacciati sulla corte interna che raccontano alcuni degli episodi provocati da
Toller negli ultimi tempi. A farci una sintesi ci ha pensato Edi Degasperi,
l’uomo più danneggiato dal rogo, tornato a casa ieri senza aver riportato danni
fisici rilevanti dopo l’iniziale ricovero in ospedale. Spiega: «L’incendio di
martedì non è stato il primo. Già a maggio Roberto Toller si addormentò ubriaco
con una sigaretta accesa, tanto che il suo materasso prese fuoco, e fui io
stesso fra i primi a salvarlo nel suo appartamento invaso dal fumo». La notizia
finì sulle pagine dei giornali ed anche in quella occasione si evitarono danni
pesanti solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco volontari del
sobborgo. Eppure, osservando quanto accaduto, viene davvero spontaneo pensare
come, stavolta, solo per una fortunata coincidenza si siano evitati danni
maggiori: il sottoscala in cui Toller aveva accatastato i mobili incendiati è
infatti interamente in legno. E di legno, appena tre metri sopra il
pianerottolo, è tutto il solaio che fa da pavimento proprio alle camere
dell’appartamento della famiglia Degasperi. Una posizione dunque che poteva essere
esplosiva, scelta da Toller forse non a caso. Gran parte dell’ala è rimasta
comunque indenne, anche se è da riverniciare, compreso l’appartamento dei
Marzari, in cui si trovava Walter, il fratello della proprietaria che
fortunatamente se ne stava (ancora ieri) in ferie. Una fuliggine finissima
annerisce ora ogni cosa, muri compresi. Edi Degasperi aggiunge una
considerazione che fa meditare: «Nel nostro piano non c’è nessuna via di fuga:
in pochissimi istanti mi sono ritrovato la casa invasa dal fumo, con appena
qualche centimetro di visibilità, senza nessuna possibilità di fuga: solo
grazie ai pompieri, che mi hanno messo una mascherina, sono potuto uscire sano
e salvo». Eppure, basta fare due chiacchiere con qualche residente della corte
per ottenere un quadro esaustivo della vicenda, che senza dubbio avrebbe potuto
concludersi per tempo senza un simile epilogo: più volte - si dice - Roberto
Toller si ubriacava, rivolgendo minacce ed insulti ad alta voce a tutto e
tutti. La notizia dello sfratto, se possibile, lo aveva incattivito ancora più,
tanto che la notte prima del disastro le minacce di morte (non solo rivolte
alla famiglia Degasperi) si erano protratte fino alle 4 del mattino, come
confermano Floria Marina, moglie di Edi, e altri due vicini che preferiscono
rimanere nell’anonimato. E mentre ieri mattina l’ufficiale giudiziario metteva
i sigilli sulla porta di Roberto Toller, i vicini di casa tiravano un sospiro
di sollievo: la situazione era stata denunciata negli ultimi tempi sia alle
forze dell’ordine
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