CORRIERE DELLA SERA – FORUM
VERONESI Alcol e controlli Egregio Professore, che ne pensa
della proposta dei Ministri della Salute e dell’Interno di inasprire i
controlli su chi guida in stato di ebbrezza? Il fatto di incriminare i ragazzi
non rischia di farli precipitare per sempre nella “zona grigia”
dell’illegalità? Grazie. Pietro G. Re: Alcol e controlli Caro Pietro, per antica
convinzione sono antiproibizionista e da sempre sono convinto che ognuno di noi
deve avere la libertà di scegliere la vita che meglio crede. È però doveroso
porre dei limiti se queste scelte possono provocare danni agli altri. Chi guida
in stato di ebbrezza diventa un pericolo per gli altri, è giusto quindi che sia
sanzionato e impedito. Il problema è che ormai l’alcol
più che consumato viene “usato”. Il significato del bere ha assunto un valore
comportamentale in funzione degli effetti che l’alcol è in grado di esercitare
sulle performance personali: si beve per sentirsi più sicuri, per apparire più
emancipati, per essere più facilmente accettati dal gruppo. Il problema
riguarda soprattutto i giovani: spesso oggi i nostri ragazzi bevono, anche, per
ubriacarsi, un fatto nuovo e anomalo nella tradizione italiana, che deve
indurci a riflettere. Perché i giovani considerano un divertimento la perdita
del controllo di sé? Il dato forse più preoccupante è
che l’età d’avvio al consumo alcolico in Italia è la più bassa d’Europa: 12
anni. Un rischio grave, perché l’organismo, in fase di crescita, non ha
completato la maturazione del sistema enzimatico che aiuta a metabolizzare
l’alcol: questo rimane quindi in circolo nel corpo più a lungo e va a intaccare
fegato e cervello. Inoltre statisticamente tanto prima si inizia a bere tanto
più si abbasserà l’età dell’alcolismo; chi comincia a bere prima dei 15 anni ha
una probabilità quattro volte maggiore di diventare alcolista. Di fronte a questa situazione
quindi, ben vengano controlli più severi sulle strade e fuori dalle discoteche.
Ma prima ancora occorre che noi adulti ci interroghiamo su quali modelli di
riferimento vogliamo trasmettere ai nostri figli. A questo proposito condivido
in pieno la posizione del Ministro Turco: “Bisogna che ciascuno si assuma le
proprie responsabilità. Ci vuole una battaglia culturale per far capire che
l’abuso di alcol è una droga e che bisogna combatterlo e prevenirlo”. L’ADIGE Santa Margherita, festa senza alcol ALA - Scelta coraggiosa quella
dei ragazzi dell’associazione Zengio Lonch di Santa Margherita che hanno deciso
di aprire la festa del paese (da oggi a domenica) con un tributo a Vasco Rossi,
affidato alla Band Vascombriccola, per promuovere una serata "No
Alcol". Scelta coraggiosa, oltre che curiosa, si diceva. Anche perché insieme
al concerto questa sera alle 21,30, sarà anche proiettato su maxischermo un
reportage interpretato in stile "Le Iene" da alcuni attori della
compagnia I Rusteghi di Avio: obiettivo raccogliere umori ed esperienze dei
giovani della Vallagarina a proposito del tempo libero fra birra, discoteche e
trasgressione. Se questa sera, quindi, sui banconi di Santa Margherita si
potranno bere solo birra analcolica e aperitivi rigorosamente senza alcol - e
chi vorrà potrà anche sottoporsi ad alcol test presso il camper attrezzato
dell’associazione Ama nei pressi del campo sportivo -, domani sera e domenica
la musica cambierà. Domani, agli stand si tornerà a distribuire birra e vino,
mentre sul palco si esibirà la Piccola Orchestra Paradiso e i bambini potranno
divertirsi in compagnia del clown Molletta. Domenica invece il palcoscenico
sarà tutto per gli Articolo3ntino e per tutta la giornata stand enogastronomici
aperti a tutti. T. B. IL GAZZETTINO CONTRADDIZIONI Si invocano provvedimenti contro chi guida ubriaco solo perché il tema
è caldo L’Italia è veramente la nazione
delle contraddizioni. Dopo le tante morti sulle strade, provocate da «piloti»
irresponsabili, sembra che stiano per arrivare, finalmente, pene severe per
combattere il triste fenomeno della guida in stato di ubriachezza. Dico sembra
perché è d’obbligo non dare nulla per certo o scontato. Come al solito,
infatti, nel momento culminante della tragedia tutti sono concordi che a mali
estremi si ricorra a estremi rimedi. Poi gli animi si raffreddano e tutto
rimane come prima. Speriamo che questa sia la volta buona. Ciò che più crea
sgomento è che nel momento in cui si prendono provvedimenti per la salvaguardia
di vite umane sulla strada, purtroppo dobbiamo assistere al controsenso della
depenalizzazione dei reati relativi alle sofisticazioni alimentari. Come dire:
rilasciare la licenza di uccidere diecine, centinaia o migliaia di persone,
tanto con una multa tutto è in regola. Celeste Balcon, Patto per Belluno IL GAZZETTINO L’OPINIONE Ogni atto che fa diminuire l’uso dell’alcol va valutato positivamente di Fabio Conte Ho letto senza stupore la
statistica che stima nel 10% la percentuale delle persone che si mettono al
volante in stato di ebbrezza. Sono dati che conosciamo bene e che sono stati
una delle motivazioni che ci hanno spinto a dare il via, nel nostro paese, ad
una campagna che aveva un duplice obiettivo: limitare l’utilizzo di alcolici
nei bar e scoraggiare gli automobilisti a mettersi al volante con un tasso
alcolico troppo elevato.Per questo il consiglio comunale di Monselice ha
approvato, sia pure con una maggioranza minima, un provvedimento che vieta la
somministrazione di alcool nei locali pubblici dopo l’una di notte. Per questo
abbiamo dotato i nostri vigili di etilometri e di kit in grado di riscontrare
la presenza di stupefacenti nel sangue di chi è alla guida. Cos’è successo, però, di fronte a
questa nostra campagna? E’ successo che si sono levate critiche da più parti,
che ci sono state forze politiche che hanno votato contro questo nostro
provvedimento. Una delle motivazioni è che
"il divieto può essere aggirato", che non si può reprimere ma che
bisogna prevenire. Allora è bene parlarsi chiaro: sappiamo tutti che di fronte
ad un fenomeno come questo, non ci sono misure che siano realmente risolutive o
definitiva. Sappiamo tutti che ogni divieto può essere, in un modo o
nell’altro, aggirato. Il punto però è che dalla politica, dall’amministrazione,
devono venire comunque dei messaggi e dei punti fermi. ASAPS ERM un nuovo metodo statistico
per conoscere quanti guidano sotto l’influenza di alcol e sostanze, mantenendo
l’anonimato dei conducenti controllati Giordano Biserni direttore de il
Centauro intervista Franco Taggi, direttore del reparto “Ambiente e Traumi” dell’Istituto
Superiore di Sanità, su un nuovo metodo statistico che consente di conoscere
quanti guidano sotto l’influenza di alcol o sostanze, mantenendo l’anonimato
dei conducenti controllati. GB Il Centauro ha avuto notizia che lei ha recentemente
pubblicato un lavoro scientifico in cui viene descritto un nuovo metodo che
permette di sapere quanti guidino sotto l’influenza di alcol o sostanze, senza
che i conducenti siano controllati individualmente. E’ così? FT E’ vero. Questo nuovo metodo,
pubblicato da poco dalla rivista “Annali di Igiene” (rif. “Quantifying a
phenomenon without knowledge of individual data: the Erased Respondent Method
(ERM)”, Ann.Ig. 2007; 19: 193-202), è stato battezzato “Metodo del Rispondente
Cancellato”, che tradotto in inglese suona “Erased Respondent Method”, da cui
l’acronimo ERM per indicarlo.Esso mostra come sia possibile valutare la
proporzione di soggetti che presentano una certa caratteristica (ad esempio, in
riferimento a quanto lei accennava, che abbiano recentemente consumato bevande
alcoliche o fatto uso di droghe) senza dover conoscere nulla che riguardi
specificamente i singoli soggetti. In altre parole, con questo metodo possiamo
conoscere “Quanti” senza aver necessità di sapere “Chi”. Questa possibilità
potrebbe facilitare molto l’esecuzione dei controlli di conoscenza su strada (i
controlli casuali, intendo), rendendoli più rappresentativi e più percepibili
da parte dei conducenti. GB Può provare a spiegarcelo meglio, magari facendo riferimento a
problemi della guida? FT Certo. Con l’ERM, ad esempio,
possiamo stimare che tra cento conducenti fermati casualmente il 15% di loro
era sotto l’influenza di alcol: ma non sapremo mai, per costruzione, chi di
loro guidava in tale stato. GB Capisco. Ora è più chiaro. Ma… a che serve? FT Serve a conoscere: “Conoscere
per deliberare”, come scriveva Einaudi. Se il mio obiettivo è rendermi conto
dello “Stato delle Cose”, mi interessa sapere quanti guidano in condizioni
alterate, non chi sia a farlo. E questo è molto importante anche per valutare
l’efficacia di azioni di prevenzione, siano esse educative o repressive. Mi
spiego meglio: se sono il ministro dell’Economia è di mio grande interesse
sapere se un ipotetico signor Mario Rossi paga o meno le tasse dovute
all’erario. Per questo c’è la Guardia di Finanza, che da sempre fa il suo
lavoro di controllo in modo egregio. Ma se, per impostare una politica generale
nel medio termine, mi interessa sapere quanti paghino o meno le tasse dovute,
quello che mi occorre come ministro è conoscere la percentuale di evasori. Che
tali siano poi Mario Rossi, Franco Verdi o altri, non mi interessa minimamente
in questo contesto: mi occorre un dato su “Quanti”, non su “Chi”. Se so che gli
evasori sono il 3% mi organizzerò in un certo modo; se il 15%, in un altro; se
il 35%, proporrò magari azioni straordinarie. E se promuovo un’azione per
contrastare l’evasione, il dato che mi occorre poi, per capire se l’azione è
servita a qualcosa, è se l’evasione è diminuita, ad esempio passata dal 15% al
9%, non se Mario Rossi ha deciso di cominciare a pagare le tasse o Franco Verdi
insiste nel non pagarle. GB Comincio ad inquadrare il tutto: posso sapere come stanno
le cose senza che si creino problemi per i soggetti controllati. Però, mi
permetta di osservare tornando alla strada, che in questo modo quelli che
guidano in condizioni alterate se incappano nel controllo la scampano! FT Niente affatto, perché se
qualcuno dei controllati a caso (e sottolineo a caso) è in condizioni
visibilmente alterate (vuoi per la condotta di guida, vuoi per i comportamenti
successivi al fermo), la legge consente di fare anche tutti gli accertamenti
previsti per fondato sospetto. Bisogna aver ben chiaro che un
conto è un controllo “di conoscenza”, altro è un controllo di fondato sospetto.
Se Mario Rossi sta guidando pericolosamente, la “conoscenza” diventa di
secondaria importanza: quello che tutti vogliamo è che la Polizia Stradale, o i
Carabinieri, o altri operatori, lo mettano quanto prima in condizioni di non
nuocere agli altri e a se stesso. E’ la nostra aspettativa di cittadini che
pagano le tasse, come si suol dire, ed è anche la missione degli operatori in
questione. GB Quindi, non è detto che siano le sole Forze dell’Ordine a
dover effettuare controlli di questo tipo… FT Infatti. L’ERM non crea
problemi di carattere amministrativo o penale. Ad esempio, controlli su strada
per alcol o sostanze, basati su questa metodologia, potrebbero farli anche
operatori delle ASL, collaborando con la Polizia Stradale. GB Ma come è possibile stimare la percentuale di soggetti
che hanno bevuto o fatto uso di sostanze senza conoscere lo stato dei singoli
individui? FT In effetti non è così
immediato… ma nemmeno così complicato: detto in parole povere, si tratta di
applicare in modo mirato la distribuzione binomiale, fatto che porta ad una
sorta di bootstrap alla rovescia. Più o meno è questo. GB Dott. Taggi, lei è noto per la sua proverbiale chiarezza,
per la capacità di semplificare concetti difficili. Il Centauro gliene ha dato
atto più volte. Ma ora ha parlato in cinese, o in arabo se preferisce. FT Ha ragione. La cosa però non è
semplice. E comunque non può essere ben spiegata nel contesto di un’intervista.
Se le interessa, potrei scrivere al proposito un articolo per il Centauro.
Premetto che non sarà semplicissimo, ma certamente più comprensibile dell’arabo
o del cinese. GB D’accordo: la prendo in parola. Ma ora vorrei capire
meglio il meccanismo del metodo. Come si applica in pratica? FT L’applicazione è facile.
Vediamola su un esempio. Se fermiamo in un controllo su strada Gianni, Marco ed
Alessio, e preleviamo ad ognuno di loro un campione di saliva, facendo le
analisi sui singoli campioni potremmo venire a sapere che Gianni ha preso cocaina,
mentre Marco ed Alessio non l’hanno fatto. Questo è il classico controllo sulle
singole persone: veniamo a conoscere chi dei conducenti ha usato cocaina e nei
loro confronti prendiamo poi opportuni provvedimenti. Se invece preleviamo un campione
di saliva ad ognuno e poi mettiamo insieme tali campioni (costituiamo, come si
dice in gergo di laboratorio, un “pool”, ovvero un unico campione formato dalle
salive mescolate), questo pool risulterà positivo alla presenza di cocaina sia
se uno dei fermati, o due o tutti e tre ne hanno fatto uso. Sicché, a fronte di
un risultato positivo ottenuto analizzando il pool non sapremo mai chi ha preso
cocaina. Solo se il pool risulterà negativo alla sostanza conosceremo con
certezza lo stato dei soggetti (ovvero, che nessuno di essi ha usato cocaina):
ma in questo caso il risultato non crea problemi di sorta; anzi, tutti vorremmo
che i controlli andassero sempre così. Con un solo pool il metodo è
inapplicabile; ma quando abbiamo diversi pools, il conto è presto fatto grazie
all’ERM. GB Mi può fare un esempio pratico? FT Volentieri. Supponiamo di
fermare casualmente tre conducenti e di fare un pool delle loro salive.
Supponiamo anche di ripetere il tutto con altri conducenti e di raccogliere
alla fine 30 pools.Ebbene, se dopo le analisi 3 pools (10% dei pools)
risultassero positivi alla cocaina (e 27 no), l’ERM ci indicherebbe che il 3.5%
dei conducenti aveva assunto la sostanza; se i pools positivi fossero 5
(16.7%), allora la percentuale di assuntori sarebbe del 5.9%; se i pools
positivi fossero 10 (33%), la percentuale sarebbe del 12.5%. Volendo, si
possono fare anche pools di saliva di 4, 5 o più conducenti: il metodo ne tiene
conto nel calcolo. Nei fatti, l’ERM crea una corrispondenza tra la percentuale
di pools positivi e la percentuale dei soggetti positivi alla sostanza. GB Sembra incredibile. FT Onestamente, lo sembra ancora
anche a me. Ma è così. GB Se non ho frainteso il tutto, questo metodo elimina
completamente i problemi legati alla privacy. FT Esattamente. In termini di
informazione specifica, l’individuo non esiste più. GB Il fatto che il metodo assicuri totalmente l’anonimato di
chi viene controllato, mi fa pensare ad altre applicazioni. Ad esempio, nelle
scuole. FT Certamente. Facendo insieme (e
sottolineo “insieme”) agli studenti un rilevamento di questo tipo, ad esempio
su pools di capelli, potremmo conoscere quanti hanno fatto uso di droghe negli
ultimi tempi. E sarebbe materiale prezioso, esperienziale, non teorico, per
discutere insieme con cognizione di causa dell’uso delle sostanze. Si osservi,
peraltro, che ripetendo nelle scuole i rilevamenti ERM avremmo anche la
possibilità di valutare concretamente l’esito di interventi
informativi-preventivi promossi. GB Il metodo potrebbe essere applicato anche per il doping? FT Sicuramente. Con l’ERM, dopo
una partita importante, o una corsa, o altro, potremmo conoscere facilmente
quanti hanno fatto uso di sostanze proibite, ammesso ve ne siano stati. GB Ma allora tutto questo potrebbe essere di utilità anche
nel mondo del lavoro, specie alla luce di recenti provvedimenti volti a
migliorarne la sicurezza. FT Senza dubbio: pools di saliva
per l’uso recente; pools di capelli per il consumo pregresso. In questo caso
l’ERM potrebbe costituire una sorta di screening, di monitoraggio preliminare
non-individuale, per mettere in luce dove vi siano problemi ed indirizzare poi
al riguardo, e in termini mirati, controlli più specifici. GB Abbiamo dunque un nuovo strumento per conoscere come
stanno le cose in un modo a tutti gli effetti “non invasivo”, per così dire.
Sbaglio? FT Per nulla. Con l’ERM, chi
partecipa al monitoraggio viene per costruzione immediatamente cancellato.
Nessuno potrà mai conoscere il dato del singolo, per il semplice fatto che tale
dato non esiste. GB Quando ha messo a punto questo metodo? FT Molti anni fa, più o meno nel
1994. Allora, nonostante la cosa mi intrigasse non poco, decisi di non
pubblicarlo perché ritenevo potesse essere utilizzato per scopi diversi da
quelli che ho indicato. Solo recentemente ho ritenuto opportuno renderlo
pubblico. Il mio augurio è che se ne faccia buon uso, ovvero si impieghi la
conoscenza che il metodo può fornire non solo in termini repressivi ma anche
per una crescita civile e culturale delle persone. GB Grazie, dott. Taggi. Aspetto allora l’articolo per il
Centauro. FT Ci conti, dott. Biserni.
Arrivederla. ITALIA SERA Presentati in Provincia i dati raccolti sul territorio durante i week
end Campagna Sicurezza stradale. Ragazzo “Non ti bere la vita” Grandi risultati per la campagna
‘Non ti bere la vita’, organizzata dalla Provincia di Roma, assolutamente
superiori alle aspettative. Sono stati 50 mila i giovani che
si sono recati ai camper itineranti che, da oltre un anno, sono presenti, il
venerdì e il sabato notte, nei luoghi di maggior richiamo della provincia di
Roma. Il dato che emerge è assai
preoccupante: il 44% dei ragazzi che si sono sottoposti ai test, è risultato
positivo, praticamente un ragazzo su due. Il Presidente della Provincia, Enrico
Gasbarra, fa il bilancio dei risultati ottenuti dalla campagna di informazione
contro la guida in stato di ebbrezza, partita il 14 luglio dello scorso anno. Gasbarra ricorda tristemente come
“ormai ogni sera assistiamo a racconti raccapriccianti: oggi c’è volontà di
rilanciare un allarme che è ancora forte, quello dei giovani che si mettono al
volante ubriachi, mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri.
L’alcolismo non è un problema esclusivo dei ragazzi, ma è proprio tra loro che
sta trovando punte di crescita”. Il presidente ha concluso dicendo
che la società adulta deve dare l’esempio e, negli Stati Uniti, “se Paris
Hilton viene trovata alla guida ubriaca, finisce in carcere”. Se le istituzioni non sono in
grado di garantire la certezza della pena, allora è difficile pretendere
serietà e responsabilità dai ragazzi. Gasbarra conclude dicendo che “se
si dimostra di non poter punire, cercare il dialogo diventa impossibile: in
questi casi ci vuole tolleranza zero”. Antonio De Filippo, il presidente
di Maieutica, la società che ha promosso e realizzato la campagna, rivela come
molti ragazzi si sono avvicinati al camper per caso e curiosità, addirittura
per gioco. E’ emerso come ci sia “una sensazione di onnipotenza regnante tra i
giovani, che si mettono al volante, nonostante sappiano di aver alzato troppo
il gomito”. Sono stati raggiunti 35 comuni, 29 locali, e sono state realizzate
122 postazioni tramite la somministrazione di 15 mila etilometri; De Filippo
avverte come entro dicembre saranno realizzate altre 60 postazioni. La misurazione con l’etilometro
registra tre livelli di tasso alcolico: 0.4%, che segnala una leggera euforia e
prestazioni diminuite, lo 0.8%, equivale a franca euforia e quindi guida
pericolosa, e 1.2%, ovvero le prestazioni fortemente ridotte, ergo una guida
irresponsabile. “Il campione risultato positivo
al test – spiega il presidente - è suddiviso in quattro fasce d’età: da 15 a 17
anni, da 18 a 23, da 29 a 35 e oltre i 35 anni. Il picco più alto di tasso
alcolico corrisponde alla fascia d’età compresa tra i 18 e i 23 anni, per poi
decrescere gradualmente, in maniera inversamente proporzionale, all’aumentare
dell’età”. Il dato più scioccante afferma
che il 46% dei soggetti positivi, alla prova dell’etilometro, ha meno di 23
anni, e che il 6% dei ragazzi ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. Sulla campagna ha detto la sua
anche l’assessore provinciale alle Politiche Sociali, Claudio Cecchini,
parlando di “mancanza di consapevolezza” dei giovani circa i rischi che
corrono. La principale causa di morte in
Italia è l’incidente stradale causato da abuso di alcol, ecco perché sono state
intensificate le sensibilizzazioni ai giovani. La formula ‘peer to peer’ , che
nomina Cecchini, ha avuto successo, visto “i giovani informatori dei camper che
mettono ad agio i ragazzi, i quali dimostrano di fidarsi dei loro coetanei
interroganti. Gli operatori hanno sostato nelle vicinanze di discoteche, pub,
feste e luoghi di aggregazione, senza mai essere assillanti, repressivi o peggio
paternalistici”. Giacomo Scutiero IL GAZZETTINO «L’alcol provoca incidenti stradali, eliminiamo l’Ombralonga» «Vorrei riproporre la questione
"Ombralonga", visto che a livello nazionale si discute dell’abuso
degli alcolici». Dai banchi del consiglio comunale Giampaolo Sbarra (Rosa nel
pugno) è tornato a parlare della manifestazione trevigiana più discussa: «Si
parla molto degli incidenti stradali causati dall’alcol e si propongono misure
di prevenzione e repressione più severe. Visto che la ripresa delle attività
consiliari avverrà in autunno ripropongo per tempo la questione
"Ombralonga", chiedendo che venga discusso l’ordine del giorno che ho
presentato un paio di anni fa». Secondo il consigliere la manifestazione ha
consolidato un certo modo di essere: «Nonostante qualche sforzo non è stato
possibile modificarne la natura: resta un’occasione non edificante per il
consumo di alcolici. Credo sia opportuno pensare al divieto che si svolga una
simile manifestazione. Se non è possibile occorre attivare tutti gli strumenti
per evitare che chi ha abusato di alcolici si metta alla guida. Sarebbe bene
pensare ad una campagna contro l’abuso di alcolici in quei giorni». Punta Marina (RA) Al via il "Pignoletto Beach-Party" a base di vino in un momento
in cui è in corso un dibattito accesissimo sulle misure antistragi. E’ il trionfo delle logiche dell’economie su quelle della
sicurezza. Non c’è che dire: l’Italia è
proprio un paese buffo. Se non ci fosse un lato profondamente tragico, ci
sarebbe quasi da farsi una risata e, alla fine, condividere il giudizio davvero
poco lusinghiero che l’intera Europa ci riserva, quando si tratta di valutare
la nostra serietà in tema di sicurezza stradale. Veniamo subito al punto: il
consorzio “Vini Colli Bolognesi”, ha deciso di lanciare il proprio fiore
all’occhiello, il Pignoletto, vino frizzante bianco (imparentato col più famoso
“Grechetto”), proponendo un “insolito” e – aggiungiamo noi – “pericoloso”
abbinamento. Il titolo della serata, elegante ed accattivante, sarà “Pignoletto
Beach-Party”. L’appuntamento è per sabato 21 luglio, allo stabilimento balneare
“Donna Rosa” di Punta Marina (Ra). Tutto questo, si badi bene, mentre nel Paese
è in corso un dibattito accesissimo sulle misure da adottare per contrastare
l’abuso di alcol e la quotidiana tragedia sulle strade. Tradotto in termini meno
sloganeggianti, l’evento vuol dire “alcol-spiaggia-notte-giovani”. L’iniziativa
è infatti dedicata proprio a loro, ai giovani, ai quali si deve per forza
insegnare qualcosa. (A noi l’evento è stato segnalato proprio da alcuni giovani
perplessi). Abbiamo insegnato loro che la sigaretta faceva trendy, che la
velocità sulla strada è roba da fighi, che le droghe leggere in fondo “non
fanno male” (!!!) e, da tempo, che bere moderatamente significa “degustare”.
Bere moderato è bello: ci sono i sommelier che passano per intellettuali del
divertimento e del piacere dovuto al gusto di riempirsi il palato di alcolica
raffinatezza. “Paese buffo”, dicevamo
all’inizio: l’ebbrezza alcolica (ebbrezza, non ubriachezza) ha fatto più morti
in Italia, nell’ultimo mese, di tanti attentati terroristici: bambini uccisi,
giovani falciati sulle strisce, ciclisti travolti per centinaia di metri,
anziani soppressi con la borsa della spesa in mano, mentre l’altra si
sorreggeva sul bastone. Proprio a Ravenna qualche tempo
fa un ubriaco ha falciato e ucciso un giovane e poi si è dato alla fuga e solo
grazie al coraggio di una giovane ragazza è stato rintracciato e poi fermato
dalla Polizia. La legge non riesce a fare il suo
lavoro e questi omicidi restano puntualmente impuniti. O meglio: puniti poco
(anche quello di Ravenna). Un paese serio, a questo punto,
vieterebbe questi abbinamenti. Dovrebbe porre il veto sulle iniziative assurde
di chi vuole per forza lucrarci sopra, e che arriccia sempre il naso quando
qualcuno li critica. “Che ne volete sapere voi? Questa è cultura, è arte
sopraffina…”. E’ allora opportuna una
"degustazione" a base di alcol, di cui non si conoscono bene i
confini? Un paese serio, e non così
sensibile alle lobby di chi certi prodotti li vende, imporrebbe un consumo
consapevole, vietando intanto ai giovani (quelli sotto i 18 anni) di entrare in
un beach-party come quello del Pignoletto (lo si farà a Marina di Ravenna?).
Farebbe in modo che le avvenenti sommelier in costume da bagno – guarda caso si
parla solo di donne – spiegassero anche
cosa succede, a chi deve guidare, dopo un bicchiere di vinello frizzante: sarà
gradevole, ma è anche pericoloso, e nessuno lo dice mai, scivolare a 0,5 g/l è
facile e vietato dal codice della strada, uccide quanto la velocità. Poi, quando al mattino si legge
che un ebbro ha ammazzato 3 bambini in autostrada, ecco che molti auspicano pene esemplari al “pirata”, salvo
dimenticare chi è stato ad insegnargli che “bere o, meglio, degustare”
moderatamente è cultura. Noi le invocazioni di pene serie le chiamiamo pene
esemplari di quelli del lunedì. Mentre il sabato e la domenica è baldoria è il
momento del divertimento a tutti costi. E’ il momento del compiacimento che
diventa complice delle tragedie stradali. Ma no! “Sdrammatizziamo il vino –
si legge nel comunicato che invita a partecipare all’iniziativa – di solito
confinato in ambienti formali”. Nessuno si pone il problema: ma con cosa
tornano a casa questi giovani, dopo che avranno “assaggiato” (leggasi “bevuto”,
sic!) il Pignoletto? Qualche pullman è stato organizzato? Ma sì, sdrammatizziamo pure. Tanto i morti li contiamo dopo. Giordano Biserni Presidente Asaps GOMARCHE Federfarma insieme ad “un soffio per la vita” La Federfarma di Ascoli Piceno
aderisce alla campagna sulla sicurezza stradale “Un soffio per la vita”. Nelle
farmacie del Piceno che rientrano nei territori dell’Asur 12 e 13, infatti,
saranno disponibili degli alcotest gratuiti. ASCOLI PICENO - Anche la
Federfarma di Ascoli Piceno aderisce alla campagna sulla sicurezza stradale “Un
soffio per la vita”: nelle farmacie del Piceno che rientrano nei territori
dell’Asur 12 e 13, infatti, sarà possibile prendere gratuitamente, rispetto a
1,90 di listino, degli alcotest per misurare i tassi alcolemici. Saranno disponibili nelle
farmacie del territorio circa 3000 palloncini, e rilasciando una piccola
offerta libera, il ricavato sarà devoluto alla Casa di cura San Giuseppe. Grazie a questo kit, i guidatori
potranno misurare il loro tasso alcolemico, acquisire consapevolezza del
proprio stato psicofisico e proseguire il viaggio in sicurezza. «E’ ormai un dato assodato – ha
dichiarato Pasquale D’Avella, Presidente di Federfarma provinciale - che la maggior
parte degli incidenti mortali è dovuto ad errati comportamenti di guida. Per
questo abbiamo voluto dare il nostro contributo dando la possibilità ai
viaggiatori di poter acquistare nelle farmacie un auto test». Secondo i dati della Polizia
Stradale il fine settimana è il momento di maggiore rischio per gli incidenti
stradali correlati all’abuso di alcol, infatti, secondo uno studio svolto
dall’Istat risulta che tra le cause principali c’è l’ebbrezza da alcool (4.107
casi pari al 70% della categoria), il malore improvviso, l’ingestione di
sostanze stupefacenti o psicotrope ed il sonno che con 1.551 casi pesano per il
26%. Si rileva, inoltre, che i più
esposti a questo rischio a causa dell’inesperienza alla guida e all’abuso
occasionale di alcol sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 32 anni. Entrando nello specifico si
evince che l’articolo 186 del Codice della Strada prevede che il tasso
alcolemico dei conducenti non deve superare i 0,5gr/litro. Chi guida sotto
l’effetto dell’alcol, oltre a mettere a repentaglio la propria vita e quella
degli altri rischia una sanzione di 285 euro e la detrazione di 10 punti
patente. Il limite di 0,5gr/l di alcol non
può tuttavia essere considerato un "valore soglia", al di sotto del
quale si è sicuri che l’alcol non provochi alcun effetto. Anche chi guida dopo
aver bevuto una modesta quantità di alcol (circa una lattina di birra da 330 ml
o un bicchiere di vino da 125 ml) è più esposto al rischio di incidente
rispetto a chi non ha bevuto. Da un’analisi svolta dall’Istat e
dall’Aci nella provincia di Ascoli Piceno sono stati registrati, nel corso del
2005, circa 1.540 incidenti che hanno provocato 29 morti e 2.180 feriti. Prendendo il numero complessivo
degli incidenti si evince che 26 sono stati mortali con 29 morti e 16 feriti.
Attraverso l’adesione a questa iniziativa Federfarma si augura che ci sia un
aumento consistente del grado di consapevolezza sui rischi della guida in
autostrada quando si è bevuto qualche bicchiere di troppo. L’invito all’acquisto di un kit
al fine di testare in modo facile e veloce il proprio livello di sobrietà vuole
essere un modo per rendere i viaggiatori sempre più responsabili e attenti alla
sicurezza per se e per gli altri. IL GAZZETTINO I dati della Commissione patenti Ubriachi alla guida raddoppiati i casi
Dai 1.437 del 2002 ai 2.786 nel 2006 Una vera e propria emergenza: i
casi di guida in stato di ebbrezza aumentano ogni anno nella provincia udinese
nel numero di 200. E se nel 2002 erano state 1.437, nel 2004 erano già arrivate
a 2.301 e nel 2006 hanno sfiorato quota tremila (per la precisione 2.786). Sono
i dati statistici della Commissione provinciale patenti: una escalation che
soltanto in parte può essere spiegata con l’introduzione, tre anni or sono, di
regole più severe sul fronte dell’alcol in relazione alla guida dei veicoli. L’identikit disegnato dai numeri
della provincia è quello di un guidatore "brillo" generalmente di
sesso maschile e di età fra i 20 e i 50 anni, assai più incline alle
"ricadute" rispetto alle guidatrici. Il recordman di questa poco
invidiabile specialità spetta senz’altro a un automobilista di Udine, sorpreso
ben sette volte con valori d’alcol nel sangue superiori a quelli consentiti. Un’emergenza che persiste
nonostante l’inasprimento di norme e controlli (nella foto un alcoltest), la
sensibilizzazione ad opera delle autoscuole e una diffusa, migliore
consapevolezza del rischio, insieme personale e sociale, di mettersi al volante
in condizioni psicofisiche non adeguate. IL GAZZETTINO Metà dei controlli riguarda le ebbrezze «E ci accusavano di essere
troppo duri» (cdm) -Ormai, l’escalation delle
visite a persone che si mettono al volante dopo aver bevuto ha quasi
monopolizzato il lavoro della Commissione patenti. Che, in realtà, non deve
esaminare solo persone con una certa propensione alla "ciucca", ma,
come spiega Alberto Peressini, medico alcologo, «tutti quelli per i quali, per
problemi di vista, di epilessia, o per difficoltà di deambulazione, ai sensi
del codice della strada, non è sufficiente la visita del medico competente per
il rinnovo della patente». Ebbene, se cinque anni fa gli
esami a persone che abusano di alcolici prima di mettersi al volante erano il
36 per cento del totale delle visite fatte dalla commissione, nel 2006 il
rapporto è schizzato al 48 per cento. Inevitabile che il carico di lavoro per i
commissari sia aumentato: nel 2006 gli esami fatti sono stati 5.849, vale a
dire il 47,3 per cento in più di cinque anni prima (nel 2002 erano stati
3.972). «Un aumento - dice Peressini - in gran parte dovuto all’incremento
delle visite per violazione dell’articolo 146 del codice della strada, che
riguarda la guida in stato di ebbrezza». Ma come funziona il meccanismo?
«Quando una persona viene fermata dalle forze dell’ordine per guida in stato di
ebbrezza, viene segnalata alla Prefettura, che a sua volta manda una lettera
all’interessato, in cui gli comunica la sanzione del caso e, eventualmente, la
sospensione della patente per un tot di mesi e quindi lo invita a presentarsi ad
una visita presso la Commissione patenti», spiega Peressini. All’esame, che vede schierati
quattro medici (alla commissione, di norma composta da tre membri, si aggiunge
in questi casi il medico alcologo) i dottori non valutano solo gli esami del
sangue che il guidatore è tenuto a presentare, ma anche il suo rapporto con il
"tajut". «La Commissione, chiamata a dare l’idoneità o l’inidoneità
alla guida esamina anche il comportamento della persona rispetto all’alcol: se,
cioè, è in grado di controllare, o meno, l’uso di bevande alcoliche e se questo
costituisce o meno un rischio. Per il nostro giudizio, valutiamo se era la
prima volta che la persona veniva scoperta in stato di ebbrezza e quale livello
di alcolemia aveva nel sangue al momento del controllo delle forze dell’ordine.
Quindi, le persone vengono inviate ai servizi di alcologia competenti, che
valutano se il soggetto ha problemi con il bere, se ci sono elementi di
rischio. La prassi prevede una serie di lezioni». Il minimo, parrebbe. E invece,
«all’inizio ci dicevano che eravamo molto "duri": il fatto che
mandassimo la gente a seguire delle lezioni nei vari Sert per comprendere gli
effetti degli alcolici inizialmente ci è stato contestato», racconta Peressini.
Oggi, dopo i titoloni dei giornali e i numeri del bilancio di sangue delle
ultime settimane, non lo farebbe più nessuno. ALCOLISMO Polizia Stradale: arrivano i controlli anti-alcool firmati...Perù Il Console Fiorenza:
"Presto saranno donati altri strumenti per combattere la guida in stato
d’ebbrezza " FIRENZE, - Ci sarà un po’ di Perù
nei controlli che la Polizia Stradale effettuerà in futuro ai guidatori
toscani: grazie alla donazione di 3500 boccagli per gli etilometri, infatti, il
Consolato Generale del Perù a Firenze prosegue il suo impegno nella lotta
contro gli abusi di alcool. Il rapporto di amicizia che il
Consolato ha instaurato con il Comando regionale della Polizia Statale si è
tradotto nel tempo in una serie di iniziative che hanno portato le due
istituzioni a collaborare non solo sul piano della sicurezza stradale, ma anche
su quello della solidarietà: oltre alla donazione di alcune strumentazioni
utili alle attività svolte in strada dalle pattuglie di polizia, infatti, il Consolato
si è fatto promotore di alcune borse di studio destinate agli orfani degli
agenti scomparsi. "La donazione dei boccagli
per gli etilometri si colloca in un periodo sensibile per i controlli
anti-alcool – spiega Sergio Tinti, Comandante Regionale della Polizia Stradale
– Durante il periodo estivo infatti la nostra attività si intensifica, in
particolar modo nelle zone costiere, a Grosseto e in Versilia, tanto da averci
spinto a triplicare il numero dei controlli". Sono 80 le pattuglie impegnate in
tutta la Toscana ad effettuare giornalmente controlli su chi guida in stato
d’ebbrezza, da cui emergono dati particolarmente interessanti: nel primo
semestre del 2007, in tutta la regione, sono state registrate oltre 870 denunce
per guida in stato d’ebbrezza causato da alcool su un totale di 7500 controlli.
Ne consegue una media di una denuncia ogni 11,6 controlli. "Il consumo di alcool non si
coniuga con la guida sicura - afferma il Comandante Tinti – E’ fondamentale che
i cittadini prendano coscienza del fatto che le conseguenze di una denuncia per
guida in stato d’ebbrezza sono più gravi di quanto si pensi. Non si tratta solo
di un procedimento penale che porterà anche alla sospensione temporanea della
patente ed alla sottrazione di punti, cose già di per sé gravi. Quello che non
tutti sanno è che si crea un precedente penale registrato tra i carichi
pendenti che ci si porta dietro per tutta la vita, con conseguenze negative che
potrebbero ripercuotersi sui rapporti personali e lavorativi". Sempre sul tema della prevenzione
e dei controlli per combattere l’abuso di alcool sulle strade toscane, il
Consolato del Perù ha deciso di intervenire con una nuova donazione, per
fornire le pattuglie della Stradale di nuove strumentazioni per il rilevamento
del tasso alcolemico dei guidatori. "Ci stiamo attivando per
poter attrezzare le pattuglie di Polizia e permettere loro di effettuare sempre
più controlli e contribuire a rendere le strade più sicure– spiega Giorgio
Fiorenza, Console Generale del Perù a Firenze – Rispondere alle necessità della
comunità che ci ospita significa per noi lavorare su un piano di collaborazione
reciproca per una migliore integrazione degli extracomunitari". IL GAZZETTINO Fuso il furgone anti alcol «Aiutateci» Ponte nelle Alpi Il motore del furgone utilizzato
per portare a casa i ragazzi dal Bridgestock music festival, senza esporli ai
rischi dell’alcol e della strada, è fuso. E gli organizzatori non sanno come
rifondere le spese allo Sci club che gliel’aveva affittato, perché gli incassi
delle serate d’inizio giugno, piuttosto piovose, sono stati modesti. Non resta
loro che lanciare una sottoscrizione e aprire un conto corrente per riuscire a
pagare il danno stimato in 4 mila euro. ASAPS Cresce il numero delle donne ubriache al volante Nei primi sei mesi del 2007 su 20.753 signore controllate 1.130 erano
“oltre il limite” Sempre più donne si mettono alla
guida ubriache. Quello che fino a due anni fa era un fenomeno talmente
irrisorio, da non rientrare neanche nelle statistiche, oggi comincia a
diventare un problema serio e da non sottovalutare. Il fenomeno è emerso
analizzando i dati dell’Osservatorio permanente sulle stragi del sabato sera,
relativi ai controlli effettuati nei fine settimana da polizia e carabinieri
dall’inizio dell’anno al 30 giugno. Su 20.753 donne alla guida sottoposte
all’etilometro, 1.130 sono risultate positive, il 5,45% del totale. A
preoccupare, oltre al numero, è la percentuale di alcol trovato nel sangue di
signore e signorine: quasi il 55% (54,51%) avevano tassi superiori del doppio o
addirittura di tre volte quello consentito (il 33,98% aveva un tasso alcolemico
compreso tra 1 e 1,5 e il 20,53% oltre l’1,5). Quanto agli uomini, su 77.356
persone controllate, 12.339 sono risultati positivi, il 15,95% del totale, e di
queste il 65% aveva un tasso di alcol superiore del doppio o più del
consentito. Donne: Un omicidio ogni 8 minuti Nel mondo Nel mondo ogni 8 minuti viene uccisa una donna. 20 luglio 2007 - Il dato è emerso
da un’indagine riferita al 2003 e presentata da José Sanmartin, direttore del
centro spagnolo per lo studio della violenza Santa Sofia, nel corso della
seconda giornata del Meeting di San Rossore dedicato a ‘I bambini, le donne’.
“Nel 2000 — ha dichiarato Sanmartin — gli omicidi di donne erano uno ogni dieci
minuti. Su 40 paesi esaminati quello che vanta il poco invidiabile ‘primato’ è
il Guatemala, con un’incidenza di 122,80 donne assassinate per ogni milione di
donne abitanti. Al secondo posto della classifica la Colombia, con 70,20
omicidi per ogni milione; al terzo El Salvador con 66,38. Il paese europeo dove si registra
il maggior numero di assassini di donne è il Belgio, che si trova all’ottavo
posto nella graduatoria mondiale con un’incidenza di 29,30 donne uccise ogni
milione. L’Italia è al 34esimo posto su 40, con 6,57 assassini per milione. I
paesi dove più si contano assassini di donne sono latino americani (i primi
dieci posti), con una media di 41,02 vittime ogni milione, contro 12,29
dell’Europa. Nell’Ue i delitti nei confronti delle donne all’interno della
famiglia riguardano 5,84 donne su un milione; in Italia — riferisce la ricerca
spagnola — si scende a 4,24. Il numero più alto si registra in
Ungheria (16,15), seguita da Lussemburgo (13,16). Le donne uccise dal partner
sono in Europa 5,78 per milione; il numero più elevato si riscontra nei paesi
del Nord, soprattutto a causa dell’abuso di alcol durante i fine settimana.
Secondo i dati diffusi dalla Regione Toscana, nel 2005 si è registrato in
Italia un omicidio in famiglia ogni 2 giorni: in 7 casi su 10 la vittima è una
donna. A livello mondiale, la violenza domestica è la prima causa di morte per
le donne tra i 16 e i 44 anni: più di cancro, incidenti stradali e guerre. (*) (*) Nota: quando si pensa alla
violenza sulle donne vengono in mente vie buie, parcheggi isolati o comunque
luoghi diversi dalla casa. In realtà la maggior parte delle violenze viene
compiuta tra le pareti domestiche da persone conosciute. Gli alcolici hanno un
ruolo importante. Buona parte degli alcolici viene consumata in casa, come pure
la violenza che a volte ne deriva. CORRIERE ADRIATICO Guida ubriaco, muore l’amico. In stato di ebbrezza inverte la marcia:
centauro perde la vita Sulle strade l’alcol continua a uccidere ROMA - Il grande esodo è ai
nastri di partenza, ma sulle strade continua il calvario degli incidenti
quotidiani. Quelli che non conoscono stagioni. La cronaca non perdona: guidava
ubriaco, con un tasso alcolico sei volte sopra il limite, probabilmente a forte
velocità, e ha tamponato il veicolo che precedeva la sua Alfa causando la morte
dell’amico che viaggiava con lui. Il conducente, un brasiliano di 30 anni, è
rimasto gravemente ferito nell’impatto. Illeso, invece, l’uomo alla guida
dell’altro mezzo. L’incidente è avvenuto ieri mattina sulla variante tra Torre
del Lago e Viareggio, in Versilia. L’alcol non perdona. Stava
percorrendo con la sua moto la provinciale Staggi nel cesenate, quando, nella
notte, si è scontrato con un’auto che stava facendo inversione di marcia ed è
morto. Alla guida dell’auto, come hanno poi rilevato i carabinieri, c’era un
uomo che era al volante con il tasso alcolemico superiore al consentito. La
vittima, Giuseppe Soresi, 37 anni, è morto mentre veniva trasportato in
ambulanza all’ospedale di Cesena. E ancora: due persone sono morte,
e altre quattro sono rimaste ferite, di cui una gravemente, in un incidente fra
un Tir che trasportava balle di fieno e un autofurgoncino Fiat Doblò con a
bordo sei operai elettricisti. L’incidente è avvenuto alle 6 e 30 a Dovera, nel
Cremonese, a 100 metri dal territorio della Provincia di Lodi, sulla strada
statale “Bergamina” che collega la provincia di Bergamo con il Pavese. Il
furgoncino con i lavoratori era diretto a Gallarate, nel Varesotto. Nello
scontro con il mezzo pesante due operai sono morti: chi guidava e un
passeggero. Altri quattro elettricisti sono rimasti feriti, mentre il
conducente dell’autoarticolato, un senegalese, ha riportato solo qualche
contusione. Ed è morto la scorsa notte in
ospedale Bartolo Curafici, 60 anni, il conducente dell’autocarro Fiat Ducato
che mercoledì sera sarebbe stato tamponato mentre era fermo nella corsia
d’emergenza da un furgone Fiat Scudo, a bordo del quale viaggiava un nucleo
familiare, con due componenti, i coniugi Giuseppe Inguanta di 34 anni e
Margherita Burgio di 39, deceduti sul colpo. Restano molto gravi, invece, le
condizioni della ragazza di vent’anni coinvolta mercoledì in uno scontro
frontale tra due moto, avvenuto a Castel Gandolfo. La giovane è ricoverata
presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Giovanni di Roma. La
ragazza, passeggera di una delle due moto coinvolte nell’incidente, è stata
sbalzata dalla sella dopo l’impatto tra i due mezzi. LIBERO BLOG A tu per tu con un ex alcolista, che ora ha aperto un blog per aiutare chi cade nel tunnel di: Antonella Laudonia Ha solo 44 anni, ed è in
pensione. Ma la sua inattività è legata a uno stato di invalidità, per una
grave malattia del cuore. Massimiliano Gentile, di Imperia, è un ex alcolista.
E poiché di tempo libero ne ha tanto («Sono a casa, non posso fare molto, sono
in attesa di trapianto al cuore»), lo occupa per lo più tenendo aggiornati i
suoi diversi blog. Dedicati, manco a dirlo, all’alcolismo. Per aiutare chi è
sprofondato in quel tunnel, per farlo sentire meno solo. Sul suo blog più
recente e seguito, alcolismo, tratta le notizie, le informazioni e le dritte
(associazioni , novità, etc) utili a chi da quella piaga vuole
"guarire". Lo abbiamo sentito e abbiamo scoperto che grazie a questo
blog ha anche fatto nuove amicizie, vere, non solo virtuali. E non è poco per
chi, come lui, non nasconde di soffrire spesso di solitudine. A febbraio di quest’anno, per
aiutare chi vive momenti di difficoltà, come quelli che ho vissuto io tanti
anni fa. Com’è stata la sua personale esperienza da alcolista, e a quando
risale? Ho iniziato prestissimo, a 13
anni. Ho avuto dei gravi problemi in famiglia e sono rimasto abbandonato a me
stesso fin da piccolo. La mia è stata un’infanzia di grande solitudine. E così
ho iniziato a bere. Quando ha smesso? A 30 anni, di colpo. Dopo una
delle mie solite "ciucche" serali, a mezzanotte dopo un brindisi, ho
detto a tutti i commensali che quello sarebbe stato il mio ultimo bicchiere. E
così è stato. Certo, la decisione era già nell’aria da tempo. È stato difficile tener duro? Le è servito l’aiuto di qualcuno? No, è tutta una questione di forza di volontà. Certo, poi sono stato male, ma non ho più bevuto. La consapevolezza: questo è veramente il primo passo, prendere coscienza di ave Sabato, 21 Luglio 2007
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