Controlli alcolimetrici della Guardia Civil
(Asaps) MADRID, 24 luglio 2007 – In Spagna, il
primo anno di patente a punti (in lingua originale si chiama permiso por puntos), si chiude con un
bilancio assolutamente positivo: 467 morti in meno. Non male, in un paese che perde
sulle strade – secondo i dati definitivi del 2006 – 4.104 persone ogni anno,
mentre più di 21mila hanno riportato ferite gravi (tali da comportare ricoveri
ospedalieri in seguito a dinamiche maggiori). Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dalla
Direzione Generale del Traffico (DGT), 280mila conducenti spagnoli hanno
lasciato, nelle mani delle forze di polizia, poco meno di un milione di punti,
mentre le varie autorità amministrative e giudiziarie hanno in trattazione più
di 640mila procedimenti, al termine dei quali sono previste decurtazioni per
oltre 2 milioni di crediti. Un consistente bottino, lasciato dai trasgressori in pegno alla linea dura in
materia di seguridad vial, e che ha
sancito, per 1.400 titolari di patente, il ritiro della licenza dovuto alla
perdita dell’intera riserva di crediti. L’analisi del lavoro svolto e dei risultati
conseguiti, ha permesso agli esperti della DGT di effettuare alcune valutazioni
circa gli effetti del nuovo codice stradale: è cresciuto, in linea generale, il
rispetto delle regole della circolazione, tanto che l’uso delle cinture di
sicurezza, per esempio, è cresciuto in tutto il paese, passando dal 74%
(rilevato nell’anno compreso tra il mese di luglio 2005 e lo stesso mese del
2006), all’84,5% dopo i primi 12 mesi dall’entrata in vigore della normativa. I dati sono stati illustrati dal ministro
dell’Interno spagnolo, Alfredo Pérez Rubalcaba, e dal direttore della DGT, Pere
Navarro, nel corso di una conferenza stampa. Difficile dire se i tecnici siano davvero
soddisfatti: la mortalità stradale, in Spagna, è in continuo calo, ma i
componenti della task force costituita dalla DGT (un vero e proprio
dipartimento della sicurezza stradale, costituito da esperti del settore, alla
quale sono attribuiti molti poteri ed altrettante competenze) non hanno
intenzione di sedersi sugli allori. Una cosa, però, è certa: l’effetto patente a
punti si sente eccome. Le 467 vittime in meno rispetto all’anno precedente,
significano una riduzione della mortalità del 14,3%, che, in termini statistici,
rappresenta 1,28 morti in meno al giorno. Lo stesso periodo di valutazione del
precedente anno aveva consentito un risultato ben diverso, seppure anch’esso
contrassegnato da una riduzione (- 4,9%). Dunque, in 12 mesi, il permiso por puntos ha dimostrato in pieno la propria validità. 280mila persone – l’1% del totale – hanno perso
980mila punti, consentendo importanti studi sulla trasgressione: per esempio, è
emerso che gli uomini sono di gran lunga i più indisciplinati al volante, essendo
destinatari dell’84% dei verbali; meno consistente, invece, l’incidenza
femminile, ferma al 16%. Le molte campagne di sensibilizzazione e
l’ottimo lavoro svolto da parte delle autoscuole, ha poi consentito ai
neopatentati di pagare un tributo decisamente basso ai processi di decurtazione
dei punti. In Spagna, servono almeno 3 anni di titolarità del carné per uscire dallo status di
neopatentato, categoria per la quale è concesso uno score massimo di 8 punti. La trasgressione subisce un drastico aumento
con il progredire dell’età, visto che nella fascia anagrafica compresa tra i 18
ed i 24 anni è stato registrato il 18,7% delle decurtazioni, mentre in quella
dei soggetti tra i 25 ed i 34 anni, la
percentuale sale al 31%. I “bollori” cominciano a placarsi, ma di poco, nei
patentati tra i 35 ed i 44 anni, segmento che ha visto totalizzare il 23% delle
operazioni di sottrazione coatta del punteggio. Oltre i 44 anni – categoria ben
più ampia – il livello sale fino al 23,7%. Nel computo, però, devono essere aggiunti
circa 640mila ulteriori procedimenti amministrativi relativi a violazioni
accertate, per le quali sono in corso le operazioni di identificazione dei trasgressori:
per queste contravvenzioni, sono in ballo 2milioni e 75mila punti. Tornando al “decurtato”, il 40% delle
violazioni riguarda il superamento dei limiti di velocità, una considerevole
parte delle quali accertata con le sempre più numerose postazioni fisse per il
rilevamento della velocità, gestite a livello centrale da Madrid – presso la DGT – e fatte confluire in una
centrale operativa unica che si occupa dello sviluppo delle immagini, della
redazione dei verbali e della notifica nei confronti dei diretti interessati. Il 15%, invece, è immediatamente correlato al
mancato uso di cinture di sicurezza e del casco: anche in questo specifico
campo, gli spot ed i manifesti realizzati dalla DGT sono di eccezionale
qualità, non solo in ordine alle immagini ma anche da punto di vista dei
linguaggi pedagogici utilizzati. La guida in stato di ebbrezza alcolica, e
siamo all’11,6% delle decurtazioni, provoca in Spagna un altissimo numero di
incidenti, ma – questo sembra il dato più importante – il numero di controlli
eseguiti dalle forze di polizia (Guardia Civile, Polizia Nazionale e Polizie
Locali) sono in crescente aumento: nel corso del 2006, in tutta la
penisola, sono stati eseguiti 6 milioni di test alcolimetrici. In Italia, non
riusciamo ancora a superare i 2-300mila. La cosa più avvilente, per il nostro paese, è
che – nel corso della campagna europea promossa da TISPOL (la Rete Europea delle Polizie
Stradali) – la DGT
è riuscita a raggiungere i 200mila controlli etilometrici in soli 13 giorni
(dal 4 al 17 giugno). La Guardia Civil
, che nel regno espleta i compiti di polizia stradale in qualità di Specialità (Aggrupaciòn
de Trafico), è in grado di effettuare – nonostante la cronica carenza degli organici
– 15mila test ogni giorno. Nel 2006, i soli militari hanno eseguito
3.860.626 verifiche, accertando 94.753 guide in stato di ebbrezza. Nel 2000, i
controlli erano stati 1.762.375: dunque, volere è “potere”. Basta fornire dei
sufficienti mezzi le strutture operative. A questi dati, vanno poi aggiunti quelli delle
altre polizie. Tra le altre cose, la Spagna ha recentemente
anticipato anche i francesi (ma solo di qualche settimana), proprio sull’alcol,
mandando in onda spot televisivi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità
di non bere alcuna sostanza alcolica prima di mettersi alla guida. La campagna
ha dato i suoi frutti: oggi, il 97% degli spagnoli condivide la politica della
fermezza in materia di controlli stradali contro l’ebbrezza, mentre il 72% di
questi ritiene opportuno inasprire le sanzioni in caso di recidiva o di
superamento doppio della soglia legale, che, anche in Spagna, è di 0,5 grammi di alcol per
litro di sangue. Torniamo alla trasgressione, terminando
l’analisi della contravvenzionalità. L’11% netto delle decurtazioni, è avvenuta
per multe relative all’uso del telefonino alla guida ed il restante 22,5% per
tutte le altre infrazioni. La tolleranza zero ha già condotto 1.376
conducenti a restare senza nemmeno un punto: per loro è in atto – o si profila
– una sospensione di almeno 6 mesi dalla circolazione e solo dopo un corso
complessivo di 24 ore, frequentato in uno dei 237 centri specializzati,
potranno sostenere di nuovo gli esami teorici e pratici per riottenere la
licenza: si tratta di corsi particolari, tenuti in istituti certificati e
supervisionati dala DGT, all’interno dei quali lavora un corpo docente
costituito da 767 formatori (profesores)
e 751 psicologi. In più, il ministero dell’Interno e la stessa
DGT, eseguono quotidianamente verifiche per accertare che tutti gli organismi
deputati (comuni, province e regioni) trasmettano con regolarità i rapporti di
decurtazione alla motorizzazione civile: 345 comuni e 8 province dispongono di
una connessione accreditata, mentre per altri 70 enti locali sono in corso le
verifiche di qualità. Chi non è ancora connesso al server centrale, in tutto si
tratta di 455 organismi, deve inviare proprio personale presso le sedi già
operative, ma, entro la fine del 2007, tutti dovranno essere a regime. (Asaps)
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