Ci abitueremo mai ai
baby-alcolizzati?
Le esternazioni dei ministri non salvano le
vite stroncate sulla strada a causa del bere eccessivo. Sarebbero più utili
norme persino impopolari, ma razionali. Ma potrebbe essere arduo, un po’ come
il divieto antifumo il cui travagliato iter, durato circa 20 anni e dopo
milioni di morti per patologie correlate, ha dato apprezzabili risultati. I divieti e le misure severe spaventano il
legislatore che, da politico, teme di perdere consensi. E’ storia vecchia, la
droga docet. Mai una normativa che potesse spaventare chi spaccia e far
riflettere cinque minuti in più chi consuma. Di fatto per l’alcol (assunto a mo
di stupefacente ), nella Finanziaria Livia Turco ministro della Salute aveva
cercato di far passare una norma che innalzasse il divieto di somministrazione
da 16 a 18 anni ed il divieto di vendita negli autogrill. Apriti cielo. Gli
antiproibizionisti, i produttori vinicoli e i commercianti al dettaglio hanno
fatto la voce grossa e l’articolo è stato stralciato. Era successo anni fa, durante l’allarme
ecstasy nelle discoteche, allarme che poi includeva ovviamente l’alcol. Si era
chiesto ai gestori di limitare la vendita dei superalcolici e proibirla oltre
una certa ora, quella che precede la chiusura dei locali e il ritorno a casa
del popolo della notte, stremato e sbronzo. Non è successo granchè, a parte
qualche lodevole iniziativa curata da associazioni di genitori. Ai gestori
interessa il profitto e qualche morto per strada è un prezzo sociale
accettabile, visto che comunque i dubbi e i sensi di colpa di chi campa
sull’alterazione dei giovani sono, come si suole dire, a zero. Da un lato ( versante ragazzi ) il problema è
di regole e di rispetto del proprio organismo. Moltissimi di questi baby
ubriaconi con le transaminasi alterate sono sensibili agli animali,
all’ambiente, attenti a non gettare un pezzetto di carta per terra, ma poi
profanano il proprio corpo abusando di sostanze sino a farsi male.(*) Dall’altro
(versante adulti ) non vi è né la cultura del sancire regole chiare e
inviolabili, né quella di sacrificare il lucro per migliorare la vivibilità
sociale. E’ una lotta impari tra ragionevolezza ed istinto brado con quest’ultimo
che continua a farla da padrone dopo migliaia di anni. La corteccia cerebrale
al servizio dei bisogni di base e non gestore di questi. Questo è il
"progresso" in atto. Nel frattempo i
telegiornali e la stampa ci propinano lamiere contorte, lenzuola pietose sopra
i resti mutilati di adolescenti lasciati a se stessi. Finiremo per farci il
callo, come le siringhe, i lacci emostatici e le interviste tutte eguali agli
eroinomani nei parchi. Tolleranza zero promette la politica, ma è un concetto
che se non si sposa coi risultati vale molto poco. Contare sulla famiglia è una
pia illusione. Nella maggior parte dei casi essa non è in grado di intervenire
sui comportamenti dei figli. E poi troppe teorie di troppa gente: il dire per
non fare è un vetusto e pavido metodo che non risolve le questioni. Negli Usa il problema dell’alcol è
storicamente molto sentito. Alle pene molto severe per chi guida in stato di
ubriachezza, in molti Stati è d’obbligo per i recidivi un braccialetto che -
indossato alla caviglia - monitorizza la traspirazione e rileva la presenza
anche di piccole quantità di alcolici. Non è possibile contraffarlo neppure
utilizzando spray o profumi e in caso di manomissione le pene si inaspriscono.
I bevitori al volante sono inoltre obbligati a programmi di recupero di uno o
più mesi e nel frattempo restano senza patente. Il concetto di democrazia è una negoziazione
tra il libero arbitrio del singolo e il benessere sociale. Se il primo è a
scapito del secondo, allora la capacità decisionale individuale va limitata. Di
certo la diffusione del bere tra i giovani e soprattutto tra chi guida chiama
in causa i rivenditori ancora molto poco responsabilizzati sul tema. E’ chiaro
che occorrono norme restrittive sugli orari e sui luoghi dove è possibile
vendere gli alcolici. Ed è altrettanto ovvio che ciò comporterà proteste e
dissensi, ma è un costo da mettere in preventivo e forse nei governi certi
dicasteri dovrebbero essere assegnati solo a tecnici, per evitare il timore
dell’impopolarità. Non servirà scrivere sulle bottiglie di
alcolici le frasette tetre già utilizzate sui pacchetti di sigarette. Potrà
essere più utile la certezza della pena per chi viene beccato con un’alcolemia
elevata, per i suoi genitori ( se è un minore ) e controlli assidui e severi per
i gestori di locali ove si vendono bevande alcoliche. La cultura dell’astinenza
pare una fiaba se non è promossa e ciò può avvenire in modo diretto nel lungo
termine o indiretto, nel breve e medio, se diventa ovvio limitare, restringere
e punire chi è alterato alla guida e ritiene di poter fare tutto ciò che più
gli aggrada senza temerne le conseguenze. robcafi@tin.it (*) Nota: l’uso degli stupefacenti è in contrasto con ideologie, atteggiamenti e comportamenti ecologici. La manipolazione del proprio corpo attraverso sostanze rischia di creare squilibri che hanno la stessa logica di quelli provocati all’ambiente. Tuttavia nella prevenzione dei problemi correlati all’uso degli alcolici e delle altre droghe questa contraddizione non è molto sfruttata. LA PROVINCIA DI SONDRIO Una giornata contro
l’abuso al Circolo: «Voglio dare un segnale ai ragazzi» Il barista toglie tutti
gli alcolici dal bancone SCHIGNANO (S. P.) - Per tutta la giornata di oggi non si serviranno bevande alcoliche al bar Il Circolo. Dice Domenico Bianchi, che da dieci anni gestisce il bar: «L’intento era quello di organizzare qualcosa di diverso, che potesse dare un messaggio positivo, soprattutto ai giovani. La giornata no-alcool vuole ricordare a tutti che ci si può divertire anche senza bere». Non sono mancati gli avventori abituali che hanno già minacciato forfait, ma Bianchi scommette che arriveranno comunque, perlomeno per soddisfare la curiosità. Troveranno sguarnito il bancone del bar di tutte le bottiglie di alcolici, - anche i più blandi - sostituite per l’occasione, da succhi, granite, frappè e zucchero filato: cambierà il target della clientela, ma ciò che conta è l’intento positivo dell’iniziativa. «L’idea mi è venuta ripensando a un locale che non serviva alcolici visitato da giovane, quando facevo pratica come cuoco in Svizzera interna: quel posto aveva sposato radicalmente la filosofia del no-alcool sempre, tutto l’anno: qui a Schignano si può cominciare con una giornata, sufficiente perché il messaggio possa essere colto. Poi vedremo». ALCOLISMO Tratto da LA STAMPA Le strade dell’alcol
La nuova moda degli open bar ha conquistato la città. Alle feste si beve
per 10 euro fino ad esaurire le scorte ANDREA ROSSI TORINO «Coraggio ragazzi,
fatevi avanti. D’ora in poi si beve gratis». Quattro del mattino, il barista
imbraccia il megafono - unico strumento per valicare il muro di folla, suoni e
grida - e lancia l’ultimo grido di battaglia della notte. Si avvicina l’ora di
chiusura, ma la carovana itinerante non ha esaurito le scorte. E, visto che
«gli avanzi sono vietati», si dà fondo a fusti e bottiglie rimaste - poche, a
dire il vero - riempiendo il bicchiere a chi ancora non è sazio. La festa - quella che va di moda - è qui.
Dentro serate che si alimentano a litri di birra, vodka, rum e tequila. Otto
euro, dieci al massimo: l’obolo spiana la strada per il bancone, il numero di
fiche è illimitato. Si beve quanto si vuole. Si beve finché ce ne sta. Il guaio è che - se la truppa si è dimostrata
timida durante la serata - sul far del mattino, in certi posti, tocca imprimere
una decisa accelerazione. Bisogna finire la merce. E allora l’alcol va via
gratis. Servito a chi, nel migliore dei casi, di lì a poco se ne andrà a casa a
piedi o scortato da amici. Nel peggiore, a chi si metterà al volante. Ben
carburato. Più delle discoteche. Molto più dei concerti.
Le «feste» che vanno per la maggiore portano bene impresse due parole: open
bar. Paghi una modica somma e consumi a piacimento, fino a esaurimento scorte. Baracconi
senza fissa dimora. Attrezzati di tutto punto, però. Alcuni sono nati come
ritrovi poco più che privati. Oggi funzionano come catene di montaggio:
volantini in centro e davanti alle università, sterminate liste di contatti e
centinaia di sms per ricordare agli smemorati l’appuntamento. Meccanismo perfetto: i
più solidi riescono a chiamare a raccolta anche 600, 700 persone a sera. È
l’offerta che si adegua alla domanda: negli ultimi sette anni, secondo
l’Osservatorio sui giovani e l’alcol i consumatori regolari tra 13 e 24 anni
sono il 47,5 per cento. E preferiscono distillati e superalcolici alla birra. Qualcuno è diventato un’istituzione cittadina.
Come quel gruppo di giovani che da qualche anno sponsorizza il «discount della
cirrosi». Dopo aver battuto la città, in perenni dispute con residenti e forze
dell’ordine, quest’estate stazionano allo Chalet, nel parco del Valentino. Uno,
anche due appuntamenti a settimana: 9 euro e 90. Con quella somma, in un locale
qualunque, non si va oltre cocktail e birra. Lì si può fare razzia. Un’altra
carovana da qualche settimana è di stanza a Chieri, il sabato sera. Dieci euro
per le ragazze, quindici per i maschietti. Piscina e consumazioni illimitate.
Il venerdì, invece, tocca a un bar dietro piazza Vittorio Veneto. Prima di
trasferirsi ad Avigliana per la stagione estiva, il Noise di via San Massimo
offriva il medesimo pacchetto: ogni sabato, 9 euro e 90 per gli uomini, 7 e 90
per le donne. Serate occasionali si organizzano anche ai Murazzi. Stesso
meccanismo. Dovunque. I locali, a volte, si limitano a concedere la
location. Organizzazione e gestione della serata spettano alla carovana. Loro,
gli inventori di questo fortunato sistema, non si scompongono più di tanto. (*)
«Organizziamo feste a basso costo, tutto qua - spiega uno di loro, Alessandro
-. Non calchiamo mai la mano sui cocktail e, a una certa ora, smettiamo di
servire da bere. L’open bar funziona perché, anziché spendere 30 euro, ne
bastano 10 o 15. Ma l’obiettivo non è gonfiare la gente di alcol. È offrire una
serata accessibile a tutti». Non tutti sono così scrupolosi. (*) Nota: se qualcuno ci aiuta a conoscere meglio questa organizzazione avremo modo di far conoscere ai suoi responsabili la nostra opinione. QUOTIDIANO.NET
ALCOL E SICUREZZA STRADALE Etilometro, prova choc
Sono "bocciate" le donne
La squadra di Qn: a
parità di alcol, uomini entro i limiti. Dopo una serata da weekend al
ristorante e al pub il risultato: vino, birra, amari, limoncello e mojito: alla
fine quattro in regola e quattro no BOLOGNA, 23 luglio 2007 – Dicono che un buon
10% degli incidenti sia causato dall’alcol. Dicono che una persona e mezzo al giorno muore
sulle strade per colpa di un bicchierino di troppo. Dicono che il Governo farà qualcosa per
frenare questa strage (ma dicono così tutti i Governi). Dicono che gli ubriachi assassini non
guideranno più, ma chissà perché continuano sempre a guidare e in alcuni casi
uccidere. Dicono che con mezza boccia di vino rischi il
ritiro della patente se ti beccano. Dicono che non è vero niente che con mezza
boccia di vino rischi la patente e che ci vuole molto di più per sballare.
Dicono tutti tante cose. Noi che ci siamo stancati di sentir «dire»,
abbiamo provato a «fare». L’altra sera una squadra speciale del Qn, composta da
otto persone, ha trascorso un’ordinaria tarda serata da week end estivo in giro
per locali; a mangiare (poco) e a bere (in alcuni casi molto). Un paio d’ore
abbondanti a «tutta birra», per puoi concludere la serata a casa della Polizia
Stradale, nel comando regionale di Bologna, nodo cruciale della circolazione
stradale italiana. LÌ ABBIAMO fatto il test dell’etilometro, cioè
quella prova che consente di sapere se hai superato quella fatidica soglia di
0,50 grammi di alcol per litro di sangue che comporta il ritiro immediato della
patente, una sanzione e 10 punti in meno. I risultati: quattro di noi hanno
sballato (la patente sarebbe volata via se gli agenti li avessero sorpresi al
volante), quattro erano in regola. Ci fermiamo a tre considerazioni dettate da
questa nostra inchiesta-verità. 1) La più importante: ogni etilometro fa
storia a sé. O meglio: ognuno di noi ha un suo personalissimo etilometro.
Sballare o meno dipende da quanto bevi, ovvio, ma anche da tanti altri fattori
che possono essere l’età, il peso, il sesso, magari gli umori, gli amori o
chissà cosa. La Polstrada ha in dotazione degli apparecchietti (si chiamano
precursori) che consentono con una soffiata un primo check up. Idea: ma se
fornissimo a ogni automobilista un marchingegno simile? (*) 2) C’erano tre donne nella squadra del Qn: due
di loro hanno «sballato». E Rosalba Carbutti, aveva bevuto e mangiato le stesse
cose di un uomo, Riccardo Jannello. Differenze? Ventitré anni di età, 11 cm di
statura e 24 kg di peso. Oltre al sesso, naturalmente. Eppure Rosalba ha
sballato di brutto, Riccardo solo di un po’. Ancora: Francesca Manicardi,
bevendo due bicchieri di vino durante i pasti, si è avvicinata pericolosamente
all 0,50, mentre Matteo Alvisi, 4 anni, 16 cm e 26 kg più di Francesca, si è
bevuto mezzo mondo e per poco non era in regola. E allora: ogni etilometro fa
storia a sé, sì, ma le donne rischiano comunque molto di più degli uomini. 3) Alla fine della serata, lo scriviamo anche
per tranquillizzare i nostri familiari..., eravamo tutti sufficientemente
lucidi. E allora, come scrive a fianco Gabriele Canè, forse bisognerebbe fare
un po’ di chiarezza su questi numeri e su questi test. NON È POSSIBILE che l’automobilista che ha
0,51 subisca lo stesso trattamento di chi ha 3, di chi, cioè, è ubriaco
fradicio. L’altro giorno, in Inghilterra, una persona ha provocato un incidente
stradale mortale: gli hanno dato per direttissima quattro anni di carcere
perché hanno scoperto che mentre guidava aveva mandato otto sms in dieci minuti
con il telefonino. Si sono arrabbiati tutti nel Regno Unito: pena troppo
blanda. Domandone finale che vi/ci rivolgiamo: ma è
più pericoloso un sms o mezzo bicchiere di vino di troppo? di Massimo Pandolci (*) Nota: un precursore costa quasi trecento euro. Fornirlo ad ogni guidatore forse no, ma dotare ogni veicolo di un etilometro, già proposto come optional da alcune case automobilistiche, sarebbe un’idea. Naturalmente collegato all’accensione del veicolo in modo da bloccarla in caso di positività. ADNKRONOS SALUTE ALCOL: SNAMI, MEDICI NELLE SCUOLE PER
INFORMARE SU DANNI Milano, 23 lug. - Un esercito di medici scenderà presto in campo nelle scuole medie inferiori di tutta Italia, per parlare con gli studenti e spiegare loro tutti i pericoli di un uso improprio dell’alcol. E’ l’attività di sensibilizzazione annunciata, in una nota, dallo Snami (il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani) per contribuire alla prevenzione delle stragi del sabato sera. Una decisione emersa sabato dall’ultima riunione dell’esecutivo nazionale. ( ... ) IL GAZZETTINO (Udine) I NUMERI Nel 2006 seguiti 1500
casi
Quasi 1.500 persone sono state seguite
nel 2006 dal Servizio alcologia dell’Ass 4. A risolvere i problemi con un
bicchiere pieno in mano 1.235 uomini (83,4%) e 245 donne (16,6%). Salta all’occhio, in particolare, il numero
elevato di nuovi casi che rappresenta quasi la metà del totale: 731 pazienti,
di cui 597 maschi e 134 femmine (18.3%). Delle 1.480 persone seguite, 714 (508 maschi e
206 femmine), hanno problemi di dipendenza dagli alcolici: nel 2006 ci sono
stati 319 "nuovi ingressi", 210 maschi e 109 femmine. Settecento 39 persone, invece, sono state
inviate al Servizio dalla Commissione patenti perché scoperte ubriache alla
guida (345 pazienti già seguiti, 394 nuovi casi): in questo caso la netta
maggioranza, 700 casi, è rappresentata da maschi, mentre le donne sono solo il
5,3%. Dati che fanno riflettere anche sulla sicurezza nelle strade. Infine, 27 persone, tutti uomini, arrivano
dalla Casa circondariale di Udine: 9 erano già seguiti, 18 si sono rivolti al
Servizio per la prima volta l’anno scorso. Cdm LIBERTA’ ON LINE Alcol, una schiavitù
per 500 piacentini
I produttori di vino contrari
ai messaggi sulle etichette
Piacenza - Abuso e dipendenza da alcol, in provincia di Piacenza vengono seguiti dalla rete di servizi attivati dall’Ausl circa 500 casi all’anno. I pazienti risultano essere per la maggior parte uomini di età compresa tra i 40 e i 50 anni, anche se si registra un lieve ma costante aumento del fenomeno tra donne adulte (50 - 60 anni). «È un dato che va sottoposto ad un’analisi qualitativa - sottolinea Antonio Mosti, responsabile Sert dell’ Ausl di Piacenza -. L’alcolismo per le donne è sempre stato uno stigma, più che per gli uomini. Vista l’età delle pazienti che si sono rivolte a noi, si potrebbe affermare che si tratta di donne emancipate, che ammettono di avere un problema e si rivolgono a noi per essere aiutate a superarlo». Intanto fa discutere la proposta avanzata dal ministro della Salute Livia Turco di applicare etichette dissuasive sulle bottiglie. I produttori piacentini sono contrari. IL TEMPO
di FRANCESCA MARIANI – Il giro di vite annunciato nei giorni scorsi contro le stragi del sabato sera va avanti a pieno ritmo. Le strade limitrofe a discoteche o sulle vie considerate tra le più pericolose della Capitale nel week end sono state prese di mira da polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine infatti non hanno concesso «attenuanti» a nessuno, tanto da effettuare, oltre al tanto temuto etilometro, anche i test per verificare se gli automobilisti erano o meno sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. In una solo notte dunque, tra sabato e domenica, sono state diciannove le patenti ritirate per guida in stato d’ebbrezza. Sanzioni che hanno colpito giovani tra i 20 e i 30 anni, sia uomini sia donne. L’operazione di prevenzione sulle strade per evitare le stragi del sabato sera ha quindi consentito agli agenti della polizia stradale, ad Ostia, di ritirare 19 patenti trovati ubriachi al volante. I controlli sono stati eseguiti su un totale di 350 auto. La pena per guida in stato di ebbrezza prevede il ritiro della patente da due a sei mesi. Tra le patenti ritirate dagli agenti che hanno condotto l’operazione, che verrà ripetuta ogni fine settimana fino a settembre sia nel centro di Roma, sia nella periferia sud della Capitale e sul litorale, coordinata dal comandante compartimento Lazio della polizia stradale di Roma Roberto Gabrieli, anche quelle di due esponenti del clan di ex zingari Sinti della famiglia dei Casamonica, noti alle forze dell’ordine anche per precedenti di reati di estorsione. Uno di loro, trovato completamente ubriaco, era già stato fermato per guida in stato di ebbrezza. Tra gli agenti della polizia stradale che hanno pattugliato dall’1 della notte di sabato alle 6 di domenica le strade della zona di Ostia, fino alla discoteca all’aperto «Fiesta», all’ippodromo «Capannelle», anche personale femminile. Anche agenti della polizia municipale e i carabinieri sono impegnati in operazioni di controllo delle strade nelle notti del week end. Agli autisti risultati negativi al alcool-test, più della metà dei fermati, la Polstrada ha consegnato un biglietto per l’accesso gratuito a una delle quattro più famose discoteche del litorale romano. L’iniziativa rientra nella campagna «guidare con prudenza» e fa parte di un accordo tra la Polstrada e l’associazione delle sale da ballo (Silb). Bisogna però registrare anche in questo fine settimane diversi incidenti stradali. Sono sei infatti i feriti, non gravi, a seguito dello scontro avvenuto alle 4,50 di ieri mattina, sulla A1, all’altezza del casello di Valmontone, in direzione Napoli. Secondo i rilievi effettuati dalla polizia stradale c’è stato il ribaltamento di una autovettura contro cui ha sbattuto un secondo veicolo ribaltandosi anch’esso. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e sanitari del 118 oltre alla Polstrada. Nella notte di sabato il traffico, nelle direttrici meridionali, è stato per molte ore intenso, mentre ieri mattina a conferma che gli italiani hanno scelto partenze intelligenti mettendosi in viaggio nelle ore meno calde. Il week end scorso è stato infatti anche quello che precede il maxi esodo d’agosto: le prove generali sulle autostrade intorno alla Capitale hanno dato risultati positivi. L’operazione rientro di ieri invece è scattata intorno alle 17. Il serpentone di automobili sulla litoranea si è mosso lentamente verso la Colombo, mentre dalle spiagge di Ostia le vetture confluivano verso la via del Mare. Intasamenti si sono creati sulla Cristoforo Colombo e su via di Castelfusano e ad Ostia Antica sulla via del Mare, in prossimità degli incroci regolati dai semafori. E non solo. Rallentamenti per i rientri nella Capitale anche in corrispondenza del nodo urbano di Roma nord, sull’A12, da Cerveteri a Torrimpietra, e sull’A24, da Castel Madama alla barriera di Roma est. La via Aurelia è rimasta per gran parte dle pomeriggio senza intasamenti chilometrici: molti vacanzieri del week end hanno infatti preferito percorrere l’autostrada A12 oppure perché hanno preferito mettersi in auto dopo cena, con il fresco e non con l’afa. cronacaroma@iltempo.it IL GAZZETTINO Oltre mille persone con i punti
"azzerati" perchè sorprese ubriache alla guida, altrettante quelle
che non potranno mai più guidare. Treviso maglia nera Spericolati al
volante, tremila patenti da rifare
Preoccupanti i numeri della Motorizzazione sugli automobilisti di Veneto
e Friuli VG che hanno dovuto ripetere gli esami Mestre Gli esami non finiscono davvero mai a Nordest.
In particolare quelli per la patente. Sono stati infatti tremila gli automobilisti
di Veneto e Friuli Venezia Giulia che, in poco più di un anno (da marzo 2006 a
giugno 2007), si sono visti ritirare il "permesso di guida" per
l’azzeramento dei punti-patente e hanno quindi dovuto ripetere l’esame. Oltre
mille di loro erano stati pizzicati ubriachi al volante ovvero con un tasso
alcolico superiore al limite di legge (0.5 grammi per litro). E gli esaminatori della Motorizzazione civile
del Nordest non hanno certo fatto sconti ancor prima che (ri)esplodesse il caso
degli "ubriachi al volante", un fenomeno che nelle ultime settimane
ha provocato una dozzina di vittime, molte delle quali minorenni, e che ha
quindi destato molta emozione. Ma la guida in stato di ebbrezza non è purtroppo
una novità nella casistica degli incidenti stradali e infatti è la causa del
trenta per cento dei sinistri. Gli esaminatori dei "ripetenti"
della patente fra Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno avuto la mano piuttosto
pesante perchè in totale hanno fatto dire "addio alla patente" a ben
1161 automobilisti. Sono i dati ufficiali delle Motorizzazioni civili degli
ultimi 15 mesi: 931 automobilisti veneti (per la stragrande maggioranza maschi)
e 245 friulani sono diventati "ex patentati". Per loro è arrivata infatti la bocciatura agli
esami di guida o a quelli di teoria. I quiz sono stati l’ostacolo più difficile
per gli appiedati del volante. Tra i respinti in effetti c’è chi non ha saputo
rispondere a neppure una domanda e anche chi non è stato in grado di
riconoscere il segnale stradale di dare la precedenza. Insomma si tratta di
gente che alla guida era una mina vagante e ora è stata... disinnescata. ULTIMO POSTO - Scendendo nel dettaglio emerge
ancora una volta la "maglia nera" degli automobilisti trevigiani: nei
4 anni di patente a punti sono stati 1151 a vedersi azzerato il permesso di
guida e negli ultimi 15 mesi sono stati 612 a doversi presentare in
Motorizzazione. Fra questi hanno "risposto" in 456 ma per 210 (il
45%) è arrivata la bocciatura definitiva. In 82 casi s’è trattato del mancato
superamento dell’esame di teoria, in 4 casi del test pratico di guida (numero
basso ma la situazione ha dell’incredibile visto che si tratta di gente che ha
guidato per anni). Altri 122 non si sono neppure presentati all’esame
(l’obbligo è non superare i 30 giorni dalla notifica) e 2 non hanno ottenuto
l’abilitazione medica: per tutti la patente diventa un miraggio. Ci sono poi 48
casi di ricorsi presentati alla Prefettura che ha sospeso l’efficacia della
revoca, ma fra loro senz’altro una buona metà ha solo ritardato il momento del
giudizio. Infine per 18 patentati trevigiani la "convocazione" all’esame
non è arrivata per mancata notifica: non è stato trovato il trasgressore,
dettaglio che aggrava la posizione perchè significa che l’indirizzo segnato
sulla patente non era corretto (può trattarsi però anche di stranieri). Ci sono
anche ben 90 persone che sono già prenotate per sostenere l’esame entro i
prossimi 30 giorni insieme alle altre 130 del Veneto e alle 105 friulane. Quello della Marca trevigiana è davvero un
caso emblematico: continua ad essere la peggiore in tutte le classifiche
"su strada" (nonostante l’opera di associazioni, enti pubblici e
privati, volontari) e nemmeno negli esami di riparazione riesce a... invertire
la marcia. Supera nella classifica negativa tutte le altre province e soltanto
nel veronese - dove ci sono però 40 mila patentati in più - c’è un numero di
bocciati alla guida superiore ma solo di una unità. A breve dovrà sostenere un corso per il
recupero dei punti anche il trevigiano (politicamente) più illustre: il
vicegovernatore del Veneto ed ex presidente della Provincia Luca Zaia pizzicato
da un telelaser mentre "volava" a 193 km orari sulla autostrada A27:
per lui multa, ritiro della patente e 10 punti persi. I FURBI DELL’ESODO - Se in generale la
casistica delle patenti ritirate vede in percentuale ai primi due posti gli
eccessi di velocità e la guida in stato di ebbrezza, il periodo estivo fa
esplodere il caso dei "furbi dell’esodo". Sono infatti una quindicina
gli automobilisti che hanno pensato bene di superare la (prevedibile) lunga
coda di auto incolonnate in questo week end sulla A4 usando la corsia di
emergenza: la Polstrada di Mestre li ha beccati sequestrando la patente. Anche
per loro, oltre alla forte multa, inizia il lungo iter dell’esame di
"riparazione". Gigi Bignotti CORRIERE ADRIATICO
Patenti ritirate, ascolani
tra i più indisciplinati
ASCOLI - Al volante, gli abitanti del capoluogo piceno sono tra i più indisciplinati d’Italia. E’ quanto emerge da recentissimi dati forniti dal Ministero dei Trasporti, che indicano come il nostro territorio sia nella rosa di quelli che contano il maggior numero di patenti ritirate e di punti decurtati. Nel dettaglio, negli ultimi sei mesi dell’anno, ad ogni 100 patenti risultano tolti 107, 9 punti. Si tratta di cifre che vanno ben al di là della media nazionale e che indicano una netta tendenza tra i nostri automobilisti a non rispettare il codice della strada. Una conferma di tutto ciò è anche il fatto che Ascoli è altissima in classifica anche per quel che concerne i punti sottratti ad ogni infrazione, pari a 3,75. Un risultato che pone il Piceno al primo posto delle province marchigiane Ed è allarme a causa dei comportamenti a rischio assunti dai conducenti fermati che, secondo il dossier realizzato dalla Prefettura, hanno un’età che va prevalentemente dai 18 ai 30 anni. Si tratta dunque di giovani, rei soprattutto di superare i limiti di velocità dal codice a causa, troppo spesso, di distrazioni e imprudenze, oltre che eccessi dovuti a presenza nel sangue di alcol e droghe. Per questo motivo, l’Amministrazione Provinciale, allo scopo di tentare di ridurre i rischi di coloro che si mettono in auto dopo aver assunto sostanze alteranti, distribuirà a breve in tutte le autoscuole della provincia, uno speciale kit volto alla automisurazione del tasso etilico nel sangue da consegnare a chi conseguirà la patente di guida nei prossimi mesi. IL MESSAGGERO I controlli della Polstrada sul lungomare e
nelle zone del divertimento romano. Ventinove persone col tasso alcolico
superiore al consentito Al volante con la
sbornia: un terzo sono donne
«Era il compleanno di un’amica». «Un goccetto
dopo il ballo». Ma la Stradale non perdona di GIULIO MANCINI Alla guida di macchine scattanti, abbigliate
da mare e più di tre volte il limite massimo consentito di alcol in corpo. E’
quasi tutta al femminile l’emergenza nella guida in stato di ebbrezza sulle vie
del divertimento notturno. Tra le venti patenti ritirate l’altra notte dalla
polizia stradale nelle zone di Ostia e dell’Appia, poco meno di un terzo apparteneva
a donne. Hanno lavorato per sette ore nel traffico del
“popolo che balla” e che guida, gli agenti agli ordini del sostituto
commissario Guido Martino impegnati in un servizio speciale compreso nel piano
“Estate sicura” della polizia stradale. Le pattuglie delle sedi di Albano, di
Roma e di Velletri coadiuvate da due equipaggi del Servizio sanitario hanno
passato al setaccio circa trecentocinquanta veicoli con l’obiettivo di
prevenire la guida pericolosa. La notte prima, quella tra venerdì e sabato, gli
agenti della stradale erano stati a Ostia e su 110 conducenti sottoposti
all’alcoltest nove erano stati trovati positivi e sottoposti al ritiro della
patente. L’altra notte a capitolare davanti a un
bicchiere di troppo e a essere puniti per questo con le sanzioni previste dal
codice della strada, sono stati in venti. Di questi, sei erano di sesso
femminile. Ad eccezione di un cinquantaseienne, “vecchia” conoscenza degli
agenti per aver subito un analogo provvedimento nell’estate di tre anni fa, gli
automobilisti sorpresi al volante tra le braccia di Bacco avevano un’età media
inferiore ai trent’anni. Tutti con la scusa pronta nel vano tentativo di non
vedersi sottratto il documento di guida. «Siate gentili, ho appena finito un’esibizione
di ballo a Fiesta e ho bevuto solo un bicchierino di rum prima di tornarmene a
casa», implorava ai poliziotti una bellissima ragazza creola pizzicata con un
livello di alcol nel sangue pari a 1,65 cioè tre volte superiore al limite che
è di 0,50. «Giuro che se mi lasciate guidare vado dritta a letto». Due rom appartenenti a una nota famiglia
romana di zingari stanziali intercettati rispettivamente con livelli di 1,90 e
1,85 hanno dovuto fermare le loro vetture, una Mercedes Classe A e una Smart,
per fare rientro a casa in taxi. «Lo so che non si deve fare - si giustificava
una diciannovenne su Citroen C2 dopo essere stata testata su un livello di 0,96
- ma era il compleanno di un mio amico e ho brindato un paio di volte in più». Anche per lei è scattato il ritiro della
patente che verrà consegnata, con tutte le altre, alla Prefettura dove si
deciderà il periodo della sospensione (tra due e sei mesi) e la riduzione di
dieci punti. Stesse scene anche alla Rotonda di Ostia dove
si sono piazzate le volanti della Stradale. Favoriti da una visuale più ampia,
sei automobilisti sul lungomare alla vista dei lampeggianti hanno tentato di
evitare i controlli attraverso spericolate inversioni a u ma sono stati
bloccati dagli agenti della Polizia Giudiziaria presenti con auto di copertura.
In due casi i “fuggitivi” sono risultati positivi alle misurazioni
dell’etilometro. Singolare il caso di A.P. di 56 anni. Tre anni
fa, a Torrimpietra, venne intercettato mentre si recava a Cerveteri con un
indice di alcol nel sangue di 2,20 dopo aver festeggiato il suo compleanno.
L’altra sera, rientrato regolarmente in possesso della sua patente, ha dovuto
nuovamente riconsegnarla per essere stato sorpreso alla guida della sua Fiat
Uno con un tasso di 2,55. «Vorrà dire che dovrò rinunciare a spostarmi con la
macchina», ha commentato rammaricandosi ma senza avere ripensamenti sul fatto
che, forse, sarebbe meglio che rinunciasse invece al bicchiere di troppo. Nel corso dei controlli, ovviamente, non sono mancate le multe elevate anche per altre violazioni del codice della strada, prime tra tutte la guida con il cellulare all’orecchio e l’assenza di cintura di sicurezza. Per “mitigare” l’aspetto punitivo dell’operazione, gli agenti hanno anche distribuito agli automobilisti più “virtuosi” biglietti di ingresso gratuito nelle discoteche La Pinetina, Faber Beach e Kursaal. IL GAZZETTINO Parla Carmelo Trotta,
coordinatore delle Motorizzazioni del Nordest. «Gli incidenti in Italia sono la
più grande fabbrica europea di invalidi permanenti» «Sotto i 30 anni la strada è la prima causa di
morte» Mestre Da oltre un decennio è al vertice della
Motorizzazione civile veneziana, dal 2006 coordina per il ministero dei
Trasporti il "Siit 3", Sistema integrato infrastrutture e trasporti
di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Un impegno praticamente
a 360 gradi sul fronte della sicurezza stradale perCarmelo Trotta, uomo pratico
e concreto, che preferisce i fatti alle parole. E subito mette il dito nella
piaga: «Le strade italiane sono la più grande fabbrica europea di invalidi
permanenti con 20-25 mila persone all’anno che finiscono in sedia a rotelle a
causa di incidenti. E sotto i 30 anni la straa è la prima causa di morte. In
questa strage silenziosa che si compie ogni anno purtroppo il Nordest è in
prima fila. Ma deve far di tutto per essere in prima fila anche nella
prevenzione squarciando quel velo di indifferenza che spesso nasconde alla
società la terribile realtà delle vittime della strada, un dramma quotidiano
che non si può ignorare». Da dove cominciare per una prevenzione
efficace? «Naturalmente dalle scuole dove la Motorizzazione civile del Veneto è
impegnata da anni incontrando migliaia di studenti. Poi ovviamente dalle
campagne di educazione e sensibilizzazione fino ad arrivare alle iniziative per
i privati: ciascuno deve assumersi l’impegno di rispettare le regole ed educare
i giovani. Gli italiani al volante - ricorda Trotta - negli ultimi 3 anni hanno
commesso quasi otto milioni d’infrazioni: due milioni per eccesso di velocità
(200 mila superando i limiti di oltre 40 km/h), un milione per mancanza delle
cinture di sicurezza, 644 mila per passaggio col semaforo rosso, 360 mila per
uso dei telefonini, 265 mila per parcheggio negli spazzi riservati agli
invalidi (!), ma il dato che davvero preoccupa è il numero troppo basso per la
guida in stato di ebbrezza: solo 55 mila infrazioni, quando il dato nazionale
sull’abuso di alcol parla di oltre 4 milioni di bevitori abituali in Italia». È il fenomeno degli ubriachi al volante che
sta riesplodendo in questi giorni unito alle ormai "consuete" stragi
del sabato sera. «Provocano sempre emozione le notizie sugli incidenti stradali
specialmente se coinvolgono bambini. Deve trattarsi, però, di emozioni
passeggere se, come quasi sempre avviene, queste tragedie non lasciano il
segno, se continuiamo a schiacciare troppo l’acceleratore». La Motorizzazione come si muove per invertire
la tendenza? «Intanto facendo opera di stimolo ai vari soggetti coinvolti, poi
applicando rigorosamente le norme, che in Italia ci sono, per dare il permesso
di guida soltanto a chi è adatto. I numeri parlano chiaro: tremila esaminati in
15 mesi e un azione di filtro che ha portato quasi 1200 persone a perdere la
patente. Infine le grandi campagne antialcol che ogni anno creano polemiche:
distribuzione gratuita di prosecco nel 2006 (per poi sottoporre il bevitore
alla prova del palloncino) e la "task force" in affitto quest’anno
che permette a enti e privati di avere con una spesa contenuta un pacchetto
"chiavi in mano" per effettuare controlli davvero mirati». Gi. Bi. ITALIA SERA Il giorno dopo la
morte di una 91enne, ennesimo incidente in viale Manzoni all’Esquilino Travolto e ucciso un
peruviano
Il sudamericano è stato investito da un 27enne in stato di
ebbrezza
di Gianluca Bardelli Guidava la sua Ford Fiesta in stato di
ebbrezza e non si è accorto di uno scooter Mbk che sopraggiungeva e l’ha
travolto uccidendo il conducente, un cittadino peruviano che aveva compiuto 31
anni ieri. (*) È successo ieri mattina alle 4,25 in via Manzoni all’angolo di
via con via Principe Eugenio. Secondo quanto si apprende dalla sala operativa
dei vigili urbani del I gruppo, alla guida della Ford Fiesta un 27enne romano,
S. C., che è risultato positivo al test dell’etilometro. Il giovane, che si è
fermato e ha chiamato I soccorsi, è stato denunciato per guida in stato di
ebbrezza e per omicidio colposo. La patente gli sarà ritirata ma l’atto non è
stato formalizzato perché ha presentato ai vigili del I gruppo una denuncia di
furto regolare e la richiesta del duplicato del documento. Il tratto di strada
di via Manzoni, compreso tra via Principe Eugenio e via Principe Umberto è
rimasto chiuso fino alle 9,45 per permettere ai vigili urbani di effettuare
tutti gli accertamenti. A pochi metri di distanza venerdì un’anziana di 91 anni
era stata investita e uccisa da un’auto pirata il cui conducente, un bengalese
di 40 anni, è poi stato bloccato e arrestato. Sempre nella giornata di ieri
tredici le persone denunciate in stato di libertà per guida in stato di
ebbrezza alcolica, 18 le patenti ritirate, 35 le contravvenzioni elevate per
eccesso di velocità e altre 124 per infrazioni varie, per lo più per il mancato
uso delle cinture e per l’utilizzo del telefono cellulare alla guida. Questi i risultati di alcuni controlli
eseguiti dai carabinieri del nucleo radiomobile di Roma che hanno intensificato
in questa settimana i controlli sulle principali arterie stradali della
capitale al fine di prevenire infrazioni al codice della strada e possibili sinistri
che, anche di recente, hanno causato numerose vittime spesso a causa
dell’elevata velocità o della guida in stato di ebbrezza alcolica. I controlli
hanno riguardato tutta la Capitale con particolare riferimento alle str de
consolari sia in entrata che in uscita da Roma, alla Cristoforo Colombo,
Ostiense, via del Mare, Palmiro Togliatti, Trionfale e via Leone XIII. I
carabinieri si sono avv
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