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In merito alle critiche che l’ASAPS ha rivolto alla nostra iniziativa Pignoletto Beach Party, svoltasi sabato scorso a Marina di Ravenna con la preziosa collaborazione di Slow Food Ravenna, il Consorzio Vini Colli Bolognesi desidera replicare e fornire alcune doverose precisazioni al signor Biserni e ai visitatori del sito: Lei, signor Biserni, evidentemente, non ama molto il vino – prodotto d’eccellenza del made in Italy - ma neanche la nostra terra, l’Emilia Romagna… E non deve avere molto rispetto del lavoro altrui, se mette sullo stesso piano un’eccellenza del territorio con l’alcol tout court. Noi invece rispettiamo le opinioni di tutti, anche le Sue, e – anzi - condividiamo pienamente – come non si potrebbe? – le idee di fondo e lo spirito di servizio che anima la sua associazione ASAPS, la cui autorevolezza è ben conosciuta a livello nazionale. Ma crediamo che questa volta Lei abbia fatto una brutta scivolata. Nel merito e nello stile: non comprendiamo la velenosa acrimonia con cui si scaglia contro un progetto serio, ovvero quello di promuovere il vino Pignoletto nel palcoscenico della Riviera Romagnola (legittimo, no?), e proprio contro questa iniziativa, ben più innocua di tante altre che vanno in scena ogni giorno in tutta la Riviera (che lui sia un sostenitore del romagnolo Sangiovese? Non ci sentiamo affatto concorrenti….). Ma, soprattutto, quando travisa il senso delle cose, evitando ad arte di citare dal comunicato stampa che annunciava la nostra iniziativa proprio gli obiettivi primari (tra cui divulgare la cultura del bere bene con moderazione, altro che sballare!), allora ci offende pesantemente. Rigettiamo con forza l’artificiosa associazione vino=alcol=sballo. Perché i produttori e i professionisti dei Colli Bolognesi (sommelier compresi, oggetto di sciocche ironie: comunque le nostre tre ragazze-sommelier ringraziano per l’aggettivo ‘avvenenti’) non ci stanno a essere bollati come attentatori della sicurezza pubblica. E con noi, ne siamo sicuri, potrebbero rispondergli 40.000 colleghi produttori di vino in tutta Italia (e 1 milione di coltivatori di uve) e le loro famiglie, un indotto enorme che contribuisce a mantenere vivo il tessuto sociale nelle campagne e tiene alto il nome della nostra Italia in tutto il mondo.Tanto per dovere di cronaca, precisiamo poi che per l’iniziativa abbiamo chiesto ospitalità alla Spiaggia Donna Rosa, ospitalità gentilmente accordata con entusiasmo, ma che la paternità dell’idea è solo del Consorzio Vini Colli Bolognesi, che si assume e si è assunto responsabilità, onori ed oneri della cosa. Ancora per la cronaca; sono stati distribuiti da sommelier ufficiali, regolarmente diplomati e tesserati AIS, 1500 piccoli assaggi di non più di 7 cl di vino, in calici, dalle 18.30 a non oltre le 21 (rigorosamente entro il perimetro deputato e delimitato, non sulla spiaggia) a un pubblico adulto, motivato, interessato - e perfettamente sobrio - valutabile in 1000 persone. Che dire, ancora? Per dimostrarLe che i produttori dei Colli Bolognesi non sono gente senza scrupoli che vuole ‘lucrare’ sui giovani, La invitiamo volentieri a visitare le nostre belle colline bolognesi. Scoprirà natura, paesaggio, storia, cultura, gente vera, agricoltori seri. E nell’occasione potremmo risolvere amichevolmente la nostra discussione con un cin cin a base di Pignoletto (solo un sorso, ovviamente…). Fabio Bottonelli, giornalista, ufficio stampa Consorzio Vini Colli Bolognesi Foto Blaco – archivio Asaps
Ufficio stampa Consorzio Vini Colli Bolognesi Via De Butteri, 2 40125 Bologna Gentile signor Bottonelli, Lei poi prosegue con la parte più “tanninica” della sua nota, affermando che la vostra iniziativa è: “ben più innocua di tante altre che vanno in scena ogni giorno in tutta la Riviera”. Su questo punto servono subito delle precisazioni. Innanzi tutto una iniziativa di promozione dell’alcol non può essere “più innocua di tante altre”. O è innocua o non lo è. (De Mauro: 1 che non nuoce, che non fa male). E già su questo punto se è lecito promuovere l’iniziativa è altrettanto lecito non condividerla. Più avanti parte con devastanti sciabolate affermando, arditamente: “Ma, soprattutto, quando travisa il senso delle cose, evitando ad arte di citare dal comunicato stampa che annunciava la nostra iniziativa proprio gli obiettivi primari (tra cui divulgare la cultura del bere bene con moderazione, altro che sballare!), allora ci offende pesantemente. Rigettiamo con forza l’artificiosa associazione vino=alcol=sballo.” Mamma mia signor Bottonelli, altro che scivolone il suo. Lei ha fatto un capitombolo esiziale, forse dovuto alla fretta e al suo livore. Infatti, se fosse stato più attento, avrebbe visto che noi non abbiamo affatto travisato la vostra nota stampa, abbiamo fatto di più, proprio per l’onestà intellettuale che ci caratterizza da sempre. Abbiamo riportato la vostra nota stampa pari pari sotto al nostro commento, nella stessa pagina del nostro portale. Clicchi su https://www.asaps.it/showpage.php?id=14507&cat=3&sezione=Comunicatistampa&pubblicazione=21.07.2007 e lo potrà verificare. Di più ancora. Abbiamo addirittura voluto strafare. Pensi signor Bottonelli che quando abbiamo lanciato il nostro comunicato all’Ansa e ai giornali locali abbiamo inserito di seguito il vostro comunicato integrale. Vede che la sua accusa è assolutamente priva di fondamento? Una osservazione: l’utilizzo frequente del termine “cultura” affiancato al “bere bene” mi sembra un po’ ambiguo, è molto difficile distinguere le due culture del bere bene e del bere male. Forse sarebbe opportuno insistere sulla cultura secca del non bere affatto quando si deve guidare (e con moderazione sempre). Lei prosegue nella sua impazzita corsa alle accuse, affermando: “Rigettiamo con forza l’artificiosa associazione vino=alcol=sballo. Perché i produttori e i professionisti dei Colli Bolognesi non ci stanno a essere bollati come attentatori della sicurezza pubblica. E con noi, ne siamo sicuri, potrebbero rispondergli 40.000 colleghi produttori di vino in tutta Italia (e 1 milione di coltivatori di uve) e le loro famiglie, un indotto enorme che contribuisce a mantenere vivo il tessuto sociale nelle campagne e tiene alto il nome della nostra Italia in tutto il mondo.” Anche in questo caso, mi dispiace dirlo, chi travisa è lei. Noi non abbiamo mai parlato di Si sente di negarlo? Poi lei la butta sul lato economico calando le sue legioni di 40.000 colleghi produttori (e 1 milione di produttori di uve) e le loro famiglie. Insomma siamo Campioni del mondo anche per il vino. Ci fa piacere. Però tutto questo ci deve far tacere sui rischi dell’alcol? Le è nota la nuova classifica delle 20 sostanze più pericolose per la salute prodotta da illustri farmacologi di Bristol (David Nutt e Colin Blakemore) pubblicata da Lancet (rilanciata sempre dal Corriere della Sera, questa volta del 24 marzo 2007)? Al 5° posto c’è l’alcol (che causa 190.000 morti l’anno nella sola Europa) al 9° il tabacco uniche due sostanze lecite fra le 20 elencate. Al primo e secondo posto ci sono Eroina e Cocaina. Pensi che dietro l’alcol all’11° c’è la cannabis, al 14° l’LSD, al 18° l’Ecstasy. Non sono classifiche stilate dall’Asaps signor Bottonelli. Noi di questi aspetti ci preoccupiamo e lo diciamo apertamente. Non so se le è noto che negli ultimi 10 anni sulle strade del nostro Paese hanno perso la vita 25.000 (venticinquemila) giovani con un’età inferiore a 30 anni, tutti per incidenti stradali, almeno un terzo dei quali alcolcorrelati. Non crede che insieme alle famiglie dei suoi 40.000 produttori, dovremmo anche preoccuparci delle milioni di famiglie che sentono forte il rischio alcol/strada per i loro ragazzi? E i conseguenti costi della sanità e dello stato sociale non pesano a loro volta sull’economia e sulle tasche di tutti? Andando alle corte, gentile Bottonelli, è evidente che lei fa il suo mestiere e lo fa bene, ponendo in risalto le qualità del suo vino: “Il Pignoletto, fresco, piacevole, intrigante con la sua lieve aromaticità, pura espressione della tipicità territoriale dei Colli Bolognesi, è infatti perfetto per un aperitivo”. Ma è anche evidente che fra me e lei c’è una sostanziale differenza. Lei per lavoro e con professionalità, difende interessi economici. Io no. Io difendo l’interesse della sicurezza stradale e lo faccio a nome di 30.000 associati in larga parte appartenenti alle forze di polizia e non solo e di centinaia di miglia di persone che ci seguono e condividono il valore del nostro impegno. Vede Bottonelli lei è sicuramente un esperto e noi dei dilettanti in merito ai vini bianchi e rossi. Noi però forse ci intendiamo un po’ più di lei di lenzuola bianche, qualche volta sporche di rosso, troppo spesso stese sulle strade. In attesa di una bevuta chiarificatrice (io verrò in treno) Le porgo distinti saluti Giordano Biserni Presidente Asaps |
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