IL GAZZETTINO Vendrame: «La vita dei
giovani vale ben più di una birra»
Dall’inizio dell’anno ogni giorno sulle strade
italiane si registrano mediamente 8,5 incidenti mortali. Il computo totale
delle vittime (fonte polizia e carabinieri) supera i 1500 decessi. Molti di
questi incidenti mortali sono stati causati da abusi di sostanze alcoliche: chi
guidava, nelle ore precedenti aveva dunque assunto in maniera più o meno
abbondante alcolici. Sono questi i dati che riporta Filippo Vendrame,
coordinatore provinciale dei Giovani della Margherita trevigiani. E aggiunge:
«Test rigorosi hanno riscontrato che a 0,5 i riflessi peggiorano del 100% e si
insinua uno stato di euforia fittizia molto pericolosa». Per questo giudica
assolutamente scandalose le dichiarazioni di Giannino Venerandi, titolare della
Discoteca Odissea, che chiede che il limite alcolemico venga innalzato. «Caro Venerandi, chi abusa nell’assunzione di bevande alcoliche diventa un pericolo per se stesso e per chi gli sta attorno, non possiamo certo giocare con la vita dei giovani solo per poter vendere qualche birra in più». Proprio ieri il consigliere regionale ... Proprio ieri il consigliere regionale Diego
Bottacin (Margherita) ha annunciato che questa mattina domanderà uno
stanziamento straordinario da parte della Regione per incrementare il numero di
autovelox e di etilometri sulle strade del Veneto. "Chi beve non guida.
Punto", ha sentenziato Bottacin, scagliandosi contro la proposta di
aumentare il tasso alcolemico consentito per guidare fatta dal titolare
dell’Odissea Giannino Venerandi. Eppure l’idea di alzare i limiti piace. Votano
a favore le discoteche, ma anche i ristoratori. Prima c’è stato il sostegno
di Federico Ochs del Margot, poi la solidarietà di Nicola Atalmi, l’unico
politico della Marca che ha detto sì alla modifica dei limiti, adesso, invece,
è il turno di Celeste Tonon, patron dell’omonimo ristorante. «Secondo me, se bevi due bicchieri di vino non
è che vedi due strade. Ne vedi comunque una», scherza Tonon. Però probabilmente sei
fuori dai limiti consentiti dalla legge
«I limiti sono penalizzanti». È quindi favorevole ad
alzare lo 0,5 che è permesso per mettersi al volante?
«Assolutamente sì: quella soglia è troppo severa.
Bisognerebbe lasciare un po’ più di allegria». Venerandi ha detto che
le forze dell’ordine controllano soprattutto le discoteche e non fanno
l’alcoltest fuori dai ristoranti. È vero? «È giusto che le cose stiano così. Io finora
non ho mai visto nessuno uscire barcollando dal mio locale, perché i clienti da
me, oltre a bere, mangiano. La stessa cosa non si può dire delle discoteche». Ma una volta pagato il
conto, i suoi ospiti non temono di imbattersi in un controllo?
«A volte mi capita di sentire qualche battuta
a proposito. Dicono che si sono fatti una buona bottiglia e che quindi dovranno
stare attenti per strada». Forse i trevigiani
bevono troppo?
«Bevono il giusto. Tendono a divertirsi
maggiormente quando ci sono delle feste, bevendo qualcosina di più, ma nessuno
assume alcolici per stare male». All’uscita da un
evento organizzato con il suo catering quanti passerebbero indenni l’alcoltest? «Il cinquanta per cento. C’è chi sta attento.
Per esempio, alla fine di una festa assieme alla torta diamo sempre un
bicchiere di cartizze, la maggior parte dei quali rientra pieno». Bisognerebbe vedere
cosa è stato bevuto prima
«In verità spesso ci chiedono di preparare
aperitivi belli carichi, magari a base di vodka, perché chi dà una festa vuole
che i suoi invitati entrino subito nello spirito giusto. Così serviamo cocktail
che potremmo definire truccati per mandare immediatamente in balla gli ospiti;
ma poi c’è tutta la notte per smaltire». E i giovani? Stesso
trattamento?
«A volte c’è qualcuno che sta male, perché
beve senza mangiare, ma capita sempre meno e io stesso controllo i ragazzi
perché stiano bene e si divertano senza eccedere». È una specie di padre
putativo
«Sì, mi piace molto stare con i giovani e sono
contento di tenerli d’occhio. Anche i genitori si fidano della mia presenza». Spostiamoci al
ristorante: i trevigiani hanno fama di bere parecchio. Conferma?
«Non sono degli ubriaconi, ma nemmeno degli
intenditori. Solo dieci coppie su cento sanno bere bene: la tendenza è quella
di scegliere vini facili». È vero che le donne
bevono sempre di più?
«È vero. D’altronde l’uomo fa bere volentieri
la sua compagna magari per avere qualcosa in più. A volte per raggiungere il
suo scopo fa perfino l’occhiolino al cameriere». Messaggi in codice! Ma
è lecito?
«Il cameriere se può diventa complice del
cliente». (*) Anna Girotto (*) Nota: l’aspetto più preoccupante non è che ci siano persone che affrontano i problemi alcol correlati con tanta leggerezza, ma che queste persone abbiano così tanto credito ed attenzione da essere sempre i primi e a volte gli unici ad essere ascoltati quando si devono prendere decisioni in merito alla sicurezza stradale. IL GAZZETTINO (Belluno) ALCOL ALLA GUIDA
Il limite tollerato
dovrebbe essere alzato a un grammo
Lettera al cronista: Stato di Diritto e stato di Polizia. Si fa un gran parlare in questi giorni di chi
si mette alla guida con un tasso alcolico percentuale di grammi 0,5 per litro
di sangue. Per un uomo normale che ha cinque litri di
sangue in corpo è l’equivalente di due bicchieri di vino. Tasso alcolico troppo
basso, dunque, che andrebbe elevato ad un grammo. Per questa semplice ragione (che è diventata
ormai una barzelletta), chi è colui che non ha bevuto in ristorante o al bar a
mezzogiorno o alla sera due o tre bicchieri di vino e poi si è messo alla
guida? Alle Forze dell’ordine non interessa. Se ti
sorprendono alterato scatta la denuncia ed il ritiro della patente. Ma, non
avendone il tempo, sono pochi i soggetti esaminati, se non uno solo. Alla sera
al Bar tutti sarebbero colpevoli; dunque tutti colpevoli, nessun colpevole. È ora di finirla col "dalli
all’untore"; la nostra Provincia (e quella di Treviso prima in Italia per
la produzione di vino) ha una popolazione che non disdegna il buon bicchiere di
vino, sia come aperitivo che come bibita da pasto. Tra questi numerosi politici
e le stesse Forze dell’ordine. Ritirare patenti per uno o due mesi ed
appioppare multe salate, alle volte con sicumeria e vera e propria violenza,
equivale a Stato di Polizia e non a Stato di diritto. Equivale ad inasprire il
rapporto del cittadino contribuente con lo Stato sovrano. Equivale a far
lavorare di più la giustizia, quando un po’ di buon senso non guasterebbe da
entrambe le parti. È vero, è successo un grave incidente alle 8
di mattina di recente alla periferia di Belluno, a causa dell’abuso dell’alcol.
Ma questa è l’eccezione, e non la regola. Infatti, con le recenti misure
restrittive (multe e calo di punti patente), gli incidenti sono diminuiti
notevolmente rispetto ad uno o due anni fa. Che si vuol fare ancora: mettere in prigione
tutti gli automobilisti che entrano al bar? Suvvia, non esageriamo. (*) G.S.P. Belluno
(*) Nota: il diritto di esprimere la propria opinione non include necessariamente quello di venire presi sul serio. Più volte abbiamo letto simili considerazioni; frutto di una generica insofferenza alle regole e della poca informazione sul problema alcol-guida. Richiedere una sostanziale invalidazione della legge perché ha dimostrato di funzionare è piuttosto originale come argomentazione. In questo caso però diventa persino inutile spiegare che la legge ha lo scopo di tutelare la vita umana e non di perseguitare gli automobilisti che vanno al bar. A meno che non ci entrino con tutta l’auto! IL TRENTINO Una serata con i 600
ragazzi del Fiorentina tra spritz e birra «Happy hour? Sopportateci» «A Padova è
assolutamente normale». «Trento città triste» «Si lamentano ma sono stati
giovani anche loro» di Daniele Loss TRENTO. La trasformazione di Trento ogni
martedì sera. Ore 20: arrivano i primi. Ore 21: sono già un centinaio. Ore 22:
la folla. Ore 22.30: ecco le «sbronze». Ore 23: stop alle birre e agli spritz.
Ore 24: tutti a nanna? Non è proprio così, perché a mezzanotte il
centro storico è ancora animato da centinaia di ragazzi tra i 16 e 30 anni. Ma ripartiamo dalle 20, quando arriva il primo
capannello di giovani che si piazza davanti al bar «Fiorentina» in via
Calepina. La gente continua ad arrivare in massa e, a
macchia d’olio, la folla si espande sino a piazzetta D’Arogno e al bar «Posta». «Sembra di essere nella “Piazza degli spritz”
a Padova» - commenta Angela Zambaldi che studia Scienze della Comunicazione
nell’ateneo patavino -. «Per me è normale vedere così tanti ragazzi di sera
bere in strada. A Padova, ogni mercoledì, la piazzetta vicino al polo
universitario diventa il ritrovo di centinaia di studenti». Per Trento, invece, non è una cosa così
normale. Con lo sviluppo dell’università trentina sono arrivate frotte di
studenti dalle regioni limitrofe che hanno “insegnato” ai colleghi trentini
come si fa baldoria a suon di happy hour e spritz. I gestori dei locali
notturni hanno appreso velocemente la ricetta e hanno applicato il modello
«made in Veneto». Il risultato? Code chilometriche davanti al
«Fiorentina», il bar che per primo ha osato con l’happy hour. Hanno contribuito
al tutto esaurito anche la posizione, centralissima, e la simpatia dei gestori
Tiziana e Marco Antonucci. Un cocktail vincente che attira ogni martedì sera
centinaia di under 30. D’altronde «siamo dei pecoroni. Basta che ci
sia un posto e tutti ci catapultiamo lì» afferma sorridendo Elisa Pegoretti.
«Ma a Trento non c’è altro oltre al Fiorentina», ribatte Erik Tomedi. «Dovrebbero darci un’alternativa - continua
Erik - se non vogliono che la gente stia qui in strada a bere. Noi non facciamo
nulla di male: beviamo qualche birra e scambiare due chiacchiere. È solo un
giorno la settimana e i residenti potrebbero essere più tolleranti». Qualcuno ironizza sulla remota possibilità di
chiusura del «Fiorentina». «Se decidono di chiudere anche questo locale, giuro
che porto qui io i fusti di birra e la distribuisco a tutti». Polemico invece
Davide Coraiola: «È inutile volere una città universitaria e dopo negare i
luoghi di divertimento agli studenti. Anche le possibilità che offre una città
dal punto di vista della vita notturna è una prerogativa per la scelta
dell’università da parte degli studenti». Davide incita inoltre la pubblica
amministrazione a proporre serate universitarie. «Dovrebbero creare luoghi di
svago al di fuori del centro storico, ad esempio in periferia dove si può fare
casino sino a tardi. A Gardolo, Roncafort o alle Ghiaie, insomma un posto
raggiungibile con i mezzi pubblici». Il giovedì il centro storico di Trento si
sfolla, perché finito l’happy hour del Fiorentina e la serata delle Albere, il
mercoledì sera, non resta più niente. «L’ateneo di Trento è il secondo ateneo
d’Italia, ma è triste: il week end in città non resta più nessuno» sostiene
Manlio Mancinelli. Ma c’è anche qualcuno che si mette nei panni
dei residenti della zona e commenta «i residenti non hanno tutti i torti -
sostiene Denis Pontalti -. Una cosa è la notte bianca, l’altra è avere tutti i
martedì ragazzi che bevono sotto casa. Se abitassi sopra anch’io...». Liliana Scoz, già un po’ brilla, esclama «ma
non dovrebbero essere tutti in vacanza i residenti?». Seguita a ruota da
Dimitri Toaldo, vicentino neo laureato in Economia e Commercio con 110 e lode,
che apostrofa con frasi non proprio da galateo i vicini “lamentosi” del
«Fiorentina». Già qualche birra in
corpo di troppo per Luca che commenta semplicemente «Carpe diem», probabilmente
in riferimento a qualche biondina seduta accanto a lui. Più serio, invece,
Gianfranco che invita a tornare in dietro con la memoria di qualche anno. «Dovrebbero
capirci, anche loro da giovani si saranno divertiti e non credo in silenzio».
Nicholas e Fabio, che ci mettono un quarto d’ora a farsi fotografare (qualche
birra di troppo?) sostengono l’happy hour: «È un bel modo per raggruppare i
giovani questo». Il gestore del «Fiorentina», dal canto suo, invoca più tolleranza da parte dei residenti: «Io mi impegno a pulire dopo chiusura tutta la zona e non vi dico cosa trovo... Loro dovrebbero essere più tolleranti». IL GAZZETTINO (Rovigo) Bere senza sballo, la
sfida è aperta
(f.p.) Può un drink analcolico confrontarsi e
superare nel gusto dei giovani le normali bevande alcoliche che tanti danni
diretti e indiretti provocano all’organismo e all’incolumità di chi le assume?
A livello di sapore forse sì. Quanto alle abitudini e soprattutto allo scopo
per cui i ragazzi assumono alcol, beh, pare difficile. Per la Provincia è
tuttavia una sfida che vale la pena di essere raccolta. È nata così l’idea di
servire in bar, pub, discoteche e luoghi d’incontro, il drink che ieri si è
iniziato a degustare a Palazzo Celio. In campo sono scese le distillerie Mantovani
con diverse varianti alla frutta preparate sul posto da Enrico Bellinello
(Millionaire e Palazzo Rosso) ed Aser Portesan (Caffè Nazionale) sulle tre basi
proposte. «L’idea ha spiegato l’assessore provinciale
Tiziana Virigili è proprio sostituire le bevande alcoliche». Prima di essere prodotta ufficialmente il
drink sarà testato. Una volta fissata la base, le varianti saranno ideate e
proposte dai vari locali. L’istituto d’arte di Castelmassa studierà la forma
della bottiglia, l’etichetta e il nome. L’iniziativa rientra nel progetto "Locale amico" voluto dall’assessorato alle Politiche giovanili. Curiosità: lo studio di una bevanda analcolica che vede protagonisti le istituzioni e i privati, dovrebbe essere un novità assoluta in Italia. ASCA
PUGLIA/SICUREZZA STRADE: SABATO PARTE CAMPAGNA
DI SENSIBILIZZAZIONE Roma, 26 lug - Prende il via sabato 28
luglio la campagna di sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale
lanciata dalla Regione Puglia. Il progetto, coordinato dall’assessorato ai
trasporti regionale, prevede iniziative diffuse su tutto il territorio pugliese
e rivolte soprattutto ai giovani utenti della strada. Nel periodo estivo le
piu’ note discoteche della regione ospiteranno momenti di informazione e di
comunicazione sui rischi legati alla velocita’, al mancato rispetto del codice
della strada, all’uso di alcool e di sostanze non compatibili con la guida
sicura. Sabato prossimo al Nafoura di Castellaneta, ma
poi ogni settimana in un locale diverso, i volontari dell’associazione Ciao
Vinny, particolarmente impegnati sulle tematiche della prevenzione dei rischi e
della formazione dei giovani al rispetto della vita, distribuiranno materiali
informativi, invitando i gruppi a scegliere un ’’guidatore designato’’ che si
impegni a consumare solo bevande analcoliche per affrontare in sicurezza il
ritorno a casa. Piccoli ma significativi incentivi per chi,
volontariamente, chiedera’ di sottoporsi, all’uscita dal locale, alla prova
dell’etilometro: ingressi gratuiti in discoteca e simpatici gadget. Nel corso
della serata, a cura dei DJ di Radionorba, verranno lanciati messaggi sul
corretto comportamento su strada e proiettati brevi video di sensibilizzazione
al problema. Primo fra tutti lo spot che vede protagonista di tutta la campagna
Dario Vergassola, il testimonial d’eccezione del progetto regionale che invita,
a suo modo, a ’’mettersi sulla buona strada’’. Dopo il Nafoura, e per tutto il mese di
agosto, saranno le discoteche del Salento, del Gargano e della costa barese ad
ospitare l’iniziativa. Con un solo obiettivo: contribuire a rafforzare il
rispetto e l’amore per la vita. res-mpd/mcc/ss IL GAZZETTINO (Treviso) ALLE CAVE Corso di guida sicura
con alcol test per aspiranti centauri
Vittorio Veneto I centauri del motoclub Fadalto-Santa Croce si
fanno sentire con una nuova proposta "on the road" per affrontare la
strada con una guida che sia difensiva e sicura. Domenica 29, 15 allievi si
cimenteranno nel corso presso il centro di guida sicura "Alle cave"
di Vittorio Veneto. Una giornata dedicata alla sicurezza per tutti i
motociclisti, aperta ad appassionati e curiosi, realizzata con il patrocinio
della Provincia con tanto di attestato di partecipazione. l corsisti
inizieranno la giornata alle 8.30 con il controllo della vista e dei riflessi,
lezioni di teoria, giri in pista liberi con cui i 5 istruttori valuteranno gli
allievi per poi trasferirsi sulla strada. Al termine della pausa pranzo
alcol test, controllo con etilometro omologato: "Per rendersi conto
dell’effetto che può avere una birra o un bicchier di vino" (*) spiega
Denis Ricesso coordinatore della giornata. A seguire le prove di equilibrio
statico e dinamico, frenate d’emergenza e indicazioni per evitare ostacoli
improvvisi. Fino alle 18.30 ci saranno anche appuntamenti ad ingresso libero
con incontri sul tema della sicurezza, check-up gratuito di sicurezza sulle
moto ed esposizione di moto, abbigliamento tecnico e accessori. Erica Bet (*) Nota: ad un corso di guida sicura rivolto ad una associazione di centauri non dovrebbe essere difficile far comprendere che alcolici e guida non devono essere associati. In tal caso non servono etilometri. Le persone accomunate dalla stessa passione sono spesso all’avanguardia nella conoscenza tecnica e culturale relative ai loro interessi. La loro maggiore sensibilità potrebbe essere sfruttata per incoraggiarli ad essere loro stessi promotori di comportamenti virtuosi. I motociclisti lo sono stati in passato per l’uso del casco e l’uso delle luci accese anche di giorno. LA REPUBBLICA 6.000 MORTI SULLE STRADE OGNI ANNO PER ABUSO
DI ALCOL (*) Ogni anno in Italia sono 6.000 i morti sulle
strade per abuso di alcol, dei quali 2.800-3.000 vedono protagonisti i giovani
tra i 18 e i 25 anni. A queste cifre spaventose bisogna aggiungere i 25.000
decessi dovuti a dipendenza da alcol. Questi i dati sconvolgenti che emergono
da uno studio condotto dall’equipe del professor Emanuele Scafato, membro
dell’Istituto superiore della sanita’, nonche’ direttore del centro collaboratore
dell’Organizzazione mondiale della sanita’ per la ricerca sull’alcol. I dati,
che prendono in esame il panorama europeo, sono stati presentati in occasione
della conferenza stampa sulle strategie nazionali ed internazionali da
perseguire per combattere la piaga dell’alcol, che tanti danni sta producendo
soprattutto tra i ragazzi, che si e’ tenuta presso la sede della fondazione
dell’Enpam (Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli
odontoiatri). L’analisi delle cause che determinano gli incidenti stradali
mostra che, a livello europeo, un incidente su quattro (25%) e’ attribuibile
all’alcol, e che negli incidenti causati da guida in stato di ubriachezza la
stragrande maggioranza delle persone coinvolte (96%) e’ rappresentata da individui
di sesso maschile, di cui il 33% giovani o giovani adulti di eta’ compresa tra
i 15 e i 34 anni. Le quantita’ consumate di alcol, stando sempre al rapporto
illustrato dal professor Scafato, e i livelli di alcol nel sangue giocano un
ruolo determinante sulle condizioni di idoneita’ psicofisica alla guida, e
quindi sul livello di rischio cui ci si espone mettendosi al volante dopo aver
ingerito quantita’ anche moderate di alcol. (*) Nota: se il totale dei morti per incidenti stradali è di circa 7.000 decessi la cifra di 6.000 attribuibili alla correlazione alcol-guida non è reale. Dal punto di vista statistico cambia molto. Ma, per chi é impegnato nella prevenzione degli incidenti causati dagli alcolici, qualsiasi cifra giustifica il proprio impegno IL SECOLO XIX
Autista fermato
ubriaco, è la sesta volta
Controlli sulle strade
Giro di vite anche
sull’A26. La polstrada sequestra auto e patente a un ventenne che a velocità
folle sorpassava a destra Alessandria. Fermato a mezzogiorno, nei pressi
di Tortona, dalla polizia stradale durante un servizio di controllo di mezzi
pesanti e sottoposto all’alcotest, è risultato positivo con un tasso di 1,28
contro un limite massimo di 0,50. È un uomo di 55 anni, abitante in città,
dipendente di un autotrasportatore. Dagli accertamenti è emerso che la
violazione era la sesta, nel giro di dieci anni. Il primo episodio a Brescia e
risale al ’97. Poi c’è stato quello del 2004, fermato dai carabinieri di
Pontecurone, patente ritirata e procedimento penale (patteggia 700 euro); a
settembre dello stesso anno, dopo un incidente a Castellazzo Bormida, rifiuta
di sottoporsi all’alcotest; tre mesi dopo, a Vigevano, gli viene accertato un
tasso alcolico oltre il limite, patente sospesa due mesi. Infine a maggio 2006,
dopo un incidente sulla A26 viene trovato con un tasso alcolimetrico alto:
documento di guida sospeso due mesi e poi a tempo indeterminato sino alla
visita medica. Anche una commerciante alessandrina è finita
nei guai per avere bevuto troppo. Nelle prime ore di sabato, al volante della
sua auto, ha tamponato e danneggiato alcuni veicoli in sosta in via Marengo. La
polizia stradale l’ha identificata su indicazione di alcuni testimoni. Nel fine
settimana altre cinque persone sono state denunciate per guida in stato di ebbrezza,
una delle quali anche per avere assunto stupefacenti. Automobilisti ubriachi fermati anche sull’A26 dalla polstrada: V.E.A.R., 20 anni, uno straniero residente a Ovada, controllato alla guida di una Peugeot nei pressi del casello di Ovada è stato trovato completamente ubriaco. Ritiro della patente, sequestro dell’auto e denuncia alla magistratura. E sempre sull’A26, la pattuglia ha inseguito e poi fermato un milanese di 20 anni che ad alta velocità si cimentava in una serie di sorpassi a destra e in curva, altre gravi infrazioni al codice della strada. Una somma di infrazioni che gli han fatto dire addio alla patente presa da poche settimane. IL GAZZETTINO (Udine) Violento con la
compagna, arrestato
A Marano un regista
svizzero rompe il naso alla fidanzata che rifiuta un rapporto sessuale
Marano Lagunare Violento con la fidanzata che gli aveva
rifiutato un rapporto sessuale, un regista svizzero in vacanza in Friuli è
finito in carcere. L’uomo, 33 anni, originario di Martigny, aveva perso la testa
dopo aver esagerato con i superalcolici e con un pugno ha rotto il naso alla
compagna. È stato arrestato per le ipotesi di tentata violenza sessuale e di
lesioni. A valutare la sua posizione sarà il sostituto procuratore Maria Grazia
Zaina, che ieri mattina ha disposto ulteriori accertamenti per configurare le
accuse. La vicenda ha come scenario l’Albergo Jolanda
di Marano Lagunare. È stato il responsabile dell’hotel, ieri notte, poco prima
dell’1.30, a chiedere l’intervento dei carabinieri. La donna, 31 anni,
insegnante di lingue, anche lei residente in Svizzera, era scesa con un
fazzoletto intriso di sangue premuto sul volto. Il fidanzato la inseguiva
minaccioso. A gestire l’intervento sono stati i
carabinieri del Norm di Latisana. La vittima è stata accompagnata all’ospedale
di Latisana, dove le è stata riscontrata la frattura del setto nasale ed è
stata dimessa con una prognosi di 30 giorni. Il regista, ancora stravolto
dall’abuso di alcolici, è stato arrestato e accompagnato nel carcere di Udine (gli
è stato nominato l’avvocato Orazio Esposito). Dalla ricostruzione fatta sul momento, sarebbe
emerso che la coppia è rientrata in albergo verso mezzanotte. Poco dopo è
cominciato il trambusto. Urla, rumori, porte che sbattevano, lei che gridava in
terrazzo. Il responsabile dell’hotel li ha pregati di calmarsi, perchè stavano
disturbando gli altri clienti. Ma i contrasti tra i due fidanzati, che stanno
assieme da circa un anno, sarebbero continuati in un crescendo di grida, pugni
e calci. Finchè la donna, che per sfuggire all’ira del trentatreenne si era
anche chiusa in bagno, è stata colpita al volto e ha cercato aiuto alla
reception. Inizialmente la vittima ha dichiarato ai carabinieri che a scatenare la violenta reazione del compagno sarebbe stata una richiesta sessuale che lei stessa ha respinto. Ed è questo aspetto che la Procura dovrà valutare per poter contestare il reato di tentata violenza sessuale. LA SICILIA Cammarata Torna ubriaco dal
lavoro e picchia la moglie intervengono i carabinieri e lo arrestano Cammarata. Vito Scaccia, operaio di 50 anni
del luogo ieri è tornato dal lavoro stanco, ma soprattutto ubriaco. Neanche il
tempo di chiudere la porta all’ingresso che alla vista della donna che ha
sposato è andato in escandescenze. Urla e strattonamenti hanno immediatamente
caratterizzato il menage familiare di questa coppia che da qualche tempo, a
detta della donna, pare non fosse il massimo dell’affiatamento. Una delle tante
liti che spesso capitano nelle coppie con difficili rapporti di convivenza
stava però per degenerare quando, la moglie di Scaccia ha deciso di chiamare i
carabinieri. Giunti sul posto, i militari dell’Arma della Compagnia di
Cammarata coordinati dal capitano Giuseppe Asti hanno posto fine alla
scazzottata, dove a fare ovviamente la parte del «leone» è stato il marito. Tanto che la donna è stata costretta a
ricorrere alle cure del più vicino ospedale per ematomi e graffi sparsi un pò
dappertutto. Ricevuta la coraggiosa denuncia da parte della
donna, i carabinieri hanno fatto immediatamente scattare le manette ai polsi di
quell’uomo che fino a ieri mai aveva avuto a che fare con problemi di
giustizia. A far scatenare nella mente di Scaccia la furia nei confronti della
consorte pare possa essere stato «solo» l’eccessivo tasso di alcol presente nel
suo sangue, essendo rincasato palesemente alticcio. Dopo avere ratificato gli
atti del caso, i militari hanno trasferito l’uomo nel carcere di contrada
Petrusa perché ritenuto responsabile di reati come maltrattamenti in famiglia. Un reato che spesso non emerge perché le donne
sottoposte a violenza preferiscono tacere e subire per non mandare a rotoli un
matrimonio magari allo sfascio da anni. La moglie di Vito Scaccia ha percorso
una strada diversa. F.D.M. L’ARENA
VIOLAZIONI.
Ha provocato un incidente alcuni giorni fa nella zona di Negrar Agente Polfer
«alticcio» si scontra e poi scappa
Positivo al test
dell’alcol, ritirata la patente Danni e botte ai carabinieri Arrestato
Un bicchiere di troppo, una distrazione ma dai
carabinieri è stato denunciato perchè, oltre a guidare in stato di ebbrezza,
dopo aver provocato un incidente stradale, si è allontanato senza preoccuparsi
se l’altro automobilista, una giovane donna, si era fatta male. E il responsabile
è un agente della polizia ferroviaria. Un episodio accaduto nella zona di Negrar
qualche giorno fa ma emerso solo ieri e per il poliziotto è scattata la
denuncia per aver guidato con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,28
milligrammi/litro seguita dal ritiro della patente a cui si è aggiunta la
contravvenzione per essersi allontanato senza preoccuparsi di verificare le
condizioni della persona che era alla guida dell’auto contro la quale era
finito. L’episodio è accaduto tra Fane e Negrar, la giovane stava guidando quando si è vista venire incontro la macchina condotta dall’agente. Si sono toccati (in maniera abbastanza rumorosa e con danni alla carrozzeria) e mentre lei si è fermata l’altro conducente ha proseguito senza rallentare. La giovane, sotto shock, fortunatamente non ferita ma con migliaia di euro di danni all’auto è scesa e ha avuto la prontezza di chiamare il 112 comunicando quanto avvenuto pochi istanti prima e il modello dell’auto «pirata». Una pattuglia era nelle vicinanze per servizio e poco dopo aver ricevuto la segnalazione ha individuato la macchina responsabile dello scontro. C’è stato un breve inseguimento al termine del quale l’agente è stato raggiunto e fermato. Sottoposto all’alcotest è risultato positivo e per questo è scattato l’immediato ritiro della patente. Avrebbe anche negato la sua responsabilità ma la macchina era incidentata «di fresco» e i segni sulla carrozzeria erano compatibili con i danni riportati dall’altra vettura. Forse era convinto di aver semplicemente urtato con lo specchietto il mezzo che veniva in direzione contraria (anche se i danni ammonterebbero, per entrambi, ad alcune migliaia di euro) sta di fatto che i carabinieri gli hanno mosso l’ulteriore contestazione: quella di aver causato un sinistro senza feriti ma di essersi allontanato senza verificare le condizioni dell’altro conducente. (…) AVVENIRE Buona notizia per chi
vuol viaggiare sicuro
Arriva l’auto
disobbediente e ci salverà dai killer bevuti
Piero Chinellato La Nissan Motor, casa produttrice di
automobili, ha annunciato che ha in corso di sperimentazione una tecnologia per
impedire la guida in caso di ebbrezza. L’auto viene dotata di un sistema che
incorpora un etilometro: l’analisi dell’alito del conducente, in presenza di
alcol eccedente i limiti di legge, fa in modo che il veicolo non si metta in
moto. Una notizia piccola piccola, che ci auguriamo possa, nel giro di qualche
anno, contribuire ad abbattere il numero di persone che perdono la vita per
colpa di automobilisti che hanno bevuto troppo. Sulle nostre strade birra, vino, cocktail e
superalcolici mietono una vera e propria ecatombe. Non più tardi di ieri il
sottosegretario Minniti ha rimarcato come almeno il 30% degli incidenti
stradali gravi sia correlato all’abuso di alcol. Migliaia di morti all’anno. Il
governo affronta la sfida programmando un aumento dei controlli, da portare a
un milione all’anno. Il proposito è apprezzabile, ma se consideriamo che i
patentati nel nostro Paese sono 35 milioni, è evidente che il numero di esami
non è tale da costituire un effettivo deterrente nei confronti delle stragi del
sabato sera (e di quelle del venerdì e della domenica). Se poi si va ad
analizzare il livello di informazione dei diretti interessati, si scopre che -
la ricerca è della società Nextplora, per conto della compagnia di
assicurazione Direct Line - solo il 36% degli automobilisti sa che il limite di
assunzione dell’alcol è fissato a 0,5 grammi per litro di sangue. Quanti poi
sono al corrente che per un uomo di 75 chili tale livello è raggiunto con un
paio di birre medie o con un aperitivo e due bicchieri di vino? La differenza
tra guidare sobri o farlo con un tasso alcolico superiore al limite - è sempre
la ricerca finanziata da Direct Line a provarlo - si concretizza in un rischio
di incidente moltiplicato addirittura per 25. L’insieme di questi dati converge nel sottolineare che quella contro l’alcol è una crociata sacrosanta, e che quanto fatto finora per combatterla, è manifestamente insufficiente. Dal 1° gennaio al 30 giugno di quest’anno nei fine settimana le positività ai controlli sono state il 18%: praticamente un automobilista su cinque. Questo significa che chiunque viaggi tra il venerdì e la domenica sera incontra sul proprio tragitto decine di autentiche mine vaganti. L’unico modo per bloccare l’ecatombe è fermare chi si mette al volante dopo aver bevuto: facendo loro capire il rischio cui sottopongono se stessi e chiunque incontrino sull’asfalto, o bloccandoli con controlli e sanzioni severe. Finché non arriverà il dispositivo Nissan, che sarà opportuno imporre - al pari di cinture, airbag e Abs - non appena la sperimentazione si sarà conclusa positivamente. CORRIERE DEL VENETO IL SECOLO IXI CORRIERE DELLA SERA REDATTORE SOCIALE |
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