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Emergenza ubriachi: le forze di polizia continuano a misurarsi con la violenza provocata dall’ubriachezza

Episodi in tutta Italia, da Trento a Bari

(ASAPS) 30 luglio 2007 – Non c’è tregua, non c’è rimedio. In mancanza di norme più rigide, che intervengano in materia di somministrazione, i primi a far le spese dei cosiddetti “stati di agitazione psicomotoria alcolcorrelata”, sono proprio le forze di polizia. A Modena, un giovanotto di nemmeno 20 anni, in forte stato di ebbrezza, ha avuto una fortissima discussione con il padre. I toni sono degenerati ed alla fine, violando in un colpo l’intera etica di comportamento tra figlio e genitore, il giovane ha rubato il furgone di papà, dandosi ad una precipitosa fuga, divenuta presto corsa all’ultimo respiro. Lungo la strada, però, si è imbattuto in due pattuglie della Polizia Stradale, che hanno cercato di bloccarlo. Al posto di controllo, l’agente che ha intimato l’alt se l’è cavata per un soffio. Deve la vita alla sua prontezza di riflessi, perché il ragazzo ha fatto di tutto per investirlo ed ucciderlo: dopo averlo comunque travolto, lo ha trascinato per alcune decine di metri, e solo quando il poliziotto si è sganciato il cinturone, è riuscito a salvarsi. Subito dopo, il fuggiasco ha speronato l’altra pattuglia, ma è stato bloccato ed arrestato per tentato omicidio. Pesante vero? Eppure è cronaca di ordinaria follia. Venerdì sera (28 luglio), un 35enne di Tione (Trento), è alla guida della sua auto, nei pressi di Desenzano del Garda (Brescia). Viaggia a tutta velocità ed ha bevuto parecchio: quando vede una paletta della polizia che si alza, attacca gli abbaglianti ed accelera a tutto gas, puntando dritto sull’ispettore che gli aveva intimato l’alt. È questione di attimi: il sottufficiale scarta e si getta a terra, ferendosi. Una pattuglia scatta e dopo un breve inseguimento taglia la strada al pirata: il tasso alcolemico, elevatissimo, non lo salva dalle manette. Anche lui finisce in cella, con l’accusa di tentato omicidio. L’ultimo episodio che raccontiamo – ma ce ne sono molti altri – ci è stato segnalato da Bari, dove una potente moto da strada fugge ad un equipaggio del Carabinieri, anch’essi in moto. In sella al bolide in fuga, c’è un giovane senza casco, che dopo un lungo inseguimento tenta di seminare i militari – coriacei e per niente decisi a dargliela vinta – scartando in una stradina secondaria. Sfortunatamente per lui, però, si trattava di un vicolo cieco. I Carabinieri hanno bloccato la via di fuga mettendo le moto di traverso ed affrontando il giovane. Dopo una violenta colluttazione lo hanno arrestato: non aveva mai conseguito la patente, non aveva l’assicurazione, non aveva il casco. Eppure, il bolide da 15mila euro era di sua proprietà. (ASAPS)

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Lunedì, 30 Luglio 2007
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