L’Asaps è finita sul New York Times. Tutto comincia un pomeriggio di qualche giorno fa, quando il corrispondente da Roma del prestigioso quotidiano americano, Peter Kiefer, chiama la nostra sede di Forlì e chiede un’intervista con il presidente Giordano Biserni. Per tutto lo staff, che condivide con Biserni l’impegno quotidiano sul fronte della sicurezza stradale, è come ricevere un oscar alla carriera. Da tempo, ormai, i nostri pareri, i nostri studi, le nostre proposte, finiscono sulle prime pagine dei quotidiani e dei periodici più blasonati d’Italia, dal Corriere della Sera a Quattroruote e Dueruote, da Impossibile citarli tutti: ieri le principali agenzie italiane (Ansa, AGI, Adnkronos e Reuters) riportavano i dati del nostro osservatorio sul “contromano”. Ma finire sulle pagine di uno dei giornali più letti al mondo – peraltro è la seconda volta che accade – con un sito internet stravisitato da tutto il pianeta, è proprio una grandissima soddisfazione. Avremmo preferito, davvero, aver letto di altri argomenti, piuttosto che esser conosciuti come “aggressivi” durante la guida, ormai poco “eleganti” nel rapporto con il vino (avete voglia, voi, a “bere responsabilmente”, quando poi c’è da mettersi al volante), additati di una giustizia “tradizionalmente lenta”. Biserni ha spiegato il suo punto di vista, ma se leggete bene l’articolo, vedrete che i dati citati sul NYT, quelli relativi all’Italia ed all’Estero, sono il frutto della nostra analisi e delle nostre attenzioni verso la sicurezza stradale nel resto del mondo. Oltre al nostro Biserni, Peter Kiefer ha intervistato anche il presidente della provincia di Roma, Enrico Gasbarra, uomo da tempo attento alle tematiche della violenza stradale. Il suo lavoro nell’area metropolitana romana, è finito sul tavolo del giornalista americano, il quale, evidentemente, lo ha considerato degno del dovuto rilievo. Noi continuiamo così, convinti di avere un ruolo importante, certi di poter contribuire – con il dovuto linguaggio (quello dell’evidenza scientifica) – a mutare la coscienza del nostro paese e di convincere tutti che Dal New York Times del 29 luglio 2007 Roma, 29 luglio – In Vita, Claudia Muro è descritta come una studente modello, un’amica leale ed una grande fan della stella italiana del rock Vasco Rossi. Dopo la sua morte, è possibile che sarà ricordata come la persona che ha spinto questo paese, amante del vino, a confrontarsi duramente con la guida in stato di ebbrezza. Claudia, 16 anni, agli inizi di luglio aveva appena lasciato una discoteca del nord Italia, quando è stata investita fatalmente da un’auto condotta da un uomo di 30 anni, Corrado Avaro, che aveva un tasso alcolico nel sangue pari a tre volte la soglia legale e la cui patente era già stata sospesa altre tre volte per la stessa ragione: guida in stato di ebbrezza. È stato accusato di omicidio involontario.La morte di Claudia è risuonata come un oltraggio ed ha raggiunto i più alti vertici del governo italiano. Il primo ministro Romano Prodi ha detto “dobbiamo reagire”. La prossima settimana, il Senato italiano dovrà votare alcune leggi che dovrebbero imporre punizioni più rigorose proprio per la guida in stato di ebbrezza. La proposta di legge raddoppierebbe le sanzioni e prevede la revoca definitiva della patente. Sono previste inoltre misure più severe e molti più controlli sulla sobrietà. Aldilà della rabbia, preoccupa il deterioramento dell’immagine che l’Italia si è costruita nel tempo da sola, di avere cioè un rapporto raffinato con l’alcol – elevandosi a popolo di bevitori di vino durante i pasti, in opposizione ad un atteggiamento più rozzo di inglesi e tedeschi – provocato dal crescente numero di arresti eseguiti a seguito di incidenti stradali dovuti all’ebbrezza o attraverso un aumento dell’abuso di alcol dall’adolescenza fino all’età adulta. Nei primi sei mesi del 2007, quasi 15mila conducenti sono stati sorpresi alla guida in stato di ebbrezza alcolica, con un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. C’è stato inoltre un aumento del 20% di soggetti colti in flagranza di guida sotto l’effetto di droghe. Il 25% circa degli incidenti automobilistici in Italia, è alcolcorrelato. Nello stesso tempo, si ritiene che le statistiche della mortalità relative al 2006 – non ancora diffuse ufficialmente – saranno in crescita, per la prima volta dopo 4 anni, da quando in Italia è stata introdotta la patente a punti nel tentativo di ridurre la trasgressione. Nel 2005, hanno perso la vita, sulle strade italiane, circa 5.700 persone. Già: le strade italiane sono tra le più pericolose di tutta Europa, sia sul fronte della sinistrosità complessiva che su quello della mortalità. Gli italiani sono notoriamente conducenti aggressivi – così tanto che perfino il Vaticano ha recentemente pubblicato una lista di 10 “comandamenti” per mantenere un atteggiamento appropriato sulla strada. I politici più importanti, di entrambi le coalizioni, hanno unito le loro forze per mettere in campo una campagna pubblica di sensibilizzazione, per invitare i conducenti ad esercitare la dovuta attenzione nelle giornate tradizionalmente più tragiche, quelle dei fine settimana estivi: il primo spot radio, è andato in onda venerdì scorso. “In Italia, la solidarietà prevale, perché sulle strade siamo tutti un po’ colpevoli”, ha detto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, associazione privata che rappresenta i poliziotti, impegnata sul fronte della sicurezza stradale in Italia. Ma Biserni sostiene che un maggior numero di regole non sono necessariamente la risposta più giusta. “Si può chiedere l’ergastolo, ma se non si è in grado di far rispettare la legge, allora non serve a niente”. Anche se l’Italia ha più che triplicato il numero di controlli su strada nel giro di 5 anni (300mila nel 2007), si è ancora lontanissimi dai risultati ottenuti in materia di ebbrezza alcolica in paesi come Francia e Spagna. A questo si aggiunga la ben nota lentezza del sistema giudiziario italiano.“In Italia la certezza della pena non esiste”, ha detto Enrico Gasbarra, presidente della provincia di Roma. Gasbarra ha recentemente illustrato i risultati di uno studio eseguito nel corso dell’ultimo anno, che ha preso in esame le condizioni psicofisiche di un certo numero di giovani, prestatisi volontariamente ad esami alcolimetrici all’uscita delle discoteche e dei nightclub della provincia romana. Ebbene, quasi la metà dei 50mila volontari, aveva bevuto. “Il rapporto con l’alcol è cambiato – ha spiegato Gasbarra – nel senso che i giovani hanno con esso un rapporto di estrema vicinanza. Ciò è provocato dalla mancanza di punti di riferimento, che non trovano più nella famiglia, nella scuola o in altre istituzioni, e quindi la loro idea di socialità è di stare insieme nelle piazze, a tutti i costi”. July 30, 2007 A Death Forces Italy to Confront Its Policy on Drunken Driving ROME, July 29 — In life, Claudia Muro was described as a cheerful student, loyal friend and a fan of the Italian rock star Vasco Rossi. In death, she is likely to be remembered as the person who may finally have forced this wine-loving country to aggressively confront drunken driving. While leaving a nightclub in northern Italy this month, Claudia, 16, was fatally struck by a car driven by a 30-year-old man, Corrado Avaro, whose blood alcohol content was three times over the legal limit and whose license had already been suspended multiple times for driving under the influence of alcohol. He was charged with involuntary homicide. Francesco Del Bo/ANSAThe death of Claudia Muro, 16, this month has spurred Italian lawmakers to consider new traffic controls and penalties for drunken driving. Outrage over Claudia’s death resonated at even the highest reaches of the Italian government. Prime Minister Romano Prodi said, “We have to react.” By PETER KIEFER | |
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