Un
esemplare di pastore tedesco – foto dalla rete
(ASAPS) -
L’automobilista che investe e uccide un cane
interrompe la “corrispondenza di amorosi sensi”, tra l’animale e la sua
proprietaria. E non solo, se dopo l’impatto, il conducente, non si ferma ad
aiutare l’animale, è passibile anche di omesso soccorso. Il tutto è scritto
nero su bianco in una sentenza emessa dal giudice di pace di Chieti e che è già
stata definita “storica”. Si tratta infatti della prima condanna nella storia della giurisprudenza per “danno esistenziale” causato dall’investimento di un cane. L’incidente è avvenuto ad Ortona, in provincia di Chieti nel febbraio del 2006 quando un’automobilista investì Argo, esemplare di pastore tedesco. E non solo. Lasciò l’animale in mezzo alla strada senza prestargli soccorso. Alla proprietaria del cane, una ragazza di 32 anni, sono stati rimborsati 1.500 euro, inoltre il conducente dovrà sostenere tutte le spese processuali. Il giudice di pace ha stabilito che la donna “ha subito un forte danno emotivo per la perdita del cane in quanto l’animale viveva con lei. Dal mattino, fino a sera”. Ad acuire il dolore della perdita, anche il fatto, comprovato, che Argo “poteva essere salvato, se il conducente dell’auto che l’ha investito, si fosse fermato per prestare soccorso, dopo l’impatto”. La proprietaria di Argo devolverà la somma ricevuta come risarcimento alla LAV, associazione che combatte ogni tipo di sfruttamento degli animali di qualsiasi razza. (ASAPS) |
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