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Quattro corsie su otto chiuse per lavori - Crolla ponte sul Mississippi nell’ora di punta

Per le autorità il bilancio è destinato a salire. Almeno 50 auto recuperate nel fiume

MINNEAPOLIS - Almeno sette persone (nove secondo altre fonti) sono state uccise dal crollo di un ponte sul Mississippi che univa le metropoli di Minneapolis e Saint Paul, nel Minnesota. Molte auto sono precipitate nel vuoto dopo che la struttura ha ceduto, altre sono rimaste schiacciate dai blocchi di cemento, altre ancora sono rimaste orrendamente sospese nel vuoto. Soccorritori e vigili del fuoco hanno recuperato almeno 50 veicoli nelle acque del fiume, finite in acqua dopo un volo di circa 20 metri. Ci sarebbero anche 60 feriti, di cui sei gravi, secondo fonti ospedaliere. Ma il bilancio delle vittime, secondo le autorità, è destinato a salire. Anche perché, con il calare della notte e dell’oscurità, i soccorsi si sono rivelati ancora più complicati. «Pensiamo ci siano molte altre macchine sotto l’acqua, ma ora è buio - hanno detto alcuni soccorritori - non si vede più niente». Secondo fonti dei servizi di soccorso, citate dall’edizione online del quotidiano Minneapolis Star Tribune, i morti accertati sarebbero almeno nove, mentre risultano esserci 20 dispersi. Sessanta bambini, che attraversavano il fiume a bordo di uno scuolabus, sono stati tratti in salvo. Sei dei giovanissimi scampati alla tragedia sono stati accompagnati in ospedale, in stato di choc.
IL CROLLO - Era l’ora di punta per il traffico sul ponte sull’autostrada I-35W, una lingua di asfalto gigantesca, da otto corsie, che univa Minneapolis e Saint Paul e che ogni giorno veniva attraversata da almeno 200mila veicoli. Il ponte in ferro e cemento era lungo circa 500 metri e sospeso a 20 metri dal fiume. La parte sovrastante il Mississippi era lunga 300 metri, con tre arcate, delle quali quella centrale era lunga circa 140 metri. Tutte e tre gli spezzoni del ponte sono collassati. Alle 6.05 del pomeriggio in Minnesota (l’1.05 di notte in Italia) è avvenuto lo spaventoso crollo, accompagnato da un tremendo boato. «C’erano dei lavori in corso - hanno detto i testimoni intervistati dalle tv americane dopo la tragedia - due corsie per ogni senso di marcia erano chiuse e c’erano lavori di manutenzione proprio sul punto in cui il ponte ha ceduto». Per la autorità la dinamica del disastro suggerisce che si è trattato di un «collasso strutturale». Improvvisamente il ponte si è afflosciato, le lingue di asfalto si sono spaccate e si sono accartocciate su se stesse. Come per un terremoto violentissimo. E le macchine hanno cominciato a precipitare nelle acque del Mississippi.

LE CAUSE - Non si conoscono ancora le cause della sciagura, ma un portavoce del dipartimento per la Sicurezza Interna, Russ Knocke, ha escluso qualsiasi matrice terroristica. Non si è dunque trattato di un attentato, ma di una tragica fatalità, dovuta verosimilmente a un cedimento strutturale. Il governatore del Minnesota, Tim Pawlenty, ha dichiarato che il ponte, costruito una quarantina di anni fa, era stato ispezionato nel 2005 e, per l’ultima volta, nel 2006, senza che fossero emersi difetti strutturali significativi. Tuttavia, come detto, erano in corso lavori di riparazione. «Sarà una notte tragica alla fine», ha detto ai giornalisti il sindaco di Minneapolis R.T. Ryback. «Una catastrofe di proporzioni storiche», ha aggiunto il governatore Pawlenty.
I TESTIMONI - Catherine Yankelevich, scampata già al devastante terremoto in California del 1994, è riuscita a uscire dal finestrino della sua macchina finita nelle acque del fiume e a nuotare fino a riva. «Il ponte ha iniziato a crollare, le automobili volavano ovunque e ho visto l’acqua salire - ha raccontato Catherine - l’acqua saliva rapidamente, allora ho tirato giù il finestrino. Ho avuto l’impressione di essere in un film. Era spaventoso». Anche Peter Siddons è un miracolato: «Credevo di morire». L’uomo era seduto alla guida della sua autovettura, imbottigliato nel traffico quando «il ponte ha cominciato una specie di rollio e ha cominciato a cadere a pezzi».

da Corriere.it 

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Giovedì, 02 Agosto 2007
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