(ASAPS) DUNKERQUE (FRANCIA), 9 agosto 2007 – Tre donne ed altre 26 persone, tutti turisti polacchi, sono rimaste vittime dell’ennesimo incidente stradale con protagonista un pullman. È accaduto alle 6 e mezzo di mercoledì mattina (8 agosto) a Moëres, piccolo centro ad una dozzina di chilometri da Dunkerque, nel nord della Francia a poca distanza dalla frontiera con il Belgio. Secondo le prime ricostruzioni della Gendarmeria, l’autobus avrebbe imboccato a velocità molto alta lo svincolo d’ingresso ad un’area di servizio della A16, uscendo di strada e ribaltandosi più volte. Quattordici feriti sono stati ricoverati al centro ospedaliero di Dunkerque, quattro al pronto soccorso di Ostende e cinque a quello di Furnes, in Belgio: in sei sarebbero in condizioni molto gravi. Il conducente, sopravvissuto allo schianto, ha dichiarato agli inquirenti coordinati dal colonnello Vanberselaert – di essersi sbagliato nell’imboccare lo svincolo, non avendo in sostanza compreso di aver già abbandonato la carreggiata autostradale. “L’autista – hanno spiegato gli investigatori – ha voluto lasciare l’autostrada per una sosta, ma il veicolo è poi scivolato finendo sulle barriere della bretella di accesso all’area di riposo.” La strada era infatti scivolosa a causa dell’intesa pioggia in atto e, sicuramente, la velocità era eccessiva: dunque, le cause del terribile incidente sono ascrivibili all’errore umano, alle condizioni “sfavorevoli” della strada e, forse, alla stanchezza. La comitiva, costituita da 47 passeggeri, molti dei quali adolescenti, si trovava a bordo di un pullman della “Polonia Transport”, una compagnia di trasporti che effettua un collegamento fisso tra Varsavia e Londra: i passeggeri usciti illesi, sono stati accolti dall’unità di crisi della prefettura di Dunkerque, dove il SAMU (Service d’Aide Médicale Urgente) ha fornito loro il necessario supporto psicologico. Il 22 luglio scorso, nella regione dell’Isère, un altro pullman con a bordo 50 pellegrini polacchi, era precipitato nel vuoto sulla discesa di Laffrey, provocando 26 morti e 26 feriti, molti dei quali ancora ricoverati in gravissime condizioni. Non è un buon periodo per la sicurezza stradale in Francia, alle prese – dopo anni di inarrestabili miglioramenti – con una recrudescenza in termini di mortalità. Gli ultimi dati, appena sfornati dal dipartimento interministeriale che si occupa di monitorare il fenomeno e di coordinare le attività, hanno evidenziato che il mese di luglio si è chiuso con un aumento dell’1,5% della mortalità: 478 morti contro i 471 del luglio 2006. Il numero di incidenti complessivi (7.280) è rimasto praticamente invariato (0,7%), mentre è cresciuto quello dei feriti, 9.649 (+2%), dei quali 4.098 ospedalizzati (+2,2%). È evidente che, senza la sciagura dell’Isère, il numero di vittime sarebbe stato ben più basso (452), ma il dato non è del tutto estemporaneo. Da gennaio, la tendenza è quella di una sostanziale stagnazione, segno che la politica in materia di sicurezza stradale ha segnato il passo (dopo aver ridotto di oltre il 40% la mortalità, nel giro di 5 anni) e si rende necessario adottare una serie di correttivi. Il primo, è già sul punto di essere intrapreso. All’indomani della tragedia di Laffrey, il governo di Fillon ha immediatamente stilato la classifica dei 50 Punti Neri della viabilità, rilevati su strade ed autostrade francesi, e nel giro di poche settimane il Conseil Général des Ponts et Chaussées (una sorta di ANAS) sarà sentito in un’audizione, per fare il punto sulla condizione delle infrastrutture. Per far fronte all’emergenza estiva, 21mila tra poliziotti e gendarmi sono stati aggiunti agli organici già operativi su strada, attingendo ai reparti mobili ed ai ranghi burocratici, e sono stati oggetto di una consegna particolare: “tolleranza zero” in materia di eccessi di velocità, guida in stato di ebbrezza, cinture di sicurezza e, riguardo ai veicoli commerciali, verifiche sul peso, ore di guida e numero di conducenti a bordo (nel caso di bus). (ASAPS) |
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