(ASAPS) FORLI’, 13 agosto 2007 – Chi si aspettava un fine settimana tranquillo, è destinato a restare deluso. La seconda domenica d’agosto ha lasciato deserte le grandi città, ma sulle strade del Paese si è continuato comunque a morire: ancora una volta, le cause principali sono state la velocità, l’alcol e la droga. Il recente giro di vite non ha ancora dare i propri frutti? È ancora presto per dirlo, ma una cosa è certa: l’effetto “annuncio”, sul quale contavamo, sembra non ci sia stato. Possiamo invece dire che, come ormai è consuetudine, cresce la presenza degli stranieri, sia come vittime che come carnefici. Un’incidenza che ci sembra davvero consistente e che, visto il numero decisamente inferiore di patentati forestieri (non parliamo solo di “extracomunitari”), dovrebbe poter essere monitorata, per capirne l’effettiva portata. Il primo di due episodi gravissimi, che ha per protagonista appunto uno straniero, è avvenuto nella serata di domenica (12 agosto) a Castelvolturno (Caserta), lungo il tracciato della SS7 Quater, meglio nota come “Domiziana”. L’auto su cui viaggiava un extracomunitario nigeriano, di cui non sono ancora conosciute le generalità (non aveva alcun documento al seguito), una Nissan Micra, ha improvvisamente invaso la corsia opposta, centrando una Fiat Punto. L’uomo, ora piantonato all’ospedale civile di Aversa (Caserta), era sotto l’effetto di cocaina ed anfetamine: una consuetudine per molti extracomunitari – ma non solo – che gravitano attorno alla baia Domizia, da molti anni uno dei luoghi a maggior degrado di tutta l’Italia. A bordo di questa seconda auto c’era un’intera famiglia napoletana: una neonata che avrebbe compiuto tre mesi giovedì è morta sul colpo. Gravissima la sorellina di 3 anni, ricoverata all’ospedale Santobono di Napoli, in condizioni gravissime. Sull’auto centrata, però, viaggiavano altre quattro persone: il papà delle due piccole, 35 anni, la madre, di 33, una terza sorellina di 5 anni, ricoverata con 20 giorni di prognosi, ed una cugina di 16, trattenuta in ospedale in osservazione. Non ci sono conferme, ma sembra che nessuno utilizzasse le cinture di sicurezza. Più o meno contemporaneamente, a Carpen di Quero (Belluno), due motocicli si sono scontrati frontalmente sulla statale Feltrina, provocando la morte di tre persone: due gemelli di 20 anni , Arianna e Michele Varago, di Valdobbiadene, erano a bordo di una Honda Varadero, mentre Ferdinando Bortolas, 43enne di Feltre, era in sella al proprio scooter Yamaha T-Max. I tre hanno perso la vita sul colpo. Si è parlato a lungo della presenza di una quarta persona, evidentemente in compagnia del Bortolas, e ricoverata in gravissime condizioni in ospedale, ma non è giunta alcuna conferma. Il luogo dove è avvenuto lo schianto, è una delle mete preferite dai motociclisti: la Feltrina segue il profilo delle montagne, e si insinua nelle vallate con curve sinuose e regolari. Resta il fatto che, nella sola provincia di Belluno, sono già 22 le vittime dall’inizio dell’anno. Ancora uno straniero, stavolta vittima, protagonista di un terribile incidente avvenuto domenica mattina attorno alle 6, a Roma, sul “tronchetto” di raccordo della A24 verso L’Aquila. Un ragazzo peruviano di 18 anni, stava spingendo il proprio scooter rimasto in panne verso l’uscita, quando è stato travolto ed ucciso dalla Daewoo Matiz condotta da una ragazza italiana di 27 anni. quando l’auto lo ha investito, il giovane è stato sbalzato sul tettuccio della macchina, per poi cadere a terra, già cadavere. Da chiarire se la vittima stava camminando in corsia di marcia o se sia stata l’auto ad investirlo in corsia di emergenza. Sul posto è intervenuta la Polizia Stradale, che ha sequestrato i mezzi e svolto i rilievi. A Lanciano (Chieti), un uomo di 60 anni è morto alla guida della propria auto, centrata sulla SS84 San Vito Marina-Lanciano, da un secondo veicolo che proveniva in senso opposto, al cui volante c’era un ragazzo di 20 anni, anch’egli abitante nella cittadina. Le forze dell’ordine, hanno poi notificato al ragazzo, risultato in stato di ebbrezza alcolica, un provvedimento di fermo emesso dal Pubblico Ministero di Chieti: dimesso dall’ospedale, è stato accompagnato in carcere. È un primo segnale che la linea dura c’è? A Catanzaro la Polizia Stradale, in una sola notte, ha ritirato 45 patenti, tutte per guida in stato di ebbrezza. Ma la giornata di domenica è stata davvero sanguinosa, e non ci sono più alibi per l’Italia: a Cattolica (Rimini) in mattinata, una ragazza di Faenza (Ravenna), Silvia Reali di 22 anni, è morta nello scontro frontale tra la sua auto ed un furgone, finito improvvisamente nella sua corsia e condotto da un cingalese di 23 anni, residente da tempo a Pesaro. Il fatto è avvenuto poco prima delle 7 del mattino, sulla statale Adriatica. Il furgone è penetrato nell’abitacolo a velocità molto elevata e quando i sanitari del 118 sono riusciti a raggiungerla, grazie al lavoro dei Vigili del Fuoco che l’hanno liberata dalle lamiere, per lei non c’era più niente da fare. Era morta sul colpo. La Polizia Stradale di Rimini, intervenuta per i rilievi, dovrà dare una spiegazione a quest’assurda tragedia: il veicolo commerciale viaggiava molto forte, e questo è un dato certo: dopo l’impatto, ha trascinato l’auto di Silvia per oltre 20 metri, in un fossato. Non si sa ancora quale sia stato l’esito dell’esame tossicologico sul conducente del furgone. Due ore dopo, a poca distanza, un giovane cinese di 26 anni, residente a Rimini, è stato travolto sulla via Emilia, a Santarcangelo (Rimini) da una moto di grossa cilindrata. A piedi, stava attraversando la strada in un tratto privo di strisce pedonali. In sella c’era un 51enne del posto, che ha detto ai Carabinieri di non aver potuto far nulla per evitare l’impatto. Sempre a Rimini, il giorno prima (sabato, 11 agosto), in un altro scontro frontale era morta Pamela Fabbri, 33 anni, a bordo di una microcar insieme alla figlia di 8, ricoverata con fratture al femore, alle braccia ed in stato di osservazione per eventuali lesioni interne. Il piccolo veicolo, all’uscita di una curva, si è scontrato con l’Audi A4 condotta da una donna di 43 anni, di Riccione. Un urto non particolarmente violento, ma che sulla microcar ha avuto i sui tragici effetti: le vittime erano state espulse dall’abitacolo, fatto che induce a pensare che le cinture o non fossero allacciate o non siano state sufficienti a tenerle assicurate al sedile. Sull’evento indaga la Polizia Municipale di Riccione. Due cittadini tunisini sono invece morti nella notte tra sabato e domenica a Paratico (Brescia), nello scontro frontale tra l’auto su cui viaggiavano ed un secondo veicolo. Non si è a conoscenza di ulteriori particolari. Peraltro, in un evento analogo, poco distante a Rudiano (Brescia) ha perso la vita un 30enne del posto, Giuseppe Gatti. Un 43enne di Darfo Boario Terme è invece rimasto ucciso in un incidente autonomo avvenuto all’alba a Rogno (Bergamo). A Milano, poco dopo le 3 del mattino, l’auto su cui viaggiavano tre cittadini stranieri, si è schiantata contro un muro dopo essere uscita di strada in via Lodovico Moro, in direzione di Corsico: i due ucraini seduti davanti, con ogni probabilità privi di cinture di sicurezza, sono morti sul colpo, mentre il terzo giovane, un moldavo che era seduto dietro, è in coma al Niguarda. Non si conoscono, dei tre, le complete generalità, così come resta ancora tutta da chiarire la dinamica: alla velocità si è aggiunto qualche altro fattore legato alle condizioni del conducente? È stato sicuramente così per un ragazzo di 19 anni di Pistoia che, tra sabato e domenica, è andato a gozzovigliare a Camariore (Lucca), in Versilia: a bordo della sua fiammante Audi, ha superato una fila di auto ferme ad uno dei semafori del lungomare ed è passato col rosso. La Polizia Municipale lo ha inseguito e bloccato. Era positivo all’etilometro ed ha commesso infrazioni per 52 punti. Potrà dire addio per un bel pezzo alla patente di guida. Dunque, il ruolo dell’alcol è sempre di primo piano: a Vicenza un uomo del posto, alla guida della sua auto, ha prima investito tre ciclisti dilettanti, rimasti lievemente feriti, e poi – fuggendo – si è schiantato ad alta velocità contro la recinzione di una casa. Sembra che invece sia stata solo la velocità (e forse la scarsa esperienza) a provocare la morte a Ladispoli (Roma) di un ragazzo di 20 anni, in sella alla sua fiammante Aprilia Pegaso, scivolato in prossimità di una curva. Il giovane, atterrato dopo un brutto volo, non ce l’ha fatta. A Bondeno (Ferrara), l’auto su cui viaggiava una coppia ed una terza persona è uscita di strada sulla provinciale che collega Bondeno a Casumaro, schiantandosi contro un platano: Tiziano Cavallari, 37 anni, e Stefania Veratti, di 31, sono morti sul colpo. La moglie del Cavallari, 28 anni, è ricoverata a Ferrara per alcune fratture, ma se la caverà. Anche venerdì non è andata bene, sulle strade. A Desenzano (Brescia) un anziano ciclista di 75 anni, Attilio Ferrarini, stava rientrando a casa in bicicletta, dopo aver raccolto da una pianta un sacchetto pieno di fichi. Un’auto lo ha falciato. Infine, un ultimo episodio, avvenuto venerdì scorso (10 agosto), a Ospedaletto (Rimini) Marino D’Aniello, 46 anni, commerciante originario di Pesaro, ma residente poco vicino, ed Oleksandr Mazurok, 29 anni, ucraino, erano in sella ad uno scooter, quando sono finiti contro un camion: alla guida del motoveicolo ci sarebbe stato, secondo la Stradale, il giovane ucraino. Ad un incrocio con una strada principale non avrebbe dato la precedenza, finendo sotto le ruote di un camion. Inutile la frenata. Un altro fine settimana da dimenticare. (Asaps) | |