(ASAPS) FIRENZE, 13 agosto 2007 – La domanda, direbbe Antonio Lubrano, nasce spontanea: ma come ha potuto permettere, un padre, che il figlio di 16 anni si mettesse alla guida di un autoarticolato (18 metri di lunghezza, 462 quintali di stazza) e percorresse l’autostrada? Svariati interrogativi se li è posti anche l’equipaggio di una pattuglia della Polizia Stradale di Firenze Nord, in servizio sulla A1 tra Barberino del Mugello ed Incisa Valdarno. Il COA del capoluogo toscano, verso le 20 di domenica (12 agosto), dirama una nota operativa: alcuni automobilisti in transito avevano segnalato al 113 che un TIR stava scendendo verso Firenze a forte velocità. I due agenti a bordo della Volvo coi colori della Polizia si appostano sul valico delle Croci di Calenzano ed aspettano: quando l’autoarticolato passa, scatta l’inseguimento. Inizialmente è discreto, per verificare se la notizia era fondata. Bastano un paio di chilometri per la prova del nove: il camion viaggia velocissimo, ad oltre 100 all’ora, a fronte di una velocità massima consentita di 80. Ma non è tutto e proprio mentre i centauri si preparano a sorpassare il convoglio per dare l’alt in prossimità di una piazzola, ecco una seconda infrazione: il TIR entra in sorpasso, nonostante sull’intero tratto appenninico sia in vigore un categorico divieto. Ma il bello doveva ancora arrivare. In prossimità del casello di Calenzano, la paletta esce dal finestrino del capopattuglia ed il bisonte della strada svincola per uscire, seguendo mansueto i poliziotti. Quando questo scendono dall’auto di servizio, vedono che al posto del conducente c’è un ragazzino. “È un errore”, pensano, “sarà un uomo che dimostra meno dei suoi anni…”, ma subito dopo notano un viso assonnato fare capolino dalla tenda che divide i sedili dalle brande. Quello sì che è un adulto, è l’arcano si svela. Alla guida del trattore stradale c’era un 16enne, di origini brasiliane ma cittadino italiano, mentre a riposare beato, in cuccetta, c’era il padre. Sono dunque scattati l’immediato sequestro del complesso veicolare, affidato ad un deposito giudiziario dopo la compilazione del verbale di sequestro preventivo – come vuole il decreto legge da poco entrato in vigore – e la denuncia a piede libero del giovanotto, che rischia un’ammenda fino a 9mila euro. Colpa del padre, senz’altro, che ha rimediato – dal canto suo – un verbale per incauto affidamento. C’è da augurarsi davvero che almeno nei prossimi giorni dorma sonni meno tranquilli di quelli che si è goduto in cuccetta, prima di incappare nel controllo della Polizia Stradale. (ASAPS) | |
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