“Superare i limiti di velocità o guidare ubriachi è peccato grave”. Con queste parole don Franco Gallingani, parroco a Prato di Correggio, un piccolo centro di campagna in provincia di Reggio Emilia, ha introdotto la consueta celebrazione in memoria delle vittime della strada che si è svolta nell’ambito delle iniziative legate alla “Fiera d’Agosto”. Nella piccola chiesa colma di persone (molte delle quali piangevano un proprio caro o un amico deceduto sulla strada), il sacerdote non ha usato mezzi termini e introducendo la celebrazione, ha fatto appello alle famiglie affinché educhino i loro figli anche al rispetto delle leggi stradali e al corretto utilizzo dei mezzi di trasporto che rimangono strumenti di comunicazione fra le persone e non devono diventare causa di sofferenza. A dare maggiore vigore alle affermazioni del sacerdote anche un recente documento del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti titolato “Orientamenti per la pastorale della strada”, che don Franco Gallingani ha voluto regalare a tutti i presenti. “Sta sempre più diffondendosi un consumo esagerato di alcolici e di consumo della droga – ha detto – e la nostra provincia ne risulta ampiamente interessata. E’ dunque nostro dovere, come educatori ed anche come organi periferici della Chiesa, quella di stimolare i fedeli ad una seria riflessione, richiamando i valori cristiani a tutela della vita anche sulla strada.” “La Chiesa – ha continuato – deve avere la forza di denunciare anche queste cose e fare sentire altisonante la sua voce, sensibilizzando quante più coscienze possibili al fine di promuovere l’educazione stradale”. Un monito che non ha risparmiato i toni forti del rimprovero quando don Franco ha elencato una serie di esempi, che non ha escluso nessuna delle categorie di utenti della strada. “Superare i limiti di velocità mettendo a rischio l’incolumità propria e soprattutto quella altrui – ha affermato a gran voce dall’altare – è un peccato grave, mentre non si possono nemmeno giustificare quei pedoni o quei ciclisti che usano la strada a loro piacimento, incuranti delle regole stradali che li riguardano.” Ecco perché, ha poi giustificato, anche dal Vaticano sono giunte precise indicazioni rivolte ai fedeli e il documento regalato ai tanti presenti è andato proprio nella medesima direzione. Al termine dell’omelia, don Franco ha poi esortato ogni famiglia a dare il giusto esempio ai propri figli, insegnando loro i migliori comportamenti da tenere sulla strada quando si passeggia a piedi, in bicicletta o guidando una moto o un’autovettura. Analoga cosa, ha poi concluso, deve essere fatta anche durante il catechismo, cosi che i futuri conducenti possano ben comprendere i doveri morali e materiali che si hanno in questi casi. La funzione è poi proseguita all’esterno della chiesa, dove il parroco ha impartito la consueta benedizione a ciascuna delle autovetture e delle moto parcheggiate nel piazzale antistante e che i parrocchiani avevano appositamente preparato. R.R. | |
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