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Notizie brevi 16/08/2007

Reggio Emilia - “Superare i limiti di velocità o guidare ubriachi è peccato grave”.

Lo dice il sacerdote durante la celebrazione delle vittime della strada


“Superare i limiti di velocità o guidare ubriachi è peccato grave”. Con queste parole don Franco Gallingani, parroco a Prato di Correggio, un piccolo centro di campagna in provincia di Reggio Emilia, ha introdotto la consueta celebrazione in memoria delle vittime della strada che si è svolta nell’ambito delle iniziative legate alla “Fiera d’Agosto”.

Nella piccola chiesa colma di persone (molte delle quali piangevano un proprio caro o un amico deceduto sulla strada), il sacerdote non ha usato mezzi termini e introducendo la celebrazione, ha fatto appello alle famiglie affinché educhino i loro figli anche al rispetto delle leggi stradali e al corretto utilizzo dei mezzi di trasporto che rimangono strumenti di comunicazione fra le persone e non devono diventare causa di sofferenza.

A dare maggiore vigore alle affermazioni del sacerdote anche un recente documento del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti titolato “Orientamenti per la pastorale della strada”, che don Franco Gallingani ha voluto regalare a tutti i presenti.
Ma il momento più forte è stato quello dell’omelia, quando dopo avere spiegato il significato delle letture bibliche il sacerdote ha dato precise indicazioni sui pericoli della strada.

“Sta sempre più diffondendosi un consumo esagerato di alcolici e di consumo della droga – ha detto – e la nostra provincia ne risulta ampiamente interessata. E’ dunque nostro dovere, come educatori ed anche come organi periferici della Chiesa, quella di stimolare i fedeli ad una seria riflessione, richiamando i valori cristiani a tutela della vita anche sulla strada.”

“La Chiesa – ha continuato – deve avere la forza di denunciare anche queste cose e fare sentire altisonante la sua voce, sensibilizzando quante più coscienze possibili al fine di promuovere l’educazione stradale”.

Un monito che non ha risparmiato i toni forti del rimprovero quando don Franco ha elencato una serie di esempi, che non ha escluso nessuna delle categorie di utenti della strada.

“Superare i limiti di velocità mettendo a rischio l’incolumità propria e soprattutto quella altrui – ha affermato a gran voce dall’altare – è un peccato grave, mentre non si possono nemmeno giustificare quei pedoni o quei ciclisti che usano la strada a loro piacimento, incuranti  delle regole stradali che li riguardano.”

Ecco perché, ha poi giustificato, anche dal Vaticano sono giunte precise indicazioni rivolte ai fedeli e il documento regalato ai tanti presenti è andato proprio nella medesima direzione.

Al termine dell’omelia, don Franco ha poi esortato ogni famiglia a dare il giusto esempio ai propri figli, insegnando loro i migliori comportamenti da tenere sulla strada quando si passeggia a piedi, in bicicletta o guidando una moto o un’autovettura. Analoga cosa, ha poi concluso, deve essere fatta anche durante il catechismo, cosi che i futuri conducenti possano ben comprendere i doveri morali e materiali che si hanno in questi casi. La funzione è poi proseguita all’esterno della chiesa, dove il parroco ha impartito la consueta benedizione a ciascuna delle autovetture e delle moto parcheggiate nel piazzale antistante e che i parrocchiani avevano appositamente preparato.

R.R.

© asaps.it
Giovedì, 16 Agosto 2007
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