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Notizie brevi 20/08/2007

Torino, clamorosa iniziativa della Procura della Repubblica - L’ebbro rifiuta di soffiare nell’etilometro? Il processo scatta ugualmente In questo modo i Pubblici Ministeri ritengono di soddisfare le aspettative del legislatore e lo spirito della nuova norma


foto dalla rete

(ASAPS) TORINO, 20 agosto 2007 – Alcuni giorni fa, proprio dalla Procura di Torino, era stata segnalata una grave lacuna tra le modifiche al Codice della Strada appena introdotte: l’utente che si rifiuti di soffiare nell’etilometro, pur se in evidente stato di ebbrezza, non può essere oggetto dell’azione penale, in quanto – secondo il rivisto articolo 186 – sono previste tre fattispecie di violazione diverse, di gravità diversa in relazione alla quantità di alcol nel sangue. La notizia ha fatto rumore ed ha lasciato sconcertati coloro che, in qualche modo, concorrono alla sicurezza stradale. In modo particolare, gli operatori di polizia stradale, frustrati dall’impotenza di un clamoroso inganno trovato prima ancora che la legge potesse trovare di fatto applicazione. Proprio in seno alla procura di Torino, un vertice tra tutti i Pubblici Ministeri ha condotto ad una linea d’azione molto coraggiosa ed ora, nel territorio di competenza della magistratura torinese, anche chi rifiuterà di soffiare, o di farsi prelevare il sangue, finirà sotto processo. Ora, bisogna vedere se la serie di considerazioni saranno in qualche modo recepite e condivise anche dai giudici, coloro cioè che, dall’udienza preliminare in poi, dovranno decidere sulla scorta della fonti di prova presentate. Nella nota d’agenzia che comunica la decisione del “Palazzaccio”, non è indicato come sarà superato l’ostacolo delle tre fattispecie di superamento dei limiti, ma è probabile che mancando un accertamento alcolimetrico e dovendo prendere per buono quello sintomatologico effettuato dalla Polizia Giudiziaria, sarà applicata quella più favorevole all’imputato. Si tratta di una soluzione di emergenza, alla quale il legislatore dovrà rispondere in tempi rapidi, per impedire che l’aggravamento del sistema sanzionatorio previsto dal recente Decreto Legge, alla fine, non si riveli un’arma formidabile in mano proprio ai trasgressori. (ASAPS)

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Lunedì, 20 Agosto 2007
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