Una
bella immagine di Blagoevrad, città sulla strada delle vacanze bulgare verso la Grecia. Qui sono state
sistemate le auto incidentate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione
(dalla rete)
(ASAPS) SOFIA (BULGARIA), 27 agosto 2007 – La Bulgaria è una delle
new-entry nell’Unione Europea: si tratta di uno degli stati maggiormente sotto
osservazione, sul fronte della sicurezza stradale, visto l’altissimo tasso di
mortalità sulla rete viaria del paese. Eurostat, l’ha classificata fanalino di
coda dell’UE, con un rapporto di morti rispetto al numero di veicoli,
elevatissimo. Da Sofia, commentando il tragico bollettino del ferragosto, la
polizia ha lanciato l’allarme, definendo quella che ogni giorno si consuma
sulle strade “una guerra sanguinosissima”. Lo scorso 15 agosto, in 26 incidenti
stradali, sono state registrate 6 vittime e 32 feriti gravi. In molti paesi
europei, nei quali la sicurezza stradale costituisce un argomento stabilmente
trattato sulle cronache dei quotidiani, la notizia ha avuto molto risalto e non
si è persa l’occasione di suggerire la massima prudenza in caso di viaggi in
quello stato. Anche la nostra redazione ha annotato le informazioni pubblicate
sulla stampa estera ma, rielaborando la notizia, ci si è accorti che da un
punto di vista italiano, la questione poteva avere un significato completamente
diverso. In effetti la Bulgaria,
nonostante una superficie di 110.910 chilometri quadrati (circa un terzo di
quella italiana, che ne misura 301.338), ed una popolazione che non arriva a 8
milioni di persone (circa un milione in meno di quelle residenti in Lombardia),
ha raggiunto quota 600 vittime proprio a metà agosto. Analizzando l’andamento
della sinistrosità del paese, il dato attualmente disponibile suggerisce che la Bulgaria stia vivendo una
sostanziale stagnazione e che il numero finale dei morti si attesterà attorno
alle 950 unità. Si tratta di un dato stabile dal 2002, quando le vittime furono
959. Nel 2003 ne vennero registrate 960, l’anno successivo 943 e l’ultimo dato
disponibile, relativo al 2005, fornisce un bilancio finale di 957 decessi.
Ebbene, la Lombardia,
ha totalizzato nel corso del 2005 la cifra di 790 vittime. Francamente, se
consideriamo anche i 56.842 feriti ed un numero totale di 44.548 incidenti
stradali, abbiamo materiale per più di una riflessione. Abbiamo posto l’esempio
della Lombardia, perché in Italia è la regione col maggior numero complessivo
di vittime e perché, in termini numerici di popolazione è la regione che si
avvicina di più alla Bulgaria. Per cercare di porre un freno alla mortalità, in
una delle strade di maggior transito del paese, quella che conduce in Grecia,
sono state sistemate alcune carcasse di auto completamente distrutte,
sequestrate dalla polizia a seguito di incidenti mortali e riadattate al
compito di “scioccare” la sensibilità degli utenti poco inclini alla
disciplina. Un recente irrigidimento delle norme, ha previsto che in caso di
superamento dei limiti di velocità, il trasgressore dovrà per forza assistere
ad una serie di documentari, piuttosto impressionanti, sulle conseguenze
fisiche degli incidenti. Sui canali radiotelevisivi di stato, inoltre, le
personalità più note dello spettacolo invitano alla prudenza. (ASAPS)
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