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Rassegna stampa 09/12/2004

Rassegna stampa del 08 dicembre 2004

Rassegna stampa del 08 dicembre 2004

 



Da "Il Corriere Adriatico" del 8 dicembre 2004
Il protagonista della vicenda è un marocchino già noto alle forze dell’ordine
Ieri dopo il trattamento sanitario è stato rispedito a casa.
Non è la prima volta che l’uomo commette simili azioni
Ubriaco aggredisce i poliziotti
Il giovane era al volante dell’auto e aveva causato un incidente


Ubriaco si mette alla guida dell’auto, finisce fuori strada e, una volta ripresosi dallo choc, comincia a picchiare, aggredire, insultare gli agenti della Polizia municipale e stradale che erano accorsi per prestargli soccorso. E’ accaduto l’altro ieri notte. Ieri mattina, dopo i dovuti trattamenti sanitari al Murri, il giovane, un marocchino di 32 anni, N.A., residente a Fermo da moltissimi anni, è stato lasciato tornare a casa. Non ha più la patente, ma ha ancora quella libertà che da tanto tempo gli consente di fare il diavolo a quattro a Fermo e dintorni.
Il giovane di origine marocchina, infatti, è già noto alle forze dell’ordine per essersi reso responsabile di tantissimi altri episodi come quello accaduto l’altro ieri notte quando, in zona Crocefisso all’altezza di una curva, l’auto che conduceva è finita in una scarpata. Gli agenti della Polizia stradale e della polizia municipale si sono precipitati sul posto per effettuare i rilievi e prestare soccorso al ragazzo e lui, per tutta risposta ha iniziativa a creare il parapiglia. Ceffoni, calci, e chi più ne ha più ne metta. Momenti di grande tensione e lui, da solo, è riuscito a mandarne all’ospedale tre.
Per fortuna, le ferite riportate dai poliziotti sono state giudicate guaribili in pochi giorni. Al giovane marocchino, poi risultato positivo alla prova dell’etilometro, è stata ritirata la patente.
Come si diceva, il trentaduenne è già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali commessi nel territorio. Un giovane irrequieto che scorazza liberamente in giro per Fermo seminando spesso il terrore in chi si trova ad incrociarlo. Spesso si dà appuntamento insieme ai suopi amici connazionali in un bar di Fermo. Lì i giovani si ubriacano e creano tensioni sia ai residenti che alle forze dio polizia che da anni corrono a destra e manca proprio per riparare agli ecessi dei ragazzi. Nonostante questo e nonostante l’ultimo episodio, quello di lunedì notte, quando solo per fortuna non ha coinvolto nell’incidente altre persone visto che la sua auto è finita fuori strada da sola, il giovane ieri mattina è tornato tranquillamente a casa sua, in via Montone.
In tanti ora reclamano una maggiore attenzione per questi problemi, più severità nel punire questi giovani "ribelli" che mettono a soqquadro il territorio e tengono impegnate le forze dell’ordine distraendole da altre attività.


Da "Il Corriere Adriatico" del 8 dicembre 2004
Sanzionare chi corre mettendo a repentaglio la vita è un nostro dovere
L’autovelox? Ovunque

LEONELLO ROCCHETTI*


In merito agli articoli apparsi recentemente riguardo l’uso dell’autovelox nel Comune di Jesi, l’assessorato ringrazia quanti si sono adoperati, sia in un senso che nell’altro, nell’attirare l’attenzione della città, e non solo, sul problema velocità, e desidera protrarre tale attrazione mediatica. Parlare della velocità fa infatti riflettere, fa guardare il telegiornale con maggiore attenzione quando si vedono le tristi immagini degli incidenti stradali in cui perdono la vita, purtroppo, moltissimi ragazzi, figli di tutti noi.
Il Governo, sensibile a questa tematica, manda in onda spot televisivi per "spaventarci", per farci riflettere e per farci andare più piano. Ha istituito anche la patente a punti per frenare le stragi che si perpetuano, tutti i giorni, sulle nostre strade. Tutto questo per prevenire, ma poi bisogna anche agire e per questo manda le sue pattuglie di Polizia Stradale a reprimere chi, nonostante tutto, continua a correre. E sono molti, visto che i morti sulle strade continuano ad essere numerosi.
Noi, nel nostro piccolo, reprimendo i comportamenti scorretti degli automobilisti che corrono troppo, cerchiamo di fare la nostra parte inculcando nella mente dei "corridori" che chi corre non la fa sempre franca, perché l’autovelox può essere ovunque, perché non basta vedere il vigile da lontano per rallentare e poi correre di nuovo.
Noi siamo per il rispetto della legalità, sempre, e riteniamo che il cittadino debba rispettare le leggi, le norme, i segnali, i limiti di velocità, sempre, sia che ci sia o non ci sia il vigile, il poliziotto, il carabiniere...
Per questo, ripeto, ringrazio i giornali e quanti hanno dato risalto a questo tema della velocità che è la causa principale di tanti lutti nelle nostre famiglie.
Se riusciamo, tutti insieme, coinvolgendo anche le scuole, come intendiamo fare, a far capire ai nostri ragazzi, ai nostri cittadini, a chi si trova a passare per Jesi che chi non rispetta i limiti di velocità nella nostra città non la fa franca, perché non sa mai dove l’autovelox è "nascosto", come dice l’opposizione, penso che abbiamo fatto un bel servizio ai nostri ragazzi, alla società, perché è anche in questo modo, con la certezza della sanzione, che si educano i cittadini al rispetto delle leggi, delle regole che ci consentono di vivere "pienamente" le nostre città.


Da "Il Messaggero" del 8 dicembre 2004
SICUREZZA STRADALE
L’esempio dei padri vale oro
Uno studio della Asl: più dei consigli educa la nostra condotta


Prevenzione degli incidenti stradali con informazione e sensibilizzazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo Galileo Ferraris di Spello, da parte della Asl3: in uno stand allestito come laboratorio della sicurezza stradale a più voci è stato esposto molto il materiale didattico distribuito ai più di 250 giovani visitatori dello stand (tra classi medie ed elementari) estremamente interessati ai problemi della sicurezza stradale, soprattutto nell’età più vicina al conseguimento del patentino. Particolarmente rilevante la presenza nello stand di dispositivi di protezione, di sistemi per il controllo dell’eccesso di velocità (autovelox e telelaser) e per il controllo dello stato psico-fisico del conducente (etilometro portatile ed etilometri monouso). In Umbria, secondo uno studio della Asl3, si stima che gli incidenti stradali abbiano causato negli ultimi cinque anni 120 morti l’anno in media. Una considerevole porzione della mortalità e dei danni alla salute causati da incidenti stradali riguarda la popolazione dei giovani entro i 40 anni di età., con conseguenze che vanno dalla morte alla invalidità, al ricovero ospedaliero, alla cura di Pronto Soccorso. La possibilità di un intervento precoce di prevenzione sui comportamenti a rischio alla guida risulta particolarmente importante alla luce del pesante tributo in termini di morti e feriti che ogni anno riguarda i giovani delle fasce più giovani, infatti il 25% degli incidenti stradali e delle loro conseguenze sulla salute riguarda giovani compresi tra 14-23 anni di età, mentre il 50% dei morti per incidente stradale sono giovani entro i 40 anni di età. "Altrettanto importante ai fini della prevenzione -ha detto Anna Rita Bucchi, del dipartimento di Prevenzione della Asl3- risulta il ruolo della famiglia e soprattutto l’esempio degli adulti. E’ la nostra condotta che influenzerà il comportamento dei nostri figli alla guida, più che le nostre parole o i consigli".


Da "L’Adige" del 8 dicembre 2004
Il codice stradale s’impara a teatro
Con lo spettacolo del duo Zanghielli & Vicentini
Educazione
L’iniziativa sostenuta dal C10 quest’anno viene esportata nelle scuole della provincia

Di LUISA PIZZINI


Una volta l’"educazione civica" si studiava in classe, sui libri. Oggi, i bambini delle scuole materne ed elementari ed i ragazzi delle medie, la imparano a teatro. E così mentre l’anno scorso andava in scena lo spettacolo sui rifiuti ed il loro riciclaggio, ora è la volta della sicurezza stradale.
L’iniziativa, portata sui palcoscenici da Maurizio Zanghielli e Paolo Vicentini, viene sponsorizzata ancora una volta dal Comprensorio della Vallagarina. Era stato proprio l’ente, infatti, l’anno scorso, ad incentivare questo progetto educativo per far capire l’importanza della raccolta differenziata a partire proprio dai più piccoli, che di solito la sanno lunga in famiglia.
Quest’anno si cambia argomento: il sipario si alza sulle norme di comportamento della strada e - questa è la grande novità - lo spettacolo viene esportato nelle scuole della provincia, oltrepassando i confini della Vallagarina. L’obiettivo che sta alla base del copione scritto dal duo Zanghielli-Vicentini, è quello di far capire alle nuove generazioni l’importanza di avere delle regole, perché senza questi punti di riferimento comuni la città finirebbe nel caos.
La simpatica commedia (il cui linguaggio, naturalmente, viene adattato a seconda della fascia d’età del pubblico) inizia proprio da qui, dal caos. Un teppista che si diverte a togliere i segnali stradali che regolano il traffico in un’immaginaria città dà origine a questo disordine. Dalle strade, pian piano, spariscono gli "stop", i triangoli che segnalano il "diritto di precedenza" ed anche il "divieto di transito". Viene cancellata la pista ciclabile e, senza la freccia che ne indica la direzione, le strade a senso unico vengono percorse nei due sensi.
La confusione regna sovrana, tra incidenti ed automobilisti che non sanno più che fare. Ambulanze e forze dell’ordine sono impegnate in un super lavoro.
Il teppista che ha causato tutto ciò però viene acciuffato da un carabiniere (nello spettacolo compaiono le tre principali figure delle forze dell’ordine, che i bambini imparano così a riconoscere: un carabiniere, un poliziotto ed un vigile urbano). Il militare però questa volta non fa scattare le manette ma, per punizione, lo spedisce indietro nel tempo per imparare le regole fondamentali.
E qui entrano in scena gli uomini primitivi: l’omo erectus e l’omo semipiegatus che, dopo varie vicissitudini, imparano a riconoscere la destra e la sinistra. Poi è la volta di Leonardo da Vinci e del suo bicilifero, il primo prototipo di bicicletta apparso nei suoi codici atlantici. Per finire ecco Rollo e Raudo, due motociclisti che disprezzano le regole. In sella alle loro due ruote ne combinano di tutti i colori finché vengono presi in consegna dagli extraterresti che, con fatica, li riportano alla ragione.
Morale della favola: "è mai possibile che non si riesca mai a mettersi d’accordo e serva qualcuno, al di sopra delle parti, che dica quello che si deve o non si deve fare?" Nello spettacolo in questione quel "qualcuno" viene dall’altro mondo, nella realtà di tutti i giorni a mettere un pò d’ordine ci pensano le regole.


Da "Il Gazzettino" del 8 dicembre 2004
Autovelox, il giudice dà ragione al Comune
Rigettati a Villorba 15 ricorsi

Lina Baronetto


Villorba . Si riapre, a Treviso, la discussa vicenda della legittimità o meno delle multe affibbiate dagli autovelox fissi.
Ieri, il giudice di pace di Treviso Giorgio Pizzol ha emesso la prima sentenza relativa ai ricorsi, una quindicina, presentati dagli automobilisti beccati a viaggiare oltre i limiti di velocità dall’apparecchiatura elettronica installata nel vicino comune di Villorba, a poche centinaia di metri dal casello autostradale di Treviso Nord, identica a quelle utilizzate in città.
Senza esitazione, il giudice ha rigettato il ricorso, dando piena ragione al Comune, una decisione che non potrà non avere una ricaduta anche sul capoluogo, dove l’amministrazione comunale, in seguito a un parere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha "congelato" duemila multe.
Da Roma hanno fatto sapere che quegli autovelox, seppure omologati dal Ministero dei Lavori Pubblici, non hanno l’omologazione specifica necessaria per poter funzionare senza la presenza di agenti. In autotutela, l’amministrazione comunale ha quindi deciso di annullare le contravvenzioni. Ma il caso di Villorba crea ora un significativo precedente. La multa contro la quale l’automobilista ha presentato ricorso al giudice di pace risale al 25 febbraio scorso. Il velox ha registrato un passaggio del veicolo in questione alla velocità di 71 km/h in un tratto in cui vigono i 50 km/h: risultato, multa e due punti in meno sulla patente. Per il giudice, il provvedimento è incontestabile: il rischio collegato ai rilevamenti da parte dello strumento, alla stregua delle attuali cognizioni scientifiche, sarebbe "sufficientemente contenuto". D’altro canto, prosegue l’avvocato Pizzol, "non sono stati evidenziati elementi che possano indurre a ritenere l’eventualità di un mal funzionamento dell’apparecchio o comunque di una inesatta misurazione dipendente dall’uso dello stesso". Il velox, ribadisce il giudice di pace, "risulta omologato dal Ministero competente e l’autorizzazione all’installazione risulta rilasciata dalla Prefettura di Treviso". La contestazione, aggiunge infine il giudice, "è avvenuta nelle forme e nei termini dell’articolo 201 del Codice della strada". Soddisfatta l’amministrazione di Villorba, per la quale questo è un primo, confortante segnale. "E’ ora che i Ministeri di mettano d’accordo - sbotta il sindaco leghista Liviana Scattolon -. Noi amministratori non possiamo operare in questa situazione di totale incertezza".



Da "La Provincia di Cremona" del 8 dicembre 2004
Ieri mattina. In azione anche il vice comandante Mennella.
Decine di punti patente ritirati
Tir, raffica di controlli e multe
Agenti della Polstrada mobilitati per ore

di Giacomo Guglielmone


Tornano i supercontrolli della Polstrada. Stavolta, nel mirino, sono finiti i mezzi pesanti. E i risultati sono di assoluto rilievo. Gli uomini coordinati dal vice comandante, commissario Luigi Mennella, nella mattinata di ieri, per ore, hanno sottoposto a verifica decine di veicoli. Numerose le infrazioni rilevate, le contravvenzioni, e i punti patente sottratti. Gli agenti — che hanno svolto un gran numero di controlli al rondò della Paullese — hanno concentrato le attenzioni sugli aspetti amministrativi — regolarità della documentazione, collaudi effettuati e via discorrendo — ma anche condotto controlli sul carico e sanzionato comportamenti non corretti: dalle cinture all’uso del cellulare durante la guida alla velocità eccessiva eccetera. Particolare attenzione — come già accaduto nel corso dei precedenti controlli di questo tipo — è stata rivolta al corretto impiego dei tachigrafi che registrano le ore di guida del conducente e altri dati importanti ai fini della sicurezza stradale.


Da "Il Mattino" del 8 dicembre 2004
IL PROCESSO
Giro di polizze-auto false scatta la prima condanna

ANTONELLA BARONE


Falsificazione dei contrassegni assicurativi delle auto: cominciano a fioccare le condanne. Ieri Pasquale Luzzi è stato condannato a sette mesi di reclusione, al pagamento delle spese per la parte civile che è la Duomo Assicurazioni, difesa dall’avvocato Mariù Amatruda, oltre al risarcimento del danno da liquidarsi successivamente. La decisione è stata adottata dal giudice Elisabetta Boccassini. Chi gli ha fornito la polizza falsa? A questa e ad altre domande finalizzate a fare luce su coloro che hanno fatto della contraffazione dei contrassegni un lucroso affare l’uomo non ha dato risposte esaurienti, è stato vago, ha parlato di un uomo incontrato in un bar che gli avrebbe fornito la polizza contraffata. Ma non è certamente l’unico giudizio per questo tipo di falsificazioni. Infatti già nei prossimi giorni sono in discussione altre cause relative ad ulteriori contraffazioni delle polizze assicurative delle auto e dei relativi contrassegni. Diverse le Compagnie di assicurazione prese di mira dai falsari, ma in particolare a essere riprodotti sono soprattutto i contrassegni della Duomo Assicurazioni. "La Compagnia fin dal primo momento ha scelto la strada della denuncia, ha deciso di tutelarsi e presentare querele contro tutti coloro che vengono fermati e trovati in possesso di bolli assicurativi falsi", dichiara l’avvocato Mariù Amatruda, legale della Duomo Assicurazioni. Diverse decine di contrassegni falsi di questa Compagnia, in particolare dell’Agenzia di Salerno, sono stati individuati dalla polizia stradale nel corso dei quotidiani controlli. Tutti presentano una caratteristica comune, hanno il medesimo numero di polizza e cioè 00220235. Ma da Salerno il meccanismo truffaldino sembra sia stato esportato anche in altre province, in particolare ad Avellino e Caserta sono stati individuati altri bolli contraffatti. Intanto mentre arrivano le condanne a conclusione dei giudizi la Procura sta continuando a indagare per scoprire l’organizzazione che gestisce l’affare. Sono diversi i filoni di indagine affidati a diversi magistrati che mirano a individuare le menti e gli esecutori della truffa. Si cerca la stamperia clandestina in cui si effettuano le contraffazioni. Inizialmente le indagini avevano condotto verso l’area napoletana, ma dagli ultimi accertamenti non si esclude che anche nel salernitano possano esserci luoghi in cui si producono bolli assicurativi falsi. Contraffazioni effettuate con sistemi all’avanguardia, in grado di realizzare ottime riproduzioni, a volte difficilmente riconoscibili ad una prima verifica. Colori perfetti, un lavoro eseguito a regola d’arte, che però non sfugge all’occhio attento e allenato delle forze dell’ordine. Non si esclude che nella gestione del lucroso affare intervenga anche la criminalità organizzata, attirata dai facili guadagni.


Da "Gazzetta di Parma" del 8 dicembre 2004
Mezzo chilo di coca dentro la scarpa: donna condannata


Di quel pacco di cocaina da mezzo chilo nascosto dentro a una " Nike " lei non sapeva nulla. Un tesoro di polvere bianca avvolto in un involucro e poi celato all’interno di una delle scarpe sportive comperate poche ore prima a Milano. La sua unica colpa, semmai, era stata quella di andare a fare shopping nella metropoli lombarda con quel ragazzo nordafricano conosciuto solo da un mesetto. Ma la sua difesa non ha convinto il gup Zanichelli che l’ha condannata a tre anni e mezzo di reclusione, oltre al pagamento di 12 mila euro di multa. Silvia Tomasetti, 22 anni, originaria di Recanati, detenuta agli arresti domiciliari, era stata fermata da una pattuglia della Polstrada lo scorso luglio mentre - a bordo della sua Lancia Y - stava transitando lungo l’Autosole, nella zona di Fontanellato. Ma, appena fatta accostare l’auto, la persona che sedeva al fianco della conducente era letteralmente " schizzata " fuori dandosi alla fuga attraverso i campi che costeggiano l’autostrada. Di lui non si è saputo più nulla. Non cosí della ragazza che, finita agli arresti domiciliari, ha continuato a ribadire di essere all’oscuro del contenuto di quella scarpa sportiva con " sorpresa " : una versione che non ha però convinto il giudice.


Da "La Padania" del 8 dicembre 2004
Aveva la patente sospesa ma guidava con fotocopia di quella del fratello


CREMONA. La patente gliela avevano ritirata dopo un incidente nel quale morì la sua convivente, poco più di un anno fa.
Ma lui, un trentaseienne residente a Ricengo, nel Cremonese, artigiano di origine calabrese, aveva bisogno del permesso di guidare per potere lavorare, così ha fotocopiato la patente del fratello, che abita ancora in meridione, l’ha plastificata e ha continuato a usare l’auto fino all’altro ieri, quando la polizia stradale l’ha fermato a bordo di un Ford Transit.
Gli agenti si sono insospettiti perchè il conducente dava segni di nervosismo.
Portato in caserma, l’uomo ha confessato.
Tra due mesi sarebbe scaduto il periodo di sospensione.
Ma a questo punto gli è stata notificata la revoca definitiva del documento di guida , oltre al fermo amministrativo per due mesi del furgone che conduceva.


Da "L’Unione Sarda" del 8 dicembre 2004
Ai domiciliari con la coca: torna in carcere
Giovanni Urpi, 39 anni, dovrà scontare sei anni e sei mesi di detenzione


Sanluri. Scontava in casa una condanna a sei anni e otto mesi per traffico di droga ma, durante una perquisizione legata a un’indagine su un giro di patenti false, gli inquirenti avevano trovato nella sua abitazione di via Trento a Sanluri hascisc e cocaina. Era il 5 agosto e Giovanni Urpi, 39 anni, di Sanluri, era stato trasferito a Buoncammino. Ieri mattina è stato processato col rito abbreviato dal gup di Cagliari Roberto Cau ed è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione. Il pubblico ministero Andrea Massidda aveva sollecitato una pena più severa, sette anni; dopo l’arringa dell’avvocato Marco Lisu il giudice gli ha applicato un leggero sconto rispetto alle richieste del pm. Urpi era stato sorpreso dagli agenti della Polizia stradale che indagavano su un giro di patenti false: alle prime luci dell’alba dello scorso 5 agosto avevano bussato alla porta di Urpi con un decreto di perquisizione firmato dal pm Alessandro Pili. In quell’occasione gli agenti avevano sequestrato banconote straniere ed euro, una pistola giocattolo, telefonini, macchine fotografiche, dvd, orologi e gioielli di provenienza sospetta, 880 grammi di cocaina e marijuana, un bilancino di precisione. A quel punto era scattato l’arresto non solo per Urpi, che da un mese scontava una pesante condanna in regime di detenzione domiciliare, ma anche per la sua compagna, una donna incensurata: era finita in cella con l’accusa di favoreggiamento ma il giorno dopo era stata rimessa in libertà. L’avvocato Pierluigi Concas aveva dimostrato l’assoluta mancanza di indizi: in altre parole la giovane non sapeva nulla dei traffici del convivente. Gli agenti della polizia stradale di Cagliari erano entrati in azione nell’ambito dell’operazione ribattezzata "felpa rosablù" attorno alle sette del mattino e subito avevano trovato l’ingente quantitativo di droga, cocaina ma soprattutto hascisc. Lo stupefacente non era nascosto, si trovava in vari punti dell’abitazione a portata di mano: probabilmente Urpi non immaginava di essere ancora nel mirino delle forze dell’ordine. Nella sua casa di viale Trieste era stato sequestrato anche denaro in contante. L’inchiesta era stata avviata nel 2003 quando sull’autostrada Genova-Milano era stato fermato il conducente di un Tir con patente falsa. Si era scoperto che i documenti provenivano da Sassari e Alghero e che tutte e quattro le province sarde erano coinvolte nella vendita delle patenti contraffatte.


Giovedì, 09 Dicembre 2004
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