Rassegna stampa del 08 dicembre 2004 |
|
||
Da
"Il Corriere Adriatico" del 8 dicembre 2004 Ubriaco
si mette alla guida dell’auto, finisce fuori strada e, una volta
ripresosi dallo choc, comincia a picchiare, aggredire, insultare gli agenti
della Polizia municipale e stradale che erano accorsi per prestargli soccorso.
E’ accaduto l’altro ieri notte. Ieri mattina, dopo i dovuti
trattamenti sanitari al Murri, il giovane, un marocchino di 32 anni, N.A.,
residente a Fermo da moltissimi anni, è stato lasciato tornare
a casa. Non ha più la patente, ma ha ancora quella libertà
che da tanto tempo gli consente di fare il diavolo a quattro a Fermo e
dintorni. Da "Il
Corriere Adriatico" del 8 dicembre 2004
In merito agli
articoli apparsi recentemente riguardo l’uso dell’autovelox nel Comune di
Jesi, l’assessorato ringrazia quanti si sono adoperati, sia in un senso
che nell’altro, nell’attirare l’attenzione della città, e non solo,
sul problema velocità, e desidera protrarre tale attrazione mediatica.
Parlare della velocità fa infatti riflettere, fa guardare il telegiornale
con maggiore attenzione quando si vedono le tristi immagini degli incidenti
stradali in cui perdono la vita, purtroppo, moltissimi ragazzi, figli di
tutti noi. Da "Il
Messaggero" del 8 dicembre 2004 Prevenzione degli incidenti stradali con informazione e sensibilizzazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo Galileo Ferraris di Spello, da parte della Asl3: in uno stand allestito come laboratorio della sicurezza stradale a più voci è stato esposto molto il materiale didattico distribuito ai più di 250 giovani visitatori dello stand (tra classi medie ed elementari) estremamente interessati ai problemi della sicurezza stradale, soprattutto nell’età più vicina al conseguimento del patentino. Particolarmente rilevante la presenza nello stand di dispositivi di protezione, di sistemi per il controllo dell’eccesso di velocità (autovelox e telelaser) e per il controllo dello stato psico-fisico del conducente (etilometro portatile ed etilometri monouso). In Umbria, secondo uno studio della Asl3, si stima che gli incidenti stradali abbiano causato negli ultimi cinque anni 120 morti l’anno in media. Una considerevole porzione della mortalità e dei danni alla salute causati da incidenti stradali riguarda la popolazione dei giovani entro i 40 anni di età., con conseguenze che vanno dalla morte alla invalidità, al ricovero ospedaliero, alla cura di Pronto Soccorso. La possibilità di un intervento precoce di prevenzione sui comportamenti a rischio alla guida risulta particolarmente importante alla luce del pesante tributo in termini di morti e feriti che ogni anno riguarda i giovani delle fasce più giovani, infatti il 25% degli incidenti stradali e delle loro conseguenze sulla salute riguarda giovani compresi tra 14-23 anni di età, mentre il 50% dei morti per incidente stradale sono giovani entro i 40 anni di età. "Altrettanto importante ai fini della prevenzione -ha detto Anna Rita Bucchi, del dipartimento di Prevenzione della Asl3- risulta il ruolo della famiglia e soprattutto l’esempio degli adulti. E’ la nostra condotta che influenzerà il comportamento dei nostri figli alla guida, più che le nostre parole o i consigli". Da "L’Adige"
del 8 dicembre 2004
Una volta l’"educazione
civica" si studiava in classe, sui libri. Oggi, i bambini delle scuole
materne ed elementari ed i ragazzi delle medie, la imparano a teatro. E
così mentre l’anno scorso andava in scena lo spettacolo sui
rifiuti ed il loro riciclaggio, ora è la volta della sicurezza stradale. Da "Il
Gazzettino" del 8 dicembre 2004
Villorba .
Si riapre, a Treviso, la discussa vicenda della legittimità o meno
delle multe affibbiate dagli autovelox fissi.
Tornano i supercontrolli della Polstrada. Stavolta, nel mirino, sono finiti i mezzi pesanti. E i risultati sono di assoluto rilievo. Gli uomini coordinati dal vice comandante, commissario Luigi Mennella, nella mattinata di ieri, per ore, hanno sottoposto a verifica decine di veicoli. Numerose le infrazioni rilevate, le contravvenzioni, e i punti patente sottratti. Gli agenti — che hanno svolto un gran numero di controlli al rondò della Paullese — hanno concentrato le attenzioni sugli aspetti amministrativi — regolarità della documentazione, collaudi effettuati e via discorrendo — ma anche condotto controlli sul carico e sanzionato comportamenti non corretti: dalle cinture all’uso del cellulare durante la guida alla velocità eccessiva eccetera. Particolare attenzione — come già accaduto nel corso dei precedenti controlli di questo tipo — è stata rivolta al corretto impiego dei tachigrafi che registrano le ore di guida del conducente e altri dati importanti ai fini della sicurezza stradale. Da "Il
Mattino" del 8 dicembre 2004 Falsificazione dei contrassegni assicurativi delle auto: cominciano a fioccare le condanne. Ieri Pasquale Luzzi è stato condannato a sette mesi di reclusione, al pagamento delle spese per la parte civile che è la Duomo Assicurazioni, difesa dall’avvocato Mariù Amatruda, oltre al risarcimento del danno da liquidarsi successivamente. La decisione è stata adottata dal giudice Elisabetta Boccassini. Chi gli ha fornito la polizza falsa? A questa e ad altre domande finalizzate a fare luce su coloro che hanno fatto della contraffazione dei contrassegni un lucroso affare l’uomo non ha dato risposte esaurienti, è stato vago, ha parlato di un uomo incontrato in un bar che gli avrebbe fornito la polizza contraffata. Ma non è certamente l’unico giudizio per questo tipo di falsificazioni. Infatti già nei prossimi giorni sono in discussione altre cause relative ad ulteriori contraffazioni delle polizze assicurative delle auto e dei relativi contrassegni. Diverse le Compagnie di assicurazione prese di mira dai falsari, ma in particolare a essere riprodotti sono soprattutto i contrassegni della Duomo Assicurazioni. "La Compagnia fin dal primo momento ha scelto la strada della denuncia, ha deciso di tutelarsi e presentare querele contro tutti coloro che vengono fermati e trovati in possesso di bolli assicurativi falsi", dichiara l’avvocato Mariù Amatruda, legale della Duomo Assicurazioni. Diverse decine di contrassegni falsi di questa Compagnia, in particolare dell’Agenzia di Salerno, sono stati individuati dalla polizia stradale nel corso dei quotidiani controlli. Tutti presentano una caratteristica comune, hanno il medesimo numero di polizza e cioè 00220235. Ma da Salerno il meccanismo truffaldino sembra sia stato esportato anche in altre province, in particolare ad Avellino e Caserta sono stati individuati altri bolli contraffatti. Intanto mentre arrivano le condanne a conclusione dei giudizi la Procura sta continuando a indagare per scoprire l’organizzazione che gestisce l’affare. Sono diversi i filoni di indagine affidati a diversi magistrati che mirano a individuare le menti e gli esecutori della truffa. Si cerca la stamperia clandestina in cui si effettuano le contraffazioni. Inizialmente le indagini avevano condotto verso l’area napoletana, ma dagli ultimi accertamenti non si esclude che anche nel salernitano possano esserci luoghi in cui si producono bolli assicurativi falsi. Contraffazioni effettuate con sistemi all’avanguardia, in grado di realizzare ottime riproduzioni, a volte difficilmente riconoscibili ad una prima verifica. Colori perfetti, un lavoro eseguito a regola d’arte, che però non sfugge all’occhio attento e allenato delle forze dell’ordine. Non si esclude che nella gestione del lucroso affare intervenga anche la criminalità organizzata, attirata dai facili guadagni. Da "Gazzetta
di Parma" del 8 dicembre 2004 Di quel pacco di cocaina da mezzo chilo nascosto dentro a una " Nike " lei non sapeva nulla. Un tesoro di polvere bianca avvolto in un involucro e poi celato all’interno di una delle scarpe sportive comperate poche ore prima a Milano. La sua unica colpa, semmai, era stata quella di andare a fare shopping nella metropoli lombarda con quel ragazzo nordafricano conosciuto solo da un mesetto. Ma la sua difesa non ha convinto il gup Zanichelli che l’ha condannata a tre anni e mezzo di reclusione, oltre al pagamento di 12 mila euro di multa. Silvia Tomasetti, 22 anni, originaria di Recanati, detenuta agli arresti domiciliari, era stata fermata da una pattuglia della Polstrada lo scorso luglio mentre - a bordo della sua Lancia Y - stava transitando lungo l’Autosole, nella zona di Fontanellato. Ma, appena fatta accostare l’auto, la persona che sedeva al fianco della conducente era letteralmente " schizzata " fuori dandosi alla fuga attraverso i campi che costeggiano l’autostrada. Di lui non si è saputo più nulla. Non cosí della ragazza che, finita agli arresti domiciliari, ha continuato a ribadire di essere all’oscuro del contenuto di quella scarpa sportiva con " sorpresa " : una versione che non ha però convinto il giudice. Da "La
Padania" del 8 dicembre 2004
CREMONA.
La patente gliela avevano ritirata dopo un incidente nel quale morì
la sua convivente, poco più di un anno fa. Da "L’Unione
Sarda" del 8 dicembre 2004 Sanluri. Scontava in casa una condanna a sei anni e otto mesi per traffico di droga ma, durante una perquisizione legata a un’indagine su un giro di patenti false, gli inquirenti avevano trovato nella sua abitazione di via Trento a Sanluri hascisc e cocaina. Era il 5 agosto e Giovanni Urpi, 39 anni, di Sanluri, era stato trasferito a Buoncammino. Ieri mattina è stato processato col rito abbreviato dal gup di Cagliari Roberto Cau ed è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione. Il pubblico ministero Andrea Massidda aveva sollecitato una pena più severa, sette anni; dopo l’arringa dell’avvocato Marco Lisu il giudice gli ha applicato un leggero sconto rispetto alle richieste del pm. Urpi era stato sorpreso dagli agenti della Polizia stradale che indagavano su un giro di patenti false: alle prime luci dell’alba dello scorso 5 agosto avevano bussato alla porta di Urpi con un decreto di perquisizione firmato dal pm Alessandro Pili. In quell’occasione gli agenti avevano sequestrato banconote straniere ed euro, una pistola giocattolo, telefonini, macchine fotografiche, dvd, orologi e gioielli di provenienza sospetta, 880 grammi di cocaina e marijuana, un bilancino di precisione. A quel punto era scattato l’arresto non solo per Urpi, che da un mese scontava una pesante condanna in regime di detenzione domiciliare, ma anche per la sua compagna, una donna incensurata: era finita in cella con l’accusa di favoreggiamento ma il giorno dopo era stata rimessa in libertà. L’avvocato Pierluigi Concas aveva dimostrato l’assoluta mancanza di indizi: in altre parole la giovane non sapeva nulla dei traffici del convivente. Gli agenti della polizia stradale di Cagliari erano entrati in azione nell’ambito dell’operazione ribattezzata "felpa rosablù" attorno alle sette del mattino e subito avevano trovato l’ingente quantitativo di droga, cocaina ma soprattutto hascisc. Lo stupefacente non era nascosto, si trovava in vari punti dell’abitazione a portata di mano: probabilmente Urpi non immaginava di essere ancora nel mirino delle forze dell’ordine. Nella sua casa di viale Trieste era stato sequestrato anche denaro in contante. L’inchiesta era stata avviata nel 2003 quando sull’autostrada Genova-Milano era stato fermato il conducente di un Tir con patente falsa. Si era scoperto che i documenti provenivano da Sassari e Alghero e che tutte e quattro le province sarde erano coinvolte nella vendita delle patenti contraffatte. |
||