Estratto
dal Quaderno dell’Osservatorio Permanente Giovani ed Alcol, numero 18 (2007) (*) Oltre
metà dei consumatori a rischio eccede con il vino, l’altra metà si divide
equamente fra birra e bevande alcoliche a media ed alta gradazione. Il vino
si consuma principalmente in famiglia. Il vino
si conferma la bevanda più consumata, con un trend in crescita, ma quest’ultimo
dovuto ai consumatori più adulti. Il fumo di tabacco inizia anche prima dei 13
anni ed è proprio questa sostanza che, per la facilità con cui si trova, fa da
apripista al consumo eccessivo di altre sostanze, seguita subito dopo
dall’alcol, e che instaura un processo di “rewarding” (auto gratificazione) che
diventa sempre più necessario. I consumatori in un giorno medio dichiarano di
aver consumato tre unità alcoliche, e questo dato è quasi uguale anche nella
fascia giovanile fino a 24 anni (2,9 unità). Di queste 2,9 unità alcoliche consumate
mediamente dai giovani, 1,1 sono rappresentate da vino, 1,1 dalla birra e il
solo 0,3 da aperitivi/digestivi e il 0,3 da liquori. Quindi fra i giovani non è
vero che sarebbe prevalente la birra, come si pensa comunemente. I
ragazzi cominciano a consumare il birra e vino intorno ai 14 anni, prevalentemente
in casa, con i familiari, mentre le altre bevande si assaggiano verso i 16
anni, fuori casa e con gli amici. C’è un aumento negli ultimi cinque anni di
consumatori con eccedenze ripetute e casi di ubriachezza, soprattutto negli
uomini. Il maggior numero di coloro che hanno avuto
tre o più episodi di ubriachezza negli ultimi tre mesi, è nella fascia 25/34
anni. Il maggior numero di episodi reiterati di
consumo eccedentario sono legati al vino ed i superalcolici. Aumentano notevolmente gli episodi di guida in
stato di ebbrezza, in particolare nella fascia 25/34 anni. È in forte aumento la percentuale che ha dato
due o più risposte positive al test Cage (dal 2,3% nel 2000 al 5,1% di
quest’anno). In totale il 5,1% della
popolazione presa in esame (bevitori oltre i 13 anni di vita) rappresenta 2,1
milioni di persone in tutt’Italia, che si possono considerare alcolisti.
Inoltre, fra le persone che hanno dato una sola risposta positiva, il 10,9%
sono giovani al di sotto del 24 anni, che ugualmente possono essere considerati
a rischio, anche se con una sola risposta positiva al test; questi, se aggiunti
ai precedenti portano il totale dei probabili alcolisti in Italia a circa 2,5
milioni (secondo l’Eurispes nel 2001 erano 1,5 milioni). Dai questionari emergono alcune risposte
diverse rispetto a qualche anno fa. Per esempio, ora prevalgono i giudizi
negativi sugli effetti dannosi che l’alterazione da alcolici può portare per la
salute. Il consumo eccessivo viene valutato negativamente
non solo per la salute ma anche nelle relazioni interpersonali. Gli effetti positivi si limitano alla
circolazione ed al cuore, mentre per i forti bevitori viene riconosciuto un
effetto positivo legato al benessere psichico ed al carattere. Lo stile di vita è riconosciuto come un
fattore che influenza le condizioni di salute. Rispetto a cinque anni fa, quasi tutte le
risposte sono rimaste uguali o simili, questa volta però sono aumentate le
risposte che sottolineano l’influenza del gruppo nel comportamento alcolico,
quelle che sottolineano la sensazione di relax, l’importanza data al gusto, e
le preoccupazioni per le conseguenze negative legate consumo di alcolici.
(*) Nota
a cura di Ennio Palmesino: abbiamo
letto il Quaderno N. 18 dell’Osservatorio Giovani ed Alcol (Assobirra) che è
stato pubblicato di recente. Si tratta di una ricerca commissionata
dall’Osservatorio alla Doxa, come i precedenti Quaderni, e mi viene spontaneo
notare come alcuni di questi dati sostengano alcune analisi che noi portiamo
avanti da anni, come ad esempio il fatto che i giovani iniziano a bere in
famiglia e non nel branco, o che i probabili alcolisti sono più del milione e
mezzo che si va ripetendo da tempo, o che il vino non è la bevanda dei soli
bevitori moderati, degli intenditori, ma è la bevanda più consumata anche dai
bevitori "eccedentari". Penso
che tutti i Club degli Alcolisti in Trattamento potranno citare con
tranquillità questi dati nei loro interventi pubblici, proprio perchè sono al
di sopra di ogni sospetto, non sono dati nostri, ma addirittura dell’industria. (*) Un
estratto dei dati più interessanti è a disposizione di chi fosse interessato. Ennio Palmesino - Presidente AICAT (*) Nota: tra gli associati dell’Osservatorio
Permanente sui Giovani e l’Alcol ci sono Assobirra e Unione Italiana Vini (http://www.alcol.net/index.php?option=com_content&task=view&id=6&Itemid=33
).
ALICE.IT
Donna
muore investita da ubriaco L’uomo
denunciato anche per omissione di soccorso (ANSA)-CARBONERA(TREVISO),28 AGO- Una 46enne di Villorba, mentre passeggiava
in bicicletta, e’ stata travolta e uccisa ieri sera da un uomo al volante
ubriaco. La donna, Cristina Pattaro, e’ morta durante la notte all’ospedale
di Treviso. L’uomo, un veneziano di 38 anni, non si sarebbe fermato dopo
l’impatto, ma sarebbe tornato sul luogo del sinistro solo perche’ inseguito da
alcuni testimoni. Cio’ non gli ha evitato la denuncia per omissione di soccorso
e guida in stato di ebbrezza, oltre al ritiro della patente.
CORRIERE ADRIATICO
In
piazza l’etilometro della Croce Rossa SENIGALLIA - In considerazione dell’interesse
dimostrato dalla cittadinanza, il Comitato locale della Croce Rossa ha deciso
di prorogare l’apertura della mostra di documenti e di cimeli dell’associazione
dal titolo “Cose… di CRI” fino al 30 agosto 2007. Un’opportunità data grazie
alla disponibilità della dirigenza dell’A.V.I.S. che ha immediatamente accolto
la richiesta di tenere a disposizione il salone della sua sede di via Rossini
n° 18. Inoltre la Croce Rossa di Senigallia e la Polizia Municipale, in
occasione della Fiera di S. Agostino, hanno predisposto per stasera con orario
21-23, nello stand Avis di piazza Roma, una postazione dotata di etilometro. La
finalità dell’iniziativa è quella di fornire informazioni chiare sulla
pericolosità della guida in non perfette condizioni psicofisiche; ci si può
sottoporre ad un test gratuito puramente preventivo, finalizzato a sviluppare
consapevolezza rispetto alla percezione del proprio tasso alcoolico. La sicurezza nella circolazione stradale
non nasce per caso, ma è il risultato di un processo, lento, lungo e quindi le
sinergie che scaturiscono da questa iniziativa di prevenzione sono tese a sensibilizzare
la cittadinanza nei confronti di un problema, la guida in stato di ebbrezza,
che ha costi sociali e umani pesantissimi. (*)
(*) Nota: già, parole sacrosante.
Peccato che, intanto che mentre la Croce Rossa
promuove questa sensibilizzazione in un comune marchigiano, in un altro comune
marchigiano… la Croce Verde, unita all’amministrazione comunale, organizza una festa popolare nel nome
dell’alcol, come riportato nel prossimo articolo.
VITA.IT
Solidarietà..
a tutta birra! Festa a Mogliano Da
giovedì 30 agosto a domenica 2 settembre, nel Parco comunale di Mogliano La
croce Verde di Mogliano e l’amministrazione comunale promuovono la quarta
edizione della Festa della Birra: dal 30 agosto al 2 settembre al parco
comunale di Mogliano a partire dalle ore 19 stand gastronomici con tipicità
marchigiane e musica live con concerti diversi ogni sera Le ferie saranno anche
finite, ma il binomio festa e solidarietà continua ad animare l’estate 2007. La manifestazione è promossa dalla Croce
Verde di Mogliano e l’amministrazione comunale: quattro serate di svago e
divertimento all’insegna di ritmi sfrenati, buona cucina e boccali di bionda
(ingresso libero). Si comincia alle 19, con l’apertura degli
stands gastronomici, che propongono, tra le altre cose, pizza cotta nel forno a
legna e carne alla brace, e a seguire, alle 21,30 musica e danze, con diverse
band, che animeranno la festa suonando dal vivo. Giovedì 30 a inaugurare il palco saranno gli
otto elementi dell’Armata Brancaleone, con le loro travolgenti sonorità folk;
venerdì 31 sarà la volta dell’hard rock dei Jacky Jail Tnt con un tributo agli
Ac/dc ; per sabato 1 settembre si alterneranno i Lightfiba, cover band dei
Litfiba e gli Skatoblepa con la loro musica ska; domenica 2 infine, a chiudere
la festa sarà la Mercedes Band con un tributo a Janis Joplin,considerata la più
grande cantante bianca di blues, e un salto nel rock malinconico degli anni
’70. La festa, all’interno della quale sarà presente anche uno stand informativo
del Sert di Macerata, vuole essere un’occasione di aggregazione collettiva,
ma anche di sensibilizzazione rivolta sia ai giovani che alle famiglie: l’obiettivo, sottolinea l’associazione
Croce Verde di Mogliano, è anche quello di dimostrare che ci si può divertire,
condividendo un bicchiere in compagnia, ma senza esagerare. (*) Attualmente a Mogliano, la Croce Verde conta
su circa 40 volontari e porta avanti il servizio di emergenza, il trasporto
sanitario programmato (in caso di fisioterapie, emodialisi, chemioterapie…) e
il servizio di taxi-sanitario per pazienti che devono sostenere visite ed
esami. Molteplici attività, per le quali, a fronte di
richieste d’intervento sempre in aumento, la Croce Verde è costantemente alla
ricerca di nuovi volontari disponibili a collaborare. Allo scopo l’associazione
sta organizzando anche dei corsi di formazione per nuove ‘leve’, in programma
ad ottobre, chiunque fosse interessato può contattare l’associazione ai numeri
tel. 0733 557111 - 334 7570885 oppure scrivere a croceverde.mogliano@libero.it
(*) Nota: promuovere
una “Festa della Birra” significa sostenere una cultura che associa alcol e
divertimento. La prima
prevenzione, la prima sensibilizzazione, è non organizzare feste nel nome
dell’alcol.
Questa consapevolezza sta crescendo in tutta
Italia, chi legge questa quotidiana rassegna stampa sa bene come questo tipo di
feste siano oramai sempre più messe in discussione, e in crisi, lungo tutta la
penisola (anche sui giornali di oggi se ne parla, come riportato in articoli
successivi). Feste messe in discussione da amministrazione
pubbliche che riflettono sull’etica del loro lavoro, ma soprattutto da
cittadini che hanno capito che non si combattono i problemi dell’alcol…
promuovendo le bevande alcoliche. Mogliano mantiene questo record: per quanto ne
so, è l’unica realtà nazionale in cui una festa nel nome di una bevanda
alcolica è organizzata addirittura da
un’Associazione come la Croce Verde, che certamente vive quotidianamente in prima linea le devastanti conseguenze di
questa cultura che associa il bere al divertirsi. Chiunque si occupa di problemi alcol correlati
sa molto bene come, in questo campo, un approccio basato sull’invito a “non
esagerare” sia destinato a non produrre alcun risultato utile. La mia modesta opinione è che il Sert di
Macerata commetta una grave errore di metodo nel legittimare, con la sua
presenza, questa manifestazione. Chi vuole, tra i destinatari di questa rassegna, può esprimere il suo parere in merito,
inviandolo alla Croce Verde di Mogliano (croceverde.mogliano@libero.it)
al Sert di Macerata (sert@asl9.marche.it ) e ai due curatori di
questo servizio (robargen@fastwebnet.it e Alessandro.sbarbada@fastwebnet.it
).
IL TRENTINO
Sondaggio
tra i lettori Feste
no-alcol: sì o no? VALLI
DEL NOCE. Feste pubbliche senza alcol? Il
quesito, lanciato dal Trentino fra i lettori, parte dalla proposta avanzata da
alcuni amministratori della val di Non e fatta propria dal presidente della Pro
loco di Ton che ha però chiesto che, contestualmente alla festa pubblica, anche
i bar non servano alcolici. Si tratta di
una proposta provocatoria, irrealizzabile o responsabile e coraggiosa? Le
argomentazioni sono molte. Ai
lettori chiediamo se siano d’accordo o no. Per
esprimere la vostra opinione mandate un sms al numero 48442. Scrivete VOTO,
lasciate uno spazio, TRENTO e il numero corrispondente alla scelta: 1 se siete
d’accordo, 2 se siete contrari. I risultati saranno pubblicati sul Trentino.
IL TIRRENO
Lettere E’
sbagliato esaltare la Festa della Birra Egr. sig. Sindaco Nell’
intervista da Lei rilasciata e pubblicata in data odierna dal quotidiano Il
Tirreno riguardante l’inaugurazione del September Fest, dichiara che per Lei è stato
un grande piacere inaugurare questa manifestazione, ritenuta momento di
incontro e un’ occasione per rilanciare il senso dei gemellaggi e la cultura
della pace. Procedendo
nella lettura dell’articolo, ci chiediamo come sia possibile provare piacere ad
inaugurare una manifestazione dove la gente partecipa consapevole in partenza
di oltrepassare il limite, ovvero alzare liberamente il gomito. Se quanto
riportato nell’articolo non è frutto di esagerazione, con quale coraggio detta manifestazione può essere motivo di orgoglio
per una città? Chi prevede di bere almeno due litri di birra a
testa; chi non si cura affatto della quantità che butterà giù tanto saranno le
mogli a guidare; chi prevede di tornare a casa a piedi. Sig. Sindaco, dal momento che è Suo preciso
dovere tutelare la salute dei cittadini, prima di dire “ i boccali in alto “,
informi i partecipanti sui danni che l’alcol può causare; gli dica che
l’alcol è inserito tra le 20 sostanze più pericolose per la salute, che causa
circa 190.000 morti l’anno nella sola Europa. Provi a pensare a tutte quelle
famiglie distrutte a causa dell’alcol. Nell’articolo
viene evidenziato che” a considerare il nr degli habituè dell’inaugurazione
della festa della birra, però si capisce che le campagne contro l’alcol per chi
guida non hanno ottenuto il risultato sperato” ; non Le pare di andare contro
corrente rispetto a quanto stanno facendo le istituzioni e le associazioni nel
tentativo di educare i cittadini ad un comportamento responsabile nel rispetto
della vita propria ed altrui? Come associazioni che si battono per la
sicurezza stradale e contro l’uso di alcol, condanniamo questo tipo di
iniziative ritenendo che siano complici di eventuali tragici eventi che ne
possono conseguire. La
nostra fiducia è riposta soprattutto nelle forze dell’ordine che faranno
sicuramente il loro dovere incrementando i controlli, e non ci resta che
sperare che non debbano stendere
lenzuola bianche sull’asfalto. Associazione
Fede per la Vita Associazione
Italiana Familiari e Vittime della Strada - sede di Piombino Acat Val
di Cornia
IL TIRRENO
«Mi
hanno rubato l’auto»: ma era solo da un’altra parte Disavventura
di un pensionato, disorientato dopo una “visita” alla September Fest CARRARA. Era pronto a giurare che la sua auto
era stata rubata, e infatti lo ha anche segnalato a carabinieri e polizia
municipale. Ma - come dire - era
semplicemente “disorientato” dopo una visita “approfondita” alla September Fest
(*). La disavventura è capitata a un pensionato di 68 anni di Castelnuovo
Magra. Il pensionato domenica scorsa era
stato alla festa della birra a Marina di Carrara e, stando alla sua
versione, ha raccontato di aver parcheggiato la sua Panda sul viale Colombo,
non molto lontano dall’ingresso della Marmomacchine di via Maestri del Marmo.
Quando C.B. è uscito dal complesso fieristico per far ritorno a casa, si era
recato in viale Colombo per salire a bordo della Panda. Ma dopo aver percorso
tutto il viale sia a destra che a sinistra, della sua auto neppure l’ombra.
Aveva controllato anche parte del viale Vespucci (il lungomare), fino alla
piazza del Paradiso, ma la Panda non è riuscita a trovarla. Pertanto, denunciava il furto sia ai
carabinieri che ai vigili urbani che in quel momento si trovavano in servizio
alla festa della birra. Nel frattempo la centrale operativa della polizia
municipale segnalava alle pattuglie in servizio nella zona di Marina il tipo
dell’auto e il numero di targa della Panda rubata. Mezz’ora più tardi una
vigilessa ha notato la vettura segnalata. Era parcheggiata in via Bassagrande,
quindi lato monte rispetto al complesso fieristico. L’auto non aveva subito
scasso e neppure era stata aperta. M.M.
(*) Nota: l’alcol incide sulla memoria a breve
termine. Quella di bere e poi non ricordare dove si è pargheggiata la macchina
è una situazione molto comune.
In questo caso le virgolette che contornano le
parole “disorientato” e “approfondita” lasciano intendere che questa persona
era ubriaca.
CORRIERE.IT – “ITALIANS”
Tassi
alcolici e rosso-non-rosso Caro Beppe, Giovanni Galbusera (26 agosto) dice che «gli
incidenti possono capitare anche da sobri», e che quindi è sì sbagliato guidare
dopo aver bevuto, ma insomma non si può rinunciare al piacere di un paio di
bicchieri anche se uno poi deve mettersi al volante. Mi sembra la più
lapalissiana applicazione della parabola del «semaforo rosso» di cui parli in
«La testa degli italiani/La bella figura». Esiste
un codice della strada ed esistono limiti al tasso alcolemico nel sangue ben
precisi. Guidare con un tasso superiore non è solo incoscienza, è reato. Invece
sembra proprio che quando si tratta di rosso, che sia un brunello o un
semaforo, gli italiani cadono nella tentazione del
rosso-che-non-è-proprio-rosso. Qui in
Svezia esiste la tolleranza zero (limite consentito 0,2 anziché 0,5 come in
Italia), io ho quindi imparato a vivere di conseguenza (taxi, guidatore
designato, decidere con mia moglie chi guida), c’è chi fa affari come la
società che ti viene a prendere al ristorante per portarti a casa con la tua
auto (vengono in due, in moto, l’altro segue la macchina) e si impara a capire
quanto bere per non passare i limiti visto che su un pranzo che dura un paio
d’ore il bicchiere ci sta, non ci stanno la mezza bottiglia e il grappino
finale. A Giovanni auguro di non doversi mai pentire dell’essersi messo al
volante dopo un paio di bicchieri, e spero il concetto non segua la proprietà
addittiva con tutte le altre leggi: cosa sono 20 km oltre il limite quando si
hanno quattro freni a disco e l’abs? Ho dimenticato l’auricolare, ma tanto è
una chiamata breve. Stefano Dell’Orto, stefanodellorto@hotmail.com
IL GIORNALE DI VICENZA
INCIDENTI
«Ma le
leggi si cambiano» Leggevo
recentemente un intervento di una lettrice che pubblicava una mail che gira da
tempo su internet delle ultime parole di quella ragazza morta a causa di un
incidente stradale. Parole
che dovrebbero scuotere gli animi delle persone, dovrebbero far ragionare anche
quel procuratore (di Savona mi sembra di ricordare) che ha annullato (il
Ministero gli ha dato ragione) il sequestro di un’auto di un guidatore che
guidava ubriaco. Veramente pur avendo “soli” 38 anni quando
sento questa e altre notizie mi vien voglia di una dittatura!... Mi sembra di essere circondato da persone che
non hanno fette di salame negli occhi ma “mortadelle” e non basta, cari
magistrati, nascondersi dietro le solite frasi fatte, “la legge è questa e io
l’ho solo applicata”; mbèh, le leggi si possono cambiare, altrimenti non si
ottiene altro che la rabbia delle persone finchè.... Luca C.
L’ADIGE
Gli
spunti dell’incontro dei Club alcolisti in trattamento Denno:
lotta all’alcol a partire dalla comunità DENNO - Si è svolto nel pomeriggio di sabato a
Denno il 26esimo Incontro zonale dei Club Alcolisti in Trattamento della Val di
Non dal tema: «Il Club nella tua
comunità: perché?». Molte le autorità presenti dal sindaco di Denno,
Fabrizio Inama , con l’assessore comunale alle politiche giovanili Gabriella
Dolzan , a quello di Campodenno, Mariano Maines , ai rappresentanti dei comuni
di Cunevo e di Ton, dai medici Fabrizio Berti e Giovanni Widmann , responsabile
del Servizio dell’alcologia del C6, il presidente Acat Val di Non Renzo Poda ,
nonché varie associazioni. Questa grande partecipazione di famiglie della
«comunità», ha permesso di sviluppare proficuamente un’ampia discussione sul
tema proposto e sviluppato dal Servitore-insegnante Marcello Biasi . Biasi ha
ricordato come il mondo dei Club stia entrando dinamicamente nella nostre
comunità; infatti molti sono i comitati locali che hanno all’interno
rappresentanti dei Club; questo significa che l’opinione pubblica è attenta a
queste problematiche. La metodologia dei Club, introdotta da Hudolin ha visto
la luce ventitre anni fa partendo proprio dalla valle di Non e, da allora, gli
sviluppi sono stati molto positivi. La questione di cosa possa significare un
Club nella propria comunità ha trovato risposte nei contributi delle persone
presenti. Si è rimarcato come la persona
sia responsabile verso se stessa, verso la propria salute e come sia l’esempio
vivente nella comunità: se prima la persona «nascondeva» il problema al proprio
interno famigliare, complici anche i famigliari, ora a mente lucida non deve
nascondersi per aver «abbracciato» un nuovo stile di vita. Il rapportarsi con
gli altri è costruttivo se fatto in modo consapevole, portando un nuovo
pensiero di cultura nella comunità. Con la consapevolezza che si deve
uscire di casa per confrontarsi e far conoscere modi nuovi di vivere la vita,
per rompere certi concetti obsoleti ed allargare gli orizzonti. A Denno si è
poi riflettuto sulla necessità di una maggiore integrazione con le realtà
esistenti sul territorio per arrivare ad
avere una comunità «moderna», nella quale tutti si sentano partecipi e
costruttivi di un nuovo modo di stare insieme. Ottenere questa visibilità
nella comunità comporta un impegno non indifferente ma non impossibile.
L’augurio, a fine giornata, è che le indicazioni e i suggerimenti emersi
durante l’incontro trovino un giusto sviluppo nelle diverse comunità.
NEWSFOOD.COM
Alimentazione Un
bicchiere di vino al giorno riduce il rischio di tumore al rene Una
diminuzione del rischio di sviluppare tumori al rene pari al 40% rispetto a chi
non beve Il consumo di alcol abbassa il rischio di
sviluppare tumori al rene. È quanto emerge da una ricerca condotta al
Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) i cui risultati sono stati
pubblicati sul British Journal of Cancer. I ricercatori svedesi, coordinati da Alicja
Wolk, hanno analizzato l’associazione tra il consumo di alcol e il rischio di
cancro al rene in uno studio di popolazione su larga scala. L’esame ha
coinvolto 855 persone con tumore renale e 1204 sane, su cui sono stati
analizzati gli effetti di diverse bevande alcoliche, a quantitativi differenti,
assunte settimanalmente. Il gruppo di ricerca ha trovato che chi beve più di
due bicchieri di vino bianco o rosso, nonché di birra forte alla settimana, ha
una diminuzione del rischio di sviluppare tumori al rene pari al 40% rispetto a
chi non beve. (*) Tali percentuali non sono state invece associate al consumo
di birre leggere o superalcolici. Secondo gli scienziati, il fenomeno sarebbe
dovuto ai fenoli contenuti in questo tipo di bevande che hanno un effetto
antiossidante e antimutageno. Tuttavia non è escluso che sia l’alcol stesso a
ridurre il rischio. www.assobiotec.it
(*) Nota: “Rispetto a chi non beve” è un
criterio che molte volte è stato adoperato per manipolare le ricerche, in
quanto gli “astemi” presi in considerazione molte volte erano persone che
avevano smesso di bere proprio perché avevano problemi di salute. Chi volesse approfondire questa ricerca, che
si basa su questionari, la può trovare a questo link http://www.nature.com/bjc/journal/v97/n3/full/6603890a.html
Questo modo di fare informazione è
estremamente pericoloso, anche perché l’articolo dimentica di sottolineare che
l’alcol, presente nel vino e nelle altre bevande alcoliche, è senza alcun
dubbio sostanza potenzialmente cancerogena, anche a basse dosi. Con un sacco di “controindicazioni”. Altre volte, anche in tempi recenti, abbiamo
riportato notizie di ricerche che dimostravano l’aumento del rischio di cancro
- anche alle dosi indicate come “protettive” da questo articolo - ad esempio
sul tumore all’intestino (http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=IT_NEWS&ACTION=D&DOC=4&CAT=NEWS&QUERY=1188317178803&RCN=28136 ) e sul cancro del seno ( http://www.corriere.it/sportello-cancro/articoli/2007/04_Aprile/13/alcol.shtml
). L’articolo che segue, in particolare per
quanto riguarda quanto dichiarato da Andrea Ghiselli, rappresenta al contrario,
secondo il mio modesto parere, un modo esemplare, serio e corretto, di fare
informazione e divulgazione scientifica.
CORRIERE.IT
L’esperto:
«Ma non bisogna considerarli elisir di lunga vita» Frutti
rossi e viola contro il cancro Una
ricerca dell’Università dell’Ohio conferma le importanti proprietà
anticancerogene (e non solo) dei frutti di bosco WASHINGTON – Le cosiddette antocianine, gruppi
di pigmenti presenti nella frutta e nella verdura che vanno dal colore
rossastro al viola al bluastro avrebbero la capacità ci contrastare le cellule
tumorali. Ciliegie, bacche, mirtilli, uva rossa, persino melanzane e ravanelli,
sono tutti alimenti che contengono questi potenti antiossidanti le cui
proprietà terapeutiche sono state spesso celebrate da diversi studi. LA
RICERCA
– L’ultimo in ordine di tempo si riferisce a un esperimento fatto sui topi in
cui si è constatato che le antocianine, presenti nella maggior parte del cibo
rosso-bluastro, possono inibire le cellule del cancro al colon. In particolare
l’inibizione di queste cellule, con la somministrazione di alcuni alimenti, si
è verificata in una percentuale che va dal 50 all’80 per cento dei casi e in
generale il 20 per cento delle cellule malate sono state uccise dalle molecole
in questione. La ricerca, presentata all’American Chemical Society da
ricercatori dell’Ohio University, si spinge a varie interpretazioni nell’ambito
della farmaco-profilassi del cancro e già si pensa a sviluppare una sorta di
pillola utilizzandone il principio attivo. Henry Scowcroft, del Cancer Research
britannico, ha dichiarato: «Nonostante questo sia solo un piccolo passo in
avanti, va sottolineato come questa analisi ci aiuti a comprendere esattamente
come e quanto alcune sostanze contenute nella frutta e nella verdura abbiano
proprietà anticancerogene». IL
PARERE DEGLI ESPERTI – Inutile dire che gli esperti invitano alla cautela: del resto
se si guarda ai risultati delle ultime ricerche che vanno in questa direzione
si potrebbe dedurre che i mirtilli prevengono le carie e stimolano una pelle
perfetta, mentre le ciliegie hanno proprietà terapeutiche notevoli nelle
patologie cardiovascolari e nel diabete. Tutto ciò può essere vero per gli
esperimenti in laboratorio, ma in un
intero ciclo di vita dell’essere umano il fattore veramente importante a
livello di profilassi non può che essere un corretto stile di vita e di
alimentazione globale e completo, evitando di individuare solo in particolari
cibi elisir di lunga vita. Come fa notare Andrea Ghiselli, esperto nutrizionista dell’Inran (Istituto
Nazionale Ricarca Alimenti e Nutrizione) di Roma, questo tipo di ricerche sono
utili soprattutto nell’indagare i meccanismi di certe patologie, più che per la
prevenzione, anche perché «si rischia
altrimenti di spostare l’attenzione dalle abitudini globali alla singola
molecola, cercando ricette facili e sostanze magiche inesistenti. In
altri studi, finanziati dal National Cancer Institute, è stato dimostrato che i
mirtilli o altri frutti di bosco proteggono dalle malattie cardiovascolari,
riducono i livelli di colesterolo nel sangue e rinforzano la memoria, ma sono
tutte verità da prendere con le pinze e soprattutto l’impatto degli studi in questione, sancendo gli effetti benefici di
sostanze come le antocianine o il pterostilbene (un altro antiossidante
naturale), è molto scarso a livello di scienza dell’alimentazione, mentre può
essere determinante nella medicina, per approfondire i meccanismi che regolano
certe malattie». Emanuela
Di Pasqua
CORRIERE.IT
Importantissima
la visita del dentista almeno ogni sei mesi Tumori
orali: fondamentale la prevenzione Possono
essere colpiti la lingua e tutte le altri parti della bocca. Fumo,
alcol e cure dentali non appropriate le cause principali I tumori della bocca sono un argomento di cui
si parla molto poco, ma che rappresentano una realtà che può essere terribile.
Eppure la loro prevenzione è
relativamente semplice: i fattori di rischio principali sono il fumo (non solo
quello di sigaretta, ma anche di pipa e di sigaro), l’alcol e le protesi o le cure
dentali non ben eseguite o non perfettamente adatte alla bocca del paziente.
Una protesi che «batte» continuamente su una parte delle lingua, per esempio,
può causare a lungo andare la formazione di un tumore in quella porzione di
tessuto, e lo stesso può valere, per esempio, per un’otturazione che ha bisogno
di una «messa a punto». Se la
prevenzione passa per l’astensione dal fumo e dall’alcol e da cure dentali ben
eseguite, la diagnosi precoce si avvale dell’abitudine a esaminare il proprio
cavo orale e della visita periodica dal dentista, almeno una volta ogni sei
mesi, come spiega il dottor Roberto Callioni, presidente dell’Andi
(Associazione Nazionale Dentisti Italiani), in un’intervista video. E vale davvero la pena pensare alla
prevenzione e alla diagnosi precoce di questi tumori, perchè una cura,
chirurgica o radioterapica locale, precoce, può essere poco traumatizzante, ma
quando, per esempio, la porzione di lingua da asportare è estesa, le
conseguenze sulla masticazione, sulla parola, e sulla qualità di vita in
generale, possono essere pesanti.
CORRIERE.IT
Farmaci,
stress, alcol, malattie veneree, depressione, menopausa... Le 10
cause che più limitano il sesso La
rivista Forbes stila una classifica delle più comuni ragioni che
possono minare l’attività sessuale NEW YORK - Chi non vorrebbe avere una vita
sessuale sempre viva e piacevole, anche quando si raggiunge una certa età?
Risposta scontata. Più difficile invece è stabilire quali siano le cause che
maggiormente deteriorano la vita sessuale e fanno diminuire il desiderio. La
rivista economica Forbes ha provato a dare una risposta a questo problema e ha
stilato la classifica delle 10 cause che maggiormente limitano la nostra vita
sessuale soprattutto dopo aver superato la soglia dei 50 anni STUDIO - Prima di presentare
la classifica, il magazine riprende uno studio promosso da scienziati della
«University of Chicago» e pubblicato sulla rivista scientifica «The New England
Journal of Medicine». La ricerca, condotto su un campione di 3 mila
persone afferma che prima dei 50 anni solo il 38% degli uomini e il 22% delle
donne ha parlato di sesso con un dottore. Naturalmente secondo lo studio il
silenzio non permette alle persone di conoscere quali siano le cause che
deteriorano anche in giovane età i rapporti sessuali. La rivista americana ha
allora consultato una serie di esperti per sapere, secondo la loro esperienza,
quali siano le cause più comuni che comportano un deterioramento della vita
sessuale. CLASSIFICA - Al primo posto ci
sarebbe l’assunzione di determinati farmaci, che possono produrre effetti
negativi sulla normale attività sessuale e riducono il desiderio. In questo
caso basta consultare il proprio medico per verificare il sospetto e vedere se
è possibile cambiare la terapia. Una seconda ragione che limita l’attività
sessuale può essere la presenza di problemi cardiaci. Secondo la rivista
americana chi ha avuto un attacco di cuore o problemi simili può patire anche
limitazioni nell’attività sessuale. Non a caso da tempo si ritiene che i
problemi di disfunzione erettile, al di là del disturbo in se’, possano essere
un primo segnale di disturbi cardiovascolari. Altra causa che mina l’attività
amatoria è la depressione: chi ne soffre non solo può provare meno desiderio,
durante l’attività sessuale potrà avvertire mancanza di piacere. CONSULTARE
UNO SPECIALISTA - Al quarto posto, secondo
quanto riportato da Forbes, si posiziona l’alcol, che diminuisce sensibilmente,
anche in giovane età, le capacità sessuali. Seguono le malattie che si
trasmettono per via sessuale come l’epatite o il virus dell’HIV, quindi, al
sesto posto ecco lo stress che riduce fortemente il quotidiano desiderio
sessuale Al settimo posto Forbes colloca la gravidanza. Non esiste nessun
motivo fisico, fanno notare gli esperti consultati, per cui una donna che
aspetta un bambino non debba fare sesso. Tuttavia spesso la futura gravidanza
altera il desiderio sessuale. Terminano questa singolare classifica la
menopausa e l’andropausa, un aspetto fisico poco soddisfacente (avere un corpo
seducente aumenta l’autostima e di conseguenza la capacità di provare piacere)
e il diabete. Alla fine la rivista Forbes sottolinea che in materia sessuale
nulla è scontato e perduto: basterà consultare uno specialista e molti dei
problemi sessuali saranno superati o limitati Francesco
Tortora
AGI.IT
SANITA’:GIOVANI,
PIU’MORTI PER SUICIDIO CHE MALATTIE INFETTIVE (AGI) - Firenze, 28 ago. - "Tra i giovani
occidentali il suicidio e’ causa di morte piu’ frequente delle malattie
infettive". A sostenerlo e’ stato Alan Apter, direttore del Feinberg Child
Study Center e dello Schneider Children Medical Center di Tel Aviv, durante il
suo intervento sul tema del suicidio in eta’ adolescenziale, al XIII Congresso
Escap in corso a Firenze. "L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS)
ci dice che in Italia, per i ragazzi di eta’ compresa tra i 14 e 24 anni, il
tasso di decessi per suicidio e’ 2.76/100000 - ha spiegato il professor Apter
-. Sicuramente la presenza di un disagio psichiatrico (sindrome ansioso-depressiva,
schizofrenia e l’anoressia nervosa in particolare) costituisce in adolescenza
il fattore di rischio suicidiario principale. Devono
preoccupare, tuttavia, anche soggetti senza veri e propri disturbi
psichiatrici, ma con tratti di personalita’ quali tendenza al perfezionismo e
difficolta’ nel tollerare i fallimenti, per esempio scolastici o sportivi. Lo
stesso vale per atteggiamenti impulsivi e aggressivi: soggetti che assumono
comportamenti violenti verso gli altri tendono ad avere condotte violente anche
verso se stessi". "Non
sottovalutiamo poi - ha proseguito Apter - , come fattori di rischio l’uso di alcolici, sia saltuario che
continuativo, e i canali di comunicazione: i media e in particolare
Internet oggi sono uno strumento pericoloso perche’, attraverso le chat e i
blog, i ragazzi esaltano le condotte rischiose e si scambiano informazioni su
come mettere in pratica gesti autolesivi. Per evitare questo rischio punterei
sui cosiddetti ’gate keepers’, quali insegnanti e allenatori sportivi, in grado
di individuare i primi segnali di disagio, e su una sensibilizzazione generale
della popolazione con le stesse strategie impiegate, per esempio, per le
campagne di prevenzione nei confronti delle patologie infettive".
"Negli Stati Uniti - ha concluso Apter - il tasso di suicidio si e’
ridotto quando sono stati introdotti gli antidepressivi di nuova generazione ed
e’ tornato ad aumentare in corrispondenza del loro ritiro, a seguito del
comunicato emesso dalla Food and Drug Administration nel 2003 (poi ritirato nel
2007 ndr.) sulla correlazione tra uso di psicofarmaci e rischio
suicidiario". (AGI)
LA STAMPA
Guidi
alticcio? Paghi tu i danni Come si
comportano le assicurazioni di fronte ad un incidente provocato da un
automobilista che ha superato i limiti di alcol consentiti dalla legge? Le
polizze “R.C. auto” coprono anche questi casi, salvo poi intraprendere azione
di rivalsa nei confronti del conducente. In sintesi: il danneggiato non corre
rischi, ma il guidatore alticcio dovrà risarcire di tasca sua il denaro pagato
dalla compagnia. Il problema riguarda un numero di cittadini
superiore a quello che può apparire da una lettura superficiale: i limiti
imposti dalla legge, infatti, sono spesso severi, e spesso basta una cena
“normale”, con un paio di bicchieri di vino, per risultare positivi al test
dell’etilometro. Ecco allora che le assicurazioni offrono una
via di uscita: se al momento della stipulazione della polizza il cliente può
pagare paga un supplemento modesto di tariffa (circa venti euro). E la società
limiterà l’azione di rivalsa ad un tetto prefissato: cinque o diecimila euro a
seconda delle compagnie. Si tratta di una cifra che soprattutto i
genitori versano sempre più spesso, per “coprire” le eventuali notti brave dei
figli (anche se spesso si rifiutano di pagare l’ulteriore estensione per gli
incidenti provocati da automobilisti che si mettono alla guida sotto l’effetto
di stupefacenti, ritenendo – forse con ottimismo – che il problema non riguardi
i loro ragazzi). La preoccupazione è giustificata: a volte,
infatti, l’ammontare del risarcimento è talmente elevato che non basterebbe il
sequestro di un appartamento. E non sono pochi gli automobilisti costretti a
versare il quinto dello stipendio per tutta la vita.
IL TRENTINO «Ubriaco,
lascia l’ambulatorio»: denunciato Dottore
molla la guardia medica alle 2 di notte. Fa un incidente, poi rifiuta
l’alcoltest Movimentato
episodio a Fai: il dottore è accusato d’interruzione di pubblico servizio ma
anche di guida in stato d’ebbrezza Un anno
fa un episodio analogo sempre col professionista in turno TRENTO. L’accusa è pesante: avrebbe
abbandonato il suo posto di lavoro (ossia l’ambulatorio del medico di guardia
di Fai della Paganella) durante l’orario di servizio. Alle 2 della notte fra
domenica e lunedì, infatti, il dottor F.Z., sessant’anni, avrebbe lasciato
l’ambulatorio a quanto pare senza un valido motivo. Pochi minuti dopo sarebbe
stato trovato nel centro di paese in panne. Con la sua auto, infatti, aveva
sbattuto contro il cordolo bucando la gomma. L’accusa che i militari dell’Arma
fanno nei confronti del medico e quella, grave, di interruzione di pubblico
servizio. Sull’episodio si stanno facendo ancora delle
verifiche ma fino a questo momento la scena è abbastanza chiara. Tutto è iniziato
alle 2 della notte fra domenica e lunedì quando al 112, il numero di pronto
intervento dei carabinieri, arriva una chiamata. Una chiamata importante che
segnala il fatto che la guardia medica di turno a Fai della Paganella, aveva
abbandonato il posto di lavoro all’improvviso. Parte la pattuglia che, in
centro al paese si imbatte, nella macchina del medico. Aveva avuto un piccolo
incidente. Probabilmente aveva perso il controllo del mezzo finendo contro un
cordolo della strada. Una botta che aveva provocato la foratura di uno dei
pneumatici. Il dottore stato così accompagnato all’ospedale di Mezzolombardo
nel quale, però, non si è fatto medicare e se n’è andato. Contro di lui è
quindi scattata la denuncia per interruzione di pubblico servizio oltre ad una
denuncia ex 186 del codice della strada, ossia la guida in stato di ebbrezza.
Da specificare che il medico non è stati
sottoposto a nessuna prova che possa certificare il suo stato di alterazione
causata dall’alcol e quindi non ha fatto né l’etilometro né il prelievo del
sangue, esami che potevano dare una risposta certa. Secondo i militari, però,
lo stato di ubriachezza dell’uomo era evidente tanto da far scattare la
denuncia per guida in stato di ebbrezza. Non è
la prima volta che il medico si trova in mezzo ad una vicenda di questo genere.
Poco più di un anno fa (era fine marzo del 2006) i carabinieri erano
intervenuti a Mezzolombardo. Quella sera il medico era di turno per la notte ed
era stato chiamato a casa di un malato
terminale per un consulto. Qui aveva avuto un atteggiamento talmente strano
che il medico di fiducia della famiglia (accorso anche lui), dopo averlo
allontanato, aveva chiamato i carabinieri per raccontargli il fatto. I militari
si erano così presentati all’ospedale di Mezzolombardo e non trovando il
professionista si erano messi ad aspettarlo sulla strada. Quando
F.Z. arriva alla guida della sua macchina lo
invitano a sottoporsi all’alcoltest ma lui si rifiuta. Scatta comunque la
denuncia per guida in stato di ebbrezza anche in questo caso perché secondo i
carabinieri i sintomi dell’ubriachezza ci sarebbe stati tutti. Era scattato
anche, come prevede la legge, il ritiro della patente.
L’ADIGE
Medico
ubriaco, ambulatorio sguarnito Se ne va
e si schianta in auto Già denunciato un anno fa Ha chiamato il numero di emergenza sanitaria:
«Qui mi pagano poco. Non ce la faccio più, sto male e me ne vado». A parlare
non era un utente del «118», ma un medico di guardia che alle due della scorsa
notte ha abbandonato l’ambulatorio per andarsene a casa. Lo hanno trovato
qualche minuto dopo i carabinieri, nella piazza di un paese vicino: con l’auto
era finito sul marciapiede e la gomma si era bucata. Il medico era in evidente stato d’ebbrezza alcolica e non era riuscito
nemmeno a soffiare nella cannuccia dell’alcoltest. Nei suoi confronti è
scattata la denuncia per guida in stato d’ebbrezza oltre alla segnalazione per
interruzione di pubblico servizio. Protagonista in negativo è un medico di 60
anni residente in una valle del Trentino. Anche lo scorso anno era stato
«pizzicato» brillo al volante della sua auto dopo aver esagerato con l’alcol,
mentre tornava da una visita a domicilio. A dare l’allarme alle forze
dell’ordine - era una notte di fine marzo - i parenti di un paziente che aveva
richiesto l’intervento della guardia medica perché non si sentiva molto bene
(*); il dottore era sì arrivato dopo breve tempo, ma anziché apparire lucido
nella visita, era sembrato un po’ strano agli occhi dei familiari del malato,
che avevano chiamato i carabinieri. In ambulatorio, quella sera, il medico era
rientrato tardi perché si era fermati lungo la strada a bere ancora qualcosa: i
carabinieri, che lo avevano a lungo atteso per verificare le sue condizioni,
non potevano non notare il suo stato d’alterazione. Un anno e mezzo fa erano
state formulate nei suoi confronti le accuse della scorsa sera: guida in stato
d’ebbrezza ed interruzione di pubblico servizio. Questa volta ad avvertire i
militari dello strano comportamento dell’uomo, nella notte fra domenica e lunedì,
è stata la centrale operativa del «118», che oltre alle emergenze coordina
anche le reperibilità notturne sul territorio. L’episodio è accaduto in un
paese del Trentino occidentale. L’operatore della centrale, dopo aver ricevuto
la chiamata del medico di guardia che diceva di voler abbandonare
l’ambulatorio, ha avvertito i carabinieri. Il professionista, che era sembrato
alterato anche al telefono, nel tornare a casa ha pure sbandato con l’auto
finendo sul marciapiede con la gomma bucata. Quando i carabinieri si sono
avvicinati a lui per dargli una mano, non hanno avuto dubbi sull’origine della
sua alterazione: troppo alcol ingerito, in quantità esagerata tanto da non
riuscire nemmeno a sottoporsi ad alcoltest. È stata fatta intervenire
l’ambulanza per trasportare il medico dal paese al pronto soccorso, in modo da
verificare il suo stato di salute; la
performance negativa del professionista è continuata e, non appena i sanitari
si sono distratti, ne ha approfittato per prendere la via d’uscita e far perdere
le proprie tracce. Ciò non gli ha evitato la doppia denuncia e, probabilmente,
seri guai con l’azienda sanitaria dato il comportamento recidivo. M. Vi.
(*) Nota: è bello a volte confrontare come due
diversi giornali riportano la stessa notizia. Il malato descritto come “terminale” dal “Trentino” secondo
“L’Adige” “non si sentiva molto bene”.
L’ARENA di Verona
ASFALTO
INSANGUINATO. Sulla Ronchesana Muore un
ciclista tamponato da una Punto È un
cittadino polacco Sbalzato in un fossato Incidente
mortale ieri sera intorno alle 21 sulla Ronchesana, in località Villabroggia di
Zevio, all’altezza del bar pizzeria Tre Chitarre, in via Mottone 6, che il
lunedì è chiuso per turno. Mercoledì, 29 Agosto 2007
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