Mercoledì 03 Luglio 2024
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A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Estratto dal Quaderno dell’Osservatorio Permanente Giovani ed Alcol, numero 18 (2007) (*)
Oltre metà dei consumatori a rischio eccede con il vino, l’altra metà si divide equamente fra birra e bevande alcoliche a media ed alta gradazione.
Il vino si consuma principalmente in famiglia.
Il vino si conferma la bevanda più consumata, con un trend in crescita, ma quest’ultimo dovuto ai consumatori più adulti.

Il fumo di tabacco inizia anche prima dei 13 anni ed è proprio questa sostanza che, per la facilità con cui si trova, fa da apripista al consumo eccessivo di altre sostanze, seguita subito dopo dall’alcol, e che instaura un processo di “rewarding” (auto gratificazione) che diventa sempre più necessario.
I consumatori in un giorno medio dichiarano di aver consumato tre unità alcoliche, e questo dato è quasi uguale anche nella fascia giovanile fino a 24 anni (2,9 unità).
Di queste 2,9 unità alcoliche consumate mediamente dai giovani, 1,1 sono rappresentate da vino, 1,1 dalla birra e il solo 0,3 da aperitivi/digestivi e il 0,3 da liquori. Quindi fra i giovani non è vero che sarebbe prevalente la birra, come si pensa comunemente.

I ragazzi cominciano a consumare il birra e vino intorno ai 14 anni, prevalentemente in casa, con i familiari, mentre le altre bevande si assaggiano verso i 16 anni, fuori casa e con gli amici.
C’è un aumento negli ultimi cinque anni di consumatori con eccedenze ripetute e casi di ubriachezza, soprattutto negli uomini.
Il maggior numero di coloro che hanno avuto tre o più episodi di ubriachezza negli ultimi tre mesi, è nella fascia 25/34 anni.
Il maggior numero di episodi reiterati di consumo eccedentario sono legati al vino ed i superalcolici.
Aumentano notevolmente gli episodi di guida in stato di ebbrezza, in particolare nella fascia 25/34 anni.
È in forte aumento la percentuale che ha dato due o più risposte positive al test Cage (dal 2,3% nel 2000 al 5,1% di quest’anno). In totale il 5,1% della popolazione presa in esame (bevitori oltre i 13 anni di vita) rappresenta 2,1 milioni di persone in tutt’Italia, che si possono considerare alcolisti. Inoltre, fra le persone che hanno dato una sola risposta positiva, il 10,9% sono giovani al di sotto del 24 anni, che ugualmente possono essere considerati a rischio, anche se con una sola risposta positiva al test; questi, se aggiunti ai precedenti portano il totale dei probabili alcolisti in Italia a circa 2,5 milioni (secondo l’Eurispes nel 2001 erano 1,5 milioni).
Dai questionari emergono alcune risposte diverse rispetto a qualche anno fa. Per esempio, ora prevalgono i giudizi negativi sugli effetti dannosi che l’alterazione da alcolici può portare per la salute.
Il consumo eccessivo viene valutato negativamente non solo per la salute ma anche nelle relazioni interpersonali.
Gli effetti positivi si limitano alla circolazione ed al cuore, mentre per i forti bevitori viene riconosciuto un effetto positivo legato al benessere psichico ed al carattere.
Lo stile di vita è riconosciuto come un fattore che influenza le condizioni di salute.
Rispetto a cinque anni fa, quasi tutte le risposte sono rimaste uguali o simili, questa volta però sono aumentate le risposte che sottolineano l’influenza del gruppo nel comportamento alcolico, quelle che sottolineano la sensazione di relax, l’importanza data al gusto, e le preoccupazioni per le conseguenze negative legate consumo di alcolici.

(*) Nota a cura di Ennio Palmesino: abbiamo letto il Quaderno N. 18 dell’Osservatorio Giovani ed Alcol (Assobirra) che è stato pubblicato di recente. Si tratta di una ricerca commissionata dall’Osservatorio alla Doxa, come i precedenti Quaderni, e mi viene spontaneo notare come alcuni di questi dati sostengano alcune analisi che noi portiamo avanti da anni, come ad esempio il fatto che i giovani iniziano a bere in famiglia e non nel branco, o che i probabili alcolisti sono più del milione e mezzo che si va ripetendo da tempo, o che il vino non è la bevanda dei soli bevitori moderati, degli intenditori, ma è la bevanda più consumata anche dai bevitori "eccedentari".
Penso che tutti i Club degli Alcolisti in Trattamento potranno citare con tranquillità questi dati nei loro interventi pubblici, proprio perchè sono al di sopra di ogni sospetto, non sono dati nostri, ma addirittura dell’industria. (*)
Un estratto dei dati più interessanti è a disposizione di chi fosse interessato.
 Ennio Palmesino - Presidente AICAT

(*) Nota: tra gli associati dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol ci sono Assobirra e Unione Italiana Vini (http://www.alcol.net/index.php?option=com_content&task=view&id=6&Itemid=33 ).


ALICE.IT

Donna muore investita da ubriaco
L’uomo denunciato anche per omissione di soccorso

(ANSA)-CARBONERA(TREVISO),28 AGO- Una 46enne di Villorba, mentre passeggiava in bicicletta, e’ stata travolta e uccisa ieri sera da un uomo al volante ubriaco. La donna, Cristina Pattaro, e’ morta durante la notte all’ospedale di Treviso. L’uomo, un veneziano di 38 anni, non si sarebbe fermato dopo l’impatto, ma sarebbe tornato sul luogo del sinistro solo perche’ inseguito da alcuni testimoni. Cio’ non gli ha evitato la denuncia per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza, oltre al ritiro della patente.


CORRIERE ADRIATICO

In piazza l’etilometro della Croce Rossa
SENIGALLIA - In considerazione dell’interesse dimostrato dalla cittadinanza, il Comitato locale della Croce Rossa ha deciso di prorogare l’apertura della mostra di documenti e di cimeli dell’associazione dal titolo “Cose… di CRI” fino al 30 agosto 2007. Un’opportunità data grazie alla disponibilità della dirigenza dell’A.V.I.S. che ha immediatamente accolto la richiesta di tenere a disposizione il salone della sua sede di via Rossini n° 18. Inoltre la Croce Rossa di Senigallia e la Polizia Municipale, in occasione della Fiera di S. Agostino, hanno predisposto per stasera con orario 21-23, nello stand Avis di piazza Roma, una postazione dotata di etilometro. La finalità dell’iniziativa è quella di fornire informazioni chiare sulla pericolosità della guida in non perfette condizioni psicofisiche; ci si può sottoporre ad un test gratuito puramente preventivo, finalizzato a sviluppare consapevolezza rispetto alla percezione del proprio tasso alcoolico. La sicurezza nella circolazione stradale non nasce per caso, ma è il risultato di un processo, lento, lungo e quindi le sinergie che scaturiscono da questa iniziativa di prevenzione sono tese a sensibilizzare la cittadinanza nei confronti di un problema, la guida in stato di ebbrezza, che ha costi sociali e umani pesantissimi. (*)

(*) Nota: già, parole sacrosante.

Peccato che, intanto che mentre la Croce Rossa promuove questa sensibilizzazione in un comune marchigiano, in un altro comune marchigiano… la Croce Verde, unita all’amministrazione comunale, organizza una festa popolare nel nome dell’alcol, come riportato nel prossimo articolo.


VITA.IT

Solidarietà.. a tutta birra! Festa a Mogliano
Da giovedì 30 agosto a domenica 2 settembre, nel Parco comunale di Mogliano

La croce Verde di Mogliano e l’amministrazione comunale promuovono la quarta edizione della Festa della Birra
: dal 30 agosto al 2 settembre al parco comunale di Mogliano a partire dalle ore 19 stand gastronomici con tipicità marchigiane e musica live con concerti diversi ogni sera Le ferie saranno anche finite, ma il binomio festa e solidarietà continua ad animare l’estate 2007. La manifestazione è promossa dalla Croce Verde di Mogliano e l’amministrazione comunale: quattro serate di svago e divertimento all’insegna di ritmi sfrenati, buona cucina e boccali di bionda (ingresso libero).
Si comincia alle 19, con l’apertura degli stands gastronomici, che propongono, tra le altre cose, pizza cotta nel forno a legna e carne alla brace, e a seguire, alle 21,30 musica e danze, con diverse band, che animeranno la festa suonando dal vivo.
Giovedì 30 a inaugurare il palco saranno gli otto elementi dell’Armata Brancaleone, con le loro travolgenti sonorità folk; venerdì 31 sarà la volta dell’hard rock dei Jacky Jail Tnt con un tributo agli Ac/dc ; per sabato 1 settembre si alterneranno i Lightfiba, cover band dei Litfiba e gli Skatoblepa con la loro musica ska; domenica 2 infine, a chiudere la festa sarà la Mercedes Band con un tributo a Janis Joplin,considerata la più grande cantante bianca di blues, e un salto nel rock malinconico degli anni ’70.
La festa, all’interno della quale sarà presente anche uno stand informativo del Sert di Macerata, vuole essere un’occasione di aggregazione collettiva, ma anche di sensibilizzazione rivolta sia ai giovani che alle famiglie: l’obiettivo, sottolinea l’associazione Croce Verde di Mogliano, è anche quello di dimostrare che ci si può divertire, condividendo un bicchiere in compagnia, ma senza esagerare. (*)
Attualmente a Mogliano, la Croce Verde conta su circa 40 volontari e porta avanti il servizio di emergenza, il trasporto sanitario programmato (in caso di fisioterapie, emodialisi, chemioterapie…) e il servizio di taxi-sanitario per pazienti che devono sostenere visite ed esami.
Molteplici attività, per le quali, a fronte di richieste d’intervento sempre in aumento, la Croce Verde è costantemente alla ricerca di nuovi volontari disponibili a collaborare. Allo scopo l’associazione sta organizzando anche dei corsi di formazione per nuove ‘leve’, in programma ad ottobre, chiunque fosse interessato può contattare l’associazione ai numeri tel. 0733 557111 - 334 7570885 oppure scrivere a croceverde.mogliano@libero.it

(*) Nota: promuovere una “Festa della Birra” significa sostenere una cultura che associa alcol e divertimento.
La prima prevenzione, la prima sensibilizzazione, è non organizzare feste nel nome dell’alcol.

Questa consapevolezza sta crescendo in tutta Italia, chi legge questa quotidiana rassegna stampa sa bene come questo tipo di feste siano oramai sempre più messe in discussione, e in crisi, lungo tutta la penisola (anche sui giornali di oggi se ne parla, come riportato in articoli successivi).
Feste messe in discussione da amministrazione pubbliche che riflettono sull’etica del loro lavoro, ma soprattutto da cittadini che hanno capito che non si combattono i problemi dell’alcol… promuovendo le bevande alcoliche.
Mogliano mantiene questo record: per quanto ne so, è l’unica realtà nazionale in cui una festa nel nome di una bevanda alcolica è organizzata addirittura da un’Associazione come la Croce Verde, che certamente vive quotidianamente in prima linea le devastanti conseguenze di questa cultura che associa il bere al divertirsi.
Chiunque si occupa di problemi alcol correlati sa molto bene come, in questo campo, un approccio basato sull’invito a “non esagerare” sia destinato a non produrre alcun risultato utile.
La mia modesta opinione è che il Sert di Macerata commetta una grave errore di metodo nel legittimare, con la sua presenza, questa manifestazione.
Chi vuole, tra i destinatari di questa rassegna, può esprimere il suo parere in merito, inviandolo alla Croce Verde di Mogliano (croceverde.mogliano@libero.it) al Sert di Macerata (sert@asl9.marche.it ) e ai due curatori di questo servizio (robargen@fastwebnet.it e Alessandro.sbarbada@fastwebnet.it ).


IL TRENTINO

Sondaggio tra i lettori 
Feste no-alcol: sì o no? 

VALLI DEL NOCE. Feste pubbliche senza alcol?
Il quesito, lanciato dal Trentino fra i lettori, parte dalla proposta avanzata da alcuni amministratori della val di Non e fatta propria dal presidente della Pro loco di Ton che ha però chiesto che, contestualmente alla festa pubblica, anche i bar non servano alcolici. Si tratta di una proposta provocatoria, irrealizzabile o responsabile e coraggiosa? Le argomentazioni sono molte.
Ai lettori chiediamo se siano d’accordo o no.
Per esprimere la vostra opinione mandate un sms al numero 48442. Scrivete VOTO, lasciate uno spazio, TRENTO e il numero corrispondente alla scelta: 1 se siete d’accordo, 2 se siete contrari. I risultati saranno pubblicati sul Trentino.


IL TIRRENO

Lettere
E’ sbagliato esaltare la Festa della Birra

Egr. sig. Sindaco
Nell’ intervista da Lei rilasciata e pubblicata in data odierna dal quotidiano Il Tirreno riguardante l’inaugurazione del September Fest, dichiara che per Lei è stato un grande piacere inaugurare questa manifestazione, ritenuta momento di incontro e un’ occasione per rilanciare il senso dei gemellaggi e la cultura della pace.
Procedendo nella lettura dell’articolo, ci chiediamo come sia possibile provare piacere ad inaugurare una manifestazione dove la gente partecipa consapevole in partenza di oltrepassare il limite, ovvero alzare liberamente il gomito. Se quanto riportato nell’articolo non è frutto di esagerazione, con quale coraggio detta manifestazione può essere motivo di orgoglio per una città?
Chi prevede di bere almeno due litri di birra a testa; chi non si cura affatto della quantità che butterà giù tanto saranno le mogli a guidare; chi prevede di tornare a casa a piedi.
Sig. Sindaco, dal momento che è Suo preciso dovere tutelare la salute dei cittadini, prima di dire “ i boccali in alto “, informi i partecipanti sui danni che l’alcol può causare; gli dica che l’alcol è inserito tra le 20 sostanze più pericolose per la salute, che causa circa 190.000 morti l’anno nella sola Europa. Provi a pensare a tutte quelle famiglie distrutte a causa dell’alcol.
Nell’articolo viene evidenziato che” a considerare il nr degli habituè dell’inaugurazione della festa della birra, però si capisce che le campagne contro l’alcol per chi guida non hanno ottenuto il risultato sperato” ; non Le pare di andare contro corrente rispetto a quanto stanno facendo le istituzioni e le associazioni nel tentativo di educare i cittadini ad un comportamento responsabile nel rispetto della vita propria ed altrui?
Come associazioni che si battono per la sicurezza stradale e contro l’uso di alcol, condanniamo questo tipo di iniziative ritenendo che siano complici di eventuali tragici eventi che ne possono conseguire.
La nostra fiducia è riposta soprattutto nelle forze dell’ordine che faranno sicuramente il loro dovere incrementando i controlli, e non ci resta che sperare che non debbano stendere lenzuola bianche sull’asfalto.

Associazione Fede per la Vita  
Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada - sede di Piombino
Acat Val di Cornia 


IL TIRRENO

«Mi hanno rubato l’auto»: ma era solo da un’altra parte 
Disavventura di un pensionato, disorientato dopo una “visita” alla September Fest 

CARRARA. Era pronto a giurare che la sua auto era stata rubata, e infatti lo ha anche segnalato a carabinieri e polizia municipale. Ma - come dire - era semplicemente “disorientato” dopo una visita “approfondita” alla September Fest (*). La disavventura è capitata a un pensionato di 68 anni di Castelnuovo Magra. Il pensionato domenica scorsa era stato alla festa della birra a Marina di Carrara e, stando alla sua versione, ha raccontato di aver parcheggiato la sua Panda sul viale Colombo, non molto lontano dall’ingresso della Marmomacchine di via Maestri del Marmo. Quando C.B. è uscito dal complesso fieristico per far ritorno a casa, si era recato in viale Colombo per salire a bordo della Panda. Ma dopo aver percorso tutto il viale sia a destra che a sinistra, della sua auto neppure l’ombra. Aveva controllato anche parte del viale Vespucci (il lungomare), fino alla piazza del Paradiso, ma la Panda non è riuscita a trovarla.
Pertanto, denunciava il furto sia ai carabinieri che ai vigili urbani che in quel momento si trovavano in servizio alla festa della birra. Nel frattempo la centrale operativa della polizia municipale segnalava alle pattuglie in servizio nella zona di Marina il tipo dell’auto e il numero di targa della Panda rubata. Mezz’ora più tardi una vigilessa ha notato la vettura segnalata. Era parcheggiata in via Bassagrande, quindi lato monte rispetto al complesso fieristico. L’auto non aveva subito scasso e neppure era stata aperta.
M.M.

(*) Nota: l’alcol incide sulla memoria a breve termine. Quella di bere e poi non ricordare dove si è pargheggiata la macchina è una situazione molto comune.

In questo caso le virgolette che contornano le parole “disorientato” e “approfondita” lasciano intendere che questa persona era ubriaca.


CORRIERE.IT – “ITALIANS”

Tassi alcolici e rosso-non-rosso
Caro Beppe,
Giovanni Galbusera (26 agosto) dice che «gli incidenti possono capitare anche da sobri», e che quindi è sì sbagliato guidare dopo aver bevuto, ma insomma non si può rinunciare al piacere di un paio di bicchieri anche se uno poi deve mettersi al volante. Mi sembra la più lapalissiana applicazione della parabola del «semaforo rosso» di cui parli in «La testa degli italiani/La bella figura». Esiste un codice della strada ed esistono limiti al tasso alcolemico nel sangue ben precisi. Guidare con un tasso superiore non è solo incoscienza, è reato. Invece sembra proprio che quando si tratta di rosso, che sia un brunello o un semaforo, gli italiani cadono nella tentazione del rosso-che-non-è-proprio-rosso.

Qui in Svezia esiste la tolleranza zero (limite consentito 0,2 anziché 0,5 come in Italia), io ho quindi imparato a vivere di conseguenza (taxi, guidatore designato, decidere con mia moglie chi guida), c’è chi fa affari come la società che ti viene a prendere al ristorante per portarti a casa con la tua auto (vengono in due, in moto, l’altro segue la macchina) e si impara a capire quanto bere per non passare i limiti visto che su un pranzo che dura un paio d’ore il bicchiere ci sta, non ci stanno la mezza bottiglia e il grappino finale. A Giovanni auguro di non doversi mai pentire dell’essersi messo al volante dopo un paio di bicchieri, e spero il concetto non segua la proprietà addittiva con tutte le altre leggi: cosa sono 20 km oltre il limite quando si hanno quattro freni a disco e l’abs? Ho dimenticato l’auricolare, ma tanto è una chiamata breve.
Stefano Dell’Orto, stefanodellorto@hotmail.com


IL GIORNALE DI VICENZA

INCIDENTI
«Ma le leggi si cambiano»

Leggevo recentemente un intervento di una lettrice che pubblicava una mail che gira da tempo su internet delle ultime parole di quella ragazza morta a causa di un incidente stradale.
Parole che dovrebbero scuotere gli animi delle persone, dovrebbero far ragionare anche quel procuratore (di Savona mi sembra di ricordare) che ha annullato (il Ministero gli ha dato ragione) il sequestro di un’auto di un guidatore che guidava ubriaco.
Veramente pur avendo “soli” 38 anni quando sento questa e altre notizie mi vien voglia di una dittatura!...
Mi sembra di essere circondato da persone che non hanno fette di salame negli occhi ma “mortadelle” e non basta, cari magistrati, nascondersi dietro le solite frasi fatte, “la legge è questa e io l’ho solo applicata”; mbèh, le leggi si possono cambiare, altrimenti non si ottiene altro che la rabbia delle persone finchè....
Luca C.


L’ADIGE

Gli spunti dell’incontro dei Club alcolisti in trattamento
Denno: lotta all’alcol a partire dalla comunità

DENNO - Si è svolto nel pomeriggio di sabato a Denno il 26esimo Incontro zonale dei Club Alcolisti in Trattamento della Val di Non dal tema: «Il Club nella tua comunità: perché?». Molte le autorità presenti dal sindaco di Denno, Fabrizio Inama , con l’assessore comunale alle politiche giovanili Gabriella Dolzan , a quello di Campodenno, Mariano Maines , ai rappresentanti dei comuni di Cunevo e di Ton, dai medici Fabrizio Berti e Giovanni Widmann , responsabile del Servizio dell’alcologia del C6, il presidente Acat Val di Non Renzo Poda , nonché varie associazioni. Questa grande partecipazione di famiglie della «comunità», ha permesso di sviluppare proficuamente un’ampia discussione sul tema proposto e sviluppato dal Servitore-insegnante Marcello Biasi . Biasi ha ricordato come il mondo dei Club stia entrando dinamicamente nella nostre comunità; infatti molti sono i comitati locali che hanno all’interno rappresentanti dei Club; questo significa che l’opinione pubblica è attenta a queste problematiche. La metodologia dei Club, introdotta da Hudolin ha visto la luce ventitre anni fa partendo proprio dalla valle di Non e, da allora, gli sviluppi sono stati molto positivi. La questione di cosa possa significare un Club nella propria comunità ha trovato risposte nei contributi delle persone presenti. Si è rimarcato come la persona sia responsabile verso se stessa, verso la propria salute e come sia l’esempio vivente nella comunità: se prima la persona «nascondeva» il problema al proprio interno famigliare, complici anche i famigliari, ora a mente lucida non deve nascondersi per aver «abbracciato» un nuovo stile di vita. Il rapportarsi con gli altri è costruttivo se fatto in modo consapevole, portando un nuovo pensiero di cultura nella comunità. Con la consapevolezza che si deve uscire di casa per confrontarsi e far conoscere modi nuovi di vivere la vita, per rompere certi concetti obsoleti ed allargare gli orizzonti. A Denno si è poi riflettuto sulla necessità di una maggiore integrazione con le realtà esistenti sul territorio per arrivare ad avere una comunità «moderna», nella quale tutti si sentano partecipi e costruttivi di un nuovo modo di stare insieme. Ottenere questa visibilità nella comunità comporta un impegno non indifferente ma non impossibile. L’augurio, a fine giornata, è che le indicazioni e i suggerimenti emersi durante l’incontro trovino un giusto sviluppo nelle diverse comunità.


NEWSFOOD.COM

Alimentazione
Un bicchiere di vino al giorno riduce il rischio di tumore al rene
Una diminuzione del rischio di sviluppare tumori al rene pari al 40% rispetto a chi non beve

Il consumo di alcol abbassa il rischio di sviluppare tumori al rene. È quanto emerge da una ricerca condotta al Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Cancer.
I ricercatori svedesi, coordinati da Alicja Wolk, hanno analizzato l’associazione tra il consumo di alcol e il rischio di cancro al rene in uno studio di popolazione su larga scala. L’esame ha coinvolto 855 persone con tumore renale e 1204 sane, su cui sono stati analizzati gli effetti di diverse bevande alcoliche, a quantitativi differenti, assunte settimanalmente. Il gruppo di ricerca ha trovato che chi beve più di due bicchieri di vino bianco o rosso, nonché di birra forte alla settimana, ha una diminuzione del rischio di sviluppare tumori al rene pari al 40% rispetto a chi non beve. (*) Tali percentuali non sono state invece associate al consumo di birre leggere o superalcolici. Secondo gli scienziati, il fenomeno sarebbe dovuto ai fenoli contenuti in questo tipo di bevande che hanno un effetto antiossidante e antimutageno. Tuttavia non è escluso che sia l’alcol stesso a ridurre il rischio.
www.assobiotec.it

(*) Nota: “Rispetto a chi non beve” è un criterio che molte volte è stato adoperato per manipolare le ricerche, in quanto gli “astemi” presi in considerazione molte volte erano persone che avevano smesso di bere proprio perché avevano problemi di salute.
Chi volesse approfondire questa ricerca, che si basa su questionari, la può trovare a questo link http://www.nature.com/bjc/journal/v97/n3/full/6603890a.html
Questo modo di fare informazione è estremamente pericoloso, anche perché l’articolo dimentica di sottolineare che l’alcol, presente nel vino e nelle altre bevande alcoliche, è senza alcun dubbio sostanza potenzialmente cancerogena, anche a basse dosi.
Con un sacco di “controindicazioni”.
Altre volte, anche in tempi recenti, abbiamo riportato notizie di ricerche che dimostravano l’aumento del rischio di cancro - anche alle dosi indicate come “protettive” da questo articolo - ad esempio sul tumore all’intestino (http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=IT_NEWS&ACTION=D&DOC=4&CAT=NEWS&QUERY=1188317178803&RCN=28136 ) e sul cancro del seno ( http://www.corriere.it/sportello-cancro/articoli/2007/04_Aprile/13/alcol.shtml ).
L’articolo che segue, in particolare per quanto riguarda quanto dichiarato da Andrea Ghiselli, rappresenta al contrario, secondo il mio modesto parere, un modo esemplare, serio e corretto, di fare informazione e divulgazione scientifica.


CORRIERE.IT

L’esperto: «Ma non bisogna considerarli elisir di lunga vita»
Frutti rossi e viola contro il cancro
Una ricerca dell’Università dell’Ohio conferma le importanti proprietà anticancerogene (e non solo) dei frutti di bosco 

WASHINGTON – Le cosiddette antocianine, gruppi di pigmenti presenti nella frutta e nella verdura che vanno dal colore rossastro al viola al bluastro avrebbero la capacità ci contrastare le cellule tumorali. Ciliegie, bacche, mirtilli, uva rossa, persino melanzane e ravanelli, sono tutti alimenti che contengono questi potenti antiossidanti le cui proprietà terapeutiche sono state spesso celebrate da diversi studi.
LA RICERCA – L’ultimo in ordine di tempo si riferisce a un esperimento fatto sui topi in cui si è constatato che le antocianine, presenti nella maggior parte del cibo rosso-bluastro, possono inibire le cellule del cancro al colon. In particolare l’inibizione di queste cellule, con la somministrazione di alcuni alimenti, si è verificata in una percentuale che va dal 50 all’80 per cento dei casi e in generale il 20 per cento delle cellule malate sono state uccise dalle molecole in questione. La ricerca, presentata all’American Chemical Society da ricercatori dell’Ohio University, si spinge a varie interpretazioni nell’ambito della farmaco-profilassi del cancro e già si pensa a sviluppare una sorta di pillola utilizzandone il principio attivo. Henry Scowcroft, del Cancer Research britannico, ha dichiarato: «Nonostante questo sia solo un piccolo passo in avanti, va sottolineato come questa analisi ci aiuti a comprendere esattamente come e quanto alcune sostanze contenute nella frutta e nella verdura abbiano proprietà anticancerogene».
IL PARERE DEGLI ESPERTI – Inutile dire che gli esperti invitano alla cautela: del resto se si guarda ai risultati delle ultime ricerche che vanno in questa direzione si potrebbe dedurre che i mirtilli prevengono le carie e stimolano una pelle perfetta, mentre le ciliegie hanno proprietà terapeutiche notevoli nelle patologie cardiovascolari e nel diabete. Tutto ciò può essere vero per gli esperimenti in laboratorio, ma in un intero ciclo di vita dell’essere umano il fattore veramente importante a livello di profilassi non può che essere un corretto stile di vita e di alimentazione globale e completo, evitando di individuare solo in particolari cibi elisir di lunga vita. Come fa notare Andrea Ghiselli, esperto nutrizionista dell’Inran (Istituto Nazionale Ricarca Alimenti e Nutrizione) di Roma, questo tipo di ricerche sono utili soprattutto nell’indagare i meccanismi di certe patologie, più che per la prevenzione, anche perché «si rischia altrimenti di spostare l’attenzione dalle abitudini globali alla singola molecola, cercando ricette facili e sostanze magiche inesistenti. In altri studi, finanziati dal National Cancer Institute, è stato dimostrato che i mirtilli o altri frutti di bosco proteggono dalle malattie cardiovascolari, riducono i livelli di colesterolo nel sangue e rinforzano la memoria, ma sono tutte verità da prendere con le pinze e soprattutto l’impatto degli studi in questione, sancendo gli effetti benefici di sostanze come le antocianine o il pterostilbene (un altro antiossidante naturale), è molto scarso a livello di scienza dell’alimentazione, mentre può essere determinante nella medicina, per approfondire i meccanismi che regolano certe malattie».
Emanuela Di Pasqua


CORRIERE.IT

Importantissima la visita del dentista almeno ogni sei mesi
Tumori orali: fondamentale la prevenzione
Possono essere colpiti la lingua e tutte le altri parti della bocca.
Fumo, alcol e cure dentali non appropriate le cause principali 

I tumori della bocca sono un argomento di cui si parla molto poco, ma che rappresentano una realtà che può essere terribile. Eppure la loro prevenzione è relativamente semplice: i fattori di rischio principali sono il fumo (non solo quello di sigaretta, ma anche di pipa e di sigaro), l’alcol e le protesi o le cure dentali non ben eseguite o non perfettamente adatte alla bocca del paziente. Una protesi che «batte» continuamente su una parte delle lingua, per esempio, può causare a lungo andare la formazione di un tumore in quella porzione di tessuto, e lo stesso può valere, per esempio, per un’otturazione che ha bisogno di una «messa a punto».
Se la prevenzione passa per l’astensione dal fumo e dall’alcol e da cure dentali ben eseguite, la diagnosi precoce si avvale dell’abitudine a esaminare il proprio cavo orale e della visita periodica dal dentista, almeno una volta ogni sei mesi, come spiega il dottor Roberto Callioni, presidente dell’Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), in un’intervista video.
E vale davvero la pena pensare alla prevenzione e alla diagnosi precoce di questi tumori, perchè una cura, chirurgica o radioterapica locale, precoce, può essere poco traumatizzante, ma quando, per esempio, la porzione di lingua da asportare è estesa, le conseguenze sulla masticazione, sulla parola, e sulla qualità di vita in generale, possono essere pesanti.


CORRIERE.IT

Farmaci, stress, alcol, malattie veneree, depressione, menopausa...
Le 10 cause che più limitano il sesso
La rivista Forbes stila una classifica delle più comuni ragioni
che possono minare l’attività sessuale 

NEW YORK - Chi non vorrebbe avere una vita sessuale sempre viva e piacevole, anche quando si raggiunge una certa età? Risposta scontata. Più difficile invece è stabilire quali siano le cause che maggiormente deteriorano la vita sessuale e fanno diminuire il desiderio. La rivista economica Forbes ha provato a dare una risposta a questo problema e ha stilato la classifica delle 10 cause che maggiormente limitano la nostra vita sessuale soprattutto dopo aver superato la soglia dei 50 anni
STUDIO - Prima di presentare la classifica, il magazine riprende uno studio promosso da scienziati della «University of Chicago» e pubblicato sulla rivista scientifica «The New England Journal of Medicine».
La ricerca, condotto su un campione di 3 mila persone afferma che prima dei 50 anni solo il 38% degli uomini e il 22% delle donne ha parlato di sesso con un dottore. Naturalmente secondo lo studio il silenzio non permette alle persone di conoscere quali siano le cause che deteriorano anche in giovane età i rapporti sessuali. La rivista americana ha allora consultato una serie di esperti per sapere, secondo la loro esperienza, quali siano le cause più comuni che comportano un deterioramento della vita sessuale.

CLASSIFICA - Al primo posto ci sarebbe l’assunzione di determinati farmaci, che possono produrre effetti negativi sulla normale attività sessuale e riducono il desiderio. In questo caso basta consultare il proprio medico per verificare il sospetto e vedere se è possibile cambiare la terapia. Una seconda ragione che limita l’attività sessuale può essere la presenza di problemi cardiaci. Secondo la rivista americana chi ha avuto un attacco di cuore o problemi simili può patire anche limitazioni nell’attività sessuale. Non a caso da tempo si ritiene che i problemi di disfunzione erettile, al di là del disturbo in se’, possano essere un primo segnale di disturbi cardiovascolari. Altra causa che mina l’attività amatoria è la depressione: chi ne soffre non solo può provare meno desiderio, durante l’attività sessuale potrà avvertire mancanza di piacere.
CONSULTARE UNO SPECIALISTA - Al quarto posto, secondo quanto riportato da Forbes, si posiziona l’alcol, che diminuisce sensibilmente, anche in giovane età, le capacità sessuali. Seguono le malattie che si trasmettono per via sessuale come l’epatite o il virus dell’HIV, quindi, al sesto posto ecco lo stress che riduce fortemente il quotidiano desiderio sessuale Al settimo posto Forbes colloca la gravidanza. Non esiste nessun motivo fisico, fanno notare gli esperti consultati, per cui una donna che aspetta un bambino non debba fare sesso. Tuttavia spesso la futura gravidanza altera il desiderio sessuale. Terminano questa singolare classifica la menopausa e l’andropausa, un aspetto fisico poco soddisfacente (avere un corpo seducente aumenta l’autostima e di conseguenza la capacità di provare piacere) e il diabete. Alla fine la rivista Forbes sottolinea che in materia sessuale nulla è scontato e perduto: basterà consultare uno specialista e molti dei problemi sessuali saranno superati o limitati
Francesco Tortora


AGI.IT

SANITA’:GIOVANI, PIU’MORTI PER SUICIDIO CHE MALATTIE INFETTIVE
(AGI) - Firenze, 28 ago. - "Tra i giovani occidentali il suicidio e’ causa di morte piu’ frequente delle malattie infettive". A sostenerlo e’ stato Alan Apter, direttore del Feinberg Child Study Center e dello Schneider Children Medical Center di Tel Aviv, durante il suo intervento sul tema del suicidio in eta’ adolescenziale, al XIII Congresso Escap in corso a Firenze. "L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) ci dice che in Italia, per i ragazzi di eta’ compresa tra i 14 e 24 anni, il tasso di decessi per suicidio e’ 2.76/100000 - ha spiegato il professor Apter -. Sicuramente la presenza di un disagio psichiatrico (sindrome ansioso-depressiva, schizofrenia e l’anoressia nervosa in particolare) costituisce in adolescenza il fattore di rischio suicidiario principale.
Devono preoccupare, tuttavia, anche soggetti senza veri e propri disturbi psichiatrici, ma con tratti di personalita’ quali tendenza al perfezionismo e difficolta’ nel tollerare i fallimenti, per esempio scolastici o sportivi. Lo stesso vale per atteggiamenti impulsivi e aggressivi: soggetti che assumono comportamenti violenti verso gli altri tendono ad avere condotte violente anche verso se stessi". "Non sottovalutiamo poi - ha proseguito Apter - , come fattori di rischio l’uso di alcolici, sia saltuario che continuativo, e i canali di comunicazione: i media e in particolare Internet oggi sono uno strumento pericoloso perche’, attraverso le chat e i blog, i ragazzi esaltano le condotte rischiose e si scambiano informazioni su come mettere in pratica gesti autolesivi. Per evitare questo rischio punterei sui cosiddetti ’gate keepers’, quali insegnanti e allenatori sportivi, in grado di individuare i primi segnali di disagio, e su una sensibilizzazione generale della popolazione con le stesse strategie impiegate, per esempio, per le campagne di prevenzione nei confronti delle patologie infettive". "Negli Stati Uniti - ha concluso Apter - il tasso di suicidio si e’ ridotto quando sono stati introdotti gli antidepressivi di nuova generazione ed e’ tornato ad aumentare in corrispondenza del loro ritiro, a seguito del comunicato emesso dalla Food and Drug Administration nel 2003 (poi ritirato nel 2007 ndr.) sulla correlazione tra uso di psicofarmaci e rischio suicidiario". (AGI)


LA STAMPA

Guidi alticcio? Paghi tu i danni
Come si comportano le assicurazioni di fronte ad un incidente provocato da un automobilista che ha superato i limiti di alcol consentiti dalla legge? Le polizze “R.C. auto” coprono anche questi casi, salvo poi intraprendere azione di rivalsa nei confronti del conducente. In sintesi: il danneggiato non corre rischi, ma il guidatore alticcio dovrà risarcire di tasca sua il denaro pagato dalla compagnia
.
Il problema riguarda un numero di cittadini superiore a quello che può apparire da una lettura superficiale: i limiti imposti dalla legge, infatti, sono spesso severi, e spesso basta una cena “normale”, con un paio di bicchieri di vino, per risultare positivi al test dell’etilometro.
Ecco allora che le assicurazioni offrono una via di uscita: se al momento della stipulazione della polizza il cliente può pagare paga un supplemento modesto di tariffa (circa venti euro). E la società limiterà l’azione di rivalsa ad un tetto prefissato: cinque o diecimila euro a seconda delle compagnie.
Si tratta di una cifra che soprattutto i genitori versano sempre più spesso, per “coprire” le eventuali notti brave dei figli (anche se spesso si rifiutano di pagare l’ulteriore estensione per gli incidenti provocati da automobilisti che si mettono alla guida sotto l’effetto di stupefacenti, ritenendo – forse con ottimismo – che il problema non riguardi i loro ragazzi).
La preoccupazione è giustificata: a volte, infatti, l’ammontare del risarcimento è talmente elevato che non basterebbe il sequestro di un appartamento. E non sono pochi gli automobilisti costretti a versare il quinto dello stipendio per tutta la vita.


IL TRENTINO
«Ubriaco, lascia l’ambulatorio»: denunciato
Dottore molla la guardia medica alle 2 di notte. Fa un incidente, poi rifiuta l’alcoltest
Movimentato episodio a Fai: il dottore è accusato d’interruzione di pubblico servizio ma anche di guida in stato d’ebbrezza
Un anno fa un episodio analogo sempre col professionista in turno

TRENTO. L’accusa è pesante: avrebbe abbandonato il suo posto di lavoro (ossia l’ambulatorio del medico di guardia di Fai della Paganella) durante l’orario di servizio. Alle 2 della notte fra domenica e lunedì, infatti, il dottor F.Z., sessant’anni, avrebbe lasciato l’ambulatorio a quanto pare senza un valido motivo. Pochi minuti dopo sarebbe stato trovato nel centro di paese in panne. Con la sua auto, infatti, aveva sbattuto contro il cordolo bucando la gomma. L’accusa che i militari dell’Arma fanno nei confronti del medico e quella, grave, di interruzione di pubblico servizio.
Sull’episodio si stanno facendo ancora delle verifiche ma fino a questo momento la scena è abbastanza chiara. Tutto è iniziato alle 2 della notte fra domenica e lunedì quando al 112, il numero di pronto intervento dei carabinieri, arriva una chiamata. Una chiamata importante che segnala il fatto che la guardia medica di turno a Fai della Paganella, aveva abbandonato il posto di lavoro all’improvviso. Parte la pattuglia che, in centro al paese si imbatte, nella macchina del medico. Aveva avuto un piccolo incidente. Probabilmente aveva perso il controllo del mezzo finendo contro un cordolo della strada. Una botta che aveva provocato la foratura di uno dei pneumatici. Il dottore stato così accompagnato all’ospedale di Mezzolombardo nel quale, però, non si è fatto medicare e se n’è andato. Contro di lui è quindi scattata la denuncia per interruzione di pubblico servizio oltre ad una denuncia ex 186 del codice della strada, ossia la guida in stato di ebbrezza. Da specificare che il medico non è stati sottoposto a nessuna prova che possa certificare il suo stato di alterazione causata dall’alcol e quindi non ha fatto né l’etilometro né il prelievo del sangue, esami che potevano dare una risposta certa. Secondo i militari, però, lo stato di ubriachezza dell’uomo era evidente tanto da far scattare la denuncia per guida in stato di ebbrezza.
Non è la prima volta che il medico si trova in mezzo ad una vicenda di questo genere. Poco più di un anno fa (era fine marzo del 2006) i carabinieri erano intervenuti a Mezzolombardo. Quella sera il medico era di turno per la notte ed era stato chiamato a casa di un malato terminale per un consulto. Qui aveva avuto un atteggiamento talmente strano che il medico di fiducia della famiglia (accorso anche lui), dopo averlo allontanato, aveva chiamato i carabinieri per raccontargli il fatto. I militari si erano così presentati all’ospedale di Mezzolombardo e non trovando il professionista si erano messi ad aspettarlo sulla strada.
Quando F.Z. arriva alla guida della sua macchina lo invitano a sottoporsi all’alcoltest ma lui si rifiuta. Scatta comunque la denuncia per guida in stato di ebbrezza anche in questo caso perché secondo i carabinieri i sintomi dell’ubriachezza ci sarebbe stati tutti. Era scattato anche, come prevede la legge, il ritiro della patente.


L’ADIGE

Medico ubriaco, ambulatorio sguarnito
Se ne va e si schianta in auto Già denunciato un anno fa

Ha chiamato il numero di emergenza sanitaria: «Qui mi pagano poco. Non ce la faccio più, sto male e me ne vado». A parlare non era un utente del «118», ma un medico di guardia che alle due della scorsa notte ha abbandonato l’ambulatorio per andarsene a casa. Lo hanno trovato qualche minuto dopo i carabinieri, nella piazza di un paese vicino: con l’auto era finito sul marciapiede e la gomma si era bucata. Il medico era in evidente stato d’ebbrezza alcolica e non era riuscito nemmeno a soffiare nella cannuccia dell’alcoltest. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per guida in stato d’ebbrezza oltre alla segnalazione per interruzione di pubblico servizio. Protagonista in negativo è un medico di 60 anni residente in una valle del Trentino. Anche lo scorso anno era stato «pizzicato» brillo al volante della sua auto dopo aver esagerato con l’alcol, mentre tornava da una visita a domicilio. A dare l’allarme alle forze dell’ordine - era una notte di fine marzo - i parenti di un paziente che aveva richiesto l’intervento della guardia medica perché non si sentiva molto bene (*); il dottore era sì arrivato dopo breve tempo, ma anziché apparire lucido nella visita, era sembrato un po’ strano agli occhi dei familiari del malato, che avevano chiamato i carabinieri. In ambulatorio, quella sera, il medico era rientrato tardi perché si era fermati lungo la strada a bere ancora qualcosa: i carabinieri, che lo avevano a lungo atteso per verificare le sue condizioni, non potevano non notare il suo stato d’alterazione. Un anno e mezzo fa erano state formulate nei suoi confronti le accuse della scorsa sera: guida in stato d’ebbrezza ed interruzione di pubblico servizio. Questa volta ad avvertire i militari dello strano comportamento dell’uomo, nella notte fra domenica e lunedì, è stata la centrale operativa del «118», che oltre alle emergenze coordina anche le reperibilità notturne sul territorio. L’episodio è accaduto in un paese del Trentino occidentale. L’operatore della centrale, dopo aver ricevuto la chiamata del medico di guardia che diceva di voler abbandonare l’ambulatorio, ha avvertito i carabinieri. Il professionista, che era sembrato alterato anche al telefono, nel tornare a casa ha pure sbandato con l’auto finendo sul marciapiede con la gomma bucata. Quando i carabinieri si sono avvicinati a lui per dargli una mano, non hanno avuto dubbi sull’origine della sua alterazione: troppo alcol ingerito, in quantità esagerata tanto da non riuscire nemmeno a sottoporsi ad alcoltest. È stata fatta intervenire l’ambulanza per trasportare il medico dal paese al pronto soccorso, in modo da verificare il suo stato di salute; la performance negativa del professionista è continuata e, non appena i sanitari si sono distratti, ne ha approfittato per prendere la via d’uscita e far perdere le proprie tracce. Ciò non gli ha evitato la doppia denuncia e, probabilmente, seri guai con l’azienda sanitaria dato il comportamento recidivo. M. Vi.

(*) Nota: è bello a volte confrontare come due diversi giornali riportano la stessa notizia. Il malato descritto come “terminale” dal “Trentino” secondo “L’Adige” “non si sentiva molto bene”.


L’ARENA di Verona

ASFALTO INSANGUINATO. Sulla Ronchesana
Muore un ciclista tamponato da una Punto
È un cittadino polacco Sbalzato in un fossato

Incidente mortale ieri sera intorno alle 21 sulla Ronchesana, in località Villabroggia di Zevio, all’altezza del bar pizzeria Tre Chitarre, in via Mottone 6, che il lunedì è chiuso per turno.
Mercoledì, 29 Agosto 2007

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