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Lancio sassi 31/08/2007

Frosinone - Ancora sassi dal cavalcavia dell’A1

Due ragazzini di 8 e 9 anni bloccati dagli agenti della Questura di Frosinone: stavano bersagliando le auto in transito con le fionde Una riflessione dell’Asaps sul “cecchinaggio” da periferia più frequente in alcune zone rispetto ad altre



(ASAPS) FROSINONE, 31 agosto 2007 – Era solo un gioco: un gioco criminale, però, molto pericoloso. La Polizia Stradale di Frosinone – diretta dal dottor Alessandro Ciotti – e le volanti della Questura – coordinate dal dottor Carlo Bianchi – hanno bloccato due bambini di 8 e 9 anni che stavano bersagliando le auto in transito sulla A1 con gragnole di sassi scagliati con delle fionde. I due piccoli, ma agguerriti cecchini, erano stati segnalati al 113 dagli automobilisti oggetto dei micidiali colpi, e solo il rapidissimo intervento degli agenti ha evitato il peggio. In lacrime, i ragazzini sono stati accompagnati a casa ed affidati ai rispettivi genitori, denunciati per omesso controllo. Secondo le prime indagini, i lanci erano divenuti un gioco abituale, e le segnalazioni si erano fatte sempre più frequenti, tanto da indurre la Stradale e la Questura a pianificare un servizio coordinato di pronto intervento specifico. Una sorta di appostamento nei pressi di un cavalcavia, situato a nemmeno cento metri dalle case di due giovanissimi lanciatori. “Siamo soddisfatti dell’intervento – ha detto Mino De Santis, primo dirigente della Questura frusinate - che ha portato all’identificazione dei due ragazzini che stavano giovando a
lanciare sassi con le fionde. Abbiamo provveduto a diffidare al controllo i genitori dei bambini in modo che se nella giornata di oggi o nei prossimi giorni giungeranno in questura segnalazioni di danni a vetture potremmo risalire ai responsabili di quanto
accaduto e scatterà quindi nei loro confronti anche la fase penale”. Al momento non vengono segnalati danni a persone o cose. Meglio così. (ASAPS)

Il commento dell’Asaps

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Possibile che ci siano luoghi nei quali questi episodi sono di fatto più frequenti che altrove? Eppure, a rileggere il recente passato, alcune province, alcune strade, sembrano essere obiettivo abituale dei lanciatori. Giovinastri in cerca di emozioni, potenziali killer seriali sfuggiti all’analisi comportamentale, “unabomber” del sasso scagliato dall’alto senza ragione, senza odio mirato, solo per colpire qualcuno o qualcosa. C’è di più, allora.
Qui, a poca distanza da dove – il 13 agosto 2005 – perse la vita Natale Gioffré, ucciso da un masso di tufo di 41 chili, lanciare sassi alle auto in corsa sembra una pratica maggiormente diffusa che altrove. Alcune agenzie di stampa parlano già della condizione di disagio sociale nella quale vivrebbero i due bambini fermati dalla polizia: famiglie semplici, con scarse risorse, tanto che i due cecchini in erba non avrebbero nemmeno fatto vacanze degne di tal nome, avendo trascorso al mare solo pochi giorni. “Le mamme sono casalinghe – si legge in un lancio d’agenzia – il  papà del più piccolo è camionista e l’altro è un operaio. Vivono in un ambiente umile alla periferia della città. Il loro giardino è la strada, quella via senza uscita che passa proprio sotto il cavalcavia della A1, dove accanto c’è un albergo, un gommista, un elettricista ed un bar”.
Secondo noi, però, non è questo il punto: camionisti, operai e casalinghe, sono professioni dure, e per questo non meno dignitose di tutte le altre. In genere, garantiscono la stabilità della famiglia, anche in tempi difficili come questi. L’Italia, è invece piena di periferie degradate, ma gesti come questo sono ancora capaci di catturare l’attenzione della cronaca e meritarsi un posto in prima pagina. Non è una “piccola storia ignobile”, per dirla alla Francesco Guccini, ma un fatto grave, gravissimo, che deve essere investigato. A conferma del nostro parere giunge la notizia che i due bambini erano in azione dall’inizio dell’estate, e sembra anche che qualcuno tra i genitori sapesse di quest’abitudine.
Saranno stati sgridati, vogliamo sperare, ma in ogni caso non si è stati in grado di correggere il loro comportamento, che non è esattamente quello – evidenziato da molti cuccioli d’uomo – di andare a caccia di lucertole o uccellini. Questi facevano caccia grossa.
Servirebbero i servizi sociali, ma ci dicono che nel comune di Frosinone non sarebbero garantiti svaghi per i bambini meno “abbienti”, quelli che vanno al mare solo per un giorno, quelli che devono per forza crescere male. Siamo lontani, allora, anche dal concetto di innocente “birbonata”, per dirla alla Luigi Bertelli, autore del “Giornalino di Gianburrasca”. Si è, piuttosto, nel degrado dell’ignoranza, dell’assenza evidente dello stato, dello sbando dettato dall’ineducazione – cosa ben diversa dalla maleducazione - civica. Altrimenti non è periferia. (Asaps) 

© asaps.it
Venerdì, 31 Agosto 2007
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