Agente
della Polizia Stradale Israeliana in servizio (archivio asaps) (ASAPS) TEL AVIV (ISRAELE), 31 agosto 2007 –
Israele, nonostante il ruolo rivestito nello scacchiere mediorientale, è un
piccolo paese, che supera di poco i 7 milioni di abitanti. Ora che il suo
territorio conosce una tregua, sul fronte degli attentati kamikaze,
l’attenzione si sposta sull’emergenza più democratica del mondo: la violenza
stradale. L’ultimo fine settimana appena concluso, è costato la vita a 9
persone, ma il governo guidato da Ehud Holmert ha deciso di correre ai ripari.
L’esecutivo ha infatti approvato il progetto del ministro dei trasporti Shaul
Mozaf, realizzato con l’Autorità Nazionale della Sicurezza Stradale, stanziando
altri 22 milioni di shekels (circa 129 milioni di euro) per coprire la serie di
iniziative ideate per ridurre la sinistrosità del 30% entro i prossimi 5 anni.
Le linee guida del programma, già pronte, prevedono l’aumento delle sanzioni
per le violazioni al codice della strada e l’intensificazione delle forze di
polizia nelle zone più rurali, dove si verifica la maggior parte degli
incidenti mortali. Il budget totale dell’autority sale così a 550 milioni di shekels
per il 2008 (quasi 324 milioni di euro). Pochi giorni fa, ne avevamo dato la
notizia, Mofaz si era opposto al taglio delle risorse in questo settore
previsto dal suo collega alle Finanze. Israele si è accorto relativamente tardi
dell’insicurezza sulle proprie strade, ma il 2007 evidenzia una diminuzione del
9% rispetto al 2006. (ASAPS) |
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