(ASAPS) HELSINKI (FINLANDIA), 1
settembre 2007 – Quando abbiamo letto la notizia, riportata sul sito francese
della “Prevenzione Stradale”, lo confessiamo, non riuscivano a credere ai
nostri occhi: un eccesso di velocità, peraltro nemmeno troppo esagerato, punito
con una multa da 20.500 euro! Possibile? Quasi 40 milioni delle “vecchie lire”,
per aver premuto eccessivamente sul gas? Il fatto è avvenuto in una zona 30
km/h ad Aaland, capoluogo dell’omonimo arcipelago che conta oltre 6.500 isole
(scogli compresi) all’ingresso del golfo di Botnia. Aaland è una provincia
autonoma di lingua svedese, 40 km al largo dalle coste di Stoccolma, nota per
essere completamente smilitarizzata, ma votata al più rigido mantenimento delle
norme di civile convivenza. In Finlandia, lo ricordiamo, la velocità massima in
autostrada è di 120 km/h, sulle strade extraurbane è vietato superare i 100 e
le multe si pagano in relazione al reddito. Eh già: in questo modo, il
trasgressore subisce una punizione pecuniaria stabilita in relazione al proprio
reddito dichiarato. Certo, in Italia, alcuni “paperoni” finirebbero con l’aver
diritto addirittura ad un rimborso – vista la dichiarazione dei redditi
presentata all’esattore fiscale – ma nel paese scandinavo, dove l’educazione civica è una cosa seria, le cose vanno
diversamente. La polizia stradale ha infatti rilevato un veicolo, grazie ad un
radar, che stava attraversando una zona con limitazione a 30 km/h alla velocità
di 67 orari. Un’infrazione gravissima, per uno stato che è il primo assoluto,
in Europa (dati ETSC), in termini di rispetto non solo dei limiti, ma anche
dell’uso delle cinture di sicurezza (davanti e dietro) e della soglia legale di
ebbrezza, stabilita dalla legge locale in 0,5 g/l. Il conducente è stato
immediatamente fermato e nei suoi confronti gli agenti hanno redatto un verbale
di contestazione. Quando l’atto è stato perfezionato, la polizia ha scoperto
che il trasgressore – un uomo d’affari svedese titolare di un’azienda in
Finlandia – aveva presentato al fisco di Helsinki una dichiarazione dei redditi
piuttosto corposa: 290mila euro per il 2006. Troppi, secondo l’autorità
amministrativa incaricata di stabilire la portata delle sanzioni, per consentire
al multato di potersela cavare con qualche centinaio di euro, come accadrebbe
nel resto d’Europa. Dal cassetto del ragioniere è stata estratta la formula in
bianco dell’equazione e nei campi sono stati inseriti gli estremi del reddito,
facendo alla fine risultare la modica somma di 20.500 euro (l’equivalente di 50
contravvenzioni ordinarie, di 410 euro ciascuna). Del resto, superare il limite
di velocità – in Finlandia – integra un illecito amministrativo molto grave:
“attentato alla vita altrui”, aggravato in questo caso “dall’aver commesso il fatto
in presenza di numerose scuole sul luogo dell’infrazione”. Tuttavia, secondo il
procuratore capo di Aaland, Jens-Erik Budd, il facoltoso velocista sarebbe stato
addirittura fortunato: se avesse superato i 90 km/h sarebbe finito in prigione.
Lui, il trasgressore, ha annunciato di voler fare ricorso, ma la speranza di
farla franca è oggettivamente scarsa, visto che l’opinione pubblica ha già dato
l’impressione di condividere lo spirito preventivo di un atto così tipicamente
repressivo, e non è nemmeno la prima volta che ciò accade. Inutile tentare un
paragone con l’Italia: nel Belpaese, quando un politico supera i limiti e lo si
viene a sapere, il minimo che ci si può aspettare è un referendum per innalzare
la soglia massima di velocità. (ASAPS)
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