IL GAZZETTINO (Treviso) Le croci sulle
strade tornano a salire Nei
primi otto mesi di quest’anno è già stato superato il numero di morti di tutto
il 2006 In otto mesi, da gennaio ad oggi, le strade della Marca
hanno registrato più decessi che nell’intero 2006. Il "sorpasso"
della cifra dello scorso anno si è avuto proprio ieri, quando dopo due giorni
di agonia è deceduto il 14enne Nicola Possagno, travolto mentre attraversava
via Schiavonesca Priula a Giavera. Con la tragedia del ragazzino, la più
giovane delle vittime della strada nel 2007, salgono così a 79 i morti sulle
strade della Marca, 8 solo ad agosto. Ciò che meraviglia di più è la
percentuale dei deceduti sulle due ruote: oltre la metà ad agosto, il 42\% a
luglio. A colpire, nei primi giorni di agosto, è stato l’incidente
avvenuto alle porte di Feltre, a Carpen, dove morirono in un frontale tra moto
i fratelli 20enni Arianna e Michele Varago di Valdobbiadene, oltre ad un
centauro di 43 anni del posto. La strada viscida, l’alta velocità... un
incidente avvenuto alle porte della Marca (e che quindi non è conteggiato tra i
decessi del 2007), ma che ha toccato profondamente soprattutto i giovanissimi
amici della famiglia Varago. E ancora, il primo giorno del mese muore dopo due
giorni di agonia un motociclista di Padova, Sergio Fabiani, 50 anni: a
Monastier gli taglia la strada un furgone guidato da un marocchino ubriaco. È padovano, di Trebaseleghe, anche il 40enne Stefano
Guglielminetti: muore il 6 agosto dopo 10 giorni di Rianimazione. In sella alla
sua Suzuki 600 ha investito un pedone a Zero Branco, ed è rovinato sull’asfalto
battendo la testa. Il 22 luglio il ventenne Dario Seccafien cade davanti a casa
sempre a Zero Branco: sta provando il motorino, senza casco. Dario, a giugno,
ha già avuto un incidente d’auto ed ha ancora la gamba fasciata: gli è fatale
la nuova caduta con trauma cranico commotivo. Si spegne in ospedale il 7
agosto.In scooter è anche Leonardo Baldo, 60enne, quando cade in via Zenson di
Piave a Treviso. È il 13 agosto, muore dopo poche ore. E così via, fino alla
giovane mamma Cristina Pattaro, 46 anni di Villorba, investita domenica sera a
Pezzan di Carbonera da un gondoliere ubriaco. E non fa tirare un sospiro di
sollievo se questi lutti, 8 solo ad agosto, sono nel complesso meno di quelli
dello stesso mese del 2006, quando furono 10. Con queste morti, tutte di
persone giovani, dall’inizio dell’anno si è superata la cifra del dicembre
2006, che parlava di 78 decessi su strada nell’intero anno. Un record in
positivo, se si può guardare con ottimismo ad un dato che registra quasi
ottanta croci solo sulle strade. Era dal 2003 che ad agosto non se ne registravano
così tante alla fine dei mesi delle ferie (erano 43 nel 2006, 65 nel 2005, 73
nel 2004 e 93 nel 2003). Come ha più volte sostenuto il presidente della Provincia
Leonardo Muraro, l’effetto della patente a punti sta decisamente scemando:
presto per dire se il nuovo decreto legge, chiamato Bianchi come il ministro
dei Trasporti che l’ha emanato, sia efficace o meno. Sembra, almeno dai dati proposti settimanalmente dalle forze
dell’ordine dopo ogni nottata di controlli e pattuglioni, che la frequenza di
chi guida in stato di ebbrezza non accenni a calare come del resto il numero di
chi eccede nella velocità. Efficace può essere la campagna della Provincia con foto
choc di incidenti sulle due ruote, ma alla lunga diventa inefficace. Il bel
tempo ha incentivato l’uso di questi mezzi, ma è anche vero che, a parità di
condizioni, in un anno i morti in bici o moto sono quintuplicati. In
particolare, restando ai dati ufficiali di luglio, quelli su motocicli sono
aumentati da 5 a 13, in bici da 1 a 10, in ciclomotore da 0 a 7. I dati
dell’Ufficio Studi di viale Battisti rivelano inoltre che quasi la metà dei
decessi sulla strada è dovuta ad alterazione psicofisica del conducente, o a
distrazione. Un ultimo dettaglio riguarda i giovanissimi: quelli che
muoiono di notte sono il triplo che di giorno. Il numero si ribalta per gli
ultra-30enni, coloro che perdono la vita tra le 21 e le 6 sono un quarto
rispetto alle ore di luce. Serena Masetto IL GAZZETTINO (Treviso) Al via nelle
osterie la singolare competizione Grande Torneo di
Enodama, sfida in otto locali pubblici Conegliano È iniziato nelle
osterie cittadine il Torneo Enodama 2007, che consiste nel giocare a dama con
bicchieri di vino bianco e rosso al posto delle pedine (*). Negli otto locali
partecipanti si svolgono i tornei di qualificazione. I vincitori delle otto
serate in programma, ognuno in rappresentanza dei rispettivi locale e cantina,
si affronteranno nella finale che si svolgerà nella loggia del municipio, nel
corso della Festa dell’Uva, il 22 settembre alle 16. Al locale vincitore sarà
consegnata una simbolica damiera storica, che dovrà essere custodita fino
all’edizione Enodama dell’anno successivo, ed ai primi tre classificati
toccheranno gustosi premi. Il torneo eliminatorio è cominciato la scorsa
settimana al Bar Ristorante Al Castello (Vini di Conte di Attimis). Le prossime
tappe, sempre con inizio alle 21,15, sono le seguenti: venerdì 31 agosto
Osteria all’Antica Guizza (Vini di Moinèt Prosecco; venerdì 7 settembre Caffè
Centrale-Bar Padova (Vini di Maccari); sabato 8 settembre Bar Al Pioppo (Vini
della Fondazione per l’Insegnamento Enologico di Conegliano); venerdì 14
settembre Caffè Teatro (Vini di Masottina); sabato 15 setembre Bar AiDoLà. (*) Nota: se volete approfondire e saperne di più su questa
pregevole iniziativa, potete cliccare su: http://enodama.blogspot.com/ IL GAZZETTINO (Treviso) La Procura: «Il
recente decreto legge ha indebolito la forza della repressione» «Pensate prima di
legiferare», dice il Procuratore Fojadelli. È un attacco politico? «Basta con questa storia della politica. Chi legifera deve
pensare, da qualunque parte egli stia. Il decreto legge di agosto in materia di
stragi sulla strada, alcool e droga in verità può anche essere un indebolimento
degli strumenti di repressione». Si parla per la millesima volta in Procura delle morti
causate da chi guida ed è ubriaco; da chi guida e magari è senza patente; da
chi guida ed è sotto effetto della droga...«I legislatori sanno bene che arrestare è vietato solo per l’omicidio
commesso con la macchina; se si voleva reprimere l’omicidio andava considerato,
caso per caso, ma comunque di base alla stregua di un omicidio. Quello per i
guidatori ubriachi e magari anche recidivi che restano fuori è un favore che
esiste solo in Italia, sinistra o destra che sia al Governo». In effetti l’Italia ha trecentomila leggi, la Germania circa
trentamila; quando ne viene fatta una nuova, come nel caso di agosto, si emenda
qualcosa lasciando il resto, e così per capire dieci righe se ne devono
studiare mille. «È un impianto normativo debole e inconsistente - dice il
magistrato - e non credo che la sicurezza stradale fosse un tema su cui
intervenire con un decreto legge. Abbiamo fatto una riunione in Procura, e
abbiamo stabilito che non è tecnicamente possibile applicare la misura
cautelare». Ieri c’è stato un altro morto. Ma chi ha causato la morte precedente, una signora di 44 anni travolta
mentre era in bici, guidava un mezzo con 2.5\% di alcool nel sangue, ai limiti
del coma etilico. «In altri Paesi - dice Fojadelli - come la Spagna o la
Francia, le forze che eseguono i controlli sono in numero tale da poter testare
il 60\% dei conducenti. Da noi è molto se si ferma il 6\%; la garanzia di farla
franca certo non è un sistema per far ragionare chi si mette al volante con 2.5
di livello etilico». Del resto è noto
che l’Italia conta migliaia di autovelox ma non altrettanti kit per valutare il
tasso alcoolico; e che quasi sempre le forze dell’ordine devono chiedere ai
Vigili urbani di uscire con l’etilometro ed eseguire il test, perchè non ce ne
sono da dare in dotazione alle pattuglie. In realtà non ci sono nemmeno molte
pattuglie... Eppure l’Italia ha le tasse più alte d’Europa. È di ieri la vignetta sul giornale che dice: «In Francia
Sarkozy ha paura del popolo; in Italia il popolo ha paura dei politici». Antonella Federici IL GAZZETTINO (Venezia) Si mettono al
volante ubriachi ... Si mettono al volante ubriachi fradici, trasformando i loro
bisonti in vere e proprie bombe ad orologeria vaganti, lungo i chilometri
d’asfalto più trafficati d’Italia, quelli dell’A4, nel tratto Padova-Roncade.
Un fenomeno che sta dilagando in maniera esponenziale e che quasi sempre
coinvolge conducenti stranieri. Risale all’altro ieri l’ultimo inquietante
episodio con protagonista un lituano di 42 anni, bloccato in tangenziale poco
prima dell’area di servizio Bazzera, direzione Trieste. «Una cosa mai vista
prima - commentano gli agenti del comandante Ciro Pellone - il camionista era praticamente sul filo del
coma etilico. È solo un miracolo se non ha provocato una strage». A mettere
in allarme la pattuglia di servizio in autostrada, le numerose telefonate al
113 di automobilisti terrorizzati dall’aver vissuto l’incubo di condividere un
tratto di strada sulla scia di quel tir impazzito che oltre a viaggiare a
velocità sostenuta continuava a saltare di corsia, costringendo a brusche
frenate e a repentini slalom per evitare di essere travolti o schiacciati contro
il guardrail. La fine corsa per l’autoarticolato giunge alle 17.30, quando i
poliziotti riescono a farlo accostare e non senza problemi. L’uomo al posto di guida, apre lo sportello
per scendere e, fuor di metafora, rotola pesantemente sul piazzale. È talmente
sbronzo da non reggersi in piedi e da non essere in grado nemmeno di soffiare
nel palloncino. Una volta giunto l’interprete, perché non spiaccica
alcunché d’italiano, si scopre che proviene addirittura da Rovigo e che si sta
dirigendo oltre confine. Poi il vuoto. Crolla sul sedile dove dormirà
profondamente tutta la notte, smaltendo un sbornia che oltre a mettere in
pericolo l’incolumità di centinaia di persone, gli è costata il ritiro della
patente da uno a due anni, il fermo del mezzo e 2.500 euro di multa. Ieri
mattina lo ha recuperato un connazionale, arrivato appositamente per
riaccompagnarlo in patria insieme al camion. Sette le patenti ritirate ieri
sempre dalla Polstrada nell’ambito dell’operazione guida sicura. Cinque per
eccesso di velocità: il più avventato è risultato un venticinquenne veneziano
beccato sulla sua Toyota Yaris in località Portegrandi, sulla Triestina, a 105
chilometri all’ora su un tratto con limite di 50. Un italofrancese si è visto
invece sospendere la patente per violazione alla normativa sul trasporto di
merci pericolose. Di fronte ai poliziotti che gli contestavano la mancata
esibizione delle tabelle previste per legge, si è giustificato dicendo di
essersene dimenticato: nell’autocisterna benzina per Formula Uno acquistata
dalla Renault. Il fatto più sorprendente della giornata si registra poco prima
delle venti, quando in tangenziale viene controllato un Fiorino che come
certificato dalla verifica del Nucleo radiometrico dei Vigili del fuoco risulta
radioattivo: la sorgente è nel cassone dove è collocata una speciale penna
dosimetrica completamente fuori scala e quindi altamente contaminante. Il
veicolo è di proprietà di una ditta veneziana specializzata nella verifica
radiografica delle tubazioni: nessuna schermatura e totale assenza di
autorizzazioni. Del tutto ignaro dei rischi legati a quella particolare
strumentazione e ai conseguenti obblighi di legge, l’autista, un rumeno di 32
anni regolarmente assunto. Furgone sequestrato, patente sospesa da due a sei
mesi, sanzione amministrativa di tremila euro. Monica Andolfatto IL GAZZETTINO (Treviso) Un’indagine su un
campione di minorenni rivela che i giovani sono attratti da cannabis (32\%),
cocaina (5,5) ed ecstasy (4,7) Un ragazzo su tre
schiavo della droga A scuola una task
force per fronteggiare l’emergenza: l’Usl mette in campo operatori
specializzati Un ragazzo trevigiano su 3 è schiavo della cannabis, uno su
20 dipende dalla cocaina, quasi uno su 20 assume ecstasy. Sono i dati
sconvolgenti che emergono da un’indagine regionale, promossa dall’assessorato
alle Politiche sociali su un campione di ragazzi tra i 14 e i 18 anni, nelle
varie province del Veneto. Proiettando nel nostro territorio la capillare
ricerca, condotta con rigore scientifico, si raggiungono cifre che lasciano a
bocca aperta: il possibile uso di sostanze stupefacenti coinvolge oltre il 50
per cento dei minori. Per il territorio dell’Usl 9 significa esattamente 7.375
ragazzi, sul complesso della popolazione totale di utenti under 18, pari a 14.048
unità. I numeri dettagliati, sostanza per sostanza, si possono leggere
nell’articolo pubblicato qui accanto, ma già il primo dato mette sull’allarme
gli operatori socio-sanitari, gli insegnanti, i genitori che devono affrontare
una vera e propria emergenza. Tanto che l’Usl 9 ha deciso, a partire da questo
nuovo anno scolastico, di lanciare un deciso attacco contro la diffusione della
droga a scuola, allestendo una task force pronta ad intervenire in caso di
bisogno. «Vorrei precisare che questo non esclude gli altri atti che
i dirigenti scolastici devono compiere in caso di sospetto uso o spaccio di
droga in ambito scolastico» precisa il dottor Germano Zanusso direttore del
Dipartimento dipendenze dell’Usl 9. Qualora si sospetti un traffico illecito
nel proprio istituto, il preside deve allertare immediatamente le forze
dell’ordine e in caso di emergenza sanitaria il 118. Nel contempo però può
chiedere aiuto agli specialsiti dell’Usl 9 che provvedono ad intervenire
supportando gli insegnanti, consigliando il modo migliore di procedere e
"agganciando" i ragazzi difficili. Il tutto utilizzando il Cic,
Centro di informazione e consulenza interno all’istituto, che verrà
ulteriormente potenziato. È inutile -
secondo i dirigenti dell’Usl - che il mondo adulto metta la testa sotto la
sabbia e ignori un fenomeno ormai dilagante: la droga ricreativa, quella che
aiuta a perdere le inibizioni e sembra migliorare le prestazioni, senza far
perdere il controllo. Così almeno pensano i ragazzi. «In effetti - precisa
Zanusso - i danni ci sono eccome e il controllo risulta solo apparente».Oltre
a rispondere in caso di emergenza, il gruppo Prevenzione operante nel
Dipartimento Dipendenze attuerà alcuni incontri programmati: nelle classi prime
e seconde degli Istituti di formazione professionale, al Duca degli Abruzzi,
Alberini, Giorgi e Obici presentando il progetto "LInk" che mira ad
agganciare le fasce più giovani utilizzando il sistema informatico. Ottimi
risultati ha ottenuto un altro progetto similare, il Kriptos, consultabile via
Web dai ragazzi che psosono formulare domande e partecipare ad una sorta di
blog. Ma pure gli insegnanti torneranno sui banchi di scuola nei
medesimi istituti, per imparare ad affrontare il fenomeno tossicodipendenze,
così mutato negli ultimi anni. Se l’eroina rimane comunque a tassi invariati,
senza aumentare ma neppure calare nei numeri assoluti, ciò che cresce in
maniera esponenziale è l’uso delle nuove droghe, tra cui l’ecstasy e la
cocaina, molto amata dai giovanissimi, con casi di 14 o 15 anni. Aumentano i
minori dipendenti dalle droghe (soprattutto le femmine) e aumenta chi abusa di
alcolici e superalcolici, talvolta utilizzando cocktail pericolosissimi. «I dati relativi
all’abuso alcolico sono sottostimati» precisa il dottor Zanusso, convinto che nella nostra cultura l’abuso
di vino, birra o spritz sia tutto sommato tollerato. Il problema è che i
nostri vecchi passavano ore in osteria bevendo "ombre", mangiando
cicchetti e giocando a carte, mentre i ragazzi trascorrono serate al bar (magari
prima di andare in discoteca) bevendo e basta. «Quali alternative costruire per proporre del sano divertimento?»
questa secondo Zanusso è la sfida che il mondo adulto dovrebbe cogliere, a
partire dalla scuola. Laura Simeoni LIBERTA’ L’approccio migliore
per parlare con i giovani Piacenza - (c.p.) Contano
molto i contenuti ma ancor di più, e addirittura in maniera incredibile, le
modalità con cui questi vengono trasmessi. L’orientamento della comunità
scientifica internazionale in tema di prevenzione, in questo caso sull’utilizzo
di alcol e stupefacenti, propende sempre più verso un approccio e un
coinvolgimento diretto di coloro ai quali il messaggio è indirizzato. In questo
caso i giovani che devono essere interpellati e "messi in mezzo" per
riflettere direttamente delle problematiche che li vedono coinvolti. Ne è
convinto Antonio Mosti, responsabile
Sert dell’Ausl di Piacenza, che tra l’altro proprio in questo periodo sta
curando - è sua la direzione scientifica - un progetto, sul modello di prevenzione
più efficace nelle scuole, promosso dal ministero della Salute e che vede
coinvolte diverse regioni, l’Emilia Romagna capofila. «A partire dall’esperienza nazionale e internazionale -
spiega il dottor Mosti - si è visto che funzionano
meglio quei progetti che prevedono il coinvolgimento diretto degli interessati,
in questo caso i giovani. Più i ragazzi riflettono direttamente sulle loro
problematiche, più si sentono "responsabilizzati" verso le loro
azioni». Dunque ai giovani si deve parlare dei rischi che corrono, ma
soprattutto occorre farli parlare,dare sfogo e risposta alle loro domande e
necessità. «Occorre trovare gli strumenti - prosegue Mosti - per vivere
un’esperienza tra pari. Occorre fare uno sforzo per "tirar dentro" i
ragazzi nei loro problemi. E questo lo si arriva a dire sulla base di dati
molto concreti. Non è che dicendo le cose giuste, le cose si aggiustino,
occorre trovare il modo più corretto per approcciare il problema. Non solo lezioni di buon senso, non solo
competenze scientifiche ma modalità adeguate di approccio». Bisogna
individuare target diretti, mentre risulterebbero poco incisivi gli interventi
a spot con programmi risolutivi che non possono valere per tutti. Positivo
quindi che ad entrare in classe siano i volontari. «L’esperienza diretta del
volontario - commenta il dottor Mosti - non è un’esperienza qualunque o di un
professionista, inoltre la passione che riesce a trasmettere ha più possibilità
di essere attraente per i giovani». ASGMEDIA.IT Ue - Sessione di
martedí 4 settembre Seduta solenne in
onore del presidente portoghese L’Aula accoglierà in seduta solenne il Presidente portoghese
An bal CAVACO
SILVA. Una relazione
all’esame della Plenaria chiede misure volte a prevenire e combattere il
consumo nocivo e pericoloso di alcol da parte dei minori, delle donne in stato
di gravidanza e dei guidatori. Propone campagne di sensibilizzazione, limiti
d’accesso severi agli alcolici per i giovani (in particolare agli alcopop) e
zero alcol per i neopatentati. Ma anche la sospensione prolungata della patente
e confisca del veicolo per chi guida in stato di ebbrezza. Sollecita anche
avvertenze sanitarie sulle confezioni (relazione Foglietta).Il Parlamento approverà una nuova
direttiva che - recependo le norme internazionali in materia - semplifica e
armonizza la legislazione europea sul trasporto di merci pericolose su strada,
ferrovia e vie navigabili interne (relazione Liberadzki).Una relazione
all’esame della Plenaria sottolinea l’importanza di una revisione del mercato
unico che dimostri ai cittadini i vantaggi che possono trarne. Occorre quindi
sviluppare l’innovazione, la concorrenza e la libera circolazione dei
lavoratori, delle merci e dei servizi. Ma anche liberalizzare i mercati
postali, integrare il settore finanziario ed esaminare i sistemi fiscali. È poi
necessario lottare contro le contraffazioni e ridurre gli oneri amministrativi
delle imprese (relazione Toubon).L’Aula esaminerà delle proposte volte a
semplificare talune norme che disciplinano il settore del latte. I deputati
accolgono con favore la possibilità di correggere il contenuto proteico del
latte, ma chiedono che i risparmi generati dalla riduzione del prezzo
d’intervento restino al settore. Contrari all’abolizione del regime d’ammasso
privato per crema e latte in polvere, chiedono l’aumento dell’aiuto alla
distribuzione del latte nelle scuole. Auspicano poi piú chiarezza
nell’etichettatura (relazioni Jeggle) (red). ASCA VENETO:
DOPO PAUSA ESTIVA CONSIGLIO REGIONALE SI RIUNISCE IL 5/9 (ASCA) - Venezia, 31
ago - Riprende l’attivita’ del Consiglio regionale del Veneto dopo la pausa di
agosto. L’assemblea legislativa di palazzo Ferro-Fini si riunisce in seduta
plenaria mercoledi’ 5 e giovedi’ 6 settembre, con inizio dei lavori a partire
dalle ore 10.30: primo argomento in
discussione, gia’ avviato nell’ultima seduta del 31 luglio, le nuove norme per
la somministrazione di alimenti e bevande negli esercizi pubblici che
prevedono, all’articolo 6, anche il divieto di vendere e servire alcolici tra
l’una di notte e le sei del mattino. Si rimette in moto anche l’attivita’ delle commissioni
consiliari: martedi’ 4 settembre sono convocate la terza, la quarta e la
settima commissione. La terza commissione (Attivita’ produttive) dovra’
pronunciarsi sui criteri per la presentazione dei progetti e la ripartizione
dei contributi previsti dalla legge regionale a favore della cooperazione e sul
programma triennale di applicazione delle norme a favore dei veneti nel mondo e
del loro eventuale rientro. La commissione Agricoltura e Caccia incontra i presidenti
delle amministrazioni provinciali del Veneto in merito alla delibera di Giunta
del 7 agosto scorso che modifica il piano faunistico venatorio regionale e
affida alle Province la facolta’ di istituire o meno i cosiddetti ’’corridoi di
caccia’’ tra aziende faunistiche venatorie e aree protette. Infine la commissione Ambiente avvia l’iter di esame del
nuovo piano regionale di tutela delle acque e discute la dismissione
dell’impianto di depurazione di Conco, sull’altopiano di Asiago, e il relativo
conferimento dei reflui fognari al depuratore di Lusiana. res-muz/sam/alf LA GAZZETTA DI PARMA Ordinanza
anti-alcol: protesta in centro CARTELLI IRONICI
IN DIVERSI BAR CALCIO E ORDINE
PUBBLICO Ma tanti gestori
hanno deciso di non rispettare il divieto Francesca Lombardi «Il fegato ringrazia,
oggi c’è Parma-Juve». Al bar «Le Malve» di via Farini provano a riderci su.
Ma anche loro, i baristi che hanno tappezzato gli scaffali di cartelli ironici,
fanno fatica. Perché non vendere alcol
per sette ore, nemmeno nei bicchieri di plastica, non è solo una perdita
economica, ma, anche «un qualcosa di insensato e imbarazzante». L’ordinanza
del Comune, per tramite della Questura, parla chiaro: vietata la vendita di
bevande alcoliche, e di qualsiasi bibita in lattina o in vetro, da cinque ore
prima a due ore dopo l’inizio di alcune partite di calcio. Ieri, dalle 16 alle
23. Mezza città è in dieta alcolica. Anche quella mezza a cui della partita,
fondamentalmente, poco importa. Mancano pochi minuti alle 20, e qualche
famiglia decide di cenare in pizzeria. «Qui è un bordello - dice senza mezzi
termini Roberto Lauria, titolare del ristorante- pizzeria San Martino di via
Bizzozero -: non si capisce nemmeno cosa dobbiamo fare. continua... IL GAZZETTINO (Rovigo) PORTO TOLLE In
piazza Ciceruacchio Lotta
all’alcolismo durante l’happy hour Divertimento ma
senza "sballo" (e.g.) Happy hour in piazza Ciceruacchio, questa sera a
partire dalle 18. Si, ma rigorosamente
analcolico. La 5. edizione del Musicassociando, infatti, ha scelto di
promuovere la cultura del divertimento senza sballo (alcolico) e della
prevenzione degli incidenti stradali dovuti all’ubriachezza. E se domani si
terrà un dibattito proprio su questo tema, già questa sera la questione verrà
introdotta in maniera graffiante e provocatoria nel corso della
rappresentazione teatrale "E da qui
comincia il silenzio". Proposto dall’assessorato alla cultura, si tratta di una
forma a metà tra lo spettacolo, il monologo e l’orazione civile che mescola e
contamina gli stili narrativi del teatro (Rosario Parente), delle canzoni
(Marco Anzovino), dei videoclip (Francesco Guazzoni) e dei suoni (Massimo
Rispoli). "Schiantarvi con la
macchina è un vostro diritto, e poi libera le strade" è la provocazione di
fondo per illustrare il dramma degli 8mila incidenti stradali al giorno e della
prima causa di morte per i giovani. Un racconto nato sulla strada e un
lungo momento teatrale, quasi fisico, dove l’occhio vede, scruta, ride, si
commuove, le mani si stringono, cercano, sperano, la voce provoca, trema di
emozione, smorfia di ironia e rabbia, l’orecchio ascolta, proietta ricordi, e s’illude che non rimanga soltanto
silenzio. Finanziato dal Ministero per i trasporti, dalla provincia di
Pordenone e dall’azienda sanitaria di Pordenone, dal settembre 2006 lo
spettacolo viene portato nelle piazze e nei teatri del nord Italia dal
cantautore pordenonese Marco Anzovino. Solida carriera come spalla di artisti
affermati, Anzovino ha ottenuto premi e riconoscimenti da pubblico e critica a
livello nazionale ma anche internazionale, e si è diplomato nel 2006 nella
prestigiosa Hope Music School di Roma. Due gli album all’attivo: "Marco
Anzovino" del 2004 e "Canzoni ad occhi chiusi" del 2005, mentre
il brano "Già lo so" è contenuto nella raccolta "Ascoltami -
voci a Nordest" del 2006. Del maggio scorso, infine, l’uscita del libro-cd
"Il fluire degli eventi". CORRIERE ADRIATICO Forse la coppia era in preda ai fumi dell’alcol Lui lavora come cuoco ed è di Monte San Giusto Lei nell’azienda di calzature dei suoi genitori La donna arrestata per tentato omicidio Coltellate dopo il litigio, ora è in carcere. Il marito, operato nella notte, migliora CORRIDONIA - E’ stato sottoposto nella notte a un intervento chirurgico e non è in pericolo di vita, Alessandro Luchetti, 42 anni, accoltellato mercoledì sera dalla moglie Manuela Tronelli, 30 anni, a San Claudio di Corridonia. Luchetti, che di mestiere fa il cuoco, ha avuto la peggio al culmine di un litigio, ed è stato raggiunto da due coltellate, una all’addome e l’altra al torace. Richiamati dalle urla, sono subito intervenuti i vicini di casa che hanno dato l’allarme facendo accorrere i carabinieri e un’autoambulanza. L’uomo, ricoverato all’ospedale di Macerata, è stato operato per suturare le lesioni interne. L’intervento è perfettamente riuscito e le sue condizioni si
sono subito stabilizzate. Ora si trova in sala di rianimazione e la prognosi
rimane riservata. La donna, accompagnata nella caserma dei carabinieri in stato
di fermo, durante la notte è stata interrogata dal sostituto procuratore della
Repubblica Massimiliano Siddi, che coordina l’indagine. La Tronelli era
assistita dall’avvocato Giovanni De Benedictis. Al termine dell’interrogatorio,
è stato emesso un ordine di arresto per l’ipotesi di reato di tentato omicidio.
L’indagata è stata quindi immediatamente trasferita nel carcere di Camerino, a
disposizione dell’autorità giudiziaria. Circa le cause del litigio, si parla di
una situazione familiare degenerata nel tempo, nonostante i due fossero
sposati, senza figli, soltanto da quattro anni. Evidentemente la donna, in
preda all’ira dopo l’ennesimo litigio (che è stato particolarmente violento
perché anche la Tronelli presentava delle ecchimosi e contusioni), ha afferrato
un coltello da cucina (locale in cui si è accesa la discussione, subito dopo
cena) e ha colpito il marito. Le indagini sono condotte dai carabinieri della
stazione di Corridonia e del Nucleo radiomobile di Macerata diretti dal tenente
Carmine Elefante. Gli inquirenti proseguono ora l’attività d’indagine al fine
di delineare con ulteriore precisione i contorni dell’accaduto. Sembrerebbe che la coppia, al momento del
litigio, fosse sotto l’effetto dell’alcol. E questa condizione avrebbe
contribuito ad esagitare gli animi. La discussione è nata per futili motivi. La
donna, che lavora a Morrovalle nell’azienda di calzature dei genitori, ha
raccontato agli investigatori che il marito, originario di Monte San Giusto, si
sarebbe arrabbiato perché lei si era momentaneamente allontanata da casa senza
dirgli dove si sarebbe recata. I due si sarebbero beccati prima a parole. E in poco tempo si è passati alle mani. Nel vivo della lite,
la donna - che si trovava in cucina - ha afferrato un coltello ed ha colpito il
marito. Non è la prima volta che i due si rendono protagonisti di accesi
battibecchi. Già in passato, infatti, gli alterchi non erano passati
inosservati ai numerosi residenti del quartiere, situato nei pressi del circolo
ricreativo, nella zona nuova di San Claudio. E spesso, sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori, con la
complicità di qualche bicchiere di troppo. I loro problemi, comunque, erano rimasti sempre confinati
all’’interno delle loro mura domestiche. Ma mercoledì sera la situazione è
degenerata. I residenti del quartiere sono stati richiamati dalle sirene
dell’ambulanza allertata da parte del 118 e da quelle dei militari dell’Arma,
giunti sul posto nel volgere di pochi minuti. La notizia dell’accaduto si è
subito sparsa a macchia d’olio e tanti curiosi hanno raggiunto via Pietro
Simone per assistere ai rilievi degli investigatori. Intanto il pm Siddi ha
chiesto l’udienza di convalida dell’arresto e nei prossimi giorni Manuela
Tronelli dovrà comparire davanti al gip Claudio Bonifazi. DANIEL FERMANELLI IL GAZZETTINO (Venezia) IN
COMMISSARIATO Picchia e minaccia
un poliziotto In manette slavo di ventisei anni Chioggia (m.b.) Uno slavo residente a Castelfranco Veneto, M.Z. di 26
anni, è stato arrestato dalla polizia di Chioggia per resistenza, violenza,
minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Il fatto è accaduto mercoledì verso le
19. Una segnalazione mette una volante al corrente che su una Mercedes sul
lungomare Adriatico di Sottomarina ci sono due slavi visibilmente alticci. Gli agenti riescono a fermare l’auto poco
dopo. Alla guida c’è un artigiano di Castelfranco Veneto di origini slave, S.F.
di 29 anni e al suo fianco il connazionale 26enne. Entrambi sono noti alle
forze dell’ordine per il possesso in passato di piccole quantità di droga e
così i poliziotti decidono di perquisirli. Di droga nessuna traccia ma i vestiti e l’abitacolo odoravano
chiaramente di alcol numerose lattine di birra vuote si trovavano nella vettura.
Così S.F. è stato sottoposto all’etilometro risultato positivo. Entrambi sono
stati accompagnati in commissariato per accertare l’esatto valore di alcol nel
sangue del conducente e per procedere al verbale. Mentre si procedeva al
sequestro del mezzo e al ritiro della patente del guidatore è cominciato lo
show di M.Z che ha cominciato col
prendere per il collo uno dei poliziotti finendo anche con lo sputargli in
viso. Circondato è poi stato sopraffatto, ammanettato e condotto al carcere
veneziano. Oggi verrà processato per direttissima. IL SECOLO XIX prologo caldo La polizia evita
il contatto con i fans doriani. Un funzionario ricoverato Genova. Inizio con
mattinata tra birre e macaia, conclusione nel pre partita tra lacrimogeni e
manganellate, lanci di bottiglie e pietre. Italiano o europeo, il calcio
purtroppo lamenta sempre la solita malattia della violenza. Se a Spalato non
c’erano stati incidenti o tensioni particolari, a Genova il prepartita ha
rischiato di avere conseguenze pesanti con un’ora di incidenti e di tensioni. La giornata della Torcida spalatina in trasferta era
iniziata attorno alle 11 con l’arrivo dei primi pullman a Genova (dopo una
spesa a piene mani e portafogli cuciti al grill di Giovo Sud, sulla A26) e lo
sciame croato ha subito invaso il centro storico, piazza De Ferrari e l’area
del Porto Antico. Uno sciame ad alto
tasso alcolico visto il tappeto di bottiglie di birra, bottiglioni di vino,
tetrapak di Tavernello (*) e anche
bottiglie di Ballantine lasciate sul selciato. Qualche scritta sui muri inneggianti alla "Torcida 95 Split",
il gruppo caldo e irruento che aveva colorato ed esaurito lo stadio di Spalato,
peraltro senza problemi per i cinquecento tifosi blucerchiati sbarcati oltre
Adriatico. A Genova sono arrivati in un migliaio con pullman, auto private e
pulmini. Nessun problema nella mattinata e nel pomeriggio, se non interventi
per "contenere" chi subiva le conseguenze della miscela alcol-caldo o
per soccorrere qualche malore a De Ferrari con il porticato attorno al Carlo
Felice trasformato in una sorta di campeggio con tifosi croati stesi a
rifiatare, utilizzando come "asciugamano" dei cartoni recuperati
chissà dove. Poi la svolta in negativo nel tardo pomeriggio quando, dopo
le 18, il grosso della tifoseria croata si è mossa verso lo stadio, controllata
a distanza del servizio di sicurezza di polizia, carabinieri e finanzieri con
la polizia municipale impegnata nel non semplice compito di gestire il
traffico. Mentre il corteo croato stava risalendo verso lo stadio e un gruppo
era già nell’antistadio prospiciente la Nord (la tifoseria ospite è stata
sistemata nel gabbione tra Tribune e gradinata Nord), all’altezza di ponte
Serra, la scintilla. La prima ricostruzione operata dalla polizia parla di un
gruppo di tifosi della Sampdoria che ha attraversato il ponte. La polizia è
intervenuta e si è frapposta fra i due gruppi per evitare lo scontro. A quel
punto è iniziata una pioggia di bottiglie e pietre sulle forze dell’ordine che
hanno dovuto caricare per disperdere i contendenti e spingere i tifosi croati
dentro le cancellate dell’antistadio. Gli scontri sono stati violenti, con lo
sparo di lacrimogeni. A fatica la situazione è poi tornata sotto controllo tra
il fuggi fuggi dei tifosi diretti allo stadio in tranquillità e sorpresi, loro
malgrado, dagli incidenti. Una decina i contusi, tra questi alcuni appartenenti al
servizio di sicurezza e il dirigente della Mobile Brasone (colpito al volto col
collo di una bottiglia, ricoverato al San Martino, 25 giorni di prognosi). La
tensione è poi proseguita con i croati che hanno divelto del selciato
rilanciando delle pietre all’esterno delle cancellate. Gradualmente la
situazione è poi tornata sotto controllo. Attorno alle 19.30 si poteva dire che
la "normalità" era fatta di reciproche provocazioni verbali tra i
croati (non indifferenti come numero le esibizioni di saluti romani) e qualche
gruppetto di sampdoriani diretti alla Sud. Verso le 20 l’arrivo di cinque
pullman e pulmini di tifosi croati che erano alloggiati in albergo, senza
problemi. Dentro lo stadio la seconda esibizione europea dopo quella
con il Cherno More, con la Sud in gran spolvero e il gabbione della Torcida
invaso dalla nuvola di alcuni fumogeni. Standing ovation per Antonio Cassano.
Poi è pallone europeo. Marcello Zinola (*) Nota: “Tavernello
è per un consumo di vino moderato ed ai pasti”. IL TRENTINO La famiglia Perpignan: onesto e sfortunato, ma con dignità VOLANO. Agli amici e ai parenti resteranno molti dubbi. Se
sia stata un’overdose cercata, se nell’appartamento ci fosse qualcun altro,
sono domande che resteranno senza risposta. La dignità dell’uomo, però, la
vogliono tutelare fino in fondo. Sono i suoi famigliari a voler parlare di
Fabio Perpignan, 48 anni, trovato morto
come la sua compagna nell’appartamento di lei a Bolzano per una dose eccessiva
di droga (eroina, con ogni probabilità, ma a dirlo sarà l’autopsia). E’ la
sorella Fabiola ad interpretare il pensiero della propria famiglia: «Fabio era una persona buona e sfortunata,
fragile proprio per la sua bontà. Ha ceduto alla droga, ma era un uomo
onesto, non un balordo. Mai stato arrestato, nè per spaccio nè per aver rubato
per procurarsi la droga. Ha sempre lavorato, fino ai suoi ultimi giorni, e da
nove anni viveva a Bolzano. Con l’eroina aveva avuto una vecchia frequentazione,
ma il suo problema era l’alcol.
Tanto che che 14 mesi fa era approdato alla comunità Hands di Bolzano,
specializzata nel recupero dall’etilismo. Dove tra l’altro gli operatori,
quando abbiamo telefonato perchè da alcuni giorni non avevamo più notizie di
Fabio, ci avevano rassicurato. “Temete una ricaduta? State sereni, Fabio è a
posto” ci avevano detto, perchè l’avevano conosciuto bene, misurandolo nelle
sue qualità. Mariangela, la sua ragazza,
l’aveva conosciuta in una comunità per alcolisti ad Arco, undici anni fa, e
presto erano andati a vivere insieme a Laives». Due anni fa la coppia era
entrata in crisi e Fabio, a causa di troppe assenze per malattia, perse il
lavoro. Nella comunità Hands però, dove era stato accolto benissimo, ci aveva messo
poco a guadagnarsi la stima e la fiducia di tutti. E così aveva trovato anche
nuova occupazione come portinaio e centralinista. La settimana scorsa era a
Volano, per assistere il babbo malato. Poi il rientro a Bolzano e il silenzio,
fino al triste ritrovamento di martedì. Sabato con ogni probabilità si
svolgeranno i funerali, alle 17 a Volano. (gil) IL GAZZETTINO (Treviso) SPRESIANO Attraversa sulle
strisce: falciata da uno scooter Il padre: «I
carabinieri verifichino quanto correva l’investitore e se fosse ubriaco: queste
cose non possono succedere» Spresiano Attraversava sulle strisce pedonali: è stata travolta da uno
scooter cadendo sull’asfalto e battendo la testa. Raffaella Castelletto, 27
anni a fine settembre, mamma di una bambina di 10, ora è ricoverata in
Neurochirurgia al Ca’ Foncello. E’ in prognosi riservata, con un trauma cranico;
non dovrebbe essere in pericolo di vita, ma le sue condizioni sono comunque
considerate serie. Erano le 20 di mercoledì sera; la giovane mamma stava
attraversando via Nazionale davanti alla chiesa parrocchiale. Aveva con sè la
bicicletta, con la quale si spostava quando non aveva da compiere grandi
distanze. Visto che si trovava sulle strisce pedonali, un’automobile si è
fermata per farla passare, dandole la precedenza. Ma non così uno scooter di
grossa cilindrata: sorpassando l’auto in sosta, si è avveduto troppo tardi
della bicicletta che stava attraversando la Pontebbana. La donna è stata
centrata in pieno dal motociclo, ed ha battuto la testa violentemente contro
l’asfalto. Anche il conducente dello scooter è finito a terra, non riuscendo a
controllare la moto. Si è fermato 80
metri più avanti. L’incidente, l’ennesimo in quel punto, ha lasciato
sconvolta la famiglia di Raffaella, e soprattutto papà Paolo Castelletto:
"Non si possono continuare a sentire queste cose: non solo in quel punto è
vietato il sorpasso, ma quel motociclista mia figlia non l’ha neppure vista.
Sempre là, su quelle strisce, ci sono stati anche due mortali. Di sicuro
quell’uomo in moto correva: altrimenti non è possibile che sia caduto finendo
la corsa 80 metri più avanti. Sarebbe
giusto che i carabinieri verificassero quanto correva e che tasso alcolico
avesse nel sangue (*): queste cose non debbono più succedere, mia figlia
era ben visibile mentre attraversava. Ed ora è in prognosi riservata in
ospedale". Serena Masetto (*) Nota: l’alcolemia va controllata in ogni caso di
incidente, a tutti i conducenti coinvolti. IL GAZZETTINO (Belluno) SEDICO Corso di
sensibilizzazione all’alcol Sono aperte le
adesioni ad un corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale ai
problemi alcoolcorelati.
L’iniziativa è promossa dal Centro alcologico. Adesioni telefonando allo
0435402596. Il corso si terrà a fine settembre in cinque giornate. IL GAZZETTINO (Padova) Trentacinquenne in preda ai fumi dell’alcol, a bordo di una Mercedes, imbocca un senso vietato e si scontra con un’auto ferma allo stop Ubriaca al volante distrugge due macchine L’incidente,
fortunatamente senza feriti, in via Vò de Buffi. Ritiro della patente e
denuncia per guida in stato di ebbrezza Monselice Ubriaca alla guida dell’auto, ha provocato un incidente.
Miracolosamente senza gravi conseguenze. Solo danni alle vetture. È accaduto
l’altra mattina, in via Vò De Buffi. Sono le 13. Al volante di una Mercedes, M.M.,
trentacinquenne, residente nella città della Rocca, avanza zigzagando sulla
strada. Fortunatamente la via è sgombra. È in evidente stato di ebbrezza. Allo stop di via Alcide De Gasperi è ferma un’Alfa Romeo. Al
volante si trova G.M., 48 anni, abitante a Pernumia. L’uomo osserva la scena
incredulo. Il buon senso gli suggerisce di non muoversi. La Mercedes, raggiunto l’incrocio, gira a sinistra. La
conducente non avverte che su un lato della strada campeggia il segnale di
divieto d’accesso. La manovra di svolta a sinistra si complica ulteriormente.
La Mercedes finisce contro la fiancata dell’Alfa ferma allo stop. Lo stridore delle lamiere fa ritrovare alla donna un po’ di
lucidità. Immediatamente innesta la retromarcia e ritorna in via Vò De Buffi.
L’auto percorre qualche metro, quindi si arresta sulla corsia contraria a
quella del senso di marcia. La situazione obiettivamente appare pericolosa. Lo avverte
bene G.M., il quale spegne il motore e corre a prestare soccorso alla
conducente della lussuosa berlina. La giovane è accasciata sul volante, sta
male. L’uomo allerta il 118. Dall’ospedale di Monselice parte un’ambulanza. Gli operatori sanitari si rendono conto
subito che la donna ha alzato troppo il gomito. Pertanto la stendono sulla
barella e la trasportano al pronto soccorso. I medici la sottopongono ad una
serie di accertamenti. Sarà dimessa solo a sbornia smaltita. Nessun ferita è stata riportata dalla donna e neppure
dall’automobilista investito. In seguito agli accertamenti eseguiti dai medici,
gli agenti della polizia locale hanno proceduto al ritiro della patente di M.M.
Oltre che con i postumi dell’alcol, la trentacinquenne dovrà fare i conti con
la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Orfeo Meneghetti IL CITTADINO Due bambini feriti nello
schianto fra auto: un 29enne guidava sotto l’effetto di alcol LA STAMPA Neo assessore alla Sanità al processo
sull’alcol LA NUOVA SARDEGNA alcolismo: tanta disinformazione
e il problema resta LA GAZZETTA DI MANTOVA viva il lambrusco IL TIRRENO ubriaco, picchia i carabinieri LA GAZZETTA DI MODENA due anziani ubriachi al volante
distrutto il ponte sul cavo lama IL RESTO DEL CARLINO (Bologna) In preda all’alcol minaccia la
figlia e il suo fidanzato col coltello LA NUOVA FERRARA battere l’alcolismo intorno al grattacielo va
vietato anche il consumo di alcolici IL RESTO DEL CARLINO (Fermo) ’IL SAPER BERE: osare non vuol
dire abusare’ è lo slogan con i... LA NAZIONE UBRIACHI AL VOLANTE UNA LEGGE
FATTA PER I FURBI IL RESTO DEL CARLINO (Rimini) UBRIACO Esagitato per il troppo
alcol finisce in manette LA NAZIONE (La Spezia) Ubriaco al volante si ribalta
con l’auto Sabato, 01 Settembre 2007 email
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