Foto Coraggio Anche quest’estate ha visto
l’incidentalità stradale “classificarsi” al primo posto tra le emergenze che da
tempo colpiscono gli italiani. Si tratta, in verità, di emergenza stagionata,
al pari degli incendi boschivi, a cui molti italiani dedicano buona parte delle
discussioni estive. Quest’anno, però, l’emergenza si è arricchita di nuove,
particolari gravità, perché è stata preceduta da provvedimenti legislativi
urgenti, che avevano introdotto notevoli inasprimenti delle sanzioni ed erano
stati presentati come misure capaci di sconfiggere quei comportamenti
pericolosi che, invece, si sono ripresentati con la stessa frequenza del
passato. Poiché questo rituale di modifiche legislative, con relativo
inasprimento di sanzioni, si ripete da molto tempo senza portare ad alcun
miglioramento, sarebbe quanto mai saggio chiedersi perché e se non sia il caso
di cambiare registro. Noi riteniamo che sia giunta l’ora di operare scelte
razionalmente coraggiose, che introducano, non tanto nuove pene e maggiori
sanzioni pecuniarie o interdittive come la sospensione o la perdita della
patente, quanto la certezza delle punizioni previste dalla legge. È
questo, infatti, il nodo su cui va incentrata la discussione e che mette in
risalto come sia perfettamente inutile portare l’arresto per guida in stato di
ebbrezza, o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, da un mese a tre o sei
mesi, per il semplice motivo che mai nessun conducente, trovato a guidare in
quelle condizioni, farà un solo giorno di carcere! Questa, allo stato attuale,
è l’unica certezza determinata dalle norme procedurali che, innanzitutto
rinviano il momento punitivo a dopo la sentenza che sarà (se ci sarà!) in tempi
molto lontani e calcolabili almeno a lustri e, per questo anche la patente di guida
sospesa e ritirata, in attesa del giudizio verrà restituita. Tutto ciò
determina la situazione paradossale, denunciata dagli organi d’informazione,
che vede conducenti già trovati a guidare nelle suddette condizioni, che
perpetuano i loro comportamenti sino a generare quelle tragedie che si
verificano sulle strade e riempiono le pagine dei giornali. Non sono necessarie
nuove misure che non fanno nessuna paura a chi è eticamente portato a violare
le regole della civile convivenza, ma si impone la necessità di rendere
effettive quelle che già esistono. Su questo tema “effettività delle regole”,
saremo sempre più determinanti e sicuramente in buona compagnia. Anche il
Ministro Guardasigilli, infatti, nel presentare la riforme del Codice Penale in
una lettera inviata ad un grande quotidiano, pubblicata il 13 agosto del
corrente anno, così si esprimeva: “La riforma del Codice Penale prevede pene certe,
escludendo in radice la possibilità della sospensione condizionale delle pene
pecuniarie e per quelle prescrittive ed interdittive. Misure particolarmente
importanti per la repressione di reati come la guida in stato di ebbrezza,
che possono generare altri più gravi reati. In sede di conversione del Decreto
Legislativo sulla riforma del Codice Stradale, approvata recentemente dal
Consiglio dei Ministri, si potrebbero anticipare alcune delle misure proposte
dalla commissione”. Sarebbe un segnale nuovo ed importante per orientare tutti
verso una cultura della legalità vissuta mediante l’osservanza di regole
fondamentali non solo per la sicurezza della strada, ma anche per la civile
convivenza. |
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