CORRIERE DEL VENETO
Un ubriaco gli ha ucciso la moglie «Per una vita ho venduto
alcolici, ora vorrei cambiare lavoro»
«L’alcol è il mio lavoro. E mi ha tolto Cristina»
«I bicchieri di troppo ti fanno uccidere»
Ubriaco gli uccide la moglie: «Vendo alcol, voglio mollare»
IL TIRRENO
Lettere ALCOLISMO È l’ora
di guardare di più alla vita MASSA. Che tristezza quando il profitto viene
prima di ogni cosa, anche della vita stessa! Quando vediamo sulla strada
cadaveri coperti da lenzuola bianche e contemporaneamente leggiamo sul giornale
che... “il vino è vita”....e che “finalmente” è cominciata la festa della
birra, ci vengono i brividi, ci sentiamo frustrati. Ma chi volete prendere
in giro quando scrivete o legiferate sui problemi alcol-correlati, sulla guida
in stato di ebbrezza e contemporaneamente fate passare messaggi che incitano
all’uso di alcol? Si dà la colpa ai giovani, al branco, alla mancanza di
valori, ma non ci si interroga mai sull’esempio degli adulti. Alla festa della
birra ci sono tanti adulti, padri di famiglia: loro possono bere, tanto poi
guidano le mogli, che, chissà perché, sono ritenute tutte astemie, ma io non
voglio pensare a come si sentono quelle mogli che devono riportare a casa i
compagni bevuti, o i figli quando vedranno arrivare i propri padri!! E che
messaggio riceveranno questi figli che sempre prima si avvicinano all’alcol.
Noi affrontiamo il problema nelle scuole e il 90% dei ragazzi e delle ragazze
considera “normale” ubriacarsi una volta alla settimana e non sanno assolutamente nulla della sostanza che consumano: sono infarciti
di luoghi comuni e di ingannevoli messaggi pubblicitari. Le forze
dell’ordine si trovano a combattere, soprattutto nei fine settimana, un
problema di cui pochi capiscono la portata. E’ ora di cominciare a dare informazioni corrette. E’ ora che si guardi
un po’ meno al profitto e più alla vita.
VARESENEWS
Mio
figlio ubriaco a 15 anni: chi gli ha venduto da bere? egregio direttore, sono la mamma di un ragazzino di 15 anni e
sabato sera sinceramente sono rimasta scioccata per quanto è accaduto. Mio figlio è uscito in compagnia di alcuni
amici a mangiare una pizza in Varese e a fare quattro passi. E’ tornato a casa completamente ubriaco. Sia io che mio marito ci riteniamo genitori
attenti alle esigenze di nostro figlio, lo seguiamo e siamo molto disponibili a
chiacchierare e a risolvere qualsiasi problema o dubbio che possa avere. Non le nascondo l’angoscia che abbiamo provato
nel vederlo in quelle condizioni. L’indomani abbiamo parlato molto con lui e si
è dimostrato molto dispiaciuto per quello che era successo. La cosa che mi rattrista è che per il DIO
SOLDO i bar che sono aperti durante la sera in zona Piazza Monte Grappa nonostante sappiano benissimo che non è
possibile vendere alcolici a ragazzi di 15 anni, continuino indisturbati a
farlo senza avere un minimo rimorso. La polizia urbana, o provinciale, i
carabinieri, la guardia di finanza o la polizia di stato non potrebbero fare
controlli costanti per evitare che questi fatti non succedano più, oppure noi
genitori dobbiamo andare avanti ad avere paura quando i nostri figli sono fuori
di casa. Gradirei che non fosse menzionato il mio
indirizzo e.mail . La ringrazio sentitamente per l’opportunità di
renderla partecipe di questo mio sfogo e le auguro buon lavoro.
IL TRENTINO
«Alcol
vietato anche nei locali solo durante le sagre di paese» TON Battan (Pro loco) riapre il dibattito TON. «Festa senza alcool? Ho seguito in questi
giorni la cronaca, per sentire e capire quali reazioni si sviluppassero a
seguito della mia proposta. Sono
contento che una buona parte dei lettori è sensibile al fatto di dover cercare
di far ridurre l’uso di alcoolici durante le feste». Lo scrive al Trentino
Ettore Battan, il presidente della Pro loco di Ton che per primo ha avanzato, tramite le colonne del giornale, una
proposta provocatoria sulle feste senza birra. «Vorrei
però far notare che forse si è un po’ distorto quello che ho dichiarato. La mia
proposta non si basava sul fatto di “voler proporre festa senza alcool” anche
se ne sarei favorevole. La mia idea nasce dalle recenti dichiarazioni fatte a
livello politico di voler, ad esempio, ridurre i finanziamenti agli enti che
organizzano manifestazioni con somministrazione di alcool, oppure altre che
chiedendo di far togliere al nome della festa qualsiasi riferimento all’alcool
(tipo festa della birra, fest“tazza”). Se a livello politico, quindi, si vuole
far vietare la somministrazione di alcolici alle feste campestri, solo in
questo caso la mia proposta sarebbe quella, solo per i giorni della festa, di
vietarlo anche nei locali pubblici. Con questo non voglio scontrarmi o svantaggiare i locali pubblici, che sono liberi
di venderne liberamente in tutto l’arco dell’anno, ma chiedere anche a loro,
per un giorno o duo all’anno, quelli della festa nel loro paese, di farsi
promotori di tale iniziativa». «Mi dispiacerebbe invece - continua - che
questo tema sollevato di recente si concludesse qui; bisognerebbe aprire un
tavolo di concertazione e discussione in merito a questa delicata questione.
Perché sono pure convinto che il proibizionismo non porterebbe ad esiti
positivi. Altre soluzioni si possono trovare. Vero che si deve cercare di
incentivare la riduzione dell’uso di bevande alcoliche, ma bisognerebbe anche
cercare di promuovere altri tipi di iniziative. Solo per fare un esempio,
incentivare l’uso di mezzi pubblici, tipo bus navetta; con l’aiuto degli enti
pubblici che potrebbero rendersi promotori di tale servizio, viste le esigue
risorse che gli enti promotori delle feste hanno a disposizione».
L’UNIONE SARDA
Ittiri,
torture al figlio e botte alla moglie: arrestato Sulle
braccia aveva diversi segni di bruciature di sigaretta. Nel corpo era pieno di
lividi. Per il genitore, un operaio di 45 anni, di Ittiri, è scattato
l’arresto. Sulle braccia aveva diversi segni di
bruciature di sigaretta e poi lesioni dappertutto. «Un bambino blu per i
lividi», fanno sapere i carabinieri che lo hanno salvato da un incubo. Al mondo da appena tre anni, eppure già
così abituato alle brutture e alla violenza che, per riuscire a far smettere il
padre di picchiarlo, chiudeva gli occhi e faceva finta di dormire. Per un
operaio di 45 anni da due giorni si sono spalancate le porte del carcere, con
l’accusa di maltrattamenti e tentato omicidio. L’ennesimo litigio con la moglie
ha fatto sì che i militari irrompessero in quella casa prima che fosse troppo
tardi per il piccolo.
IL FATTO. Tutto accade
domenica sera. L’uomo rientra ubriaco
e come al solito comincia a dare in escandescenze. Tutto diventa motivo
di discussione. Il bimbo che piange, la cena fredda, la scelta del canale da
vedere in tv. Perdere il controllo è un attimo. In preda a un raptus tenta di strangolare la moglie, 40 anni,
casalinga. Lei riesce a divincolarsi il tempo necessario per chiamare il 112.
Quando i carabinieri entrano in casa, la zuffa è ancora in corso. I militari,
dopo avere immobilizzato l’operaio, notano
degli strani lividi sulle braccia e sulla schiena del bambino. La donna viene
accompagnata al pronto soccorso insieme al figlioletto. Dai medici la conferma.
Sotto gli ematomi più recenti, ci sono ancora ben visibili le tracce di vecchie
lesioni. Quel bambino veniva ripetutamente percosso.
BOTTE
ANCHE ALLA MAMMA. Venti giorni di cure per la mamma, una decina invece per il
figlioletto. Dopo un debole tentativo di negare l’evidenza, alla fine la madre
confessa: «Quando beveva picchiava tutti
e due». Lo faceva anche di notte, mentre il piccolo era nel suo lettino. Se
faceva i capricci per la nanna erano botte da orbi. Il bambino lo aveva
imparato e spesso al secondo colpo chiudeva gli occhi, fingendosi addormentato.
Una volta per fare dispetto alla moglie aveva perfino chiuso il cane dentro la
lavatrice e azionato la centrifuga. Una storia di soprusi e violenze in
famiglia che ha turbato anche i militari della stazione di Ittiri, coordinati
dal maresciallo Matteo Secchi.
L’ARRESTO. L’operaio finito in
carcere viene descritto come un uomo ombroso, taciturno e solitario. In paese dicono «di vino cattivo», nel
senso che quando alzava il gomito, e capitava quotidianamente, diventava
aggressivo e molesto. Paradossalmente
l’uomo che maltrattava moglie e figlio era molto impegnato nel sociale. Come
volontario, un giorno andava a spegnere incendi e un altro guidava
l’autoambulanza. Assistito dall’avvocato Edoardo Morette, l’uomo deve
rispondere ora di accuse gravissime e non sarà facile per il legale trovare una
linea difensiva. Il magistrato lo interrogherà nei prossimi giorni in carcere.
Nel frattempo il caso è stato segnalato al tribunale dei minori che dovrà ora
occuparsi della vittima più indifesa di tutta questa triste vicenda. CATERINA
FIORI
IL GAZZETTINO
COMMERCIO La Casa
delle libertà veneta spaccata sul divieto notturno di vendita di alcolici e
sugli orari delle discoteche Venezia La Casa delle libertà veneta rischia di
squagliarsi sul divieto di vendita e mescita di alcolici e superalcolici dall’1
alle 6 della notte e sull’apertura non oltre le 22 e la chiusura al massimo
alle 4 del mattino di discoteche, sale da ballo e circoli privati. La riunione
di maggioranza svoltasi ieri, alla vigilia della seduta di consiglio di domani
che comincerà proprio dalla discussione della legge 117 sul commercio, ha
sancito che Forza Italia è isolata nel
sostenere la cancellazione dell’art. 6 che contiene le due norme, mentre An,
Udc e Lega sono compatte nel volerne l’approvazione. Una mediazione,
proposta dall’assessore competente Fabio Gava, potrebbe essere quella di
spostare il divieto di un’ora, dall’1 alle 2 di notte. Ma le ipotesi sul
tappeto sono così tante che solo in aula (e con il placet anche
dell’opposizione) si vedrà chi l’avrà vinta. La telenovela continua dal novembre scorso
quando il progetto di legge fu licenziato all’unanimità dalla commissione
attività produttive lo scorso novembre e da allora è rimasto ad ammuffire per
otto mesi all’ordine del giorno del consiglio senza mai essere preso in
considerazione. Sino all’ultima seduta prima delle ferie estive quando, su
precisa richiesta di Progetto Nordest, se ne iniziò l’esame con la relazione e
ora, secondo regolamento, sarà il primo punto in discussione domani. Solo che
nel frattempo ne è passata di acqua sotto il mulino. Sin dall’indomani dell’approvazione in commissione si sono mossi
parecchi "poteri forti" che hanno cominciato a pressare in maniera
trasversale tutte le forze politiche e hanno fatto parecchi proseliti. Due
i cavalli di battaglia per screditare la norma proibizionistica: il primo,
legato alla territorialità del divieto che finirebbe con il favorire un
nomadismo notturno verso le vicine regioni più permissive e il secondo
supportato dalla constatazione che i giovani lo sballo, più che in discoteca o
in altri esercizi pubblici, lo organizzano in abitazioni private dopo aver fatto
doverosa scorta di alcolici al supermercato. Di qui le iniziative legislative prima
dell’Unione con Andrea Causin che ha presentato un disegno di legge statale di
iniziativa regionale in tema di sicurezza stradale e poi quella della Casa
delle libertà con il progetto di legge regionale del capogruppo di Forza
Italia, Remo Sernagiotto. Iniziative che in pratica seppellirono il progetto di
legge sul commercio almeno nella parte dei divieti notturni, anche se in una
riunione dei capigruppo voluta dalla presidente della commissione attività
produttive, Giuliana Fontanella, si preferì parlare di pausa di riflessione.
Ora però la moratoria è finita e bisogna decidere. In pieno agosto il
capogruppo di An, Piergiorgio Cortelazzo, ha richiamato i consiglieri alla coerenza.
«Mi auguro che nel prossimo consiglio
regionale - ha ammonito - i colleghi non facciano gli struzzi e boccino per
spirito di quieto vivere una proposta di legge approvata in commissione
all’unanimità». Sulla stessa linea anche Diego Bottacin (Partito
democratico veneto), i due consiglieri di Progetto Nordest e diversi esponenti
della Lega Nord mentre tra i contrari ai divieti troviamo il vice governatore
Luca Zaia, pure lui leghista ma che non ha diritto di voto in consiglio. Giuseppe
Tedesco
IL TIRRENO
Lettere SEPTEMBER
FEST Solo disagi nessun vantaggio CARRARA. Signor sindaco, sono un suo elettore, simpatizzante, che,
convinto di una sua corretta ed onesta conduzione del nostro Comune, vado a
fare la seguente domanda: le sembra giusto
dopo tanti anni di perdurare di questa disagevole manifestazione si debba
ancora sopportare il fastidio che sprigiona nei confronti dei tranquilli
cittadini la September Fest? Questa festa produce solo problemi di ordine
pubblico di ogni tipo, disturbo alla quiete pubblica, inquinamento
ambientale, fumi ed odori nauseabondi, genera sporcizia che spesso si ritrova
al mattino nella adiacente pineta assieme a boccali di vetro spaccati, che
rappresentano un vero rischio per la sicurezza delle persone che potrebbero
ferirsi. Orde di avventori provengono da tutte le città limitrofe parcheggiando
le loro auto dappertutto compreso aiuole e giardini pubblici e anche passi
carrabili provocando disagi al traffico e agli abitanti della zona, che vengono
di fatto impediti di accedere alle loro case. L’aspetto economico negativo
consiste in questo: bar, pizzerie, pub, ristoranti, nei 10 giorni dello
svolgimento della festa della birra vedono ridotti i loro incassi al punto che
potrebbero anche chiudere, e ciò costituisce un danno per il bilancio di questi
esercenti che si vedono ridotta la loro attività di 10 giorni nel finale di
stagione. Per non parlare poi che tutti i soldi incassati dai tedeschi vengono
trasferiti nel loro paese. Le ricadute economiche sul territorio non se ne
vedono. Le ricadute tributarie meno che meno. Disagi: tanti. Se non sappiamo
queste cose e continuiamo ad ignorarle permettendo tutto questo, vuol dire che
siamo una massa di ingenui sprovveduti per non usare un altro termine. Perdoni
lo sfogo, sig. sindaco Zubbani, gradirei un suo parere in merito. Gianpaolo
D’Ambrosio
IL TIRRENO
Festa
della birra sì, ma più sicurezza Il
sindaco agli organizzatori: il prossimo anno linea dura anti vandali CARRARA. «La festa della birra il prossimo anno
non sarà messa in calendario così com’è in automatico: è necessario un
ripensamento su vari aspetti e prima di tutto bisognerà migliorare la sicurezza
e la vigilanza». Nel giorno del brindisi in Comune con gli
organizzatori della September Fest (*) il sindaco Angelo Zubbani resta
fermo sulla sua posizione. Quella che chiede una riflessione a tutto campo
sulla festa che celebra la «bionda» più famosa di Inglostad. «Per
usare una metafora sportiva - spiega Zubbani - quando i tifosi di una squadra
di calcio sbagliano è la società stessa a pagare. E quindi è giusto che gli
organizzatori siano coinvolti appieno nella gestione della sicurezza fuori e
dentro la manifestazione: episodi di vandalismo fanno male a tutti, soprattutto
alla festa della birra». Intanto
ieri mattina il sindaco, il vice Andrea Zanetti e il vicepresidente del
consiglio comunale Luciano Tonarelli, hanno ricevuto in Sala di Rappresentanza
del Comune, una folta rappresentanza dei tedeschi di Ingolstadt della
“September Fest”. Presenti i responsabili di tutte le attività che si svolgono
all’interno della teutonica e ormai tradizionale Festa della Birra: dai maestri
concertatori ai capi birrai, agli esperti cuochi di gastronomie bavaresi. Un
quartetto d’archi ha allietato la mattinata nella “hall” del Municipio, mentre
il capo delegazione della “September Fest” ha reso gli omaggi ad amministratori
e dirigenti comunali: (il direttore Marco Tonelli e il segretario generale Lino
Buselli), che nel corso degli anni hanno coadiuvato non poco alla sempre
crescente riuscita della kermesse ormai famosa in Toscana ed altrove. Il
Sindaco Zubbani ha ricordato la genesi di questa manifestazione che è davvero
cresciuta nel tempo. Ha poi detto che è intenzione del Comune trovare nuove
iniziative che ruotino intorno alla Festa della Birra, ma anche sotto il
profilo della sicurezza e tranquillità costanti di residenti e turisti. «In
perfetto accordo coi nostri gemelli di Ingolstadt - ha detto il Sindaco -
dall’anno prossimo troveremo soluzioni idonee per migliorare il tutto e
garantire la sacrosanta tranquillità di tutti». Sul tema è’ poi intervenuto il
Vicepresidente del consiglio comunale Luciano Tonarelli. Un brindisi finale ha concluso la simpatica cerimonia “carrarina e
bavarese”. (*) Nota: questi organizzano una festa nel
nome dell’alcol nel suo Comune, che porta violenze e devastazioni, e il
Sindaco, responsabile della salute pubblica e della sicurezza, dopo essere
andato ad inaugurarla, ora - tra le
critiche dei cittadini esasperati - incontra gli organizzatori per… brindare
insieme in una “simpatica cerimonia”. Almeno abbia il buon gusto di non parlare di
“linea dura”. A volte si fa più bella figura a stare zitti.
CORRIERE ADRIATICO
Il primo
cittadino Paolucci sull’ordinanza adottata per l’evento in piazza Matteotti Concerto
senza alcol, ha vinto la musica POTENZA PICENA - Con questa scelta ho pensato
di dare un segnale ben preciso e mi auguro che i giovani capiscano che ci si
può divertire anche senza alcool. Il Sindaco Sergio Paolucci torna
sull’episodio che, in una certa misura , ha scosso l’estate agostana di Potenza
Picena. La scritta No alcool, non
concerto, apparsa nei pressi del palco allestito in piazza Matteotti in
occasione del concerto dei Modena city Ramblers dello scorso 2 agosto, era
infatti perentoria. Nonché velata della
subliminale minaccia di flop dell’evento nel caso in cui, come annunciato,
bevande alcoliche non fossero realmente state distribuite nel corso del
concerto. In realtà non è accaduto niente di tutto questo. Anzi, il concerto
dei Modena City Ramblers, che rappresentava uno dei principali eventi della
stagione degli spettacoli estivi di Potenza Picena, non poteva andare meglio
e riscuotere maggior successo. Su segnalazione delle forze dell’ordine,
tuttavia, il sindaco, nei giorni precedenti al concerto, ha adottato
l’ordinanza che vietava la distribuzione di bevande alcoliche nei pressi di
piazza Matteotti, location dell’attesissimo concerto dei Modena, gruppo
emiliano molto amato dai giovani. La scritta di cui sopra era esplicita e
manifestava tutto il dissenso nei confronti della scelta del primo cittadino.
Ma la serata è stata un successo e piazza è stata invasa da oltre mille giovani
e meno giovani, ammaliati dalle sonorità folk-rock dei Modena. Ho ritenuto
giusto applicare quell’ordinanza - ha detto il sindaco - per evitare che una
serata estiva passata in allegria e con della buona musica potesse avere un
triste epilogo come sempre più frequentemente accade. Ho temuto che fosse
percepita come troppo restrittiva e che scoraggiasse i giovani a partecipare
alla serata”. N.C
WINENEWS
ALCOL
& GUIDA: IN FRANCIA IL GOVERNO SPRONA LE CASE AUTOMOBILISTICHE (RENAULT E
PEUGEOT-CITROEN) A DOTARE I VEICOLI DI STRUMENTI DI CONTROLLO DEL TASSO
ALCOLICO. IN SVEZIA SI SONO MOSSE VOLVO E SAAB, IN GIAPPONE NISSAN E TOYOTA. IN
ITALIA? Mentre in Italia si sbattono sui giornali gli
incidenti stradali causati dall’abuso di alcol, e il mondo politico cerca
soluzioni che mitigano solo in parte il problema (e che, comunque, nel contempo
fanno cassa ma non fermano più di tanto le stragi, come l’inasprimento delle
sanzioni per chi viene sorpreso alla guida ubriaco), in Francia, storico
competitor vinicolo del Belpaese, si cerca una via più diretta per risolvere il
problema: il sottosegretario con delega ai trasporti, Dominque Bussereau, si è
rivolto ai vertici delle case automobilistiche nazionali, Renault e
Peugeot-Citroèn, per promuovere lo sviluppo e la diffusione di etilometri
evoluti sui veicoli, per “consentire a ciascun guidatore di autoesaminarsi e
assumersi le proprie responsabilità”. Un problema molto sentito dai
Transalpini, visto che in Francia l’alcol è la prima causa di incidenti
mortali, col 26,2% dei decessi (1.200 su 4.709), tanto che si pensa anche di ridurre il tasso consentito da 0,5 grammi per litro
di sangue a 0,2, come suggerito per il 2010 dalla Comunità Europea. Ma la via tecnologica, come già anticipato nel
marzo 2007 da www.winenews.it
, è già stata battuta privatamente da alcuni grandi produttori di autoveicoli:
Saab e Volvo hanno studiato degli “etilometri” da applicare alle chiavi della
macchina nel primo caso, alla cintura di sicurezza nel secondo, che impediscono
l’avviamento del veicolo se il guidatore supera i livelli di alcol nel sangue
consentiti dalla legge. In Giappone si sono mosse, invece, Nissan e Toyota. Toyota installerà, dal 2009, dei sensori sul
volante in grado di intercettare tracce d’alcol nella sudorazione delle mani,
una telecamera nel cruscotto per l’analisi della dilatazione delle pupille, e
strumenti che controlleranno i movimenti anomali dello sterzo. Simile il
sistema di controlli di Nissan, che ha già presentato un prototipo che per
mettersi in moto pretende la sobrietà totale: oltre all’alito, controlla
costantemente lo stato del guidatore analizzandone le pupille e attraverso
mini-sensori sulla cloche del cambio e nel poggia- testa anteriore che rilevano
le eventuali tracce di alcol dalla sudorazione. Federico
Pizzinelli
L’ADIGE
Renato
Manzana si è dimesso: è crisi (*) «Mancano
le condizioni politiche e ambientali» di NICOLA GUARNIERI Renato Manzana si è dimesso dalla carica di
assessore. Ieri a mezzogiorno ha consegnato al sindaco Guglielmo Valduga una
lettera scritta a mano nella quale, oltre a ringraziarlo per i due anni di
governo insieme, ricorda come il clima politico e la situazione ambientale non
siano più idonee alla sua permanenza in giunta. L’amministrazione comunale,
dunque, perde il primo pezzo. Parlare di crisi, nonostante i ripetuti attacchi
dei mesi scorsi giunti dalle opposizioni in consiglio, sembra azzardato. Almeno
stando alla maggioranza. Insomma, il pezzo perso per strada sarà sostituito e
il governo cittadino tirerà dritto fino al 2010, la scadenza naturale della
legislatura. L’annuncio ufficiale delle dimissioni è stato dato direttamente
dal sindaco alle tre di ieri pomeriggio alla riunione di giunta. Che Manzana
volesse gettare la spugna, in verità, era già nell’aria. Il contraccolpo subito
alla bocciatura del nuovo regolamento degli asili comunali aveva fatto
traballare l’assessore ma non solo. Perché il flop della riforma, alla quale
aveva lavorato a lungo in stretta collaborazione proprio con Valduga, è passato
da un franco tiratore della maggioranza, Ciro d’Antuono della lista «Valduga
per Rovereto». D’Antuono, a dire il vero, è stato «bollato» come meteora
impazzita. Non a caso ha lasciato gli amici di cordata per piazzarsi nel gruppo
misto. Dove, prima di lui, ci era finito un altro tassello della maggioranza,
Roberto Ferrari dei «Democratici con Valduga». Questi passaggi consiliari hanno
lanciato l’allarme crisi ben prima delle dimissioni di Manzana. Continuare a governare, però, per l’ex
funzionario comunale era ormai diventato impossibile. Anche per questioni
personali: subire attacchi in rapida successione lo stava snervando. Meglio,
quindi, abbandonare la nave. Che, per le opposizioni, sta affondando mentre
per la maggioranza è quanto mai salda e veleggia sicura. Manzana, insomma, non
ha retto l’urto. Le battaglie sindacali del passato, la militanza nel Psi prima
del crac craxiano sembrano ricordi lontani. Chiaro, a questo punto, che alla
prossima riunione del civico consesso sarà battaglia politica. Le opposizioni,
d’altro canto, avevano già provato a scardinare la giunta cercando di far
dimettere un altro assessore, Maurizio Tomazzoni. Valduga, però, ha sempre
attutito i colpi tant’è che il responsabile dell’urbanistica è ancora al suo
posto. Con Manzana, invece, le bordate sono andate a segno. Complici,
ovviamente, i comitati dei genitori scesi in piazza del Podestà per scardinare
il regolamento sugli asili. (*) Nota: l’assessore Manzana è stato il
promotore a Rovereto di quell’iniziativa sulla regolamentazione delle feste
alcoliche che, a mio modesto parere, andrebbe presa ad esempio in tutta Italia. Senza entrare nel merito di altre questioni
politiche, che non conosco, devo dire che quando ho letto la notizia delle sue
dimissioni sono rimasto davvero dispiaciuto.
L’ADIGE
Dalla lotta
contro le feste alcoliche alla grande sconfitta sugli asili nido Potenzialmente, Renato Manzana aveva in mano
uno degli assessorati più «in vista» della giunta. Con competenze su affari
sociali, istruzione, giovani, avrebbe potuto andare sul velluto. Ma per l’ex
funzionario del Comune con una lunga esperienza proprio in questi settori, si è
trasformato in un campo di battaglia con qualche luce e molte ombre. Una delle cose che vanno ricordate, della
sua legislatura da assessore, è la battaglia contro l’alcol nelle feste
campestri e cittadine. Nato da una segnalazione dei commercianti di via Mazzini
- che in una lettera si lamentavano per le schifezze dopo una festa del vino in
centro - il regolamento di Manzana, che concede i finanziamenti comunali «a scalare»
a seconda della virtù degli organizzatori, ha fatto scuola. In pratica,
invece di vietare la distribuzione e vendita di alcol, il regolamento fa
scattare una riduzione del finanziamento a seconda che si servano alcolici
leggeri (birra), pesanti (vino) o super (liquori). Il regolamento è diventato famoso: in molte città italiane è stato
preso a modello, lodato dalle associazioni degli ex alcolisti. Ben diverso,
invece, il successo nel campo delle politiche giovanili: davanti alle richieste
di spazi per i giovani, la giunta Valduga ha sempre dimostrato una cautela che
mal si concilia con l’esuberanza giovanile. Manzana è sempre stato un fermo
sostenitore del valore degli oratori come spazi di aggregazione. E il «tavolo»
con le associazioni giovanili, messo in piedi, è naufragato nel totale
disinteresse. Ultima sconfitta, cocente, quella sul regolamento degli asili
nido. Preparato da Manzana, ha incontrato una fortissima resistenza da parte
dei genitori e dei Comitati di gestione. Un lungo braccio di ferro che ha visto
Manzana sempre irremovibile sulla necessità di approvare il nuovo testo, fino a
venir smentito dal sindaco Valduga. Che lo scorso 31 luglio ha decretato il
rinvio della discussione. A dimostrazione che Manzana era probabilmente un
bravo funzionario, ma anche un politico poco adatto alla mediazione. G. Z.
IL TRENTINO
Le
battaglie su alcol e feste e sugli asili ROVERETO. Non si può certo dire che Manzana
sia stato un assessore che temeva le critiche. A parte l’esperienza del
regolamento sugli asili nido, i suoi due anni da assessore sono stati
caratterizzati anche da un altro fronte caldo, quello con i giovani. E’ stato lui ad introdurre una
regolamentazione dei rapporti tra associazioni e amministrazione comunale,
imperniato sulla lotta all’alcol: niente contributi a chi non limita la
gradazione e a chi non promuove iniziative d’informazione. La polemica è stata
durissima e le associazioni non sono state tenere con Manzana. Il quale ha
tenuto duro fino a strappare una sorta di decalogo. Che ha già dato qualche
buon risultato. E’ rimasto in sospeso, invece, il problema del centro
giovanile. Manzana avrebbe voluto trovare i locali in tempi rapidi, ma si è
scontrato con diversi problemi. Forse anche questa è un’amarezza che Manzana
non ha smaltito.
PROVINCIABZ.IT
Approvato
dalla Giunta il regolamento sugli "Interventi in materia di
dipendenze" La Giunta ha approvato oggi il regolamento
d’esecuzione relativo alla legge provinciale del 2006 riguardante gli interventi
in materia di dipendenze presentato dall’assessore provinciale alla sanità ed
alle politiche sociali, Richard Theiner. Il regolamento, che verrà emanato con decreto
del Presidente, intende fornire, come spiega l’assessore Theiner, chiare informazioni riguardo alle bevande
alcoliche, fissare le modalità di esposizione degli avvisi di divieto di
somministrazione e di vendita di bevande alcoliche, disciplinare alcuni aspetti
legati all’informazione e ai controlli. Il nuovo regolamento che definisce i
controlli e i divieti per i minori di 16 anni per quanto riguarda il consumo di
alcol ha lo scopo di aiutare a prevenire la dipendenza. Il regolamento presentato dall’assessore
Theiner definisce in primo luogo che cosa si intende per bevanda alcolica e cioè
un prodotto contenente alcol alimentare con gradazione superiore a 1,2 gradi di
alcol e superiore al 21% di alcol in volume. Questa definizione è importante,
al momento dei controlli, per stabilire se certi tipi di bevande (per es. gli
"Alcolpops", drinks, ecc.), sono considerati alcolici e quindi non
vendibili a minori. Il nuovo testo stabilisce, inoltre, in quali
luoghi devono essere esposti gli avvisi di divieto di somministrazione e di
vendita di bevande alcoliche a minori e persone in stato di manifesta
ubriachezza (negli esercizi commerciali, supermercati e negozi self-service) e
che devono fare riferimento alla legge provinciale n.3 del 18 maggio 2006.
Questi divieti sinora sono stati esposti in pochi esercizi commerciali e spesso
non riportano gli estremi della legge Il
regolamento prevede anche il divieto di pubblicizzare bevande alcoliche in
occasione di manifestazioni indirizzate ai minori di 18 anni ed in luoghi che
vengono prevalentemente frequentati dagli stessi. Qualora le
manifestazioni indirizzate a minori di 18 anni si svolgano in luoghi o
strutture utilizzate anche per manifestazioni destinate ad un pubblico adulto,
il materiale pubblicitario installato durevolmente non deve essere rimosso. Con il regolamento si stabilisce infine che cosa
si intende per materiale pubblicitario "durevolmente installato". In
sostanza si tratta di materiale che pubblicizza marchi di bevande alcoliche e
di aziende produttrici di bevande alcoliche installato a pagamento prima
dell’entrata in vigore della legge 3/2006. Ad esempio i cartelloni pubblicitari
già presenti in luoghi e strutture utilizzate per manifestazioni indirizzate
anche a minori possono rimanere.
IL GAZZETTINO
LE
STATISTICHE Quattro
giovani su dieci a 15 anni si sono ubriacati almeno una volta C’è un dato singolare che fa pensare. Nel 2006 su 2237 provvedimenti di
sospensione della patente presi in considerazione nell’indagine del
Dipartimento di prevenzione, il
67\% è motivato da guida in stato di ebbrezza, mentre solo il 2,8\% dall’uso di
sostanze stupefacenti. Un dato che - come analizza il dottor Serpelloni
- non fotografa nel mondo corretto l’incidenza dei due fenomeni. La bassa percentuale di sospensione delle
patenti per uso di sostanze stupefacenti non corrisponde infatti, secondo le indagini,
al reale consumo di droghe, ma "dipende prevalentemente dal fatto che, al
contrario dell’alcol, non vengono eseguiti test in strada anche per le sostanze
stupefacenti a causa della complessità di queste procedure". Se il consumo di droga sta registrando nel
Veneto, ma nel Nordest in genere, un preoccupante aumento, anche l’uso di
alcol, o meglio le vere proprie ubriacature, rappresentano un fenomeno ormai
non più emergente, ma consolidato. Dallo studio sul comportamento dei giovani
nei confronti delle bevande alcoliche condotto nella regione è emerso che il 41,3\% degli studenti di 15 anni ha già
sperimentato almeno una ubriacatura, dato che aumenta nei giovani di 19 anni al
75\%. Il consumo di alcol risulta fortemente associato a quello del tabacco:
l’80\% dei giovani consumatori di bevande alcoliche, fuma infatti anche molte
sigarette, o ancor peggio usa droghe. Mentre la popolazione dei consumatori di
sostanze illecite più del 90\% abbina nella ricerca dello sballo una bevanda
alcolica a uno stimolante. Tendenzialmente sono i maschi a essere più
dediti al bere rispetto alle ragazze, ma negli ultimi anni la diffusione del
consumo di alcol tra i giovani mostra un incremento significativo soprattutto
tra le donne. Ma forse il dato che emerge dall’indagine e
che maggiormente merita una analisi è il fascino che queste sostanze illecite
suscita nei giovani. Alcol e cannabis rappresentano le sostanze più attraenti
per gli adolescenti, ne accetterebbero l’offerta rispettivamente 74\% e il 23\%
di coloro che sono stati intervistati. D. B.
IL SECOLO XIX
«Mio
figlio non è un ladro...»Lo sfogo di un padre disperato dopo l’arresto dei
carabinieri Imperia. «Mio figlio ha sicuramente sbagliato
ed è giusto che regoli i conti con la giustizia, ma vi assicuro che Giuseppe
non deve essere considerato come un criminale. La causa di tutto quel casino che ha combinato quella sera è dovuta
all’alcol. Quella sera in discoteca aveva bevuto troppo. Gli amici lo hanno
portato all’ospedale e lì lo hanno abbandonato. Lui era agitato si è strappato
la flebo dal braccio ed è scappato scalzo dall’ospedale. Quella sera è stato
tradito dall’alcol che aveva bevuto». Parla e si sfoga Agatinio Angelo
Pintacorona, padre di Giuseppe, l’imbianchino di 24 anni di Ventimiglia
arrestato la settimana scorsa dai carabinieri a Imperia dopo una nottata
decisamente movimentata. Il giovane era andato in ospedale per farsi medicare
alcune ferite. Una volta al pronto soccorso ha dato in escandescenze e si è
allontanato. Nella mezz’ora successiva ha collezionato una lunga serie di reati
ed è finito in carcere. «Giuseppe non è un ladro - dice il padre Angelo - è un
ragazzo come gli altri. Non è un delinquente...Quella sera in discoteca ha
bevuto tanto e per questo è finito nei guai con la giustizia. E’ giusto che
paghi per quello che ha fatto, ma non è giusto che venga etichettato come un
criminale qualunque. Per lui abbiamo
sofferto tanto. Io e mia moglie siamo una coppia rispettabilissima che
lavora e si guadagna da vivere onestamente. Siamo gente a posto». Giuseppe da
tempo vive solo. Quella sera, uscito dall’ospedale, aveva preso il primo
scooter che gli era capitato per le mani cercando di tornare a casa. Nel
frattempo il personale medico aveva dato l’allarme al 112. In via Trento aveva
incrociato i carabinieri che gli avevano intimato l’alt. Invece di fermarsi
aveva gettato a terra lo scooter ed era scappato. Poco dopo era stato bloccato
e arrestato.
ROMAGNA OGGI
FORLI’ -
Farmaci, alcool e incidenti stradali: gli studi del ’’Morgagni-Pierantoni’’ sul
Tg3 FORLI’ - Gli studi effettuati dai medici del Dipartimento dell’Emergenza
dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni”, diretto dal dottor Alberto Vandelli,
sbarcano sul Tg3 regionale. Già questa sera alle 19.30, o al massimo nei
prossimi giorni, nelle edizioni delle 14 o delle 19.30, verrà trasmesso il
servizio realizzato dal giornalista Mino Farolfi con le interviste ad Andrea
Fabbri, medico responsabile di Medicina d’Urgenza, e a Saverio Ruggeri, vice
direttore dell’U.O. laboratorio analisi. Al centro dell’inchiesta, i rapporti
fra assunzione di farmaci, alcol e incidenti stradali come analizzati nelle
ricerche dei medici del Dipartimento dell’Emergenza del “Morgagni-Pierantoni”,
i cui risultati sono stati pubblicati negli ultimi anni anche su importanti
riviste americane specializzate quali il “Journal of Trauma, Emergency Medicine
Journal, Annals of Emergency Medicine”. Da tali
studi è emerso come fra i principali fattori di rischio di sinistri stradali
non ci sia solo l’alcol, ma anche l’assunzione di determinati tipi di farmaci.
Se chi presenta un’alcolemia superiore a 0,5 grammi/litro ha infatti maggiori
probabilità di incorrere in incidenti stradali e va incontro pure a un decorso
clinico più sfavorevole, è altrettanto vero che medicinali quali benzodianzepine,
ansiolitici o antidepressivi, agendo a livello di sistema nervoso centrale,
interferiscono negativamente con le funzioni che sovrintendono la guida. Per quanto riguarda
la relazione fra incidenti stradali e sostanze d’abuso, la ricerca condotta in
collaborazione col servizio di tossicologia del laboratorio analisi
dell’ospedale forlivese ha evidenziato come, contrariamente all’opinione comune, si riscontrino molti casi
inaspettati relativi all’utilizzo di farmaci piuttosto che di droghe. «Fra il
1998 e il 2004 – illustra il dottor Saverio Ruggeri, vice direttore dell’U.O.
laboratorio analisi – nel laboratorio analisi dell’ospedale di Forlì è stato
svolto uno screening tossicologico in urgenza su un campione di 986 accessi al
Pronto Soccorso. Bene, di questi, solo il 23% presentava un’intossicazione da
droghe d’abuso, mentre oltre i due terzi evidenziavano intossicazioni da
farmaci». Per quanto riguarda, invece, il rapporto fra
incidenti stradali e assunzione di alcool, uno studio condotto da Andrea
Fabbri, medico responsabile di Medicina d’Urgenza, Saverio Ruggeri, vice
direttore dell’U.O. laboratorio analisi, e Tiziana Iervese, medico responsabile
della Centrale Operativa 118, ha
verificato gli effetti di un’alcolemia
al di sopra dei livelli di legge in tutti i pazienti afferiti al Pronto
Soccorso forlivese in seguito a incidenti stradali. «Complessivamente
abbiamo analizzato 2.354 soggetti – illustra il dottor Andrea Fabbri – di essi,
ben 425, vale a dire il 18%, presentavano al momento dell’incidente
un’alcolemia superiore a 0,5 grammi/litro, e 179, pari al 7,6% del campione,
valori indicativi addirittura di un’intossicazione». (*) In tutti questi
casi, l’alcolemia positiva è risultata strettamente correlata sia con la
giovane età dei pazienti sia con incidenti avvenuti durante il week-end, su
strade extra-urbane e in ore notturne. I medici forlivesi, in un successivo
studio pubblicato lo scorso anno su “Annals of Emergency Medicine”, sono stati
poi fra i primi a dimostrare come chi presenta un’alcolemia positiva al momento
dell’incidente abbia un rischio 4 volte maggiore di andare incontro a ulteriorisuperiore di egge , Servizio
Sanitario Regionale Emilia-Romagna, a New Vecchiazzano, Fratta e Carpino.zulteriori
sinistri stradali. «Una seconda indagine effettuata su coloro che nel primo
studio erano stati trovati con alcolemia positiva – rivela Fabbri – ha indicato
che questi ultimi erano successivamente incorsi in incidenti stradali con
un’incidenza di 4 volte rispetto a chi presentava un’alcolemia negativa. Ciò
significa non solo che un’alcolemia positiva è uno dei principali fattori di
pericolo di sinistri stradali, ma che spesso è anche indice di comportamenti e
abitudini particolarmente a rischio». (*) Nota: è un dato molto interessante, ma
questa percentuale non è esauriente per definire quanti incidenti stradali
siano alcol correlati. La percentuale sarebbe certamente superiore se
l’alcolemia fosse rilevata al momento dell’incidente, e non al momento del
ricovero, perché nel periodo di tempo – a volte anche piuttosto lungo - tra
incidente e ricovero, l’alcolemia, nella stragrande maggioranza dei casi,
diminuisce.
IL TIRRENO
I
CONTROLLI SULLA STRADA Rifiuta
l’etilometro: multa da 3mila euro CARRARA. Tremila euro di multa per aver rifiutato
di sottoporsi al test dell’etilometro. E’
costato caro il «rifiuto» a un giovane carrarese protagonista di un incidente
stradale, con conseguenze non gravi, avvenuto nei giorni scorsi lungo la via
della Foce. La pattuglia della polizia stradale in servizio ha chiesto di poter
effettuare il test per misurare il tasso alcolemico sui conducenti di entrambe
le auto coinvolte nello scontro. Ma il carrarese si è opposto. Per lui è
scattata subito la maxi sanzione di 3000 euro (la multa scende, si fa per dire,
a 2500 euro quando il rifiuto a sottoporsi all’etilometro avviene non a seguito
di un incidente, ma durante i normali controlli sulla strada) e la sospensione della patente che può
andare da un minimo di 6 mesi a un massimo di due anni. Più il fermo del
veicolo per 180 giorni.
IL GAZZETTINO Treviso
Zaia si
riprende la patente e si pente: «Ho sbagliato» Il vice
presidente della Regione fermato mentre sfrecciava a 183 chilometri all’ora:
«Ora farò più attenzione e la mia proposta di alzare i limiti è stata infelice»
«La mia
proposta di alzare i limiti di velocità? Lo ammetto, sono state parole infelici.
Ho contestualizzato male i concetti che volevo esprimere: ho fatto l’esempio
della Germania, dove in autostrada non ci sono limiti di velocità e il numero
delle vittime per incidente si è ridotto. Ora mi rendo conto che non è un
esempio da fare. Da noi i tempi non sono maturi per questo, qui si corre tanto
e male». Parole di Luca Zaia che, trascorso un mese
senza patente, fa opera di pentimento e ammette i propri errori. Ieri mattina è ritornato in possesso del
documento ritirato un mese fa dopo essere stato pizzicato dalla polizia
stradale a sfrecciare in autostrada a 192 chilometri orari. «Veramente - precisa
- la velocità che mi è stata contestata è di 183 chilometri orari, ma non è
questo il punto. Mi dispiace essere stato dipinto come quello da arrestare,
quello che scorrazza a cento all’ora nei centri urbani. Purtroppo mi ha giocato
un brutto scherzo il fatto di guidare un’auto che non avevo mai guidato prima,
una Bmw 530 che mi aveva prestato la concessionaria visto che avevo fatto
appena demolire la mia vecchia auto ormai arrivata a 500mila chilometri. Ho
sbagliato, può capitare. Errare è umano: ora farò molta più attenzione». Zaia non si limita solo all’autocritica, ma si
spinge più in là fino a rivolgere un invito ai giovani: «Ho fatto un errore stupido, i limiti vanno sempre rispettati. In
questo mese sono stato portato in giro da amici e da ragazzi che si sono
offerti di guidare per me». Poi un sussulto di orgoglio: «Quanto accaduto non
può però cancellare dieci anni passati in prima linea sul fronte della
sicurezza stradale - ricorda Zaia - in Provincia di Treviso, dal 1998, abbiamo
più che dimezzato il numero dei morti sulle strade. Tutto quello che adesso
stanno facendo altri, dalle infrastrutture per la sicurezza agli spot, noi
l’abbiamo fatto dieci anni fa. Questo non può essere dimenticato». Sempre in tema di sicurezza stradale, il vice presidente della Regione sposa la
linea della tolleranza zero, a partire dalla guida in stato di ebbrezza. «Sono
contrario al limite dei 0,5 microgrammi di alcol per litro di sangue - attacca
- : il limite deve essere zero. Chi guida non deve bere alcolici, punto e basta.
Le strade sono sicure, sono gli uomini a renderle insicure. Sulle punizioni poi
insisterei di più sul ritiro della patente piuttosto che inasprire le multe.
Molto meglio fissare un giorno di sospensione per ogni chilometro di eccesso di
velocità in più, stabilendo magari la soglia dei 50 chilometri in più del
limite oltre cui scatta il ritiro definitivo. Un deterrente molto più efficace
delle multe».P. Cal.
IL GAZZETTINO Treviso
Dopo
alcuni anni tornano ad aumentare le stragi del sabato sera: nei primi otto mesi
dell’anno sono state un terzo dei 79 incidenti con vittime La morte
sulle strade arriva in rettilineo Quasi la
metà dei sinistri causata dalla combinazione fra alta velocità, distrazione e
condizioni psicofisiche alterate da alcol o droga Gli "sballi" del sabato sera tornano
a causare incidenti nella Marca: secondo i dati forniti dall’Ufficio Studi
della Provincia, dall’inizio dell’anno sono 24 le vittime delle notti brave del
fine settimana. Ventiquattro, cioè un terzo delle 79 complessive. Un dato
allarmante, che contraddice quelli degli anni scorsi, quando il maggior numero
di decessi avveniva il giovedì e comunque durante i giorni lavorativi. Ora
invece, stando alle cifre comprensive dei primi 8 mesi del 2007, si nota che
ben 24 morti su strada sono avvenute nel week-end, e con caratteristiche comuni
ben precise: sbandamento autonomo di veicolo (che nel 63\% dei casi ha
procurato il decesso del conducente) dovuto a distrazione, stato psicofisico
alterato ed eccesso di velocità.Ma tra le statistiche elaborate dalla Provincia
sulle vittime della strada del 2007, spicca anche il dato della mortalità sulle
due ruote: ogni due deceduti, uno è ciclista o motociclista. Negli anni scorsi,
questa categoria rappresentava un decesso ogni tre e mostrava un andamento in
diminuzione rispetto a quello degli altri mezzi. Il presidente Leonardo Muraro
spiega così l’incidenza negativa: "Un morto su due viaggia su mezzi a due
ruote: questo senza dubbio è da imputare al clima mite di quest’anno, che ha incoraggiato
ad uscire all’aria aperta. Questa amministrazione ha varato, proprio per
risolvere la questione, uno spot choc: mi auguro che nei prossimi mesi si
avverta sensibilmente un calo dei decessi". Ad agosto, infatti, il numero
di vittime è dimezzato rispetto al 2006: sono stati "solo" 5 i morti
su strada, cui vanno aggiunti 3 deceduti a seguito di incidenti avvenuti in
luglio. Dei 5 scomparsi, tre erano su mezzi a due ruote: dall’inizio dell’anno
le vittime della strada salgono quindi a 79. "Mi piace pensare - aggiunge
Muraro - che il calo di agosto, con 5 decessi rispetto agli 11 di media negli
anni scorsi, sia il primo risultato della nostra campagna choc, di grande
impatto emotivo e di sensibilizzazione. Mi auguro davvero che i prossimi mesi
possano confermare il trend discendente in atto dal 1998. Questo senza
dimenticare però i dati negativi degli ultimi mesi: i 79 morti dall’inizio
dell’anno, pur essendo meno della media degli ultimi anni (89 sono quelli
registrati a fine agosto dal 1998 al 2005), sono di una unità più di tutti i
decessi avvenuti nell’intero 2006&qu
Mercoledì, 05 Settembre 2007
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