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Salvataggi 08/09/2007

Città di Castello (PG) - Due agenti della Polizia Stradale recuperano una medicina vitale per la sopravvivenza di una ragazza che in Italia è fuori commercio

Una storia di grande altruismo e amore per la vita ricostruita dopo 12 anni in un articolo della rivista Cuori e motori


Foto Coraggio – archivio Asaps

(ASAPS) – Dolore che si accumula su altro dolore. Il destino spesso sa essere estremamente crudele con le persone, mettendole continuamente alla prova. E proprio un destino beffardo e crudele ha messo a dura prova le vite di una madre e di una figlia a Città di Castello. I fatti a cui si fa riferimento nella storia raccontata da una delle due protagoniste nelle pagine di una rivista specializzata Cuori e motori, sono accaduti dodici anni fa, nel 1992. Un’esperienza costellata da molto dolore ma, anche, da una grande gioia: quella di riuscire a salvare la vita della propria figlia, grazie all’aiuto di due agenti uno della Polizia Stradale di Città di Castello, l’altro di quella di Colico: l’Assistente capo Tiziano Rossini e l’Ispettore Capo Giorgio Rosano. Nel 1992, appunto, la signora Enrica, la figlia invece si chiama Giovanna, perse il marito in un incidente stradale. Un momento terribile che madre e figlia riescono lentamente a superare. Nel 1995 Giovanna dà alla luce un bimbo che purtroppo sopravvive solo pochi minuti dopo la nascita. A quel punto la disperazione entra nuovamente nelle vite delle due donne, una disperazione a cui l’organismo di Giovanna non regge facendola ammalare gravemente. Malattia curabile esclusivamente con un farmaco all’epoca fuori commercio. Angosciata, Enrica cerca aiuto ovunque per rintracciare la medicina per curare la figlia e una sera rientrando a casa incontra casualmente i due agenti e si sfoga con loro raccontandogli il proprio dramma. Un racconto a cui i due “stradalini” non rimangono indifferenti. Evidentemente, in quel preciso momento, il destino decise, per una volta, di sorridere alla signora Enrica. Tornato in ufficio l’Assistente Rossini, che aveva ascoltato lo sfogo amaro della donna, decide di mettersi in contatto con l’Ispettore Capo Rosano e di raccontargli la vicenda. E da quella telefonata è nata una “staffetta del cuore”, perché proprio grazie al cuore di questi due agenti, che ha fatto arrivare il farmaco all’ospedale dove era ricoverata la ragazza, ora Giovanna sta bene. Infatti subito dopo la telefonata Rosano trova una confezione della medicina a Lecco, purtroppo una solo confezione non è sufficiente e l’unico paese dove si può trovare è la Svizzera. A quel punto Enrica, all’epoca volontaria della Croce Rossa, chiede aiuto ad altri due volontari che si accordano con la Polizia Stradale che lo stesso giorno li scorta per un tratto del loro viaggio della speranza. E in un susseguirsi di cambi, dopo 900 km, l’arrivo al confine dove ad attenderli c’è la sorella di un altro volontario con tre scatole del prezioso medicinale. E via di nuovo in auto per arrivare in tempo da Giovanna. E alle tre di notte dello stesso giorno il farmaco è all’ospedale di Città di Castello e la giovane è salva. Una dimostrazione del grande cuore che pulsa sotto la divisa rossa e blu indossata da uomini, e donne, che quotidianamente lavorano per aiutare i cittadini, anche fuori dalla strada. E oggi, dodici anni dopo, leggendo il commuovente articolo, l’attuale comandante del distaccamento della Polizia Stradale di Città di Castello, Paolo Ferri, ha chiesto per questi due “eroi della strada” un giusto riconoscimento per un gesto di grande altruismo che ha ridato a una madre un motivo per andare avanti. (ASAPS)


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Sabato, 08 Settembre 2007
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