Foto Coraggio – archivio Asaps (ASAPS) – Dolore che si accumula
su altro dolore. Il destino spesso sa essere estremamente crudele con le
persone, mettendole continuamente alla prova. E proprio un destino beffardo e
crudele ha messo a dura prova le vite di una madre e di una figlia a Città di
Castello. I fatti a cui si fa riferimento nella storia raccontata da una delle
due protagoniste nelle pagine di una rivista specializzata Cuori e motori, sono
accaduti dodici anni fa, nel 1992. Un’esperienza costellata da molto dolore ma,
anche, da una grande gioia: quella di riuscire a salvare la vita della propria
figlia, grazie all’aiuto di due agenti uno della Polizia Stradale di Città di
Castello, l’altro di quella di Colico: l’Assistente capo Tiziano Rossini e
l’Ispettore Capo Giorgio Rosano. Nel 1992, appunto, la signora Enrica, la
figlia invece si chiama Giovanna, perse il marito in un incidente stradale. Un
momento terribile che madre e figlia riescono lentamente a superare. Nel 1995
Giovanna dà alla luce un bimbo che purtroppo sopravvive solo pochi minuti dopo
la nascita. A quel punto la disperazione entra nuovamente nelle vite delle due
donne, una disperazione a cui l’organismo di Giovanna non regge facendola
ammalare gravemente. Malattia curabile esclusivamente con un farmaco all’epoca
fuori commercio. Angosciata, Enrica cerca aiuto ovunque per rintracciare la
medicina per curare la figlia e una sera rientrando a casa incontra casualmente
i due agenti e si sfoga con loro raccontandogli il proprio dramma. Un racconto
a cui i due “stradalini” non rimangono indifferenti. Evidentemente, in quel
preciso momento, il destino decise, per una volta, di sorridere alla signora
Enrica. Tornato in ufficio l’Assistente Rossini, che aveva ascoltato lo sfogo
amaro della donna, decide di mettersi in contatto con l’Ispettore Capo Rosano e
di raccontargli la vicenda. E da quella telefonata è nata una “staffetta del
cuore”, perché proprio grazie al cuore di questi due agenti, che ha fatto
arrivare il farmaco all’ospedale dove era ricoverata la ragazza, ora Giovanna
sta bene. Infatti subito dopo la telefonata Rosano trova una confezione della
medicina a Lecco, purtroppo una solo confezione non è sufficiente e l’unico
paese dove si può trovare è la Svizzera. A quel punto Enrica, all’epoca
volontaria della Croce Rossa, chiede aiuto ad altri due volontari che si
accordano con la Polizia Stradale che lo stesso giorno li scorta per un tratto
del loro viaggio della speranza. E in un susseguirsi di cambi, dopo 900 km,
l’arrivo al confine dove ad attenderli c’è la sorella di un altro volontario
con tre scatole del prezioso medicinale. E via di nuovo in auto per arrivare in
tempo da Giovanna. E alle tre di notte dello stesso giorno il farmaco è
all’ospedale di Città di Castello e la giovane è salva. Una dimostrazione del
grande cuore che pulsa sotto la divisa rossa e blu indossata da uomini, e
donne, che quotidianamente lavorano per aiutare i cittadini, anche fuori dalla
strada. E oggi, dodici anni dopo, leggendo il commuovente articolo, l’attuale
comandante del distaccamento della Polizia Stradale di Città di Castello, Paolo
Ferri, ha chiesto per questi due “eroi della strada” un giusto riconoscimento
per un gesto di grande altruismo che ha ridato a una madre un motivo per andare
avanti. (ASAPS) |
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