Nota: vi invito a leggere
- a fine rassegna - un comunicato
dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti, che replica all’amaro sfogo di un operatore della Polizia
Municipale a proposito di ricorsi ai Giudici di Pace, che apriva la
rassegna stampa di ieri, tratto da ASAPS.IT. Questa rassegna, dedicata a vino, birra e
altri alcolici, di fatto dedica sempre ampio spazio al problema della sicurezza
stradale, a motivo dell’incidenza del bere sulla sinistrosità. Per questo ospiteremo con piacere tutti coloro
che vorranno intervenire costruttivamente in questa interessante discussione. Numerose volte, in passato, abbiamo segnalato
in queste pagine sentenze a nostro parere “inquietanti” di Giudici di Pace, decise secondo la logica di seguire il cuore e non il diritto. Del tipo di annullare condanne per guida in
stato di ebbrezza, perché il limite legale era stato superato, sì, ma… non
poi di così tanto... suvvia. Ringrazio Pier Luigi Ciolli, di cui conosco
molto bene l’attenzione e l’impegno per la sicurezza stradale, per aver
generosamente definito “autorevole” questo servizio, che curo insieme a Roberto
Argenta. Alessandro
Sbarbada
L’ECO DI BERGAMO
La prova
dell’alcol Sopra i limiti il 75% Viaggio
con l’etilometro tra locali e feste di paese Molti si mettono alla guida
convinti di essere sobri Quattrocento chilometri percorsi sulle
principali strade della Bergamasca per rispondere ad una domanda: quanto beve
la gente prima di mettersi alla guida? Con la dotazione dei test monouso
d’alcolemia fornitici gratuitamente dalla società «Contralco» e l’etilometro
digitale messoci a disposizione dal comando della Polizia locale di Ponte San
Pietro, partiamo, per due venerdì sera consecutivi da Bergamo. Destinazione
feste della birra, disco pub, bar. Al termine del nostro viaggio abbiamo verificato che il 75% di coloro che
si sono sottoposti volontariamente al test dell’alcolemia sono risultati non
idonei alla guida, superando il limite di 0,5 previsto per legge. Questi
ultimi nella stragrande maggioranza dei casi hanno dichiarato che malgrado
l’alterazione psicofisica si sarebbero messi al volante entro le due ore
successive. Sono le 22 del 31 agosto, puntiamo subito
verso la Bassa: qui ci sono numerose feste paesane, compresa una maxi festa
della birra. Il nostro sguardo viene subito catturato da centinaia di
autovetture, moto e scooter parcheggiati ovunque; un tendone enorme che
strabocca di gente, ed altrettanta in coda per entrarvi rievoca l’Oktober Fest
di Monaco di Baviera. Chiediamo ai primi ragazzi che escono se vogliono
sottoporsi al test: la risposta è buona, quasi tutti accettano ed apprezzano
l’iniziativa. Riusciamo in un’ora e mezza a raccogliere una trentina di
adesioni. Il primo dato che emerge, è che il
90% dei maschi dichiara di aver bevuto, percentuale che scende per le donne al
70%, compresi i ragazzi che hanno un’età compresa fra i 14 ed i 17 anni. La sorpresa riguarda chi non gradisce
l’iniziativa e declina il nostro invito: è il caso di Paolo, 43 anni, di Rivolta D’Adda, con due boccali da un litro ciascuno in una mano, nell’altra quella
della figlia di sei anni, ci dice: «Io il test non lo faccio, è inutile,
dipende dal fisico, dal metabolismo, vedete (alzando una gamba e stando in equilibrio)
sono in perfetta forma. Il nostro organismo è abituato, è diverso per i
ragazzini, a loro l’alcol prende di più». Chiediamo se sarà lui a guidare
per il rientro: «Certo, che problemi ci sono?». Ci saluta dirigendosi verso la
sua auto con moglie e figlia. Paolo, 25 anni, camionista di professione, anche lui con un boccale da un litro in
mano, ci rivela: «Io con un litro mi metto alla guida tranquillamente,
pensate che ci sono dei miei colleghi che anche durante il giorno si bevono un
litro e mezzo di vino e lo reggono tranquillamente. Io al lavoro però al
massimo mi bevo un caffè corretto». Prova con l’alcol test: la linea dello 0,5
è superata. La serata vola via rapida, e fra i ragazzi che
chiedono di provare ci sono due amici di
15 e 17 anni con lo scooter: anche loro hanno superato il limite. Ripartiamo, quindici chilometri verso un’altra
festa, sempre nella Bassa: cambia il numero degli avventori ma i dati e le
situazioni sono identiche. Abbiamo fatto le due, torniamo a Bergamo.
Facciamo un primo rapido calcolo: nei circa 150 chilometri percorsi nelle
arterie più trafficate della pianura abbiamo incrociato solo sei auto tra
carabinieri e polizia. La seconda parte della nostra inchiesta inizia
l’altra sera. Si parte dal nostro giornale sempre attorno alle 22, decidendo di
ritornare nuovamente nella Bassa. La presenza di numerosi maxi pub, e disco bar
ci permetterà di effettuare il maggior numero di test. All’orizzonte questa
volta il parcheggio di un centro commerciale, una discoteca ed un disco bar.
Decidiamo di cambiare un po’ la strategia: anziché chiedere di sottoporsi al
test a coloro che escono, lo proponiamo agli avventori che raggiungono i
locali. Parcheggiamo la nostra auto in posizione strategica, e nemmeno il tempo
di mettere in funzione l’etilometro digitale: sentiamo un botto, l’auto si
sposta di qualche centimetro. Un ragazzo facendo la retromarcia ci ha
tamponati. Una rapida verifica dei danni e notiamo che il conducente del mezzo
ci sembra eccessivamente «allegro». Si chiama Fabio, ha 25 anni, è alla guida
di una Mercedes cabrio nuova di zecca
con altri tre amici a bordo. «Vuoi fare l’alcol test?» gli chiediamo.
Acconsente, dicendosi sicuro che con quello che ha bevuto lui è «a postissimo».
Qualche minuto d’attesa per scoprire che la
patente gli è già stata ritirata per guida in stato d’ebbrezza «ma ero solo
a 0,8», ci dice. Attendiamo il verdetto
dell’etilometro: 1,19. Gli chiediamo quale sarà il programma della serata:
«Dobbiamo terminare di festeggiare il compleanno del mio amico, andiamo in un
altro locale». E come se niente fosse si mette al volante del suo mezzo per
proseguire la folle serata. Ma le sorprese sono appena iniziate: un
ventitreenne, Luca, appena arrivato con altri amici si sottopone al test: 3,61.
Gli amici che lo accompagnano accumulano come dati 0,71, poi 0,60, ed ancora
0,50, 0,90 mentre colui che ci dice
d’essere sobrio ha un tasso pari a 3,91 e si assume la responsabilità di
riportare a casa l’amico. È la volta di Valerio, 21 anni, scende da una
Bmw, in compagnia di un altro amico. Sono reduci da una festa della birra,
preceduta da un aperitivo alcolico. «Adesso? Una vodka prima di mangiarci una
bella piadina fra un’oretta. Con un’altra birra naturalmente». Risultato del
test: 1,19. Fra gli avventori anche due ragazze. Fatima ha 20 anni «È l’unica
sera che ho per me, penso d’aver bevuto entro i limiti, quindi sono convinta
d’essere a posto». Risultato del suo test: 0,71. In tutta
la serata facciamo una trentina di rilievi: solo due persone hanno un tasso
pari a zero. Degli altri 28 molti, questa notte, saranno al volante di un’auto. Giuseppe
Lupi
IL GAZZETTINO
LA NUOVA
LEGGE SUGLI ALCOLICI Venezia «Siamo contrari in assoluto a questa legge -
premette Renato Giacchetto, presidente del Sindacato nazionale locali da ballo
aderente alla Confcommercio e da una vita gestore di discoteche in Veneto - ma
quel che più ci dispiace è che sembra vogliano farci passare per degli alieni
mentre i gestori di locali sono anche loro padri, uomini, cittadini, madri di
famiglia; non è che siamo esenti dalle problematiche della società, sappiano i
nostri giovani che problemi hanno. Non
possiamo essere discriminati come quelli che vogliono far ubriacare i ragazzi,
anzi, proprio per questa doppia veste, abbiamo una visione del problema
certamente più completa e meno ideologica toccandolo con mano tutte le sere». Insomma,
se come sindacalista pensa a risolvere i problemi della categoria, come uomo è
profondamente deluso. Anzi offeso. «Come Silb stiamo collaborando da anni con i
Governi che si sono succeduti, ma non ci
è mai capitata una cosa del genere. E proprio qui in Veneto, visto che io
sono veneto. In Sicilia, in Piemonte, in Lombardia, in Emilia Romagna, Puglia e
Lazio facciamo dei tavoli assieme ai politici, con le altre organizzazioni. Qui
siamo stati consultati in un primo momento, dopo hanno deciso tutt’altro e
l’abbiamo saputo dai giornali. Sono anni che collaboriamo con tutti e non so
come faccia a dire certe cose, che faremo valutare dai nostri legali, quel
signore che viene definito il "padre dei divieti". Approvata
all’unanimità, si è poi scoperto che molti hanno preso le distanze dalla legge
il giorno dopo. «La contrapposizione tra politici rischia di
allontanare la soluzione del problema. Trovo singolare che l’assessore Gava,
dopo aver dato un forte contributo all’elaborazione della legge, dica che Forza
Italia e lui stesso sono convinti che con il proibizionismo non si risolva il
problema e poi giustifica e demonizza tutti quelli che la pensano come lui. Che
segnale diamo all’esterno? Di grande confusione». Cosa non
vi convince di questi divieti e imposizioni? «O vivono in un altro pianeta o non capisco. È
sbagliato associare gli effetti di una legge al calo del numero degli incidenti
stradali dovuti alla guida in stato di ebbrezza perchè, se così non fosse, c’è
il rischio di delegittimare l’intera categoria dei politici che cercano in
questo modo di trovare la soluzione del problema, ma non usano gli strumenti
giusti». Quali
potrebbero essere questi strumenti? «Un mese fa abbiamo sottoscritto un protocollo
d’intesa con i ministri Amato e Melandri per un decalogo di comportamento che
prevede anche il famoso "guidatore designato". Le leggi ci sono, non
ne servono altre: il divieto di somministrazione di alcolici ai minori c’è già,
mentre con questa legge si torna indietro perchè si finirà con l’incentivare la
mobilità da una località all’altra che ultimamente era diminuita». L’obbligo
di aprire le discoteche alle 22 viene giustificato come un tentativo di
riportare i giovani ai tempi di precedenti generazioni. Anche questo vi
danneggia? «Contro
le mode non si va con le leggi: i locali già adesso aprono alle 22, ma la gente
arriva all’1 e questo rappresenta un danno perchè stiamo lì ore a non far
niente in attesa di lavorare». State
pensando di opporvi a questa legge con qualche ricorso? «Sì, di sicuro. La categoria è molto choccata e non starà con le mani in mano:
la prossima settimana ci troveremo e non possiamo stare ad aspettare il
fallimento di una legge, che sarebbe una sconfitta per tutti. C’è il rischio di
dovere chiudere gli ambienti perchè non è con il proibizionismo o spostando
l’orario che si risolve il problema, quelli che vogliono bere bevono lo stesso». Pensate
più a un ricorso al Tar o all’Antitrust visto, per esempio, che i locali di
confine potrebbero non essere più in regime di libera concorrenza con quelli di
altre regioni? «Non abbiamo ancora in mano il testo
definitivo della legge e sarà compito dei nostri locali valutare il da farsi.
Mi pare, però, che l’Antitrust abbia già dato indicazioni su dove stavano
sbagliando e poi anche con le deroghe creeranno disparità di trattamento: se
Jesolo avrà le risorse per fare i controlli notturni ed Eraclea no, finiranno
per pagare i locali». Per non
parlare delle conseguenze sul turismo. «Significa mandare via la gente: s’immagini
via Bafile a Jesolo all’1 di notte quando non sarà più possibile bere una
birra? Dovranno chiudere tutti». Insomma,
una grande delusione? «Siamo rimasti davvero delusi, non è con il proibizionismo
che si risolvono questi problemi. Non si può fare una legge del genere e dire
"proviamo". Comunque, non
staremo con le mani in mano: la prossima settimana faremo questo incontro a
livello regionale con i gestori e salterà fuori qualche iniziativa importante
perchè sono tutti arrabbiati». (*) Giuseppe
Tedesco (*) Nota: chi segue da anni questa rassegna
stampa ha capito come tutti i tentativi di fare leggi che regolamentassero il
divertimento notturno o incidessero sui problemi alcol correlati sono sempre
naufragati con l’attivarsi delle lobbies di chi produce e di chi vende bevande
alcoliche. Tutte le “collaborazioni”, i “protocolli
d’intesa” di cui parla il Presidente Silb in questo articolo hanno portato a
provvedimenti, a mio parere, inutili -
come il famoso “codice etico di autoregolamentazione” - che non hanno intaccato
i consumi alcolici, quindi gli incassi di questi locali. Il fatto che oggi i gestori dei locali siano
“tutti arrabbiati” significa che, per una volta, la politica si è trovata a
privilegiare la sicurezza di tutti, a discapito del portafoglio di qualche
categoria, significa che, forse, davvero questo provvedimento, se non
riusciranno a bloccarlo, potrà finalmente cominciare ad incidere in maniera
efficace su questa realtà. Che è drammatica (il primo articolo oggi in rassegna
è molto significativo). Il discorso è semplicissimo: per diminuire i
problemi alcol correlati bisogna diminuire i consumi di alcol, e questo
necessariamente fa perdere incassi a qualcuno: il resto sono chiacchiere. E’ curioso come i discotecari, quando in
questi ultimi anni si è affrontato questo tema, abbiano sempre sostenuto che i
giovani nei locali notturni non bevono poi granché, perché i prezzi sono alti,
perché bevono prima di arrivare…. Quando si propone loro di non vendere più
alcol dopo una certa ora, gridano che li costringeranno a chiudere, che li
vogliono mandare in rovina…. Ma se fosse vero quello che dicono, ovvero che
vendono poco alcol, non dovrebbero avere poi tutta questa perdita economica! O
no?
IL SECOLO XIX
Sacerdote
e troupe tv aggrediti e picchiati PADOVA. Un sacerdote e una troupe di Mtv sono
stati aggrediti e minacciati l’altro giorno, poco dopo la mezzanotte, nella
zona del "Naviglio", a Padova, un’area conosciuta per il consumo di
alcolici. Il sacerdote è don Marco Pozza, noto nella città del Santo come «don
spritz», per l’attenzione da lui rivolta alle problematiche giovanili, in
trasmissioni televisive per l’emittente nazionale Canale Italia e sulla carta stampata.
Della troupe televisiva faceva parte, tra gli altri, Pierfrancesco Diliberto,
showman noto per la sua partecipazione al programma «Le iene» con lo pseudonimo
di «Pif». Tra i presunti aggressori
figurerebbe Adriano Solinas, portavoce dei quattordici baristi del
"Naviglio". I bar del «Naviglio» erano stati al centro di una
inchiesta giornalistica sulla somministrazione di alcol ai minori di 16 anni.
L’ECO DI BERGAMO
«Nei pub
c’è chi fa a gara a chi ha bevuto di più» «Ogni sei mesi siamo costretti a buttare le
confezioni di birre analcoliche perché non le beve nessuno. I giovani non
cercano semplicemente la birra, vogliono l’alcol»: Cristian, 32 anni, è il
responsabile di un disco pub che nel fine settimana fa il pieno di clienti. «A mio parere la gente non ha la
consapevolezza della quantità di bevande alcoliche massime che possono essere
assunte per non uscire dal limite previsto dalla legge. Altra questione è
quella legata all’alto numero di locali che frequentano in una serata i
giovani. Si spostano anche in tre, quattro posti diversi, ed in ognuno di
questi locali bevono. In particolare dopo l’una di notte arrivano i cosiddetti
"reduci", che magari sono stati prima in alcune feste o pub dove
hanno consumato birra». Le bevande più richieste? «Soprattutto da parte dei
ragazzi c’è una tendenza a richiedere superalcolici, come vodka o negroni. Per
quanto ci riguarda – spiega Cristian – quando vediamo che un nostro cliente è
in uno stato di palese alterazione, non somministriamo sostanze alcoliche. Ma il
problema è che lungo le strade si trovano anche dei venditori ambulanti che
insieme ad un panino forniscono anche birre e alcolici». Cosa pensa invece il
titolare del pub degli etilometri che vengono distribuiti nei locali pubblici?
«A parere mio e di altri colleghi in
alcuni casi i ragazzi usano l’etilometro che si trova nei locali come richiamo
sul problema dell’alcol alla guida, per vedere chi riesce a reggere di più,
ad andare oltre gli altri». (*) E sulla tematica dei controlli ? «Onestamente,
io quando chiudo il locale mi dirigo verso casa attorno alle tre o quattro del
mattino: devo dire che mi capita abbastanza raramente di vedere dei posti di
blocco. Credo però che la loro presenza sul territorio non sia una questione di
volontà ma di mancanza di uomini a disposizione». (*) Nota: il mio parere, più volte ribadito in
questa rassegna, è che l’etilometro che serve per la sicurezza stradale è
quello che fa togliere la patente. Spesso gli etilometri monouso sono un oggetto
curioso con cui scherzare, spesso gli etilometri fissi nei locali sono uno
stimolo a fare a gara a chi raggiunge il punteggio più alto. Alla faccia della
salute e della sicurezza. E’ solo un mio parere personale, che so non
essere condiviso da molti addetti ai lavori.
IL SECOLO XIX
I produttori
di vino si mobilitano per l’educazione al bere dopo il caso Gaja ALBA. Il sasso nello stagno è stato lanciato e
subito le acque si sono mosse. O, meglio, più che di acqua si sta parlando di
vino, di chi lo produce, di chi da decenni fa di questo prodotto delle nostre
vigne una ragione di vita, non solo sotto il profilo economico. Pochi giorni
fa, alla vigilia di un convegno organizzato dall’Anca (Associazione Nazionale
Contro l’Alcolismo) a Limone Piemonte, uno dei più noti produttori di vini italiani,
Angelo Gaja, attraverso Il Secolo XIX ribadiva la necessità, da parte della sua
categoria, dell’educazione al consumo soprattutto dei giovani. Considerato
l’allarmante incremento degli incidenti stradali provocato da automobilisti
ubriachi, Gaja aveva lanciato una serie di proposte, affermando tra l’altro che
«anche i produttori possono fare molto per comunicare la cultura
dell’educazione al bere». Un argomento che fino a poco tempo fa era
considerato tabù, visto che l’appello, lanciato già qualche mese fa era rimasto
inascoltato, con la sola reazione di un altro grande produttore, Bruno Ceretto,
il quale aveva bollato l’iniziativa più che altro come pubblicitaria. Il
convegno di Limone Piemonte ha avuto però il pregio di scoprire le carte e
rivelare che in realtà da tempo gli
stessi produttori stanno prendendo coscienza di un problema che ormai lambisce
tutte le famiglie, se si considera che l’alcolismo provoca ogni anno
quarantamila morti. Tanto è vero che entro la fine del mese ci sarà ad Alba
un vero e proprio confronto pubblico tra i produttori, durante il quale saranno
proposte iniziative sull’educazione al consumo dei prodotti alcolici e in
particolare del vino. Nel tentativo di far comprendere ai consumatori la
diversità tra un consumo consapevole di vino durante il pasto e l’abuso di
superalcolici. (*) Promotrice dell’iniziativa, l’Enoteca Grinzane
Cavour, una delle sigle di produzione più apprezzate dai consumatori, il cui
presidente, senatore Tommaso Zanoletti, è anche il Presidente del Comitato
nazionale delle denominazioni di origine controllata. Perchè sia maturato il
tempo per parlare di questi argomenti lo spiega Giacomo Oddero, notissimo
produttore a sua volta di Barolo e Barbaresco, che ha vissuto in prima persona
la trasformazione delle Langhe: dalla fuga dalle campagne degli anni Cinquanta
al rilancio degli ultimi decenni grazie a uno stuolo di piccoli imprenditori
che sono rimasti legati alla loro terra, credendo in essa al punto da
reinvestirvi ogni guadagno: «Sì, perché noi siamo solo imprenditori e non
finanzieri - tiene orgogliosamente a precisare questo signore che, a dispetto
di una lucidità e una grinta invidiabili, ha da tempo superato gli ottanta, -
tanto che, contrariamente ad altri, siamo riusciti a creare un’industria che
non ha demolito altri settori economici, ma si è integrata con essi». E
aggiunge: «Da più di un anno stiamo discutendo su come affrontare il problema
alcool, ma solo adesso, finalmente, siamo riusciti a organizzare un dibattito
per fare il punto sulla situazione. Sono
convinto che affrontare un problema sia il modo migliore per risolverlo,
piuttosto che nasconderci che esista. Ed è giusto che i protettori della
genuinità del vino siano stimolati a un discorso sulla prevenzione e i pericoli
dell’alcol, senza che dietro ci sia un secondo fine, magari pubblicitario. Sì
perché il vino che arriva dalle nostre vigne deve continuare ad essere
considerato un elemento di vita e non una causa di malattia». Marco
Francalanci (*) Nota: va sempre ricordato, in queste
occasioni, il presupposto sbagliato di partenza. In Italia il vino da solo è responsabile di
più problemi alcol correlati rispetto a tutte le altre bevande alcoliche messe
insieme. I superalcolici incidono sui problemi solo per un venti per cento
circa. Per fare prevenzione, i giovani non vanno
educati a bere, ma a non bere.
IL GAZZETTINO (Belluno)
Appello
alla Comunità Montana Contro
l’abuso di alcol serve un regolamento «È un
problema da affrontare» Feltre Un
regolamento comunale e comunitario per controllare maggiormente il fenomeno
dell’abuso di alcol, causa di terribili tragedie famigliari. È questa la proposta che i consiglieri di
minoranza in Comunità montana Feltrina Diego Pauletti e Vittorio Alberti hanno
presentato al presidente Ennio Vigne e ai colleghi perché la inseriscano
nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunitario. «Con profonda soddisfazione approviamo e
sosteniamo il decreto legge in materia di sicurezza stradale presentato dal
ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi (partito dei Comunisti italiani) - si
legge in una nota stampa - un decreto che inasprisce le sanzioni per le
infrazioni più comuni e più pericolose, responsabili della maggior parte degli
incidenti mortali, dal superamento dei limiti di velocità alla guida in stato
di ebbrezza o sotto l’effetto degli stupefacenti. Più severe anche le sanzioni
per l’uso dei telefonini durante la guida». «Se in molti casi si è minimizzato il problema
dell’abuso dell’alcol nella nostra provincia - spiegano i due consiglieri
comunitari, rispettivamente minoranza di Seren del Grappa e Quero - oggi non è più possibile tacere ed ignorare
questa grave situazione. Invitiamo quibdi il presidente Ennio Vigne
(Comunità Montana Feltrina) a portare il problema nella conferenza dei sindaci
dell’Ulss 2, ad informare tutti i consiglieri, a predisporre un regolamento
comunale e a portare il problema all’attenzione del consiglio per aprire una
discussione». Lo stesso ordine del giorno è stato presentato
da Diego Pauletti al presidente del consiglio del proprio comune, Seren del
Grappa nella speranza venga recepito, fatto proprio e approvato indistintamente
da maggioranza e opposizione.
IL GAZZETTINO (Padova)
Drink amaro
sul Naviglio per "don spritz" Il prete
e lo showman "Pif" aggrediti dal titolare del "Caffè
Madrid" mentre girano un servizio Gran brutta avventura, l’altra sera poco dopo
la mezzanotte, sul Naviglio, per "don spritz, al secolo Marco Pozza, e
Pierfrancesco Diliberto, in arte "Pif", trentacinquenne showman ex
"iena". Stavano registrando un servizio sul boulevard dell’aperitivo
per una nuova trasmissione di Mtv che andrà in onda ad ottobre con il titolo
"Il testimone", quando si sono ritrovati a fare i conti con Alberto
Solinas, titolare del "Caffè Madrid", sardo dal carattere acerbo,
portavoce dei quattordici baristi del Lungo Piovego. Il pubblico esercente,
evidentemente fuori dai gangheri, ha aggredito il giornalista afferrando la
telecamera e strappando il microfono a don Pozza. Ne è nata una accesa
discussione. Solinas pretendeva di sequestrare la telecamera perchè, a suo
dire, nessuno aveva autorizzato lo showman ad effettuare riprese. Riuscito a
sganciarsi dalla presa del commerciante, "Pif" ha ritenuto saggio
allontanarsi a passo svelto, ma un
energumeno lo ha inseguito e afferrato per il collo. E al grido "ti
ammazzo, ti ammazzo", ha sbattuto la testa del giornalista contro il
cofano di una macchina in sosta ai piedi del lungargine. Provvidenziale
l’intervento della polizia, chiamata dal sacerdote. «Ho avuto davvero paura. Volevamo solo fare un
servizio sul modo di approcciare i giovani da parte di don spritz. Non ci
saremmo mai aspettati una cosa del genere», ha detto Pierfrancesco Diliberto.
La vicenda è finita in Questura, dove il prete e l’ex "iena" sono
stati a lungo sentiti in merito all’aggressione. Diliberto, che è dovuto
ricorrere alle cure del pronto soccorso per un bel bernoccolo sulla fronte, si
è riservato di sporgere querela per lesioni volontarie e danneggiamento. Scatta
comunque la denuncia per violenza privata a carico del pubblico esercente, che
ha ammesso di avere strappato e danneggiato la telecamera. Si è giustificato
affermando di non avere riconosciuto nè don spritz nè il giornalista. Tuttavia
ha negato di conoscere l’identità del "picchiatore". «Da anni avvicino i giovani durante il rito
serale dell’aperitivo - commenta don Pozza - non mi è mai capitata una cosa del
genere. Credo che il Comune dovrebbe
interrogarsi su quanto avviene sul Naviglio, uno spazio pubblico dove io
sconsiglierei i genitori di mandare i propri figli». Sicuramente è il
Questore che in queste ore sta riflettendo. Ci sono gli estremi per firmare un
provvedimento di chiusura temporanea del "Caffè Madrid" per motivi di
sicurezza e ordine pubblico. Rammentando, peraltro, che due settimane fa è
stato arrestato un trafficante di droga croato, rincorso da un mandato di
cattura internazionale, che Solinas ospitava a casa sua. G.Colt.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
SOTTOMARINA Ubriachi
in sella allo scooter seminano il panico e investono un agente Chioggia In due su uno Scarabeo, completamente ubriachi
intenti a zigzagare lungo via San Marco a Sottomarina. La folle corsa di due chioggiotti di 17 e 19
anni è finita con l’arresto per il maggiorenne e con una multa per il ragazzo
più giovane, fermati a fatica dalla polizia di Chioggia. I due, intorno all’una
di notte hanno seminato il panico nel quartiere. Correvano sopra la pista
ciclabile, lungo il marciapiede, contromano sulle carreggiate della strada
rischiando più volte di finire addosso alle auto in transito. Notati da alcuni
passanti sono stati invitati più volte a fermarsi ma i due continuavano a
sfrecciare senza sosta, infischiandosene dei rimproveri e delle proteste. Alla fine i residenti, esasperati, hanno
chiesto l’intervento della polizia arrivata sul posto pochi minuti dopo con una
volante. I due agenti hanno localizzato subito i due teppisti e hanno intimato
loro l’alt con la paletta. Il motorino è però sfrecciato via senza fermarsi al
posto di blocco. Pochi minuti dopo è ritornato puntando dritto verso i
poliziotti. L’agente ancora una volta ha
alzato la paletta per tentare di convincere il conducente a fermarsi ma questi
lo ha colpito in pieno facendolo cadere rovinosamente a terra. L’urto molto
violento, ha sbalzato dalla sella i due ragazzi che non sono più riusciti a
scappare. Per terra è finita anche una bottiglia di amaro completamente
vuota a dimostrazione che i due avevano bevuto parecchio prima di salire in
sella allo scooter. I ragazzi sono stati caricati sulla volante e
portati al commissariato di Chioggia mentre l’agente rimasto ferito si è recato
al pronto soccorso per le cure del caso. A questo punto era quindi terminata la
notte brava dei due giovani. Sottoposto ad alcoltest il conducente 19enne,
E.S. di Chioggia, è risultato avere un tasso alcolemico triplo rispetto al
limite previsto dalla legge, inoltre guidava lo scooter senza patente e senza
patentino per i ciclomotori. Nonostante tutto il giovane continuava ad inveire
contro gli agenti finendo con l’essere arrestato per violenza, resistenza,
lesioni personali a pubblico ufficiale e ubriachezza molesta. Visto che E.S. aveva la fedina penale
completamente pulita, il Pubblico ministero ha commutato l’arresto in denuncia
lasciando il ragazzo libero di rientrare a casa. Per il suo compagno minorenne
solo un’ammenda per ubriachezza molesta mentre l’agente ferito ha riportato
traumi lievi giudicati fortunatamente guaribili in una ventina di giorni. Marco
Biolcati
IL GAZZETTINO (Padova)
Dopo le
recenti polemiche che hanno ... Dopo le recenti polemiche che hanno coinvolto
il "naviglio" dello spritz versione 2007, ieri sera tra i gazebo dei
bar del Piovego è tornato a comparire l’etilometro. L’iniziativa di portare
l’alcol-test sulle rive della location del divertimento estivo per eccellenza
dei giovani padovani è stata voluta e ribadita dal vice sindaco e assessore ai
Servizi sociali, Claudio Sinigaglia. «Con quelli di ieri sera, i controlli realizzati
tra i ragazzi che frequentano i bar del Piovego - ricorda il vice sindaco -
sono stati circa 1500, circa il 23 per cento di loro è stato trovato con i
valori fuori norma, ovvero con un tasso alcolico nel sangue superiore al limite
massimo dello 0,5 per cento fissato dalla legge». E l’amministrazione di palazzo Moroni continua
ad proseguire lungo la direttrice intrapresa in queste settimane. «Resto sempre convinto della bontà della
scelta - riprende Claudio Sinigaglia - di dotare le discoteche di etilometro e
di camera di decompressione per i ragazzi che hanno bevuto. Questo non
proseguire la linea politica della prevenzione, ma almeno intervenire sul
post-consumo».
ALICE.IT
GB/
DONNE INCINTE, GOVERNO PAGA PER UNA DIETA SALUTARE 120
sterline da "investire" in frutta e verdura (The Observer) Roma, 9 set. (Apcom) - Centoventi sterline per
garantire la giusta dieta alle donne britanniche incinte. E’ il piano per una
"salute nella gravidanza", che sarà presentato la prossima settimana
dal segretario alla Salute Alan Johnson. L’obiettivo sarà quello di invogliare
le donne a spendere il bonus in frutta fresca e verdura. Lo scrive oggi
l’Observer. L’assegno sarà garantito alle donne quando
arriveranno al settimo mese di gravidanza. Oltre al denaro, le donne
riceveranno consigli da personale specializzato su come mantenere una dieta
bilanciata e smettere di fumare e bere. Le misure di sostegno entreranno in
vigore nel 2009 e costeranno 70-80 milioni di sterline all’anno, secondo i
calcoli del ministero del Tesoro. Nella speranza che non saranno spesi in
alcool e sigarette.
IL GAZZETTINO (Udine)
Se oggi
c’è il sole ... diAndrea
Valcic Se oggi c’è il sole, ma minaccia pioggia per
la prossima settimana, allora vuol dire che sta arrivando Friuli Doc. Le prime casette
dell’artigianato sono già visibili in piazza Duomo, i manifesti affissi alle
vetrine di bar e negozi. La più
grande manifestazione enogastronomica regionale ha superato indenne
le polemiche di inizio estate, quando l’incauto Toni Capuozzo in una intervista
osò descriverla come la più consona agli udinesi, rispetto ad altre
manifestazioni di più alto spessore culturale, leggi "Vicino e
lontano" che a suo dire suonavano esotiche e lontane sul serio dal sentire
cittadino. «Un
inno all’alcolismo e alla politica delmuset e brovada», così venne definito
il suo intervento, incapace per alcuni di capire le trasformazioni avvenute
dalla sua partenza da Udine. Povero Toni, altro che Adiòs, questo diventava un
mandi negato. Che poi il tutto suona anche un po’ ridicolo, visto che proprio
Capuozzo fa parte della giuria del premio Terzani; è fresco inoltre di una
nomination in quella dell’Hemingway e, credo, non si neghi a qualsiasi
partecipazione a manifestazioni culturali che si tengono in Friuli. Se non
altro per rivedere i vecchi amici. Bagatelle,
se pensiamo alle lettere che puntualmente riceveremo in redazione per
condannare i troppi ubriachi, i rumori, i parcheggi mancanti: Friuli Doc ovvero
della saga delle mostruosità. Basta aggiungervi invece una erre. Da saga a
sagra e il gioco è fatto. Sì, benché ogni amministrazione abbia assicurato che
il contorno culturale sarebbe stato adeguato e consono, la manifestazione
settembrina non è mai decollata, da questo punto di vista. Aveva avuto due
padri nobili, il professor Alessandro Vigevani e Gianni Bravo che,
rispettivamente con Continente e Made in avevano cercato di coniugare Friuli
con storia e imprese, pensiero e cibo. Forse un errore di valutazione da parte di
tutti questo voler dividere, separare ciò che sembra popolare, da quanto invece
vorrebbe risultare elitario. Noi vogliamo bene a Friuli Doc così com’è,
senza troppe aspettative o caricandolo di significati troppo alti per il
compito che è chiamato a svolgere. Se poi mangiare e bere bene, far conoscere i
prodotti friulani ai tanti che giungeranno a Udine, senza grandi problemi di
ordine pubblico, sia anche un fatto di cultura e di accoglienza, ci sembra
fuori discussione. Come dire? Di Origine Controllata.
L’ARENA di Verona
VINO.
Dal 23 settembre in prime time su Mediaset e per un mese 169 messaggi
promozionali, per un milione di euro Lo spot
sul Soave divide C’è chi
teme l’effetto Tavernello e chi invece sogna risultati degni del Pinot Grigio Il
Soave abbinato nella mente dei consumatori al Tavernello, oppure il Soave che
supera al ristorante il Pinot Grigio. Sono questi, a seconda dei punti di vista, i
timori e le speranze dei produttori di Soave, legati alla mega campagna
pubblicitaria, da un milione di euro, voluta dal Consorzio e che andrà in onda
per un mese sulle reti Mediaset in prime time a partire dal 23 settembre. Si
tratta di 169 spot che puntano a sdoganare il più importante vino bianco
d’Italia e a togliergli l’etichetta di vino da prezzo e dunque di modesta
qualità. Non tutti però la pensano come il presidente
del Consorzio, Arturo Stocchetti, e il suo direttore, Aldo Lorenzoni, anzi c’è
al contrario chi (in particolare tra i piccoli produttori che da anni lavorano
per il raggiungimento della massima qualità in bottiglia) teme che una campagna
pubblicitaria in televisione possa rivelarsi un boomerang, finendo appunto per
equiparare il Soave al Tavernello (attualmente il vino che spopola su tutti i
canali nazionali), in una operazione al ribasso. Non dimentichiamo che “Pinot di Pinot Gancia”
con lo slogan «Per molti ma non per tutti», terminato il tormentone sulle reti
televisive scomparve dal mercato. Non sarà certo questo il pericolo per il
Soave, ma il timore di un’operazione d’immagine mordi e fuggi è palpabile. «È una campagna pubblicitaria confezionata ad
hoc per le Cantine sociali e la grande distribuzione», taglia corto Stefano
Inama, «un fuoco di paglia che fa vendere a qualcuno nell’immediato accendendo
i riflettori sul Soave da prezzo che, fatalità, è quello che oggi fatica a
vendere». «La realtà è che ci sentiamo esclusi da questa
operazione», gli fa eco Graziano Pra, «ritagliata su misura per i grandi
gruppi, che monopolizzano il mercato. Dobbiamo prendere atto che all’interno
del Consorzio ci sono due anime, con obiettivi di mercato ed esigenze di
marketing diverse e inconciliabili. C’è un Soave che viaggia a due velocità, se
non ce ne rendiamo conto si rischia lo strappo». Sorpreso e amareggiato il direttore della
Cantina Sociale di Soave, Bruno Trentini, alla guida di un autentico colosso
vinicolo, che proprio negli ultimi tempi ha concluso una serie di importanti
acquisizioni di cantine sociali: «Mi meraviglio di queste perplessità, perché
quando con il Consorzio si iniziò a pensare a questa operazione promozionale,
l’idea era rivolta al Soave nel suo insieme, alla denominazione e per elevare
l’immagine che oggi non gode di buona salute. Non si tratta di una operazione
per vendere di più, ma di una operazione per vendere meglio». Il presidente del Consorzio è un fiume in
piena: «Quando si fa promozione senza chiedere una lira allora nessuno
protesta, stavolta fatalità, per una cifra che non basterebbe a fare un
depliant, e invece andiamo in televisione, allora ci sono le critiche». «Se vogliamo volare alto», conclude Arturo
Stocchetti, «dobbiamo essere in grado di mettere da parte le divisioni, se i
piccoli produttori sono cresciuti il merito senza dubbio è loro, ma anche del
Consorzio. Un ettaro di Garganega oggi vale 300 mila euro e il merito è del
sistema».A.T.
ALICE.IT
NOTTE
BIANCA/ ROMA, 17 PERSONE RICOVERATE IN NOTTATA Ottantasette
le richieste di aiuto al 118 Roma, 9 set.(Apcom) - Durante la lunga notte
bianca di Roma il 118 ha effettuato circa 87 interventi; 17 le persone ricoverate.
Quasi tutti gli interventi sono stati effettuati per malori; nessun soccorso
per rissa è stato segnalato. Durante
uno dei trasporti in ospedale, un’ambulanza è stata accerchiata da un gruppo di
giovani, probabilmente ubriachi, che hanno sballottato più volte il mezzo di
soccorso cercando di aprirne le porte. Dal punto di vista della sicurezza, la notte
bianca si sarebbe svolta tranquillamente, pur con qualche intervento di
pubblica sicurezza. Lo hanno reso noto le forze dell’ordine.
LA GAZZETTA DI PARMA
Ubriaco
si spoglia davanti a una donna SUL
TRENO BOLOGNA-MILANO In preda ai fumi dell’alcol si è calato i
calzoni sul treno, davanti a una signora, seduta di fronte a lui. E all’arrivo
degli agenti della Polfer di Fidenza, si è giustificato dicendo: «Cosa c’è di male, se mi piaceva la signora».
Un cinquantenne... continua...
IL TEMPO
Lettere Stragi
sulle strade Nessuno si muove Ma come possiamo definirci "Paese
serio" se ad ogni strage sulle ... ... strade ad opera spesso di ubriachi
stranieri, si torna ad indire convegni, congressi, proposte ecc... con
interventi di ministri, sociologi, giornalisti e via di questo passo con
minacce di "pene più severe" e poi dopo qualche giorno si continuano
a vedere autovetture guidate da zingarelli minorenni... giovani mamme con a
bordo i loro "pargoli" che tengono una mano al volante e l’altra col
telefonino e spesso senza cintura di sicurezza, giovani che sfrecciano a 100
Kmh nei centri abitati e nessuno (vigili, poliziotti o carabinieri) interviene
con provvedimenti drastici (sequestro o multe sostanziose) e in caso di
insolvenza obbligarli a "lavori socialmente utili"? Ma come si può si
può avere ancora fiducia in chi governa se si continua a "perdonare"
chi uccide, ruba, stupra, truffa ecc... o a "depenalizzare" reati
d’ogni genere?... Giuseppe
Marinangeli
IL TEMPO – Lazio Nord
Villa
Rosa Un
convegno per discutere di alcolismo SABATO prossimo 15 settembre, con inizio alle
ore 9:30, si terrà a Villa Rosa, nell’ambito delle manifestazione culturali per
il Centenario della Casa di Cura, un Convegno Scientifico su: «Alcolismo: un problema antico emergente».
Il convegno si tiene con il Patrocinio della Asl e della amministrazione
Provinciale, per il particolare interesse che l’argomento presenta dal punto di
vista sanitario e sociale. L’organizzazione scientifica si avvale della
collaborazione fra la Casa di Cura ed il Centro Dipendenze Alcoliche del
Policlinico Gemelli. La direzione è affidata al professor Luigi Janiri,
responsabile del suddetto Centro, e al professor Cordelli, direttore
scientifico di Villa Rosa. I relatori sono tutti esperti studiosi della
materia, per lo più di provenienza universitaria. Di particolare interesse
saranno tuttavia i contributi del Centro Antialcolico del settore Politiche
Sociali della Provincia di Viterbo (dott. Luca Piras), del Servizio
Tossicodipendenze della Asl (dott.ssa Giaccone) e dell’Unità Operativa di
Neuropsichiatrica di Villa Rosa (dottor Verdecchia, dott.ssa Riccio, dott.ssa.
Lupi, dott.ssa Di Marzio e dottor Di Giacomantonio).
IL TIRRENO
Danneggia
un’auto dell’Arma e minaccia i militari: arrestato SAN
VINCENZO. Il fatto che una pattuglia dei
carabinieri gli avesse ritirato la patente e bloccato la macchina, che lui
stava guidando in stato di ebbrezza, non l’ha proprio digerito. (*) Così si
è presentato davanti alla stazione dei carabinieri di San Vincenzo dove si è
messo a fare il diavolo a quattro. E alla fine si è ritrovato in cella di sicurezza. Protagonista della vicenda, sviluppatasi in
due atti, è stato un uomo di 36 anni originario del Napoletano, del quale non
sono state rese note le generalità. Tutto
comincia nella notte fra giovedì e venerdì quando l’uomo viene fermato per un
normale controllo a un posto di blocco allestito su una strada della zona dai
carabinieri della Compagnia piombinese. L’uomo, che è alla guida della propria
auto, all’apposito controllo risulta in stato d’ebbrezza. Contro di lui scatta
quindi la normale procedura che prevede il verbale, la segnalazione per il
ritiro della patente e l’interdizione a guidare ancora finchè la sbornia non
sia stata smaltita. L’episodio sembra concluso, ma la mattina
successiva l’uomo si presenta davanti alla stazione dell’Arma a San Vincenzo
dove reclama la sua auto. In mano ha un pesante scalpello da muratore che, nel
furore della sua protesta, scaglia contro un’auto dei carabinieri che sta
uscendo in pattuglia provocando danni al cofano. Non contento si scaglia con
minacce anche contro alcuni carabinieri e così scatta l’arresto in flagranza di
reato con le accuse di minacce a pubblico ufficiale e danneggiamenti aggravati. Accuse
delle quali dovrà rispondere davanti al giudice, probabilmente nel processo per
direttissima. (*) Nota: dedicato a chi ancora crede che
l’alcol aiuti a digerire…
IL GAZZETTINO (Padova)
Romeno
ubriaco provoca scontro patente ritirata e auto sequestrata Ponte San Nicolò (Fe.Be.) Guida
ubriaco, invade la corsia opposta e ferisce un giovane. E’ stato denunciato
per guida in stato d’ebbrezza un rumeno 31enne residente nel veneziano, G.L.,
che venerdì, poco dopo mezzanotte, ha causato un incidente a Ponte San Nicolò.
L’uomo, in preda ai fumi dell’alcol, viaggiava da Piove di Sacco diretto verso
Padova al volante di una Citroen C5. All’altezza del ponte sul Roncajette ha perso
il controllo della sua auto invadendo l’altra corsia. In quel momento
sopraggiungeva E.S., 25enne di Piove di Sacco. La Citroen si è scontrata
violentemente contro la Fiat Punto del giovane, che nell’urto ha riportato un
"colpo di frusta" giudicato guaribile in quindici giorni dai medici
del pronto soccorso di Piove di Sacco. Sul posto sono intervenuti i carabinieri
di Legnaro che hanno effettuato l’alcoltest al rumeno. I suoi valori sono risultati
nettamente superiori al consentito. Per lui sono scattati il ritiro immediato
della patente unito ad una multa di 600 euro. L’auto è stata posta sotto
sequestro. Il traffico della statale è rimasto bloccato per il tempo necessario
ai rilievi. Poi il carro attrezzi ha liberato la carreggiata dai mezzi.
CORRIERE DI BOLOGNA
Notti senz’alcol, la
Regione studia l’idea di Galan
Notti senz’alcol,
l’Emilia apre al Veneto
CORRIERE DEL VENETO
La «libertà di
bottiglia» e i giovani visti solo come consumatori di alcol
Stop all’alcol di
notte, il Trentino dice no
CORRIERE ALTO ADIGE
Il Veneto copia il
Trentino: niente alcol dopo l’una
Altstadtfest, vetrine
come vespasiani
Lotta a chi guida
ubriaco Ecco gli esempi da imitare
LA PROVINCIA PAVESE
Luca è morto, ci vuole
giustizia sannazzaro piange il quidicenne
ma questo è un delitto
gratuito e l’auto diventa un’arma micidiale - riccardo agostiniLunedì, 10 Settembre 2007
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