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Rassegna stampa Alcol e guida del 19 settembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

REUTERS ITALIA
Sicurezza stradale: sì Senato a dl su norme severe, va a Camera

ROMA - mercoledì, 19 settembre 2007 - Il Senato ha approvato oggi il decreto legge sulla sicurezza stradale che prevede maggiori controlli e sanzioni più aspre per chi viola il codice della strada.
Il provvedimento ora passa alla Camera, che dovrà approvarlo entro il 3 ottobre perchè venga definitivamente convertito in legge.
Il decreto, approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 3 agosto, prevede sanzioni più rigide per chi guida sotto l’effetto di alcol o stupefacenti e per chi supera i limiti di velocità.
Il nuovo provvedimento, entrato in vigore all’inizio dell’estate per contrastare l’aumento degli incidenti dovuti all’abuso di alcol e all’eccessiva velocità, inasprisce le limitazioni di guida per i neopatentati e aumenta le pene a seconda del tasso alcolico di chi guida.


L’ADIGE
 

Giudicarie, feste «alcol free»

Proposta di delibera ai Comuni per manifestazioni senza eccessi

di ALBERTA VOLTOLINI

TIONE - La presenza di trenta sindaci, o loro delegati, sul numero complessivo di quaranta, all’incontro di lunedì sera, ha fatto sì che il presidente del Comitato di distretto sanitario Giudicarie e Rendena Vincenzo Zubani non presentasse le dimissioni, minacciate dopo che, nelle ultime riunioni, non era stato raggiunto il numero legale. «In questo modo - ha spiegato Zubani - ho cercato di ridare un ruolo, una dignità al Comitato. Occuparsi di salute è interessarsi dei cittadini. Soprattutto in merito all’informazione sulla prevenzione e alla promozione di corretti stili di vita, l’amministrazione pubblica ha un ruolo di ponte tra il cittadino e l’Azienda sanitaria. Il Comitato di distretto non ha poteri decisionali, ma un compito comunque importante, propositivo, di coordinamento e incontro. Ha la non facile funzione di tradurre in pensiero le esigenze del cittadino». Lunedì il Comitato di distretto sanitario ha approvato la proposta di delibera che, su interessamento e sollecitazione del Comitato «Coordinamento salute e sicurezza - Comitato alcol guida», prendendo a modello un provvedimento fatto proprio dal Comune di Rovereto, passerà ora alla discussione delle giunte dei quaranta comuni giudicariesi. Una volta adottata, la delibera permetterà ai comuni di impegnare le associazioni locali e le Pro loco a rispettare delle precise regole in merito al consumo di alcolici durante manifestazioni ed iniziative. Secondo un regolamento in cinque punti che prevede: il divieto d’intitolare la manifestazione ricorrendo a prodotti alcolici; il divieto di somministrare e vendere bevande superalcoliche; la sospensione della somministrazione e della vendita di bevande alcoliche un’ora prima della chiusura della manifestazione (nel caso che si protragga oltre l’una); l’organizzazione di una giornata e/o serata «alcol free» (se la manifestazione dura più giorni); un prezzo delle bevande alcoliche che non dev’essere inferiore a quello medio di vendita nei pubblici esercizi. «Con questa delibera - ha affermato il presidente del Comitato di distretto sanitario - le amministrazioni pubbliche riconoscono che l’alcol è un problema e fissano dei paletti. È la prima volta che un provvedimento del genere viene preso da un territorio così ampio come le Giudicarie». Donata Oliana , assessore all’istruzione, cultura e politiche sociali del Comune di Bondo è stata votata come nuova vice-presidente del Comitato di distretto sanitario. Subentra a Silvana Riccadonna di Bocenago che, in conseguenza al commissariamento della sua municipalità, ha visto venire meno l’incarico di vice-Zubani.


L’ADIGE
 

Il problema non riguarda solo Rovereto e la Vallagarina

Il problema non riguarda solo Rovereto e la Vallagarina. Ma di certo Rovereto e la Vallagarina non possono chiamarsi fuori. Il problema sono i fiumi di alcool che troppo spesso accompagnano le serate di giovani e giovanissimi, soprattutto nei fine settimana, dal venerdì alla domenica. E che possono preludere a conseguenze ben più gravi di una sbornia da smaltire in fretta e di un brutto mal di testa che ti accompagna per tutto il giorno seguente. Che molti giovani eccedano con l’assunzione di alcool (e non solo) è un dato di fatto. E anche per questo nella serata di venerdì scorso la polizia di Rovereto ha deciso di intraprendere un servizio di prevenzione sul territorio con posti di blocco, servizio di controllo di alcuni esercizi pubblici e servizi antiprostituzione. Nella rete degli agenti del commissariato di via Sighele sono cadute tre persone. A carico di una è scattato il sequestro dell’auto, oltre che una sanzione amministrativa, per non aver ottemperato alla revisione del mezzo. Ma il fatto più importante riguarda il titolare dell’Art Cafè di piazza Malfatti, denunciato a piede libero alla procura della Repubblica per violazione dell’articolo 691 del codice penale. Ovvero aver somministrato bevande alcoliche ad una persona in stato di manifesta ubriachezza. Reato di competenza peraltro del giudice di pace e che, in caso di condanna, prevede la chiusura dell’esercizio in questione per un periodo di 15 giorni. Nei guai è finito anche l’ubriaco, un uomo di 40 anni del posto, che dovrà rispondere anche di «ubriachezza», reato peraltro depenalizzato


L’ADIGE
 

Il direttore del distretto sanitario: «Sono sempre di più. Serve una nuova cultura»

«Troppi ragazzini in coma etilico»

TIONE - «L’educazione alla salute - ha commentato il direttore del Distretto sanitario Franco Fiorentini in riferimento alla delibera "anti-alcol" - è più complessa della cura e il volontariato, essendo vicino alla popolazione, può consigliare corretti stili di comportamento per migliorare la qualità della vita. Gli incidenti stradali, in molte regioni d’Italia, stanno decimando intere generazioni e rendendo invalidi numerosi giovani. Parecchi ragazzi arrivano in ospedale in coma etilico, tra essi ci sono anche ragazzine. Fino a qualche tempo fa si trattava di casi sporadici, ai quali si guardava anche con una certa tolleranza ora, invece, sono frequenti, si registrano tassi di alcolemia molto elevati e la preoccupazione, di conseguenza, è grande. C’è una relazione tra l’utilizzo di alcol e gli incidenti che avvengono sul lavoro, ma anche sulle piste da sci. L’alcol, unito all’attività fisica e al freddo, in poco tempo fa abbassare gli zuccheri sotto il livello minimo e le gambe cedono». Il sindaco di Preore Enzo Ballardini ha chiesto e ottenuto di inserire, nella premessa della proposta di delibera, una frase riferita alla generale promozione della vita sana per stemperare «i troppi divieti». Giorgio Marchetti, primo cittadino di Bolbeno, ha aggiunto che c’è il rischio che «vietando si ottenga il contrario». Graziella Trenti (presidente Tribunale diritti del malato) e Luciano Bonazza (assessore del Comune di Breguzzo) hanno invece sottolineato l’importanza della delibera nel senso che «le indicazioni che le amministrazioni daranno alle associazioni hanno l’obiettivo di ingenerare cultura, in famiglia e nella comunità, per crescere insieme».


LOCALPORT.IT
 

XXIII° raduno degli Alcolisti Anonimi Italiani

Negli ultimi tempi quasi non passa giorno senza che si verifichino drammatici incidenti in cui molti ragazzi perdono la vita dopo una serata in discoteca e sono sempre più frequenti le tragiche cronache di stragi compiute da autisti ubriachi che guidano contromano o piombano su ignari passanti. Questi fatti, che colpiscono per la loro brutalità, costituiscono forse l’aspetto più evidente di un fenomeno molto complesso e in continua evoluzione: oggi in Italia l’uso e la dipendenza dall’alcol hanno raggiunto dimensioni e risvolti davvero inquietanti. I dati dell’Osservatorio alcol dell’Istituto Superiore di Sanità non lasciano dubbi in proposito: oltre un milione di alcoldipendenti, oltre tre milioni di individui ad alto rischio, trentamila decessi l’anno, elevatissimi costi socio-sanitari per la collettività.

Nonostante queste cifre, si ha la sensazione che tale fenomeno, nel suo insieme, sia ancora sottovalutato dall’opinione pubblica e che la stessa informazione da parte dei media non riesca a coglierne per intero la complessità e il suo impatto sulla società.

Nell’intento di offrire un modesto contributo di conoscenza, l’Associazione Alcolisti Anonimi (presente in centosessanta Paesi e composta da milioni di alcolisti) avverte l’esigenza anche in Italia di mettere a disposizione di chiunque sia interessato il suo patrimonio di esperienza. Essendo i nostri Gruppi dislocati su tutto il territorio nazionale e composti da persone che l’alcolismo lo vivono sulla propria pelle, A.A. dispone di un osservatorio privilegiato in grado di monitorare costantemente la realtà italiana e di percepirne i continui cambiamenti.

Per fare qualche esempio, crediamo di poter confermare che, in correlazione all’abbassamento dell’età in cui si inizia ad assumere alcolici, si sta abbassando, e di molto, l’età di ingresso nell’area della dipendenza; nell’arco di una diecina d’anni, infatti, l’età media delle persone che arrivano ai nostri Gruppi è scesa dai 45/55 anni ai 30/40; e non è infrequente l’ingresso di giovani intorno ai 20/25 anni.

E’ sempre più raro che chi arriva nei Gruppi sia solo dipendente da alcol; molti infatti lo utilizzano in associazione con altre sostanze.

E’ in forte aumento nei nostri Gruppi la presenza delle donne, la cui età di ingresso si sta notevolmente abbassando e il cui numero si avvia a raggiungere quello degli uomini.

E’ ancora poco visibile l’effetto dell’abuso di alcol da parte degli immigrati. Anche se, per difficoltà linguistiche, non sono ancora molti coloro che frequentano i nostri Gruppi, si può ritenere che il fenomeno sia in espansione.

Per chi desideri approfondire questi (e molti altri) argomenti, magari attraverso testimonianze dirette, l’occasione può essere costituita dal nostro XXIII° Raduno Nazionale che si terrà dal 21 al 23 settembre a Rimini presso il Palacongressi (vecchia Fiera).

Il Raduno è l’evento più importante di A.A. Italia; si tiene annualmente a settembre, a Rimini, e vede la partecipazione di migliaia di alcolisti anonimi provenienti da tutte le regioni, e anche dall’estero E’ un festoso incontro di amici e anche un momento di emozionante condivisione dell’affrancamento dal problema.

Nel corso del Raduno si tengono incontri su argomenti di rilievo per il recupero individuale e per la crescita dell’Associazione, e si organizzano seminari e convegni su temi legati all’alcolismo, con interventi di personalità del mondo scientifico, culturale e politico.


IL GAZZETTINO (Belluno)
 

Alcol e sicurezza la sensibilizzazione

Alcol e sicurezza stradale, richiesta di esonero delle spese statali di esproprio e verifica dello stato di attuazione dei programmi tra gli argomenti discussi lunedì sera dal Consiglio comunale di Seren del Grappa. Su richiesta del consigliere Diego Pauletti, si è parlato dell’alcolismo, dell’inasprimento delle sanzioni, della necessità di informare la cittadinanza. L’assessore Livio Scopel ha ricordato l’incontro con i gestori dei bar e le associazioni sportive il prossimo 24 settembre per mandare un messaggio di prevenzione. All’Amministrazione è stato richiesto un maggiore sforzo riguardo al controllo della velocità e dei parcheggi. Nei posti auto vicino al Municipio verrà presto predisposto il disco orario.


IL GAZZETTINO (Venezia)

MARCON
Incontro sulla sicurezza stradale

Giovedì 20 settembre, alle ore 19 al Centro Civico di Marcon in via della Cultura incontro sulla sicurezza stradale: i pericoli della guida in stato di ebbrezza e alterazione psicofisica . L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, è dedicato soprattutto ai giovani neopatentati. Illustrare agli automobilisti, soprattutto i giovani neopatentati, i pericoli derivanti dalla guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze psicotropiche (farmaci e/o droghe).

IL GAZZETTINO (Pordenone)

Accordo tra Ass 6, "Santa Maria degli Angeli" e Cro: una campagna con manifesti e volantini nei reparti. E per i "camici bianchi" non mancheranno i corsi di formazione 

Consumo di alcol, scatta la prevenzione in corsia 

Un programma per tutti gli ospedali: medici e operatori sanitari informati sui rischi dell’abuso alcolico nella professione

Hanno deciso di mettere assieme tutte le forze per dare la caccia a uno dei mali più temuti, l’alcol consumato per la prima volta in Italia tra gli 11 e i 12 anni. L’Azienda sanitaria 6, l’ospedale "Santa Maria degli Angeli" e il Cro di Aviano si sono messi attorno a uno stesso tavolo nell’ottica di prevenire l’uso di alcol in diversi ambienti, non da ultimo quello sanitario facendo partire la campagna di sensibilizzazione "Ospedali liberi da alcol", diffondendo la cultura del no-alcol anche in corsia.

Tutti i dipendenti saranno informati sui rischi dell’alcol nelle pratiche sanitarie, attraverso l’affissione di un manifesto preso in prestito dalla Regione Toscana in cui la classica flebo dell’ospedale è stata sostituita da un "grand vin bordeaux rouge" del 2003. Oltre a questo gli operatori della sanità verranno adeguatamente formati e raggiunti da depliant informativi sulla problematica che ogni giorno in Friuli Venezia Giulia inchioda sui letti ospedalieri 197 malati, con una spesa per la sanità non indifferente, tenuto conto che il costo medio giornaliero di un ricovero si aggira sui 680 euro. Una speciale clausola, inoltre, vieta la distribuzione di bevande alcoliche nei servizi di ristorazione e mensa, come nei distributori automatici degli ospedali. I tre direttori della rete degli ospedali, rispettivamente Nicola Delli Quadri dell’Ass6, Giovanni Del Ben del Cro e Paolo Saltari dell’ospedale di Pordenone, hanno ribadito quanto il progetto trovi la sua forza nella sinergia e vada inteso per diverse categorie, dai lavoratori agli studenti. A questo proposito sabato prossimo l’Ass6 - in collaborazione con l’Ascom - nel padiglione 5 in fiera (nel programma di Pordenonelegge) è prevista la gara di cocktail analcolici tra gli studenti degli istituti alberghieri tra cui lo Ial. Non solo, il direttore Delli Quadri ha in programma di interessare la Direzione scolastica per stabilire una strategia di interventi preventivi strutturati, una volta stabiliti i target di fragilità, attraverso programmi mirati che coinvolgeranno i soggetti maggiormente predisposti al rischio.

Attenzione, quindi, al nuovo target: gli adolescenti più vulnerabili a causa di una ridotta capacità del loro organismo di metabolizzare l’alcol. Gli ultimi dati regionali a tale proposito sono allarmanti: la prima causa di morte tra i 15 e i 25 anni è rappresentata dagli incidenti stradali che per il 50 per cento sono imputabili all’alcol o all’alcol correlato. In regione il picco dei ricoveri dal 2001 al 2004 si è verificato nelle persone di età compresa tra i 55 e i 65 anni. Gli effetti diventano più gravi nelle donne una decina d’anni prima degli uomini, cioè tra i 45-55 anni. L’alcol, spesso correlato al fumo, provoca danni al fegato, al pancreas, all’esofago e allo stomaco. E per più di qualcuno funge da droga, viene utilizzato cioè per rispondere all’ansia o alle difficoltà di stare con gli altri. Così la scuola e il mondo del lavoro si portano dentro i disagi familiari. «Si può vivere bene - ha ricordato il direttore del Cro - senza fare uso o abuso dell’alcol", sfatando il detto che "il vino fa buon sangue"». Ferro e calorie, difatti, si trovano negli alimenti, senza provocare cirrosi epatiche, tumori, incidenti e malattie croniche.

Sara Carnelos


IL TRENTINO
 

Controlli straordinari della polizia nei locali del centro, gli agenti del commissariato creano un precedente importante

Serve alcolici agli ubriachi, denunciato
Nei guai l’Art Cafè: il giudice potrebbe imporre 2 settimane di chiusura

ROVERETO. E’ un precedente importante, vista la rarità dell’evento. Un locale del centro è stato deferito alla magistratura per aver somministrato alcol a clienti già ubriachi fradici. La denuncia della polizia, sortita da un controllo straordinario effettuato venerdì scorso da una squadra del commissariato, potrebbe avere conseguenze pesanti. Il reato, contemplato dal codice penale, è materia di competenza del giudice di pace. Il quale, se trovasse colpevole il titolare del bar, potrebbe costringerlo alla chiusura. La pena parte da un minimo di quindici giorni di serrande abbassate. Il locale in questione è l’Art Cafè di via Portici, uno dei due esercizi controllati dalla polizia, che per l’operazione ha approntato un team di nove persone. L’altro è il Goldfinger di Sant’Ilario, dove però non la polizia non ha ravvisato irregolarità, limitandosi a invitare i gestori a far rispettare nei limiti del possibile la quiete del vicinato. Impresa non facile da quando la legge impone il divieto di fumo nei pubblici esercizi. Di fatto, costringendo i clienti fumatori a uscire per godersi una sigaretta. Questo fenomeno, come molti avranno già notato, ha creato i naturali capannelli di persone davanti a quasi tutti i bar, una situazione in cui ciascuno chiacchierando sovrappone la propria voce a quella degli altri. Il risultato è un rumoroso brusìo che spesso infastidisce il vicinato.

La questione dell’Art Cafè invece è più seria, servire alcolici a un cliente palesemente ebbro è una di quelle regole auree che tutti gli operatori dovrebbero adottare. Invece spesso, come ben sanno i frequentatori della notte roveretana, prevale l’accondiscendenza. Si tratta di un reato penale, ancorchè di lieve entità. Da queste accuse dovrà difendersi il titolare, quando sarà convocato a processo.


ROMAGNAOGGI
 

Ubriaco travolge ed uccide pensionato in bici

RUSSI – Si era messo al volante del suo Toyota Rav 4 nonostante avesse nel sangue valori di alcol quattro volte superiore ai limiti consentiti dalla legge (0,50 gr/lt). Mentre stava percorrendo la Faentina ha travolto ed ucciso sul colpo un pensionato di 84 anni, Z.T., che si stava spostando in bicicletta dal centro verso la periferia. L’ennesima tragedia stradale per colpa dell’alcol si è consumata lunedì attorno alle 19 a Russi. Chiesto per il giovane l’arresto.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale e i Carabinieri per i rilievi del caso. Secondo una prima ricostruzione, effettuata dagli agenti della Polizia Municipale e dai Carabinieri, l’automobilista, un ragazzo ravennate, ha travolto e caricato sul cofano del suo Toyota l’anziano poi caduto rovinosamente a terra. Per l’84enne la morte è sopraggiunta all’istante. Le forze dell’ordine hanno sottoposto il conducente all’alcol test riscontrando valori di alcol nel sangue pari a 2 grammi per litro.

L’incidente ha comportato inevitabili disagi alla circolazione stradale, tornata alla normalità solo a tarda serata.


IL GAZZETTINO (Treviso)

SAN BIAGIO DI CALLALTA
Marocchino ubriaco al volante durante il Ramadan

Un 28enne è stato fermato lunedì dalla polizia locale a S. Andrea di Barbarana e sottoposto all’etilometro: è risultato oltre il limite di legge
San Biagio di Callalta
Nella rete della polizia locale, munita di etilometro, è finito nel fine settimana anche un insospettabile conducente d’auto. Marocchino di fede musulmana, il giovane automobilista ha esibito la propria patente, regolare, e tutti i documenti. Fin qui niente di nuovo. Ma i vigili urbani di San Biagio, impegnati nel pattuglione del fine settimana, si sono accorti che a "puzzare", di vino più che di falso, era il suo alito. Immediatamente il 28enne, fermato a Sant’Andrea di Barbarana, è stato sottoposto al test dell’etilometro, apparecchio di cui gli agenti del comandante Silvano Zanchetta sono dotati da un anno proprio per la frequenza del problema dell’ebbrezza lungo la Postumia. E cosa rileva l’alcoltest? Che il soggetto in questione è leggermente alticcio, quanto basta per far scattare il ritiro della patente.
Nulla di male, se non fosse che due giorni prima del controllo era iniziato il Ramadan, periodo in cui gli uomini di fede musulmana dovrebbero astenersi dall’alcol, soprattutto durante le ore di luce. I vigili sul precetto religioso non hanno discusso, ma la patente al marocchino l’hanno ritirata lo stesso. E assieme alla sua, quelle di altri tre automobilisti che guidavano in stato di ebbrezza.
Gli agenti della polizia locale sanbiagese hanno eseguito controlli lungo la Postumia e nei centri delle frazioni per tutto il fine settimana e lunedì, notti comprese. Per la primissima volta, erano muniti dei cartelli a norma di decreto Bianchi, per avvertire gli automobilisti del controllo di velocità. Se questo era l’intento della legge, è rimasto disatteso: ben 24 conducenti sono stati sanzionati per aver premuto un po’ troppo il piede sull’acceleratore, e ben 3 sono stati privati della patente perchè sfrecciavano a velocità vicine ai 100 orari nei piccoli centri delle frazioni sanbiagesi. 101 e 98 chilometri all’ora i "record" di velocità: al "traguardo" però le auto hanno trovato la polizia municipale che le ha bloccate e multate, ritirando le tre patenti.
Serena Masetto


L’ARENA
 

SCONTRI. Il 17 agosto a San Bonifacio l’auto di Francesca Morando centrò un’altra vettura che precipitò dal ponte

Incidente con due morti Il pm chiude l’indagine

Al volante una donna risultata positiva ai test per alcol e droga: ora è accusata di duplice omicidio colposo

L’incidente sulla regionale 11 fu tremendo: l’impatto tra la Mercedes di Francesca Morando e la Fiat su cui viaggiavano due amici, Claudio Bignotto e Osama Alsalih fu violento al punto che l’utilitaria con a bordo i due ragazzi volò giù dal ponte e finì nel greto del fiume Alpone. Per entrambi, che si erano conosciuti in Cina, erano diventati amici e stavano rientrando da una cena con altri ragazzi perchè Alsalih sarebbe partito il giorno successivo, non ci fu nulla da fare. L’impatto e poi quel volo.

Era la sera del 17 agosto, un giorno funestato in tutta Italia da altri incidenti stradali, e l’inchiesta a carico di Francesca Morando, 32 anni, risultata positiva sia al test dell’alcol che a quello per stabilire l’assunzione di stupefacenti, si è già chiusa. E il pm Francesco Rombaldoni ha notificato l’atto di conclusione indagini ai due difensori della donna, gli avvocati Luca Tirapelle e Luigi Contri.

A lei, che oltre ad aver bevuto era risultata positiva sia alla cocaina che al metadone, il sostituto procuratore contesta il duplice omicidio colposo e le due violazioni al codice della strada relative alle condizioni psico-fisiche che aveva al momento dell’incidente: ovvero l’ebbrezza alcolica (2,40 il tasso di alcol riscontrato) e l’assunzione di sostanze stupefacenti. Inchiesta chiusa in tempi brevissimi, la donna non è mai stata sentita ed è intenzione dei difensori chiedere che il pm la interroghi.

Non per negare la responsabilità avuta nell’incidente ma per delineare la situazione personale in cui l’indagata si trovava, vedova da pochi mesi e in cura al Sert (da qui la positività al metadone).

Una tragedia che colpì l’intera Soave dove la famiglia di Claudio Bignotto, che aveva 22 anni, è conosciutissima. Il giovane studente in Biomedicina ha due fratelli che lavorano in Cina e in occasione di un viaggio nel paese asiatico aveva conosciuto Osama Alsalih, il giovane siriano di 25 anni che studiava medicina tradizionale cinese. L’amicizia e la disponibilità ad ospitarlo perchè doveva frequentare un corso intensivo di italiano. La mattina del 17 Osama aveva ritirato il diploma, il giorno successivo avrebbe incontrato la fidanzata a Roma e insieme a lei, che lavora con la sorella di Claudio Bignotto, sarebbe rientrato in Cina e terminare gli studi.

Nulla di tutto ciò. Un futuro che si è spezzato con uno scontro e quel volo tremendo dal ponte sull’Alpone. F.M.


IL TEMPO

Investì un carabiniere, 4 mesi
Massimiliano Novelli guidava in stato di ebbrezza

HA patteggiato 4 mesi di reclusione (pena sospesa) nel corso del rito direttissimo Massimiliano Novelli di 35 anni che il 9 settembre, guidando in stato d’ebbrezza la sua Mercedes, in direzione di Pescara, aveva travolto e ferito il Comandante della stazione dei Carabinieri di Tornimparte in sella alla sua moto. L’automobilista in seguito all’investimento, era fuggito a grande velocità ma era stato subito intercettato dagli agenti della polizia stradale in prossimità di San Gregorio. Le accuse mosse nei confronti di Novelli, erano di omissione di soccorso, fuga e guida in stato d’ebbrezza.


IL TEMPO


Ubriachi picchiano i carabinieri

DUE fratelli, A.P. di 39 anni e A.P. di 36 di Ostia, incensurati, sono stati arrestati l’altra mattina dai carabinieri per resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Ubriachi, a bordo della loro auto stavano percorrendo via delle Repubbliche Marinare quando l’uomo al volante ha perso il controllo finendo contro un’altra auto in sosta. Una volta scesi hanno cominciato a picchiarsi, incolpandosi forse a vicenda per l’accaduto. Hanno aggredito anche i carabinieri chiamati da alcuni testimoni.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Riempie di botte genitori e fratello, giovane in manette
Un imbianchino 29enne è finito a Santa Bona dopo anni di vessazioni: poche settimane fa aveva rotto il naso alla madre

Da anni costringeva i genitori e il fratello a una vita d’inferno con minacce e botte che, a più riprese, li avevano fatti finire in ospedale. Adesso, almeno per un po’, la quotidianità di una famiglia di Santa Maria del Rovere non sarà più caratterizzata dall’incubo del ritorno a casa di quel figlio violento e manesco che, in particolare quando eccedeva con l’alcol, si accaniva contro tutto e tutti: lunedì, infatti, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato G.M., 29 anni, qualche lavoretto saltuario in qualità di imbianchino.
Il giovane è finito a Santa Bona su disposizione del giudice che il 31 agosto ne aveva già ordinato, al fine di evitare le violenze ai danni dei familiari, l’allontanamento dall’abitazione divisa con genitori e fratello più giovane. G.M., dopo essere stato allontanato, ha fatto ritorno a casa e ha ripreso a terrorizzare i congiunti. A quel punto i genitori hanno chiamato nuovamente la polizia e ai suoi polsi sono scattate le manette. L’imbianchino dovrà rispondere di lesioni e maltrattamenti.L’odissea della famiglia di Santa Maria del Rovere è iniziata nel 2001, quando G.M., un carattere violento accentuato dagli eccessi alcolici, ha cominciato a malmenare genitori e fratello. Inizialmente i familiari hanno cercato di farlo ragionare, e di rintuzzare le sue "sfuriate". Non è servito: la situazione è via via peggiorata e l’esistenza della famiglia di Santa Maria del Rovere in questi anni è stata costellata di richieste di intervento alle forze dell’ordine, in coincidenza con gli exploit violenti di G.M.. I genitori e il fratello sono stati, in più occasioni, percossi, malmenati, feriti dall’imbianchino che più volte li ha fatti finire all’ospedale con contusioni, dita rotte e lesioni varie. A fine agosto l’ennesimo episodio: G.M. si accanisce contro la madre, colpendola violentemente al naso. La donna è costretta a farsi portare al Pronto soccorso dove le viene diagnostica la frattura del setto nasale, con una prognosi di 30 giorni. Dopo quest’ennesima aggressione il giudice dispone l’allontanamento dell’imbianchino, che viene eseguito. Passano pochi giorni, però, e la situazione torna tale e quale. G.M. rientra a casa e ricomincia a picchiare genitori e fratello. Fino a lunedì pomeriggio, quando arrivano gli agenti che fanno scattare le manette ai suoi polsi.
Elisabetta Gavaz


IL TRENTINO

MULTA E PROCESSO
Guidava ubriaco: evita una condanna doppia

ROVERETO. Stava per venire punito due volte per lo stesso reato, in barba al principio sintetizzato con la lucozione “ne bis in idem”. Invece Sasa Petrovic, sorpreso il 13 luglio 2003 alla guida in lieve stato di ebbrezza, era stato dapprima deferito all’ufficio del giudice di pace, poi, in seguito alle successive modifiche della legge, di nuovo al tribunale ordinario. Il quale, ancora prima di processarlo, gli aveva comminato nello scorso luglio un decreto penale di condanna. Provvedimento esecutivo e definitivo. Invece ieri mattina Petrovic era ancora davanti al giudice per rispondere del medesimo reato. Preso atto dell’avvenuta condanna, il giudice Riccardo Dies ha disposto il non doversi procedere.


IL GAZZETTINO (Belluno)

PORSCHE CONTROLLATA IN VIA SIMON DA CUSIGHE 
Certificato medico alterato per guidare: denunciato per truffa

Un promotore finanziario bellunese di 31 anni è stato denunciato ieri dai vigili urbani per truffa nei confronti dello Stato, falsa denuncia a pubblico ufficiale e manomissione di documento pubblico. Invece della patente aveva un certificato medico con la data alterata. L’ultimo giorno di agosto due vigili urbani avevano notato alcune auto in sosta davanti al bar di via Simon da Cusighe lungo la carreggiata, situazione purtroppo non infrequente da qualche anno, specie di sera e di notte. Al loro arrivo è stato un fuggi fuggi generale. L’unica a non muoversi dall’asfalto era una Porsche. Entrati nel locale, hanno chiesto a chi appartenesse l’auto. Alla richiesta di favorire la patente la persona che ne aveva la disponibilità (la proprietaria risulta la madre) ha esibito un certificato medico, di quelli che rilascia la speciale commissione costituita da tre medici quando la patente esiste ma va rinnovata. La guida, quindi, è consentita.
Lì per lì poteva essere tutto regolare, ma a un esame più attento del documento i due agenti non hanno potuto fare a meno di notare la sospetta alterazione di un numero e un segno di troppo. Il chiarimento non c’è stato, perché il conducente si sarebbe rifatto ai medici che glielo avevano rilasciato. Intanto, però, gli è stata contestata subito la mancanza di un documento valido.
I sospetti sono aumentati in considerazione del fatto che, a volte, dietro questo certificato si nascondono guide in stato di ebbrezza. E difatti successivi accertamenti d’ufficio hanno dimostrato che all’automobilista negli anni precedenti era incorso tre volte nella guida in stato di ebbrezza. Quando uno viola l’articolo 186 del codice della strada, si ritrova la patente valida per un periodo ristretto rispetto alla naturale scadenza. Il certificato in suo possesso era stato rilasciato dalla commissione medica dell’Ulss di Belluno nel luglio 2006 e sarebbe scaduto sei mesi dopo. Invece quello esibito portava in scadenza la data del luglio di quest’anno. E non risulta che nel frattempo avesse chiesto il rinnovo.
Per il comandante della polizia locale, Danilo Salmaso, non era credibile la denuncia di smarrimento fatta dall’interessato tempo addietro. L’alterazione della data di scadenza sarebbe stata finalizzata a nascondere i precedenti. Né risulta chiaro agli agenti perché in marzo scorso l’uomo abbia denunciato in questura a Belluno di non avere più la patente, se nell’ottobre 2003 ne aveva già denunciato lo smarrimento. Ieri l’intero carteggio degli accertamenti, espletati alle Motorizzazioni civili di Belluno e di Venezia (dove nel frattempo si era trasferito l’interessato) e alla Commissione medica, è stato inviato alla Procura della Repubblica con la denuncia. Toccherà ai magistrati stabilire la verità.


IL GAZZETTINO (Venezia)

Moglie sbronza in luna di miele Il marito chiama la polizia

(Ro.Be.) Deve essersi proprio spaventato per le urla e i gesti inconsulti della moglie, il 45enne di Ancona che l’altra notte ha deciso di chiamare la polizia perché non sapeva come comportarsi con la moglie, una cittadina ucraina di 36 anni, appena sposata e palesemente già sbronza.

La coppia aveva deciso di trascorrere a Venezia, in camper, la luna di miele e si era sistemata nel parcheggio del Tronchetto.

Ma poco prima dell’una della notte tra lunedì e martedì, l’uomo ha chiamato il "113" allarmato dalle condizioni della neo sposina che, probabilmente proprio per festeggiare il lieto evento, aveva alzato un po’ troppo il gomito. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti e anche il personale del Suem che, però, non hanno potuto fare altro che constatare l’effettivo stato di ubriachezza della signora, consigliando al marito di avere pazienza e aspettare che la sbornia fosse stata smaltita.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

ALTAVILLA
Rissa tra stranieri. I carabinieri arrestano un albanese e in serata ne fermano altri quattro. Il violento litigio scoppiato probabilmente per il controllo della prostituzione 

Spari al Tequila, giovane rumeno ferito 

Una lite tra immigrati che finisce a pistolettate, un giovane rumeno di trent’anni che ora si trova ricoverato all’ospedale di Vicenza in serie condizioni anche se per fortuna non in pericolo di vita, e quattro albanesi in stato di fermo ad opera dei carabinieri di Vicenza. È questo l’epilogo di una serata in un locale di Altavilla, il Tequila, a pochi passi dalla pista di go-kart, in cui ogni lunedì e sabato sera si ritrovano molti cittadini rumeni sfruttando l’opportunità fornita dal titolare, un italiano, che ogni settimana organizza due serate esclusivamente dedicate a loro.

Erano le quattro della scorsa notte e all’interno del Tequila si trovavano almeno una cinquantina di immigrati, quasi tutti appunto rumeni. Improvvisamente nel locale ha fatto comparsa un gruppo di albanesi, formato da cinque-sei uomini in evidente stato di ubriachezza, che hanno iniziato a discutere ad alta voce con alcuni dei clienti che si trovavano già all’interno. La discussione, innescata in apparenza da futili motivi, ma dietro la quale si sospetta ci sia uno scontro in atto per il controllo della prostituzione che ogni sera si anima sulla regionale 11, è sfociata rapidamente in lite. A quel punto alcuni dei rumeni hanno accompagnato con determinazione il gruppetto di albanesi alla porta e li hanno allontanati, ma questi non si sono dati per vinti e hanno tentato di rientrare all’interno del Tequila. Lì è iniziato la prima parte dello scontro degenerato poi in sparatoria. Uno degli albanesi, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, non riuscendo a risalire le scale che portano al primo piano del locale ha tirato fuori una pistola ed esploso alcuni colpi in aria. A quel punto la reazione dei rumeni, forti del loro maggior numero, è stata ancor più decisa e rabbiosa e il gruppetto degli albanesi è stato cacciato per la seconda volta all’esterno e inseguito per convincerli a non riprovarci. Ma nel parapiglia che ne è seguito quello armato di pistola, complice anche l’effetto dell’alcol, ha ripreso a sparare e questa volta tre proiettili sono andati a segno ferendo alla testa, ad una spalla e ad un polmone un giovane rumeno di trent’anni, George Mihai Chelsoi, che è crollato a terra in un lago di sangue. I dipendenti del Tequila hanno immediatamente chiamato i carabinieri e il giovane è stato rapidamente soccorso da un’ambulanza del Suem che lo ha trasportato al S. Bortolo dove ora è ricoverato. Ieri sera, dopo una intensa giornata di indagini, i carabinieri del nucleo operativo e quelli della stazione di Vicenza sono riusciti a rintracciare e a fermare quasi tutti gli albanesi coinvolti nella sparatoria e tra questi forse anche quello che ha materialmente esploso i colpi (l’accusa è quella di tentato omicidio) oltre all’arma usata che è stata sequestrata.

Paola Masera


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Contrordine: due bicchieri di vino facilitano il tumoreGiovedì, 20 Settembre 2007
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