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Rassegna stampa del 8 Novembre 2004 |
Da
"Italiasalute" del 8 novembre 2004 Dietro le stragi del sabato sera c’è la tendenza suicida Secondo i neuropsichiatri, dietro le stragi del sabato sera c’è la voglia dei ragazzi di suicidarsi. Crescono i tentativi di suicidio in Italia e cresce l’ideazione suicida. In Italia un ragazzo su quattro e una ragazza su tre hanno intenzioni suicide. Dietro alle stragi del sabato sera e alle morti per overdose si nasconde una disperata voglia di farsi del male fino a pensare di uccidersi. Una voglia di farsi del male che sta aumentando fra gli adolescenti. Un fenomeno in crescita, in Italia è largamente sottostimato. E’ l’allarmante quadro che disegnano i neuropsichiatri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) al Congresso di Modena tutto dedicato proprio al disagio mentale nell’età evolutiva. “Molti comportamenti a rischio dei ragazzi italiani nascondono una forte distruttività – dice Ernesto Caffo, presidente del Congresso – che segnala una sofferenza mentale che non sempre viene colta”. E Lodovico Perulli, neuropsichiatra a Venezia, disegna la realtà corredandola di cifre. “Sono cifre sottostimate ma che comunque – dice Perulli – dimostrano che il pianeta suicidi, tentativi di suicidio e intenzioni suicidarie è, purtroppo, affollato. In Italia, ogni centomila ragazzi fra 15 e 24 anni, si tolgono la vita in 7 mentre è di 1,4 l’incidenza fra le ragazze. Se si guardano i tentativi di suicidio, i maschi diventano minoranza: 300 maschi ogni centomila abitanti contro 600 ragazze. Ma c’è un altro dato che deve far riflettere: l’intuizione suicidaria. In Italia un ragazzo su quattro e una ragazza su tre pensano al suicidio. Ogni 4 giovani con intenzioni suicidarie, uno ci prova a togliersi la vita; in maggioranza le donne. Ogni 4 giovani che hanno tentato il suicidio, uno ci riprova. Fra le modalità di suicidio, al 90 per cento l’avvelenamento da farmaci o da altre sostanze, poi il taglio delle vene, il gettarsi giù da un ponte o da una finestra, l’impiccagione e il soffocamento. I fattori di rischio alla base di un suicidio sono il divorzio traumatico in famiglia, la violenza fisica e l’abuso sessuali subiti dal soggetto, la depressione cronica di uno dei genitori e il consumo di alcol e di droghe”. Myron L. Belfer, Direttore della Divisione Infanzia e Adolescenza dell’OMS, dice che “il fenomeno dei suicidi e dei tentativi di suicidio è molto vasto ma purtroppo è poco indagato. Quando c’è un incidente stradale con una sola persona a bordo, con l’auto che finisce contro un palo o un muro senza che ci siano passanti, deve nascere il sospetto che si tratti di un tentativo di suicidio”. Myron L. Belfer invita a prestare attenzione nei pronto soccorso per scoprire se un incidente non nasconda un tentativo di suicidio e invita i genitori a non sottovalutare alcuni segnali quali l’eccessivo rinchiudersi del giovane in se stesso, il continuo ripetere che il domani non offre prospettive, l’improvviso cambiamento del carattere e poi un’altrettanto improvvisa euforia. Nella donna c’è un segnale in più: la tendenza a bere in modo esagerato. “Dietro a molti comportamenti anomali di un ragazzo – commenta Ernesto Caffo, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia, fondatore e presidente di Telefono Azzurro – si nasconde una volontà distruttiva che a sua volta nasconde un disturbo dell’umore non riconosciuto e non trattato. Questo vale anche per molti comportamenti di dipendenza dalle nuove sostanze che vengono usate come auto-cura con effetti devastanti per le competenze mentali dei giovani. Bisogna, però, arginare il fenomeno e sviluppare nuove competenze nell’ambito di tutte le professioni coinvolte con i ragazzi per cogliere precocemente i segnali di pericolo e sviluppare nelle situazioni più negative interventi mirati. Si deve cercare di riadattare il ragazzo al contesto sociale e al tessuto familiare”. I suicidi in Europa. Ogni centomila giovani fra i 15 e i 24 anni, secondo l’OMS, 36,6 maschi si tolgono la vita in Finlandia e 8,4 femmine; in Austria 25,8 maschi e 3,8 femmine; in Francia 15,2 maschi e 4,6 femmine, in Islanda 14,2 maschi e 3,0 femmine; in Danimarca 13,4 maschi e 2,3 femmine; in Svezia 13,3 maschi e 5,2 femmine; in Germania 13,3 maschi e 3,9 femmine; nel Regno Unito 13,0 maschi e 2,2 femmine; nei Paesi Bassi 10,4 maschi e 2,4 femmine; in Spagna 7,3 maschi e 1,8 femmine; in Italia 7,1 maschi e 1,4 femmine; in Grecia 4,4 maschi e 0,8 femmine; in Portogallo 4,3 maschi e 3,0 femmine. Le sessioni principali del Congresso SINPIA saranno visibili on-line in tempo reale su Internet all’indirizzo http://tv.unimo.it/, grazie al supporto dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Da "Il Gazzettino" del 8 novembre 2004 Un inseguimento di un’ora lungo una settantina Brescia Un inseguimento di un’ora lungo una settantina di chilometri, tra le province di Brescia e Verona la scorsa notte, è stato necessario a polizia stradale e carabinieri per bloccare un ventitreenne di Manerbio (Brescia) che da Castelnuovo del Garda (Verona), è riuscito a raggiungere, inseguito dalla polizia, prima Montichiari e poi Desenzano (Brescia), dove è stato arrestato. Da parte dei carabinieri è stata anche esplosa una raffica di mitra nei pneumatici dell’auto guidata dal giovane quando quest’ultimo ha imbracciato una carabina a aria compressa. Non sono ancora chiare le ragioni per cui il giovane bresciano non si sia fermato quando un pattuglia della polizia stradale l’ha invitato a farlo, in provincia di Verona. Forse, potrebbe essere stato proprio il timore che nel corso di un controllo venisse scoperta la carabina tenuta in auto. Il ventitreenne, anziché fermarsi, all’alt della Stradale, ha accelerato e da Castelnuovo ha raggiunto prima Desenzano e poi Montichiari. Lì, la Peugeot 106 guidata dal fuggitivo è stata circondata. Ma il giovane, non è sceso e dopo aver speronato un’auto della Stradale è fuggito prima verso Lonato e poi verso Desenzano. A quel punto una delle pattuglie dei carabinieri che erano state fatte confluire nella zona è riuscita a catturare il giovane.. Da "Corriere della Sera" del 8 novembre 2004 Brescia, giovane arrestato Non si ferma all’alt Inseguito per 70 chilometri I carabinieri hanno anche esploso una raffica di mitra contro i pneumatici dell’auto in fuga BRESCIA La polizia stradale gli intima l’alt, ma lui prosegue, anzi accelera. Un inseguimento di un’ora lungo una settantina di chilometri, tra le province di Brescia e Verona, è stato necessario a polizia stradale e carabinieri, l’altra notte, per bloccare un ventitreenne di Manerbio che, da Castelnuovo del Garda (Verona), è riuscito a raggiungere Desenzano dove è stato arrestato. I carabinieri hanno esploso una raffica di mitra contro i pneumatici dell’auto quando il giovane ha imbracciato una carabina ad aria compressa. Non sono ancora chiare le ragioni per cui il giovane bresciano non si sia fermato all’alt: forse per il timore che venisse scoperta la carabina tenuta in auto. Il ventitreenne, in ogni caso, anzichè fermarsi, quando la stradale ha accostato, ha spinto l’acceleratore e da Castelnuovo ha raggiunto prima Desenzano e poi Montichiari. Lì, la Peugeot 106, guidata dal fuggitivo, è stata circondata dalla polizia stradale. Ma il giovane non è sceso, e dopo aver speronato un’auto della stradale, è fuggito prima verso Lonato e poi verso Desenzano, dove è entrato nel parcheggio di un fast food. A quel punto una delle pattuglie dei carabinieri richiamate nella zona è riuscita a impedire che il giovane uscisse con l’auto dal parcheggio. Il ragazzo ha però estratto la carabina e uno dei carabinieri ha esploso una raffica di mitraglietta contro le ruote dell’auto. La fuga si è conclusa dopo 50 metri, quando l’auto si è bloccata. Il giovane è stato arrestato e deve rispondere, tra l’altro, di resistenza e minacce a pubblico ufficiale. Da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 8 novembre 2004 Dopo contravvenzione a automobilisti per una sosta vietata Vigilessa aggredita in centro I proprietari dei mezzi hanno contestato vivacemente il provvedimento Giannicola D’Amico PEZZE DI GRECO In trasferta da Bari per fare spese aggrediscono una vigilessa. È quanto accaduto intorno alle 18.00 di sabato in pieno centro a Pezze di Greco, davanti ad una moltitudine di gente. Questi i fatti. Una comitiva di baresi a bordo di due auto incuranti del divieto di sosta in vigore su corso Nazionale proprio nei pressi della delegazione municipale parcheggiano negli spazi riservati ai disabili ed ai mezzi della Polizia municipale per poter "tranquillamente" recarsi a fare spese in un negozio della frazione. Due soste non consentite e di cui una anche contro mano ed in prossimità di un incrocio, che stavano generando non pochi problemi ed ingorghi alla copiosa circolazione stradale del sabato sera. Una situazione che di certo si sarebbe potuta gestire se la sosta fosse durata qualche istante e non svariate decine di minuti. Alla fine però le due vigilesse in servizio nella frazione - le assistenti scelte Domenica Ricciardi e Margherita Legrottaglie - hanno proceduto a contravvenzionare i proprietari delle due auto, una monovolume Renault ed una Twingo. Al rientro del conducente della monovolume le spiegazioni chieste dallo stesso alle due agenti si sono ben presto trasformate, con il sopraggiungere anche del conducente della Twingo, - stando alle accuse - in una vera e propria aggressione verbale condita da una serie di minacce all’indirizzo dell’assistente Domenica Ricciardi. La situazione ben presto è precipitata ed è andata avanti per oltre mezz’ora. L’intera comitiva - composta da ben sette persone - non ha esitato un istante dal minacciare ed inveire verbalmente verso le due vigilesse, alla presenza anche di numerosi passanti che in quel momento affollavano il corso principale della frazione. Alla fine per sedare gli animi sono dovuti intervenire i Carabinieri della stazione di Pezze di Greco, oltre ad altri vigili urbani e all’ufficiale in servizio della Polizia municipale, il tenente Stefano Rosati, che hanno identificato i presenti oltre a notificar loro i due verbali. L’agente aggredita - Domenica Ricciardi - ha dovuto poi fare ricorso alle cure dei sanitari del Pronto soccorso dell’ospedale di Fasano che le hanno diagnosticato una "crisi ipertensiva in stato d’ansia reattivo" con una prognosi di 4 giorni. Gli aggressori ora rischiano grosso. In base alla poche indiscrezioni trapelate nei prossimi giorni dal Comando di Polizia municipale sarà trasmessa una comunicazione di reato alla Procura della Repubblica di Brindisi per "minacce e violenza a pubblico ufficiale" a carico di uno dei conducenti delle due auto che avrebbe minacciato pesantemente l’agente. Una circostanza, dunque, che la dice lunga sulle situazioni con le quali quotidianamente i vigili urbani si trovano ad avere a che fare. In questo caso l’intervento legittimo di un tutore dell’ordine per far rispettare le norme della circolazione stradale ha determinato una reazione di certo deprecabile e condannabile da parte di chi magari pensava di poterla fare franca fuori dalla sua città. |