(ASAPS) GENOVA, 24 settembre 2007 – Avrà anche evitato l’incidente, e sappiamo benissimo che il contromano è uno degli eventi più letali che si possano verificare sulla strada, ma non le polemiche. Avrà anche invocato le sanzioni, ma viene il dubbio che ciò sia avvenuto solo quando la notizia “ha bucato”, quando cioè si è diffusa la voce che il presidente Claudio Burlando avrebbe esibito il tesserino (scaduto) di parlamentare della Repubblica, come se quello status (per lui decaduto) potesse garantirgli l’immunità. Un doppio passo falso, dunque; anzi, un vero e proprio boomerang. Se prima c’era qualcuno che nemmeno lo conosceva, ora tutti sanno che il governatore della Liguria ha commesso l’infrazione più grave del codice della strada e che avrebbe pure cercato di farla franca, ponendo egli stesso le basi tecniche della severità da lui (purtroppo tardivamente) invocata. Il Prefetto di Genova, Giuseppe Romano, ha archiviato il fascicolo amministrativo aperto a suo nome con la relazione di servizio redatta dagli agenti della Polizia Stradale di Genova comminando le sanzioni proposte (non applicate subito per quella che nel codice penale sarebbe “trascorsa flagranza” e per la circostanza che il trasgressore aveva dimenticato la patente a casa): 3.508 euro di multa, ritiro della licenza (dalla quale saranno decurtati 10 punti) e fermo amministrativo dell’auto per almeno tre mesi, oltre ad una multa di 72 euro (è di 36 € la sanzione prevista per la mancanza del documento, ndr) per non aver avuto al seguito il permesso di guida. Certo, Burlando aveva ammesso subito la propria responsabilità, ma ad un politico – soprattutto di questi tempi – certi errori non sono concessi, considerato poi che è stato anche ministro dei Trasporti. La vicenda, lo ricordiamo, è accaduta domenica scorsa, quando ha imboccato contromano un tratto dello svincolo autostradale dell’autostrada A10 del casello Genova-Aeroporto. “È giusto che io paghi”, ha commentato Claudio Burlando dopo la pubblicazione della notizia sulle pagine di Repubblica; ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi. Aldilà della proprio non bella figura, però, sarebbe meglio concentrarsi su come utilizzare questo “errore” per aiutare la causa della sicurezza stradale. Se è vero che Burlando aveva lasciato la patente a casa, infatti, è verosimile anche che il tesserino da parlamentare (scaduto) lo abbia esibito per dimostrare la propria identità. La storia recente è ricca di politici che hanno “sbagliato”, sulla strada. Certo, quello di Burlando è proprio un errore grave, ma sicuramente non intenzionale. L’importante è che nessuno si sia fatto male e che la legge sia stata applicata, visto che “è uguale per tutti”. (ASAPS) | |
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