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Treviso, fermato in stato di ebbrezza fa l’autostop mentre gli agenti lo denunciano a piede libero “mi avevano contestato l’ebbrezza prima ancora di soffiare nell’etilometro”: condannato


Foto Coraggio – archivio Asaps


(ASAPS) CASTELFRANCO VENETO (Treviso), 25 settembre 2007 – Chi lavora in pattuglia, è abituato a tutto: ai “lei non sa chi sono io”, ai “guardi che ho bevuto solo una birra” ed alle tante “va beh, ammetto di aver sbagliato ma non mi dia la multa”, come se gli agenti disponessero di libero arbitrio nell’esercizio delle loro funzioni e non dovessero poi rispondere delle proprie omissioni. Ma l’avventura vissuta a Treviso dall’equipaggio di una pattuglia della Polizia Stradale, è effettivamente singolare e merita di essere raccontata. È l’una e mezzo di una notte d’ottobre, nel 2004. Nei pressi di Villarazzo, frazione del comune di Castelfranco Veneto (Treviso), due agenti della Specialità stanno effettuando controlli di routine quando, davanti a loro, un’auto sfreccia a tutta velocità. La inseguono e quando riescono a bloccarla, decidono di sottoporre il conducente ad etilometro: l’odore di alcol è fortissimo ed anche l’atteggiamento del “sospetto”, un 49enne di Noale (Venezia), lascia intendere che la serata doveva essere stata caratterizzata da una colossale bisboccia. Lui però non ci sta: partono le offese, le ingiurie e le minacce. Niente di strano, capita praticamente ogni giorno ed ogni notte, ma l’ebbro non si limita a questo. Sul crocevia le auto rallentano, qualcuno si ferma a godersi lo spettacolo ed è a questo punto che l’automobilista chiede un passaggio e se ne va, lasciando auto, patente e verbali ai poliziotti increduli. Nei giorni scorsi, il Tribunale di Treviso ha discusso il caso, condannando alla fine lo “spiritoso” – e non è un eufemismo – a 10 giorni di arresto per guida in stato di ebbrezza ed a risarcire gli agenti con 1.500 euro ciascuno per danni morali. Le offese, visto che aveva deciso si andarsene, poteva anche risparmiarsele: inutile il suo tentativo di addossare la colpa ai poliziotti, quando in aula ha dichiarato che la contestazione dello stato di ebbrezza era avvenuta ancor prima di ottenere la conferma dall’etilometro. L’articolo 186 prevede del resto anche l’accertamento sintomatologico: alito vinoso (o alcolico), occhi lucidi ed arrossati, difficoltà a mantenere l’equilibrio e ad articolare il linguaggio. Tutti particolari rilevati ed annotati. (ASAPS)


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Martedì, 25 Settembre 2007
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