REUTERS
Senato
approva in extremis nuova riforma codice stradale ROMA (Reuters) - Il Senato ha approvato
definitivamente oggi, a 24 ore dalla scadenza, la conversione in legge del
decreto del governo sulla sicurezza stradale, che rende più severe alcune
regole, allo scopo soprattutto di limitare il consumo di alcol da parte dei
guidatori. Il
provvedimento è passato con 144 sì, 17 no e 58 astenuti, secondo il risultato
letto in aula dalla presidenza. Il testo della nuova riforma stradale - la
quinta in sei anni - è stato modificato la scorsa settimana dalla Camera, col
governo battuto su un emendamento presentato da un deputato della stessa
maggioranza. Tra le nuove regole introdotte, un divieto
"ambientale": quello di mantenere il motore acceso se il veicolo è
fermo "allo scopo di mantenere l’impianto di condizionamento d’aria". La parte
principale della legge però riguarda l’uso dell’alcol sulle strade, causa
secondo gli esperti di un’alta percentuale di incidenti. Discoteche e altri
locali pubblici non potranno somministrare bevande alcoliche dopo le 2 di notte,
e se possibile dovranno dotarsi di etilometri a disposizione dei clienti per
test volontari sul livello di alcol. Chi verrà trovato alla guida con un tasso di
alcol compreso tra lo 0,5 e lo 0,8 non verrà più arrestato ma subirà una
ammenda, anche se gli sarà ritirata la patente per un periodo di tempo compreso
tra i tre e i sei mesi, e non potrà svolgere attività sociali come pena
alternativa. A chi violerà i limiti di velocità di 40-60
chilometri all’ora potrà essere sospesa la patente per un periodo massimo di
tre mesi. Per i tre mesi successivi, però, non potrà guidare tra le 22 e le 7
del mattino. La legge istituisce un fondo contro gli
incidenti stradali notturni finanziato grazie alle multe su alcune infrazioni. Chi
supera i limiti di velocità o guida in stato alterato tra le 8 di sera e le 7
del mattino pagherà 200 euro in più. La nuova normativa, infine, modifica anche le
regole sul trasporto di bambini su moto e scooter: dovranno avere almeno 5
anni.
IL GIORNALE
Discoteche,
niente alcol dopo le 2 Roma - Tra mugugni e malumori per i tempi
stretti di esame e per alcuni "ritocchi" introdotti dalla Camera,
l’assemblea di Palazzo Madama ha dato il definitivo via libera al decreto
Bianchi sulla sicurezza stradale. Molte le novità: alcol vietato nei locali
notturni dopo le 2; giro di vite per "i piloti da F1 della notte";
maggior attenzione all’ambiente. I senatori hanno infatti
"accettato", con ironie e qualche vistoso imbarazzo - e al solo fine
di non far decadere il decreto in scadenza domani- anche la "svolta"
ecologista approvata dalla Camera la scorsa settimana: sarà infatti vietato
tenere il motore acceso durante la sosta per far funzionare l’aria
condizionata. Coloro che trasgrediranno, evidentemente solo in estate,
rischiano una multa da 200 a 400 euro. Locali
notturni Per i patiti delle discoteche alle 2 di notte scatterà l’ora X
per l’alcol "off limits". I gestori dovranno obbligatoriamente avere
all’uscita dei locali un alcol test volontario. Sarà guerra aperta a chi
schiaccerà troppo l’acceleratore nelle ore notturne o peggio guiderà in stato
di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Oltre
alle sanzioni già previste, ce ne sarà un’altra di 200 euro per chi ha bevuto
un bicchierino di più o supera i limiti di velocità tra le 20 e le 7 del
mattino. Gli introiti di queste ammende serviranno per rimpinguare le tasse
del fondo contro gli incidenti notturni da istituire presso la presidenza del
Consiglio. Per questa iniziativa è prevista una spesa iniziale di 500mila euro
l’anno fino al 2009. Per i neo patenti si riduce da tre a un anno il tempo
durante il quale non potranno condurre auto di potenza superiore a 50 KW/T. Chi beve
rischia
Mano meno pesante per chi ha gradito un bicchierino di più. Non rischia infatti
di finire dritto in cella, fino ad un mese, nel caso di tasso alcolemico nel
sangue compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro. Tuttavia le sanzioni non sono
leggere: ammenda da 500 a 2mila euro e sospensione della patente da tre a sei
mesi. Resta la sanzione dell’arresto per chi verrà trovato con valori nel
sangue compresi tra 0,8 e 1,5 gr/l e valori superiori a questi. Per il
superamento dei limiti di velocità entro i 60 chilometri orari sono state
confermate le pene, ritoccate verso il basso: la sospensione della patente
scende da uno a tre mesi, prima era da tre a sei mesi, ma arriva l’inibizione
alla guida dalle 22 alle ore 7 nei tre mesi successivi alla restituzione della
patente. Per quanto riguarda gli autovelox ad avvisare gli automobilisti sarà
sufficiente o un cartello o un dispositivo luminoso e quindi non ci sarà più la
doppia segnalazione obbligatoria. Sul versante della prevenzione ci saranno corsi
di educazione stradale nelle scuole e l’obbligo per i locali notturni di
esporre cartelli ben visibili all’ingresso, all’interno e all’uscita, sui
rischi dell’alcol. Chi non lo fa rischia la chiusura fino ad un mese.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Sicurezza
stradale. L’associazione Manuela interviene Dan: «No
al decreto Bianchi Si faccia una legge diversa» Ultimi giorni di validità per il decreto
Bianchi che prevede l’inasprimento delle sanzioni per chi infrange il codice
della strada. Ma c’è chi si augura che non venga trasformato in legge e tra
questi, a sorpresa, l’associazione Manuela, che da anni si batte per una
maggiore severità nei confronti di quei automobilisti che, correndo oltre i
limiti di velocità o in stato di ebbrezza, mettono a repentaglio la vita delle
persone e, in troppi casi, sono causa di morte sulle strade. Una
contraddizione? "Assolutamente no - replica il presidente Andrea Dan - La
questione è che il decreto Bianchi, inspiegabilmente, introduce in alcuni casi
sanzioni meno severe e presenta novità alquanto discutibili se parliamo di
sicurezza e prevenzione sulle strade". La prima è l’obbligo di segnalare
preventivamente con cartelli ma addirittura con segnalazioni luminose le
postazioni di controllo delle forze dell’ordine: "Mi sembra che la cosa si
commenti da sola!" dice Dan. Ma questo è niente: se andiamo a guardare le
modifiche del decreto alle disposizioni su chi guida in stato di ebbrezza,
scopriamo che chi si rifiuta di sostenere l’alcool test, perchè ben consapevole
di essere ubriaco, rischia solo una multa alquanto salata, ma non l’arresto che
può arrivare fino ai sei mesi nei casi più gravi. "Basta leggere il punto
c dell’art. 5 del decreto: il rifiuto dell’accertamento prevede una sanzione da
2.500 a 10mila euro e da 3mila a 12mila se si commette un incidente - spiega
l’avvocato Danilo Riponti - E’ vero, c’è la sanzione accessoria della
sospensione della patente da sei mesi a due anni e del fermo del veicolo per
sei mesi (ma solo se questo è intestato a chi guida) , ma non si parla di
arresto. E chi può contare su una certa posizione finanziaria preferirà di gran
lunga rifiutare l’alcool test che finire arrestato. Con tutte le conseguenze
che ne derivano". "Mi sembra che ci siano ottime ragioni - conclude
Dan - per augurarsi che il decreto Bianchi decada e che spariscano inspiegabili
incongruenze, come questa. E che si metta mano ad una nuova legge dove
finalmente l’incidente mortale sulla strada possa essere considerato anche come
omicidio doloso, perchè deve essere chiaro che chi guida ad altissima velocità
o si siede al volante dopo aver bevuto alcolici mette coscientemente a
repentaglio la propria vita e quella degli altri e sta compiendo un atto
criminale. E speriamo che si punisca
severamente anche la recidività. Ci deve essere la certezza della pena, che
deve essere applicata immediatamente alla constatazione dell’infrazione. A
cominciare dall’arresto, come accade in altri Paesi". Davide
Nordio
CORRIERE ADRIATICO
Silb e
le nuove norme “Per
l’alcol vietare non serve” pesaro - Il testo approvato a Montecitorio in
merito alla sicurezza stradale, trova in totale disaccordo i pubblici esercizi.
L’emendamento trova assolutamente
contraria e preoccupata la Fipe e il Silb, l’Associazione Italiana Imprese di
Intrattenimento, da Ballo e di Spettacolo, è quello che prevede il divieto di
somministrare e vendere alcolici dalle 2 del mattino. La categoria ritiene che tale provvedimento
non concorrerà a far diminuire il numero dei morti per incidenti stradali
poiché stili di vita e abitudini – che non si cambiano con un decreto legge ma
con l’educazione - troveranno facile sbocco in altre situazioni sicuramente
meno controllate e controllabili dei locali pubblici. “La norma interviene in maniera troppo morbida
sull’eccesso di velocità, che è la prima causa degli incidenti stradali –
afferma Marco Arzeni, Segretario del Silb, – mentre interviene in maniera
pesante sui locali notturni. Di fatto, si vanificano tutte quelle iniziative di
prevenzione messe in atto fino ad ora anche nella nostra Provincia. Bisogna
attivare un percorso virtuoso che accompagni i giovani e i consumatori verso un
uso consapevole dell’alcol, lavorando tutti insieme per far crescere attenzione
e sensibilità. Contemporaneamente bisogna incrementare l’attività di controllo
stradale oggi inadeguata ed insufficiente. Senza
considerare poi che le aziende coinvolte registreranno circa 2,5 miliardi di
consumi in meno che potrebbero portare ad una perdita di circa 50 mila posti di
lavoro a livello nazionale. Anche per questo la categoria ha dichiarato
l’agitazione del settore ”.
ASAPS.IT
L’approvazione
definitiva del DL che modifica il Codice della Strada è da considerarsi un
risultato positivo, ma non risolutivo Il
provvedimento è connotato anche da una sua probabile provvisorietà per
l’imminente approvazione del DDL complessivo Ora
servono controlli puntuali per l’effettività delle sanzioni L’approvazione definitiva del DL 117 va
incasellata fra le buone notizie per la sicurezza stradale, soprattutto perché
si è impedito che il decreto decadesse con tutte le immaginabili conseguenze
per l’insieme delle sanzioni comminate nei 60 giorni di vita del decreto. Il provvedimento, a parere di Asaps, può
essere connotato con tre aggettivi: positivo,
non risolutivo, e provvisorio. Il decreto contiene provvedimenti sicuramente
positivi nell’impegno al contrasto soprattutto al consumo di alcol e sostanze
alla guida. Asaps giudica molto
condivisibile anche la modifica che finalmente pone un limite - che se ha un
difetto è quello di essere ancora troppo protratto - all’orario di vendita di
bevande alcoliche alle 2 di notte nei “locali
ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o
altre forme di intrattenimento”. Si tratterà ora di far rispettare
questo limite di orario senza furbi sforamenti. (*) E’ positiva anche la previsione della nuova
fascia di superamento dei limiti di velocità da 40 a 60 km/h, così come
l’incremento delle sanzioni per chi utilizza il cellulare senza vivavoce o
auricolare, uno dei comportamenti più diffusi, ma pericolosi e sottostimati dai
conducenti. Gli aspetti non risolutivi sono quelli
riconducibili alla possibilità di rifiuto dell’esame con etilometro che seppur
sanzionato molto severamente in via amministrativa, rischia di premiare i furbi
e i professionisti del bicchiere, che pagheranno sì cifre elevate (2.500 o
3.000 euro in caso di conseguente incidente) ma che potranno farla franca
rispetto ad una possibile revoca della patente, in particolare i professionisti
del volante come i conducenti di autobus, autocarri, convogli di veicoli. Solleva molte perplessità anche la misura del
preavviso con cartelli o segnali luminosi delle postazioni di controllo, anche
mobili, della velocità. Il pur discutibile utilizzo in taluni casi
dell’autovelox, non può far buttare via il bambino con l’acqua sporca. Anche in
questo caso rischieranno di rimanere sorpresi solo i distratti e gli innamorati
che non si accorgeranno del segnale. I
professionisti dell’acceleratore se la caveranno con un pit–stop di 500 metri e
poi via a tavoletta come prima. Unico efficace strumento calmieratore del
contachilometri rimarrà il Tutor. Irrazionale e sorprendente la modifica che ha
ridotto da 3 anni a un anno il periodo di limitazione di auto potenti per i neo
patentati. Mentre altri paesi si stanno incamminando verso una maggiore
attenzione su questo aspetto (in Spagna per le supermoto stanno esaminando un
limite temporale di sei anni per i neopatentati cat. A), noi rischiamo di
mancare una opportunità per incidere sulla fascia di elevatissimo rischio dei
giovani conducenti di auto e di moto, un segmento quest’ultimo con dati di
sinistrosità mortale a dir poco imbarazzanti. Il concetto di provvisorietà del provvedimento
scaturisce dal fatto che a seguire sullo stesso binario sta arrivando il DDL
che modifica in maniera complessiva un ventaglio ancor più vasto di articoli
del Codice della strada. Ci auguriamo sia questa un’occasione per migliorare
alcune parti del DL 117. Ora nel quadro complessivo va riempita la
casella della certezza delle sanzioni e per questo aspetto servono chiarezza
d’indirizzo ma soprattutto controlli
adeguati da parte delle forze di polizia. Per questi non c’è bisogno di nessuna
nuova legge.
Forlì,
lì 2 ottobre 2007 Giordano
Biserni Presidente
Asaps
(*) Nota: è certamente un provvedimento di
portata storica, e il fatto che i gestori dei locali siano inferociti dimostra
quanto sia potenzialmente in grado di cambiare le cose per davvero. Prima o poi ci si doveva arrivare, i sondaggi
degli ultimi anni hanno sempre dimostrato come provvedimenti di questo tipo
siano auspicati e condivisi dalla gran parte dell’opinione pubblica. Ma non solo, come dice bene il Presidente
ASAPS, bisognerà vigilare perché questo provvedimento venga rispettato, sarà
necessario agire perché il divieto di somministrazione
di bevande alcoliche venga esteso
alla vendita (in bottiglie
chiuse), e venga esteso a tutti,
e non solo ai locali “ove si svolgono spettacoli e altre forme di intrattenimento”. Il mio timore è che, per esempio, chioschetti,
furgoncini – muniti di regolari licenze – che si appostassero fuori dalle
discoteche, non proponendo spettacoli o
altre forme di intrattenimento, potrebbero fare affari d’oro, vendendo vagoni di alcol ai ragazzi… a
norma di legge. Spero di sbagliarmi, perché se sarà così,
avremo “cantato vittoria” troppo presto anche questa volta.
IL GAZZETTINO (Belluno)
L’Ascom
spara sul decreto antialcol Il
presidente Debortoli: «Iniziativa imposta dall’alto senza cercare la
collaborazione, farà solo guasti» «È un paradosso. Dopo l’una non si potranno
più distribuire alcolici, ma nemmeno consentire la bevuta di quelli già
versati. Ciò significa che dovremo fare il giro di tutti i tavoli a ritirare i
"residui" presenti. È come
imporre agli esercenti la chiusura del locale all’1 e non alle 3 come previsto».
(*) Pur approvando in pieno lo spirito della recente legge regionale
"anti-alcol", i rappresentanti dell’Ascom provinciale non nascondono
la propria preoccupazione in relazione alla professione di pubblici esercenti e
alla gestione dei rapporti con i propri clienti. Senza contare poi l’ipotesi,
non balzana, che questo provvedimento dia vita a un intenso fenomeno di
"nomadismo" tra province venete e quelle limitrofe che non vedono in
vigore leggi così restrittive. «Su ogni considerazione - spiegano Franco
Debortoli (presidente provinciale Ascom), Luca Dal Poz (direttore Ascom) e
Roberto Schena (presidente pubblici esercizi) - va premesso il fatto che
l’Ascom fa suo il ragionamento di base della legge regionale: la lotta all’alcol è importante e va
attuata con forza. Ma non è giusto individuare nei commercianti l’unica
categoria che deve far fronte alla questione. (**) Vanno coinvolte con
maggior determinazione, creando una energica sinergia, anche famiglie, scuole,
Ulss e altri soggetti interessati alla problematica». Il punto del contendere è l’entrata in vigore, dal prossimo aprile, della nuova legge sui
pubblici esercizi approvata, per la prima volta in Italia così
"restrittiva", dalla Regione Veneto. «Una norma che naturalmente ha degli aspetti
positivi - sottolineano i rappresentanti Ascom - come ad esempio quelli
relativi alle risposte alle rinnovate richieste di mercato, alla successione
facilitata tra gestori, alla tutela dei consumatori, alla regolarizzazione di
spettacoli quali concerti o trasmissioni in pay tv». Ciò che
invece viene vista come un’ombra è l’obbligo di chiusura serale non più alle 4
bensì alle 3 e anche il divieto di somministrare e di far bere degli alcolici
dopo l’1. «Aspetti decisamente anacronistici - viene evidenziato
dall’associazione di categoria - in quanto al giorno d’oggi i ragazzi
raggiungono i locali sempre più tardi nel corso della serata e perché essi, se
vogliono ubriacarsi, troveranno altri mille modi per farlo superando questo
divieto. Tra tutti, ad esempio,
quello di percorrere qualche chilometro in più e recarsi nelle vicine località
di altre regioni dove queste ristrettezze non vi sono. (***) Ne andrà di
mezzo il lavoro di un migliaio tra bar e ristoranti, circa 400 alberghi e una
decina di discoteche». Per l’Ascom «questa notevole severità giunge
sull’onda di fattori emozionali, derivanti ad esempio dai molti incidenti
stradali mortali, più che da aspetti razionali. Da parte nostra offriamo la
massima disponibilità, come sempre fatto finora, di cercare di contenere la
problematica. Chiediamo però che gli altri enti, e anche le famiglie, facciano
la loro parte. Auspichiamo inoltre che le norme restrittive non si rincorrano via
via sempre più numerose ma che chi di dovere applichi quelle già esistenti». Raffaella
Gabrieli (*) Nota: l’ipotesi di divertirsi consumando
bevande non alcoliche non è nemmeno ipotizzabile: occorre un cambio di cultura,
evidentemente. Ricordo che questo articolo non discute del decreto nazionale,
ma di quello regionale del Veneto. (**) Nota: non deve essere l’unica categoria,
ma i commercianti devono fare la loro parte. (***) Nota: da oggi vi sono su tutto il
territorio nazionale, ma a partire dalle 2.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Morti
sulle strade, un settembre nero Sette
degli 11 decessi dell’ultimo mese procurati da alterazione psicofisica o
disattenzione Dei 90
decessi sulle strade della Marca dall’inizio dell’anno, ben 38 sono sulle due
ruote.
Diciassette le persone morte da incidenti in motocicletta (9 hanno causato il
sinistro, 8 ne sono rimasti vittima), nove quelle in sella a ciclomotori, e ben
dodici i ciclisti, di cui 7 travolti da altri mezzi. Ad impressionare è
soprattutto il dato dei ciclomotori, che in Italia concorrono solo per il 3.5\%
alla mobilità totale: nella Marca, i morti su questi mezzi sono il 29\%. Tre i
pedoni deceduti, di cui uno per causa propria, altri due per responsabilità dei
mezzi che li hanno travolti. Sul fronte opposto, gli autocarri hanno causato 8
vittime, rimanendo illesi in 5 casi. In settembre, sono stati 11 i morti sulle
strade della Marca. Nello stesso mese del 2006, erano stati 6, come nel 2005.
L’attuale è il dato più alto dal 2003: in tutti gli anni successivi, tra agosto
e settembre c’era un calo drastico della mortalità sulle strade. Ad agosto di
quest’anno, invece, le vittime erano state 5, ed ora sono 11: più che
raddoppiate. Alle cosiddette stragi del sabato sera va ascritto il 24\% dei
morti in provincia di Treviso. Un dato in salita, anche considerando che i decessi riguardano soprattutto giovani
sotto i 30 anni, che restano coinvolti in incidenti tra le 21 e le 5 del
mattino il venerdì, sabato e domenica. Proprio quando le uscite e le bevute con
gli amici sono più frequenti e giunte ormai ad un livello di vera e propria
abitudine. L’Ufficio Studi della Provincia, che ha
divulgato come ogni mese le statistiche sulla mortalità stradale, ha preso in
esame il dato di settembre, con le 11 vittime di cui 4 in un unico gravissimo
sinistro a Cima Grappa, in cui quattro padovani che tornavano da una gita in
gruppo sono volati da una scarpata per 600 metri. Sette degli 11 morti hanno perso la vita per alterazione dello stato
psicofisico del conducente dovuto ad alcol o a sostanze stupefacenti, oppure
per distrazione. Dall’inizio dell’anno, questi due fattori hanno provocato
il 45\% delle vittime sulle strade della Marca. Durante i giorni della settimana,
dei 90 deceduti 15 sono avvenuti il lunedì, 8 il martedì, 7 il mercoledì, 11 il
giovedì, 17 il venerdì, 15 il sabato e 17 la domenica. Da questi numeri, si
nota che sul totale, 49 vittime sono nel fine settimana. Nel 2007, il maggior
numero è stato a giugno con 17 morti, ma il dato di settembre è tra i più alti
dell’anno."Sono dati che non ci rendono felici, per questo non posso far
altro che invitare alla prudenza, tenere sempre alta la guardia e rispettare il
codice della strada - dichiara il presidente della Provincia Leonardo Muraro -
Ma, soprattutto, bisogna rispettare se stessi e gli altri. Il trend in discesa
in atto dal 1998 ad oggi deve continuare, per questo sarà sempre forte il
nostro impegno di sensibilizzazione ed informazione, nonchè di miglioramento
della viabilità". La modalità più frequente di incidente mortale è lo
sbandamento di un veicolo isolato in un rettilineo (41\%): questo particolare
ribadisce ancora più che, trattandosi di condizioni ottimali per la guida, a causare il sinistro dev’essere altro.
Alcol, stupefacenti, stanchezza, oppure l’alta velocità. Tutti
comportamenti scorretti che le forze di polizia e la Provincia, anche con una
opportuna campagna di sensibilizzazione e di informazione preventiva, stanno
cercando di arginare. Ma evidentemente ad arginare il triste fenomeno delle
croci sulle strade non bastano più nemmeno le immagini choc diffuse dal
presidente Muraro attraverso i mezzi d’informazione, nè il deterrente
rappresentato dai pattuglioni estivi e dai controlli di polizia, vigili e
carabinieri. A settembre 2007, si sono
già superati di 12 unità i decessi di tutto l’anno precedente. Solo questo
dato dovrebbe indurre ad una riflessione e, per chi "sgarra"
soprattutto nei weekend, magari ad un cambio di rotta. Serena
Masetto
CORRIERE ADRIATICO
L’incidente
mentre saliva in camera da letto. Il decesso poco dopo in ospedale Il
magistrato ordina l’autopsia La vittima era conosciuta come animatrice della
notte Concetta
Colamaria , 49 anni di Marotta, era rientrata a casa alle 5 di ieri in
condizioni alterate Muore
dopo una rovinosa caduta dalle scale MAROTTA - E’
tornata a casa non proprio sobria, è caduta dalle scale ed è morta. E’ questa la tragedia, disperante e per certi
versi grottesca, che si è consumata ieri mattina a Marotta. La vittima è
Concetta Colamaria, 49 anni, conosciuta nella zona come animatrice della notte.
L’incidente è accaduto nell’abitazione che la donna condivideva con la sorella,
lungo via Litoranea. Concetta Colamaria è rientrata alle 5 del
mattino. Secondo quanto ricostruito dai soccorritori e dai carabinieri, sembra che la donna fosse in condizioni di
alterazione psichica, probabilmente a causa dell’alcol che aveva bevuto. Questa
sarebbe la causa della sciagura domestica. La donna saliva le scale per dirigersi in
camera da letto al piano superiore quando ha perso l’equilibrio ed è rovinata
giù. Una caduta maldestra e pesante lungo la scala a chiocciola, nel corso
della quale la donna, rotolando verso il basso, ha battuto violentemente il
capo rotolando. E’ stata la sorella, svegliata da quel rientro
mattutino, a intervenire subito per soccorrere Concetta Colamaria. La donna era
in uno stato di coma. Immediato l’allarme al 118, che è intervenuto con
l’ambulanza di Marotta. Alla donna è stata praticata la terapia d’emergenza poi
è avvenuto il trasporto all’ospedale di Fano. Ma il trauma e le lesioni neurologiche subite
nella caduta sono risultate fatali, Concetta Colamaria è deceduta poco dopo.
Nell’abitazione di via Litoranea sono intervenuti i carabinieri di Marotta per
ricostruire la dinamica della tragedia. Il magistrato ha disposto l’autopsia
per fare chiarezza sulla causa della morte e in particolare sulle condizioni
della donna al momento della caduta. Sarà importante anche accertare con chi
aveva trascorso le sue ultime ore di vita. A Marotta e dintorni Concetta
Colamaria era conosciuta perché offriva la sua compagnia agli uomini che la
frequentavano nella zona del Cesano. Nel frattempo è stato dimesso d Santa Croce
Diego Amadio, il diciannovenne che nel primo pomeriggio di domenica era stato
travolto a Marotta da uno scooter lungo la statale. I medici lo hanno giudicato
guaribile in 15 giorni. Migliorano le condizioni dell’investitore, O.S., 54
anni, ricoverato con prognosi riservata.
IL TRENTINO
Un
centinaio ha meno di 30 anni. Aumentano le donne Alcolismo:
allarme per i giovani Soffrono
di dipendenza 290 roveretani: un trend in crescita MARCO
GUIDOTTO ROVERETO. Sono 290 i roveretani che soffrono
la dipendenza dall’alcol, e che si rivolgono all’Acat lagarina e agli alcolisti
anonimi. L’incremento è pari al 30% nell’arco degli ultimi sei-sette anni. Di
questi 290 circa un centinaio sono giovani dai trent’anni in giù. Ed è in
aumento esponenziale il numero di donne. A lanciare l’allarme è il presidente
dell’Acat lagarina: «Il fenomeno è in costante e preoccupante crescita». I dati
in possesso di Acat lagarina e associazione alcolisti anonimi parlano chiaro.
Che il fenomeno esistesse, lo si sapeva. Ma adesso se ne conosce esattamente la
dimensione: «Un problema - dice il presidente dell’Acat lagarina Franco
Berlanda - enorme ed estremamente preoccupante. E’ sbagliato pensare che la
differenza tra qualche anno fa e oggi sia solo nell’informazione, che pure oggi
è senz’altro più ampia. La verità è che il fenomeno è in netto aumento». Concorda
con l’analisi anche il presidente dell’associazione anonima alcolisti Franco:
«I numeri parlano da soli. Sono d’accordo con Berlanda, il fenomeno è realmente
in aumento, non esiste solo perché se ne parla più frequentemente. E, purtroppo
sì, vedo sempre più giovani coinvolti
nella problematica, anche giovanissimi». Quanti e chi sono i roveretani che
chiedono aiuto alle associazioni di settore? All’Acat lagarina - distribuiti su
una serie di club radicati sul territorio da Besenello a Mori - si rivolgono in
250: «Più naturalmente i familiari, impegnati in prima fila per i propri cari.
Con loro arriviamo complessivamente a 600 persone». All’anonima alcolisti ci
vanno in una quarantina: «Più altrettanti all’Al Anon, l’associazione rivolta
esclusivamente ai familiari». Non sono più solamente adulti: i giovani sono in
costante incremento. Complessivamente, un centinaio di persone. E tra i giovani
è in costante aumento la presenza di donne: «Abbiamo registrato questo fenomeno
- prosegue Berlanda - in quest’ultimo periodo. Anche le donne sono coinvolte
nel problema, giovani e meno giovani». Berlanda prova ad individuare le ragioni
alla base di tale problema: «In generale la mancanza di punti di riferimento
precisi, quali famiglia e scuola. Soprattutto per i giovani». L’approccio al
problema delle associazioni è naturalmente del tutto diverso rispetto a quello
dell’Azienda sanitaria: «Non parliamo di alcolismo e di patologia - precisa
Berlanda -, parliamo invece di problemi alcol-correlati, di tutte quelle
problematiche cioè, sociali e di altri tipo, che dipendono dall’eccesso del
consumo di alcol. Nessun’attività terapeutica, né uso di medicinali.
Combattiamo l’abuso di alcol offrendo il nostro sostegno e la nostra
esperienza» . Berlanda infine lancia un appello: «Non esistono centri specifici
in Vallagarina, a parte quello di Ronzo. Ne serve uno nuovo, da organizzare in
sinergia con azienda sanitaria e associazioni. Perché, ad esempio, non si sfruttano
gli spazi sottoutilizzati del presidio ospedaliero di Ala?».
L’ADIGE
Al pub
senza alcol? Un successo Centinaia
alla prima serata dei «Laboratori del Fare» Una
serata fra giovani, al pub, ma senza bere alcol? È possibile, e l’ha dimostrato la
prima iniziativa dei Laboratori del fare (Associazione Ubalda Bettini Gurella)
che sabato scorso ha coinvolto il pub Einstein in centro. Ne parliamo con
Fabiano Lorendi, il responsabile dei Laboratori. Com’è andata la serata? «Benissimo.
Centinaia di ragazze e ragazzi hanno ascoltato le band giovanili che si sono
alternate proponendo il loro migliore repertorio di musica acustica. Anche
perché i gruppi ci sanno fare: grazie anche alle numerose opportunità di
esibizione pubblica e di confronto offerte nel corso di questi ultimi anni (al
palazzetto, nelle piazze della città), si sono sensibilmente affinate le loro
capacità tecniche nel maneggiare gli strumenti. Non solo, è anche migliorata la
qualità della musica scritta e prodotta in proprio a testimonianza di una
ricerca tutt’altro che banale nel panorama del sound contemporaneo». E il
pub, come si è trovato con la proposta analcolica? «Da un punto di vista strettamente
commerciale, è stata molto coraggiosa la scelta del gestore. Poco più di 100
euro infatti è stato l’incasso della vendita di cocktail analcolici (peraltro
fantasiosi e di ottima qualità). Andrà meglio la prossima volta, se ci sarà,
dato che cambiare le abitudini e i comportamenti in questo ambito risulta
sempre molto difficile» (*). Tanta gente, ma volevano la birra? «Come responsabile di un’associazione
educativa mi dichiaro comunque soddisfatto. Intanto abbiamo dato il via ad una
diversa modalità di approccio al problema. Non siamo intervenuti né
moralisticamente, né facendo ricorso a strumenti proibizionistici o repressivi.
Abbiamo dimostrato che è possibile, anche in un locale del centro dove il
consumo di bevande alcoliche tra i giovani è abitualmente consistente,
trascorrere un sabato sera diverso stando assieme in tanti, divertendosi e non
bevendo birra, vino o vodka. Di questo si è dichiarato contento anche il
barista Max con cui ho intenzione di continuare nella collaborazione».
L’Einstein è dentro la galleria ex Chesani. Da anni in uno stato pietoso per
scritte di ogni genere: cosa ne pensate? «Ci sono riflessioni da fare sia in
merito allo stato della galleria ex Chesani che alla destinazione dello
stabile. Si tratta di spazi centrali, raggiungibili facilmente a piedi, con
mezzi di trasporto propri ma anche con quelli pubblici. Inoltre sono entrambi
isolati rispetto a case e palazzi abitati per cui il fastidio dell’andirivieni
e dei rumori è ridotto. Ebbene lo stabile è stato assegnato a Oriente/Occidente
e a due altre associazione culturali, che con ogni probabilità potrebbero
trovare facile collocazione altrove. Il recupero di un luogo da adibire a
centro giovanile è stato inserito nel programma di governo della città da
almeno quattro amministrazioni negli ultimi quindici anni con l’esito ultimo di
individuarlo a nord della città, al Brione. Altre proposte erano quelle di
recuperare spazi ancor più in periferia e cioè in zona industriale, all’ex
Anmil o all’ex Alumetal con la giustificazione del bisogno dei giovani di stare
lontani dagli adulti. Personalmente ritengo che essi abbiano diritto di vivere
la città e di abitarla, non di essere confinati in riserve generazionali. Forse
sindaco, giunta e consiglio comunale sono ancora in tempo a rivedere la
decisione». Per quanto riguarda la galleria? «Si potrebbe ripulirla aprendola
ad un utilizzo intelligente e creativo per tutti gli writer metropolitani. Il
nostro Laboratorio d’arte si dichiara disponibile a ragionare assieme a quanti
possono risultare interessati al progetto». (*) Nota: quando, nella primavera-estate 2002,
stavo cominciando ad organizzare il primo “Festival Musicale Analcolico” a
Mantova, decisi di andare a parlare della mia proposta ai gestori dei locali
mantovani più frequentati dai giovani. Uno di questi, peraltro quella sera in
evidente stato di ebbrezza, rifiutò di mettere a disposizione del Festival
Analcolico il suo locale, perché, disse, non voleva perdere soldi. Io replicai dicendo che sì, è vero, avrebbe
perso l’incasso dalla vendita degli alcolici, ma io gli avrei coperto
integralmente le spese dello spettacolo, dei musicisti, dell’impianto, e questa
attrazione avrebbe portato più persone. Persone che, comunque, avrebbero bevuto
e consumato, spendendo in bevande analcoliche quello che non spendevano in
alcolici. In un momento di lucidità, questo signore mi
fece un discorso interessante, ineccepibile dal punto di vista commerciale: “Vedi, Alessandro, non è
così, io ci rimetterei comunque, e ti spiego il perché. Un ragazzo che beve una
Coca Cola, la beve per dissetarsi, e in una sera ne beve una sola, massimo due.
Ma molti tra coloro che bevono per esempio una birra, non la bevono per
dissetarsi… E allora ne bevono sei, sette, otto per sera. Così, a parità di persone, io ti dico che
senza l’alcol incasserei la metà”. Capii allora come, per certi locali, il guadagno
non è sul bere, ma proprio sullo… “strabere”, sullo sballo. Così ripartii, ancora più determinato di
prima, nel lavoro di organizzazione del Festival Musicale Analcolico.
L’ARENA di Verona
VIOLENZA
IN FAMIGLIA. Il figlio di 46 anni, processato ieri per direttissima, è in
terapia Pesta
l’anziana madre Il giudice: «Via da casa» Il
tribunale ha ordinato all’aggressore di abitare in un Comune diverso da quello
della vittima L’alcol gli ha mescolato talmente tanto le
carte nella testa da non fargli neanche capire che se la stava prendendo a suon
di botte con la propria mamma, malmessa, 84 anni di tribolazioni. Piangeva la madre quando sono arrivati i
carabinieri di Sant’Anna d’Alfaedo. Le scorrevano le lacrime sul viso ma non si
lamentava, rimaneva in silenzio voce mentre i carabinieri chiedevano al figlio
di 46 anni cosa aveva appena finito di combinare. E lui, ancora in preda agli effetti del vino, se l’è presa anche con il
maresciallo e il suo collega, ferendoli anche se con prognosi di pochi giorni.
Ma non gli è servito a niente: alla fine, è stato arrestato per resistenza a
pubblico ufficiale. Era sabato, era da poco passato mezzogiorno e il primo
freddo in quella casa di montagna aveva aperto un nuovo capitolo di un libro di
famiglia, pieno di liti, incomprensioni tra i famigliari. Ieri mattina il
quarantaseienne era già davanti al giudice Giuditta Silvestrini nel processo
per direttissima. Il dibattimento è stato rinviato a metà ottobre ma l’imputato
non potrà tornare a vivere nella casa della madre e nemmeno in quel comune. Sta frequentando un programma terapeutico
per uscire da quel continuo alzare e abbassare il bicchiere che lo perseguita
da anni. E ieri il suo legale, l’avvocato Stefano
Zanini l’ha ricordato al giudice, ha sottolineato le difficoltà di
quell’artigiano che non sa controllare i suoi istinti neanche di fronte alla
madre. E così il giudice l’ha scarcerato e i carabinieri, già intervenuti
diverse volte per sedare le liti in quella famiglia tormentata da una storia
difficile, l’hanno accompagnato nella nuova residenza ad una ventina di
chilometri da dove viveva con la madre e due fratelli. Ora si trova in un hotel
ma si spera che, presto venga accolto da una comunità di recupero dove forse
potrà fare finalmente i conti con se stesso. Tutto è iniziato sabato quando una pattuglia
degli uomini dell’Arma viene fermata dal fratello dell’imputato. «Mi ha
picchiato», ha urlato ai militari, «e se l’è presa anche con mia madre». I
carabinieri si sono precipitati in quella casa, hanno visto la madre, seduta in
poltrona, le si sono avvicinati ma il figlio ha tentato di allontanare i due
carabinieri. Ne è nata una colluttazione durante la quale i due sono finiti nel
camino ma alla fine l’artigiano è stato costretto a cedere, è stato arrestato e
portato in caserma. Nel frattempo, la madre è stata soccorsa e medicata. Il quarantaseienne ha trascorso la domenica in
caserma tra gli uomini in divisa in tuta blu da lavoro e poi ieri mattina alle
11.30 era già davanti al giudice in aula a Verona. Che ha rinviato il processo,
in attesa di capire meglio se l’imputato
vuole veramente smettere di buttare tutti i suoi guai in un bicchiere di vino
e abbandonare i gesti violenti che, spesso, accompagnano le sue giornate nei
bar della zona. GP.CH.
IL TEMPO
TIVOLI
Ubriaco, travolge auto con un tir ferendo una donna: inseguito e preso UBRIACO,
alla guida di un grosso camion, ha investito l’altra sera in via Roma, una
macchina con a bordo una signora di 34 anni. M.I. 25 anni non si è però fermato ma
è scappato, tra lo spavento della gente, inseguito da alcuni automobilisti e da
un poliziotto di Tivoli fuori servizio. Dopo un breve inseguimento, lo hanno
bloccato. La donna ha avuto 7 giorni di prognosi, al pronto soccorso del S.
Giovanni. A M.I. in stato di ebbrezza è
stata sequestrata la patente e nei suoi confronti è scattata una denuncia a
piede libero. Ann.
Pie.
CORRIERE.IT
Coppia
di senzatetto pestata a sangue Alla
stazione di Pinerolo I due
trentenni sono stati aggrediti da tre rumeni: hanno bastonato e derubato lui e
hanno abusato ripetutamente di lei. Arrestati due aggressori: hanno 28 e 29
anni. Sarebbe stata una delle ultime notti che
passavano a dormire nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Pinerolo.
Avevano deciso di partire per la Calabria in cerca di una nuova vita, di una
possibilità di riscatto. Scene da
incubo Ma la notte di una coppia di senzatetto
trentenni si è trasformata in un terribile incubo quando sono stati aggrediti
da 3 rumeni. Una scena irreale, quasi un fotogramma di "Arancia
meccanica", il film di Stanley Kubrick sulle "scorpacciate di
ultraviolenza" di un gruppo di giovani annoiati. Una
violenza gratuita Erano circa le 2 di lunedì quando la coppia,
con qualche problema di tossicodipendenza e che viveva cercando ripari di
fortuna o dormendo, quanto poteva, in qualche pensioncina, è stata sorpresa nel
sonno da 3 persone. Gli uomini, armati di bastone, hanno incominciato a colpire
il ragazzo strappandogli anche un anello dal dito. Non soddisfatti, si sono
accaniti sulla ragazza costringendola a subire ripetute violenze sessuali. Scatta
l’allarme nella zona In quel frangente l’amico è riuscito a
liberarsi ed è fuggito. Ha avuto la prontezza di riflessi di fermare
un’automobilista che ha subito dato l’allarme ai carabinieri. Immediatamente i
militari sono accorsi in forze sul posto e hanno circondato la zona. Due
arresti immediati Uno dei tre rumeni è stato bloccato subito, era troppo ubriaco anche per cercare di
scappare. Il secondo è invece stato trovato nascosto dietro ad alcuni
cespugli mentre il terzo è ancora in fuga. Daniele
Vaira
daniele.vaira@rcs.it
ASAPS.IT
Verona Furgone
impazzito piomba su pattuglia in sosta operativa al casello Il
conducente, ubriaco, denunciato per guida in stato di ebbrezza: ferito un
agente che si trovava a bordo (ASAPS) VERONA, 2 ottobre 2007 – Casello di
Sirmione, ore 4:30 del mattino: la pattuglia della Polizia Stradale di Verona
Sud sta controllando un’auto. È senza revisione ed uno dei poliziotti sale a
bordo dell’auto di servizio per interrogare il terminale dell’Interno e
redigere il verbale di contestazione. All’improvviso, solo il rombo di un
fuorigiri annuncia l’arrivo di un furgone, a tutta velocità. Non una frenata,
non un tentativo di evitare l’impatto: il piccolo veicolo commerciale finisce
dritto sull’auto bianco-azzurra, facendola rimbalzare ad oltre dieci metri di
distanza, investendo il veicolo per il quale i poliziotti stavano elevando la
contravvenzione . sul posto sono immediatamente arrivate le ambulanze del 118
di Desenzano del Garda ed auto dei Carabinieri del Radiomobile, che hanno
soccorso i colleghi della Specialità ed effettuato i rilievi di legge. Prima di
tutto, però, l’etilometro: il conducente
del furgone, un giovane veronese, era ai limiti dell’ubriachezza, con 2.66
grammi di alcol per litro di sangue. (*) L’agente è stato invece ricoverato
in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una forte distorsione del rachide.
Per fortuna niente di grave, ma le strade non sono davvero più sicure per
nessuno. Nemmeno per chi, in un piazzale e coi lampeggianti accesi, sta
vegliando sulla sicurezza della circolazione. (ASAPS) (*) Nota: con un’alcolemia del genere, “ai
limiti dell’ubriachezza” mi pare definizione un po’ prudente...
IL GAZZETTINO (Pordenone)
TRAVESIO
L’uomo è stato arrestato dai carabinieri dopo la denuncia della compagna Moglie
maltrattata, marito in cella Travesio (Ro) Esasperata
da anni di maltrattamenti, percosse e violenze psicologiche - a metà agosto
2007 - l’operaia Alida Tommasini, 42 anni, di Travesio, ha raggiunto la
stazione dei carabinieri di Meduno, dove si è liberata di angosce e paura,
presentando denuncia nei confronti del convivente Luigi Lombardo, 43 anni.
Sulla base del racconto della donna i carabinieri hanno ipotizzato l’accusa di
maltrattamenti continuati in famiglia. Già dal 2002 l’uomo avrebbe sottoposto
la compagna ad un regime di vita tormentoso. Subito dopo i carabinieri del
maresciallo Bernardo Muratori, lavorando in sintonia con il pm Monica
Carraturo, hanno perfezionato indagini, con sopralluoghi, interrogatori e
pedinamenti. È così emerso che la donna aveva detto la verità. Alida Tommasini era continuamente oggetto di maltrattamenti
sia fisici che verbali, spesso conseguenza dello stato psicofisico del
convivente Luigi Lombardo, abitualmente alterato dall’abuso di alcolici.
L’uomo, già noto ai servizi sociali, non aveva mai lavorato, sebbene idoneo, in
modo continuativo. In casa l’unica entrata era rappresentata dal modesto
salario percepito dalla donna, quale dipendente di una ditta di pulizie. Quei
pochi denari - è emerso dall’indagine dei carabinieri - non consentivano di
soddisfare neanche le esigenze primarie. In un clima di grande disagio sociale
sono maturate le ripetute aggressioni che aveva fatto più volte intervenire sia
i servizi sociali, ma anche i vicini di casa (per aiutare e curare la donna
bersagliata dal marito). I carabinieri, vista la situazione, hanno subito avuto
il timore che i maltrattamenti potessero avere esiti irreparabili. A quel
punto, insieme al pm Carraturo, hanno deciso di porre fine alle angosce
dell’operaia, chiedendo e ottenendo dal giudice Patrizia Botteri la misura
cautelare in carcere di Luigi Lombardi. Sabato l’uomo, assistito dall’avvocato
Giuseppe Mascherin, è stato così arrestato e condotto in carcere. Questa
mattina ci sarà l’interrogatorio di garanzia.
IL GAZZETTINO (Padova)
La nuova
specialità? La granita-spritz (F.Cap.) Padova
dà il benvenuto alla granita alcolica, l’ultima trovata in tema di spritz e
dintorni. (*) L’idea è di Paolo De Nadai, diciannovenne studente
universitario della facoltà di Economia che, insieme alla socia Veronica
Agnoletti, animatrice al Centro giovanile Antonianum, ha aperto il "De
Nada", pizzeria per asporto low cost. «Un locale alla portata di tutti -
dice - perchè conosciamo il valore del denaro. E quel "De Nada" sta
appunto a significare che da noi si può mangiare a modico prezzo, e bere
un’alternativa simpatica al tradizionale spritz: la granita all’aperol». Al
taglio del nastro di questo nuovo punto di ritrovo in ghetto - via Gritti,
laterale di piazza delle Erbe - erano presenti in tantissimi. «Abbiamo regalato
2800 pezzi di pizza e 2300 grantite-spritz, insomma c’era Padovarulez.com , il
sito dei giovani padovani, al gran completo». Ospiti, l’assessore provinciale
Luciano Salvò, il presidente di Padova Terme Euganee Ubaldo Lonardi, Patrizio
Bertin dell’Ascom e Lino Fabbian di Confartigianato. Il gesuita padre Mario
Picech ha benedetto la pizzeria artigianale. (*) Nota: e benvenuta sia la granita alcolica.
Sentivamo la sua mancanza.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
Violentata
e sequestrata per sei ore, fugge dal suo aguzzino lanciandosi dalla finestra Si è lanciata dalla finestra per sfuggire al
suo aguzzino. Un salto di sette metri,
piuttosto la morte che restare prigioniera di quell’incubo. Rosa, 20, si è
salvata. Brutte ferite al viso, mandibola e gamba destra fratturate, molti
lividi sul corpo. Soprattutto nell’anima,
perchè Rosa è stata tenuta segregata per sei ore, torturata e violentata al di
là di una saracinesca bloccata da una catena. Poi il volo dal terzo piano, l’allarme, l’ambulanza, l’ospedale, la
polizia. In carcere Simeon Simeonov, 27 anni, origine
bulgara, una vita sui marciapiedi della città, tra bar, risse notturne, alcool e droga. Lo hanno trovato gli
agenti della volante ancora addormentato sul letto, i vestiti a terra sporchi
di sangue. È accusato di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni
gravi. Accade sabato, dopo le 24, a Vicenza. Rosa è in giro con la sua bici.
Una vita normale, una famiglia alle spalle, molti amici, qualche lavoro se non
fosse quell’inquietudine che la spinge a cercare qualcosa di diverso. Sabato
notte incontra per caso, dirà, in corso San Felice, Simeon. Domanda a lui
l’hashish. Lui le promette di trovare velocemente qualche grammo. Così
entrambi, in bici, vanno in cerca del fumo. Qualche incontro in un bar di viale
D’Alviano, ma la droga non si trova. Simeon le propone allora di andare a casa
sua, in via D’Annunzio e aspettare là lo spacciatore. Rosa ci casca. Lo segue. Lui abita in un
vecchio stabile abbandonato, proprio sopra l’ex boowling. Ha occupato una
stanza, chiusa da una saracinesca. Lei gli crede, entra. Ma una volta varcato
l’ingresso, è in trappola. Lui abbassa la saracinesca, chiude con la catena e
un lucchetto, l’aggredisce. «Starai con me un giorno o forse sette. Starai qui
a fare sesso». Rosa si ribella, inutilmente. Lui la picchia, le sferra pugni in
faccia, la ferisce, le frattura la mandibola. Le strappa la catena d’ora dal
collo, la spoglia. Sei ore in balia del suo aguzzino. Quando lui si addormenta,
lei tenta la fuga. Ma la saracinesca è chiusa dalla catena e la chiave del
lucchetto è addosso a lui. Rosa ha una sola possibilità, saltare dalla
finestra. Sette metri per la libertà. Un urlo soffocato, un colpo violento
sull’asfalto. Ma è viva. Si trascina sino al primo portone. Raggiunge
faticosamente un campanello. Suona: mi hanno investito. All’ospedale racconterà di essere stata sequestrata
e violentata. Un solo nome ricorda: Simeon. E due tatuaggi in quel corpo che
l’ha martoriata a lungo. Poi una via, una vecchio stabile, una stanza chiusa da
una saracinesca. I poliziotti conoscono Simeon Simeonov già da un pezzo.
Numerosi precedenti, tra furti e risse. Quando arrivano nel suo nascondiglio lo
trovano addormentato. Intorno i segni della violenza. Sangue ovunque, anche
quella catenina che lei ha descritto agli agenti. Scattano le manette, Simeon
non reagisce. All’ospedale accorre la madre di Rosa. Ci sono
molte cose da raccontarsi, molte lacrime da dividere, molte carezze su quel
corpo straziato. Donatella
Vetuli
IL GAZZETTINO (Venezia)
Chioggia
entra nel Guinness dei primati... Chioggia Chioggia
entra nel Guinness dei primati con lo spritz più grande del mondo. Domenica pomeriggio,
a Sottomarina
Mercoledì, 03 Ottobre 2007
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