GAZZETTA DI MANTOVA
L’opinione Familiari
e vittime della strada: sì ai nuovi limiti per l’alcol La legge
che sospende la vendita di alcolici alle due del mattino trova la piena
approvazione dell’Associazione Europea Familiari e Vittime della strada secondo
cui “il provvedimento risponde ad un indirizzo dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità che da anni indica questa strada per diminuire consumi ed
incidentalità stradale”. Per l’Associazione però servirebbero dei provvedimenti
aggiuntivi: niente recupero dei punti della patente, limite del tasso alcol
emico per la guida dallo 0,50 allo 0, percorsi riabilitativi per chi è sorpreso
in stato di ebbrezza alla guida, revoca della patente per chi uccide sulla
strada, revoca della licenza commerciale a chi vende alcolici ai minori,
divieto di pubblicità degli alcolici in tv negli orari protetti, penalizzazioni
per i Comuni che concedono aree pubbliche per le feste dedicate a vino, birra e
alcolici. (*) (*) Nota: anche alla luce degli articoli che
seguono, oggi in rassegna, che dimostrano come i nostri timori espressi nei
giorni scorsi fossero fondati, aggiungerei la necessità di estendere al più
presto il divieto oltre le 2 di notte alla vendita, e non solo alla
somministrazione, e per tutte le rivendite.
IL GIORNO – LA NAZIONE
“VUOI
UBRIACARTI? IL CHIOSCO E’ A DUE PASSI” Prima
notte di coprifuoco alcolico in discoteca. Dalle 2
solo acqua, ma fatta la legge trovato l’inganno. Di Guido
Bandiera -Milano- LA LEGGE che vieta alle discoteche di servire
alcol dopo le due di notte è stata rispettata, ma nelle abitudini dei giovani
non sembra cambiare nulla. Per osservare le reazioni del popolo dei nottambuli
alle nuove norme abbiamo scelto il tempio del divertimento della metropoli
lombarda, la discoteca <> di corso Como, meta delle
serate festaiole di starlette, calciatori e di uno stuolo di ragazzi di
periferia e scapoli impenitenti. E’ venerdì notte, poco dopo l’una. Il marciapiede
davanti all’ingresso è un formicaio. Qualcuno è già attaccato a una bottiglia
di birra, comprata a poco prezzo in un bar vicino. Arriva anche l’odore
inconfondibile di uno spinello. Qualcuno, furtivo, si guarda intorno e getta
via. Sulla strada, intasata di auto, romba come un leone in gabbia una Ferrari
da trecento mila euro. Davanti al portone un energumeno di colore, in completo
nero, seleziona chi entra e chi invece
non è adatto allo stile del luogo. Uno sguardo condiscendente ci permette di
passare. L’ATRIO del locale, uno scantinato verniciato
di nero, è ricoperto dei nomi dei vip <>, da Enzo
Iacchetti a Paolo Villaggio. Per accedere si pagano 25 euro, compresa la prima
consumazione e il timbro sulla mano. Nessun cartello avverte dei limiti
alcolemici imposti dalla legge. Sulla soglia della sala ci investe il fragore
della musica e delle luci. Giovanissime inguainate in ridotte minigonne,
ragazzi con magliette aderenti sgranano gli occhi come davanti a uno spettacolo
esaltante. Il pavimento è già cosparso di bicchieri rovesciati. GRANDE quanto la consolle del dj, ma tutto
illuminato, il bancone del bar attrae i
clienti come falene. Lentamente, una folla fittissima si accalca attorno al
barman, un ragazzone dalla’acconciatura giamaicana, che versa, stappa e
raccoglie i buoni consumazione come se avesse cento mani. Le acconciature si
rovinano, i piedi inguainati da scarpe firmate si pestano. Nella calca i ragazzini dei quartieri popolari si mescolano ai manager
in giacca e cravatta per approfittare dell’ultima goccia di vodka legale.
Il barman non discute, mesce e basta. L’unico gesto che tradisce il suo
nervosismo, a parte il ritmo concitato dei gesti, è uno sguardo furtivo
all’orologio da polso. C’è ancora tempo: è l’una e 45. Dal fondo della sala,
scortata da una maschera con torcia e da un buttafuori, entra una cinquantenne
dai capelli rossi. Fende la calca con una smorfia di disgusto e sguscia verso
un angolo riservato. <>, commenta competente una
ventenne. Ma nessuno la riconosce. Il tempo corre, la calca aumenta. Riusciamo
a farci consegnare in fretta la nostra spettanza di alcol. SONO LE DUE passate da un minuto e
l’espressione del barman cambia. Sorride, apre le braccia e sospira. Spiega con
pazienza a tutti che di alcol non se ne serve più: <>. Lo ripete fino alla noia. La gente sgrana ancora gli occhi,
ma per la sorpresa. Sono tanti quelli che non sanno delle nuove regole.
<>, esclama piccato un ragazzo con
i capelli lustri di gel, con uno spiccato accento bergamasco. Poco per volta
l’assembramento davanti al bancone si scioglie. Un quarantenne in giacca e
cravatta si allontana con un bicchierone colmo di acqua tonica, poi ci ripensa
e torna indietro:<>? Una
ragazza di colore, esterrefatta, se ne va con una bottiglietta di acqua
minerale tra le dita.<>,
sbotta. PER SFOGARE l’amarezza tutti si buttano in
pista a ballare. Il barman si consola sciacquando i bicchieri. Sulle scale
comincia un via-vai misterioso. Saliamo anche noi. Ci lasciano uscire
all’esterno: il timbro sulla mano fa da lasciapassare per tornare a ballare. A meno di cento metri dal locale, due
chioschi bar, fra piadine e panini, offrono a tre euro bottiglie di birra
ghiacciata. Qui servire alcol è consentito, perché non si balla. Gli affari
vanno a gonfie vele. Per tutti. La discoteca non perde clienti, i baristi
ambulanti incassano più di prima e i nottambuli possono continuare a bere, e
poi tutti di nuovo a ballare. Il marciapiede è costellato di bottiglie vuote. E
la sbornia può continuare.
LA NAZIONE
Sicurezza
Stradale I
GESTORI: “LEGGE ASSURDA, I RAGAZZI ENTRANO A QUELL’ORA” Protesta
la categoria: <> Di
Manuel Spadazzi <>.
E non ‘ballerà’ certo da sola la Romagna, nella protesta contro il
provvedimento approvato dal senato martedì scorso, che vieta ai locali notturni
la vendita di alcolici dopo le 2. I vertici nazionali di Silb, Confcommercio e
delle altre associazioni di categoria si stanno preparando a un’azione di
protesta forte, decisa. E i gestori dei locali della Riviera, che sul
divertimento e sul mondo della notte ha costruito gran parte del suo successo,
saranno tra i primi a manifestare contro il provvedimento del governo. <>,
promette Richard Di Angelo, titolare dello storico locale sul lungomare di
Rimini, il Rose & Crown. Dove il
divieto di servire gli alcolici dopo le 2, così come praticamente in quasi
tutti gli altri locali della Riviera, finora è stato ignorato. <>. Tanto, anche se gliela
nega, basta uscire dal pub e andare nel bar o dall’ambulante a fianco. A Rimini
sono spuntati come i funghi….<ma al
ragazzo che vuole bere basta uscire dalla discoteca, fare dieci metri e andare
dall’ambulante dall’altra parte della strada per bere quanto gli pare!>>.
Ma ancora più grave, secondo Sintucci, è che <>. <>. PAROLE di fuoco, come quelle di Gianluca
Tantini, il gestore di due delle principali discoteche tra Riccione e Misano,
il Pascià e l’Echoes: <>. E
non solo quelle: se vanno considerati locali d’intrattenimento anche tutti
quelli che organizzano concerti, spettacoli o musica dal vivo con dj, da Milano
Marittima a Cattolica sono moltissimi i pubblici esercizi che rischiano il
coprifuoco sugli alcolici. Nell’incertezza,
venerdì sera hanno deciso di ignorarlo: in quasi tutti i locali che abbiamo
visitato ( a partire dalle 2 ) ce ne fosse stato uno che ci abbia negato una
birra…. (*) (*) NOTA: a corredo di questo articolo, sul giornale c’è una foto che ritrae 2
donne ed 1 uomo con dei boccali di birra in mano ed alle spalle un orologio che
segna le 3,10, con la seguente didascalia: IN ALTO
I CALICI, venerdì notte molti pub e locali di Rimini hanno continuato a servire
gli alcolici anche dopo le 2, come testimonia l’orologio
IL SECOLO XIX
«Alcol a
orario? Una burla che penalizza e non serve» locali
contro il decreto legge Rivolta
delle discoteche. Unica voce fuori dal coro Manduca del Barock MALUMORE, scontento e pesanti accuse.
Reagiscono così i gestori e i proprietari di discoteche e discobar della
provincia di Imperia, dopo il primo sabato notte di attuazione del decreto
legge dello scorso 3 agosto che vieta, ai locali in cui si svolgono spettacoli
o altre forme di intrattenimento, di somministrare bevande alcoliche dopo le 2
di notte e impone di garantire all’uscita la possibilità di effettuare un test
per conoscere il livello del proprio tasso alcolico. Anche se c’è pure qualche
voce fuori dal coro, come quella di Manduca, del Barock Cafè di San Bartolomeo,
che dice: «Bisogna pur fare qualcosa per frenare il fenomeno preoccupante
dell’alcolismo». Predominano però i contrari, per di più
infuriati. «Questa legge è una pura
follia - attacca il presidente del Silb imperiese e titolare del Kursaal di
Bordighera, Franchino Poggi - Vanifica
tre anni di stretta ed efficace collaborazione da parte di noi discoteche con
le forze dell’ordine per arginare il fenomeno dell’alcolismo. Ultimamente
sono state ritirate molte meno patenti ai giovani che uscivano dai locali,
segno che la nostra campagna di prevenzione iniziava a funzionare, ma non si
può pretendere di risolvere il problema in così poco tempo. Di un simile provvedimento, nato comunque nell’ignoranza
e nel menefreghismo della nostra economia, ci si può riempire solo la
bocca, perché poi dal lato pratico non serve a nulla. Non c’è infatti una legge che vieti a chi va a ballare di portarsi
le bottiglie da casa, lasciandole magari in macchina, nel parcheggio a due
passi dalla discoteca, senza contare che si potrà andare a fare rifornimento
dai bar aperti tutta la notte e che non sono toccati dal divieto». Con la serata "Before" del suo
Betise di Ospedaletti, giovedì scorso Alberto Gorga è stato il primo in
provincia a essere toccato dal provvedimento. «Ho dovuto girare tutte le
farmacie della città per procurarmi gli etilometri necessari a fare la serata -
ha detto ancora incredulo - e nessuno mi ha aiutato. Ancora una volta ci
troviamo di fronte alla tipica legge burla fatta all’italiana, che aiuterà
soltanto i locali della vicina Costa Azzurra, che consentono di fumare e bere a
piacimento e che diventeranno una meta sempre più gettonata anche degli amici
nottambuli della nostra provincia. Un’altra conseguenza potrebbe essere
l’inversione del giro, che farà andare la gente prima in discoteca a ballare e
poi nei bar a bere, provocando non pochi problemi». Nel dianese Stefano Landini, che ha fatto del
bar un suo punto di forza, del discodrink Querida se la cava sostenendo che il
decreto aiuterà ad anticipare gli orari di uscita della gente, ma mette in
guardia dalle possibili scappatoie: «La
gente che vuole bere potrebbe anche decidere di "caricarsi" prima,
ordinando più drink alcolici prima delle 2 e consumandoli poi poco a poco
oppure tutti insieme, con risultati disastrosi». A Diano San Pietro Marco
Conte del Pop, che nel gennaio 2005 per l’arrivo del decreto antifumo aveva
organizzato il funerale della sigaretta sullo stile di "C’era una volta in
America", aggiunge: «Perché i ragazzi bevono o si drogano? A questo
dovrebbe pensare chi ci governa. I problemi dei giovani non sono certo nei locali
e questo provvedimento servirà solo a creare nuovi problemi, anziché risolvere
quelli vecchi». Pippo Manduca del Barock Cafè di San
Bartolomeo è invece abbastanza d’accordo con lo spirito della legge: «Certo,
alle 2 è un po’ presto per smettere di somministrare alcolici, sarebbe stato
meglio porre il divieto dopo le 3, però
è giusto che si tenti di dare un freno all’alcolismo. Io chiudo sempre intorno
alle 2.30 ma dopo una certa ora di solito rimane in giro soprattutto la
gentaglia. E poi i locali devono cercare di aprire prima perché la gioventù più
sana, quella che non si ubriaca e non si droga, vuole uscire presto e non fare
tardi perché magari non vuole passare il giorno dopo a smaltire la nottata
passata nel locale». Marco
Vallarino
CORRIERE.IT – “ITALIANS”
6 anni
al Rom investitore: dov’è la mano pesante? Caro Severgnini, hanno condannato a 6 anni il Rom di 22 anni
che, ubriaco al volante, ha ucciso 4 ragazzi ad Appignano (AP). Il PM aveva
chiesto 4 anni. Troppa grazia. Un pezzo
del Corriere.it dice che i giudici hanno usato la mano pesante. Forse. O forse
no: 6 anni sono il ricco premio che
rischiate in Svezia se vi beccano 2 volte al volante con più di 0.2 mg/ml di
alcol nel sangue, meno della metà del limite italiano. E si vince senza
ammazzare nessuno. In Inghilterra se dopo aver bevuto 2 birrette decidete di
guidare e fare fuori qualcuno, meglio svignarsela in fretta: in palio ci sono fino
a 14 anni di galera. Anche negli USA non vedono di buon grado che si uccida
qualcuno in strada. Specie se con un’automobile. Perfino Paris Hilton si è
fatta 45 giorni al fresco. Anche se la pena è stata mitigata quando ha
dimostrato che una bionda, americana, era in grado di guidare un’auto con il
cambio manuale. La sentenza è di primo grado e il Rom sta agli arresti domiciliari.
Pare che i cocktail non fossero il massimo in carcere. Con le leggi nostrane,
non è escluso che, dopo la condanna definitiva, esca rapidamente per buona
condotta o qualche meritato indulto. Con i finanziamenti dello Stato aprirà una
birreria o magari una scuola guida. Eventualmente entrambe. Buona fortuna nel
paese "della mano pesante". Per inciso: non saprei ma è possibile che
le famiglie dei ragazzi uccisi non se la passino granchè bene, potrebbero
perfino essere distrutte dal dolore. Forse a loro "la mano pesante"
non è apparsa poi tale. (*) Simone Salvati , simone_salvati@yahoo.com
(*) Nota: questa sentenza è stata pesante se
la mettiamo in relazione con tutte le altre sentenze emesse in Italia per
analoghe stragi causate da conducenti ubriachi. Il sospetto che abbia inciso come aggravante
l’estrazione sociale di questo ragazzo può venire. Il problema non è QUESTA sentenza, ma tutto
il sistema della italica in-giustizia
rispetto a questo drammatico fenomeno, che umilia i familiari delle
vittime, calpestandone il dolore.
TGCOM
Rom
ubriaco,genitori in catene Annunciato
sit in davanti al Parlamento "Troppi
sei anni agli arresti domiciliari? Dovevano dargli l’ergastolo a Marco
Ahmetovic, anzi non uno, ma quattro": cresce l’indignazione fra i parenti
dei quattro ragazzi di Appignano del Tronto per la reazione del rom alla
condanna a sei anni e sei mesi inflittagli dal Tribunale di Ascoli. Non solo: i
parenti annunciano che il 30 ottobre andranno a incatenarsi a Roma, davanti al
Parlamento, per chiedere pene più severe. Per Lara Luciani, la madre di una delel
vittime, Alex, "le parole di
Ahmetovic sono incommentabili. Se lui dice di sentirsi italiano, beh allora
siamo noi che non siamo più italiani, non ci sentiamo più protetti dallo
Stato". E il marito Timoteo annuncia la nascita di un Comitato dei parenti
delle vittime e rilancia: "Appignano è arrabbiata, lo siamo tutti. Il 30
ottobre andremo a incatenarci a Roma, davanti al Parlamento, per chiedere pene
più severe e la certezza della pena, più una riduzione dei gradi del
giudizio". Soprattutto, Timoteo Luciani ce l’ha con alcuni opinionisti di
quotidiani, per come hanno descritto lui e gli altri genitori e amici: "Ci
hanno fatto passare per razzisti, quasi per terroristi, ma noi siamo solo gente
seria, famiglie che lavorano 20 ore al giorno. Scriverò anch’io una lettera ai
giornali, spiegherò chi siamo davvero". Luciani gestisce un bar insieme alla moglie, e
ha un’idea ’’precisa’’ di chi sono i rom. "Li conosciamo da tanto,
sappiamo come vivono, e non mi vengano a raccontare che a sbagliare siamo
noi". "Li abbiamo tollerati per 11 anni - gli fa eco la moglie,
citando il campo rom ormai deserto di Appignano - guidavano sempre contromano,
non rispettavano nessuna regola, ecco chi sono". In paese c’è chi traccia
questa fotografia della comunità rom cui Ahmetovic apparteneva: "mogli e figli piccoli tutte le mattine a
chiedere l’elemosina davanti al centro commerciale; padri nei bar a ubriacarsi.
E ogni sera, 100 o 200 euro in monetine raccolti con la questua cambiati in
soldi di carta nel centro di telefonia mobile’’. Dopo di che, riconosce Lara
Luciani, "le leggi più severe che
invochiamo devono valere per chiunque guida ubriaco, anche gli italiani".
ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME
DELLA STRADA – ONLUS
STRAGE
DI APPIGNANO: AIFVS chiede pene severe per la strage stradale Le pene
per la strage stradale e in stato di ebbrezza debbono essere aumentate. Sono
troppo lievi di fronte alla gravità sociale del reato ed alle conseguenze per
le vittime ed i familiari. La
condanna inflitta dal giudice che sovrasta la mite richiesta del p.m. di Ascoli
Piceno per l’uccisione di quattro ragazzi sia di monito per chi si ubriaca e
guida disprezzando la vita sulla strada, ma nel contempo dimostra che già con
la legge esistente i magistrati possono fare di più, come l’AIFVS ha sempre
sostenuto. L’indignazione
e lo sconcerto con cui i familiari delle vittime hanno accolto le esigue
richieste del p.m. suonino per il Governo ed il Parlamento come un grido di
dolore che invoca più giustizia e la carcerazione dei killer della strada. Contro ogni indifferenza e per la giustizia
per le vittime, l’AIFVS promuove la manifestazione nazionale di piazza a Roma
il 30 ottobre, in Piazza San Lorenzo in Lucina, e chiama a partecipare tutti
coloro che chiedono una giustizia giusta (www.vittimestrada.org) . dott.ssa
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni presidente AIFVS
IL GAZZETTINO (Belluno)
LOTTA
ALL’ALCOL Nasce
l’Acat Dolomiti feltrine. I progetti Feltre (C.O.) Sinergia
tra le realtà della comunità per dare una risposta ai problemi alcolcorrelati.
È stata la voce unanime degli interventi in occasione dell’inaugurazione della
nuova Associazione Acat Dolomiti feltrine, presidente Giovanni Fontana. (*) La
nuova formazione lavorerà parallelamente all’Acat Feltre nel territorio
raggruppando due club di Feltre, quelli di Trichiana, Busche, Paderno e Seren. «La
moltiplicazione delle associazioni- ha affermato il Presidente dell’Arcat
Veneto, Marco Orsega- è paragonabile ad
una nuova nascita in famiglia». Questo in una Regione come il Veneto che
unica, con la delibera 473, ha parlato
di alcologia come fattore culturale. L’assessore Maurizio Zatta: «C’è piena
disponibilità dell’amministrazione a collaborare con l’Acat e già il 12
novembre partirà concretamente un progetto». Un apprezzamento anche da parte
del direttore dei servizi sociali, Gianfranco Pozzobon. Serse Polli (Sert Ulss 2): «Il problema dell’alcol- ha precisato-
dipende da una cultura insita nella nostra società». Anche dal vicesindaco
di Seren del Grappa Livio Scopel è giunto un plauso al merito dell’associazione
con la quale c’è già un’attiva collaborazione. (*) Nota: mi è dispiaciuto non poter essere
presente a questa festa di inaugurazione dell’ACAT Dolomiti Feltrine, cui mi
aveva invitato l’amica Milena Maia. Buon lavoro alle famiglie e ai servitori
insegnanti di questa nuova associazione, vi verrò certamente a trovare quando
passerò da quelle parti. Alessandro
Sbarbada
IL GIORNALE
Vuol
fare un bagno notturno A 17 anni scompare in mare Si getta in acqua per una bravata, 17enne scompare in mare. Le
ricerche dei sommozzatori del 115, assieme agli uomini della Capitaneria di
Porto e ai carabinieri, sono proseguite fino a sera, ma inutilmente. È accaduto
la notte tra venerdì e sabato a Fiumicino, nel tratto di spiaggia fra via della
Torre Clementina e via della Pesca. A ricostruire la storia un gruppo di
ragazzi, gli stessi che hanno avvertito
i soccorsi ma con oltre 10 ore di ritardo. Emanuele De Crescenzio,
studente, è assieme a tre amici. La serata è calda così i quattro decidono di
fermarsi a riva. Il posto ideale per
bere un po’ di birra e farsi qualche risata. Emanuele, a un certo punto,
decide di spogliarsi e di farsi una nuotata. È passata l’una del mattino. Gli
altri cercano di fargli cambiare idea, ma lui niente. «Quando non lo abbiamo
visto tornare ci siamo preoccupati - spiegheranno ai militari della stazione di
via Anco Marzio la mattina dopo - e abbiamo cominciato a cercarlo chiamando
anche altre persone». Passate
le 10 di ieri mattina, esausti, i tre tornano a casa. Paradossalmente non viene
lanciato ancora nessun allarme. Solo quando i rispettivi genitori vengono a
sapere quanto successo a Emanuele viene allertato il 112. Immediate, anche se,
a quel punto tardive, le ricerche. Gli «uomini rana» dei vigili del fuoco,
affiancati dalle motovedette dei guardia marina perlustrano in lungo e in largo
il tratto di mare fra la foce del canale navigabile e l’arenile che si spinge
verso Coccia di Morto e Focene. «Speriamo ancora di trovarlo vivo» chiosano gli
inquirenti poco prima della sospensione delle ricerche.
L’ARENA di Verona
BARDOLINO.
Funziona il piano di sicurezza La Festa
dell’Uva manda il segnale: la qualità vince In
40mila alla rassegna del vino: e il più venduto è quello con il marchio di
denominazione garantita Stefano
Joppi Va in archivio
con soddisfazione l’edizione numero 78 della Festa dell’Uva e del vino. La
manifestazione ha registrato un afflusso di circa 40 mila persone: dati
estrapolati da calcoli incrociati e dalla quantità di bicchieri in vetro
venduti nei cinque giorni di kermesse. «Quanto a presenze e giro d’affari, siamo in
linea con la precedente edizione», spiega l’assessore al turismo Gabriele
Zorzi, annunciando per il prossimo anno l’appuntamento dal 2 al 6 ottobre. Data
scelta anche per inglobare la ricorrenza della riunificazione delle due
Germanie, festività nazionale in territorio teutonico. «Dopo l’avvio a rilento, per condizioni meteo
avverse, c’è stata un’ottima ripresa nel fine settimana. Anche nella serata di
lunedì abbiamo registrato numeri importanti a dimostrazione che si tratta di
un’appendice di grande richiamo soprattutto per i residenti liberi da impegni»,
sostiene Zorzi che indica nel doppio appuntamento del sabato, a villa Carrara
con il gruppo Le Ombre e nella parrocchiale con Katia Ricciarelli, la «sintesi»
della festa. Successo anche per il piano di sicurezza.
«Grazie alla collaborazione tra le forze dell’ordine e all’aumento dei vigili
in campo è stato attuata una discreta prevenzione e gli orari di chiusura dei
chioschi, a parte qualche iniziale incomprensione, sono stati rispettati dalle
associazioni. Diminuiti di molto i
problemi con la gente ubriaca ed non è vero, a dispetto delle voci, che siano
state ritirate parecchie patenti». Confermano il comandante della locale
polizia stradale e l’Arma dei Carabinieri. A fare da deterrente anche la
possibilità di misurare il tasso alcolico con l’etilometro a disposizione in
uno stand. In un paio di circostanze il
118 ha invece portato in ospedale due minorenni sull’orlo del coma etilico. (*) «Da uno scambio d’informazioni con più di
un’associazione», conclude Zorzi, «è emerso come rispetto alle precedenti
edizioni sia stato venduto meno vino e tra le tipologie di Bardolino in vendita
è aumentato quello con marchio d’origine controllata e garantita, il più
corposo, con più alta gradazione e migliore qualità». (*) Nota: scritto così sembra un particolare
da nulla: appare poco rilevante, nel contesto di un articolo, tutto all’insegna
della vittoria, della soddisfazione e del successo. Vedete come, a seconda del taglio che si
decide di dare a un articolo, a partire dal titolo, si possa condizionare
l’opinione pubblica.
L’ARENA di Verona
Segnali
di degrado sociale A
rendere ancora più inquietante il quadro tratteggiato da Adiconsum è il fatto
che l’esborso principale dei teenager
avviene per acquistare alcolici, nel dettaglio superalcolici, aperitivi e
birra. Il 69,7% dei ragazzi e il 59,6% delle ragazze, infatti, assume
bevande alcoliche. In molti casi (il 24,2%), inoltre, si arriva all’uso di
sostanze stupefacenti (62,2% cannabis,
13% popper, 6% ecstasy). «Queste
percentuali sono verosimili ed elevatissime», spiega Giovanni Serpelloni,
direttore del Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 20 di Verona, «e un
segnale di degrado sociale» SITUAZIONE
GRAVE.
Ad aggravare la situazione va considerato anche l’uso di sostanze non
dichiarato, visto che moltissimi ragazzi acquistano per esempio 10 dosi e ne
rivendono otto, pagandosi in questo modo le due che tengono per sé». Una microrete di spaccio fatta di «baby
pusher» minorenni e soprattutto italiani, nell’ambito della quale spesso non
occorre nemmeno più denaro per procurarsi qualche dose. «I ragazzi vendono schede telefoniche in
cambio di droga. E siamo venuti a sapere di casi anche a Verona», aggiunge
Serpelloni, «in cui con le ragazzine la merce di scambio non è più il denaro ma
il sesso». E.P.
L’ECO DI BERGAMO
e domani
in tribunale il vino va sotto processo «Processo al Vino», domani alle 18, nel vero
Tribunale di Bergamo in piazza Dante. L’iniziativa è promossa da Cesvi,
Veronelli Editore e Slow Food nell’ambito di BergamoScienza. Il vino può venire accusato di essere una
piaga sociale o un danno alla salute. I presenti in aula assisteranno a
interrogatori e contro-interrogatori, deposizioni di testimoni, consulenti e
periti, arringhe di abili difensori e agguerriti accusatori, fino alla
pronuncia della sentenza di innocenza o colpevolezza da parte di una giuria
popolare composta da studenti. In coda al processo è prevista una degustazione
patrocinata dall’Associazione Italiana Sommelier (*) - delegazione di
Bergamo. Per partecipare è necessaria la prenotazione (035-2058035 oppure
035-2058058, educazione@cesvi.org
). Il processo è un format che il Cesvi utilizza nell’ambito delle proprie
iniziative educative. Il vino è oggetto
di un progetto di sviluppo del Cesvi a Permet, in Albania, e di attività di
fund raising in Italia. (*) Nota: voglio credere che l’esito di questo
processo non sia già stato scritto. Pertanto immagino che la degustazione finale,
a cura dell’associazione dei Sommelier, in caso di un giudizio di colpevolezza
al vino sia preparata a base di bevande analcoliche.
REUTERS
Videogiochi,
arriva "Booze Cruise", simula guida da ubriachi TORONTO (Reuters) - I creatori canadesi di un videogioco che simula la guida in stato di
ebbrezza sperano che aiuti gli adolescenti a pensarci due volte prima di
mettersi al volante dopo una notte di bevute. Il gioco, intitolato "Booze
Cruise" (viaggio con la sbornia), è stato sviluppato fa Jim Parker, un
docente di media digitali all’Università di Calgary, e da alcuni dei suoi
studenti, nell’ambito di un progetto scolastico. "La storia di fondo è che questa persona
è totalmente ubriaca, si sveglia nel portabagagli e ora deve tornare a casa
guidando", racconta Parker. Il
giocatore, che la visuale ristretta e indistinta, e tempi di reazioni
rallentati per imitare la realtà della guida sotto l’influenza dell’alcol, ha
90 secondi per tornare a casa mentre cerca di evitare ostacoli, tra cui pedoni,
altre auto e controlli di polizia. "E poi, solo per divertirci, abbiamo
collocato qualche distrazione a fianco della strada, come elefanti rosa",
dice ancora il docente. Anche la
polizia di Calgary, nell’Alberta, ha fornito la propria consulenza per rendere
il gioco il più realistico possibile, nella speranza che serva ad educare i
giovani al volante. Parker ha detto che la squadra di sviluppatori
spera di trovare fondi per finire una versione una versione più completa del
gioco, prima di lanciarlo. Mentre molti adolescenti conoscono bene i
giochi di guida, Parker spera che la sua
creazione li convinca che l’alcol riduce le loro prestazioni al volante.
"Il target non sono gli adulti, ma le persone di 13-16 anni", spiega.
ANSA
Verbania,
- 138 punti patente a 21enne Ha
provocato tre incidenti stradali e poi e’ fuggito (ANSA) - VERBANIA, 7 OTT - Ha provocato tre
incidenti ed e’ fuggito, inseguito da una pattuglia della stradale: 138 i punti
tolti in patente, 7.265 euro di multa. E’ accaduto ad un giovane di Verbania,
21 anni, finito poi in carcere per avere
colpito gli agenti che lo stavano portando in ospedale. Il giovane, gli e’
stata sequestrata l’auto, ha rifiutato
di sottoporsi al test dell’etilometro.
IL GAZZETTINO (Padova)
Un paio
di cazzotti ... Montegrotto Un paio di cazzotti e diversi calci. Invece di
venire ringraziati per essere intervenuti a calmare gli spiriti di una lite
"un po’ troppo" accesa, i due carabinieri che venerdì sera sono
intervenuti in via Capitolina hanno dovuto farsi medicare da un infermiere. Tutto è accaduto intorno alle 22 a Montegrotto
quando la famiglia Trescato ha richiesto l’intervento dei militari. Massimo
Trescato, 37 anni, residente in via Roma 60, si trovava a casa dei genitori e
qui aveva iniziato dapprima a parlare concitatamente fino a farsi via via
sempre più aggressivo. Sembrava una banale lite familiare. Ma poi ha iniziato
ad assumere contorni più pericolosi; difatti l’uomo aveva iniziato a spintonare
i genitori e la sorella. Una situazione di cui si stava perdendo il controllo e
che ha convinto i genitori dell’uomo a comporre il 112. Dopo pochi minuti all’abitazione della
famiglia Trescato hanno bussato due carabinieri. Ma nemmeno di fronte alle
divise il 37enne si è calmato. Anzi la vista dei militari ha fatto infuriare
ancora di più l’uomo. Il quale prima di venire bloccato è riuscito a sferrare
un paio di pugni al volto di uno dei due militari e qualche calcio all’altro. Ma l’aggressione non è continuata per molto.
Dopo la sorpresa iniziale i due carabinieri sono infatti riusciti ad
immobilizzare Massimo Trescato e ad accompagnarlo in caserma. L’uomo in seguito ad ulteriori controlli è
risultato sotto l’effetto dell’alcol. La turbolenta serata del 37enne si è
conclusa con un paio di manette ai polsi per resistenza ed aggressione a
pubblico ufficiale. Nella mattinata di ieri era previsto il processo per
direttissima ma all’ultimo momento a causa di un contrattempo imprevisto è
stato rinviato di qualche giorno. Ri.Ba.
IL GAZZETTINO (Padova)
UN
GHANESE FERMATO IN VIA CODALUNGA, UN NIGERIANO BLOCCATO IN VIA FACCIOLATI DA
QUATTRO VOLANTI Due
africani ubriachi seminano il panico per le vie del centro Due ubriachi al volante hanno seminato il
panico per le vie del centro. Uno è
stato bloccato senza grossi problemi, anche perché era alla soglia del coma
etilico; l’altro, invece, ha creato non poche difficoltà al punto che la
polizia ha dovuto fare un vero e proprio posto di blocco tipo quelli che si
vedono nei film americani. Entrambi africani regolarmente residenti in
Italia sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza. La patente la
rivedranno tra un bel po’ di tempo. Il primo allarme scatta alle 22.35 di venerdì.
Un automobilista che sta superando il cavalcavia Borgomagno nota un furgone, un
Fiat Iveco, che procede zig-zagando e chiama il 113. Poco dopo arriva una
Volante che, al termine di un breve inseguimento, in viale Codalunga convince
il conducente ad accostare. A bordo c’è un ghanese trentacinquenne residente a
Montà. L’immigrato viene sottoposto all’alcoltest: tasso di 2,92 contro lo 0,50
massimo consentito. Alle 3.20 della notte sono gli stessi
poliziotti a trovarsi davanti il secondo ubriaco. La Volante sta pattugliando
corso Stati Uniti quando una Chrysler Stratus sbuca da via del Progresso a
tutta velocità e senza dare la precedenza. Gli agenti, che fanno appena in
tempo a evitare il contatto, intimano al conducente di fermarsi. Niente da
fare. L’inseguimento va avanti fino in via Piovese quando l’automobilista
accosta. Appena vede arrivare a piedi l’agente, però, riparte a tutta velocità.
Sono gli ultimi metri di fuga a 140 chilometri all’ora perché in via Facciolati
tre Volanti bloccano la strada. Un nigeriano ventinovenne, residente a
Selvazzano, è alla guida. Ha un tasso alcolemico di 1,24. Scatta la denuncia e
il ritiro della patente.
LA NAZIONE
IL TEST
DEL PALLONCINO NON PERDONA, STRAGE DI PATENTI IN VERSILIA. Sempre
tesa la rete delle forze dell’ordine Di
Giovanni Lorenzini -Viareggio- IN MOLTI alzano subito le braccia in segno di
resa o si mettono le mani nei capelli. Altri cercano invece maldestramente di
fare i disinvolti. Una scena che si ripete non appena la paletta dei
carabinieri impone l’alt e arriva non solo la richiesta <> ma anche l’intimazione: <>. In molti casi l’etilometro emette il suo verdetto
inappellabile: il tasso alcolico è nettamente superiore a quello consentito per
legge. La risposta del giovane è quasi
sempre la stessa: < a mio padre, per carità : se viene a sapere che mi avete ritirato la
patente, quando mai mi farà guidare ancora la sua auto?>>. ACCADE così anche in questa calda notte che
sembra estiva e non di inizio autunno sui viali a mare che da Viareggio portano
a Forte dei Marmi. E’ la Versilia by night capitale del divertimento dove non
c’è più il caos col serpentone argentato di auto delle ruggenti sere estive, ma
dove il popolo della notte nei fine settimana continua a muoversi attratto dal
fascino dei locali cult. In Versilia però il venerdì sera si diverte
soprattutto chi ha 30 e 40 anni. Anche se ti capita di trovare qualche giovane
e giovanissimo incurante del fatto che domani c’è scuola. E infatti è il sabato
che si scatena la rumba. Non mancano però anche in questo venerdì particolare
gli indisciplinati cronici. Giorno particolare perché segna l’inizio
dell’ennesima tolleranza zero contro chi sgarra, con lo stop alla vendita degli
alcolici dalle 2. In tanti non sanno resistere al richiamo di un bicchiere,
quello però che è foriero di guai. IL RACCONTO di questa ordinaria lotta allo
sballo inizialmente scivola via senza sussulti. Siamo vicini a una pattuglia
dei carabinieri che entra all’opera intorno alla mezzanotte. I giovani arrivano
in Versilia da tutta la Toscana e la Liguria e il fiuto dei militari è davvero
particolare. Così poco dopo le 1,30 nella rete non finisce
solo chi ha alzato un po’ troppo il gomito ( 4 le patenti ritirate con uno dei
giovani che viaggiava a velocità degne della formula 1 ) ma scattano le manette
per tre persone. A Torre del Lago e a Forte dei Marmi ( a due estremi della
Versilia vacanziera ) finiscono in manette tre persone di Pisa, Viareggio e
carrara che stavano per consegnare dosi di cocaina e pasticche di ecstasy in
alcuni locali notturni. Già, la droga,. Oltre all’alcol è la ‘compagna’ anche
in versilia di molti giovani che non sanno resistere allo sballo. << I
controlli sono aumentati su tutto il territorio, con risultati più che
apprezzabili >> conferma il maggiore Franco Di Pietro comandante della
compagnia di Viareggio. CARABINIERI E POLIZIA hanno monitorato anche
le strade dell’entroterra con auto civetta alla ricerca di quei giovani che per
sottrarsi ai controlli cercano percorsi alternativi più sicuri per loro.
< lezione è comunque servita. Stanotte
sono stato controllato ed è tutto ok>>. Ma i ragazzi della Versilia cosa ne pensano
dello stop agli alcolici alle due?. <>.
GUIDE.DADA.NET
Alcol
sul lavoro Un libro
pubblicato da Franco Angeli affronta il problema http://guide.dada.net/medicina_del_lavoro/interventi/2007/10/309456.shtml
Seimila lavoratori di 25 aziende in 14 Comuni
dei distretti sanitari di Sassuolo e Pavullo nel Frignano. Dal 2000 ad oggi
sono stati contattati con interviste e questionari e, grazie anche a specifici
corsi di formazione ed incontri di sensibilizzazione, hanno appreso quanto può
essere rischioso bere alcolici sul posto di lavoro. I risultati di questa
ricerca-intervento, effettuata dai Servizi Dipendenze Patologiche e Prevenzione
e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Azienda USL di Modena, sono ora
pubblicati nel “Manuale di prevenzione
dei problemi alcol-correlati negli ambienti di lavoro”, edito dal Gli autori Claudio Annovi, Roberta Biolcati e
Renato Di Rico descrivono i possibili
interventi per contrastare e ridurre l’incidenza degli infortuni e delle
problematiche legate al consumo ed abuso di bevande alcoliche sul lavoro. Le due iniziative pubbliche sono introdotte,
rispettivamente, dal sindaco di Maranello Lucia Bursi e dal Direttore del
Distretto sanitario di Sassuolo Mirco Braghiroli. Gli
effetti del consumo e dell’abuso di alcol sulla sicurezza negli ambienti di
lavoro sono molto pesanti e l’importanza della prevenzione e di una corretta
informazione è testimoniata in modo evidente dalla ricerca e dagli interventi
effettuati fino ad oggi. Fonte:
gruppolara.it
IL GIORNALE DI VICENZA
BELLEZZE.
La 19enne è stata ricevuta in municipio a Cassola. A Salsomaggiore ha fatto
breccia, oltre che per la sua bellezza, anche per i messaggi lanciati ai
giovani Laura
ora è “Miss sicurezza stradale” Il
titolo della più bella d’Italia le è sfuggito per un soffio. Quello simbolico
di “Miss sicurezza stradale” le resterà per sempre. A Salsomaggiore, la 19enne cassolese Laura
Zonta ha utilizzato i 15 secondi a
disposizione per invitare i propri coetanei a non bere, a guidare lucidi e ad
aver cura della loro vita, bene troppo prezioso per essere sprecato in un
bicchiere d’alcol. Le sue parole sono state riprese da tutti i giornali e
televisioni nazionali. La ragazza numero 13, «che ha fatto onore a lei ed al
programma», furono i commenti all’indomani. Tornata a casa, le hanno fatto
onore prima San Zeno, la sua frazione, e ieri l’amministrazione comunale in
pompa magna, con una sala consiliare gremita a festa. C’erano tutti: familiari, amici, conoscenti,
concittadini fieri e curiosi di vedere la miss che ha fatto conoscere Cassola
all’Italia. Prima la firma sul libro dei cittadini
illustri, poi la consegna di una targa direttamente dalle mani del sindaco
Antonio Pasinato e dall’assessore Simone Manocchi. Il merito di Laura è quello
di aver tenuto alto il nome di Cassola grazie alla sua bellezza certo, ma
soprattutto grazie alla sua originale campagna per la sicurezza stradale. Un
impegno autentico, come autentica è lei, che a Miss Italia, forse, non ci
sarebbe mai andata se non fosse stata per sua sorella, che l’ha iscritta di
nascosto. «Io non
bevo, non mi piace - ha detto - e non capisco come dei giovani possano
divertirsi in questo modo. Ho scelto quei 15 secondi per dire quello che
pensavo». Laura è una con le idee chiare: quest’anno si
è iscritta a marketing, a Milano, studi che intende terminare il prima
possibile non senza archiviare del tutto l’esperienza di Salsomaggiore. «Mi piacerebbe lavorare nella moda e
recitare». E da ragazza grintosa qual è non ha perso tempo: si è iscritta a un
corso di dizione. P.D.L.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
«Rilancio
il mio messaggio: Ragazzi, non bevete» Dopo essere stata festeggiata dalla frazione
di San Zeno nei giorni scorsi, ieri mattina Laura Zonta, finalista al concorso
di Miss Italia a Salsomaggiore, è stata pubblicamente festeggiata in municipio
a Cassola dall’amministrazione comunale, che, nella persona del sindaco Antonio
Pasinato e dell’assessore alla cultura Simone Manocchi, le ha conferito una
targa per "aver portato il nome di Cassola in tutta Italia, e, grazie anche
a Rai International, in tutto il mondo", come ha sottolineato il primo
cittadino cassolese. L’omaggio a Laura è avvenuto in una sala
consiliare enormemente più affollata rispetto ai consigli comunali, dove il
pubblico e l’amministrazione hanno espresso a Laura il proprio orgoglio per i
risultati raggiunti, ma soprattutto per l’appello televisivo della giovane che,
durante una sfida con un’altra concorrente, nel tempo a sua disposizione, ha
esortato i giovani a non ubriacarsi e a guidare con prudenza, e che le è valso
il soprannome di "miss sicurezza stradale". Anche il periodico
"Quattroruote" e "Il Sole 24 Ore", all’indomani del
concorso si erano occupati dell’appello di Laura, lodando la ragazza per aver
utilizzato quei pochi secondi a favore di un tema così importante. "Io
non amo bere e non concepisco un divertimento basato su alcol, droghe e alta
velocità - ha spiegato la giovane ieri mattina in municipio. - Secondo me ci si
può benissimo divertire senza ricorrere a certi espedienti, e con quel
messaggio ho voluto far capire ai miei coetanei proprio questo". Laura ha poi fatto sapere le sue aspirazioni
per il futuro. "Ho iniziato da qualche giorno economia e
marketing a Milano. Mi piacerebbe comunque lavorare nel campo della moda, come
modella, e mi appassiona anche la recitazione. In quest’ultimo campo dovrò
lavorare moltissimo a causa dell’accento veneto, che però amo tantissimo". A proposito di contatti e di richieste Laura
spiega: "Sono stata contattata per la pubblicità di una linea di prodotti
per la cura della persona e mi sono state fatte altre offerte. Ricevo spesso
telefonate da parte di persone interessate alla mia figura e appena rispondo mi
chiamano miss, ma ogni volta chiedo gentilmente di chiamarmi Laura". La giovane ha infine rivolto un ringraziamento
ai genitori e soprattutto alla sorella, Giulia. "Se non fosse stato per mia sorella non
avrei mai partecipato al concorso. È stata lei ad avermi iscritto a Miss
Italia" ha detto Laura. Alla giovane, intanto, è stato già rivolto, da
parte dell’assessore Manocchi, l’invito a fare da madrina alla prossima
edizione della finale di Miss Sorriso Veneto, che, anche l’anno prossimo, si
disputerà a Cassola. La festa a Laura si è conclusa con un
rinfresco sotto il porticato del municipio. Paolo
Patruno
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Ripartiti
alla Marin Sanudo i programmi di sensibilizzazione ai giovani voluti
dall’amministrazione Scuola
contro l’alcol (e.m.) A Rosolina si è mostrato di credere in
passato, come si crede tuttora, alla
validità di un’educazione che fin dalle medie e su fino ai giovani, porti alla
piena coscienza di quanto sia deleterio ed esiziale il mettersi alla guida di
un qualsiasi veicolo, sotto l’influsso dell’alcol e non perfettamente sobri.
Lo scorso anno nelle scuole di Rosolina e poi nel territorio, specie a Rosolina
Mare, vi è stata una decisa azione verso l’educazione all’autocontrollo e alla
sobrietà. E anche per questa nuova stagione di studio l’iniziativa riparte. Da alcuni giorni, infatti, sono ritornate le
conferenze ospitate nella palestra della scuola Marin Sanudo, con la presenza
di docenti, alunni e anche genitori. Incontri ai quali partecipano vari
esperti, a cominciare dal comandante della polizia locale Patrizio targa e dal
dottor Giuseppe Cattozzo, che tramite la Bcc finanzia anche queste iniziative
che proseguiranno fino alla fine dell’anno scolastico. Uno dei più decisi sostenitori di un’adeguata
azione di sensibilizzazione, a partire dai ragazzi è Franco Vitale, assessore
alla Cultura e alle Politiche giovanili. «Nel nuovo anno appena iniziato,
questa azione continuerà con decisione e costanza, confidando anche nella
collaborazione dei docenti». Pure il vicesindaco Fabrizio Ferro si è
espresso con decisione a favore dell’educazione dei giovani alla sobrietà,
quando stanno per mettersi alla guida di un veicolo, e sulla stessa lunghezza
d’onda anche l’assessore al Turismo, Federico Avanzi, e appunto il comandante
Targa, che affermano che «il fenomeno
delle cosiddette stragi del sabato sera è una emergenza che non può più essere risolta
dalle sole forze di polizia. Questa non è certo una dichiarazione di resa, ma
una richiesta di serio e responsabile coinvolgimento, in primis delle famiglie
e della scuola, non solo per tamponare, ma per risolvere tale spinoso problema». Enrico
Mancin
TRENTINO
PINZOLO Un
etilometro per i vigili Una serie di delibere di acquisto sono state
varate dall’amministrazione comunale di Pinzolo (retta dal commissario
Paolino). Ammonta a 13.200 euro la spesa
decisa dal Comune per l’acquisto di un etilometro e di tre apparecchi pre-test
professionali per il Corpo di Polizia Municipale che potrà così intensificare
la propria azione di prevenzione e di controllo sul territorio. Altri
15.471,58 euro sono stati impegnati dall’ammi
Lunedì, 08 Ottobre 2007
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