Venerdì 27 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 6 ottobre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

GAZZETTA DI MANTOVA

L’opinione
Familiari e vittime della strada: sì ai nuovi limiti per l’alcol

La legge che sospende la vendita di alcolici alle due del mattino trova la piena approvazione dell’Associazione Europea Familiari e Vittime della strada secondo cui “il provvedimento risponde ad un indirizzo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che da anni indica questa strada per diminuire consumi ed incidentalità stradale”. Per l’Associazione però servirebbero dei provvedimenti aggiuntivi: niente recupero dei punti della patente, limite del tasso alcol emico per la guida dallo 0,50 allo 0, percorsi riabilitativi per chi è sorpreso in stato di ebbrezza alla guida, revoca della patente per chi uccide sulla strada, revoca della licenza commerciale a chi vende alcolici ai minori, divieto di pubblicità degli alcolici in tv negli orari protetti, penalizzazioni per i Comuni che concedono aree pubbliche per le feste dedicate a vino, birra e alcolici. (*)
(*) Nota: anche alla luce degli articoli che seguono, oggi in rassegna, che dimostrano come i nostri timori espressi nei giorni scorsi fossero fondati, aggiungerei la necessità di estendere al più presto il divieto oltre le 2 di notte alla vendita, e non solo alla somministrazione, e per tutte le rivendite.


IL GIORNO – LA NAZIONE

“VUOI UBRIACARTI? IL CHIOSCO E’ A DUE PASSI”
Prima notte di coprifuoco alcolico in discoteca.
Dalle 2 solo acqua, ma fatta la legge trovato l’inganno.

Di Guido Bandiera
-Milano-
LA LEGGE che vieta alle discoteche di servire alcol dopo le due di notte è stata rispettata, ma nelle abitudini dei giovani non sembra cambiare nulla. Per osservare le reazioni del popolo dei nottambuli alle nuove norme abbiamo scelto il tempio del divertimento della metropoli lombarda, la discoteca <> di corso Como, meta delle serate festaiole di starlette, calciatori e di uno stuolo di ragazzi di periferia e scapoli impenitenti. E’ venerdì notte, poco dopo l’una. Il marciapiede davanti all’ingresso è un formicaio. Qualcuno è già attaccato a una bottiglia di birra, comprata a poco prezzo in un bar vicino. Arriva anche l’odore inconfondibile di uno spinello. Qualcuno, furtivo, si guarda intorno e getta via. Sulla strada, intasata di auto, romba come un leone in gabbia una Ferrari da trecento mila euro. Davanti al portone un energumeno di colore, in completo nero, seleziona chi entra e chi invece non è adatto allo stile del luogo. Uno sguardo condiscendente ci permette di passare.
L’ATRIO del locale, uno scantinato verniciato di nero, è ricoperto dei nomi dei vip <>, da Enzo Iacchetti a Paolo Villaggio. Per accedere si pagano 25 euro, compresa la prima consumazione e il timbro sulla mano. Nessun cartello avverte dei limiti alcolemici imposti dalla legge. Sulla soglia della sala ci investe il fragore della musica e delle luci. Giovanissime inguainate in ridotte minigonne, ragazzi con magliette aderenti sgranano gli occhi come davanti a uno spettacolo esaltante. Il pavimento è già cosparso di bicchieri rovesciati.
GRANDE quanto la consolle del dj, ma tutto illuminato, il bancone del bar attrae i clienti come falene. Lentamente, una folla fittissima si accalca attorno al barman, un ragazzone dalla’acconciatura giamaicana, che versa, stappa e raccoglie i buoni consumazione come se avesse cento mani. Le acconciature si rovinano, i piedi inguainati da scarpe firmate si pestano. Nella calca i ragazzini dei quartieri popolari si mescolano ai manager in giacca e cravatta per approfittare dell’ultima goccia di vodka legale. Il barman non discute, mesce e basta. L’unico gesto che tradisce il suo nervosismo, a parte il ritmo concitato dei gesti, è uno sguardo furtivo all’orologio da polso. C’è ancora tempo: è l’una e 45. Dal fondo della sala, scortata da una maschera con torcia e da un buttafuori, entra una cinquantenne dai capelli rossi. Fende la calca con una smorfia di disgusto e sguscia verso un angolo riservato. <>, commenta competente una ventenne. Ma nessuno la riconosce. Il tempo corre, la calca aumenta. Riusciamo a farci consegnare in fretta la nostra spettanza di alcol.
SONO LE DUE passate da un minuto e l’espressione del barman cambia. Sorride, apre le braccia e sospira. Spiega con pazienza a tutti che di alcol non se ne serve più: <>. Lo ripete fino alla noia. La gente sgrana ancora gli occhi, ma per la sorpresa. Sono tanti quelli che non sanno delle nuove regole. <>, esclama piccato un ragazzo con i capelli lustri di gel, con uno spiccato accento bergamasco. Poco per volta l’assembramento davanti al bancone si scioglie. Un quarantenne in giacca e cravatta si allontana con un bicchierone colmo di acqua tonica, poi ci ripensa e torna indietro:<>? Una ragazza di colore, esterrefatta, se ne va con una bottiglietta di acqua minerale tra le dita.<>, sbotta.
PER SFOGARE l’amarezza tutti si buttano in pista a ballare. Il barman si consola sciacquando i bicchieri. Sulle scale comincia un via-vai misterioso. Saliamo anche noi. Ci lasciano uscire all’esterno: il timbro sulla mano fa da lasciapassare per tornare a ballare. A meno di cento metri dal locale, due chioschi bar, fra piadine e panini, offrono a tre euro bottiglie di birra ghiacciata. Qui servire alcol è consentito, perché non si balla. Gli affari vanno a gonfie vele. Per tutti. La discoteca non perde clienti, i baristi ambulanti incassano più di prima e i nottambuli possono continuare a bere, e poi tutti di nuovo a ballare. Il marciapiede è costellato di bottiglie vuote. E la sbornia può continuare.


LA NAZIONE

Sicurezza Stradale
I GESTORI: “LEGGE ASSURDA, I RAGAZZI ENTRANO A QUELL’ORA”
Protesta la categoria: <>

Di Manuel Spadazzi
<>. E non ‘ballerà’ certo da sola la Romagna, nella protesta contro il provvedimento approvato dal senato martedì scorso, che vieta ai locali notturni la vendita di alcolici dopo le 2. I vertici nazionali di Silb, Confcommercio e delle altre associazioni di categoria si stanno preparando a un’azione di protesta forte, decisa. E i gestori dei locali della Riviera, che sul divertimento e sul mondo della notte ha costruito gran parte del suo successo, saranno tra i primi a manifestare contro il provvedimento del governo.
<>, promette Richard Di Angelo, titolare dello storico locale sul lungomare di Rimini, il Rose & Crown. Dove il divieto di servire gli alcolici dopo le 2, così come praticamente in quasi tutti gli altri locali della Riviera, finora è stato ignorato. <>. Tanto, anche se gliela nega, basta uscire dal pub e andare nel bar o dall’ambulante a fianco. A Rimini sono spuntati come i funghi….<ma al ragazzo che vuole bere basta uscire dalla discoteca, fare dieci metri e andare dall’ambulante dall’altra parte della strada per bere quanto gli pare!>>. Ma ancora più grave, secondo Sintucci, è che <>. <>.
PAROLE di fuoco, come quelle di Gianluca Tantini, il gestore di due delle principali discoteche tra Riccione e Misano, il Pascià e l’Echoes: <
>. E non solo quelle: se vanno considerati locali d’intrattenimento anche tutti quelli che organizzano concerti, spettacoli o musica dal vivo con dj, da Milano Marittima a Cattolica sono moltissimi i pubblici esercizi che rischiano il coprifuoco sugli alcolici. Nell’incertezza, venerdì sera hanno deciso di ignorarlo: in quasi tutti i locali che abbiamo visitato ( a partire dalle 2 ) ce ne fosse stato uno che ci abbia negato una birra…. (*)
(*) NOTA: a corredo di questo articolo, sul giornale c’è una foto che ritrae 2 donne ed 1 uomo con dei boccali di birra in mano ed alle spalle un orologio che segna le 3,10, con la seguente didascalia:

IN ALTO I CALICI, venerdì notte molti pub e locali di Rimini hanno continuato a servire gli alcolici anche dopo le 2, come testimonia l’orologio


IL SECOLO XIX

«Alcol a orario? Una burla che penalizza e non serve»
locali contro il decreto legge
Rivolta delle discoteche. Unica voce fuori dal coro Manduca del Barock

MALUMORE, scontento e pesanti accuse. Reagiscono così i gestori e i proprietari di discoteche e discobar della provincia di Imperia, dopo il primo sabato notte di attuazione del decreto legge dello scorso 3 agosto che vieta, ai locali in cui si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento, di somministrare bevande alcoliche dopo le 2 di notte e impone di garantire all’uscita la possibilità di effettuare un test per conoscere il livello del proprio tasso alcolico. Anche se c’è pure qualche voce fuori dal coro, come quella di Manduca, del Barock Cafè di San Bartolomeo, che dice: «Bisogna pur fare qualcosa per frenare il fenomeno preoccupante dell’alcolismo».
Predominano però i contrari, per di più infuriati. «Questa legge è una pura follia - attacca il presidente del Silb imperiese e titolare del Kursaal di Bordighera, Franchino Poggi - Vanifica tre anni di stretta ed efficace collaborazione da parte di noi discoteche con le forze dell’ordine per arginare il fenomeno dell’alcolismo. Ultimamente sono state ritirate molte meno patenti ai giovani che uscivano dai locali, segno che la nostra campagna di prevenzione iniziava a funzionare, ma non si può pretendere di risolvere il problema in così poco tempo. Di un simile provvedimento, nato comunque nell’ignoranza e nel menefreghismo della nostra economia, ci si può riempire solo la bocca, perché poi dal lato pratico non serve a nulla. Non c’è infatti una legge che vieti a chi va a ballare di portarsi le bottiglie da casa, lasciandole magari in macchina, nel parcheggio a due passi dalla discoteca, senza contare che si potrà andare a fare rifornimento dai bar aperti tutta la notte e che non sono toccati dal divieto».
Con la serata "Before" del suo Betise di Ospedaletti, giovedì scorso Alberto Gorga è stato il primo in provincia a essere toccato dal provvedimento. «Ho dovuto girare tutte le farmacie della città per procurarmi gli etilometri necessari a fare la serata - ha detto ancora incredulo - e nessuno mi ha aiutato. Ancora una volta ci troviamo di fronte alla tipica legge burla fatta all’italiana, che aiuterà soltanto i locali della vicina Costa Azzurra, che consentono di fumare e bere a piacimento e che diventeranno una meta sempre più gettonata anche degli amici nottambuli della nostra provincia. Un’altra conseguenza potrebbe essere l’inversione del giro, che farà andare la gente prima in discoteca a ballare e poi nei bar a bere, provocando non pochi problemi».
Nel dianese Stefano Landini, che ha fatto del bar un suo punto di forza, del discodrink Querida se la cava sostenendo che il decreto aiuterà ad anticipare gli orari di uscita della gente, ma mette in guardia dalle possibili scappatoie: «La gente che vuole bere potrebbe anche decidere di "caricarsi" prima, ordinando più drink alcolici prima delle 2 e consumandoli poi poco a poco oppure tutti insieme, con risultati disastrosi». A Diano San Pietro Marco Conte del Pop, che nel gennaio 2005 per l’arrivo del decreto antifumo aveva organizzato il funerale della sigaretta sullo stile di "C’era una volta in America", aggiunge: «Perché i ragazzi bevono o si drogano? A questo dovrebbe pensare chi ci governa. I problemi dei giovani non sono certo nei locali e questo provvedimento servirà solo a creare nuovi problemi, anziché risolvere quelli vecchi».
Pippo Manduca del Barock Cafè di San Bartolomeo è invece abbastanza d’accordo con lo spirito della legge: «Certo, alle 2 è un po’ presto per smettere di somministrare alcolici, sarebbe stato meglio porre il divieto dopo le 3, però è giusto che si tenti di dare un freno all’alcolismo. Io chiudo sempre intorno alle 2.30 ma dopo una certa ora di solito rimane in giro soprattutto la gentaglia. E poi i locali devono cercare di aprire prima perché la gioventù più sana, quella che non si ubriaca e non si droga, vuole uscire presto e non fare tardi perché magari non vuole passare il giorno dopo a smaltire la nottata passata nel locale».

Marco Vallarino


CORRIERE.IT – “ITALIANS”

6 anni al Rom investitore: dov’è la mano pesante?
Caro Severgnini,
hanno condannato a 6 anni il Rom di 22 anni che, ubriaco al volante, ha ucciso 4 ragazzi ad Appignano (AP). Il PM aveva chiesto 4 anni. Troppa grazia. Un pezzo del Corriere.it dice che i giudici hanno usato la mano pesante. Forse. O forse no: 6 anni sono il ricco premio che rischiate in Svezia se vi beccano 2 volte al volante con più di 0.2 mg/ml di alcol nel sangue, meno della metà del limite italiano. E si vince senza ammazzare nessuno. In Inghilterra se dopo aver bevuto 2 birrette decidete di guidare e fare fuori qualcuno, meglio svignarsela in fretta: in palio ci sono fino a 14 anni di galera. Anche negli USA non vedono di buon grado che si uccida qualcuno in strada. Specie se con un’automobile. Perfino Paris Hilton si è fatta 45 giorni al fresco. Anche se la pena è stata mitigata quando ha dimostrato che una bionda, americana, era in grado di guidare un’auto con il cambio manuale. La sentenza è di primo grado e il Rom sta agli arresti domiciliari. Pare che i cocktail non fossero il massimo in carcere. Con le leggi nostrane, non è escluso che, dopo la condanna definitiva, esca rapidamente per buona condotta o qualche meritato indulto. Con i finanziamenti dello Stato aprirà una birreria o magari una scuola guida. Eventualmente entrambe. Buona fortuna nel paese "della mano pesante". Per inciso: non saprei ma è possibile che le famiglie dei ragazzi uccisi non se la passino granchè bene, potrebbero perfino essere distrutte dal dolore. Forse a loro "la mano pesante" non è apparsa poi tale. (*)
Simone Salvati ,
simone_salvati@yahoo.com
(*) Nota: questa sentenza è stata pesante se la mettiamo in relazione con tutte le altre sentenze emesse in Italia per analoghe stragi causate da conducenti ubriachi.
Il sospetto che abbia inciso come aggravante l’estrazione sociale di questo ragazzo può venire.
Il problema non è QUESTA sentenza, ma tutto il sistema della italica in-giustizia rispetto a questo drammatico fenomeno, che umilia i familiari delle vittime, calpestandone il dolore.


TGCOM

Rom ubriaco,genitori in catene
Annunciato sit in davanti al Parlamento
"Troppi sei anni agli arresti domiciliari? Dovevano dargli l’ergastolo a Marco Ahmetovic, anzi non uno, ma quattro": cresce l’indignazione fra i parenti dei quattro ragazzi di Appignano del Tronto per la reazione del rom alla condanna a sei anni e sei mesi inflittagli dal Tribunale di Ascoli. Non solo: i parenti annunciano che il 30 ottobre andranno a incatenarsi a Roma, davanti al Parlamento, per chiedere pene più severe.
Per Lara Luciani, la madre di una delel vittime, Alex, "le parole di Ahmetovic sono incommentabili. Se lui dice di sentirsi italiano, beh allora siamo noi che non siamo più italiani, non ci sentiamo più protetti dallo Stato". E il marito Timoteo annuncia la nascita di un Comitato dei parenti delle vittime e rilancia: "Appignano è arrabbiata, lo siamo tutti. Il 30 ottobre andremo a incatenarci a Roma, davanti al Parlamento, per chiedere pene più severe e la certezza della pena, più una riduzione dei gradi del giudizio". Soprattutto, Timoteo Luciani ce l’ha con alcuni opinionisti di quotidiani, per come hanno descritto lui e gli altri genitori e amici: "Ci hanno fatto passare per razzisti, quasi per terroristi, ma noi siamo solo gente seria, famiglie che lavorano 20 ore al giorno. Scriverò anch’io una lettera ai giornali, spiegherò chi siamo davvero".
Luciani gestisce un bar insieme alla moglie, e ha un’idea ’’precisa’’ di chi sono i rom. "Li conosciamo da tanto, sappiamo come vivono, e non mi vengano a raccontare che a sbagliare siamo noi". "Li abbiamo tollerati per 11 anni - gli fa eco la moglie, citando il campo rom ormai deserto di Appignano - guidavano sempre contromano, non rispettavano nessuna regola, ecco chi sono". In paese c’è chi traccia questa fotografia della comunità rom cui Ahmetovic apparteneva: "mogli e figli piccoli tutte le mattine a chiedere l’elemosina davanti al centro commerciale; padri nei bar a ubriacarsi. E ogni sera, 100 o 200 euro in monetine raccolti con la questua cambiati in soldi di carta nel centro di telefonia mobile’’. Dopo di che, riconosce Lara Luciani, "le leggi più severe che invochiamo devono valere per chiunque guida ubriaco, anche gli italiani".


ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA – ONLUS

STRAGE DI APPIGNANO: AIFVS chiede pene severe per la strage stradale
Le pene per la strage stradale e in stato di ebbrezza debbono essere aumentate. Sono troppo lievi di fronte alla gravità sociale del reato ed alle conseguenze per le vittime ed i familiari.
La condanna inflitta dal giudice che sovrasta la mite richiesta del p.m. di Ascoli Piceno per l’uccisione di quattro ragazzi sia di monito per chi si ubriaca e guida disprezzando la vita sulla strada, ma nel contempo dimostra che già con la legge esistente i magistrati possono fare di più, come l’AIFVS ha sempre sostenuto.
L’indignazione e lo sconcerto con cui i familiari delle vittime hanno accolto le esigue richieste del p.m. suonino per il Governo ed il Parlamento come un grido di dolore che invoca più giustizia e la carcerazione dei killer della strada.

Contro ogni indifferenza e per la giustizia per le vittime, l’AIFVS promuove la manifestazione nazionale di piazza a Roma il 30 ottobre, in Piazza San Lorenzo in Lucina, e chiama a partecipare tutti coloro che chiedono una giustizia giusta
(www.vittimestrada.org) . 

dott.ssa Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
presidente AIFVS


IL GAZZETTINO (Belluno)

LOTTA ALL’ALCOL 
Nasce l’Acat Dolomiti feltrine. I progetti

Feltre
(C.O.) Sinergia tra le realtà della comunità per dare una risposta ai problemi alcolcorrelati. È stata la voce unanime degli interventi in occasione dell’inaugurazione della nuova Associazione Acat Dolomiti feltrine, presidente Giovanni Fontana. (*) La nuova formazione lavorerà parallelamente all’Acat Feltre nel territorio raggruppando due club di Feltre, quelli di Trichiana, Busche, Paderno e Seren.
«La moltiplicazione delle associazioni- ha affermato il Presidente dell’Arcat Veneto, Marco Orsega- è paragonabile ad una nuova nascita in famiglia». Questo in una Regione come il Veneto che unica, con la delibera 473, ha parlato di alcologia come fattore culturale. L’assessore Maurizio Zatta: «C’è piena disponibilità dell’amministrazione a collaborare con l’Acat e già il 12 novembre partirà concretamente un progetto». Un apprezzamento anche da parte del direttore dei servizi sociali, Gianfranco Pozzobon.
Serse Polli (Sert Ulss 2): «Il problema dell’alcol- ha precisato- dipende da una cultura insita nella nostra società». Anche dal vicesindaco di Seren del Grappa Livio Scopel è giunto un plauso al merito dell’associazione con la quale c’è già un’attiva collaborazione.
(*) Nota: mi è dispiaciuto non poter essere presente a questa festa di inaugurazione dell’ACAT Dolomiti Feltrine, cui mi aveva invitato l’amica Milena Maia.
Buon lavoro alle famiglie e ai servitori insegnanti di questa nuova associazione, vi verrò certamente a trovare quando passerò da quelle parti.

Alessandro Sbarbada


IL GIORNALE

Vuol fare un bagno notturno A 17 anni scompare in mare
Si getta in acqua per una bravata, 17enne scompare in mare. Le ricerche dei sommozzatori del 115, assieme agli uomini della Capitaneria di Porto e ai carabinieri, sono proseguite fino a sera, ma inutilmente. È accaduto la notte tra venerdì e sabato a Fiumicino, nel tratto di spiaggia fra via della Torre Clementina e via della Pesca. A ricostruire la storia un gruppo di ragazzi, gli stessi che hanno avvertito i soccorsi ma con oltre 10 ore di ritardo. Emanuele De Crescenzio, studente, è assieme a tre amici. La serata è calda così i quattro decidono di fermarsi a riva. Il posto ideale per bere un po’ di birra e farsi qualche risata. Emanuele, a un certo punto, decide di spogliarsi e di farsi una nuotata. È passata l’una del mattino. Gli altri cercano di fargli cambiare idea, ma lui niente. «Quando non lo abbiamo visto tornare ci siamo preoccupati - spiegheranno ai militari della stazione di via Anco Marzio la mattina dopo - e abbiamo cominciato a cercarlo chiamando anche altre persone».
Passate le 10 di ieri mattina, esausti, i tre tornano a casa. Paradossalmente non viene lanciato ancora nessun allarme. Solo quando i rispettivi genitori vengono a sapere quanto successo a Emanuele viene allertato il 112. Immediate, anche se, a quel punto tardive, le ricerche. Gli «uomini rana» dei vigili del fuoco, affiancati dalle motovedette dei guardia marina perlustrano in lungo e in largo il tratto di mare fra la foce del canale navigabile e l’arenile che si spinge verso Coccia di Morto e Focene. «Speriamo ancora di trovarlo vivo» chiosano gli inquirenti poco prima della sospensione delle ricerche.


L’ARENA di Verona

BARDOLINO. Funziona il piano di sicurezza
La Festa dell’Uva manda il segnale: la qualità vince
In 40mila alla rassegna del vino: e il più venduto è quello con il marchio di denominazione garantita

Stefano Joppi
Va in archivio con soddisfazione l’edizione numero 78 della Festa dell’Uva e del vino. La manifestazione ha registrato un afflusso di circa 40 mila persone: dati estrapolati da calcoli incrociati e dalla quantità di bicchieri in vetro venduti nei cinque giorni di kermesse.
«Quanto a presenze e giro d’affari, siamo in linea con la precedente edizione», spiega l’assessore al turismo Gabriele Zorzi, annunciando per il prossimo anno l’appuntamento dal 2 al 6 ottobre. Data scelta anche per inglobare la ricorrenza della riunificazione delle due Germanie, festività nazionale in territorio teutonico.
«Dopo l’avvio a rilento, per condizioni meteo avverse, c’è stata un’ottima ripresa nel fine settimana. Anche nella serata di lunedì abbiamo registrato numeri importanti a dimostrazione che si tratta di un’appendice di grande richiamo soprattutto per i residenti liberi da impegni», sostiene Zorzi che indica nel doppio appuntamento del sabato, a villa Carrara con il gruppo Le Ombre e nella parrocchiale con Katia Ricciarelli, la «sintesi» della festa.
Successo anche per il piano di sicurezza. «Grazie alla collaborazione tra le forze dell’ordine e all’aumento dei vigili in campo è stato attuata una discreta prevenzione e gli orari di chiusura dei chioschi, a parte qualche iniziale incomprensione, sono stati rispettati dalle associazioni. Diminuiti di molto i problemi con la gente ubriaca ed non è vero, a dispetto delle voci, che siano state ritirate parecchie patenti». Confermano il comandante della locale polizia stradale e l’Arma dei Carabinieri. A fare da deterrente anche la possibilità di misurare il tasso alcolico con l’etilometro a disposizione in uno stand. In un paio di circostanze il 118 ha invece portato in ospedale due minorenni sull’orlo del coma etilico. (*)
«Da uno scambio d’informazioni con più di un’associazione», conclude Zorzi, «è emerso come rispetto alle precedenti edizioni sia stato venduto meno vino e tra le tipologie di Bardolino in vendita è aumentato quello con marchio d’origine controllata e garantita, il più corposo, con più alta gradazione e migliore qualità».
(*) Nota: scritto così sembra un particolare da nulla: appare poco rilevante, nel contesto di un articolo, tutto all’insegna della vittoria, della soddisfazione e del successo.
Vedete come, a seconda del taglio che si decide di dare a un articolo, a partire dal titolo, si possa condizionare l’opinione pubblica.


L’ARENA di Verona

Segnali di degrado sociale
A rendere ancora più inquietante il quadro tratteggiato da Adiconsum è il fatto che l’esborso principale dei teenager avviene per acquistare alcolici, nel dettaglio superalcolici, aperitivi e birra. Il 69,7% dei ragazzi e il 59,6% delle ragazze, infatti, assume bevande alcoliche. In molti casi (il 24,2%), inoltre, si arriva all’uso di sostanze stupefacenti (62,2% cannabis, 13% popper, 6% ecstasy). «Queste percentuali sono verosimili ed elevatissime», spiega Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 20 di Verona, «e un segnale di degrado sociale»
SITUAZIONE GRAVE
. Ad aggravare la situazione va considerato anche l’uso di sostanze non dichiarato, visto che moltissimi ragazzi acquistano per esempio 10 dosi e ne rivendono otto, pagandosi in questo modo le due che tengono per sé».
Una microrete di spaccio fatta di «baby pusher» minorenni e soprattutto italiani, nell’ambito della quale spesso non occorre nemmeno più denaro per procurarsi qualche dose.
«I ragazzi vendono schede telefoniche in cambio di droga. E siamo venuti a sapere di casi anche a Verona», aggiunge Serpelloni, «in cui con le ragazzine la merce di scambio non è più il denaro ma il sesso».
E.P.


L’ECO DI BERGAMO

e domani in tribunale il vino va sotto processo
«Processo al Vino», domani alle 18, nel vero Tribunale di Bergamo in piazza Dante. L’iniziativa è promossa da Cesvi, Veronelli Editore e Slow Food nell’ambito di BergamoScienza. Il vino può venire accusato di essere una piaga sociale o un danno alla salute. I presenti in aula assisteranno a interrogatori e contro-interrogatori, deposizioni di testimoni, consulenti e periti, arringhe di abili difensori e agguerriti accusatori, fino alla pronuncia della sentenza di innocenza o colpevolezza da parte di una giuria popolare composta da studenti. In coda al processo è prevista una degustazione patrocinata dall’Associazione Italiana Sommelier (*) - delegazione di Bergamo. Per partecipare è necessaria la prenotazione (035-2058035 oppure 035-2058058, educazione@cesvi.org ). Il processo è un format che il Cesvi utilizza nell’ambito delle proprie iniziative educative. Il vino è oggetto di un progetto di sviluppo del Cesvi a Permet, in Albania, e di attività di fund raising in Italia.
(*) Nota: voglio credere che l’esito di questo processo non sia già stato scritto.
Pertanto immagino che la degustazione finale, a cura dell’associazione dei Sommelier, in caso di un giudizio di colpevolezza al vino sia preparata a base di bevande analcoliche.


REUTERS

Videogiochi, arriva "Booze Cruise", simula guida da ubriachi
TORONTO (Reuters) - I creatori canadesi di un videogioco che simula la guida in stato di ebbrezza sperano che aiuti gli adolescenti a pensarci due volte prima di mettersi al volante dopo una notte di bevute. Il gioco, intitolato "Booze Cruise" (viaggio con la sbornia), è stato sviluppato fa Jim Parker, un docente di media digitali all’Università di Calgary, e da alcuni dei suoi studenti, nell’ambito di un progetto scolastico.
"La storia di fondo è che questa persona è totalmente ubriaca, si sveglia nel portabagagli e ora deve tornare a casa guidando", racconta Parker.
Il giocatore, che la visuale ristretta e indistinta, e tempi di reazioni rallentati per imitare la realtà della guida sotto l’influenza dell’alcol, ha 90 secondi per tornare a casa mentre cerca di evitare ostacoli, tra cui pedoni, altre auto e controlli di polizia.
"E poi, solo per divertirci, abbiamo collocato qualche distrazione a fianco della strada, come elefanti rosa", dice ancora il docente.
Anche la polizia di Calgary, nell’Alberta, ha fornito la propria consulenza per rendere il gioco il più realistico possibile, nella speranza che serva ad educare i giovani al volante.
Parker ha detto che la squadra di sviluppatori spera di trovare fondi per finire una versione una versione più completa del gioco, prima di lanciarlo.
Mentre molti adolescenti conoscono bene i giochi di guida, Parker spera che la sua creazione li convinca che l’alcol riduce le loro prestazioni al volante. "Il target non sono gli adulti, ma le persone di 13-16 anni", spiega.


ANSA

Verbania, - 138 punti patente a 21enne
Ha provocato tre incidenti stradali e poi e’ fuggito

(ANSA) - VERBANIA, 7 OTT - Ha provocato tre incidenti ed e’ fuggito, inseguito da una pattuglia della stradale: 138 i punti tolti in patente, 7.265 euro di multa. E’ accaduto ad un giovane di Verbania, 21 anni, finito poi in carcere per avere colpito gli agenti che lo stavano portando in ospedale. Il giovane, gli e’ stata sequestrata l’auto, ha rifiutato di sottoporsi al test dell’etilometro.


IL GAZZETTINO (Padova)

Un paio di cazzotti ...
Montegrotto
Un paio di cazzotti e diversi calci. Invece di venire ringraziati per essere intervenuti a calmare gli spiriti di una lite "un po’ troppo" accesa, i due carabinieri che venerdì sera sono intervenuti in via Capitolina hanno dovuto farsi medicare da un infermiere.
Tutto è accaduto intorno alle 22 a Montegrotto quando la famiglia Trescato ha richiesto l’intervento dei militari. Massimo Trescato, 37 anni, residente in via Roma 60, si trovava a casa dei genitori e qui aveva iniziato dapprima a parlare concitatamente fino a farsi via via sempre più aggressivo. Sembrava una banale lite familiare. Ma poi ha iniziato ad assumere contorni più pericolosi; difatti l’uomo aveva iniziato a spintonare i genitori e la sorella. Una situazione di cui si stava perdendo il controllo e che ha convinto i genitori dell’uomo a comporre il 112.
Dopo pochi minuti all’abitazione della famiglia Trescato hanno bussato due carabinieri. Ma nemmeno di fronte alle divise il 37enne si è calmato. Anzi la vista dei militari ha fatto infuriare ancora di più l’uomo. Il quale prima di venire bloccato è riuscito a sferrare un paio di pugni al volto di uno dei due militari e qualche calcio all’altro.
Ma l’aggressione non è continuata per molto. Dopo la sorpresa iniziale i due carabinieri sono infatti riusciti ad immobilizzare Massimo Trescato e ad accompagnarlo in caserma. L’uomo in seguito ad ulteriori controlli è risultato sotto l’effetto dell’alcol. La turbolenta serata del 37enne si è conclusa con un paio di manette ai polsi per resistenza ed aggressione a pubblico ufficiale. Nella mattinata di ieri era previsto il processo per direttissima ma all’ultimo momento a causa di un contrattempo imprevisto è stato rinviato di qualche giorno.

Ri.Ba.


IL GAZZETTINO (Padova)

UN GHANESE FERMATO IN VIA CODALUNGA, UN NIGERIANO BLOCCATO IN VIA FACCIOLATI DA QUATTRO VOLANTI 
Due africani ubriachi seminano il panico per le vie del centro

Due ubriachi al volante hanno seminato il panico per le vie del centro. Uno è stato bloccato senza grossi problemi, anche perché era alla soglia del coma etilico; l’altro, invece, ha creato non poche difficoltà al punto che la polizia ha dovuto fare un vero e proprio posto di blocco tipo quelli che si vedono nei film americani. Entrambi africani regolarmente residenti in Italia sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza. La patente la rivedranno tra un bel po’ di tempo.
Il primo allarme scatta alle 22.35 di venerdì. Un automobilista che sta superando il cavalcavia Borgomagno nota un furgone, un Fiat Iveco, che procede zig-zagando e chiama il 113. Poco dopo arriva una Volante che, al termine di un breve inseguimento, in viale Codalunga convince il conducente ad accostare. A bordo c’è un ghanese trentacinquenne residente a Montà. L’immigrato viene sottoposto all’alcoltest: tasso di 2,92 contro lo 0,50 massimo consentito.
Alle 3.20 della notte sono gli stessi poliziotti a trovarsi davanti il secondo ubriaco. La Volante sta pattugliando corso Stati Uniti quando una Chrysler Stratus sbuca da via del Progresso a tutta velocità e senza dare la precedenza. Gli agenti, che fanno appena in tempo a evitare il contatto, intimano al conducente di fermarsi. Niente da fare. L’inseguimento va avanti fino in via Piovese quando l’automobilista accosta. Appena vede arrivare a piedi l’agente, però, riparte a tutta velocità. Sono gli ultimi metri di fuga a 140 chilometri all’ora perché in via Facciolati tre Volanti bloccano la strada. Un nigeriano ventinovenne, residente a Selvazzano, è alla guida. Ha un tasso alcolemico di 1,24. Scatta la denuncia e il ritiro della patente.


LA NAZIONE

IL TEST DEL PALLONCINO NON PERDONA, STRAGE DI PATENTI IN VERSILIA.
Sempre tesa la rete delle forze dell’ordine

Di Giovanni Lorenzini
-Viareggio-
IN MOLTI alzano subito le braccia in segno di resa o si mettono le mani nei capelli. Altri cercano invece maldestramente di fare i disinvolti. Una scena che si ripete non appena la paletta dei carabinieri impone l’alt e arriva non solo la richiesta <> ma anche l’intimazione: <>. In molti casi l’etilometro emette il suo verdetto inappellabile: il tasso alcolico è nettamente superiore a quello consentito per legge. La risposta del giovane è quasi sempre la stessa: < a mio padre, per carità : se viene a sapere che mi avete ritirato la patente, quando mai mi farà guidare ancora la sua auto?>>.
ACCADE così anche in questa calda notte che sembra estiva e non di inizio autunno sui viali a mare che da Viareggio portano a Forte dei Marmi. E’ la Versilia by night capitale del divertimento dove non c’è più il caos col serpentone argentato di auto delle ruggenti sere estive, ma dove il popolo della notte nei fine settimana continua a muoversi attratto dal fascino dei locali cult. In Versilia però il venerdì sera si diverte soprattutto chi ha 30 e 40 anni. Anche se ti capita di trovare qualche giovane e giovanissimo incurante del fatto che domani c’è scuola. E infatti è il sabato che si scatena la rumba. Non mancano però anche in questo venerdì particolare gli indisciplinati cronici. Giorno particolare perché segna l’inizio dell’ennesima tolleranza zero contro chi sgarra, con lo stop alla vendita degli alcolici dalle 2. In tanti non sanno resistere al richiamo di un bicchiere, quello però che è foriero di guai.
IL RACCONTO di questa ordinaria lotta allo sballo inizialmente scivola via senza sussulti. Siamo vicini a una pattuglia dei carabinieri che entra all’opera intorno alla mezzanotte. I giovani arrivano in Versilia da tutta la Toscana e la Liguria e il fiuto dei militari è davvero particolare.
Così poco dopo le 1,30 nella rete non finisce solo chi ha alzato un po’ troppo il gomito ( 4 le patenti ritirate con uno dei giovani che viaggiava a velocità degne della formula 1 ) ma scattano le manette per tre persone. A Torre del Lago e a Forte dei Marmi ( a due estremi della Versilia vacanziera ) finiscono in manette tre persone di Pisa, Viareggio e carrara che stavano per consegnare dosi di cocaina e pasticche di ecstasy in alcuni locali notturni. Già, la droga,. Oltre all’alcol è la ‘compagna’ anche in versilia di molti giovani che non sanno resistere allo sballo. << I controlli sono aumentati su tutto il territorio, con risultati più che apprezzabili >> conferma il maggiore Franco Di Pietro comandante della compagnia di Viareggio.
CARABINIERI E POLIZIA hanno monitorato anche le strade dell’entroterra con auto civetta alla ricerca di quei giovani che per sottrarsi ai controlli cercano percorsi alternativi più sicuri per loro. < lezione è comunque servita. Stanotte sono stato controllato ed è tutto ok>>.
Ma i ragazzi della Versilia cosa ne pensano dello stop agli alcolici alle due?. <>.


GUIDE.DADA.NET

Alcol sul lavoro
Un libro pubblicato da Franco Angeli affronta il problema

http://guide.dada.net/medicina_del_lavoro/interventi/2007/10/309456.shtml
Seimila lavoratori di 25 aziende in 14 Comuni dei distretti sanitari di Sassuolo e Pavullo nel Frignano. Dal 2000 ad oggi sono stati contattati con interviste e questionari e, grazie anche a specifici corsi di formazione ed incontri di sensibilizzazione, hanno appreso quanto può essere rischioso bere alcolici sul posto di lavoro. I risultati di questa ricerca-intervento, effettuata dai Servizi Dipendenze Patologiche e Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Azienda USL di Modena, sono ora pubblicati nel “Manuale di prevenzione dei problemi alcol-correlati negli ambienti di lavoro”, edito dal
Gli autori Claudio Annovi, Roberta Biolcati e Renato Di Rico descrivono i possibili interventi per contrastare e ridurre l’incidenza degli infortuni e delle problematiche legate al consumo ed abuso di bevande alcoliche sul lavoro.
Le due iniziative pubbliche sono introdotte, rispettivamente, dal sindaco di Maranello Lucia Bursi e dal Direttore del Distretto sanitario di Sassuolo Mirco Braghiroli.

Gli effetti del consumo e dell’abuso di alcol sulla sicurezza negli ambienti di lavoro sono molto pesanti e l’importanza della prevenzione e di una corretta informazione è testimoniata in modo evidente dalla ricerca e dagli interventi effettuati fino ad oggi.
Fonte: gruppolara.it


IL GIORNALE DI VICENZA

BELLEZZE. La 19enne è stata ricevuta in municipio a Cassola. A Salsomaggiore ha fatto breccia, oltre che per la sua bellezza, anche per i messaggi lanciati ai giovani
Laura ora è “Miss sicurezza stradale”
Il titolo della più bella d’Italia le è sfuggito per un soffio. Quello simbolico di “Miss sicurezza stradale” le resterà per sempre.
A Salsomaggiore, la 19enne cassolese Laura Zonta ha utilizzato i 15 secondi a disposizione per invitare i propri coetanei a non bere, a guidare lucidi e ad aver cura della loro vita, bene troppo prezioso per essere sprecato in un bicchiere d’alcol. Le sue parole sono state riprese da tutti i giornali e televisioni nazionali. La ragazza numero 13, «che ha fatto onore a lei ed al programma», furono i commenti all’indomani. Tornata a casa, le hanno fatto onore prima San Zeno, la sua frazione, e ieri l’amministrazione comunale in pompa magna, con una sala consiliare gremita a festa.
C’erano tutti: familiari, amici, conoscenti, concittadini fieri e curiosi di vedere la miss che ha fatto conoscere Cassola all’Italia.
Prima la firma sul libro dei cittadini illustri, poi la consegna di una targa direttamente dalle mani del sindaco Antonio Pasinato e dall’assessore Simone Manocchi. Il merito di Laura è quello di aver tenuto alto il nome di Cassola grazie alla sua bellezza certo, ma soprattutto grazie alla sua originale campagna per la sicurezza stradale. Un impegno autentico, come autentica è lei, che a Miss Italia, forse, non ci sarebbe mai andata se non fosse stata per sua sorella, che l’ha iscritta di nascosto.

«Io non bevo, non mi piace - ha detto - e non capisco come dei giovani possano divertirsi in questo modo. Ho scelto quei 15 secondi per dire quello che pensavo».
Laura è una con le idee chiare: quest’anno si è iscritta a marketing, a Milano, studi che intende terminare il prima possibile non senza archiviare del tutto l’esperienza di Salsomaggiore.
«Mi piacerebbe lavorare nella moda e recitare». E da ragazza grintosa qual è non ha perso tempo: si è iscritta a un corso di dizione. P.D.L.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

«Rilancio il mio messaggio: Ragazzi, non bevete»
Dopo essere stata festeggiata dalla frazione di San Zeno nei giorni scorsi, ieri mattina Laura Zonta, finalista al concorso di Miss Italia a Salsomaggiore, è stata pubblicamente festeggiata in municipio a Cassola dall’amministrazione comunale, che, nella persona del sindaco Antonio Pasinato e dell’assessore alla cultura Simone Manocchi, le ha conferito una targa per "aver portato il nome di Cassola in tutta Italia, e, grazie anche a Rai International, in tutto il mondo", come ha sottolineato il primo cittadino cassolese.
L’omaggio a Laura è avvenuto in una sala consiliare enormemente più affollata rispetto ai consigli comunali, dove il pubblico e l’amministrazione hanno espresso a Laura il proprio orgoglio per i risultati raggiunti, ma soprattutto per l’appello televisivo della giovane che, durante una sfida con un’altra concorrente, nel tempo a sua disposizione, ha esortato i giovani a non ubriacarsi e a guidare con prudenza, e che le è valso il soprannome di "miss sicurezza stradale". Anche il periodico "Quattroruote" e "Il Sole 24 Ore", all’indomani del concorso si erano occupati dell’appello di Laura, lodando la ragazza per aver utilizzato quei pochi secondi a favore di un tema così importante.
"Io non amo bere e non concepisco un divertimento basato su alcol, droghe e alta velocità - ha spiegato la giovane ieri mattina in municipio. - Secondo me ci si può benissimo divertire senza ricorrere a certi espedienti, e con quel messaggio ho voluto far capire ai miei coetanei proprio questo".
Laura ha poi fatto sapere le sue aspirazioni per il futuro.
"Ho iniziato da qualche giorno economia e marketing a Milano. Mi piacerebbe comunque lavorare nel campo della moda, come modella, e mi appassiona anche la recitazione. In quest’ultimo campo dovrò lavorare moltissimo a causa dell’accento veneto, che però amo tantissimo".
A proposito di contatti e di richieste Laura spiega: "Sono stata contattata per la pubblicità di una linea di prodotti per la cura della persona e mi sono state fatte altre offerte. Ricevo spesso telefonate da parte di persone interessate alla mia figura e appena rispondo mi chiamano miss, ma ogni volta chiedo gentilmente di chiamarmi Laura".
La giovane ha infine rivolto un ringraziamento ai genitori e soprattutto alla sorella, Giulia.
"Se non fosse stato per mia sorella non avrei mai partecipato al concorso. È stata lei ad avermi iscritto a Miss Italia" ha detto Laura.
Alla giovane, intanto, è stato già rivolto, da parte dell’assessore Manocchi, l’invito a fare da madrina alla prossima edizione della finale di Miss Sorriso Veneto, che, anche l’anno prossimo, si disputerà a Cassola.
La festa a Laura si è conclusa con un rinfresco sotto il porticato del municipio.

Paolo Patruno


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Ripartiti alla Marin Sanudo i programmi di sensibilizzazione ai giovani voluti dall’amministrazione 
Scuola contro l’alcol

(e.m.) A Rosolina si è mostrato di credere in passato, come si crede tuttora, alla validità di un’educazione che fin dalle medie e su fino ai giovani, porti alla piena coscienza di quanto sia deleterio ed esiziale il mettersi alla guida di un qualsiasi veicolo, sotto l’influsso dell’alcol e non perfettamente sobri. Lo scorso anno nelle scuole di Rosolina e poi nel territorio, specie a Rosolina Mare, vi è stata una decisa azione verso l’educazione all’autocontrollo e alla sobrietà. E anche per questa nuova stagione di studio l’iniziativa riparte.
Da alcuni giorni, infatti, sono ritornate le conferenze ospitate nella palestra della scuola Marin Sanudo, con la presenza di docenti, alunni e anche genitori. Incontri ai quali partecipano vari esperti, a cominciare dal comandante della polizia locale Patrizio targa e dal dottor Giuseppe Cattozzo, che tramite la Bcc finanzia anche queste iniziative che proseguiranno fino alla fine dell’anno scolastico.
Uno dei più decisi sostenitori di un’adeguata azione di sensibilizzazione, a partire dai ragazzi è Franco Vitale, assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili. «Nel nuovo anno appena iniziato, questa azione continuerà con decisione e costanza, confidando anche nella collaborazione dei docenti».
Pure il vicesindaco Fabrizio Ferro si è espresso con decisione a favore dell’educazione dei giovani alla sobrietà, quando stanno per mettersi alla guida di un veicolo, e sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore al Turismo, Federico Avanzi, e appunto il comandante Targa, che affermano che «il fenomeno delle cosiddette stragi del sabato sera è una emergenza che non può più essere risolta dalle sole forze di polizia. Questa non è certo una dichiarazione di resa, ma una richiesta di serio e responsabile coinvolgimento, in primis delle famiglie e della scuola, non solo per tamponare, ma per risolvere tale spinoso problema».

Enrico Mancin


TRENTINO

PINZOLO
Un etilometro per i vigili

Una serie di delibere di acquisto sono state varate dall’amministrazione comunale di Pinzolo (retta dal commissario Paolino). Ammonta a 13.200 euro la spesa decisa dal Comune per l’acquisto di un etilometro e di tre apparecchi pre-test professionali per il Corpo di Polizia Municipale che potrà così intensificare la propria azione di prevenzione e di controllo sul territorio. Altri 15.471,58 euro sono stati impegnati dall’ammi

Lunedì, 08 Ottobre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK