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Rassegna stampa Alcol e guida del 8 ottobre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA REPUBBLICA

Il ministro annuncia: kit per controllare chi beve troppo Negli ultimi anni il consumo fra i ragazzi è raddoppiato
Alcol e giovani, alt della Turco "Vietiamolo ai minorenni"

di ALESSANDRA RETICO
ROMA - 8 ottobre 2007 - Fino a 18 anni niente alcol. Non vuole fare la sceriffa, Livia Turco usa verbi come responsabilizzare e informare e coinvolgere perché sa che proibire e basta non salva: gli incidenti mortali per un bicchiere di troppo sono la prima causa di morte tra i giovani. Il ministro aveva proposto già in Finanziaria di innalzare l’età per il divieto di vendita, ma la faccenda per varie cause nel frattempo è decaduta. Poi in mezzo c’è stata un’estate pesante di vittime dello sballo, ragazzi che si ammazzano e ammazzano per caso perché su di giri.
Magari per un "binge drinking", cinque-sei bevute d’un fiato in un sabato sera. Appignano, aprile scorso, Marco Ahmetovic che sale sul furgone ubriaco e fa fuori quattro ragazzi in motorino. E proprio all’indomani della sentenza di Ascoli, il ministro ieri a "Domenica In" è tornata sull’argomento, uno tra quelli che le stanno più a cuore: alzare il divieto dagli attuali 16 ai 18 anni, "perché è anche l’età simbolica della maturità". Responsabilizzare i giovani al consumo di una sostanza che se abusata (e lo è sempre di più), uccide più di ogni altra. I kit di autocontrollo del tasso etilico ne sono uno strumento: mettono in mano ai ragazzi un test fai-da-te per capire se si è alticci, e in mano a un amico il volante se la risposta è positiva. Accordi in corso con le farmacie.
L’Organizzazione mondiale della Sanità nel 2001 aveva contato 55mila 15-29enni morti per alcol, in Italia il 40% degli incidenti mortali tra i giovani è provocato da ebbrezza che è anche la causa del 46% delle vittime tra i 14 e i 24 anni. "Quando parliamo di abuso, intendiamo anche il consumo di alcol al di fuori dei pasti, tante volte in modo sostitutivo a questi". Lo fanno soprattutto i 14-17enni, un drink anziché un panino: dal 1994 al 2006 raddoppiati. Un problema sociale, di stili di vita, di coscienza e di parecchie cose insieme e che richiede interventi importanti. A più livelli, visto che eccedere col bere "veicola l’uso di droghe". E dunque, si chiede retorica la Turco, "non è giusto porre questo come uno dei problemi fondamentali di sanità pubblica?".
Le idee in questi ultimi mesi sono state varie, alcune realizzate, vedi la stretta sulla sicurezza stradale: niente alcol nei locali notturni dopo le due, con i gestori che devono avere per obbligo all’uscita un alcol test volontario. Per chi schiaccia sull’acceleratore con un goccio di più in corpo, multe d’eccesso di velocità che si sommano a quelle per eccesso etilico, vale a dire almeno 200 euro in più. Ma la Turco ha anche altre idee in evoluzione o progressiva applicazione, punta molto sugli accordi con le aziende produttrici, con le farmacie, i pubblicitari.
Anche a loro chiede un’assunzione di responsabilità, a chi fa gli spot di dare informazioni corrette, a chi imbottiglia di avvertire dei pericoli. Etichette "choc" come quelle sulle sigarette, kit di autocontrollo, e altri progetti: il "Piano nazionale alcol e salute", triennale, punta su 10 obiettivi, dalla campagna sui rischi all’abbassamento anagrafico dell’accesso all’uso. "Guadagnare Salute", programma elaborato insieme a Giovanna Melandri che interviene su nutrizione, fumo, attività sportiva e, appunto, alcol.
Ricorda la Turco che il 45% degli incidenti è tra il venerdì e sabato, quando i ragazzi cercano di strafare, di andare oltre. "Certo non siamo marziani, altrove è anche peggio", ma è segnale che bisogna interpretare, e governare: con misure forti e interventi decisi "senza che si parli di proibizionismo", ma anche con un lavoro più diffuso e articolato e partecipativo, ci riguarda tutti.


ALCOLISMO

SANITA’/ TURCO: GIUSTO DIVIETO VENDITA SUPERALCOLICI A UNDER 18

A Domenica In anche Alemanno: importante impegno ministro

Roma, 7 ott. - "Penso, con l’Organizzazione mondiale della sanita’, che sia giusto vietare la vendita di superalcolici fino a 18 anni". Lo ha affermato a ’Domenica In’ il Ministro della salute, Livia Turco. Turco ha ricordato che il dicastero dei lei diretto sta "definendo un gruppo tecnico che si occupi di elaborare etichette che aiutino a consumare in modo responsabile gli alcolici". "Gli incidenti mortali collegati all’alcool", ha spiegato, "sono la prima causa di morte tra i giovani. L’abuso di alcool veicola l’abuso di droghe. E’ necessario sollecitare tutti ad una forma di responsabilità, e tra questi ci sono le aziende che producono alcolici e superalcolici".

Per il deputato di An, Gianni Alemanno, anche lui ospite della trasmissione, "tra i giovani è presente una cultura dello sballo che è la prima spinta verso droga e alcolismo. E’ importante questo impegno del Ministero e mi auguro che si faccia lo stesso anche nei confronti della droga. Lo sballo però non deve essere cavalcato dalle pubbliche amministrazione, dalle quali deve arrivare un segnale di sobrietà".


DIREGIOVANI

Alcol. Gruppi Auto-Aiuto: divieto minorenni? più che favorevoli
Roma, 8 ott. - "Siamo più che favorevoli alla proposta del ministro Turco di proibire l’uso di alcolici ai minorenni". Saluta con favore Giampaolo Novi, portavoce dell’Acat, Associazione dei club degli alcolisti in trattamento, la proposta del ministro Livia Turco di proibire il consumo di alcolici ai minorenni, estendendo il divieto di vendita ai 18 anni. "Oggi si inizia a bere a 11, 12 anni e nei nostri gruppi di terapia ci sono alcolisti 18enni - spiega Novi -. E’ diventato normale vedere per le strade giovanissimi con in mano la bottiglia di birra. Quindi siamo favorevoli a tutto ciò che può contrastare questo problema".
Novi è d’accordo anche con la proposta di stampare scritte ’choc’ sulle bottiglie che evidenziano i rischi del consumo eccessivo: "Forse, come per le sigarette - dice il collaboratore dell’Acat -, non servirà a far smettere, ma in ogni caso è un intervento utile. Non dimentichiamoci che la nostra è una cultura basata sul vino: siamo cresciuti con la bottiglia sulla tavola e portati, per tradizione, a sottovalutare i rischi del suo consumo". Poco evidenziati, secondo Novi, sono anche "i rischi connessi alle conseguenze del consumo di alcol", in particolare gli incidenti stradali e le morti dovute all’eccesso di assunzione, ma anche malattie "come la cirrosi epatica", per esempio, "che - dice il portavoce dell’Acat - incidono notevolmente sulle spese sanitarie".
Gianpaolo Novi, favorevole anche ai kit di autocontrollo proposti dal ministro Turco, ricorda che l’Acat ha avanzato un’ulteriore idea per disincentivare l’uso dell’alcol in discoteca. "Si dovrebbe scindere il costo dell’ingresso nel locale da quello della consumazione - conclude -. Se i ragazzi hanno accesso ’gratuito’ al superalcolico sono portati ad abusarne. Se, invece, devono acquistare di tasca propria la consumazione, sono portati a pensarci di più e magari a rinunciarci o a limitarsi".


DIREGIOVANI

Proibire l’alcol ai teenagers? è un bene anche per gli adulti

Roma, 8 ott. - "E’ un bene sia per gli adulti, sia per i ragazzi". E’ favorevole lo psicologo e psicoterapeuta, Federico Bianchi di Castelbianco, alla proposta del ministro della Salute, Livia Turco, di vietare il consumo degli alcolici ai minorenni. "Da un lato - spiega - la proibizione frena i giovani dal bere, senza incentivare la trasgressione, perché per loro questa è rappresentata dall’ubriacarsi, non solo dal bere".

Dall’altro, aggiunge Bianchi di Castelbianco, "è un’ottima occasione per gli adulti di riprendere il loro ruolo di educatori, dando un limite ai ragazzi ma anche al proprio permissivismo. Un adulto - conclude lo psicologo - non può e non deve essere sempre conciliante verso gli aspetti negativi dei ragazzi".


AGENFAX

BAROSINI SUL DIVIETO DEGLI ALCOLICI DOPO LE DUE DI NOTTE: VALGA PER TUTTI I LOCALI 
8/10 - "Bene il divieto di vendere alcol dopo le due di notte, ma deve valere per tutti. E’ l’opinione di Giovanni Barosini - segretario provinciale UDC di Alessandria - che sul problema alcol ha già da tempo iniziato una vera e propria battaglia. "Registriamo con soddisfazione - ha detto - l’entrata in vigore della legge che prevede il divieto di somministrare bevande alcoliche dalle due di notte in avanti, una norma indispensabile di prevenzione per frenare il flagello di incidenti stradali causati da ubriachi, in particolare per quanto riguarda le stragi del sabato sera. 
E’ necessario pero’ chiarire che tale decreto deve valere per tutti coloro che somministrano bevande alcoliche e non soltanto per discoteche e locali di intrattenimento.
’Nel frattempo è necessario far rispettare la norma ovunque sul territorio, anche laddove gli interessi economici di alcuni gestori irresponsabili rischiano di trovare coperture o inammissibili distrazioni". 


IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)

In prima pagina

L’APPELLO DI CARLA MARIANI PORTIOLI DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA

"No alle offerte raccolte nelle feste della birra"

Reggiolo

La festa della birra di Reggiolo - come abbiamo scritto nei giorni scorsi - ha raccolto notevoli risorse economiche da devolvere a favore della Sanità reggiana. L’ultima edizione della manifestazione ha infatti permesso al Grade del paese della Bassa di ottenere un utile di 175mila euro, di cui gran parte devoluta a favore dello sviluppo dell’Ematologia del Santa Maria Nuova di Reggio. Ma c’è chi, pur lodando l’impegno dei volontari, contesta l’uso della parola legata alla bevanda alcolica per denominare la festa. E’ Carla Mariani Portioli, coordinatrice dell’Associazione europea familiari e vittime della strada. "La grande festa - dice la ’mamma coraggio’ luzzarese - ha raccolto soldi da destinare alla sanità locale. Come sarebbe stato bello se i destinatari avessero avuto il coraggio di rifiutare, per motivi etici, questo denaro, frutto della distribuzione dell’alcol, soprattutto a giovani e giovanissimi. Se si organizzasse una "festa del tabacco" per raccogliere denaro per il reparto di Pneumologia del nostro ospedale, forse qualcuno si scandalizzerebbe". E sulle nuove normative sulla prevenzione degli incidenti, aggiunge: "Chiediamo che si preveda la decurtazione di tutti i venti punti della patente di fronte ad infrazioni accertate legate all’abuso di alcol (*), con revoca della patente per chi uccide sulla strada, confisca del veicolo, certezza della pena".

Dovrebbero esserci inoltre delle penalizzazioni a carico dei Comuni che concedono aree pubbliche per la realizzazione di feste "in nome dell’alcol", oltre ai divieti di pubblicità tv di bevande alcoliche nelle fasce protette.

(*) Nota: la dichiarazione è stata riportata in maniera imprecisa. Il testo esatto di questo comunicato lo trovate nella rassegna di ieri.


VITA.IT

Alcol, un cortometraggio ne denuncia il pericolo

di Redazione (redazione@vita.it)

08/10/2007 

Il corto è stato realizzato dall’Associazione alcolisti in trattamento del Molise. Venerdì 12 a Campobasso la presentazione 

Venerdì 12 Ottobre, alle ore 20.30, il Cinema Indipendente Ex-Onmi Alphaville di Campobasso ospiterà la presentazione del cortometraggio “La Finestra Sulla Libertà”.

Il corto, realizzato a costo zero, è il primo a livello nazionale ad affrontare il problema dell’alcolismo, dentro e fuori dal carcere, ed evidenzia la metodologia di recupero offerta dai Club degli Alcolisti in Trattamento.

La proiezione del corto sarà preceduta dall’intervento della Dott.ssa Angelica Romanelli, psicoterapeuta del Sert di Campobasso, servitrice insegnante del CAT Crisalide di CB e presidente dell’Arcat, Associazione regionale club alcolisti in trattamento.

Gli spunti forniti da Romanelli favoriranno il dibattito seguente la proiezione, a cui sono stati invitati l’Assessore Comunale alle Politiche Sociali e Giovanili, il Centro Sportivo Italiano provinciale e regionale, la Direttrice della Casa Circondariale di CB e la Caritas regionale.

La serata è organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica ad assumere un ruolo attivo su un problema grave, come quello dell’alcolismo, trasformatosi in piaga sociale e culturale.

Da sabato 13, il giorno seguente alla serata di presentazione, il cortometraggio sarà disponibile online, al prezzo simbolico di € 1,00 . Il 20% del ricavato andrà all’Arcat, il restante 80% servirà per auto-finanziare progetti futuri.


L’ESPRESSO

"TUMORE AL SENO QUANTO CONTA L’ALCOL

"Finalmente si è capito in che modo il consumo di alcol, anche in piccole quantità, aumenta il rischio di sviluppare un tumore al seno, un legame che per gli epidemiologie hanno dimostrato da tempo ma che, finora, non aveva una spiegazione convincente: Lo hanno chiarito i ricercatori del Mississipi Medical Center di Jackson, che hanno condotto esperimenti su modelli animali di neoplasie molto simili a quelle umane. 

Secondo quanto riferito al Congresso della Società di fisiologia, ai topi è stato somministrato nella misura di un paio di bicchieri di vino al giorno, oppure acqua, quindi è stato inoculato loro il tumore. Dopo un mese, i toppi trattati avevano una massa tumorale circa doppia rispetto a quella dei controlli e, ciò che più conta, una densità di nuovi vasi sanguini pari a 1,28 volte quella dei topi che avevano bevuto acqua, cui corrispondeva un valore molto alto di fattore di crescita vascolare (VEGF). Ciò dimostra che l’alcol stimola la proliferazione neoplastica favorendo l’angiogenesi, probabilmente aumentando l’espressione del fattore di crescita".

Agnese Codignola


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da EUROFINANZA)

Alcol: Fipe e Silb stop ai rapporti con le istituzioni

Sospensione immediata di ogni azione e ogni rapporto di collaborazione con le Istituzioni nazionali e locali come forma di protesta. E’ quanto deciso da Fipe e Silb in relazione all’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale, che prevede la cessazione alle ore due dell’attività di somministrazione di bevande alcoliche nei locali dove vengono organizzate forme di intrattenimento. “Il divieto – si legge in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai titolari dei Ministeri interessati per sollecitare un quadro normativo più efficace e rispettoso, oltre che di tutti i consumatori interessati, anche delle imprese e dei loro lavoratori. - colpisce 2.500 discoteche, 400 night club e oltre 10.000 locali serali che effettuano concerti, concertini ed altri intrattenimenti”.

La Federazione dei pubblici esercizi e quella degli imprenditori dei locali da ballo si erano già attivate per tutelare la salute dei cittadini. In questi mesi era stato aperto un tavolo con i Ministeri e con le amministrazioni locali per dare vita a una serie di iniziative ed azioni di educazione e di prevenzione volontaria, come l’alcol test, incontri tematici con i giovani, convegni, “guidatore designato”, campagne sulla sicurezza stradale e altro ancora. All’inizio dell’estate era stato sottoscritto con i Ministeri dell’Interno e delle Politiche Sociali e Giovanili il Codice etico di autoregolamentazione per la sicurezza stradale. Nonostante questi sforzi da parte dei pubblici esercizi, “il Parlamento - si legge ancora nel testo - ha deliberato una norma che fa ricadere esclusivamente sulle imprese, sui lavoratori del settore, sui cittadini, sui turisti la responsabilità di vedere ridotto il numero degli incidenti stradali”.

“La responsabilità addossata agli esercenti – si legge infine - risulta troppo gravosa. Da tempo i pubblici esercizi hanno imboccato con convinzione crescente la via della responsabilità sociale, collaborando con le Istituzioni nazionali e locali. Il divieto è stato adottato senza alcuna verifica preventiva dell’impatto su consumatori, imprese di intrattenimento e loro filiera produttiva e avrà come effetto la chiusura anticipata dell’attività alle ore due di notte, con gravissime conseguenze sulla sopravvivenza economica delle aziende, sull’occupazione degli oltre 53.000 addetti del comparto musicisti, artisti, personale di sala, e quant’altro. Non è stato considerata neanche la perdita di attrattiva turistica complessiva del nostro Paese che sarà privato di un segmento rilevante dell’offerta di divertimento. A queste condizioni, con l’incombente minaccia di una norma iniqua, superficiale e ottusa, diventa impossibile per le imprese dedicare tempo e risorse umane ed economiche proprie a quelle attività volontarie di prevenzione che con profondo senso civico avevano intrapreso”.


IL SECOLO XIX

L’urlo di una sirena annuncia: stop agli alcolici prima notte in discoteca con la nuova legge
Il popolo della notte abbandona la pista per andare a bere nel bar a fianco, poi torna a lanciarsi nelle danze
L’URLO agghiacciante di una sirena nel cuore della notte e poi la voce soave della vocalist che comunica: 
«Da questo momento l’entrata in vigore della nuova legge ci obbliga a sospendere la somministrazione di bevande alcoliche, ma chi vuole bere ancora qualcosa può recarsi al bar del nostro Caffè qui fuori a lato».
Sono le due della mattina alla discoteca Alporto di Alassio, quando il popolo della notte inizia piano piano a svuotare la pista per uscire (temporaneamente) dal locale e seguire il consiglio lanciato dall’alto della consolle. I bar in cui non si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento non sono infatti soggetti al decreto che, nel tentativo di contrastare il fenomeno dell’alcolismo, vieta di servire alcolici dopo una certa ora.
Al Caffè Alporto, accomunato alla discoteca dalla stessa gestione oltre che dal nome, non si balla né si ascolta musica e non ci sono neppure ragazze a fare animazione, eppure la gente continua ad arrivare per ordinare drink a base di vodka, gin, rum o anche solo una birra e poi riprendere a brindare e bere in compagnia. Alla fine pare anche che qualcuno ci guadagni, visto che le consumazioni in discoteca sono soggette a una tassa del 20% e quelle al bar solo del 10%.
Chi vuole poi può rientrare in discoteca, senza pagare di nuovo l’ingresso, per tornare a scatenarsi in pista fino all’ora che vuole. Molti dicono di poter bere a piacimento perché poi non dovranno guidare per tornare a casa, altri sostengono di riuscire a valutare da soli se dopo potranno prendere la macchina o meno. «È giusto che ci siano dei controlli e anche severi e che si cerchi di portare la gente a ballare nei locali un po’ prima - riconosce Nadia di Andora, che al Caffè ha appena ordinato una vodka lemon - Però voglio essere io a decidere che cosa posso bere e quando, anche perché se poi non mi sento bene sono la prima a preferire di non guidare». (*)
Altri ancora raccontano che il decreto avrebbe un senso se vietasse di servire alcolici alle discoteche soltanto dopo le tre (quando ormai la festa si avvia alla fine) e ai bar già dopo l’una, per evitare di offrire una evidente via di fuga.
Per l’animatrice Layla Kalezia Meneghini: «Il pericolo nasce in strada con la velocità, non in discoteca con il ritmo», ma alla fine è chiaro che, pur con le bottiglie del bar della discoteca coperte dopo le due da un eloquente drappo arancione, la legge contro l’alcol difficilmente riuscirà a sbancare la roulette del divertimento.
Marco Vallarino
(*) Nota: non c’è motivo di dubitare della buona fede di chi fa simili affermazioni. Occorre però che qualcuno spieghi loro che una delle conseguenze dell’uso degli alcolici, è proprio l’alterazione della capacità di valutare il proprio stato mentale e le proprie capacità. In assenza di questa consapevolezza, il semplice divieto di vendere alcolici a molti risulta incomprensibile e viene vissuto come una intrusione nelle proprie scelte personali.


IL GAZZETTINO (Padova)

È stato il sabato notte degli ubriachi. ...
È stato il sabato notte degli ubriachi. Tutti romeni. Schiamazzi, danneggiamenti, risse. Hanno costretto la polizia ad intervenire più volte. Hanno fatto correre le "volanti" da una parte all’altra del centro storico. E anche al pronto soccorso i sanitari hanno avuto il loro bel da fare. Niente male come prodotto dell’integrazione etnica.

La sarabanda è iniziata poco dopo le nove, in Prato della Valle, appena sgomberato dal mercato settimanale. I mezzi dell’Aps stavano pulendo l’anello attorno all’Isola Memmia. E un gruppo di giovanotti neoeuropei, ridotti da una abbondante bevuta di alcol all’incapacità di intendere e volere, ha cominciato ad azzuffarsi senza nemmeno sapere il perchè. Così, per sport. Quando sul posto è giunta la polizia un terzetto se le stava dando di santa ragione. Gli agenti hanno faticato un po’ a dividere i contendenti, avvinghiati in una massa informe e barcollante. Scene già viste, che si ripetono quasi tutte le settimane.
Due ore più tardi una nuova segnalazione alla centrale operativa della Questura ha costretto un’altra pattuglia ad intervenire. Questa volta in via Citolo da Perugia. Un romeno, ubriaco fradicio, dopo avere fatto mezzo finimondo, ha avuto la brillante idea di offendere un connazionale. Costui, evidentemente più sobrio, non ha digerito affatto l’ingiuria e si è vendicato piazzando una robusta randellata sulla capoccia del compaesano. E siccome questi ha iniziato a sanguinare, i poliziotti hanno fatto intervenire un’ambulanza. Al pronto soccorso è stato medicato, quindi è stato dirottato in Questura. È emerso che causa della lite scoppiata per futili motivi era proprio il ferito sbronzo: ha guadagnato una denuncia per ubriachezza molesta.
All’una e quaranta della notte la richiesta di intervento è partita da via Facciolati dove un folto drappello di stranieri schiamazzava alla grande disturbando i residenti. Giunta sul posto la "volante" ha identificato sei romeni, tutti abbondantemente brilli. Gli agenti hanno disperso il gruppo. Ma non è bastato. Perchè alle tre e un quarto un altro cittadino ha telefonato alla polizia segnalando che qualcuno stava urlando mandando ruote all’aria i cassonetti, ancora in via Facciolati. I poliziotti sono ritornati. Erano tre romeni - di ventiquattro, ventuno e diciannove anni - del gruppo di prima, che proseguivano la "fiesta". Uno era in sella ad un ciclomotore, senza patentino e senza assicurazione. Sono stati denunciati. La notte è tornata finalmente calma. Fino alla prossima bevuta.


IL GAZZETTINO

NEL WEEKEND 
Una decina le patenti ritirate per ebbrezza ed eccesso di velocità
Più di una decina le patenti ritirate dalla Polstrada nella notte tra sabato e domenica e nell’intera giornata di ieri. Tutte per ebbrezza. C’è chi andava a zig zag in tangenziale e chi schiacciava troppo sull’acceleratore. Il primato in velocità va al turco, a bordo di un’auto noleggiata, pizzicato mentre correva a 218 chilometri orari nell’A4 nel tratto tra Dolo e Venezia. Il più ubriaco invece l’inglese che ieri pomeriggio, a bordo di una Reanult 5, faceva la serpentina nella corsia di emergenza nella tangenziale all’altezza di Villabona. E poi tutti gli altri con tassi di alcol superiori a 2 (il limite è 0,50) e per la maggior parte giovani.


IL MATTINO

Movida e alcol cinque denunce della Polstrada

Contro le stragi del sabato sera scende in campo anche la polizia stradale. È stato così che sabato notte diciassette pattuglie, agli ordini del commissario capo Salvatore Imparato e del vicequestore aggiunto Pio Russo, hanno rastrellato strade e autostrade nei tratti di propria competenza. In particolare nei pressi dei locali notturni. In totale sono state controllare 289 persone. Cinque sono state denunciate per guida in stato di ebbrezza, una per guida sotto l’effetto di sostanza stupefacente, una per ricettazione di veicolo rubato, otto le patenti sequestrate, nove le carte di circolazione sequestrate, 49 i punti decurtati, quattro gli incidenti stradali rilevati di cui uno con lesioni, due contravvenzioni per eccesso di velocità.


IL MATTINO

Ubriaco alla guida, l’auto si ribalta: muore l’amico

Alcool e velocità all’origine dell’ennesima tragedia della strada avvenuta all’alba di ieri sulla tangenziale: un giovane di 27 anni, Salvatore Sieno, è morto: il conducente dell’auto, C.M., 34 anni, rimasto miracolosamente illeso, è risultato positivo al test alcoolimetrico. Quando si è reso conto che l’amico era morto, stava per compiere un gesto di disperazione ma è stato bloccato dagli agenti della Polizia stradale. I due uomini avevano trascorso la serata di sabato in un locale della zona flegrea. Verso le 5.30 stavano rientrando con una Polo quando poco dopo la galleria della Solfatara è avvenuta la tragedia. Dagli accertamenti della sottosezione di Fuorigrotta della Polstrada, diretta dal sostituto commissario Fulvio Papa, è emerso che la vettura percorreva a velocità sostenuta la corsia centrale quando, giunto all’uscita della galleria, il guidatore ha fatto una brusca frenata slittando a sinistra e poi a destra urtando contro guard rail e un palo dell’illuminazione. Poi la Polo si è ribaltata ed ha proseguito la sua corsa strusciando con il tetto sull’asfalto per centinaia di metri.


IL TIRRENO

Lite tra barboni, un morto
Roma: tunisino accoltella un italiano 
ROMA. Una lite per futili motivi tra due barboni degenerata in omicidio forse anche a causa dell’alcol. Un diverbio sfociato in tragedia tra due delle centinaia di “esclusi” che ogni notte a Roma si contendono un alloggio di fortuna. È accaduto l’altra notte in un parco della periferia di Roma, nel quartiere Tor Tre Teste, dove un tunisino di 31 anni, clandestino, ha ucciso con un colpo di coltello da cucina al petto un italiano non ancora identificato di una cinquantina di anni. Il tunisino, N.M., è fuggito subito dopo, a piedi, ma dopo un’ora si è costituito ai carabinieri che intanto avevano avviato ricerche nella zona. Tra i due, prima delle tre, era sorta una lite mentre si trovavano nei pressi di una casa diroccata utilizzata come rifugio da extracomunitari e clochard e dove essi stessi erano andati a vivere, autonomamente, da un paio di settimane. Nel casolare trova rifugio anche un gruppo di romeni.


IL MESSAGGERO

Ubriachi sfregiano quadro di Monet al museo d’Orsay a Parigi
PARIGI - Il dipinto di Claude Monet "Le pont d’Argenteuil" è stato «gravemente danneggiato» la scorsa notte da alcuni vandali che si sono introdotti nel Musée d’Orsay a Parigi. Lo ha reso noto oggi il ministro della Cultura francese. Il quadro, dipinto nel 1874, di uno dei più importanti esponenti dell’impressionismo è stato «lacerato per almeno dieci centimetri», ha precisato il ministero.
«Un gruppo di persone un po’ alticce si è introdotto nel museo d’Orsay - ha raccontato Paul Rechter, consigliere della comunicazione del ministro della Cultura, Christine Albanel -. È scattato l’allarme e allora hanno dato il colpo al dipinto, danneggiandolo gravemente».
Il quadro di Monet, nato a Parigi nel 1840 e morto nel 1926, raffigura tre piccoli battelli davanti al ponte di Argenteuil che attraversa la Senna vicino a Parigi.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RELEREGGIOCALABRIA)

Tenta di danneggiare statua De Chirico

Un uomo, B.P., di 35 anni, è stato arrestato a Cosenza perché ha minacciato gli agenti della polizia di Stato che erano intervenuti per impedirgli di danneggiare la statua di De Chirico ’San Giorgio ed il Drago’. L’uomo, che era sotto gli effetti di alcol e droga, era nei pressi della statua che compone il Museo all’aperto di Cosenza e stava cercando di danneggiarla. Dopo alcune segnalazioni anonime i poliziotti sono intervenuti e l’uomo li ha minacciati verbalmente, opponendo resistenza per evitare di essere controllato. Accompagnato negli uffici della questura l’uomo, che è stato trovato in possesso di un coltello e di un grammo di hascisc, è stato arrestato.


BLOGOSFERE

Trattamento dipendenza alcol: online corso Boston University
Destinato a operatori delle dipendenze ma anche a pazienti e familiari, il corso è diviso in tre parti: della documentazione di compendio, è di utilità in particolare:
Patient Education Materials - materiali educativi per pazienti e familiari.
Stiamo parlando del primo corso interattivo sulla dipendenza da alcol e il suo trattamento, An Introduction to Medication for Alcohol Dependence, allestito in rete dalla Boston University School of Public Health. Ed è il primo di una serie che prenderà il nome Helping You to Help Your Patient.
Rigorosamente in inglese (ma anche rigorosamente gratuito), fa una panoramica sulle più recenti scoperte in materia di alcoldipendenza, focalizzandosi in particolare sugli aspetti epidemiologici, sugli effetti dell’assunzione sul cervello, sulle le opzioni farmacoterapeutiche più efficaci, spiegando come queste agiscano sui meccanismi cerebrali coinvolti nell’alcoldipendenza e quale ruolo possono avere in un programma terapeutico integrato. I nuovi trattamenti farmacologici infatti possono dare buoni risultati in termini di outcome soprattutto se affiancati da counseling e sostegno psicologico durante e dopo il periodo di intervento.


PANORAMA

Dannoso, menzognero e incline alla frode: il vino è finito sotto processo
Il nettare degli dei è finito sotto processo, accusato di falsa testimonianza. Al Tribunale penale di Bergamo, l’8 ottobre, nell’ambito di Bergamo Scienza, esperti del settore, medici, avvocati, sommelier e studenti, nella veste di giurati, decideranno, tra il serio e il faceto, se assolvere o condannare una bevanda sotto l’occhio del ciclone.
Amato come non mai negli ultimi tempi (vedi i numeri), oggi è conteso da salutisti e amanti del gusto. Ecco i capi d’imputazione: danni alla salute pubblica (se si abusa di alcol, di cui il vino è il conduttore più a buon mercato, si incorre a gravi danni per la salute: ci si fa male o si fa del male agli altri), falsa testimonianza (secondo l’antico detto “in vino veritas” è da stabilire se davvero il vino distrugge ogni inibizione), frode o sofisticazione (tanti i casi di contraffazione, prezzi esagerati, per non parlare del vecchio incubo “metanolo”).
Ad organizzare l’evento è il Cesvi (un’organizzazione umanitaria che presenta, per l’occasione, anche un importante progetto realizzato in Albania per il sostegno ai produttori nel settore di viticoltura e zootecnia) in collaborazione con Slow Food e Veronelli Editore. Lo scopo è indagare gli aspetti sociali, culturali ed economici del mondo enologico, analizzando in modo critico e ironico tutti i risvolti del vino sulla società.
Lo strumento? Interrogatori e contro-interrogatori, deposizioni di testimoni ed esperti, prove, studi ed esperienze a favore e contro i capi di imputazione. Al Presidente del Tribunale (Ettore Tibaldi, zoologo e vicepresidente Cesvi) spetterà la pronuncia della sentenza finale di innocenza o colpevolezza.

Un sistema, quello del processo all’americana, già positivamente sperimentato dal Cesvi sul cacao (processato e assolto circa un anno fa). Perché favorisce la partecipazione pubblica e stimola nei più giovani il giudizio critico più di qualsiasi noioso convegno.
Indipendentemente dal verdetto, comunque, l’imputato sarà a disposizione del pubblico, alla fine del processo, per le degustazioni di rito.


IL PICCOLO DI TRIESTE


alcolisti, incontro pubblico dei due club di cormons


ALTO ADIGE


alcol vietato: le bottiglie si mettono nel deposito


L’ECO DI BERGAMO


Coprifuoco alcolico, ma dopo le 2 si beve ancora

Il kit «antiubriachezza» sarà in farmacia


LA GAZZETTA DI MODENA


guidava sbronza, sancesarese nei guai


IL CORRIERE VENETO


Ubriachi alla guida, immigrati denunciati


GAZZETTA DI PARMA


Alcol vietato, le proteste dei baristi: «Strumento inefficace»

Martedì, 09 Ottobre 2007
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