LA REPUBBLICA
Il
ministro annuncia: kit per controllare chi beve troppo Negli ultimi anni il
consumo fra i ragazzi è raddoppiato Alcol e giovani, alt
della Turco "Vietiamolo ai minorenni" di ALESSANDRA RETICO ROMA - 8 ottobre 2007 - Fino a 18 anni niente
alcol. Non vuole fare la sceriffa, Livia Turco usa verbi come responsabilizzare
e informare e coinvolgere perché sa che proibire e basta non salva: gli
incidenti mortali per un bicchiere di troppo sono la prima causa di morte tra i
giovani. Il ministro aveva proposto già in Finanziaria di innalzare l’età per
il divieto di vendita, ma la faccenda per varie cause nel frattempo è decaduta.
Poi in mezzo c’è stata un’estate pesante di vittime dello sballo, ragazzi che
si ammazzano e ammazzano per caso perché su di giri. Magari per un "binge drinking",
cinque-sei bevute d’un fiato in un sabato sera. Appignano, aprile scorso, Marco
Ahmetovic che sale sul furgone ubriaco e fa fuori quattro ragazzi in motorino.
E proprio all’indomani della sentenza di Ascoli, il ministro ieri a
"Domenica In" è tornata sull’argomento, uno tra quelli che le stanno
più a cuore: alzare il divieto dagli attuali 16 ai 18 anni, "perché è
anche l’età simbolica della maturità". Responsabilizzare i giovani al
consumo di una sostanza che se abusata (e lo è sempre di più), uccide più di
ogni altra. I kit di autocontrollo del tasso etilico ne sono uno strumento:
mettono in mano ai ragazzi un test fai-da-te per capire se si è alticci, e in
mano a un amico il volante se la risposta è positiva. Accordi in corso con le
farmacie. L’Organizzazione mondiale della Sanità nel
2001 aveva contato 55mila 15-29enni morti per alcol, in Italia il 40% degli
incidenti mortali tra i giovani è provocato da ebbrezza che è anche la causa
del 46% delle vittime tra i 14 e i 24 anni. "Quando parliamo di abuso,
intendiamo anche il consumo di alcol al di fuori dei pasti, tante volte in modo
sostitutivo a questi". Lo fanno soprattutto i 14-17enni, un drink anziché
un panino: dal 1994 al 2006 raddoppiati. Un problema sociale, di stili di vita,
di coscienza e di parecchie cose insieme e che richiede interventi importanti.
A più livelli, visto che eccedere col bere "veicola l’uso di droghe".
E dunque, si chiede retorica la Turco, "non è giusto porre questo come uno
dei problemi fondamentali di sanità pubblica?". Le idee in questi ultimi mesi sono state
varie, alcune realizzate, vedi la stretta sulla sicurezza stradale: niente
alcol nei locali notturni dopo le due, con i gestori che devono avere per
obbligo all’uscita un alcol test volontario. Per chi schiaccia
sull’acceleratore con un goccio di più in corpo, multe d’eccesso di velocità
che si sommano a quelle per eccesso etilico, vale a dire almeno 200 euro in
più. Ma la Turco ha anche altre idee in evoluzione o progressiva applicazione,
punta molto sugli accordi con le aziende produttrici, con le farmacie, i
pubblicitari. Anche a loro chiede un’assunzione di
responsabilità, a chi fa gli spot di dare informazioni corrette, a chi
imbottiglia di avvertire dei pericoli. Etichette "choc" come quelle
sulle sigarette, kit di autocontrollo, e altri progetti: il "Piano
nazionale alcol e salute", triennale, punta su 10 obiettivi, dalla
campagna sui rischi all’abbassamento anagrafico dell’accesso all’uso.
"Guadagnare Salute", programma elaborato insieme a Giovanna Melandri
che interviene su nutrizione, fumo, attività sportiva e, appunto, alcol. Ricorda la Turco che
il 45% degli incidenti è tra il venerdì e sabato, quando i ragazzi cercano di
strafare, di andare oltre. "Certo non siamo marziani, altrove è anche
peggio", ma è segnale che bisogna interpretare, e governare: con misure
forti e interventi decisi "senza che si parli di proibizionismo", ma
anche con un lavoro più diffuso e articolato e partecipativo, ci riguarda tutti.
ALCOLISMO
SANITA’/ TURCO: GIUSTO
DIVIETO VENDITA SUPERALCOLICI A UNDER 18
A Domenica In anche
Alemanno: importante impegno ministroRoma, 7 ott. - "Penso, con
l’Organizzazione mondiale della sanita’, che sia giusto vietare la vendita di
superalcolici fino a 18 anni". Lo ha affermato a ’Domenica In’ il Ministro
della salute, Livia Turco. Turco ha ricordato che
il dicastero dei lei diretto sta "definendo un gruppo tecnico che si
occupi di elaborare etichette che aiutino a consumare in modo responsabile gli
alcolici". "Gli incidenti mortali collegati all’alcool", ha
spiegato, "sono la prima causa di morte tra i giovani. L’abuso di alcool
veicola l’abuso di droghe. E’ necessario sollecitare tutti ad una forma di
responsabilità, e tra questi ci sono le aziende che producono alcolici e
superalcolici". Per il deputato di An, Gianni Alemanno, anche
lui ospite della trasmissione, "tra i giovani è presente una cultura dello
sballo che è la prima spinta verso droga e alcolismo. E’ importante questo
impegno del Ministero e mi auguro che si faccia lo stesso anche nei confronti
della droga. Lo sballo però non deve essere cavalcato dalle pubbliche
amministrazione, dalle quali deve arrivare un segnale di sobrietà".
DIREGIOVANI
Alcol. Gruppi Auto-Aiuto: divieto minorenni?
più che favorevoli Roma, 8 ott. - "Siamo più che favorevoli
alla proposta del ministro Turco di proibire l’uso di alcolici ai
minorenni". Saluta con favore Giampaolo Novi, portavoce dell’Acat,
Associazione dei club degli alcolisti in trattamento, la proposta del ministro
Livia Turco di proibire il consumo di alcolici ai minorenni, estendendo il
divieto di vendita ai 18 anni. "Oggi si inizia a bere a 11, 12 anni e nei
nostri gruppi di terapia ci sono alcolisti 18enni - spiega Novi -. E’ diventato
normale vedere per le strade giovanissimi con in mano la bottiglia di birra.
Quindi siamo favorevoli a tutto ciò che può contrastare questo problema". Novi è d’accordo anche con la proposta di
stampare scritte ’choc’ sulle bottiglie che evidenziano i rischi del consumo
eccessivo: "Forse, come per le sigarette - dice il collaboratore dell’Acat
-, non servirà a far smettere, ma in ogni caso è un intervento utile. Non
dimentichiamoci che la nostra è una cultura basata sul vino: siamo cresciuti
con la bottiglia sulla tavola e portati, per tradizione, a sottovalutare i
rischi del suo consumo". Poco evidenziati, secondo Novi, sono anche
"i rischi connessi alle conseguenze del consumo di alcol", in
particolare gli incidenti stradali e le morti dovute all’eccesso di assunzione,
ma anche malattie "come la cirrosi epatica", per esempio, "che -
dice il portavoce dell’Acat - incidono notevolmente sulle spese
sanitarie". Gianpaolo Novi, favorevole anche ai kit di
autocontrollo proposti dal ministro Turco, ricorda che l’Acat ha avanzato
un’ulteriore idea per disincentivare l’uso dell’alcol in discoteca. "Si
dovrebbe scindere il costo dell’ingresso nel locale da quello della
consumazione - conclude -. Se i ragazzi hanno accesso ’gratuito’ al
superalcolico sono portati ad abusarne. Se, invece, devono acquistare di tasca
propria la consumazione, sono portati a pensarci di più e magari a rinunciarci
o a limitarsi".
DIREGIOVANI
Proibire l’alcol ai
teenagers? è un bene anche per gli adulti Roma, 8 ott. - "E’ un bene sia per gli
adulti, sia per i ragazzi". E’ favorevole lo psicologo e psicoterapeuta,
Federico Bianchi di Castelbianco, alla proposta del ministro della Salute,
Livia Turco, di vietare il consumo degli alcolici ai minorenni. "Da un
lato - spiega - la proibizione frena i giovani dal bere, senza incentivare la
trasgressione, perché per loro questa è rappresentata dall’ubriacarsi, non solo
dal bere". Dall’altro, aggiunge Bianchi di Castelbianco,
"è un’ottima occasione per gli adulti di riprendere il loro ruolo di
educatori, dando un limite ai ragazzi ma anche al proprio permissivismo. Un
adulto - conclude lo psicologo - non può e non deve essere sempre conciliante
verso gli aspetti negativi dei ragazzi".
AGENFAX
BAROSINI SUL DIVIETO
DEGLI ALCOLICI DOPO LE DUE DI NOTTE: VALGA PER TUTTI I LOCALI 8/10 - "Bene il divieto di vendere alcol
dopo le due di notte, ma deve valere per tutti. E’ l’opinione di Giovanni
Barosini - segretario provinciale UDC di Alessandria - che sul problema alcol
ha già da tempo iniziato una vera e propria battaglia. "Registriamo con soddisfazione - ha
detto - l’entrata in vigore della legge che prevede il divieto di somministrare
bevande alcoliche dalle due di notte in avanti, una norma indispensabile di
prevenzione per frenare il flagello di incidenti stradali causati da ubriachi,
in particolare per quanto riguarda le stragi del sabato sera. E’ necessario pero’ chiarire che tale decreto
deve valere per tutti coloro che somministrano bevande alcoliche e non soltanto
per discoteche e locali di intrattenimento. ’Nel frattempo è necessario far rispettare la
norma ovunque sul territorio, anche laddove gli interessi economici di alcuni
gestori irresponsabili rischiano di trovare coperture o inammissibili
distrazioni".
IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)
In prima paginaL’APPELLO DI CARLA MARIANI PORTIOLI
DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA
"No alle offerte
raccolte nelle feste della birra" Reggiolo La festa della birra di Reggiolo - come
abbiamo scritto nei giorni scorsi - ha raccolto notevoli risorse economiche da
devolvere a favore della Sanità reggiana. L’ultima edizione della
manifestazione ha infatti permesso al Grade del paese della Bassa di ottenere
un utile di 175mila euro, di cui gran parte devoluta a favore dello sviluppo
dell’Ematologia del Santa Maria Nuova di Reggio. Ma c’è chi, pur lodando
l’impegno dei volontari, contesta l’uso della parola legata alla bevanda
alcolica per denominare la festa. E’ Carla Mariani Portioli, coordinatrice
dell’Associazione europea familiari e vittime della strada. "La grande
festa - dice la ’mamma coraggio’ luzzarese - ha raccolto soldi da destinare
alla sanità locale. Come sarebbe stato bello se i destinatari avessero avuto il
coraggio di rifiutare, per motivi etici, questo denaro, frutto della
distribuzione dell’alcol, soprattutto a giovani e giovanissimi. Se si
organizzasse una "festa del tabacco" per raccogliere denaro per il
reparto di Pneumologia del nostro ospedale, forse qualcuno si
scandalizzerebbe". E sulle nuove normative sulla prevenzione degli
incidenti, aggiunge: "Chiediamo che si preveda la decurtazione di tutti i
venti punti della patente di fronte ad infrazioni accertate legate all’abuso di
alcol (*), con revoca della patente per chi uccide sulla strada, confisca del
veicolo, certezza della pena". Dovrebbero esserci inoltre delle penalizzazioni a
carico dei Comuni che concedono aree pubbliche per la realizzazione di feste
"in nome dell’alcol", oltre ai divieti di pubblicità tv di bevande
alcoliche nelle fasce protette.
(*) Nota: la
dichiarazione è stata riportata in maniera imprecisa. Il testo esatto di questo
comunicato lo trovate nella rassegna di ieri.
VITA.IT
Alcol, un
cortometraggio ne denuncia il pericolodi Redazione (redazione@vita.it)08/10/2007 Il corto è stato realizzato dall’Associazione
alcolisti in trattamento del Molise. Venerdì 12 a Campobasso la
presentazione Venerdì 12 Ottobre, alle ore 20.30, il Cinema
Indipendente Ex-Onmi Alphaville di Campobasso ospiterà la presentazione del
cortometraggio “La Finestra Sulla Libertà”.Il corto, realizzato a
costo zero, è il primo a livello nazionale ad affrontare il problema
dell’alcolismo, dentro e fuori dal carcere, ed evidenzia la metodologia di
recupero offerta dai Club degli Alcolisti in Trattamento.La proiezione del corto sarà preceduta
dall’intervento della Dott.ssa Angelica Romanelli, psicoterapeuta del Sert di
Campobasso, servitrice insegnante del CAT Crisalide di CB e presidente
dell’Arcat, Associazione regionale club alcolisti in trattamento.Gli spunti forniti da Romanelli favoriranno il
dibattito seguente la proiezione, a cui sono stati invitati l’Assessore
Comunale alle Politiche Sociali e Giovanili, il Centro Sportivo Italiano
provinciale e regionale, la Direttrice della Casa Circondariale di CB e la
Caritas regionale.La serata è organizzata per sensibilizzare
l’opinione pubblica ad assumere un ruolo attivo su un problema grave, come
quello dell’alcolismo, trasformatosi in piaga sociale e culturale.Da sabato 13, il giorno seguente alla serata
di presentazione, il cortometraggio sarà disponibile online, al prezzo
simbolico di € 1,00 . Il 20% del ricavato andrà all’Arcat, il restante 80%
servirà per auto-finanziare progetti futuri.
L’ESPRESSO
"TUMORE AL SENO
QUANTO CONTA L’ALCOL"Finalmente si è capito in che
modo il consumo di alcol, anche in piccole quantità, aumenta il rischio di
sviluppare un tumore al seno, un legame che per gli epidemiologie hanno
dimostrato da tempo ma che, finora, non aveva una spiegazione convincente: Lo
hanno chiarito i ricercatori del Mississipi Medical Center di Jackson, che
hanno condotto esperimenti su modelli animali di neoplasie molto simili a
quelle umane.
Secondo quanto riferito al Congresso della Società
di fisiologia, ai topi è stato somministrato nella misura di un paio di
bicchieri di vino al giorno, oppure acqua, quindi è stato inoculato loro il
tumore. Dopo un mese, i toppi trattati avevano una massa tumorale circa doppia
rispetto a quella dei controlli e, ciò che più conta, una densità di nuovi vasi
sanguini pari a 1,28 volte quella dei topi che avevano bevuto acqua, cui
corrispondeva un valore molto alto di fattore di crescita vascolare (VEGF). Ciò
dimostra che l’alcol stimola la proliferazione neoplastica favorendo
l’angiogenesi, probabilmente aumentando l’espressione del fattore di
crescita".
Agnese Codignola
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da EUROFINANZA)
Alcol: Fipe e Silb
stop ai rapporti con le istituzioniSospensione immediata
di ogni azione e ogni rapporto di collaborazione con le Istituzioni nazionali e
locali come forma di protesta. E’ quanto deciso da Fipe e Silb in relazione
all’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale, che prevede la cessazione
alle ore due dell’attività di somministrazione di bevande alcoliche nei locali
dove vengono organizzate forme di intrattenimento. “Il divieto – si legge in
una lettera inviata al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai titolari
dei Ministeri interessati per sollecitare un quadro normativo più efficace e
rispettoso, oltre che di tutti i consumatori interessati, anche delle imprese e
dei loro lavoratori. - colpisce 2.500 discoteche, 400 night club e oltre 10.000
locali serali che effettuano concerti, concertini ed altri intrattenimenti”.La Federazione dei pubblici esercizi e quella
degli imprenditori dei locali da ballo si erano già attivate per tutelare la
salute dei cittadini. In questi mesi era stato aperto un tavolo con i Ministeri
e con le amministrazioni locali per dare vita a una serie di iniziative ed
azioni di educazione e di prevenzione volontaria, come l’alcol test, incontri
tematici con i giovani, convegni, “guidatore designato”, campagne sulla
sicurezza stradale e altro ancora. All’inizio dell’estate era stato
sottoscritto con i Ministeri dell’Interno e delle Politiche Sociali e Giovanili
il Codice etico di autoregolamentazione per la sicurezza stradale. Nonostante
questi sforzi da parte dei pubblici esercizi, “il Parlamento - si legge ancora
nel testo - ha deliberato una norma che fa ricadere esclusivamente sulle
imprese, sui lavoratori del settore, sui cittadini, sui turisti la
responsabilità di vedere ridotto il numero degli incidenti stradali”.“La responsabilità addossata agli esercenti –
si legge infine - risulta troppo gravosa. Da tempo i pubblici esercizi hanno
imboccato con convinzione crescente la via della responsabilità sociale,
collaborando con le Istituzioni nazionali e locali. Il divieto è stato adottato
senza alcuna verifica preventiva dell’impatto su consumatori, imprese di
intrattenimento e loro filiera produttiva e avrà come effetto la chiusura
anticipata dell’attività alle ore due di notte, con gravissime conseguenze
sulla sopravvivenza economica delle aziende, sull’occupazione degli oltre
53.000 addetti del comparto musicisti, artisti, personale di sala, e
quant’altro. Non è stato considerata neanche la perdita di attrattiva turistica
complessiva del nostro Paese che sarà privato di un segmento rilevante
dell’offerta di divertimento. A queste condizioni, con l’incombente minaccia di
una norma iniqua, superficiale e ottusa, diventa impossibile per le imprese
dedicare tempo e risorse umane ed economiche proprie a quelle attività
volontarie di prevenzione che con profondo senso civico avevano intrapreso”.
IL SECOLO XIX
L’urlo di una sirena annuncia: stop agli
alcolici prima notte in discoteca con la nuova legge Il
popolo della notte abbandona la pista per andare a bere nel bar a fianco, poi
torna a lanciarsi nelle danze L’URLO agghiacciante
di una sirena nel cuore della notte e poi la voce soave della vocalist che
comunica: «Da questo momento
l’entrata in vigore della nuova legge ci obbliga a sospendere la
somministrazione di bevande alcoliche, ma chi vuole bere ancora qualcosa può
recarsi al bar del nostro Caffè qui fuori a lato». Sono le due della mattina alla discoteca
Alporto di Alassio, quando il popolo della notte inizia piano piano a svuotare
la pista per uscire (temporaneamente) dal locale e seguire il consiglio
lanciato dall’alto della consolle. I bar in cui non si svolgono spettacoli o
altre forme di intrattenimento non sono infatti soggetti al decreto che, nel
tentativo di contrastare il fenomeno dell’alcolismo, vieta di servire alcolici
dopo una certa ora. Al Caffè Alporto, accomunato alla discoteca
dalla stessa gestione oltre che dal nome, non si balla né si ascolta musica e
non ci sono neppure ragazze a fare animazione, eppure la gente continua ad
arrivare per ordinare drink a base di vodka, gin, rum o anche solo una birra e
poi riprendere a brindare e bere in compagnia. Alla fine pare anche che qualcuno ci guadagni, visto che le
consumazioni in discoteca sono soggette a una tassa del 20% e quelle al bar
solo del 10%. Chi vuole poi può rientrare in discoteca,
senza pagare di nuovo l’ingresso, per tornare a scatenarsi in pista fino
all’ora che vuole. Molti dicono di poter bere a piacimento perché poi non
dovranno guidare per tornare a casa, altri sostengono di riuscire a valutare da
soli se dopo potranno prendere la macchina o meno. «È giusto che ci siano dei controlli e anche severi e che si cerchi di
portare la gente a ballare nei locali un po’ prima - riconosce Nadia di Andora,
che al Caffè ha appena ordinato una vodka lemon - Però voglio essere io a
decidere che cosa posso bere e quando, anche perché se poi non mi sento bene
sono la prima a preferire di non guidare». (*) Altri ancora raccontano che il decreto avrebbe
un senso se vietasse di servire alcolici alle discoteche soltanto dopo le tre
(quando ormai la festa si avvia alla fine) e ai bar già dopo l’una, per evitare
di offrire una evidente via di fuga. Per l’animatrice Layla Kalezia Meneghini: «Il
pericolo nasce in strada con la velocità, non in discoteca con il ritmo», ma
alla fine è chiaro che, pur con le bottiglie del bar della discoteca coperte
dopo le due da un eloquente drappo arancione, la legge contro l’alcol
difficilmente riuscirà a sbancare la roulette del divertimento. Marco Vallarino (*) Nota: non c’è motivo di dubitare della
buona fede di chi fa simili affermazioni. Occorre però che qualcuno spieghi
loro che una delle conseguenze dell’uso degli alcolici, è proprio l’alterazione
della capacità di valutare il proprio stato mentale e le proprie capacità. In
assenza di questa consapevolezza, il semplice divieto di vendere alcolici a
molti risulta incomprensibile e viene vissuto come una intrusione nelle proprie
scelte personali.
IL GAZZETTINO (Padova)
È stato il sabato notte degli ubriachi. ... È stato il sabato
notte degli ubriachi. Tutti romeni. Schiamazzi, danneggiamenti, risse. Hanno
costretto la polizia ad intervenire più volte. Hanno fatto correre le
"volanti" da una parte all’altra del centro storico. E anche al
pronto soccorso i sanitari hanno avuto il loro bel da fare. Niente male come
prodotto dell’integrazione etnica. La sarabanda è iniziata poco dopo le nove, in
Prato della Valle, appena sgomberato dal mercato settimanale. I mezzi dell’Aps
stavano pulendo l’anello attorno all’Isola Memmia. E un gruppo di giovanotti
neoeuropei, ridotti da una abbondante bevuta di alcol all’incapacità di
intendere e volere, ha cominciato ad azzuffarsi senza nemmeno sapere il perchè.
Così, per sport. Quando sul posto è giunta la polizia un terzetto se le stava
dando di santa ragione. Gli agenti hanno faticato un po’ a dividere i contendenti,
avvinghiati in una massa informe e barcollante. Scene già viste, che si
ripetono quasi tutte le settimane. Due ore più tardi una nuova segnalazione alla
centrale operativa della Questura ha costretto un’altra pattuglia ad
intervenire. Questa volta in via Citolo da Perugia. Un romeno, ubriaco
fradicio, dopo avere fatto mezzo finimondo, ha avuto la brillante idea di
offendere un connazionale. Costui, evidentemente più sobrio, non ha digerito
affatto l’ingiuria e si è vendicato piazzando una robusta randellata sulla
capoccia del compaesano. E siccome questi ha iniziato a sanguinare, i
poliziotti hanno fatto intervenire un’ambulanza. Al pronto soccorso è stato
medicato, quindi è stato dirottato in Questura. È emerso che causa della lite
scoppiata per futili motivi era proprio il ferito sbronzo: ha guadagnato una
denuncia per ubriachezza molesta. All’una e quaranta della notte la richiesta di
intervento è partita da via Facciolati dove un folto drappello di stranieri
schiamazzava alla grande disturbando i residenti. Giunta sul posto la
"volante" ha identificato sei romeni, tutti abbondantemente brilli.
Gli agenti hanno disperso il gruppo. Ma non è bastato. Perchè alle tre e un
quarto un altro cittadino ha telefonato alla polizia segnalando che qualcuno stava
urlando mandando ruote all’aria i cassonetti, ancora in via Facciolati. I
poliziotti sono ritornati. Erano tre romeni - di ventiquattro, ventuno e
diciannove anni - del gruppo di prima, che proseguivano la "fiesta".
Uno era in sella ad un ciclomotore, senza patentino e senza assicurazione. Sono
stati denunciati. La notte è tornata finalmente calma. Fino alla prossima
bevuta.
IL GAZZETTINO
NEL WEEKEND Una decina le patenti ritirate per ebbrezza ed
eccesso di velocità Più di una decina le patenti ritirate dalla
Polstrada nella notte tra sabato e domenica e nell’intera giornata di ieri.
Tutte per ebbrezza. C’è chi andava a zig zag in tangenziale e chi schiacciava
troppo sull’acceleratore. Il primato in velocità va al turco, a bordo di
un’auto noleggiata, pizzicato mentre correva a 218 chilometri orari nell’A4 nel
tratto tra Dolo e Venezia. Il più ubriaco invece l’inglese che ieri pomeriggio,
a bordo di una Reanult 5, faceva la serpentina nella corsia di emergenza nella
tangenziale all’altezza di Villabona. E poi tutti gli altri con tassi di alcol
superiori a 2 (il limite è 0,50) e per la maggior parte giovani.
IL MATTINO
Movida e alcol cinque
denunce della Polstrada Contro le stragi del sabato sera scende in
campo anche la polizia stradale. È stato così che sabato notte diciassette
pattuglie, agli ordini del commissario capo Salvatore Imparato e del
vicequestore aggiunto Pio Russo, hanno rastrellato strade e autostrade nei
tratti di propria competenza. In particolare nei pressi dei locali notturni. In
totale sono state controllare 289 persone. Cinque sono state denunciate per
guida in stato di ebbrezza, una per guida sotto l’effetto di sostanza
stupefacente, una per ricettazione di veicolo rubato, otto le patenti
sequestrate, nove le carte di circolazione sequestrate, 49 i punti decurtati,
quattro gli incidenti stradali rilevati di cui uno con lesioni, due
contravvenzioni per eccesso di velocità.
IL MATTINO
Ubriaco alla guida,
l’auto si ribalta: muore l’amico Alcool e velocità all’origine dell’ennesima
tragedia della strada avvenuta all’alba di ieri sulla tangenziale: un giovane
di 27 anni, Salvatore Sieno, è morto: il conducente dell’auto, C.M., 34 anni,
rimasto miracolosamente illeso, è risultato positivo al test alcoolimetrico.
Quando si è reso conto che l’amico era morto, stava per compiere un gesto di
disperazione ma è stato bloccato dagli agenti della Polizia stradale. I due
uomini avevano trascorso la serata di sabato in un locale della zona flegrea.
Verso le 5.30 stavano rientrando con una Polo quando poco dopo la galleria
della Solfatara è avvenuta la tragedia. Dagli accertamenti della sottosezione
di Fuorigrotta della Polstrada, diretta dal sostituto commissario Fulvio Papa,
è emerso che la vettura percorreva a velocità sostenuta la corsia centrale
quando, giunto all’uscita della galleria, il guidatore ha fatto una brusca
frenata slittando a sinistra e poi a destra urtando contro guard rail e un palo
dell’illuminazione. Poi la Polo si è ribaltata ed ha proseguito la sua corsa
strusciando con il tetto sull’asfalto per centinaia di metri.
IL TIRRENO
Lite tra barboni, un morto Roma:
tunisino accoltella un italiano ROMA. Una lite per futili motivi tra due
barboni degenerata in omicidio forse anche a causa dell’alcol. Un diverbio
sfociato in tragedia tra due delle centinaia di “esclusi” che ogni notte a Roma
si contendono un alloggio di fortuna. È accaduto l’altra notte in un parco
della periferia di Roma, nel quartiere Tor Tre Teste, dove un tunisino di 31
anni, clandestino, ha ucciso con un colpo di coltello da cucina al petto un
italiano non ancora identificato di una cinquantina di anni. Il tunisino, N.M.,
è fuggito subito dopo, a piedi, ma dopo un’ora si è costituito ai carabinieri
che intanto avevano avviato ricerche nella zona. Tra i due, prima delle tre,
era sorta una lite mentre si trovavano nei pressi di una casa diroccata
utilizzata come rifugio da extracomunitari e clochard e dove essi stessi erano
andati a vivere, autonomamente, da un paio di settimane. Nel casolare trova
rifugio anche un gruppo di romeni.
IL MESSAGGERO
Ubriachi sfregiano quadro di Monet al museo d’Orsay a Parigi PARIGI - Il dipinto di Claude Monet "Le pont d’Argenteuil" è stato
«gravemente danneggiato» la scorsa notte da alcuni vandali che si sono
introdotti nel Musée d’Orsay a Parigi. Lo ha reso noto oggi il ministro della
Cultura francese. Il quadro, dipinto nel 1874, di uno dei più importanti
esponenti dell’impressionismo è stato «lacerato per almeno dieci centimetri», ha
precisato il ministero. «Un gruppo di persone un po’ alticce si è
introdotto nel museo d’Orsay - ha raccontato Paul Rechter, consigliere della
comunicazione del ministro della Cultura, Christine Albanel -. È scattato
l’allarme e allora hanno dato il colpo al dipinto, danneggiandolo gravemente». Il quadro di Monet, nato a Parigi nel 1840 e
morto nel 1926, raffigura tre piccoli battelli davanti al ponte di Argenteuil
che attraversa la Senna vicino a Parigi.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RELEREGGIOCALABRIA)
Tenta di danneggiare
statua De ChiricoUn uomo, B.P., di 35 anni, è stato arrestato a
Cosenza perché ha minacciato gli agenti della polizia di Stato che erano
intervenuti per impedirgli di danneggiare la statua di De Chirico ’San Giorgio
ed il Drago’. L’uomo, che era sotto gli effetti di alcol e droga, era nei
pressi della statua che compone il Museo all’aperto di Cosenza e stava cercando
di danneggiarla. Dopo alcune segnalazioni anonime i poliziotti sono intervenuti
e l’uomo li ha minacciati verbalmente, opponendo resistenza per evitare di
essere controllato. Accompagnato negli uffici della questura l’uomo, che è
stato trovato in possesso di un coltello e di un grammo di hascisc, è stato
arrestato.
BLOGOSFERE
Trattamento dipendenza alcol: online corso
Boston University Destinato a operatori delle dipendenze ma
anche a pazienti e familiari, il corso è diviso in tre parti: della
documentazione di compendio, è di utilità in particolare: Patient Education Materials - materiali
educativi per pazienti e familiari. Stiamo parlando del primo corso interattivo
sulla dipendenza da alcol e il suo trattamento, An Introduction to Medication
for Alcohol Dependence, allestito in rete dalla Boston University School of
Public Health. Ed è il primo di una serie che prenderà il nome Helping You to
Help Your Patient. Rigorosamente in inglese (ma anche
rigorosamente gratuito), fa una panoramica sulle più recenti scoperte in
materia di alcoldipendenza, focalizzandosi in particolare sugli aspetti
epidemiologici, sugli effetti dell’assunzione sul cervello, sulle le opzioni
farmacoterapeutiche più efficaci, spiegando come queste agiscano sui meccanismi
cerebrali coinvolti nell’alcoldipendenza e quale ruolo possono avere in un
programma terapeutico integrato. I nuovi trattamenti farmacologici infatti
possono dare buoni risultati in termini di outcome soprattutto se affiancati da
counseling e sostegno psicologico durante e dopo il periodo di intervento.
PANORAMA
Dannoso, menzognero e incline alla frode: il
vino è finito sotto processo Il nettare degli dei è finito sotto processo,
accusato di falsa testimonianza. Al Tribunale penale di Bergamo, l’8 ottobre,
nell’ambito di Bergamo Scienza, esperti del settore, medici, avvocati,
sommelier e studenti, nella veste di giurati, decideranno, tra il serio e il
faceto, se assolvere o condannare una bevanda sotto l’occhio del ciclone. Amato come non mai negli ultimi tempi (vedi i
numeri), oggi è conteso da salutisti e amanti del gusto. Ecco i capi
d’imputazione: danni alla salute pubblica (se si abusa di alcol, di cui il vino
è il conduttore più a buon mercato, si incorre a gravi danni per la salute: ci
si fa male o si fa del male agli altri), falsa testimonianza (secondo l’antico
detto “in vino veritas” è da stabilire se davvero il vino distrugge ogni
inibizione), frode o sofisticazione (tanti i casi di contraffazione, prezzi
esagerati, per non parlare del vecchio incubo “metanolo”). Ad organizzare l’evento è il Cesvi
(un’organizzazione umanitaria che presenta, per l’occasione, anche un
importante progetto realizzato in Albania per il sostegno ai produttori nel
settore di viticoltura e zootecnia) in collaborazione con Slow Food e Veronelli
Editore. Lo scopo è indagare gli aspetti sociali, culturali ed economici del
mondo enologico, analizzando in modo critico e ironico tutti i risvolti del
vino sulla società. Lo strumento?
Interrogatori e contro-interrogatori, deposizioni di testimoni ed esperti,
prove, studi ed esperienze a favore e contro i capi di imputazione. Al
Presidente del Tribunale (Ettore Tibaldi, zoologo e vicepresidente Cesvi)
spetterà la pronuncia della sentenza finale di innocenza o colpevolezza. Un sistema, quello del processo all’americana,
già positivamente sperimentato dal Cesvi sul cacao (processato e assolto circa
un anno fa). Perché favorisce la partecipazione pubblica e stimola nei più
giovani il giudizio critico più di qualsiasi noioso convegno. Indipendentemente dal
verdetto, comunque, l’imputato sarà a disposizione del pubblico, alla fine del
processo, per le degustazioni di rito.
IL PICCOLO DI TRIESTE
alcolisti, incontro
pubblico dei due club di cormons
ALTO ADIGE
alcol vietato: le
bottiglie si mettono nel deposito
L’ECO DI BERGAMO
Coprifuoco alcolico,
ma dopo le 2 si beve ancora
Il kit
«antiubriachezza» sarà in farmacia
LA GAZZETTA DI MODENA
guidava sbronza,
sancesarese nei guai
IL CORRIERE VENETO
Ubriachi alla guida,
immigrati denunciati
GAZZETTA DI PARMA
Alcol vietato, le
proteste dei baristi: «Strumento inefficace»
Martedì, 09 Ottobre 2007
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