Il piccolo Renzo Giacomella, 3
anni. Ucciso sulla pista ciclabile dietro casa (ASAPS) BORMIO (SONDRIO), 11 ottobre 2007 – Lo
hanno preso. Anzi, li hanno presi: perchè i pirati che sabato scorso hanno
travolto e ucciso il piccolo Renzo Giacomella, 3 anni, erano due. Uno ai
comandi della moto che percorreva a tutta velocità la pista ciclabile percorsa
da Renzo e dalla madre, rimasta illesa, e l’altro seduto dietro di lui. Nessuno
sembra essere stato vinto dal rimorso e solo la caparbietà degli investigatori
sembra essere stata determinante. Si tratta di due giovani, un ragazzo di 17
anni, il conducente, ed uno di 18, passeggero. L’accusa, per entrambi, è di
omicidio volontario, nella fattispecie del dolo eventuale: sapevano che quella
era una pista ciclabile, sapevano che una velocità così elevata poteva costare
la vita a qualcuno, ma hanno proseguito nella propria condotta criminosa. Al
capo principale d’accusa, si aggiungono l’omissione di soccorso e la fuga: dopo
ore di interrogatori, il minore, manovale in un’impresa edile di Bormio, paese
dove risiede, viene accompagnato al Beccarla di Milano. Il suo compagno è stato
invece destinato al carcere ordinario, per la precisione a Sondrio. Il 17enne
sarebbe stato quello che ha ceduto per primo, dietro le pressioni dei
carabinieri che lo interrogavano, ai quali avrebbe raccontato versioni sempre
diverse, cadendo più volte in contraddizione. La verità è arrivata sotto forma
di sfogo, quando i militari hanno interrotto la verbalizzazione del giovane in
qualità di persona informata sui fatti, contestandogli la serie di reati. A
questo punto, anche il secondo giovane è crollato e le manette si sono strette
ai polsi dei due. La moto, un 125 da cross, non era dunque quella sequestrata
nel pomeriggio di martedì in una casa di Santa Lucia, ed il giovane
proprietario è risultato estraneo ai fatti. Si chiude così, ad esequie
avvenute, una delle pagine più tristi della sinistrosità stradale italiana: con
il dramma di una famiglia spezzata per sempre e di due giovani datisi alla fuga
per fuggire alle proprie responsabilità. Atteggiamento conseguente, forse, alla
sempre più evidente mancanza di educazione civica nel nostro paese. Ormai,
quella materia, non si insegna nemmeno più, ma i risultati si vedono. (ASAPS) |
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