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News 11/10/2007

Riforma del codice penale: guidi senza patente? Carcere fino a sei mesi

La proposta vuole incidere sui casi concreti di “criminalità stradale”: nel mirino alcol e velocità eccessiva
Debellare queste trasgressioni, significherebbe diminuire del 40% le vittime

Militari della Guardia Civil – raggrupaciòn Trafico – all’opera (archivio Asaps)

(ASAPS) MADRID, 11 ottobre 2007 – Sappiamo che in Spagna non hanno molta voglia di perdersi in chiacchiere: da anni, ormai, l’Asaps “osserva” l’estero sui temi a lei più cari e nella gran parte dei confronti, purtroppo, il nostro paese perde sempre per KO tecnico. Il congresso dei deputati, che sta lavorando da qualche settimana alla riforma del codice penale, ha previsto l’introduzione di alcuni articoli specifici per fattispecie di violazione a quello della strada, procedendo a definire – per evitare successive scappatoie – i concetti per i quali le condotte potranno dirsi criminali o meno. Parliamo innanzitutto di velocità: criminale sarà il conducente che spingerà auto o moto oltre i 200 orari in autostrada (autopista), oltre i 180 sulle strade di grande comunicazione (autovia) ed oltre i 110 in ambiti urbani. Anche l’abuso di alcol, quando è relazionato alla guida, diviene condotta criminale se l’assunzione di bevande psicoattive comporta il superamento di 1,2 grammi di alcol per litro di sangue. Queste fattispecie di reato si chiameranno tutte “guida temeraria” ed il carcere non sarà solo un postulato inapplicabile da sbandierare – più o meno ipocritamente – in nome della sicurezza stradale: in Spagna, il carcere per chi mette a repentaglio la vita altrui è già una realtà. Il Congresso è inoltre al lavoro per correggere una serie di incongruenze emerse nel tempo, successivamente all’entrata in vigore della patente a punti, primo tra tutti il superamento di una norma che rendeva più grave commettere un’infrazione da patentato, piuttosto che mettersi alla guida – senza aver mai con seguito il titolo o avendolo avuto precedentemente sospeso – e combinarne poi di tutti i colori. Dopo l’ultima estate, la riforma del codice della strada aveva stabilito sanzioni molto severe in materia di velocità, norme di comportamento ed ebbrezza (carcere e revoca della patente), ma chi non era mai passato dall’autoscuola poteva, paradossalmente, farla quasi franca. La DGT, la Direzione Generale del Traffico, aveva presto scoperto l’incongruenza e l’aveva segnalata alla speciale commissione di deputati incaricata di portare avanti la riforma, che vi ha subito posto rimedio: d’ora in poi, chi sarà sorpreso alla guida di un qualsiasi veicolo senza avere mai conseguito la patente, sarà immediatamente processato ed il giudice potrà solo comminare la pena, da 3 a sei mesi di carcere. “Abbiamo ideato questa riforma come un’arma contundente destinata a combattere un flagello che in Spagna provoca oltre 10 morti al giorno. Ci sono forse altri fenomeni – dichiara al quotidiano El Pais il presidente della commissione parlamentare Jordi Jané – che provocano tragedie simili?” Questi nuovi delitti specifici andranno dunque ad alimentare l’arsenale delle misure che la Spagna mette in campo per la sicurezza, molte delle quali, come abbiamo già visto, sono tutte improntate al contrasto di velocità ed alcol. Secondo studi appositamente promossi dal governo iberico, se il malcostume legato alle due tipologie di trasgressione venisse del tutto debellato, le oltre 3.600 vittime all’anno si ridurrebbero automaticamente del 40%. Un numero che, da solo, vale il traguardo europeo di dimezzare la mortalità entro il 2010. La strategia repressiva inclusa nel codice penale in fase di riorganizzazione, includerà il carcere – questo è un dato certo – per chiunque eccederà i limiti di velocità oltre una certa fascia, secondo la categoria di strada su cui la violazione avrà luogo, in autostrada come in città. Tempi duri anche per gli ebbri o i drogati, che vedranno aprirsi le porte di un penitenziario in caso di eccessi abnormi: si tratta di limiti ben superiori alla semplice soglia legale, attualmente stabilita in 0,5 g/l, esattamente come in gran parte dell’Europa. Il passaggio alla linea dura, però, non è del tutto indolore. L’attuale opposizione, per esempio, la stessa che ai tempi di Aznàr presidente del consiglio aveva iniziato a battere la linea dura, sembra ora in larga parte contraria all’inasprimento delle norme, definendo la riforma – sono parole del deputato popolare Federico Souvirón, riportate sempre sul prestigioso quotidiano El Pais – “…un tamponare le falle della nave prima di calare le scialuppe a mare”. Ma aldilà delle polemiche politiche – fin troppo ovvie, quando si parla di modifiche così impopolari – ci sembra che il lavoro della commissione spagnola abbia il merito di aver finalmente formato il concetto di “delitto stradale”, lo stesso che continua a sfuggire alla legislazione italiana. Sulla scorta del dibattito, è  probabile che le pene più pesanti potranno comunque essere mitigate da lavori socialmente utili o dal classico affidamento ai servizi sociali. Un certo scetticismo è stato espresso anche dal Reale Automobil Club (RAC) e da molte associazioni di giudici e magistrati, preoccupati di una possibile paralisi del lavoro negli uffici giudiziari, anche in relazione all’acquisto e messa in esercizio di altri 500 radar fissi da parte della DGT. Quel che conta, però,  è che la Spagna sta lavorando con grande serietà alla causa comune della Sicurezza Stradale. Più di noi. (ASAPS)


© asaps.it

Di Lorenzo Borselli

Spagna
Giovedì, 11 Ottobre 2007
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